GBC Italia generale - Green Building Council Italia

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GBC Italia generale - Green Building Council Italia
GBC ITALIA
Rassegna Stampa dal 05 al 21 marzo 2016
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INDICE
GBC ITALIA
21/03/2016 Il Sole 24 Ore
Nasce ad Arese il mall dei record: porte aperte dal 14 aprile
5
17/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Costruire una casa eccellente
7
16/03/2016 Smartcity
Efficienza energetica, sostenibilità, building automation, i paradigmi del
cambiamento
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GBC ITALIA WEB
18/03/2016 www.etribuna.com 10:08
IKEA Italia: 10 anni d'impegno dalla parte della sostenibilità
13
17/03/2016 ingenio-web.it
Se non sei GREEN sei out
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16/03/2016 www.qualenergia.it 16:07
In uscita la nuova edizione di "2°C", aggiornata dopo un anno movimentato per la
transizione energetica
16
15/03/2016 byinnovation.it 06:07
Grattacielo Intesa-Sanpaolo: Building of the Year
18
10/03/2016 www.lastampa.it 11:40
Il tetto del mondo è ecologico
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10/03/2016 www.tekneco.it 08:47
Riqualificazione degli edifici, un tema caldo
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07/03/2016 www.edilportale.com 07:00
I giganti d'Italia, dieci grattacieli che dagli anni '60 ad oggi si sfidano in altezza
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07/03/2016 ingenio-web.it
Progettazione strutturale innovativa e LEED come vantaggi competitivi
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ECOSOSTENIBILITA
21/03/2016 La Stampa - Nazionale
Dall'Europa al Medio Oriente, Italiana Costruzioni esporta nel mondo l'arte del
restauro tricolore
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21/03/2016 Il Sole 24 Ore
Vincoli idrogeologici: no al silenzio-assenso
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18/03/2016 ItaliaOggi
Il 9% del design di Ikea è italiano
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18/03/2016 Il Venerdi di Repubblica
COME MUOVERSI NEL NUOVO MERCATO DEL MATTONE
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GBC ITALIA
3 articoli
21/03/2016
Pag. 15
diffusione:158404
tiratura:211708
Nasce ad Arese il mall dei record: porte aperte dal 14 aprile
Enrico Netti
pagina 16 Sarà il più grande centro commerciale d'Italia ed entrerà nella top ten dei mall d'Europa. Il centro
commerciale di Arese è la nuova creazione di Marco Brunelli, proprietario del Gruppo Iper e del Gruppo
Unes, una costellazione di supermercati e iper sparsi in tutta Italia. Ad Arese, alle porte di Milano, si stanno
ultimando i lavori di rifinitura degli spazi comunie delle aree a verde e l'allestimento dei punti vendita in vista
dell'inaugurazione fissata per giovedì 14 aprile. Un progetto colossale per gli standard italiani, che si
sviluppa su oltre 90mila metri quadri di superficie, interamente affittata da 200 insegne del franchising.
Quella di Brunelli è una sfida di lungo termine, caparbiamente portata avanti in questi anni difficili segnati
dalla crisi e dal credit crunch, quando altri erano costretti a rivedere al ribasso o a sforbiciare i piani di
sviluppo. Lui, classe 1927, è stato invece in grado di continuare a puntare sul progetto, che alla fine ha
richiesto un investimento complessivo vicino ai 500 milioni. Una volta inaugurato, sono attesi 13 milioni di
visitatori all'anno: in media 40mila al giorno, che durante i week-end diventeranno 60mila. Valori in linea con
le medie di analoghi centri d'Europa. Il complesso del Gruppo Finiper dovrebbe chiamarsi «Il Centro» e si
sviluppa su una superficie di quasi 300mila metri quadri, due edifici di due piani con un fronte lungo circa
800 metri, un'area coperta tra i 90mila e i 125mila metri quadri, caratterizzata da un porticato con accanto
la pista ciclabile. Tra il personale impiegato nei punti vendita e lo staff dei servizi generali (dalla sicurezza
alla vigilanza) dovrebbero es- sere creati tra i 1.800 e i 2mila posti di lavoro. Gli immobili sono stati progettati
per ottenere il certificato Leed gold (Leadership in energy and environmental design), riducendo al minimo
impronta ambientale e fabbisogno di energia e di acqua. Per la copertura è stata scelta, per esempio, una
soluzione in legno lamellare strutturale. Il tutto nasce dalla collaborazione tra archistar come Michele De
Lucchi, Arnaldo Zappa e Davide Paola di Design International, mentre le opere sono realizzate dalla Iti- nera
del Gruppo Gavio. Brunelli, che giusto 40 anni fa inaugurò a Piacenza il primo centro commerciale d'Italia,
ha voluto creare uno shopping center per le famiglie. Il patron del Gruppo Finiper, quando parla delle sue
realizzazioni, fa capire quanto le "viva" in prima persona. Nulla è stato lasciato al caso: si dice che due suoi
collaboratori abbiano visitato decine e decine di mall sparsi per il mondo per cercare la formula migliore da
offrire ai clienti italiani. Per questi motivi sono state curate con particolare attenzione le aree comuni. Si
ipotizza un orario d'apertura lungo, dalle 9 alle 22, ci sarà il wi-fi gratuito e a poca distanza si trovano il
Museo Alfa Romeo e il Centro guida sicura ricavato dall'ex pista prove della casa del Biscione. Dal punto di
vista delle potenzialità la scelta di Arese è strategica. Non solo per la prossimità con l'area metropolitana di
Milano e i suoi quasi cinque milioni di abitanti. Il bacino dei clienti che vivono nel raggio di 60 minuti di auto
arriva a circa otto milioni di persone. Ancora più importanteè il Pil pro capite espresso dall'area: a Milano e
nel suo hinterland s'aggira sui 30mila euro l'anno. Il mall punta ad attirare turisti dello shopping anche dalla
Svizzera, dai laghi di Como e Maggiore: si tratta in media di 4 milioni di ospiti all'anno, oltre a quelli che
visitano il capoluogo lombardo. Non si può poi trascurare la vicinanza con l'area fieristica di Rho, con l'ex
area dell'Expo (destinata a diventare un polo della ricerca e dell'innovazione) e con l'aeroporto di Malpensa
(a soli 25 minuti di distanza). Il Centro sorege in prossimità dell'incrocio di due corridoi strategici della Ue: il
Genova- Rotterdam e il quinto, da Lisbona a Kiev, della rete transeuropea dei trasporti (Ten-T). Il complesso
ex Alfa Romeo conta circa due milioni di metri quadri e per Il Centro ne sono stati utilizzati meno di uno. In
altre parole Brunelli potrebbe dare vita a una "fase 2" del mall. Infatti - oltre ad alcuni grandi capannoni,
nell'area prospicente al circuito, oggi occupati da attività non legate al centro commerciale e che in futuro
potrebbero essere impiegati per attività ludichee del tempo libero- c'è un altro lotto, in questo caso di
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CONSUMI
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proprietà della Finiper, tra il malle il Museo Alfa Romeo. Qui, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe nascere
un retail park per esercizi commerciali di medie dimensioni.
I NUMERI
90
mila mq Superficie di vendita Gli spazi destinati alle attività commerciali superano i 90mila metri quadri e
sono occupati da oltre 200 insegne
13 Milioni I clienti che in un anno dovrebbero visitare lo shopping center: in media 40mila al giorno
2mila I posti di lavoro Tra addetti dei punti vendita e staff impiegato nei servizi verranno creati circa 2mila
posti di lavorohttp://24o.it/mall-arese
APPROFONDIMENTO ONLINE La gallery con le immagini del centro commerciale di Arese
Foto: Grande impatto. Nel rendering la visione d'insieme del centro commerciale, un edificio a basso
impatto ambientale. Sulla destra c'è l'ingresso principale, dove si nota anche la cupola della food court, i cui
interni si vedono nell'immagine qui accanto. I posti auto nei parcheggi circostanti sono 6mila
[email protected]
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tiratura:336211
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RCASA&DESIGN
Costruire una casa eccellente
Ha avuto l'opportunità di costruirsi l'abitazione da zero. Ha scelto tecnologie d'avanguardia e le soluzioni
più efficienti ed ecocompatibili. Il suo caso diventa un esempio da imitare
FRANCESCA GUGLIOTTA
Si alimenta con il sole e si rinfresca con la bassa temperatura del sottosuolo. È "carbon free", cioè senza
emissioni, ed è intelligente: la stazione meteo sul tetto, collegata ai sensori nel terreno, inibisce l'irrigazione
in caso di pioggia o neve, gli impianti - fotovoltaico, solare e geotermico - comunicano tra di loro e si
compensano "scambiandosi" energia. Nel frattempo un sistema domotico gestisce e monitora tutte le
arterie di questo complesso e perfetto corpo abitativo. È la casa al top, certificata in classe A+, ultimata di
recente a Modena.
Il proprietario Andrea Serri racconta quando vedeva «i passanti che guardavano il cantiere stupefatti,
perché la struttura in legno, leggera, antisismica, isolante, è stata montata in soli 15 giorni». Ma alle spalle
c'è un lavoro complesso, un anno intenso di progettazione. «Notti trascorse a studiare le tecniche
costruttive, gli impianti di nuova generazione e a bombardare di mail i tecnici», continua Serri, «perché per
raggiungere alti standard qualitativi bisogna avere le idee chiare fin dall'inizio, con una montagna di
documenti e immagini tali da riempire un archivio».
Scopriamo un cantiere nato da un desiderio di vita.
(segue all'interno dell'inserto) AModena, tra le casette costruite negli anni Cinquanta per gli operai, basse e
con le facciate tutte uguali, spicca una nuova costruzione, innovativa dal punto di vista ambientale e della
qualità abitativa. Un esempio di green bulding, che può essere preso come modello per chi deve costruire.
