Mercoledì, 14 gennaio 2015

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Mercoledì, 14 gennaio 2015
DIRER
Mercoledì, 14 gennaio 2015
DIRER
Mercoledì, 14 gennaio 2015
Pubblica Amministrazione
14/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 36
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Pa, addio carta da settembre 2016
14/01/2015 Il Messaggero Pagina 18
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La Pa dice addio alla carta, tutti i documenti saranno digitali
14/01/2015 Il Messaggero Pagina 39
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Bilancio, scure su auto blu e consulenze
14/01/2015 La Repubblica Pagina 9
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"Combattere la corruzione con gli agenti provocatori"
14/01/2015 La Repubblica Pagina 21
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"2016, basta carta" svolta digitale per la burocrazia
14/01/2015 Corriere della Sera Pagina 39
Lorenzo Salvia
Statali licenziabili, il governo ci riprova
14/01/2015 Corriere della Sera Pagina 36
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Arrivano i «file» al posto delle file speriamo a nostro favore
14/01/2015 Corriere della Sera Pagina 12
Mario Sensini
Investi 500 milioni di euro in Italia? Scatta la tregua fiscale, niente...
14/01/2015 Italia Oggi Pagina 33
BEATRICE MIGLIORINI
La p.a. dice addio alla carta
14/01/2015 MF Pagina 16
MARINO LONGONI
Il riccometro dovrebbe compilarlo la Pa
14/01/2015 La Stampa Pagina 16
I nostri cinque peccati che scoraggiano ricerca e innovazione
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RICCARDO VIALE
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Normativa Comuni
14/01/2015 Il Messaggero Pagina 36
Per i camion bar una tassa triplicata poi andranno via dalle aree di pregio
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Normativa Enti Locali
14/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 5
Revisione anche per chi è già a riposo
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Pensionati
14/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 37
I NUOVI AMMORTIZZATORI NASPI La Naspi è destinata ai dipendenti...
14/01/2015 Corriere della Sera Pagina 7
Serravalle, i 5 Stelle contro l' ad Sarmi «Pensionato d' oro»
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Burocrazia e utenti. In Gazzetta il Dpcm che conclude l' iter avviato nove anni fa con il Codice
dell' amministrazione digitale.
Pa, addio carta da settembre 2016
Pronte le regole tecniche: definito ogni passaggio fino al documento immodificabile.
Sono pronte le regole tecniche sui documenti
i n f o r m a t i c i : c o n l a pubblicazione s u l l a
Gazzetta ufficiale n. 8 del 12 gennaio scorso,
del decreto del presidente del Consiglio dei
ministri datato 13 novembre 2014, si è infatti
completata l' attività normativa necessaria alla
completa attuazione del Codice dell'
amministrazione d i g i t a l e . L a g e s t i o n e
totalmente dematerializzata dei documenti,
c o m p r e s i q u e l l i d e l l e pubbliche
amministrazioni, s i n d a l l a f a s e d e l l a l o r o
generazione, è ora possibile.
Il decreto rappresenta l' ultimo e atteso
tassello per garantire lo sviluppo digitale del
Paese, sempre più al centro delle attenzioni
del Governo sia con i provvedimenti adottati
negli ultimi mesi, tra cui i due decreti datati
entrambi 3 dicembre 2013 per la
conservazione elettronica e il protocollo
informatico, ma anche alla luce dell' imminente
e s t e n s i o n e a t u t t e l e pubbliche
amministrazioni, con decorrenza 31 marzo
2015, dell' obbligo di fatturazione elettronica.
Senza dimenticare l' avvio dal prossimo mese
di aprile dello Spid, il sistema pubblico d i
identità digitale, che consentirà l' accesso in
sicurezza a tutti i siti web che erogano servizi online. Ebbene le regole tecniche sul documento
informatico assumono un' importanza fondamentale nella prospettiva di dematerializzazione e
semplificazione, individuando e disciplinando le caratteristiche e le procedure di formazione e chiusura
del documento informatico, compreso quello amministrativo, ai fini del successivo trasferimento nel
sistema di conservazione elettronica ove richiesto dalla natura e dalla tipologia dell' atto. Inoltre, sono
chiarite le regole per la generazione delle copie per immagine di un documento analogico, per i
documenti informatici e per le copie ed estratti informatici di documenti informatici.
