ASSOCIAZIONE ATARGATIS

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ASSOCIAZIONE ATARGATIS
ASSOCIAZIONE ATARGATIS - SCAVI DI ERCOLANO
LEGGENDA
DI
ERCOLANO
La leggenda narra che Ercole, tornato dall'uccisione del mostro Gerione (la decima delle sue
dodici fatiche), si fosse fermato a Roma, dove chiese alla dea Fauna di dissetarlo, ma questa
rifiutò, poiché la sua acqua sacra era riservata alle sole donne. In preda alla rabbia, Ercole si
costruì un tempio in onore di sé stesso, e vietò alle donne di partecipare alle sue cerimonie.
Intanto, un figlio di Vulcano, il demone Caco, rubò una parte della mandria di buoi che Ercole
aveva a sua volta preso al mostro Gerione, e che erano destinati alla città di Argo. L'eroe si
adirò molto e si mise alla ricerca dei buoi, che però si rivelò molto ardua perché il demone
Caco aveva portato le bestie nella sua grotta trascinandole per la coda, in modo che le orme
rovesciate indicassero la direzione opposta.
Proprio quando stava per rinunciare, uno dei bovini rispose al richiamo di Ercole, che così
scoprì dove si fosse nascosto il ladro: una volta raggiunto, scoprì che i suoni provenivano da
una caverna che era stata però chiusa dall'interno con un enorme masso. Ercole allora prese
una rupe appuntita e riuscì ad aprirsi un varco all'interno della spelonca. Caco cercò di
difendersi vomitando dalle fauci un'immensa nuvola di fumo che avvolse la grotta, ma Ercole
balzò attraverso il fumo, afferrò Caco e lo strinse tanto da fargli uscire gli occhi dalle orbite,
uccidendolo.
Poi, recuperato il bestiame, decise di tornare ad Argo, e continuare le ultime due fatiche
rimaste, ma prima volle edificare una città nel luogo dove aveva recuperato il bestiame, che gli
era necessario per il compimento della decima impresa; fondò così una cittadina e le diede il
suo nome: Herculaneum.
mosaico bianco con una fascia nera di contorno che circondava il giardino, posto leggermente
ad un livello più basso, dove fu rinvenuto un tronco di pero,
ed un ampio quadriportico-
belvedere, sotto al quale erano stati ricavati alcuni ambienti.
Aveva anche una terrazza artificiale che poggiava sulle costruzioni a volta e si spingeva oltre il
bastione delle mura.
Da alcune trasformazioni subite dalla casa sembrerebbe che, danneggiata dal terremoto del 62
d. C., sia stata venduta a dei nuovi proprietari, che l'avrebbero convertita in abitazione
mercantile con botteghe ed officine.
Da questa abitazione che è tra le più ampie e signorili di Ercolano, si passa all'altro lato della
strada nelle contigue Casa di Aristide e Casa di Argo con il suo bel giardino di palmizi.
CASA DI ARISTIDE
E' la prima casa a sinistra ed è una delle abitazioni che fu maggiormente danneggiata dalle
perforazioni borboniche e depredata di ogni oggetto ritrovato. La sua struttura originaria
risulta alterata in seguito a restauri mal eseguiti.
Qui furono ritrovati numerosi resti di scheletri di persone che tentarono la fuga verso il mare
attraverso una rampa in discesa che portava sulla marina.
La casa si apre con un piccolo atrio di tipo tuscanico al cui centro è un impluvio. Di qui la
casa sviluppa i propri ambienti in modo da spingersi verso la costa con le camere d'alloggio e
di rappresentanza che poggiano sulle volte degli ambienti di servizio del livello sottostante a
cui si accede dal piano superiore. Le pareti che danno sulla strada lasciano intravedere l'opus
ITINERARIO
reticulatum, ovvero la tecnica particolare con cui venivano realizzate le mura, in epoca
repubblicana. Un lungo loggiato affacciava direttamente sullo strapiombo sul mare.
Attraverso un ponte che, sovrastando un alto burrone, laddove era una volta la spiaggia, ci
CASA DI ARGO
conduce direttamente in una delle case dell’antica città: la Casa dell'Albergo.
Deve il suo nome ad una scena della leggenda greca di "Io ed Argo" dipinta su una parete
della grande sala del peristilio, oggi completamente scomparsa. Doveva essere questa una
CASA DELL'ALBERGO
delle più nobili dimore ercolanesi, con un ampio giardino circondato da uno splendido
Erroneamente ritenuta un albergo, è una delle case più grandi e più signorili di Ercolano posta
peristilio con colonne e pilastri.
in splendida posizione panoramica verso il mare. Costruita in età augustea, è l'unica dimora
La casa è strutturata intorno ad una esedra rettangolare dove si aprono i vari ambienti in cui
privata di questa città ad avere delle terme.
si possono ammirare i resti delle decorazioni parietali che ospitavano dei quadretti che sono
La casa aveva un bagno privato, un ampio peristilio porticato su tre lati e pavimentato in
stati staccati e portati via.
