NOTIZIE - Apofruit

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NOTIZIE - Apofruit
Apofruit notizie
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Anno XXIII n° 3 - maggio-giugno 2015
notizie
Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - E0,50
presentato ai soci
il bilancio 2014
liquidazione
dei prodotti invernali
Frutticoltura biologica
prospettive di sviluppo
SOMMARIO
Apofruit, presentato ai soci il bilancio 2014
3
Liquidazione prodotti invernali
4
Solarelli: continua l’innovazione
con una doppia novità
pAgine tecniche
Frutticoltura biologica prospettive di sviluppo
8
8
9-11
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DALL’eMiLiA
Asparago, produzione scarsa ma qualità eccellente
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DAL MetAponto
Kiwi g3, la nuova sfida del Metaponto
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DALLA SiciLiA
Sweet palermo e pomodoro Beef,
nuovi protagonisti nel ragusano
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DAL LAZio
irrigazione kiwi: efficienza agronomica
ed economia di gestione
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BiMeStRALe DeLLA oRgAniZZAZione
Dei pRoDUttoRi ApoFRUit itALiA
Aut. trib. Fo n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88
Stampa: Arti grafiche Ramberti, Rimini tel. 0541 738111
Direttore Responsabile: Maurizio Magni
editore: prima comunicazione - cesena
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Apofruit notizie
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ApoFRUit, pReSentAto Ai Soci
iL BiLAncio 2014
Aumento delle quantità vendute, in leggero calo i ricavi.
Si conferma la solidità patrimoniale della Cooperativa
è
stato approvato nel corso delle assemblee territoriali che si sono svolte in diverse regioni italiane
il bilancio 2014 di Apofruit italia, che registra una tenuta importante in una situazione difficile dell’ortofrutta come quella dello scorso anno.
Venendo ai dati più significativi dell’esercizio va sottolineato che si è registrato un aumento del 10% dei
volumi ritirati rispetto al 2013, con un totale di prodotto conferito di 2.025.000 quintali. il Valore della
produzione è di 184 milioni, il risultato di gestione
evidenzia un utile d’esercizio di 156.000 euro, contro
i 523.000 euro del 2013. nel bilancio consolidato il
Valore della produzione è risultato pari a 231 milioni di euro, il patrimonio netto della cooperativa è di
101 milioni di euro, valore che fa di Apofruit una delle
strutture più capitalizzate del settore.
“La cooperativa ha naturalmente risentito delle difficoltà del settore ortofrutta che hanno caratterizzato
il 2014 - dichiarano il presidente Mirco Zanotti e il
direttore generale ilenio Bastoni - proprio per questo
vorremmo sottolineare il dato positivo relativo a proventi e oneri finanziari pari a 331.000 euro, dato che
sottolinea ulteriormente la solidità della cooperativa,
chiamata oggi a mettere in atto un importante piano
di riorganizzazione il cui obiettivo è quello di ottenere
nell’arco di 2 anni un risparmio di circa un milione e
mezzo di euro, attraverso un piano che va a coinvolgere tutti i settori”.
“La cooperativa in questi anni è stata gestita sempre con grande efficienza – conclude Bastoni – ma
occorre essere pronti a guidare i cambiamenti per
guardare lontano. e di fronte al cambiamento del
panorama produttivo è necessario assicurarsi la
possibilità di sostenere anche in futuro gli investimenti necessari a mantenere efficienza tecnologica
e innovazione”.
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Apofruit notizie
LiqUiDAZione
pRoDotti inVeRnALi
L
a campagna delle produzioni invernali ha
registrato un andamento difficile, in particolare per alcune produzioni ha continuato a
pesare il permanere dell’embargo russo con
conseguente concentrazione dell’offerta sul
mercato europeo.
Al termine della campagna sono stati ritirati
748.198 quintali di prodotto, registrando un
aumento dell’11,6 %, per un importo pagato
ai soci di quasi 31 milioni di euro (30.965.000,
con un calo del 7,4%). “Di fronte ad un mercato europeo sempre più difficile sono quattro
i fronti sui quali, anche per i prodotti invernali,
sono proseguiti gli impegni della cooperativa
– dichiara ilenio Bastoni, Direttore generale di
Apofruit italia – l’innovazione varietale, le produzioni biologiche, la politica di marca e lo sviluppo dei nuovi mercati”.
KIWI
La campagna del kiwi si è conclusa in linea con
i volumi ritirati lo scorso anno. L’andamento
commerciale è stato caratterizzato da un’ottima partenza sui mercati dell’oltremare con
volumi e prezzi che nella prima parte della stagione si sono rivelati superiori al 2013. poi da
febbraio ad aprile si è registrato un ridimensionamento sul mercato, principalmente dovuto
alla pressione del kiwi greco; infine l’ultima parte della campagna è stata inferiore alle attese. il
risultato complessivo è stato caratterizzato per
la cat. i da medie simili al 2013.
“il kiwi è uno dei prodotti che quest’anno ha
registrato un andamento abbastanza positivo,
con soddisfazione per i soci produttori - sottolinea il Direttore generale – risultato ottenuto anche grazie all’apertura di nuovi mercati e dalle
opportunità che la cooperativa è stata in grado
di cogliere.
il progetto qualità si conferma come la leva di
sviluppo più efficace, l’aumento del 40% dei
volumi su questo progetto ci ha consentito di
aumentare le quantità destinate a quei mercati
in europa e oltremare in grado di valorizzare al
meglio il prodotto dei nostri soci”.
Ricordiamo che il kiwi è un prodotto destinato principalmente all’esportazione (circa il 70%
del totale ritirato è destinato all’export); dove
i mercati più importanti sono rappresentati da
olanda, Regno Unito e oltremare, quest’ultimo
si è rivelato quest’anno particolarmente interessante in termini di risultati grazie al cambio
favorevole sul dollaro e i bassi costi del petrolio
con conseguente ridotta incidenza sui costi di
trasporto.