Questa casa rispetta, per dimensioni e stile, l'edilizia circostante e si sviluppa su livello interrato,
pianterreno, primo piano e sottotetto. È costruita seguendo un rigido protocollo di certificazione: «Ho scelto
il protocollo Gbc Italia - Leed perché non si limita a considerare la sola qualità energetica dell'involucro, ma
premia con punti tutte le azioni virtuose, dalla scelta del sito alla vicinanza ai mezzi pubblici, dal riciclo dei
materiali demoliti al verde esterno, dalla produzione di energia rinnovabile alla qualità indoor», spiega
Andrea Serri. «Un percorso lungo e complesso, verificato nella progettualità e validato nelle scelte
costruttive da Certiquality, un ente di certificazione indipendente». Il successo viene dalla progettazione
integrata: «Ho scelto un team di professionisti», racconta il proprietario, «giovani e con esperienza in
sistemi complessi come quelli industriali», (la lista completa su: design.repubblica.it ).
Il livello interrato è dedicato agli impianti, una "sala termica" che ospita tre sistemi per produrre l'energia: il
fotovoltaico, che trasforma i raggi solari in elettricità per alimentare tutti i dispositivi, come il piano cottura, i
led e la pompa di calore (non c'è gas metano, tutto funziona con l'energia elettrica); il solare termico, per
scaldare l'acqua calda sanitaria; il geotermico, utile per rinfrescare gli ambienti a costo zero, con un sistema
a pavimento che sfrutta le basse temperature del sottosuolo. L'involucro ben coibentato garantisce
l'isolamento termico e acustico, grazie a pareti e tetto in legno con strati isolanti, finestre con tripli vetri
bassoemissivi, la ceramica di colore chiaro posta all'esterno che riflette i raggi solari. A ciò contribuiscono il
sistema di riscaldamento a pavimento che permette di ottenere il benessere termico, perché distribuisce il
calore in modo graduale dal basso verso l'alto; un sistema di ventilazione meccanica controllata che fa
circolare l'aria ed evita le condense; i termostati per personalizzare il livello di umidità e di calore in modo
differenziato in ogni stanza. Tanti i dettagli green per risparmiare risorse e riutilizzare gli scarti: i riduttori di
flusso idrico in cucina e bagno, il compostaggio, l'addolcitore che rende potabile l'acqua del rubinetto, un
sistema di grondaie che recupera l'acqua piovana e la riutilizza per lo scarico del wc e per l'irrigazione, gli
elettrodomestici in classe A+++. Ma quando costa costruire una casa al top? «Il costo di fabbricazione è sui
4mila euro al mq», spiega Serri. «Tra le voci che fanno aumentare la spesa rispetto a una costruzione
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tiratura:336211
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tradizionale ci sono i costi di progettazione e certificazione, pari al 7% del totale, e di impiantistica, il 25%».
Ma è un investimento: il proprietario ha usufruito degli incentivi del 50 e del 65%, con il progetto ben fatto
ha eliminato le spese in più non previste che spesso si presentano nel corso dei lavori e ha ottenuto un
buon rapporto qualità-prezzo sulle forniture. Ha effettuato dei test per valutare le performance energetiche
e ha stimato i futuri risparmi: il free cooling, per esempio, il sistema che permette di rinfrescare d'estate a
costo zero, risparmiando 3.200 kWh l'anno rispetto alle soluzioni tradizionali. E con i tre impianti l'obiettivo è
raggiungere l'autosufficienza energetica: consumare solo ciò che si produce. FOTO: © CRISTÓBAL
PALMA AL TOP Un'abitazione di alto standard qualitativo, paragonabile a quella della nostra storia di
copertina.
È tratta dal libro "Green Buildings" edito da Taschen
DA ANTOLOGIA A destra, una casa selezionata in Green Architecture Now, che con Green Buildings
raccoglie abitazioni ecologiche o in legno. I due libri antologici sono editi da Taschen.
www.libri.it
La casa, certificata in classe A+, è a Modena , nasce dalla demolizione di un'abitazione del '52.
Spicca per innovazione tra le costruzioni basse di quegli anni fatte per gli operai
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Pag. 65 N.1 - feb/mar 2016
Smartcity
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Oltre la Classe A
Efficienza energetica, sostenibilità, building automation, i paradigmi del
cambiamento
Giuliano Dall'O' - Politecnico di Milano - Presidente Comitato
Il tema dell'efficienza energetica in edilizia è sempre stato uno degli assi portanti di MCE - Mostra
Convegno Expocomfort che qualche edizione fa promuoveva con grande lungimiranza l'evento "Verso la
classe A". Il significato era chiaro: in un momento in cui la Direttiva 91 del 2002, recepita dal Dlgs 192/05
richiedeva per gli edifici, sia nuovi che soggetti a riqualificazione, prestazioni energetiche decisamente
superiori rispetto a quelle di allora, ma soprattutto rendeva obbligatoria la certificazione energetica,
l'obiettivo della classe A, eccellenza della qualità energetica in edilizia, non doveva essere considerato un
miraggio ma un qualcosa di assolutamente "a portata di mano" per progettisti, costruttori, impiantisti e
certificatori energetici, grazie alle tecnologie impiantistiche messe in mostra nei padiglioni espositivi. L'area
dedicata all'evento "Verso la classe A" ospitava i componenti e i sistemi impiantistici che esprimevano
l'eccellenza del "Percorso Efficienza e Innovazione" suscitando grande interesse tra gli operatori della
filiera del "ciclo edilizio ed impiantistico " dalla concezione del progetto alla manutenzione. Negli ultimi anni
il mercato dell'edilizia efficiente si è decisamente evoluto: nella sola Regione Lombardia, ad esempio, a
oggi ben 15.387 attestati di prestazione energetica certificano la Classe A e 2.555 certificano la Classe A+.
I tempi quindi sono cambiati e l'efficienza energetica non rappresenta più un requisito "facoltativo tuttavia
utile" ma una caratteristica prestazionale che richiede direttamente il mercato immobiliare. Già nella scorsa
edizione, anche nella consapevolezza di questo cambiamento, l'area dell'eccellenza impiantistica di MCE
assumeva una diversa definizione "Oltre la classe A". L'elemento che si aggiungeva all'efficienza era quello
della "sostenibilità ambientale" ed il termine "Oltre" stava ad indicare appunto questo: che l'edificio, doveva
essere anche sostenibile dal punto di vista ambientale. La certificazione ambientale degli edifici , almeno in
Italia, non aveva lo stesso "appeal" di quella energetica, tuttavia si stavano diffondendo protocolli
internazionali come il LEED o il BREEAM e molte regioni avevano già deliberato, o stavano per deliberare,
leggi che introducevano uno standard italiano: il protocollo ITACA. Ma soprattutto si stava diffondendo la
consapevolezza che fosse la sostenibilità ambientale e non solo l'efficienza energetica il vero obiettivo.