ASSOCIAZIONE ATARGATIS - SCAVI DI ERCOLANO
Il piano superiore era costituito da una serie di piccole stanze che si affacciavano su un
CASA DELLO SCHELETRO
portico e sul giardino interno.
I primi esploratori del 1831 rinvennero dei resti umani, ed in virtù di questo fatto, essa viene
Sul vestibolo si apriva un oecus decorato in IV stile sulle cui pareti erano dipinti dei quadretti
tuttora denominata Casa dello Scheletro. Della costruzione, originariamente a due piani,
che, secondo il Bonucci, rappresentavano rispettivamente un paesaggio, Polifemo e Galatea ed
rimane solo il pianterreno, col suo atrio dal tetto completamente chiuso che fa da disimpegno
Ercole nel giardino delle Esperidi.
ai vari ambienti della casa che sembra essere costituita da tre nuclei abitativi, di probabile età
In questa dimora furono rinvenuti vasi di terracotta ripieni di legumi e fichi secchi avvolti in
pre-romana che erano stati riuniti in età successive. A sinistra dell'atrio vi è un bellissimo
foglie, altri commestibili ed un insieme di stoviglie.
ninfeo con i calchi degli originali mosaici ora in esposizione al Museo Archeologico Nazionale
di Napoli.
Proseguendo a sinistra sul Cardo III inferiore si arriva alla Casa del Genio con il giardino che
costeggia la Via Mare, dove si possono vedere i cunicoli scavati nella roccia dai Borboni.
Superato l'incrocio con il Decumano inferiore, si ammira sulla destra il bel colonnato delle
Terme Maschili che conserva ancora parte della tettoia che lo ricopriva, girando intorno ad
CASA DEL GENIO
un giardino rettangolare.
La Casa del Genio è ancora in parte da scavare, ma dalla zona attualmente visitabile, limitata
all'ingresso secondario, pochi ambienti ed il bel peristilio, circondato dai resti di un colonnato,
TERME MASCHILI
che fa presupporre fosse un'abitazione molto signorile. Il nome della casa deriva da una
Si accede alla sezione maschile dal Cardine III, dove un lungo corridoio immette nella palestra
statuetta di marmo raffigurante un genio che fu qui rinvenuta negli scavi eseguiti tra il 1829
porticata su tre lati, che veniva usata dai frequentatori delle terme non solo per gli esercizi
ed il 1850 e che costituiva la decorazione di un candelabro.
ginnici, ma anche come luogo d'attesa o di ritrovo. Di qui si passa nello spogliatoio
Le colonne sono realizzate in opus mixtum e al centro del curatissimo giardino vi era la vasca
(apodyterium), con volta a botte, sedili su tre lati e mensole per appendere le vesti. Una
d'una fontana o piscina, di forma rettangolare piuttosto allungata e con due absidi sui lati
grande vasca a forma di labrum in marmo cipollino è ancora al suo posto, nell'abside della
corti.
parete di fondo, mentre ben poco resta della piccola vasca rettangolare che si trovava nelle
Date le dimensioni del peristilio e la posizione centrale della piscina, si può supporre che
vicinanze.
questa abitazione fosse anche più grande della precedente casa di Argo.
Dallo spogliatoio si passa direttamente nel frigidarium e nel tepidarium.
Il primo, di dimensioni piuttosto ridotte, presenta una volta a cupola dipinte con animali
Continuando si incontra il Thermopolium che affaccia anche sul Decumano inferiore.
marini raffigurati sul fondo d'un mare grigio-celestino, che, riflettendo nelle acque della vasca
centrale, dava l'impressione di trovarsi, a chi vi s'immergesse, in un mare popolato di pesci.
THERMOPOLIUM
Il tepidarium, riscaldato mediante circolazione d'aria calda sotto al pavimento, rialzato da
All'angolo tra il Cardo III ed il Decumano Inferiore vi è un Thermopolium, un luogo dove si
colonnine di terracotta (suspensurae), conserva un'interessante pavimentazione musiva, con un
bevevano e consumavano bevande e cibi. Nel piano di lavoro in marmo policromo sono
tritone circondato da quattro delfini.
incassati i grandi vasi di terracotta (dolia) che servivano per la raccolta e la conservazione delle
Una porta immette nel grande calidarium, riscaldato sempre col sistema delle suspensurae,
derrate e dei liquidi. La bottega, aveva accesso da entrambe le strade.
dotato di vasca per i bagni d'acqua calda e di labrum per le abluzioni con acqua fredda.