Sui principali mercati asiatici il prodotto della
cooperativa, commercializzato a marchio Sole
Mio, ha registrato un aumento di fatturato del
6%, mentre in leggera flessione sono stati i
volumi sui mercati nordamericani e in Korea,
anche a seguito dell’aumento delle loro produzioni locali.
Venendo al risultato economico al termine della
campagna, il kiwi verde cat.i è stato liquidato
con una media che va da 67 a 86 centesimi al
CONFERIMENTO PRODOTTI INVERNALI
CONVENzIONALI
Kiwi hayward
Kiwi zespri gold
244.163 q.li
8.840 q.li
pere invernali
98.105 q.li
Mele di qualità
138.729 q.li
Mele tradizionali
15.544 q.li
patate
107.203 q.li
cipolle
61.191 q.li
Apofruit notizie
Kg, a seconda del territorio di produzione e del
livello di sostanza secca del prodotto.
Anche per il kiwi a polpa gialla i risultati sono
stati positivi, con valori medi per il Kiwi Soreli
cat. i pari a 1,24 euro/Kg, mentre l’hort 16 A
e la cultivar gold 3 sono stati liquidati a una
media della cat. i che va da 1,78 a 2,11 euro
/kg, anche in questo caso in base alle aree di
produzione e ai livelli di sostanza secca.
PERE
per quanto riguarda Apofruit, la produzione di
pere ha registrato un volume superiore rispetto
all’annata precedente di oltre il 10%. “La campagna di commercializzazione - sottolinea ilenio Bastoni - è partita con quotazioni inferiori
alle aspettative e solo dal mese di gennaio in
poi il mercato, che per Apofruit rimane in prevalenza quello italiano dove confluisce il 76 %
della produzione, ha registrato un certo miglioramento”.
il 2014 si è caratterizzato tuttavia per un notevole sviluppo dell’export di cui è stata protagonista prevalentemente la pera Abate Fetel
(+26%) riuscendo a rientrare nei parametri dei
residui indicati dal mercato tedesco, dove finisce il 70% del totale dell’export, il 3% è rappresentato dai mercati dell’oltremare.
“il nostro auspicio come cooperativa- dichiarano il presidente Mirco Zanotti e il direttore
generale ilenio Bastoni - è quello che su altri
mercati molto interessanti come quello cinese,
possano a breve cadere le barriere fitosanitarie
e aprire le porte alle pere italiane”.
Risultati positivi sono stati registrati dal prodotto commercializzato a marchio Solarelli, con un
aumento del 20% del fatturato, anche grazie
ad un progetto che ha coinvolto la grande distribuzione italiana.
passando ai singoli risultati della campagna, la
pera Abate Fetel cat. i cal. 65+ ha ottenuto un
prezzo medio di liquidazione di 47 cent/kg, la
conference calibro 60+ 45 cent/kg, la Kaiser
calibro 65+ 38 centesimi al kg, la Decana cal.
75+ una media di 74 centesimi al chilo.
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LA pARoLA AI SOCI
MaRco DI BaRtoloMEI
azIEnDa agRIcola clauDIo
DI BaRtoloMEI
nei tredici ettari dell’Azienda agricola claudio Di Bartolomei di Velletri, il kiwi – nelle varietà verde e
giallo – sta assorbendo la quasi
totalità della superficie coltivabile,
se si esclude un po’ di vite e di
alberi d’ulivo.
“e’ un prodotto che ci dà soddisfazione- dichiara Marco Di
Bartolomei che conduce insieme al padre e allo zio l’azienda agricola nell’area laziale – facciamo parte del progetto
qualità con l’obiettivo, non sempre facile, di riuscire a rientrare nei parametri richiesti che sono molto impegnativi da
assicurare”. Marco di Bartolomei è comunque soddisfatto
dell’ultima campagna, in cui ha conferito 400 quintali di kiwi
giallo (“ma non siamo ancora a regime” precisa) e 1600
quintali di kiwi verde. “il kiwi giallo mi è stato liquidato a una
media di 1,86 euro/kg e quello verde sui 70 centesimi –
precisa il socio della cooperativa - sono risultati interessanti
che ci convincono a rimanere su questo percorso di qualità,
nonostante la maggiore attività che richiede una produzione
di questo tipo. per questo vorremmo che le aziende aderenti al progetto qualità potessero contare su una maggiore
valorizzazione e incentivazione”.
gIannI SoffRIttI
DEll’azIEnDa agRIcola
RIMonDI gloRIa
L’azienda si estende su sei ettari
a chiesa nuova di Ferrara, tre dei
quali coltivati a pere (William, Abate, conference, Decana e Kaiser)
e gli altri a seminativo. “purtroppo
l’andamento non è stato positivo
per le pere – esordisce gianni Soffritti – siamo ancora lontani dal coprire i costi di produzione
ed è sempre più difficile progettare investimenti. inoltre lo
scorso anno una pesante grandinata ha compromesso la
produzione di alcune varietà. per la Decana ad esempio
ho potuto conferire solo 28 quintali contro i 70 dell’anno
precedente”. Scarsa anche la conference con un -45% e la
Kaiser, che ha reso quantitativi inferiori alle aspettative, con
conferimento di 187 quintali contro i 350 ipotizzati. produzione invece superiore per la pera Abate che ha raggiunto
i 330 quintali. in rapporto alla liquidazione gianni Soffritti
alterna soddisfazione a un po’ di delusione: “Buon risultato
per la Abate che mi è stata liquidata a 51 centesimi per il
cal. 65+, anche la conference è andata bene liquidata a
53 centesimi al chilo, mentre per la Kaiser, liquidata a 39
centesimi, speravo davvero in qualcosa di più”.
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Apofruit notizie
MElE
A livello europeo, per le mele si è registrata
un’annata di produzione superiore alla precedente, in un contesto già difficile per la prolungata chiusura del mercato russo. inoltre il
canale della trasformazione industriale, in una
situazione di eccedenza di offerta da parte dei
paesi europei, non ha valorizzato in maniera
sufficiente alcune varietà come accaduto in
passato; purtroppo l’impressione è che per
l’industria si possano ripetere simili deludenti
condizioni.