Negli ultimi due anni un nuovo tema ha suscitato l'interesse degli operatori: quello delle città intelligenti
meglio conosciute come " Smart City ". L'interesse a livello urbano di monitorare e quindi governare
l'evoluzione tecnologica basata su infrastrutture di telecomunicazione attraverso l'ICT (Information and
Communication Technology), ma anche su infrastrutture energetiche come reti gas o reti di
teleriscaldamento o teleraffrescamento. Una riflessione quindi andava fatta: rivedere il ruolo stesso
dell'edificio non come episodio isolato e indipendente, dal punto di vista energetico ed ambientale, dalla
città che lo ospita, ma come tassello importante della città stessa in forte mutazione. L'edizione di
quest'anno introduce importanti elementi di novità. Uno di questi è costituito dalle tecnologie della "building
automation" da molti chiamata "domotica", che diventano un tassello importante ed irrinunciabile
dell'evoluzione tecnologica dell'edificio. Efficienza energetica, sostenibilità ambientale e building automation
diventano quindi i nuovi paradigmi di un cambiamento in atto nel settore delle costruzioni nel quale l'edificio
diventa una vera "macchina per abitare" integrata con la città che lo ospita. Non è stato un caso che Smart
Plant Smart City, l'integrazione funzionale tecnologica ed impiantistica dell'edificio con la città, diventasse
l'asse portante del "Comfort Technology Road Show" promosso da MCE che ha toccato diverse città
italiane, da Roma a Catania da Bari a Milano. Nella edizione di "Oltre la Classe A" di MCE 2016 gli
organizzatori hanno fatto uno sforzo ulteriore proponendo non solo un'area espositiva dedicata ai prodotti
innovativi selezionali, ma un piccolo prototipo di città "smart" con un modello di edificio residenziale in scala
reale , un edificio per uffici, un piccolo parcheggio per auto elettriche con tanto di colonnina ricaricabile ed
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16/03/2016
Pag. 65 N.1 - feb/mar 2016
Smartcity
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
una piazza. Rispetto alle precedenti edizioni, i componenti impiantistici selezionati per Oltre la Classe A
saranno collocati all'interno dell'edificio, posizionati nella giusta collocazione. I componenti della "building
automation", centraline e quadri di controllo, sensori e attuatori, saranno installati nello stesso edificio che
diventerà l'esempio non di come saranno gli edifici del futuro ma di come possono essere gli edifici fin da
oggi, perché anche per la "building automation" si farà riferimento a prodotti di mercato. L'evento "Oltre la
Classe A" di MCE non vuole semplicemente rappresentare l'icona del cambiamento ma più semplicemente
ciò che si può e che si deve fare d'ora in avanti. "Oltre la Classe A" ci porta dunque all'integrazione di tre
concetti, efficienza, sostenibilità e automazione, che non possono più essere trattati separatamente ma che
devono far parte di una visione unica indispensabile per stimolare delle preziose sinergie sia all'interno
dello stesso edificio, sia tra gli edifici e la città. The theme of energy efficiency in building has always been
one of the pillars of MCE - MostraConvegnoExpocomfort, which few editions ago promoted with great
foresight the event "Verso la classe A" (Towards the A-Class). The meaning was clear: at a time when the
Directive 91 of 2002, enacted by Legislative Decree 192/05 required for buildings, both new and subject to
redevelopment, decidedly higher energy performance compared to the one existing, but most importantly
made the certification energy compulsory, the goal of the A-Class, an excellence in the energy quality in
construction, should not be considered a mirage but something absolutely "at hand" for designers, builders,
installers and energy certifiers, thanks to the installation technologies on display in the exhibition halls. The
area dedicated to the event "Towards the A-Class", hostingthe components and the installation systems
expressing the excellence of the "Percorso Efficienza&Innovazione", arousing great interest among the
operators in the chain of the "building
and installation cycle" from the conception of the project to maintenance. In recent years, the market of the
efficiency in buildinghas definitely evolved: in the Lombardy Region alone, for example, up to today 15,387
energy performance credentials certify the A-Class and 2,555 certify the Class A +. So, times have
changed and energy efficiency is no longer an "optional but useful requirement" but instead a performance
characteristic directly required by the real estate market. Already in the last edition, also in the awareness of
this change, the MCE area dedicated of the excellence in installation took on a different definition" Oltre la
classe A" (Beyond the A-Class). The element that was added to efficiency was "environmental
sustainability" and the term "Beyond" meant precisely this: that the building, with its installations, in addition
to being energy efficient also had to be sustainable from the environmentally point of view. Environmental
certification of buildings, at least in Italy, had not the same "appeal" of the energy one, however,
international protocols such as LEED or BREEAM were spreading and many regions had already approved,
or were about to approve, laws introducing an Italian standard: the ITACA Protocol. But above all there has
been a growing awareness that the real goal was environmental sustainability and not only energy
efficiency. Over the past two years, a new theme has attracted the interest of the operators: that of the
intelligent cities better known as "Smart City". The interest at the urban level in monitoring and thus in ruling
the technological evolution, based on telecommunications infrastructure through ICT (Information and
Communication Technology), but also on energy infrastructure such as gas networks and heating or cooling
networks. Consequently, a reflection has to be done: reviewing the role of the building itself, not as an
isolated and independent episode in terms of energy and environment, of the city that hosts it, but as an
important part of the city, itself in strong mutation. This year's edition introduces important elements of
novelty. One of these consists of the technologies of "building automation", also called "domotics", which
become an important and essential part of technological building. Energy efficiency, environmental
sustainability and building automation thus become the new paradigms of a change taking place in the
construction sector where the building becomes a real "machine for living in" integrated in the city that hosts
it. It was not by chance that Smart Plant Smart City, the functional technological and plant integration of the
city building, became the backbone of the "Comfort Technology Road Show" sponsored by MCE that has
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Smartcity
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 21/03/2016
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touched several Italian cities, from Rome to Catania from Bari to Milan. In the edition of "Oltre la Classe A"
of MCE 2016, organizers have made an extra effort by offering not only an exhibition area dedicated to the
selected innovative products, but a small prototype of the "smart" city, with a full scale model of a residential
building, an office building, a small parking for electric cars complete with a rechargeable column and a
square. Compared to previous editions, the plant components selected for "Oltre la Classe A" will be placed
inside the building, positioned in the right place. The components of "building automation", control units and
panels, sensors and actuators, will be installed in the same building that will become the example not of
how buildings will be the future, but of how buildings may be right now, because even "building automation"
will be referred to market products. The event "Oltre la Classe A" of MCE does not only want to represent
the icon of change but simply what can be and should be done from now on. Therefore "Oltre la Classe A"
brings to the integration of three concepts, efficiency, sustainability and automation, which can no longer be
dealt with separately but must be part of a unique vision, essential to stimulate valuable synergies both
within the same building, and between the buildings and the city.
GBC ITALIA WEB
8 articoli
18/03/2016 10:08
Sito Web
www.etribuna.com
pagerank: 4
Nel 2015 IKEA Italia ha raggiunto quota 98% di raccolta differenziata a livello nazionale. 20.000 m3 di
materiale sono stati recuperati negli ultimi 10 anni dal Reparto Recovery. Un racconto sul passato e una
riflessione sullo stato dell'arte e sulle prospettive
future in un talk show moderato da Serena Dandini, che ha visto protagonisti Gianni Silvestrini, Direttore
Scientifico Kyoto Club, Michele Tiraboschi, Direttore del Centro Studi Internazionali e Comparati Marco
Biagi, e Don Colmegna della Casa della Carità.
A presentare il Rapporto di Sostenibilità e i temi dell'incontro, Belen Frau, Amministratore Delegato IKEA
Italia: "Questi dieci anni di Rapporto di Sostenibilità sono una dimostrazione concreta di quanto IKEA Italia
abbia realizzato in termini di performance ambientali e di attenzione al sociale. Essere sostenibili significa
generare un impatto positivo e duraturo, grazie a scelte aziendali che creano anche valore economico".
Nel 2015 la percentuale di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili ha raggiunto il 98%, le emissioni
di CO2 sono diminuite da 7.363 ton del 2006 a 2.455 ton del 2015. Inoltre, in 18 dei 21 store italiani sono
stati installati impianti di produzione fotovoltaica, mentre cinque punti vendita sono stati dotati di sistemi di
geoscambio che garantiscono raffreddamento degli ambienti in estate e riscaldamento in inverno.
Legno e cotone, le materie prime fondamentali per IKEA Italia. Nel 2015 oltre il 50% del legno utilizzato
proviene da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council, sistema internazionale che garantisce la
corretta gestione forestale). Nello scorso anno è stata raggiunta quota 100% di cotone proveniente da fonti
sostenibili, con la riduzione del 18% di fertilizzanti e pesticidi e il 20% di acqua risparmiata: un risultato reso
possibile dalla partnership con WWF e l'adesione alla BCI (Better Cotton Initiative).
Mobilità: il sistema logistico di IKEA Italia è sempre più improntato al trasporto intermodale (strada, ferrovia,
short sea). Tutti i dipendenti IKEA possono usufruire del Bonus Mobilità, con sconti per l'utilizzo dei mezzi
pubblici e incentivi per l'acquisto di veicoli sostenibili. In 18 negozi IKEA mette a disposizione di clienti e
dipendenti colonnine di ricarica per i veicoli elettrici: nel 2015 sono stati erogati quasi 15.500 kWh di
corrente elettrica per un totale di oltre 2.200 ricariche.
Food: nel 2015 sono state acquistate 2.000 tonnellate di prodotti biologici certificati ICEA (Istituto per la
Certificazione Etica ed Ambientale), il più importante ente di certificazione biologica italiano.
IKEA ha realizzato numerosi progetti di solidarietà in collaborazione con associazioni internazionali,
nazionali e locali. UNICEF, Save The Children, Medici senza Frontiere e UNHCR sono alcune realtà con
cui l'Azienda collabora a livello nazionale e
internazionale, per la tutela e la protezione dei diritti dell'infanzia, l'educazione e le condizioni di vita in
Paesi in via di sviluppo. Grazie alla presenza sul territorio, IKEA Italia ha portato a termine negli ultimi 10
anni oltre 370 iniziative a favore delle comunità locali.
21.000 sono i posti di lavoro generati, direttamente e indirettamente dalla filiera di IKEA in Italia. Questo
dato scaturisce da una ricerca condotta da Ernst & Young sul "valore esteso" di IKEA in Italia. La sola rete
commerciale occupa, al 31 agosto 2015, 6.354 persone. Il 90% dei contratti è a tempo indeterminato, e il
66% a part time. La presenza femminile è pari al 58% e le donne che ricoprono ruoli manageriali sono pari
al 42%. Nel 2015 IKEA Italia ha dedicato allo sviluppo delle competenze dei Co-worker oltre 131.000 ore di
formazione, pari all'1,6% delle ore lavorate.
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 21/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IKEA Italia: 10 anni d'impegno dalla parte della sostenibilità
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Sito Web
ingenio-web.it
Toccato (speriamo) il fondo della crisi economica ed immobiliare, è ora necessario riprendere senza
indugio il percorso iniziato e puntare sul green building per rinnovare buone prassi e standard di mercato
nel macro-settore delle costruzioni.
PARLARE DI GREEN BUILDING IN ITALIA OGGI SEMBRA SCONTATO, QUASI FOSSE UNO
STANDARD. IL GREEN BULDING PERÒ NON E' ANCORA UNO STANDARD, PERCHÉ NON HA
AVUTO ANCORA IL TEMPO DI DIVENTARLO.
Sono passati più di otto anni da quando venne costituito il GREEN BUILDING COUNCIL ITALIA, nato con
la missione dichiarata di trasformare il settore delle costruzioni nel nostro Paese anche importando adattandole al contesto nazionale- le migliori prassi internazionali. Destino ha voluto che la storia del GBC
si sia scontrata pressoché subito con la più feroce crisi economica dal dopoguerra e con il correlato scoppio
della altrettanto dolorosa crisi immobiliare, con la quale stiamo tuttora facendo i conti. Una crisi che ha
coinvolto tutti gli stakeholders di quel processo - la conversione al green del sistema- che si proponeva di
rappresentare una vera e propria rivoluzione copernicana del settore della progettazione e della
costruzione in Italia e che si è scaricata sull'intera filiera.
Oggi, a distanza di otto anni, parlare di Green Building appare cosa scontata, quasi fosse uno standard
consolidato sia nel settore delle nuove costruzioni, che in quello della riqualificazione. In realtà il fenomeno
Green Building, per quanto sia stato ampiamente dibattuto e veicolato, non è mai diventato - nei fatti- quel
fenomeno di massa che ci si attendeva. Il Green Building non è passato di moda semplicemente perché
non ha avuto neppure il tempo per diventarlo.