Tornando indietro sul Cardo III, sulla destra, confinante con la Casa dell'Albergo, si trova la
Salendo per il Cardo III superiore, si incontrano poi le mura della Casa a due Atri.
Casa dello Scheletro con i suoi bei mosaici ancora ben mantenuti.
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CASA A DUE ATRI
bel cortile racchiuso da un colonnato. Seguendo vi è la Bottega del Plumbarius ed una bella
Oltrepassate le terme, si raggiunge la Casa a due atri con una pianta piuttosto singolare,
fontana pubblica.
probabilmente scelta per sfruttare nel miglior modo possibile lo spazio, non molto ampio, a
disposizione.
BOTTEGHE
Al primo atrio, col tetto sorretto da quattro colonne, segue il tablino, quindi un altro atrio ed
Tra le varie botteghe che affacciavano sul Decumano Massimo, vi è una bottega collegata alla
infine una vasta sala; gli alloggi sono disposti lungo il lato sinistro. La facciata della casa,
casa del Colonnato Tuscanico che era pavimentata in marmo pregiato ed aveva pareti
piuttosto semplice, presenta un portale con architrave tufaceo ed una cornice laterizia che
affrescate su fondo rosso e azzurro.
segna all'esterno la divisione in due piani.
Questa bottega è impreziosita da un fregio che rappresenta Ercole ed il sacrificio di un toro.
Un'altra bottega presenta un'insegna rappresentante la figura di Semo Sancus che viene
Salendo ancora si arriva al Sacello degli Augustali, che è completamente ricoperta da un
spesso identificato con Ercole.
tetto e dove si possono ammirare dei bellissimi affreschi.
Nella parte sottostante, vi è un dipinto, con la scritta Ad cucumas e la raffigurazione di 4
anfore, dette cucumae, che riporta il prezzo per ogni singola qualità di vino venduto.
SACELLO DEGLI AUGUSTALI
Un altro pannello riporta l'annuncio di uno spettacolo. Vi è infine un'altra bottega con
Probabilmente centro del culto imperiale e al tempo stesso sede del Collegio degli Augustali,
soppalco di legno accessibile mediante una scala di legno, dove si possono ammirare delle
o forse Curia cittadina.
merci ancora imballate ed una serie di vasellame vitreo con il marchio di fabbrica impresso.
Si tratta di una grande sala simile ad un atrio tetrastilo d'abitazione privata: il tetto, infatti, è
Davanti alle botteghe vi è una fontana in pietra bianca con la rappresentazione di Ercole.
sostenuto da quattro colonne e la luce piove dall'alto, tramite un lucernario.
Al centro della parete di fondo è un piccolo ambiente, il sacello vero e proprio, dove si
CASA DEL COLONNATO TUSCANICO
dovevano svolgere i riti in onore dell'Imperatore; le sue pareti sono decorate da fini pitture, tra
Antica e nobile era la Casa del Colonnato Tuscanico: fu eretta in epoca sannitica con grandi
cui due pannelli figurate, uno con Ercole, Giunone, e Minerva e l'altro con Nettuno ed
blocchi di tufo e successivamente restaurata.
Anfitrite.
Dopo il terremoto del 62 d. C., dovette almeno in parte perdere il suo carattere signorile,
Questo edificio fu voluto dai fratelli Lucius Proculus e Italianus, come si evince da un'iscrizione
poiché due ambienti prospicienti la pubblica via furono convertiti in botteghe.
rinvenuta in questo ambiente durante gli scavi. I due fratelli facevano parte del collegio degli
La casa si distingue per il suo splendido peristilio con un maestoso colonnato tuscanico, su cui
augustali che presiedevano al culto dell’imperatore. Ai lati dell'arco che faceva parte del fronte
affacciano il triclinio, alcune sale di rappresentanza e gli alloggi signorili. La decorazione degli
della Basilica, vi sono due basi per statue bronzee.
ambienti venne effettuata in due epoche differenti, cosicché possiamo vedere pitture sia di
Attualmente la basilica è ancora sepolta sotto una spessa coltre di tufo, ma gli edifici furono
terzo che di quarto stile.
esplorati durante il periodo borbonico.
Nella casa è stata rinvenuta una grossa somma di monete d'oro (circa 1.400 sesterzi) nascosta
dal suo ricco proprietario, probabilmente poco prima di lasciare la casa.