“i risultati confermano che anche sulle mele bisogna puntare sulla qualità - precisa il Direttore
generale ilenio Bastoni - qualità da perseguire
attraverso specifiche tecniche colturali, il rinnovamento varietale, il superamento di alcuni cloni tradizionali, che non sono più assolutamente
competitivi e remunerativi”.
il mercato del fresco delle mele è stato piuttosto stabile, quasi senza variazioni, con un
aumento e quindi un recupero di alcuni centesimi sui prezzi nella fase finale; nel contesto
generale va appunto evidenziata una tenuta
per il comparto mele di qualità, in particolare
le cripps pink® e le Rosy glow® liquidate ai
soci con una media per la cat.i di 62-64 cent/
Kg, risultato che conferma l’apprezzamento
del mercato riguardo a queste tipologie di prodotto. La cultivar Modì® è stata liquidata a una
media di 25 cent/kg nella categoria i, la varietà
Fuji® cat. i° 70+ a 35 centesimi il kg. per le
mele tradizionali il mercato è stato invece decisamente difficile, con valori che in alcuni casi
non sono riusciti a coprire i costi di produzione.
La cultivar granny Smith verde ha registrato
una media per la cat.i. di 21 centesimi, la golden (cat.i cal. 70+) una media di 20 centesimi. Sul territorio europeo la produzione locale
di mele sta aumentando, un dato questo che
spinge Apofruit a continuare nello sviluppo dei
mercati dell’oltremare che ora rappresentano
CONFERIMENTO PRODOTTI INVERNALI bIO
47.521 q.li
Kiwi
10.992 q.li
Mele di qualità
6.961 q.li
Mele tradizionali
8.740 q.li
pere invernali
già il 25 % dell’export. Rimanendo in europa va
detto che per alcune cultivar il rispetto dei parametri dei residui imposti dal mercato tedesco
ne consente un buon posizionamento.
cIPollE E PatatE
Anche il comparto ortaggi ha risentito dei
fattori negativi sottolineati in precedenza:
un’annata di produzioni abbondanti a livello europeo e gli effetti indiretti dell’embargo
russo hanno reso particolarmente difficile la
commercializzazione in europa.
per le patate, durante l’intera campagna, il
mercato non ha registrato variazioni significative. Da evidenziare due note positive: in
aumento i quantitativi venduti con il marchio
Selenella® e l’inserimento nella linea di alta
qualità di Apofruit delle patate a marchio patata di Bologna Dop Solarelli, frutto dell’attività di co-branding fra Solarelli e il consorzio
della patata di Bologna Dop. Su questa linea
si sono registrati interessanti volumi di vendita. Un risultato che spinge a continuare nella strategia di segmentazione che ha come
obiettivo la valorizzazione del prodotto con
conseguenti risultati più interessanti rispetto
al prodotto indifferenziato. La varietà primura calibro 45/75 ha ottenuto una liquidazione
media di 14 centesimi/kg, le altre varietà una
media di 12 centesimi.
per le cipolle, la campagna 2014 è stata caratterizzata da un andamento commerciale
con offerta sotto pressione in tutta la prima
Apofruit
aPofRuIt notizie
notiZie
parte, mentre nella fase finale si è registrato un aumento delle quotazioni che ha permesso di ottenere un risultato leggermente
superiore rispetto alle aspettative iniziali. i
valori medi di liquidazione sono stati per la
cipolla bianca cat.i cal. 50/80 di 11 cent/kg,
14 cent/kg. per la rossa e 12 cent/kg. per la
dorata.
BIologIco
negli ultimi 3 anni le vendite dei prodotti biologici sul mercato interno sono cresciute mediamente del 10%, un dato che ci fa ritenere
che il bio possa rappresentare una grande
opportunità anche per i prodotti invernaii,
dove il tasso di crescita del mercato è attualmente più alto rispetto al tasso di crescita
delle produzioni dei nostri soci. Risultati interessanti sono stati ottenuti dal kiwi bio, dove
i valori di liquidazione medi si sono attestati
tra 90 centesimi e 1,08 euro (sempre in base
agli areali di produzione e livello di sostanza secca), comunque superiori ai valori medi
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registrati nel 2013. interessante anche l’andamento delle mele bio. La Modì® cat.i cal.
70+ è stata liquidata a una media di 52 cent/
kg, la Fuji a 66 cent/kg, le mele golden con
medie da 63 a 68 cent/kg.
per le pere bio l’apertura sui mercati scandivani, dove viene commercializzato prodotto
sfuso in negozi specializzati, hanno permesso alla cooperativa di valorizzare i calibri superiori con buoni risultati.
La cultivar Abate Fetel cat.i cal.60+ è stata
liquidata a 90 cent/kg, la conference 60+ a
una media di 70 cent/kg., la Kaiser cal. 60+
a 72 cent/kg.
“A conferma dei buoni risultati sul comparto
biologico – conclude Bastoni - anche l’andamento positivo del marchio AlmaverdeBio
che nei primi mesi del 2015 (gennaio –aprile) ha registrato un aumento di fatturato del
5% rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno”.
LA pARoLA AI SOCI
SocIEtà agRIcola
cRIStIan ManuccI
cristian Manucci è il titolare della
Società agricola Manucci di Forli che si estende per 11 ettari nella
zona di Malmissole, tutta dedicata
alla frutticoltura (pesche, albicocche,
pere e mele di qualità, in prevalenza
Rosy glow ®). “con le mele di qualità abbiamo iniziato i primi impianti nel 2004, queste nuove varietà hanno rilanciato la melicoltura
in pianura – precisa cristian Manucci – negli ultimi anni abbiamo
inoltre sostituito i vecchi impianti di cripps pink ® con 4 ettari di
Rosy glow ® e sottolineo questo elemento perché abbiamo avuto
meno problemi di colorazione del prodotto, essendo il nuovo clone
migliorativo sotto questo aspetto. ho conferito 4000 quintali, che
mi sono stati liquidati a 50 centesimi al chilo. il mercato della pink
Lady tiene, mentre la Fuji ha avuto difficoltà e quindi non è stata
remunerativa”.
lEonE zanon azIEnDa
agRIcola zanchIn VIlMa
produttore di kiwi in provincia di padova, Leone Zanon, figlio di Zanchin
Vilma, conduce l’omonima Azienda
agricola Zanchin Vilma a San giorgio
in Bosco. L’azienda si estende per 5
ettari, 2 di questi coltivati a kiwi verde.