La crisi si è portata via anche un po' di entusiasmo e di visione, ma l'approccio che fu alla base dell'idea di
costituire GBC Italia non è venuto meno, così come non sono cambiati i punti di partenza, le evidenze
empiriche, del mercato nazionale. In realtà ciò che è successo è che si è bloccato il processo di definizione
di una nuova consapevolezza nei protagonisti del sistema delle costruzioni: enti regolatori, progettisti,
imprese, produttori di materiali, società di servizi. Occorre dunque ripartire daccapo, ma forti di un bagaglio
di esperienze, di cose fatte, di know how e di visione maturate in questi anni e quindi con la possibilità,
finalmente, di celebrare un "new deal" del costruire sostenibile in Italia. L'auspicio è che la crisi, ed il tempo
trascorso, abbiano scalfito resistenze, inerzie, dubbi, incertezze e scetticismo indossati da molti operatori e
decision maker nella prima fase del percorso, mentre - progressivamente- l'ecosistema venutosi a
strutturare intorno a GBC si adoperava, in mezzo a non poche difficoltà - per rendere il mercato
progressivamente pronto ad operare secondo nuovi paradigmi.
La rivoluzione introdotta da GBC Italia attraverso l'introduzione dei rating systems di derivazione americana
in Italia (LEED) non riguarda infatti solo aspetti tecnici o elementi di dettaglio del progettare o del costruire,
ma si riferisce al mutato approccio ed all'inserimento del diaframma della sostenibilità come codifica
integrata al processo di progettazione-costruzione. Ciò che GBC Italia ha proposto è la trasformazione di
un mercato, guardando alle best practices internazionali ed adattandole al mercato nazionale; e
trasformare un mercato significa creare opportunità, sviluppo, lavoro.
Tale circostanza assume concreta evidenza nelle figure professionali che LEED e gli altri rating systems
propongono come necessarie o addirittura come obbligatorie quali commissioning authorities, specialisti in
modellazione energetica e Accreditated Professionals (AP). I tecnici della sostenibilità in edilizia, non
esistevano prima della fondazione di GBC Italia e dell'introduzione del sistema LEED in Italia; oggi sono
circa 200 in tutta Italia ed alcuni di essi sono "nativi sostenibili", cioè sono diventati professionisti della
sostenibilità come prima scelta lavorativa dopo il percorso di studi. Dal punto di vista sociologico il
professionista accreditato LEED è giovane, molto spesso donna, laureato (soprattutto in discipline
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Se non sei GREEN sei out
17/03/2016
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tecniche): un risultato, questo, indiretto rispetto agli obiettivi del progetto-GBC ma tutt'altro che trascurabile
sia nelle dimensioni assolute (se riportate anche al contesto), che in quelle relative, cioè del settore
allargato della progettazione e costruzione che certo non ha potuto brillare per crescita ed inclusività di
genere o generazionale in questi anni così difficili.
16/03/2016 16:07
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Dall'ulteriore crescita delle "tecnologie dirompenti", al crollo del prezzo del barile, passando per l'accordo di
Parigi, nel 2015 sono accadute molte cose. La seconda edizione di "Due gradi", in libreria da domani,
registra le evoluzioni in atto, i rischi da gestire e le opportunità da cogliere.
Gianni Silvestrini
16 marzo 2016
Domani, 17 marzo 2016, il mio libro "Due gradi. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e
trasformare l'economia" torna nelle librerie con un'edizione aggiornata. Le importanti novità intervenute nel
2015 non solo hanno imposto un aggiornamento dei dati, ma hanno sollecitato l'ampliamento di alcuni
capitoli, in particolare quelli relativi al clima, ai combustibili fossili, alle rinnovabili, alla mobilità e alla Cina.
Le tecnologie "dagli impatti dirompenti", la cui analisi costituisce il cuore di "2 °C", hanno tutte infatti
mantenuto le promesse e, anzi, la loro evoluzione ha subito un'accelerazione.
Così, le fonti rinnovabili hanno visto investimenti record malgrado i bassi prezzi dei fossili, tanto che la
potenza eolica supera ormai quella nucleare e negli Usa ci sono più occupati nel solare che nelle estrazioni
petrolifere.
Le vendite di auto elettriche, grazie all'exploit della Cina, hanno superato lo scorso anno il mezzo milione
prefigurando un prossimo boom reso possibile dal forte calo dei prezzi delle batterie e dagli effetti dello
scandalo Volkswagen.
Molte le novità anche sul fronte dei veicoli senza guidatore, una soluzione su cui si va concentrando una
crescente attenzione segnalata dall'entrata in campo di Apple e dalla possibile alleanza tra Ford e Google.
E mentre l'illuminazione a Led continua a sorprendere con prezzi in picchiata che hanno raggiunto valori
previsti solo nel 2020, la stampa 3D diventa adulta con forti investimenti sui materiali da utilizzare e sulle
nuove stampanti.
Un altro settore che ha fatto registrare cambiamenti, per certi versi addirittura imprevisti, è quello dei
combustibili fossili. A cominciare dal clamoroso calo dei consumi di carbone. L'impatto sulle miniere è stato
brutale, con alcune delle più importanti società costrette al fallimento.
Altrettanto dolorosi gli impatti del crollo del prezzo del petrolio sui paesi produttori, sulle multinazionali del
greggio e soprattutto sugli operatori del "fracking" che rischiano di alimentare una "bolla" legata alla crisi
delle imprese del settore.
Ma il 2015 è stato anche un anno di svolta per il clima. Proprio quando si raggiungevano valori record di
temperatura e si registrava la più alta concentrazione di CO2 in atmosfera degli ultimi 800 mila anni, due
importanti eventi hanno segnalato i cambiamenti in atto. Per la prima volta, infatti, si è registrato un calo
della produzione mondiale di anidride carbonica a fronte di un aumento del Pil.
Inoltre, la Conferenza sul clima di Parigi ha rappresentato un punto di svolta e sta già accelerando le
politiche di riduzione delle emissioni: campane a morto per il carbone risuonano dagli Usa alla Cina, dalla
Germania al Vietnam, e si prefigura lo spostamento di finanziamenti per centinaia di miliardi di dollari dai
combustibili fossili alle rinnovabili e all'efficienza.
In parallelo si rafforzano le esperienze di economia condivisa, di nuovi modi di fare impresa, di consumo
consapevole, prefigurazione di possibili modelli economici diversi.
In tempo, si spera, per affrontare l'aggravamento della crisi climatica, come ci ricordano le siccità che
costringono a migrare milioni di persone e il delinearsi di scenari da incubo legati all'innalzamento del livello
degli oceani.
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In uscita la nuova edizione di "2°C", aggiornata dopo un anno
movimentato per la transizione energetica
16/03/2016 16:07
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La seconda edizione di "Due gradi" registra le rilevanti evoluzioni in atto, i preoccupanti rischi da gestire e le
straordinarie opportunità da cogliere.
Gianni Silvestrini
16 marzo 2016
15/03/2016 06:07
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SAINT-GOBAIN_grattacielo Intesa SanPaoloGrattacielo Intesa-Sanpaolo: Building of the Year con SaintGobain. Torino si conferma al vertice dell'architettura mondiale con il grattacielo Intesa-Sanpaolo premiato
dal seguitissimo portale Archdaily, e la sua selezionata community di architetti, con il "Building of the year"
sempre Torino era stata premiata nel 2015 con "The Number 6" come "la casa più bella del mondo".
Entrambi i progetti hanno visto coinvolta in prima linea la squadra Saint-Gobain con le soluzioni più
innovative e ecosostenibili all'insegna del comfort abitativo.
Per l'edizione 2016 più di 55.000 utenti hanno votato più di 3.000 progetti, scegliendo i vincitori di ben 14
categorie.
Questa volta sono gli spazi del nuovo quartier generale della banca a ottenere il titolo di "costruzione
dell'anno", nella categoria "Uffici". Un altro fiore all'occhiello che si aggiunge al recente "Leed Paltinum",
importante riconoscimento sull'ecosostenibilità ottenuto dal grattacielo firmato dall'archistar Renzo Piano.
44 piani per 166 metri di altezza per l'avveniristico edificio in acciaio e vetro situato nelle immediate
vicinanze della stazione ferroviaria di Porta Susa progettato per essere una struttura "in cui lavorare diventa
piacevole" grazie alla serra bioclimatica con alberi d'alto fusto e specie vegetali della macchia
mediterranea, al ristorante superpanoramico in cima e all'asilo al piano terra. Un edificio studiato per essere
il più possibile sostenibile a livello ambientale ottenendo un ottimale recupero, controllo e contenimento dei
consumi energetici, grazie ai 1.600 metri quadrati di pannelli fotovoltaici installati sulla facciata sud, al
sistema di riscaldamento e raffreddamento in pompa di calore che sfrutta l'energia termica dell'acqua di
falda e alla gestione automatizzata della "doppia pelle" sulle facciate est ed ovest, in grado sia di catturare
che di dissipare il calore solare.
Per garantire isolamento acustico, resistenza meccanica, prestazioni antincendio e ridurre notevolmente i
tempi di esecuzione, sono stati utilizzati i sistemi a secco con soluzioni Saint-Gobain Gyproc e Isover, che
uniscono le performance del cartongesso a quelle della lana di vetro.
Per realizzare i divisori interni, le contropareti e i controsoffitti, a seconda delle diverse esigenze degli spazi
interni del complesso, sono state utilizzate lastre Wallboard, Hydro (per i locali umidi), Rigidur (per una
maggiore resistenza ai carichi), Fireline e Lisaflam (per la protezione anticendio), unitamente all'isolante in
lana di vetro Isover Par 4+, per incrementarne le prestazioni acustiche, e all'intonaco Igniver, progettato per
la protezione passiva dal fuoco.