Usciti dall'edificio e superato il Sacello degli Augustali, ci si trova direttamente nel Decumano
Massimo che era la strada principale dove si svolgeva il mercato. Sulla sinistra si trova una
CASA DEL SALONE NERO
arcata decorata con stucchi bianchi, sulla destra un Thermopolium. Continuando a destra si
Appartenuta all'augustale L. Venidius Ennychus la casa del Salone Nero è una delle più
incontrano le varie botteghe che affacciavano su questa strada, tra cui la Bottega ad Cucumas
lussuose dimore d'Ercolano, che ancora conserva uno dei battenti in legno della porta. Deve il
da cui si intravvedono la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Salone Nero con il suo
nome ad una grande sala che s'affaccia sul peristilio, decorata da pilastri e candelabri dipinti
ASSOCIAZIONE ATARGATIS - SCAVI DI ERCOLANO
su fondo nero. Ben conservato è un larario di legno carbonizzato a forma di tempietto, con
CASA DEL MOSAICO DI NETTUNO E ANFITRITE
colonnine lignee sormontate da piccoli capitelli marmorei ed un trapezoforo di marmo con
Appartenuta ad un ignoto mercante, ricco e raffinato, che esercitava il suo commercio nella
piede a forma di satiro. L'impluvium è in tufo.
vasta bottega aperta sulla strada e comunicante col resto dell'edificio. Arredata con estrema
In fondo all'atrio vi è un tablinium con affreschi su fondo nero con quadri mitologici al centro
cura, la bottega è giunta sino a noi in ottimo stato di conservazione, con ancora le merci sul
della parete con medaglioni laterali che riprendono quello di sinistra Venere e Marte, quello di
bancone e le anfore vinarie sistemate in ordine in una scansia.
destra Dedalo e Parsifae.
La sistemazione degli ambienti della casa è semplice: dall'atrio s'accede al tablino, e quindi al
Ai lati dell'atrio vi sono alcuni cubicoli e la cucina. Dal tablinio si passa nel peristilio colonnato
triclinio estivo.
con pavimento in mosaico nero decorato con scaglie di marmo policromo.
Sul lato di fondo è un ninfeo con una nicchia centrale absidata affiancata da due nicchie
Al piano terra di questa abitazione, furono ritrovate 20 tavolette cerate che testimoniano la
rettangolari di minori dimensioni, il cui prospetto è rivestito da un mosaico a paste vitree: da
causa in tribunale per la legittimazione alla carica di augustale del proprietario Venidius
quattro vasi (cantaroi) posti alla base degli stipiti delle nicchie prendono origine altrettanti
Ennichus.
cespi di vite che salgono sinuosamente fino agli architravi delle nicchie laterali; qui iniziano
due scene di caccia (con cani e cervi su un fondo azzurro intenso) sovrastate da festoni di
All'incrocio con il Cardo IV superiore si può ammirare un'altra fontana pubblica e si scende
foglie e frutta e riquadrate da un'elegante cornice.
per questa stradina per ammirare sulla sinistra la Casa del Bel Cortile che conserva ancora
Gli orli delle nicchie ed il loro fondo sono ornati da conchiglie e madreperla, mentre alcune
una scala con una balconata che affaccia nel cortile interno ed una bella pavimentazione.
maschere teatrali ed una vigorosa testa di sileno sono collocate sul fastigio del ninfeo e sulla
In una delle stanze sono conservati gli scheletri di tre persone carbonizzate.
parete di fondo del cortile.
Sulla parete a lato del ninfeo è il quadro musivo che ha dato il nome alla casa, con Nettuno
CASA DEL BEL CORTINE
ed Anfitrite inquadrati in una fantasiosa ed elaborata composizione architettonica.
Articolata su due piani e con una disposizione degli ambienti piuttosto insolita ed originale.
Le stanze del piano superiore, il cui interno ci appare fin dalla strada, in quanto il terremoto
La stanza d'ingresso, allungata e con un basso soffitto, svolge la duplice funzione di vestibolo
che s'accompagnò all'eruzione abbatté le loro pareti sul prospetto, conservano parte della loro
e di atrio.
decorazione pittorica e della loro suppellettile.
Alla sua destra sono tre piccole stanze rustiche, mentre dal fondo s'accede al suggestivo
cortile.
Di fronte, sull'altro lato della strada, si entra nelle Terme Femminili che hanno mantenuto le
Qui una scala esterna con parapetto e ballatoio, simile a quelle tipiche dell'architettura civile
strutture originarie e le pavimentazioni a mosaico bianco e nero, ancora calpestabili.
italiana del Medioevo, conduce al piano superiore, dove sono gli alloggi, messi in
comunicazione l'uno con l'altro dal ballatoio, ed una balconata in legno sporgente dal
TERME FEMMINILI
prospetto della casa. Sulla destra c'è un salone con pavimento bianco decorato da fasce di
Più piccole e sobrie nella decorazione, ma meglio conservate, sono le terme femminili, con
mosaico a motivo intrecciato nero. Vi sono dei rilievi di cavalli e di cocchi.
ingresso dal Cardine IV: una porta immetteva nella vasta aula che fungeva da vestibolo, ma
sicuramente anche da sala d'attesa.