“La produzione di kiwi verde si è attestata sui 300 quintali l’ettaro – precisa
Leone Zanon - quindi ho conferito alla cooperativa un totale di 600
quintali. il prodotto mi è stato liquidato ad una media di € 0.71/
kg, un prezzo interessante. Da tre anni consecutivi i risultati sono
piuttosto remunerativi e questo ci dà fiducia”. tanto da spingere
il signor Zanon a destinare altri 2 ettari a kiwi, nella fattispecie la
cultivar g3 come sottolinea spiegando i nuovi impianti: “Abbiamo
deciso di puntare sul kiwi giallo, crediamo che possa essere il futuro per questo prodotto, un cambiamento che sembra avere molte
interessanti potenzialità”.
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Apofruit notizie
SoLAReLLi: continUA L’innoVAZione
con UnA DoppiA noVità
“Le chicche di natura Solarelli”®, e il nuovo peperone dolce “Sweet Palermo”® sono
stati presentati ai consumatori in occasione della fiera Rimini Wellness. Il marchio
cresce in volumi e fatturato.
U
n bicchiere da 100 grammi di frutta e verdura intera
già pronta da consumare. Dieci parole per raccontare “Le chicche di natura Solarelli”®; il nuovo prodotto ideato per il “piacere del benessere” e presentato a maggio
a Rimini Wellness con l’obiettivo di essere prima di tutto
facile da consumare, adatto in qualunque situazione, insomma frutta “comoda” che riesca proprio per questo
ad aumentare il consumo di questi alimenti così importanti per la salute e strumento per valorizzare al meglio
le produzioni dei soci di Apofruit. Le “chicche di natura”
sono firmate Solarelli, marchio che prosegue con successo il suo percorso di prodotti ortofrutticoli provenienti
da regioni italiane rigorosamente vocate, confermato da
un trend in crescita sia per fatturato che per produzione.
Se sul fronte dei numeri i prodotti a marchio Solarelli nel
primo semestre hanno fatto registrare + 14% di fatturato,
altrettanto positivo è il discorso legato all’innovazione di
prodotto, di cui le chicche di natura sono un una delle
proposte di punta, ma non il solo: new entry nel paniere
Solarelli il peperone Sweet palermo® dal sapore dolce e
delicato, buccia sottile e ottimo sia crudo che grigliato,
coltivato in Sicilia direttamente dai soci produttori di Apofruit. tornando alle chicche di natura, la grande novità in
questo caso è che non si tratta di iV gamma, ovvero frutta tagliata, ma di frutta e verdura intera, fresca, racchiusa
ermeticamente in un bicchiere monodose, selezionata,
lavata e pronta da consumare. insomma una merenda o
uno snack da 100 grammi che mette insieme il piacere
del fresco gusto della frutta e della verdura con la libertà
di consumarla in qualunque situazione. “per mettere a
punto le ‘chicche di natura’ Solarelli – spiega gianluca
casadio, responsabile marketing Apofruit - abbiamo
sondato, attraverso un’indagine di mercato rafforzata da
un focus group, i gusti e le esigenze dei consumatori che
vogliono ‘farsi del bene’ e cercano un prodotto che si
sposi con il ritmo di una vita attiva anche fuori casa, in
palestra, in ufficio, in una giornata all’aria aperta”.
“La ‘frutta comoda’- continua gianluca casadio - risponde agli orientamenti emersi dall’indagine nella quale
i consumatori hanno messo in fila le emozioni positive
insite nella piacevolezza naturale della frutta e nel suo
potere rigenerante. L’indagine ha evidenziato infatti che
si consuma frutta anche per ‘divertirsi ed appagarsi’. il
passo successivo è stato quello, dunque, di rendere fruibile il prodotto fuori dalla tavola (peraltro tra i consumatori
appare decisamente in declino il consumo a fine pasto),
e dunque negli appuntamenti quotidiani più vari tenendo ben presente che è la preparazione della frutta che
spesso ne rende impegnativo il consumo”. Le “chicche
di natura” Solarelli, offrono combinazioni stuzzicanti: fragole e mirtilli, oppure fragole e uva senza semi, o mirtilli
e uva senza semi, ma per chi lo preferisce c’è anche il
bicchiere monoprodotto. Si tratta di fragole, di ciliegie, di
uva senza semi, di pomodorino confetto o datterino, tutti
prodotti che, così come prevede il disciplinare di produzione del brand Solarelli, seguono un rigoroso calendario
stagionale.
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FRUtticoLtURA BioLogicA
pRoSpettiVe Di SViLUppo
di ALBeRto AldInI
A
pofruit è azienda leader nella produzione e commercializzazione di ortaggi e frutta biologica. il marchio
Almaverde bio è oramai ben conosciuto dai consumatori
ed in continuo sviluppo; il mercato mondiale è in espansione ed è prevedibile che la richiesta di produzioni biologiche sia in aumento nei prossimi anni.
La produzione di frutta biologica è impegnativa, richiede forti convinzioni da parte dei produttori, tuttavia dal
punto di vista economico è uno dei pochi settori che
consente di guardare al futuro con ottimismo.
La produzione biologica dopo gli importanti sviluppi del
primo decennio degli anni duemila sta vivendo un momento di stasi preoccupante con specie che hanno perso superfici per difficoltà produttive (albicocco, pesche)
altre che si stanno sviluppando (melo). Storicamente lo
sviluppo procede in parallelo con lo sviluppo di tecniche
che agevolano la coltivazione mentre quando i mezzi
tecnici non consentono il controllo efficace delle malattie, inevitabilmente i produttori tornano alla coltivazione
convenzionale.