Saint-Gobain Glass ha completato la squadra impegnata nel prestigioso cantiere fornendo, per la
realizzazione dei parapetti, il vetro extra chiaro Diamant 15 mm che garantisce una trasmissione luminosa
e una resa cromatica eccellente.
Questi elementi, combinati tra loro, hanno permesso la realizzazione di pareti divisorie, controsoffitti e
contropareti in grado di ridurre notevolmente i tempi di esecuzione e di dare le giuste risposte ai problemi di
solidità, di acustica e di compartimentazione al fuoco senza mai dimenticare il comfort abitativo e l'estetica.
www.saint-gobain.it
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Grattacielo Intesa-Sanpaolo: Building of the Year
10/03/2016 11:40
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Shanghai Tower, il secondo grattacielo più alto del pianeta, ha ottenuto la certificazione energetica LEED
Gold
giulia mattioli (nexta)
E' il secondo edificio più alto del mondo, ed è stato completato solo poche settimane fa: la Shanghai Tower
svetta sullo skyline cinese con i suoi 632 metri di altezza e 120 piani abitabili, collocata tra altri due
imponenti grattacieli, il Jin Mao Building e lo Shanghai World Financial Center. Insieme, i tre edifici hanno
cambiato per sempre il panorama della metropoli cinese, ma alla Shanghai Tower va anche un altro merito:
quello di aver letteralmente innalzato l'asticella della sostenibilità per un edificio tanto grande.
Il secondo grattacielo più alto del mondo (preceduto solo dal Burj Khalifa di Dubai) ha infatti ricevuto la
certificazione LEED Gold, attestazione prestigiosa che testimonia l'efficienza energetica e l'impronta
ecologica degli edifici. Il progetto della Shanghai Tower, concepito dallo studio di architettura californiano
Gensler, è attualmente pronto per gli ultimi ritocchi e per l'ingresso dei residenti, ma le sue caratteristiche
ecosostenibili sono già ben delineate. In generale, si stima che le strategie sostenibili adottate consentano
una diminuzione dei consumi del 20% circa rispetto ai grattacieli tradizionali - se di 'tradizione' si può
parlare visto la velocità evolutiva di questi giganti architettonici.
La forma attorcigliata e affusolata è stata pensata per minimizzare l'impatto dei venti (che a quell'altezza
spirano potenti) e ridurre l'urto causato dai tifoni - soluzione testata in galleria del vento. La struttura è
leggera, e l'acciaio risparmiato per costruirla in questo modo ha consentito una riduzione notevole dei costi
e dei materiali. L'involucro dell'edificio è costituito da una doppia 'pelle' composta di lastre di vetro rinforzato
di forme differenti: l'intercapedine che si viene a formare tra un rivestimento e l'altro garantisce un altissimo
isolamento termico, sia nei mesi freddi che in quelli caldi. Inoltre, la facciata vetrata consente alla luce
naturale di penetrare negli ambienti interni per molte ore al giorno, riducendo i futuri costi di illuminazione.
L'energia per le luminarie esterne viene fornita dalle turbine eoliche inserite all'interno della facciata stessa.
Dove possibile sono stati utilizzati materiali proveniente da riciclo, mentre il parapetto esterno funge anche
da canalina che convoglia l'acqua piovana - riutilizzata per gli impianti.
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 21/03/2016
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Il tetto del mondo è ecologico
10/03/2016 08:47
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Al via il più grande progetto collaborativo d'Europa, ma in Italia c'è preoccupazione per il ritardo delle
modalità di accesso agli ecobonus sui condomini
Scritto da Andrea Ballocchi il 10 marzo 2016 alle 8:47 |
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Il tema della riqualificazione edilizia è decisamente caldo. Ne ha parlato in questi giorni il ministro delle
Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, affermando che «Dobbiamo migliorare le prestazioni energetiche
degli edifici» di pubblica edilizia. A motivare l'obiettivo la necessità di risparmio energetico e dei
conseguenti tagli delle bollette, che «sono una parte importante dell'economia delle famiglie e una voce
pesante del loro bilancio. Alleggerire la bolletta da 250 euro che si paga nelle case popolari è come dire
che gli dimezziamo l'affitto».
Ma non si è fermato qui: «Se falliamo la riqualificazione energetica di interi condomini è un fallimento dello
Stato, delle Regioni e dei Comuni, e soprattutto nei confronti dei diritti dei cittadini, che è molto peggio»,
suggerendo di fare entrare in gioco le EsCo (Energy service company) per migliorare le prestazioni
energetiche.
Ecobonus condomini, Architetti e Legambiente critici
Sul tema riqualificazioni ed ecobonus ci sono tornati sempre in questi giorni il Consiglio Nazionale degli
Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Legambiente che in una nota congiunta «esprimono la
loro preoccupazione per il grave ritardo nei tempi di definizione, da parte della Agenzia delle Entrate, delle
modalità di accesso alle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica che riguardano i
condomìni, provvedimento approvato con la Legge di Stabilità 2016 ed in linea con le proposte inviate da
architetti e ambientalisti a Governo e Parlamento».
Professionisti e ambientalisti segnalano che il testo approvato nella Legge di Stabilità prevede, infatti, di
superare le difficoltà di accesso alle detrazioni fiscali per gli interventi edilizi attraverso la possibilità di
cederli ai fornitori che hanno effettuato l'intervento che, anticipando le risorse necessarie, possono
innescare un processo virtuoso di rigenerazione del patrimonio edilizio italiano.
L'accesso a questa opportunità sarebbe stato possibile solo dopo che l'Agenzia delle Entrate ne avesse
definito le modalità, ovvero entro 29 febbraio 2016, «cosa che, invece, non è ancora avvenuta»
sottolineano. «Considerando che le detrazioni scadono il 31 dicembre 2016 - e tenuto conto della
complessità di una decisione di intervento da parte dei condomìni - è forte il rischio che i ritardi da parte
dell'Agenzia delle Entrate e le incertezze rispetto all'orizzonte degli incentivi possano pregiudicarne il
positivo esito».
Build Upon, un progetto corale per l'Europa
Mentre in Italia ci si interroga sulla questione, è stato dato il via ufficiale a quello che è stato definito Build
Upon, il più grande progetto collaborativo al mondo sulla riqualificazione degli edifici. A lanciarlo è il Green
Building Council in Europa, con una serie di 80 eventi europei il cui obiettivo è coinvolgere più di 1.000
organizzazioni in uno sforzo organizzato per ridurre le emissioni degli edifici, che rappresentano il 36%
delle emissioni totali di CO2 dell'UE.
Finanziato dal programma Horizon 2020, Build Upon si propone di supportare governi, industria e società
civile nell'elaborare strategie di riqualificazione nazionale, puntando a programmi a lungo termine mirati a
trovare la giusta formula per riqualificare gli edifici residenziali, pubblici e commerciali di ogni Stato Membro
con elevati standard di efficienza energetica. «Queste strategie devono essere aggiornate entro il 30 aprile
2017 secondo gli obblighi derivanti della regolamentazione europea» segnala il GBC in una nota.
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 21/03/2016
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Riqualificazione degli edifici, un tema caldo
10/03/2016 08:47
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L'idea che deve prevalere è il confronto tra i vari stakeholder per trovare una condivisione degli intenti su
azioni prioritarie coordinate «per improntare le strategie nazionali con obiettivi di risparmio energetico chiari,
iniziative di sensibilizzazione che coinvolgano i cittadini, corsi di aggiornamento che formino i professionisti
delle costruzioni per fornire riqualificazioni di alta qualità, meccanismi finanziari come i "mutui e prestiti
verdi" e politiche come i certificati di prestazione energetica più avanzati in chiave prestazionale».
Il progetto, contenente impegni per 2,35 milioni di euro coinvolge i Green Building Council di 13 paesi:
Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Irlanda, Italia, Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia,
Spagna, Svezia e Turchia, ed è supportato dal network europeo del World Green Building Council.
07/03/2016 07:00
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Firmati da archistar e di grande impatto su un contesto urbano non ancora 'abituato' alla loro presenza,
coniugano densità abitativa e risparmio di suolo
07/03/2016
I giganti d'Italia, dieci grattacieli che dagli anni '60 ad oggi si sfidano in altezza
07/03/2016 - Si sviluppano in altezza per ragioni di spazio, perché consentono un'alta densità abitativa
senza occupare troppo suolo. Sono i grattacieli, spesso al centro di vere e proprie competizioni tra
progettisti e società finanziarie, interessati a realizzare "l'edificio più alto del mondo".
Tecnicamente, si tratta di torri moderne, con un nucleo di acciaio in grado di garantire resistenza, ma anche
elasticità. La struttura interna, costituita di acciaio o calcestruzzo, presenta una scansione in piani.
Nonostante sia difficile competere con i colossi americani e asiatici, anche in Italia ci sono edifici che
possono vantare dei primati. Ecco una lista, in ordine di altezza, dei primi dieci grattacieli, che ripensano un
contesto urbano ancora non molto abituato alla loro presenza.
Torre Unicredit a Milano
È altra 231 metri e ha 31 piani. È stata completata nel 2012 ed è l'edificio più alto d'Italia secondo l'altezza
strutturale. Si trova nel centro direzionale di Milano.
torre unicredit milano
La facciata nord è interamente vetrata, quella sud modulata dalle linee orizzontali dei frangisole. La torre fa
parte di un complesso di tre edifici disposti a semicerchio intorno a piazza Gae Aulenti progettato
dall'architetto César Pelli e dalla società di Ingegneria MSC Associati s.r.l. di Milano.