Superata questa abitazione, vi è la bellissima Casa di Nettuno e Anfitrite che conserva dei
Di qui un piccolo e stretto vestibolo conduce allo spogliatoio, simile nella decorazione a
bellissimi mosaici, e confina con una bottega dove si possono ammirare delle anfore e i resti
quello della sezione maschile e con sul pavimento un mosaico del tipo di quello del
di un letto di ottone.
tepidarium maschile, raffigurante un tritone con una pala di timone sulla spalla, circondato da
Al piano superiore, sul balcone che da sulla strada, è conservato un tavolino di marmo.
un amorino, quattro delfini, un polpo ed una seppia.
ASSOCIAZIONE ATARGATIS - SCAVI DI ERCOLANO
Sempre per quanto riguarda la parte femminile delle terme, interessante è il pavimento
CASA DEL TRAMEZZO DI LEGNO
musivo del tepidarium a disegni geometrici e pannelli con emblemata decorativi; ampio e
Risalente all'età sannitica, ma alquanto trasformata in epoca augustea è una delle poche case
spazioso è il calidarium, illuminato da un occhio aperto sulla sommità della volta. A questi si
di Ercolano ad aver conservato intatta la parete in intonaco bianco, fino all'altezza del secondo
devono aggiungere altri ambienti, come quello dov'erano sistemate le caldaie per il
piano.
riscaldamento d'entrambe le sezioni; annessi alla palestra erano infine alcune stanzette ed uno
La casa, originariamente un'elegante e nobile dimora signorile, intorno alla metà del I secolo
sferisterio per il gioco della palla. Nella terza stanza vi è la vasca per i bagni con i sedili rossi.
d. C., venne divisa in quartieri d'affitto per più famiglie, che potevano altresì usufruire di alcuni
Sotto il pavimento si può vedere la suspensara, la camera d'aria che serviva a riscaldare le
servizi comuni.
vasche.
Per realizzare questa trasformazione, fu necessario costruire un secondo piano al di sopra
dell'atrio, mentre alcune stanze che s'affacciavano sulla strada vennero adibite a botteghe.
Scendendo per il Cardo IV Superiore, sulla sinistra si incontra la Casa Sannitica con il tetto
Particolarmente maestoso è il grande atrio tuscanico che contiene un tavolo di marmo con
ancora ben conservato e le sue finte colonne.
piedi a forma di zampe di leone che è posto vicino all'impluvium, quest'ultimo è rivestito di
marmo e lascia intravedere l'antica pavimentazione in signino.
CASA SANNITICA
Qui è conservata una mensa in marmo rinvenuta al piano superiore, cui fa da base una
E' tra le più antiche dimore di Ercolano e conserva ancora in parte il suo aspetto originario,
statuetta della divinità frigia Atthis.
risalente agli ultimi decenni del II secolo a.C.. La facciata è preceduta da un marciapiedi
carbonizzato dividente l'atrio dal tablino, conservato per due terzi (doveva trattarsi d'un
eseguito molto accuratamente; l'elegante portale con i piedritti in blocchi di tufo sovrastati da
elemento piuttosto comune nelle case romane, ma la deperibilità del materiale in cui era
capitelli corinzi dà accesso alla fauce, con decorazione di primo stile (bugnato in stucco
realizzato – il legno – rende il suo rinvenimento in questa casa quanto mai eccezionale.
policromo ad imitazione del marmo).
Il tramezzo è decorato da borchie di bronzo che serviva a dare maggiore intimità al tablinium
Interessantissimo è l'atrio, nella cui parte alta è un elegante loggiato di colonnine ioniche i cui
che affaccia sull'ambiente.
intercolunni sono chiusi da una graziosa transenna marmorea rivestita di stucco. Vi si possono
nella casa, tra cui alcuni legumi secchi.
La casa deve il suo nome al grande tramezzo ligneo
Nelle bacheche sistemate nell'atrio si vedono gli oggetti trovati
anche vedere alcuni oggetti rinvenuti nella casa, come una statuetta frammentaria di Venere e
parte dei piedi d'un tavolo in legno, a forma di cani.
Si passa poi alla Casa del Graticcio e alla Casa dell'Erma di Bronzo.
Gli ambienti del pianterreno mostrano, con la loro fine decorazione, l'originario carattere
signorile della casa.
CASA DEL GRATICCIO
Per quanto riguarda il piano superiore, invece, si vede chiaramente che in un secondo tempo
Prende il nome da una struttura muraria in cannucciata ritrovata nel cortile interno di questa
vi furono ricavati piccoli appartamenti d'affitto, resi indipendenti grazie ad una ripida scala di
abitazione costituita da piccoli appartamentini. La cannucciata, o opus craticium, era una
legno.
tecnica utilizzata per creare le strutture portanti e consisteva nell'uso di telai di legno
La casa originariamente possedeva un giardino, in seguito ceduto all'attigua Casa del Gran
intrammezzati da grosse pietre e legati insieme da materiale cementizio.