Le considerazioni che seguono descrivono lo stato
dell’arte della frutticoltura biologica:
1) Difficoltà a mettere in conversione nuove superfici a
causa del lungo periodo di conversione; questo può
agevolare la conversione di frutteti di nuovo impianto
in quanto la fase di conversione spesso coincide con
la fase improduttiva dell’impianto (anche se per diverse
specie e forme di allevamento la fase improduttiva è limitata a 1 o 2 anni); la messa in conversione di impianti
esistenti è molto più problematica in quanto il produttore si deve sobbarcare i costi e i rischi della coltivazione
biologica per tre anni prima di potere avere i benefici del
maggior valore della produzione. questo aspetto potrà
essere modificato solo dal regolamento europeo a patto
che il mondo della produzione ne recepisca l’esigenza e
solleciti le istituzioni nazionali ed europee;
2) nei prossimi 2-3 anni non si prevede l’immissione in
Copertura melo con rete antinsetto
commercio di prodotti per la difesa delle piante che possano risolvere i problemi fitosanitari che oggi limitano la
coltivazione biologica di specie quali albicocco ecc;
3) Al contrario una novità che potrebbe costituire una
vera e propria svolta nella frutticoltura biologica è la tecnica di coprire le piante con reti a maglia fine; queste
consentono la protezione totale da insetti dannosi, uccelli, grandine. per le specie per le quali la bagnatura
di frutti e della chioma provoca danni consistenti come
il ciliegio (crepatura dei frutti) o il pesco (monilia) c’è la
possibilità di implementare la difesa meccanica dagli insetti con quella anti pioggia. queste coperture, sono,
potenzialmente molto interessanti per lo sviluppo di diverse specie in biologico che, finora, non si sono sviluppate per la presenza di fitofagi o malattie crittogamiche
o batteriche non risolvibili con i mezzi tecnici conosciuti
(spesso difficilmente controllabili anche nella frutticoltura
convenzionale);
4) in questi anni molto si è fatto per la difesa diretta delle
piante con trattamenti fitosanitari; di questi conosciamo bene epoche di intervento, dosaggi, frequenza dei
pAgIne tECnIChE
Apofruit notizie
pAgIne tECnIChE
10 Apofruit notizie
trattamenti ecc., mentre pochissimo è stato fatto (se
non a livello teorico che poi non si è tradotto in pratica
di campo) per individuare tecniche agronomiche sulla
nutrizione, gestione del terreno, gestione della chioma
della pianta, irrigazione ecc.. questa arretratezza è sicuramente da colmare perché non si può dire di fare
una buona agricoltura biologica prescindendo da questi
aspetti essenziali.
coSa SIgnIfIca faRE fRuttIcoltuRa BIologIca
1) Ancora prima della legittima aspettativa di un incremento di reddito, è assolutamente necessario che il produttore abbia la necessaria convinzione che l’approccio
biologico all’agricoltura consente di ottenere alimenti
sani e nutrienti nel rispetto dell’ambiente e quindi va perseguito con serietà e correttezza. non va mai perso di
vista l’orgoglio di fare il possibile per produrre cibi di qualità dove la qualità non è solo assenza di residui di prodotti dannosi alla salute ma anche qualità organolettica,
qualità nutritiva, qualità ambientale attuando un sistema
produttivo al più basso impatto ambientale possibile e
che consente il mantenimento della fertilità del suolo per
le generazioni future;
2) La produzione biologica richiede un’elevata professionalità dell’agricoltore (superiore al frutticoltore convenzionale) che deve costantemente aggiornarsi sulle
migliori tecniche produttive e sforzarsi di individuarne lui
stesso delle nuove per metterle a disposizione di altri;
3) L’impegno tecnico, lavorativo, finanziario e morale
profusi debbono, ovviamente, avere un ritorno economico senza, tuttavia, che questo induca a scorciatoie,
Fruttificazione ciliegio su portainnesti deboli
al 3° anno
furbate e comportamenti fraudolenti che vanno contrastati e puniti in ogni modo;
4) i produttori debbono richiedere di essere accompagnati in un simile percorso virtuoso da tutte le strutture
della cooperativa da quelle tecniche a quelle organizzative e commerciali;
5) i tecnici debbono aggiornarsi e studiare cosa significa produrre biologico; oggi tutti conoscono l’utilizzo dei
prodotti ammessi in biologico, ma pochissimi conoscono
le pratiche agronomiche che sono altrettanto importanti
soprattutto per il futuro delle aziende; tra tecnici e agricoltori è necessario si instauri un rapporto di collaborazione
in cui, imparando gli uni dagli altri vi sia una sinergia di
crescita complessiva.
QualI PRoSPEttIVE PRoDuttIVE oggI PER I
PRoDuttoRI:
1) ciLiegio: il ciliegio è una coltura che sta vivendo profonde trasformazioni colturali che lo stanno rendendo
coltura economicamente molto interessante (aumento
delle produzioni di qualità, diminuzione del periodo improduttivo, diminuzione dei costi di raccolta, varietà con
elevate caratteristiche pomologiche ecc.). La coltivazione
biologica è molto limitata e ha sicuramente spazi di crescita. La copertura delle piante con reti che proteggono
le piante da insetti (mosca, drosophila), uccelli, grandine, acqua ecc. rendono oggi questa specie adatta alla
coltivazione biologica. pur necessitando di elevati investimenti, i risultati tecnici ed economici sono estremamente
incoraggianti;
2) peRo: il pero, come più volte scritto, è una coltura
anomala nel panorama frutticolo nazionale; la coltivazione, come si è sviluppata negli anni, nelle zone tipiche è
quanto di più lontano si possa immaginare da una frutticoltura sostenibile biologica; nelle zone tipiche “da pero”
la pressione delle malattie e le esigenze nutrizionali sono
talmente forti che rendono impossibile (o fortemente problematica) la coltivazione biologica. L’interesse commerciale per le pere bio è invece forte per cui vi sono grandi
spazi per lo sviluppo di una pericoltura bio, a patto che
si facciano impianti in zone meno sensibili alle malattie,
si abbandonino i cotogni come portainnesti a favore di
soggetti più rustici e meno esigenti in elementi nutritivi ed,
infine, si adottino le coperture con le reti antinsetto.