Queste ultime disposizioni rilevano anche per la dematerializzazione di documenti e scritture analogici
rilevanti a fini tributari e permettono l' attuazione dell' articolo 4 del decreto ministeriale del 17 giugno
2014. Le regole saranno operative dal prossimo 11 febbraio, e cioè dal trentesimo giorno successivo
alla pubblicazione del decreto, mentre le pubbliche amministrazioni dovranno adeguarsi entro e non
oltre agosto 2016. Decorso tale termine, le pubbliche amministrazioni sono obbligate a gestire
documenti informatici.
Il documento è informatico non solo se redatto e formato con idonei applicativi software ma anche se
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
risulta dall' acquisizione della copia per immagine di un documento analogico o della copia informatica
di un documento analogico. La registrazione informatica di transazioni o la presentazione telematica di
dati attraverso moduli e formulari così come la generazione o il raggruppamento di un insieme di dati
provenienti da una o più basi dati costituiscono ulteriori modalità di formazione del documento
informatico.
Analogamente il documento è informatico se ricevuto per via telematica o su supporto informatico. Il
documento informatico va poi memorizzato in un sistema di gestione informatica dei documenti o di
conservazione.
Una volta formato, il documento deve essere chiuso attraverso l' utilizzo di processi o strumenti
informatici al fine di renderlo immodificabile durante le fasi di tenuta, accesso e conservazione.
L' immodificabilità di un documento informatico redatto digitalmente, e quindi la sua chiusura, viene
ottenuta con la sua sottoscrizione con firma digitale o con firma elettronica qualificata da parte dell'
autore, l' apposizione di una validazione temporale, il trasferimento a soggetti terzi con posta elettronica
certificata con ricevuta completa, la memorizzazione su sistemi di gestione documentale con politiche di
sicurezza o il versamento a un sistema di conservazione da parte del gestore. Per il documento
informatico ricevuto telematicamente oppure risultante dall' acquisizione di un analogico la chiusura
coincide invece con la memorizzazione, da parte del gestore, nel sistema di gestione informatica dei
documenti o nel sistema di conservazione. Mentre per il documento che deriva dalla registrazione di
transazioni informatiche o dall' acquisizione telematica di dati, la chiusura si ha al momento della
registrazione dell' esito dell' operazione con misure per la protezione dell' integrità delle basi dati e per
la produzione e conservazione dei log di sistema. Alla chiusura del documento informatico deve essere
in ogni caso associato un riferimento temporale e i metadati minimi generati durante la formazione quali
l' identificativo univoco e persistente, la data di chiusura, l' oggetto, il soggetto che ha formato il
documento, l' eventuale destinatario e l' impronta del documento informatico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Alessandro Mastromatteo Benedetto Santacroce.
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Il Messaggero
Pubblica Amministrazione
La Pa dice addio alla carta, tutti i documenti saranno
digitali
Scatta il conto alla rovescia per il superamento
della carta nella Pubblica amministrazione.
Ancora un anno e mezzo e poi non resteranno
più alibi: dai ministeri ai Comuni, tutto dovrà
viaggiare in digitale. A fissare i tempi massimi
per il cosiddetto switch off è il decreto appena
pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Un dpcm che
detta le regole, uguali a livello nazionale, sul
documento informatico.
Previsoni tecniche dietro cui si legge la fine,
almeno stando alle leggi, della macchina
statale come elefante burocratico, labirinto di
archivi, palazzo messo su faldone dopo
faldone. In realtà parole tipiche, tra cui registro
o protocollo, non scompaiono anche se non
corrisponderanno più a fogli e pesanti
raccoglitori: sarà tutto in bit. Il decreto del
presidente del Consiglio, firmato anche dal
ministro della Pa Marianna Madia, era atteso e
rappresenta «l' ultimo tassello» per dare piena
attuazione al Codice dell' amministrazione
digitale, spiega la dirigente dell' Agenzia per l'
Italia Digitale (Agid), Maria Pia Giovannini, che
ha seguito da vicino tutto il dossier. Il Codice
già sanciva «l' obbligo per tutte le
amministrazioni pubbliche di adottare» i file.