Grattacielo della Regione Piemonte
Alto 209 metri, 200 metri al tetto cui si aggiungono 9 metri di vele, conta 42 piani ed è in fase di
completamento.
regione piemonte
L'ultimo piano ospiterà un bosco pensile accessibile al pubblico. L'edificio, che si trova vicino al polo
fieristico del Lingotto, nel quartiere di Nizza Millefonti, è stato progettato dallo Studio Fuksas e sarà il
Palazzo unico della Regione.
Torre Allianz a Milano
Conosciuta anche come Torre Isozaki o "il Dritto", è l'edificio più alto d'Italia al tetto.
È alto 207,2 metri, a cui si aggiungono 40 metri di antenna, che ospitano 50 piani. Questo grattacielo è
stato progettato dall'architetto giapponese Arata Isozaki e dall'architetto italiano Andrea Maffei.
Grattacielo Intesa San Paolo a Torino
L'edificio è alto 167,25 metri e contiene 38 piani più sei interrati. È stato progettato dall'architetto Renzo
Piano e si trova nel quartiere Cit Turin.
grattacielo intesa san paolo
La sua realizzazione ha modificato lo skyline cittadino scatenando molte polemiche, che hanno portato i
progettisti a diminuire l'altezza di circa 200 metri inizialmente prevista. Ha ottenuto la certificazione LEED
Platinum come grattacielo europeo più ecologico.
Palazzo Lombardia
È un complesso unitario di edifici, tra cui un grattacielo alto 161,3 metri con 43 piani. Il complesso è
risultato vincitore di un concorso internazionale indetto dalla Regione Lombardia, aggiudicato al gruppo
composto da Pei Cobb Freed & Partners di New York, Caputo Partnership e Sistema Duemila di Milano.
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 21/03/2016
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I giganti d'Italia, dieci grattacieli che dagli anni '60 ad oggi si sfidano in
altezza
07/03/2016 07:00
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
palazzo lombardia
Nel progetto sono state inserite soluzioni tecnologiche avanzate, quali un sistema a travi fredde con utilizzo
di pompe di calore a acqua di falda, studiato sia per il riscaldamento che per il raffreddamento, e pannelli
fotovoltaici su alcune facciate.
Torre Solaria a Milano
È l'edificio residenziale più alto d'Italia con i suoi 143 metri e 37 piani, più quattro interrati. La torre è stata
progettata dallo studio Arquitectonica di Miami fondato dall'architetto peruviano Bernardo Fort-Brescia.
torre solaria
La torre ospita 102 appartamenti, tra cui alcuni disposti su due o tre piani, studiati per avere la massima
esposizione alla luce naturale. Nell'edificio ci sono inoltre una sala per feste private, una sala home theatre
con maxischermo, una sala biliardo, una sala lettura, un'area gioco bimbi, una per la pratica dello yoga e
una per meeting di lavoro.
Torre Diamante a Milano
Ha 30 piani ed è alta 140 metri. Può vantare il primato di essere l'edificio di acciaio più alto d'Italia. Sorge
nel centro direzionale di Milano ed è stato costruito nell'ambito del processo di riqualificazione urbana
"Progetto Porta Nuova".
torre diamante
La struttura sfaccettata è stata progettata dall'architetto italo americano Lee Polisano, dello studio di
architettura Kohn Pedersen Fox, vincitore di un concorso internazionale.
Torre Telecom Italia a Napoli
Con i suoi 129 metri e 33 piani, è stata l'edificio più alto dal 1995 al 2009. La Torre è stata progettata
dall'architetto Corrado Beguinot e si trova nel centro direzionale di Napoli.
Torre Telecom Italia napoli
L'edificio è rivestito in vetri a specchio su tutte le facciate ed è circondato da due corpi più bassi.
Frontalmente presenta due piloni rivestiti in pannelli bianchi che comprendono il corpo degli ascensori e
delle scale.
Torre Pontina a Latina
È alta 128 metri e ha 37 piani e nella città di Latina rappresenta l'unico esempio di "grattacielo".
torre pontina latina
Il progetto architettonico della Torre è dell'architetto Lodovico Risoli, mentre il progetto delle strutture in
elevazione è stato redatto dagli ingegneri Massimo Guerrini e Luciano Gioacchini della SBG & Partners di
Roma.
Grattacielo Pirelli a Milano
Conosciuto anche col soprannome di "Pirellone", l'edificio è alto 127 metri, ha 31 piani e si trova in
prossimità della Stazione Centrale di Milano.
grattacielo pirelli milano
È il più "antico" dal momento che è stato realizzato negli anni '60 ed è stato il più alto d'Italia fino al 1995.
La progettazione è stata effettuata dall'architetto Gio Ponti e dall'ingegnere Pier Luigi Nervi.
07/03/2016
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INGENIO » INGENIO n.41 » Progettazione strutturale innovativa e LEED come vantaggi competitivi
Progettazione strutturale innovativa e LEED come vantaggi competitivi07/03/2016 Alessio Argentoni
In che modo la sismoresistenza e l'ecosostenibilità delle strutture miste acciaio-calcestruzzo possano
essere determinanti nella realizzazione di un edificio ultramoderno
La costruzione della nuova sede direzionale del gruppo farmaceutico Angelini si distingue dagli altri cantieri
della capitale quale esempio di ricostruzione sismoresistente, ecosostenibile e senza spreco di territorio.
Già in fase di progettazione fu deciso che l'edificio avrebbe mirato all'ottenimento della certificazione
internazionale di sostenibilità LEED livello GOLD. Pertanto ai fornitori furono richiesti requisiti ambientali
molto stringenti per i materiali usati, nel caso di Tecnostrutture per le travi ed i pilastri misti acciaiocalcestruzzo, impiegati in tutti gli spazi uffici del complesso.
Proprio la capacità nel valutare le necessità della commessa in termini di sostenibilità, riuscendo a garantire
i livelli auspicati si è rivelata determinante nel consentire all'azienda veneta di acquisire il lavoro. Se fino ad
alcuni anni fa le strutture miste acciaio-calcestruzzo venivano scelte sostanzialmente per le loro
performance strutturali e di sismoresistenza, oggi riuscire a fornire degli elementi che concorrono
all'ottenimento di crediti LEED è divenuto un vantaggio competitivo.
Nuova Sede Angelini: candidata al LEED Gold
La nuova sede del gruppo farmaceutico Angelini è una costruzione a basso impatto ambientale con
azzeramento dello spreco di suolo grazie ad una pianificata demolizione e ricostruzione della storica sede
consentendo il prosieguo delle regolari attività del personale. Il progetto è a cura dello studio Transit
insieme a Enzo Pinci, mentre la tecnologia strutturale pilastri-travi-solaio scelta per realizzare l'intervento di
riqualificazione degli attuali uffici di via Amelia, tra la Tuscolana e la Casilina, è NPS® New Performance
System, fornita da Tecnostrutture s.r.l. E' invece Astaldi S.p.A. ad effettuare la ricostruzione dell'edificio.
La superficie del lotto è di 12.600 mq, mentre il totale della superficie coperta è pari a 4.102 mc. Il corpo
centrale, articolato su diverse altezze, sarà adibito a centro polifunzionale con sale di formazione, mensa,
sale proiezioni, sale riunioni di rappresentanza e spazi per la socialità in generale.
Figura 1 - Render della nuova sede direzionale del gruppo farmaceutico Angelini a Roma.
Per la realizzazione della nuova sede romana sono utilizzati materiali ecosostenibili e tecnologie che
contribuiscono al miglioramento dell'efficienza energetica, rispettando sia nella fase di progettazione che di
costruzione i requisiti per l'ottenimento della certificazione internazionale LEED di livello GOLD.
"Si tratta di un intervento innovativo per quattro ragioni principali" - afferma l'ingegner Gianluca Salin,
responsabile progetto di Angelini Immobiliare S.p.a. - "la nuova sede Angelini è stata progettata infatti con
l'intento di contribuire a riqualificare l'area, impiegando tecnologie innovative, puntando sulla qualità
architettonica e sulla sicurezza strutturale."
Riqualificazione dell'area e qualità architettonica
L'idea progettuale è quella di creare un sistema unitario composto da edifici intervallati da giardini. Spazi
verdi volti a costituire affacci gradevoli e a migliorare l'ambiente di lavoro. In linea con i requisiti della
certificazione LEED Gold, il progetto pone attenzione agli aspetti bioclimatici, sfruttando per quanto
possibile l'illuminazione naturale e minimizzando l'impatto ambientale dei materiali. Gli impianti sono
progettati per il massimo contenimento energetico: uso razionale dell'energia e gestione ecologica
dell'acqua.
Innovazione tecnologica
La committenza ha compiuto una scelta innovativa decidendo volontariamente di isolare sismicamente
l'edificio in modo da garantire una elevatissima sicurezza delle strutture ed incrementando così anche il
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 21/03/2016
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Progettazione strutturale innovativa e LEED come vantaggi competitivi
07/03/2016
Sito Web
ingenio-web.it
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 21/03/2016
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valore della costruzione. Le NTC 2008, infatti, non impongono l'obbligo di isolare sismicamente l'edificio.
Figura 2 - Foto di cantiere dopo l'installazione dei primi pilastri Sismi PDTI®
Vengono impiegati pilastri Sismi PDTI® in acciaio con isolatore sismico elastomerico pre-installato in
stabilimento. La parte metallica dei pilastri viene realizzata nei moderni centri produttivi di Tecnostrutture,
inserendo all'interno un'armatura in acciaio B450C per garantire la resistenza al fuoco R180'. Ogni pilastro
è provvisto di piastre posizionate sulla sommità dello stesso. Dotati di dispositivo sismico pre-installato in
stabilimento, i pilastri Sismi PDTI® giungono in cantiere già in grado di assorbire le sollecitazioni sismiche a
partire dalla fase di costruzione. Una volta posati vengono riempiti di calcestruzzo, configurandosi così
come pilastri misti acciaio-calcestruzzo. Sono posizionati al piano interrato adibito a parcheggi ed isolano la
sovrastruttura dalla fondazione.