3) peSco e nettARine: anche per questa specie, le reti
di copertura potrebbero fornire interessanti prospettive di
sviluppo soprattutto nel periodo tardivo dove manca produzione a causa degli elevati rischi dovuti soprattutto a
marciumi sia in campo che nel post raccolta.
4) SUSino: anche per le susine biologiche vi sono buoni
spazi di crescita anche qui legati allo sviluppo delle coperture di protezione. Senza questi ausili, la difesa da insetti temibili come mosca della frutta e cidia funebrana
(soprattutto per le varietà a maturazione medio tardiva)
risulta estremamente difficoltosa per non dire impossibile.
5) MeLo: paradossalmente il melo da coltura più difficile
nel corso degli anni è diventata relativamente semplice. e’
la specie dove le reti sono state messe a punto per prime
e dove si stanno velocemente diffondendo. per questa
specie sarebbe più importante individuare nuove varietà
(ovviamente resistenti a ticchiolatura) migliorative rispetto
a quelle attuali come sapore, produttività ecc.
6) ALBicocco: per questa specie si può ribaltare il discorso fatto per il melo: fino a qualche decina di anni
fa era la specie più semplice da fare in biologico, oggi
è diventata la più difficile. Monilia in fioritura, batteriosi,
sharka, fitoplasmi sono tutte problematiche che oggi rendono questa specie troppo problematica per consigliare
la coltivazione biologica anche se la richiesta da parte del
mercato è elevata. Risulta, quindi, fondamentale investire
tempo e denaro per individuare nuove strategie di coltivazione che consentano di superare le attuali difficoltà.
lE REtI DI coPERtuRa MonofIla nEllo SVIluPPo DElla fRuttIcoltuRa BIologIca
negli ultimi anni sono state proposte reti di copertura
monofilare per la protezione delle piante da insetti il cui
controllo era sempre più difficile. La protezione sta diventando molto importante per la protezione di nuovi insetti
che sono di difficile controllo anche con i classici trattamenti insetticidi come per es. la Drosophila Suzuki per il
ciliegio; queste reti sostituiscono anche le classiche coperture contro la grandine e semplificano molto anche la
protezione dalla bagnatura della pioggia ove questa risulti
importante. questi vantaggi possono facilitare moltissimo
la coltivazione biologica praticamente di tutte le specie
frutticole.
11
MA Le Reti VAnno AncoRA StUDiAte peRche’ poSSono AVeRe Anche ALtRi iMpoRtAnti VAntAggi:
La protezione meccanica che le reti offrono alla coltura
è ben conosciuta e facile da verificare; la copertura delle
piante con reti appoggiate alle stesse stanno mettendo
in evidenza anche altri aspetti collaterali che, se confermati, potrebbero essere altrettanto importanti e potrebbero migliorare ulteriormente la frutticoltura. Fra questi
possiamo elencare:
1) Diminuzione dell’umidità al’interno della chioma delle
piante con diminuzione di attacchi crittogamici e batterici (marciumi in susine e pesche, maculatura per pero,
batteriosi in tutte le specie, ticchiolatura estiva ecc.;
2) controllo della vigoria delle piante con miglioramento
dell’induzione a fiore, costanza produttiva (particolarmente importante nel pero coltivato su portinnesti vigorosi ma anche per susino, albicocco, pesco ecc.);
3) Miglioramento della colorazione e della dimensione
dei frutti;
4) Diminuzione dei costi colturali attraverso diminuzione
dei costi dei trattamenti, risparmio del costo sempre più
alto dell’assicurazione antigrandine, risparmio dei costi
di potatura verde ecc;
5) Diminuzione dei danni da scottature da sole e da uccelli per i quali non esistono alternative.
Riassumendo, le reti hanno alcuni e decisivi aspetti di efficacia diretta che già ne consigliano l’utilizzo, ma hanno
anche altri potenziali aspetti agronomici ancora non ben
studiati che potrebbero portare ulteriori benefici al mondo della frutticoltura ed a quella biologica in particolare.
per tutto quanto esposto occorre che i tecnici verifichino
attentamente tutti gli aspetti agronomici collaterali alla
difesa e valutino i reali benefici che questi investimenti
possono portare mentre gli agricoltori debbono sapere
che questa potrebbe essere una innovazione veramente
importante.
errata corrige relativa alle didascalie delle 2 foto di
actinidieto a pag 11 dello scorso numero di Apofruit Notizie, le indicazioni andavano invertite nel seguente modo:
“Differenza di sviluppo vegetativo fra tesi gran + fert a
destra e tesi Qk a sinistra. Si noti il minor sviluppo e
ombreggiamento della tesi Qk”
pAgIne tECnIChE
Apofruit notizie
12 aPofRuIt notiZie Dall’EMIlIa
ASpARAgo, pRoDUZione
ScARSA MA qUALità ecceLLente
di FRAnco gIROttI
é
terminata la campagna degli asparagi e
questa tipologia di ortaggio conferma di
essere sempre più protagonista della “nuova
campagna” in casa Apofruit.
il prodotto proveniente da diversi territori nazionali (emilia, Metaponto, puglia, Viterbese)
è stato interamente ritirato e commercializzato nello stabilimento di Altedo e, come per le
precedenti annate, si è collocato quasi interamente presso i punti vendita della g.D.o.
sia nazionale (80%) sia estera (inghilterra,
germania), che sempre più richiede un prodotto egalizzato in mazzi da 500 grammi. il
motivo dominante che ha caratterizzato questa campagna, ha riguardato le scarse rese
produttive, determinate da un clima poco favorevole allo sviluppo dei turioni, per le temperature troppo basse e, in alcuni territori, a
causa dell’elevata piovosità.