Non solo, si parte dal concetto per cui il
documento amministrativo nasce in formato
elettronico e viene trattato o conservato sempre in versione digitale.
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Il Messaggero
Pubblica Amministrazione
Bilancio, scure su auto blu e consulenze
Il Campidoglio taglia sulle spese ritenute «non indispensabili» e per il 2015 prevede un
risparmio complessivo di 2,5 milioni Tassa di soggiorno, nuova stangata sugli alberghi di
lusso: dieci euro a notte. Tariffe invariate per gli altri hotel cittadini.
LA MANOVRA Meno spese per consulenze e
auto blu, ma anche per viaggi e convegni. In
tempi di vacche magre, il Campidoglio taglia
sulle spese non indispensabili dei suoi
rappresentanti e degli staff. La mannaia del
bilancio di previsione 2015 cade anche sull'
attività di formazione dei livelli più alti della
macchina comunale, che gli enti pubblici
devono fare per legge tramite la Scuola
superiore della pubblica amministrazione o i
propri organismi di formazione. Da ieri la
manovra licenziata dalla giunta lo scorso 30
dicembre sta cominciando a circolare tra i
consiglieri comunali, dopo le proteste di
maggioranza e opposizione sulla mancanza di
informazioni sui contenuti della delibera.
4,4 mld La spesa corrente complessiva
prevista dal bilancio 2015 del Campidoglio Il
contenimento di queste spese è richiesto da
due leggi emanante nel 2013 «per il
raggiungimento degli obiettivi di
r a z i o n a l i z z a z i o n e d e l l a pubblica
amministrazione». Si tratta di un risparmio
complessivo, per il 2015, di 2,5 milioni, che
servono comunque a dare un segnale di
riduzione di spese spesso superflue.
LE CONSULENZE La prima voce ad aver
subito tagli è quella degli «studi e incarichi di
consulenza», da anni fonte di polemiche sui fondi pagati dall' amministrazione a persone esterne: si
passerà da 294 a 196 mila euro annui, con una decurtazione del 33 per cento. Meno soldi anche per
viaggi e missioni di sindaco, assessori e consiglieri: il budget passerà da 222 a 91 mila euro, con una
sforbiciata del 59 per cento. Ridotta all' osso la dotazione disponibile per i convegni (27 mila euro e
spicci) mentre sale, in controtendenza, quella per le mostre, che passa da 333 a 358 mila euro. Come
previsto, visti gli ultimi provvedimenti amministrativi, i risparmi arriveranno anche dalle auto di
rappresentanza: la voce «acquisto, manutenzione e noleggio autovetture» passa infatti da 596 a 390
mila euro, con una riduzione del 35 per cento dei fondi disponibili. Ma il capitolo di spesa più
penalizzato, nella manovra 2015, è quello della formazione: da 1,2 milioni a 77 mila euro (meno 94 per
cento).
TASSA DI SOGGIORNO Tra le misure sulle entrate, invece, si segnala una sorta di nuova "tassa sul
lusso" per i turisti di fascia alta: il contributo di soggiorno, negli alberghi a cinque stelle della Città
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Il Messaggero
Pubblica Amministrazione
eterna, passa da 7 a dieci euro. La tassa si applica per ogni notte trascorsa, fino a un massimo di 10
giorni. Confermati gli altri scalini del contributo di soggiorno: si continuerà a pagare 3 euro a notte per
gli hotel a 1­2 stelle, 4 euro per i 3 stelle, 6 per i 4 stelle. Per bed & breakfast, affittacamere e case
vacanze la tariffa è invece di 3,5 euro a notte, che diventano 4 per agriturismi e residenze e 2 per
strutture all' aperto (con un massimo stavolta di cinque giorni).
Lo schema approntato dall' assessore al bilancio Silvia Scozzese sarà discusso domani, in un incontro
con Ignazio Marino e la maggioranza. Il sindaco dovrà superare le resistenze di quanti, nel
centrosinistra, sono contrari all' idea di completare già quest' anno, con dodici mesi di anticipo, la
riduzione della spesa strutturale del Comune di Roma stabilita insieme a Palazzo Chigi nel piano di
rientro triennale: una decisione, quella della giunta, che comporterebbe tagli medi del 20 per cento per i
vari dipartimenti capitolini (mobilità esclusa).