Portale.
Questa tecnica è molto bene descritta da Vitruvio che ne sconsiglia tuttavia l'uso, non essendo
Nell'atrio c'è una vasca con il compluvium nel tetto decorato con rilievi di animali.
essa adatta ad assicurare sicurezza contro gli incendi. Le pareti, al piano inferiore e a quello
superiore, sono realizzate con pilastri laterizi ed intelaiature lignee riempite di opus incertum.
Superato l'incrocio con il Decumano inferiore, sulla destra, vi è la Bottega del Lanarius e
Si tratta d'un tipo di costruzione molto economico e di rapida realizzazione, che doveva essere
subito dopo la Casa del Tramezzo di Legno con il suo bel giardino con una palma al centro.
piuttosto diffuso tra il ceto popolare, di cui però questo d'Ercolano è il più compiuto e meglio
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conservato esempio. Anche la disposizione degli ambienti lascia intuire che qui coabitavano
causa del forte peso del materiale eruttivo depositatovi.
più famiglie.
Il tablinio, in asse con gli altri due ambienti, è a pianta basilicale ed è chiuso sul fondo con tre
La facciata della casa si presenta con un piccolo portico sovrastato da un loggiato.
navate separate da una doppia fila di pilastri con capitelli corinzi. Le decorazioni delle pareti
Particolarmente interessanti sono le stanze del piano superiore, con la povera suppellettile
sono di IV stile su fondo bianco.
ancora al suo posto: i telai lignei dei letti, una tavola di marmo, un armadio con le stoviglie e
Il portico cinge un giardino con al centro una vasca con fontana. I restanti ambienti si trovano
pochi oggetti di corredo, le statuette dei Lari.
di fianco a questi e sono orientati verso il mare, per goderne la vista. Sul lato orientale del
portico si aprono quattro cubicoli, con pitture su fondo rosso, disposti ai lati di un'esedra
CASA DELL'ERMA DI BRONZO
finemente decorata con pitture architettoniche e con le scene del "Supplizio di Dirce" e di
Di forma stretta e allungata può essere considerata un esempio d'abitazione sannitica.
"Diana al bagno", entrambe ambientate in ariosi paesaggi. La casa termina, al di là del triclinio,
Nel tablino è conservata un'erma vigorosa ed incisiva, anche se di fattura piuttosto grossolana,
con un loggiato ed una terrazza. Ai lati del loggiato sono due piccoli padiglioni che avevano
probabilmente raffigurante il proprietario della casa. A destra del tablino una scala conduceva
anche la funzione di belvedere. Numerose parti lignee della casa sono state rinvenute e
alle stanze del piano superiore.
ricollocate al loro posto: ben conservati sono una culla ed un tavolino in legno.
Gli stipiti delle porte di questa abitazione sono in tufo e lasciano capire che la casa aveva
mantenuto in parte l'originario impianto urbano osco. L'atrio è di tipo tuscanico con al centro
Scendendo per questa stradina si incontrano poi il Sacello di Venere e il Sacello dei Quattro
un impluvium costruito con blocchi di tufo.
Dei e l'Area Sacra.
Tornando indietro, all'incrocio con il Decumano inferiore si gira a destra e si prosegue lungo la
Attraversato il Cardo IV inferiore si entra nella Casa dell'Alcova, di enormi dimensioni, e poi
strada per incontrare sulla sinistra la Casa del Gran Portale dove sono ancora visibili alcuni
alla Casa dell'Atrio a Mosaico.
affreschi e sulla destra la Taberna Vasaria e la Grande Taberna che affaccia sul Cardo V.
CASA DELL'ALCOVA
CASA DEL GRAN PORTALE
Risultato dall'unione di due abitazioni, la prima delle quali composta da ambienti piuttosto
L'ingresso è affiancato da due colonne laterizie inizialmente stuccate e dipinte in rosso,
modesti, probabilmente rustici, mentre l'altra costituiva la dimora signorile riccamente
sormontate da capitelli in pietra tufacea, corinzi ma con figurette di "Vittorie alate". Sopra i
decorata.
capitelli corre l'architrave in mattoni, sormontata da una cornice dentellata. All'interno, la
Presenta due ingressi di cui uno al piano superiore. L'atrio è coperto e conserva la
disposizione degli ambienti è piuttosto inconsueta: manca l'atrio, e le varie stanze affacciano
pavimentazione in opus tessellatum ed opus sectile, si apre su una sala bicliniare con pitture
su un vestibolo molto allungato, comunicante col cortiletto scoperto da cui prendono luce gli
del quarto stile e su un grande triclinio originariamente pavimentato in marmo. Un corridoio
ambienti e dove avveniva la raccolta delle acque piovane.
conduce ad altri ambienti che prendono luce da un piccolo cortile, tra cui un'alcova absidata
mostrano fini pitture di quarto stile. Notevole è la decorazione del triclinio, che ha sulla parete
preceduta da un'anticamera.
di fondo un quadretto dionisiaco.