Viceversa la qualità delle produzioni dei diversi areali, ha presentato sempre caratteristiche qualitative eccellenti: turioni con apici
ben chiusi ed elevata percentuale di verde,
mentre solo nella fase terminale della stagione è aumentata la quantità di asparagina, fattore che ha “suggerito” la conclusione
delle raccolte, avvenuta il 6 giugno. e’ con
soddisfazione che abbiamo rilevato un incremento delle richieste di asparago verde di Altedo i.g.p., un fattore che può essere letto
come riconoscimento all’attività di promozione e all’impegno profuso in questi anni per far
conoscere ai consumatori un prodotto dalle
eccellenti peculiarità.
Dal punto di vista agronomico vanno sottolineati due elementi: gli attacchi di criocera du-
rante la raccolta, questo insetto ha provocato
parecchi problemi ai coltivatori e l’ottima performance degli ibridi Franco e giove, i quali
hanno confermato precocità e produttività.
A testimonianza dell’interesse che suscita la
coltura, venerdì 15 maggio, si è svolta presso l’auditorium di Altedo una tavola rotonda
che ha visto la partecipazione di Agostino
Falavigna, noto genetista che ha contribuito
alla realizzazione dei principali ibridi coltivati
in italia. Falavigna, oltre a illustrare il percorso
del miglioramento genetico italiano dell’asparago, ha reso noto rammaricandosene che,
per motivi di riorganizzazione degli istituti
sperimentali, il progetto dopo 40 anni di attività andrà a concludersi, nonostante gli ottimi
risultati ottenuti.
La decisione fa temere che in futuro l’asparagicoltura italiana potrebbe vedersi costretta
a rivolgersi all’estero per le nuove varietà da
coltivare.
aPofRuIt notiZie Dal MEtaPonto
13
KiWi g3, LA nUoVA SFiDA
DeL MetAponto
di SAVeRio CARbOne
L
a “california del sud”, cosi veniva denominata la pianura
metapontina negli anni 70/80, si appresta ad un’altra sfida importante per la sopravvivenza delle aziende agricole e
soprattutto per fare reddito.
La coltura del kiwi, in Basilicata, ha avuto il suo massimo
sviluppo nei primi anni 80”, dove si raggiungevano superfici
importanti e vendite con prezzi interessantissimi. nei successivi anni 90/2000 vi è stato un calo considerevole di reddito e di conseguenza i costi d’impianto iniziale non venivano
ammortizzati dalle vendite. in virtù di queste considerazioni
si è verificato un crollo verticale della produzione di kiwi, concentrando l’interesse verso altre colture con investimento di
capitale più basso, quale drupacee. Attualmente, lo sviluppo esponenziale della fragola con la ormai saturazione degli spazi di mercato, malgrado, la “nostra” candonga abbia
raggiunto quote di mercato e livelli di reddito interessanti e
le problematiche produttive delle drupacee, in particolare,
legate alla presenza endemica di Sharka, virus letale per le
nostre pesche e albicocche, hanno portato gli imprenditori a
cercare alternative valide per diversificare l’indirizzo produttivo delle aziende agricole. L’interesse dei produttori Lucani,
associati ad Apofruit, si è focalizzato sulla coltura del kiwi in
generale e sulle nuove varietà a polpa gialla quale il g3 in particolare. Altro fattore importante per lo sviluppo del kiwi nel
metapontino è la condizione pedoclimatica favorevole alla
coltura, caratterizzato dalla presenza di terreni alloctoni ben
drenati, buona percentuale di limo, grazie alla presenza di
ben 5 fiumi che interessano i 30 km della pianura metapontina, con primavera e autunno miti e con estate calda, che
nel loro insieme favoriscono la produzione di frutti con parametri di qualità di notevole interesse. non per ultimo, come
condizione essenziale per il kiwi è la buona disponibilità di
approvvigionamento di acqua, fondamentalmente, dalla rete
consortile che interessa capillarmente l’intero territorio. tra
i parametri di qualità vi sono i gradi brix, consistenza della
polpa, pezzatura e, soprattutto, parametro fondamentale ai
fini della liquidazione, la percentuale alta di sostanza secca
che permette di affrontare nuove sfide verso altri mercati di-
stanti dall’area di produzione. Le capacità imprenditoriali e di
gestione tecnica delle colture da parte dei soci di Apofruit,
nascono da lontano, appunto come fragolicoltori e su colture
specializzate in generale, di conseguenza ci permettono di
portare avanti diverse colture con relativa tranquillità e facilità benché abbiano diverse esigenze colturali. Rispetto alle
varietà diffuse l’hayward rappresenta il grosso della produzione, mentre negli ultimi anni si sono diffuse varietà a polpa
gialla (g3) molto richieste dal mercato e per cui si spuntano
dei prezzi di vendita superiori. L’avvento di queste innovazioni
ha suscitato un maggiore interesse da parte degli imprenditori, anche perché la presenza di Sharka per le drupacee, ha
determinato un abbandono e un ridimensionamento di Albicocco e pesco. questa situazione ha aumentato lo spazio a
nuove specie, fra queste si è ricavato uno spazio il kiwi, come
si diceva a polpa gialla. La possibilità di crescita della coltura
del kiwi, in Basilicata, è un’opportunità che non bisogna perdere e la stessa Apofruit ritiene strategico lo sviluppo della
coltura per i produttori e per la cooperativa stessa.
L’interesse verso il kiwi, da parte dei produttori, è incentivato
dalle liquidazioni della nostra cooperativa, visto che, di anno
in anno, risultano sempre più interessanti con prospettive di
crescita sia per i prezzi che per nuovi scenari e sbocchi di
mercato sempre più ampi. per quanto concerne le problematiche fitosanitarie nel metapontino la situazione relativa alla
pSA è abbastanza tranquilla. questo è riconducibile a due
fattori:
- la scarsa presenza di cultivar sensibili, come le cultivar a
polpa gialla;
- le condizioni ambientali che favoriscono poco lo sviluppo e
conseguenzialmente la diffusione del patogeno dove al momento risulta completamente assente.