Fabio Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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La Repubblica
Pubblica Amministrazione
IL CSM.
"Combattere la corruzione con gli agenti provocatori"
ROMA . Agenti provocatori per combattere la
corruzione. È la proposta del Csm contenuta in
un documento che la Commissione per la
riforma della Giustizia ha messo a punto in
vista della relazione che il Consiglio
presenterà al Parlamento. La corruzione,
osserva il Csm, sta diventando sempre più
«dilagante». E sta sviluppando un «sempre
più stretto legame con la criminalità
organizzata». Tra le armi per combattere la
corruzione, oltre all' uso degli agenti
provocatori, anche alcuni degli strumenti
previsti contro i clan come, ad esempio, i
benefici premiali destinati a chi collabora con
la giustizia.
Nel testo di una ventina di pagine, che oggi
sarà all' esame del plenum, si ricorda che
simili misure sono indicate dalla Convenzione
di Strasburgo sottoscritte dall' Italia nel lontano
1999, ma che ancora non ha recepito con
norme interne mentre, di fronte all' aggravarsi
dei fenomeni corruttivi, servirebbe «un salto di
qualità». I consiglieri puntano l' indice anche
contro la prescrizione che (soprattutto per
quanto riguarda i reati di criminalità
e c o n o m i c a , c o n t r o l a pubblica
amministrazione e l' ambiente), «favorisce lo
spreco di preziosa attività investigativa e processuale. E frustra in molti casi l' aspirazione a ottenere
una risposta di giustizia ».
( a. cus.
) © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Pagina 21
La Repubblica
Pubblica Amministrazione
IL CASO/2.
"2016, basta carta" svolta digitale per la burocrazia
ROMA . Via libera per il passaggio dalla carta
a l d i g i t a l e a n c h e p e r l a pubblica
amministrazione, che ora ha 18 mesi di tempo
per adeguarsi. Un decreto della presidenza
del consiglio dei ministri, pubblicato s u l l a
Gazzetta ufficiale, detta infatti le regole per i
documenti informatici, in particolare per i file.
Sono le «regole tecniche» sulla formazione,
trasmissione, copia, duplicazione,
riproduzione e validazione temporale «dei
documenti informatici nonché di formazione e
conservazione dei documenti informatici delle
pubbliche amministrazioni» e stabiliscono
c o m e , i n t u t t a I t a l i a , l a pubblica
amministrazione e i privati dovranno preparare
un file che avrà valore legale di certificato, o di
qualsiasi altro atto amministrativo.
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Corriere della Sera
Pubblica Amministrazione
Statali licenziabili, il governo ci riprova
Jobs act, decreti alle Camere: da maggio sussidio per 1,5 milioni di disoccupati.
ROMA Il governo riapre il delicato capitolo dei
l i c e n z i a m e n t i p e r i d i p e n d e n t i pubblici.
Domani, in commissione Affari costituzionali al
Senato, l' esecutivo dovrebbe presentare un
emendamento al disegno di legge delega per
la riforma della Pubblica amministrazione.
Dice l' emendamento, ancora in fase di studio,
che si provvederà al «riordino del
procedimento disciplinare» nei confronti dei
dipendenti, con l' obiettivo di renderlo «più
efficace ed efficiente». Formula vaga per forza
di cose, perché il testo in discussione è un
disegno di legge delega, che si limita a fissare
i principi da specificare poi con i decreti
attuativi emanati direttamente dal governo.
I tempi, quindi, non saranno brevi: prima di
passare ai decreti bisognerà aspettare l'
approvazione definitiva della delega che, a
sette mesi dal via libera in consiglio dei
ministri, è ancora in prima lettura al Senato.
Ma con l' emendamento in arrivo, anche dopo
il caso dei vigili urbani di Roma assenti in
massa per malattia l' ultimo dell' anno, la
strada è tracciata. Cosa cambierà? Già oggi il
procedimento disciplinare può portare al
licenziamento. Ma i casi sono pochissimi,
neanche 100 l' anno su 3 milioni di lavoratori.
Nel futuro decreto il governo dovrebbe
intervenire su tempi e passaggi formali che,
nonostante i tanti interventi nel corso degli anni, restano lunghi e contorti.