Figura 3 - Immagine descrittiva del pilastro Sismi PDTI® con isolatore sismico in fase statica e in fase di
massimo spostamento.
"L'isolamento sismico è assicurato da isolatori elastomerici accoppiati ad una esigua percentuale di isolatori
a scorrimento a superficie piana che garantiscono un'alta deformabilità orizzontale." - riporta l'ingegner
Gianluca Salin, responsabile progetto di Angelini Immobiliare S.p.a." - "Funzionano disconnettendo la
struttura portante dell'edificio dal suolo in modo da mitigare la trasmissione delle spinte orizzontali del
terremoto dal suolo alla struttura."
ECOSOSTENIBILITA
4 articoli
21/03/2016
Pag. 21
diffusione:174381
tiratura:249918
Dall'Europa al Medio Oriente, Italiana Costruzioni esporta nel mondo
l'arte del restauro tricolore
Il presidente Navarra: abbiamo ristrutturato Villa Reale a Monza e le moschee in Turchia
NADIA FERRIGO
Scorrere l 'elenco dei restauri monumentali realizzati da Italiana Costruzioni è come parti re per un viaggio
tra le meraviglie architettoniche italiane: dal Castello Sforzesco di Milano alla basilica di Sant'Antonio a
Padova, dal colonnato di Bernini di San Pietro a Roma al Palazzo Ducale di Genova. Fondata da Claudio
Navarra nel 19 75, la società di costruzioni specializzata in edilizia pubblica e privata, oggi guid ata dai f
ratelli Attilio e Luca Navar ra, è leader nel campo dei restauri monumentali, con un fattu rato di 145 milioni
di euro nel 2015 e oltre 550 dipendenti - cinque anni fa e rano meno di 200 tra la sede centrale di Roma e
Milan o, L'Aquila, Belg rado e Istanbul. I restauri realizzati nascono dall'esigenza di coniugare l'immenso
patrimonio artistico italiano con le difficoltà finanziarie delle istituzioni pubbliche: è nata così l'idea di
«restauro sostenibile», un acco rdo t ra pubbli co e pri vato con una gestione del bene restaurato da parte
del privato per un periodo definito. Per il progetto di recupero e valorizzazione della Villa Reale di Monza e
del Giardini, ancora in corso, si tratta di vent'anni: il bene resta quindi pubblico, ma il privato che ne ha
ottenuto la gestione ha l'onere di occuparsi della sua conservazione per tutto la durata della concessione. Il
prossimo obiettivo di Italiana Costruzioni è portare nel mondo il «saper fare» italiano: tra i restauri in corso,
la moschea di Divrigi in Tu rchia, costruita nel 1299 in una zona ad alto rischio sismico. «Oggi circa il 10 per
cento del fattu rato arri va da commesse estere - spiega il presidente Attilio Maria Navarra ma nel prossimo
biennio prevediamo di arrivare al 30 per cento». «Negli ultimi due anni - prosegue Navarra - i bandi in Italia
sono crollati. Se poi consideriamo che il restauro del Teatro lirico di Milano è stato assegnato con un
ribasso del sessanta per cento, è facile capire che per continuare a crescere dobbiamo guardare oltre i
confini». Tra gli ultimi accordi siglati da Italiana Costruzioni, c'è quello con il ministero dei Beni culturali
iraniano, che prevede diverse collabo razioni nello sviluppo della rete museale: solo per il Museo Nazionale
di Teheran è previsto un intervento di ristrutturazione di circa 10 milioni di euro. «Oltre all'accordo per lo
sviluppo con il ministero, realizzeremo per la fie ra di Tehe ran un p adiglione espositi vo dedic ato al know
how italiano - conclude Navarra -. Per il governo iraniano il restauro è una priorità. Si prevede uno
stanziamento di circa 143 miliardi di dollari in sei anni per rimettere in sesto 14.000 metri quadri di edifici:
ecco perché questo è solo l'inizio di una lunga partnership con l'Iran, un mercato che dopo la caduta del
regime sanzionatorio è tra i più dinamici e interessanti». c
Foto: Collaborazione pubblico-privato A destra il salone della Villa Reale di Monza restaurato da Italiana
Costruzioni
Foto: Restauro A sinistra il dettaglio di un intervento di ripristino e a destra un'altra immagine della Villa
Reale di Monza, stavolta in esterno
ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 21/03/2016
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ARCHITETTURA E MONUMENTI tutto SOLDI
21/03/2016
Pag. 1
diffusione:158404
tiratura:211708
Vincoli idrogeologici: no al silenzio-assenso
I lavori edilizi su immobili in aree con vincolo idrogeologico non possono beneficiare del silenzio assenso,
né di altre procedure semplificate. A chiarire i limiti delle autorizzazioni nelle zone a rischio di frane e
alluvioni (l'88% del nostro territorio) è il collegato ambientale, in vigore dal 2 febbraio. La legge richiede il
nulla osta dell'Autorità preposta al vincolo prima di avviare i lavori. pagina 25 Il Collegato ambientale (legge
n. 221 del 28 dicembre 2015) introduce nuove procedure, più complesse, per mitigare il rischio
idrogeologico, aspetto che interessa gran parte del territorio nazionale. In edilizia questo ha un impatto
immediato perché nelle numerose zone soggettea questo vincolo le semplificazioni introdotte di recente
sono applicabili in misura limitata. Secondo un recente studio di Ispra (Dissesto idrogeologico in Italiadicembre 2015), oltre l'88% dei Comuni è a rischio idrogeologico e questa problematica interessa quasi
sette milioni di persone. A fronte di ripetuti tragici eventi accaduti negli ultimi decenni (franee alluvioni), il
legislatore è intervenuto a più riprese, rendendo obbligatoria per i Comuni la redazione dei Piani di assetto
idrogeologico (legge n. 183/89), prevedendo l'obbligo per i Comuni ad alto rischio di predisporre un piano
emergenziale (legge n. 267/98), fino al più recente Dlgs n. 49/2010, che ha dato attuazione alla direttiva
2007/60/ Ce per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico a livello europeo. Grazie, poi,
all'assoggettamento di piani e programmi alle procedure di Vas (valutazione ambientale strategica), il
rischio idrogeologico ha assunto sempre più rilevanzaa livello di pianificazione urbanistica. La necessità di
tutelare il territorio, però, si scontra con l'altra faccia della medaglia, ovvero la necessità di semplificare le
procedure amministrative, incluse quelle in materia edilizia. Ci si riferisce in particolare alle modifiche
introdotte dalla legge n. 134/2012 rispetto allo sportello unico per l'edilizia, che, attraverso la conferenza di
servizi,è competente ad acquisire tutti gli atti preliminari di assenso necessaria completare l'istruttoria,
inclusi quelli delle autorità preposte alla tutela dell'ambiente, del paesaggio del patrimonio storico-artistico e,
oggi, anche dell'assetto idrogeologico. Ancor più rilevante la semplificazione introdotta dal Dl n. 69/2013
che ha esteso il silenzio assenso alle domande di permesso di costruire che non vengono concluse con
provvedimento espresso motivato entro 30 giorni dal completamento della relativa istruttoria. Per non
parlare poi dell'introduzione della Scia (segnalazione certificata di inizio attività) e Cia (comunicazione inizio
lavori) anche in edilizia. A seguito delle modifiche introdotte dal Collegato ambientale, tuttavia, le
semplificazioni edilizie - così come quelle più generali introdotte al procedimento amministrativo (legge n.
241/90) - incontrano un ulteriore limite applicativo oltre a quelli già preesistenti relativi ad aspetti essenzialie
primari, tra cui la tutela dell'ambiente, del paesaggio, nonché la salutee sicurezza delle persone. Dal 2
febbraio scorso - data di entrata in vigore del Collegato ambientale,a tali aspetti essenziali si aggiunge
anche il rischio idrogeologico, con conseguente mag- gior attenzione agli interventi su immobili interessati
da vincolo idrogeologico (di fatto gran parte del patrimonio edilizio esistente). L'attività edilizia libera (ossia
senza titolo edilizio), ad esempio, deve comunque considerare e rispettare anche le previsioni normative e
regolamentari comunali poste a tutela del rischio idrogeologico. Gli interventi sottoposti a Dia, Scia o Cia
(secondo le specifiche discipline regionali) devono ottenere preventivamente attio pareri relativi all'assetto
idrogeologico laddove previsto dalla normativa applicabile. Ed è escluso il ricorso alle autocertificazioni o a
attestazioni e asseverazioni da parte di tecnici abilitati. Il permesso di costruire non si forma per silenzio
assenso nel caso in cui, rispetto all'intervento in progettazione sussista un vincolo idrogeologicoe non sia
ottenuto il relativo parere favorevole (momento da cui iniziano a decorrere i 30 giorni per il silenzio
assenso). Anzi, qualora venga rilasciato un parere negativo, la mancata formale conclusione del
procedimento principale, comporta il rigetto della domanda di permesso di costruire. L'equilibrio tra tutela
del territorio e semplificazione edilizia, dunque, si fa sempre più precario, considerato che il rischio
idrogeologico interessa una parte rilevante del nostro patrimonio immobiliare. Da un lato, non possono
ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 21/03/2016
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EDILIZIA NORME& TRIBUTI
21/03/2016
Pag. 1
diffusione:158404
tiratura:211708
ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 21/03/2016
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essere sicuramente trascurati aspetti sempre più importanti per la tutela della collettività, dall'altro, le
amministrazioni dovranno strutturarsi e operare in modo da non ostacolare o ritardare lo sviluppo
sostenibile evadendo le richieste dei privati nei tempi di legge.