14 aPofRuIt notiZie Dalla SIcIlIa
SWeet pALeRMo e poMoDoRo BeeF,
nUoVi pRotAgoniSti neL RAgUSAno
p
rocede a tutto campo l’ampliamento della
gamma produttiva nelle aree orticole ragusane. Lo Sweet palermo®, il peperone dalla
caratteristica forma a punta, buccia sottile e sapore dolce e delicato, è uno dei nuovi prodotti
testati a Donnalucata e i risultati si sono rivelati
subito interessanti come precisa Alfonso D’Aquila responsabile d’area Apofruit. “e’ un prodotto
molto versatile che ha convinto sia sul piano produttivo che sul fronte della commercializzazione.
per il prossimo anno abbiamo già previsto una
campagna più lunga con inizio a dicembre e
stiamo considerando l’inserimento anche in produzione biologica da affiancare al prodotto convenzionale, in considerazione dei buoni risultati
che il biologico sta ottenendo su molte varietà”.
il peperone Sweet palermo®, caratterizzato da
alta digeribilità ed estrema versatilità di utilizzo, è
entrato a far parte del top di gamma commercializzato a marchio Solarelli, che anche in questa
prima metà del 2015 sta confermando un trend
in crescita, con performance molto positive.
Si amplia la gamma anche nel comparto pomodoro che costituisce una delle coltivazioni predominanti nell’areale siciliano Apofruit. Dopo la
varietà pomodorino confetto® (sia bio che convenzionale) che ha ottenuto buone performance,
si punta su un’altra novità: il pomodoro Beef, già
testato in biologico. e’ una varietà caratterizzata da frutti con una polpa piena, di dimensioni
piuttosto grandi, con il gusto vero di pomodoro
fresco, ideale per preparare saporite capresi o
fresche insalate estive, ma utilizzabile anche al
gratin o alla griglia. passando dagli ortaggi, che
rimangono per i soci della cooperativa e per lo
stabilimento Apofruit di Donnalucata le coltivazioni principali, alla frutticoltura va segnalato il
buon riscontro ottenuto da progetti pilota per
produzioni nuove come ad esempio i lamponi,
realtà ancora di nicchia, ma con grandi potenzialità. il test ha interessato una piccola superficie di
circa 3000 metri, che verrà raddoppiata nell’immediato, mentre nell’arco di un anno si intende
raggiungere l’ettaro. “per il lampone i risultati
sono stati incoraggianti, l’obiettivo che ci poniamo è quello di ampliare la produzione allargando
l’esperienza pilota, così da coprire un periodo in
cui sono in commercio solo i prodotti spagnoli”
dichiara D’Aquila. Analogo discorso vale per la
coltivazione della fragola, altra new entry, la cui
introduzione è motivata dalla necessità per Apofruit di completare il calendario di commercializzazione che ha nei mesi tra novembre e febbraio
un periodo scoperto. Anche in questo caso, l’obiettivo è quello di ampliare le superfici dedicate,
raggiungendo i 5 ettari nel giro di 3 anni.
aPofRuIt notiZie Dal lazIo
15
iRRigAZione KiWi: eFFicienZA
AgRonoMicA eD econoMiA Di geStione
di FABio MAROCChI
Centralina wireless di irrigazione
L’
actinidia è una delle specie che hanno maggior bisogno d’acqua per poter raggiungere
un frutto di buona qualità e di dimensioni opportune.
La gestione pertanto deve essere adeguata alle
varie fasi fenologiche ed al tipo di suolo.
in generale possiamo dire che la fase in cui la
pianta ha maggiore necessità è nei primi 60 giorni partendo dalla fioritura. in questa fase si concentra la maggior richiesta di nutrienti e di conseguenza di acqua perché la pianta sta formando i
frutti ed i tralci per l’anno successivo. pertanto è
di fondamentale importanza mantenere un’adeguata umidità del suolo per evitare stress idrici.
gli errori possono essere sia per deficit che per
eccesso. i più frequenti in questa prima fase di
accrescimento normalmente sono di carenze
idriche soprattutto dopo le piogge. La difficoltà
di misurare i mm di pioggia, spesso inducono i
produttori ad errori di valutazione. Un altro errore,
in particolare sui terreni argillosi, è l’eccesso idri-
co con conseguente asfissia radicale.
Dopo questa fase, la pianta tende a rallentare la
crescita dei frutti e dei germogli ed inizia la fase
di accumulo di sostanze all’interno dei frutti. Da
questo momento inizia una fase decrescente
della richiesta idrica al contrario delle temperature che sono in aumento (da fine luglio a fine
agosto).
per sapere quanta acqua stiamo distribuendo,
il valore che dobbiamo conoscere è espresso in
mm di pluviometria. Vale a dire che ogni 10 metri
cubi di acqua distribuita per ettaro corrispondono a 1 mm di pluviometria. normalmente i primi
60 giorni di accrescimento dalla fioritura richiedono circa 5 mm al giorno per ettaro che vuol
dire circa 50 metri cubi per ettaro salvo piogge.
Una volta stabiliti i corretti volumi idrici giornalieri,
l’altra difficoltà è stabilire il momento d’irrigazione
ed il volume per turno d’irrigazione. per studiare
meglio queste necessità, negli ultimi anni sono
stati sperimentati vari sistemi di controllo per misurare l’acqua nel terreno.
Sono stati installati dei tensiometri a lettura analogica ed a lettura da remoto con dei risultati
molto interessanti. Sono state testate varie tipologie e, ad oggi, possiamo far riferimento a strumentazioni estremamente affidabili ed efficienti.
in estrema sintesi, possiamo dire che, l’irrigazione deve essere programmata in più turni durante
il giorno. Si è visto che dalle 19 alle 5 del mattino
non c’è nessun segnale di consumo idrico della pianta. pertanto, per chi può, è consigliabile
irrigare dal primo mattino al primo pomeriggio.
gli studi sopradescritti hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza dell’irrigazione nel kiwi, vista
le sue alte necessità di acqua, ed avrà come
conseguenza anche il miglioramento qualitativo
in termini di pezzatura e sostanza secca dei frutti.
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