Le pareti dei vari ambienti
Fa parte dell'edificio anche una bottega aperta sulla strada, completamente indipendente dal
CASA DELL'ATRIO A MOSAICO
resto della casa e forse concessa in affitto. Questo motivo è stato riprodotto più volte durante
In questa casa vi si trova uno degli atri più belli di Ercolano. Il pavimento è decorato con un
il Rinascimento e per tutto il 18° secolo.
bellissimo tassellato bianco-nero a disegni geometrici, vi si alternano vari emblemi a formare
In questa abitazione è ancora ben visibile il famoso colore "rosso pompeiano" che tanto venne
una scacchiera con rettangoli alternati bianchi e neri. Il pavimento purtroppo è avallato a
utilizzato nei dipinti dell'epoca.
ASSOCIAZIONE ATARGATIS - SCAVI DI ERCOLANO
Usciti dalla Palestra si prosegue per il Cardo V inferiore.
Girando a sinistra per il Cardo V superiore si incontra la Casa con Giardino e subito dopo la
Sulla destra vi è la Bottega di Priapo e, scendendo a sinistra, la Casa della Gemma famosa
Casa dell'Atrio Corinzio. Attraversata la strada si entra nel Pistrinum e nella Bottega di Sex.
per un graffito lasciato da Apollinare e la bella Casa del Rilievo di Telefo dove si possono
Patulcius Felix e scendendo ancora vi è l'ingresso della Palestra.
ammirare degli oscilla marmoeri.
PISTRINUM
CASA DELLA GEMMA
Il Pistrinum, era un forno dove avveniva anche la macinazione del grano. In un cortiletto sono
La Casa della Gemma deve il nome ad un gioiello d'età claudia ivi rinvenuto. Il pavimento è a
tuttora due macine in piperno, che erano azionate da un asinello (di cui sono state ritrovate le
mosaico nero con decorazioni geometriche in marmo policromo. Singolare è una figura di
ossa); alla bottega sono annessi una stalla, due latrine e, ad un livello superiore, un quartiere
Bacco nudo che porta il tirso nella mano sinistra. In fondo all'atrio vi è una stanza con
d'alloggio elegantemente decorato.
pavimento a mosaico abbellito da un tappeto centrale di marmi policromi che circonda un
In questo panificio, appartenuto a Sesto Patulci Felici, come si evince da un sigillo di bronzo
disco circolare di marmo rosso. Sulla destra di questo ambiente vi è il corridoio di accesso alla
qui ritrovato, furono rinvenute numerose teglie di bronzo che servivano per la cottura di
cucina ben conservata e alle latrine divenute famose per la spiritosa scritta sul muro che
focacce e torte, ed un grande forno sulla cui apertura era collocato un simbolo fallico per
riporta: "Qui Apollinare, il medico dell'Imperatore Tito, ha defecato bene." Sulla sinistra,
preservare il luogo dal malocchio.
attraverso un corridoio aperto sul giardino, si ha accesso agli alloggi che danno su un
loggiato affacciato sul mare.
Da questa si entra in un enorme spazio colonnato, sulla cui sinistra vi sono un tempio che
conserva due statue di dei senza testa e sulla destra, all'interno di una grotta scavata nel tufo,
CASA DEL RILIEVO DI TELEFO
i resti della piscina con un bel serpente di bronzo raffigurante l'idra di Lerna e parte della
La planimetria di questa dimora è molto elaborata: sono state sfruttate le irregolarità del
pavimentazione della piscina della palestra. Si prosegue con la visita della Palestra fino ad
terreno (la casa costeggiava una scarpata) per creare tre livelli raggiungibili agevolmente
arrivare ad un colonnato coperto che si trova proprio sotto alle abitazioni della città attuale.
mediante delle scale.