Procedure a confronto
ATTIVITÀ EDILIZIA LIBERA IMMOBILE SENZA VINCOLO IDROGEOLOGICO
Non necessita di titolo abilitativo, ma deve rispettare la normativa urbanistica comunale, la normativa
antisismica, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitaria, di efficienza energetica, e le disposizioni del Codice
dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 42/2004) IMMOBILE CON VINCOLO IDROGEOLOGICO Deve
rispettare la normativa urbanistica comunale, la normativa antisismica, di sicurezza, antincendio,
igienicosanitaria, di efficienza energetica, e le disposizioni del Codice dei beni culturalie del paesaggio
(Dlgs 42/2004). In più deve rispettare la disciplina sul rischio idrogeologico (ad esempio: piano di assetto
idrogeologico) Le autorizzazioni ai lavori necessarie con e senza vincolo idrogeologico
PERMESSO DI COSTRUIRE
L'istruttoria è completata entro sessanta giorni (con (acquisizione pareri tramite sportello unico e
conferenza di servizi). La conclusione del procedimento avviene entro i successivi trenta giorni, decorsi i
quali si ha silenzio assenso I trenta giorni per la conclusione del procedimento decorrono dal rilascio
dell'atto di assenso per gli aspetti idrogeologici. Altrimenti , decorsi trenta giorni, la domanda di permesso di
costruire si intende respinta
DIA, SCIA E CIA
In caso di attività edilizia regolata da Dia (denuncia di inizio attività) Scia (segnalazione certifificata di inizio
attività) e Cia (comunicazione inizio lavori) La conformità dell'intervento è dichiarata e asseverata nel titolo
edilizio e i pareri possono essere sostituiti da autocertificazione, attestazioni e asseverazioni Deve essere
acquisito preventivamente il parere favorevole dell'Autorità preposta alla tutela dell'assetto idrogeologico
(così come per aspetti di tutela storico-artistica, paesaggistico-ambientale)
18/03/2016
Pag. 2
diffusione:33717
tiratura:72280
Il 9% del design di Ikea è italiano
Al via a Roma e Cagliari i negozi cittadini Pick up Point
FRANCESCA SOTTILARO
Ikea made in Italy e di prossimità? Non è una chimera per il colosso svedese dell'arredamento che si
appresta a varare nella Penisola importanti novità, dal digitale ai punti vendita. «L'Italia è l'unico paese dove
compriamo più design di quanto ne vendiamo», dice Belen Frau, cognome tedesco ma originaria della
Spagna dove ha guidato Ikea Iberica prima di essere nominata, un anno fa, ceo del gigante della casa in
Italia. «L'8,6% del totale degli acquisti per tutti i negozi Ikea del mondo è fatto in Italia». I partner tricolore
del design si dice superino le 20 unità e riguardano le zone più importanti della casa: fra gli altri il salotto
(Natuzzi), la cucina (3B), e poi la tecnologia (Electrolux, Whirlpool), fi no alla sala dei giochi (arrivano da un
polo di aziende sul lago di Iseo). Ma non c'è solo questo. Frau è arrivata per guidare le prossime rivoluzi
oni: il nuovo format di negozi cittadini Pick up Point aiutato dal digitale, è al debutto entro l'anno a Roma e a
Cagliari. Nei negozi sarà disponibile una piccola selezione della collezione casa e fungeranno soprattutto
da punto di ritiro per la merce comprata online. «Lo store di Roma Collatino in particolare, un quartiere ad
alta densità abitativa, è capofi la della sperimentazione fra le capitali d'Europa», spiega Frau alla
presentazione milanese del bilancio di sostenibilità. «Voi siete la Mecca del design e le attese sono alte,
considerato che dopo una contrazione fi siologica del mercato stiamo assistendo a una nuova ripresa». Il
fatturato 2015, è stato di 1,6 miliardi in Italia, in aumento le visite nei negozi, 47 milioni di persone (+0,3%)
mentre i clienti sono aumentati del 2,2% a 19,4 milioni. I nuovi store non saranno temporary, come quello
aperto sui Navigli in occasione di ExpoMilano 2015, né incentrati sul food e sulle cucine di design. Piuttosto
«si tratta di format che vanno incontro ai nuovi bisogni dei consumatori, riducendo gli spostamenti e in
chiave sostenibile». La sostenibilità, oltre a essere globalmente un asset per le aziende, «per Ikea è una
delle cinque dimensioni del cosiddetto design democratico, assieme alla qualità, la funzione, il design e il
prezzo basso», continua Frau. «Negli anni è passata da qualcosa "nice to have" a "must have" (da bello a
obbligatorio), ma la caratteristica rispetto alla maggior parte degli altri rivenditori è che vendiamo
esclusivamente prodotti a nostro marchio. Ciò ci pone in una situazione di grandissima responsabilità».
Negli ultimi dieci anni l'azienda ha recuperato 20 mila metri cubi di materiale e ridotto dal 2006 a oggi
l'emissione di CO 2.455 tonnellate. La vendita dei prodotti sostenibili rappresenta il 5,5% del fatturato,
corrispondente a 86,5 milioni euro. Mentre 20 negozi hanno impianti fotovoltaici per un totale di 200.000
pannelli e cinque impianti di geoscambio. L'investimento totale di 70 milioni di euro comprende anche
l'utilizzo della tecnologia Led di cui si è dotato ogni store. A proposito di negozi, Milano non avrà ancora la
sua isola cittadina «ma apriremo un quarto format tradizionale», conclude l'a.d. © Riproduzione riservata
Foto: Nei nuovi store si ritirerà la merce comprata online
Foto: Belen Frau
ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 21/03/2016
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Il colosso svedese esporta made in Italy in tutto il mondo. Oltre venti i fornitori dell'azienda
18/03/2016
Pag. 50 N.1461 - 18 marzo 2016
diffusione:295204
tiratura:398792
COME MUOVERSI NEL NUOVO MERCATO DEL MATTONE
Gli incentivi aiutano la ripresa dell' immobiliare . Così come i prezzi in calo. Ma muoversi non è facile: ecco
qualche consiglio per investire
Raffaele Ricciardi
Abolizione della Tasi sulle prime case, imposta di registro agevolata al 2 per cento, detrazioni Irpef al 65
per cento per la riqualifcazione energetica, al 50 per cento per ristrutturare gli edifci. Ancora, detrazione
dell'Iva dovuta sugli acquisti di immobili in classe energetica A e B, se a vendere sono le imprese
costruttrici. Sono molti gli strumenti che la legge di Stabilità ha confermato o introdotto per il rilancio
dell'immobiliare. Agevolazioni che fanno del 2016 un buon momento per acquistare casa, come testimonia
la ripresa delle compravendite: l'anno scorso si è chiuso con un +4,7 per cento delle operazioni. Anche
perché i prezzi sono ancora ai minimi e nel breve termine non sono previsti scossoni. Ne è convinta
Daniela Percoco, research & development manager di REAG-Real Estate Advisory Group, società
internazionale leader nella valutazione immobiliare. «Dopo diversi anni di penalizzazione, il settore non è
più considerato come il bancomat dell'Erario: il governo ha messo in campo iniziative strutturali»,
commenta. Per l'anno in corso prevede un recupero degli acquisti nell'ordine del 10 per cento sul 2015. Si
tratta di un rimbalzo ancora parziale rispetto al pre crisi, se si considera che gli scambi si sono dimezzati
dai circa 800 mila annui che si registravano prima della Grande Recessione. I prezzi degli immobili restano
invece ai minimi termini e solo l'anno scorso si è interrotto il trend di calo che durava da tre anni e mezzo.
Una casa che costava 100 nel 2007, adesso vale tra 70 e 80. «Per il 2016 prevediamo una stabilità dei
prezzi, dall'anno prossimo la ripresa sarà lenta, nell'ordine di 1 o 2 punti percentuali all'anno». Per questo,
annota l'uffcio studi di Tecnocasa, nelle grandi città è aumentata la domanda di case un po' più grandi: con
il calo dei prezzi, ci si può permettere la stanza in più. È cambiato anche l'approccio al mattone nell'ottica di
investimento. Non è più la stagione del boom, quando si acquistava una casa per rivenderla nel giro di
pochi anni e intascare lauti guadagni. «In tempi di montagne russe sui mercati fnanziari, il mattone offre
una prospettiva stabile: acquistare e mettere in afftto un immobile garantisce rendimenti interessanti»,
spiega ancora Percoco. A favore degli acquirenti gioca la Bce, che sta sostenendo i mercati abbassando gli
spread. Così, i tassi sui mutui sono ai minimi storici: secondo l'Abi il tasso medio è intorno al 2,5 per cento,
contro il 5,72 per cento di fne 2007. Ovviamente conta il quartiere, ma non solo: «Servizi e infrastrutture
sono requisiti fondamentale. A Milano, nelle zone dove sono in costruzione nuovi rami della metropolitana,
le aspettative di crescita dei prezzi sono interessanti». Per la svolta defnitiva, e sostenibile, del settore,
l'esperta chiede un nuovo scatto al governo: «Incentivi per chi interviene sul cosiddetto brownfeld , le zone
già costruite ma da bonifcare e riqualifcare. Così le nostre città potranno svilupparsi, senza consumo di
suolo». ALESSANDRO SERRANO' / AGF COSA CERCANO GLI ITALIANI 21,9% 24,4% 35,6% 37,5%
30,2% 25,1% 3,7% 4,0% 8,3% 9,3% GENNAIO 2013 GENNAIO 2016 Monolocale 2 locali 3 locali 4 locali 5
locali
ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 21/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
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