Tramite un arioso vestibolo si entra nell'atrio, di forma alquanto originale, vicina a modelli
LA PALESTRA
tipici dell'architettura privata del mondo greco: esso risulta diviso in tre navate da due file di
Tutta la parte orientale dell'insula è invece costituita da una grandiosa Palestra, con al centro
colonne, nei cui intercolunni sono appesi "oscilla" marmorei con maschere teatrali e figure di
un ampio spazio scoperto, nel quale si trovano una piscina di notevoli dimensioni ed una più
satiri. In una vetrina sono esposte alcune suppellettili domestiche, un'interessante collana di
piccola.
amuleti e delle vivande. La restante parte della casa, oltre a seguire un diverso orientamento,
La palestra era costituita da una area rettangolare ombreggiata, porticata su tre lati e sul lato
si trova ad un livello più basso e viene raggiunta mediante un ripido corridoio in discesa
nord presentava un criptoportico finestrato che sorreggeva la terrazza superiore. La palestra,
situato a fianco del tablino. Tramite un altro corridoio si giunge ad una terrazza panoramica,
cui s'accedeva da due ingressi monumentali, uno sul Cardine V e l'altro sul Decumano
sulla quale si aprono altre sale. In una piccola stanza fu trovato il rilievo neoattico col "mito di
Massimo, aveva tutta una serie d'ambienti accessori, destinati a vari usi.
Telefo" (o di Oreste) guarito da Achille, che ha dato il nome alla casa. Telefo era il figlio
Il criptoportico è fiancheggiato da una vasca rettangolare lunga e profonda, rivestita di
illegittimo di Ercole.
cocciopesto con fori nelle pareti formati da colli di anfore che servivano per il riparo dei pesci
dai raggi del sole.
Di fronte a questa, dall'altro lato della strada, vi è la bellissima Casa dei Cervi con il giardino
di palmizi e la sua veduta panoramica dal terrazzo che sovrasta la Terrazza di M. Nonio Balbo.
ASSOCIAZIONE ATARGATIS - SCAVI DI ERCOLANO
CASA DEI CERVI
che non avevano, come di consueto, una sezione maschile ed una femminile. Probabilmente
Questa è la più raffinata ed elegante dimora finora rinvenuta nella città ed è considerato il
era riservata ai soli uomini o veniva usata, alternativamente, dagli appartenenti ad entrambi i
miglior esempio di villa marittima trasformata da casa tradizionale in dimora più
sessi.
monumentale.
Un'unica sala, in gran parte occupata dalla piscina, fungeva sia da apodyterium (spogliatoio)
Fa parte di quel gruppo di case dette "panoramiche", in quanto costruite in modo da poter
che da frigidarium.
sfruttare al massimo lo splendido panorama del golfo che s'apriva dinanzi a loro. Databile
Fra tepidarium e frigidarium è una stanza elegantemente decorata da stucchi e marmi e
all'epoca claudio-neroniana, la Casa dei Cervi appare razionalmente divisa in due zone distinte:
dotata di sedili e marmorei sistemati lungo le pareti: si doveva trattare d'una sorta di sala
quella dell'ingresso, con l'atrio ed il triclinio, e quella delle terrazze panoramiche, messe in
d'aspetto.
comunicazione da un grande portico chiuso da finestre. L'atrio di modeste dimensioni è privo
Le terme suburbane sono state riportate alla luce di recente e costituiscono l'esempio meglio
dell'apertura del tetto (compluvium) che della vasca per la raccolta delle acque (impluvium) e
conservato di complessi del genere in epoca romana.
disimpegna il quartiere signorile da quello di servizio. Dall'atrio parte un corridoio che
conduce da un lato alla ben conservata cucina e dall'altro ad un grande criptoportico
finestrato o peristilio, che fa da collegamento ai vari ambienti e circonda il bellissimo giardino.
NOTE:
In questo portico sono collocati due tavoli circolari marmorei e alcune sculture tra cui i cervi,
l'Ercole ubriaco ed il Satiro con l'otre da cui sgorgava l'acqua di una fontana. Il confortevole
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giardino era ornato da sculture e mense di marmo, mentre il grande portale che dal portico
conduce nel giardino era decorato a mosaico: al centro del frontone si vede ancora la
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personificazione di "Oceanus", simboleggiato da una grande testa barbuta; sull'architrave corre
un fregio con amorini cavalcanti ippocampi. Sul giardino si apre il grande triclinio estivo, che
conserva, purtroppo, solo una minima parte della sua sontuosa decorazione, affiancato da due
spaziose sale.
Nel cubicolo orientale si può vedere un'altra interessante statuetta, quella dell'Ercole ebbro.
Scendendo per la stradina che conduceva alla Marina, vi sono poi le Terme Suburbane dove
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sono stati ritrovati, negli ultimi decenni, gli scheletri di alcuni fuggiaschi che si erano rifugiati
nelle Fornici che davano sulla spiaggia.
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Si arriva quindi all'antica spiaggia e risalendo per un tunnel scavato nel tufo, si risale verso
l'uscita.
TERME SUBURBANE
Qui si può ancora ammirare la bella e malinconica erma marmorea di "Apollo", sostenuta da
un pilastro da cui sgorgava l'acqua che s'andava a raccogliere nel bacino posto di fronte.
Da questo ambiente si può accedere alle varie parti, tutte ottimamente conservate, delle terme
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