Ieri sono finalmente arrivati in Parlamento per il parere non vincolante i due decreti attuativi del Jobs act
, approvati alla vigilia di Natale. Confermate le notizie degli ultimi giorni, in particolare per quello sulla
Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione che partirà dal primo maggio. Per far quadrare i conti, dopo i
rilievi della Ragioneria di Stato, la durata massima del sostegno viene ridotta, a partire dal 2017, a 18
mesi, contro i 24 di quest' anno e dell' anno prossimo, mentre viene anticipato a quest' anno, rispetto al
2016, il taglio dell' assegno a partire dal quarto mese. Nello stesso testo, di 19 articoli, è stato spostato il
contratto di ricollocazione. Le novità più interessanti sono nella relazione tecnica. Per il 2015 si prevede
che la Naspi avrà una platea di un milione e 540 mila persone. Mentre il costo di tutti i nuovi
ammortizzatori per il 2015 è di 869 milioni di euro. Questo vuol dire che il resto dei fondo previsto dalla
legge di Stabilità, circa 1,4 miliardi di euro, andrà alla vecchia cassa integrazione.
Lorenzo Salvia @lorenzosalvia.
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Corriere della Sera
Pubblica Amministrazione
Lorenzo Salvia
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14 gennaio 2015
Pagina 36
Corriere della Sera
Pubblica Amministrazione
Arrivano i «file» al posto delle file speriamo a nostro
favore
Le parole, soprattutto nel gioco delle
traduzioni, possono nascondere qualche
insidia divertente. Ed è capitato anche a quella
che si annuncia come una piccola rivoluzione
nel rapporto tra cittadini e Stato. Tra
contribuenti e Fisco. Si avviano verso il
macero (virtuale) montagne di carte da
presentare per ottenere un' autorizzazione,
certificati da inseguire.
Potrebbe persino diventare un brutto ricordo lo
Stato che chiede due volte al cittadino
documenti che in realtà custodisce già da
tempo nei suoi archivi.
Informatici o cartacei che siano. I dati e i
documenti informatici, stabilisce un decreto
che entrerà in vigore tra un mese,
diventeranno finalmente degli «originali».
Parola magica che divide un pezzo di carta
semplice da un documento utilizzabile quando
si ha a che fare con lo Stato e i suoi derivati.
Una semplificazione che, secondo le
intenzioni, nell' arco dei prossimi 18 mesi,
dovrebbe cambiare la vita di chiunque dovrà
dialogare con la Pubblica amministrazione.
Eppure proprio mentre lo Stato sta per
compiere questo supremo gesto di
semplificazione, proprio alla fine, appare all'
orizzonte la parola più odiata da chiunque
abbia dovuto mettersi in coda per ottenere un
documento. Per le nuove regole sui documenti informatici e sulla nuova trasparenza ricompare per uno
strano gioco del destino un piccolo vocabolo inglese di quattro lettere, di uso abituale per chi maneggia
computer: il fatidico file , documento appunto. Ma come: tanta fatica per cancellare le file (in italiano, in
questo caso), delle code al catasto, al Comune, al Pra. Per riconquistare il tempo perso per esercitare
un proprio diritto. E adesso quella parola tanto temuta da chiunque abbia dovuto vivere l' esperienza del
numerino da ritirare in un ufficio pubblico ricompare (seppure in un' altra lingua). Speriamo che questa
volta i file buoni, ci liberino davvero dalle (lunghe) file del tempo perso.
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Corriere della Sera
Pubblica Amministrazione
Investi 500 milioni di euro in Italia? Scatta la tregua
fiscale, niente cambi
ROMA Il sogno di tutte le imprese diventa
realtà, ma sarà, per ora, un privilegio per
poche.
Per favorire gli investimenti in Italia delle
grandi imprese, ed in particolare quelle
straniere, il governo promette la stabilità della
normativa fiscale. A chi attua piani di
investimento da almeno 500 milioni l' anno,
con un vero e proprio accordo bilaterale, lo
Stato garantisce l' invarianza delle regole
fiscali per tutta la durata dell' investimento.
Nella bozza del decreto che il premier Matteo
Renzi ed il ministro dell' Economia, Pier Carlo
Padoan, hanno concordato di presentare al
Consiglio dei ministri martedì 20 gennaio
appaiono altre novità importanti, dal
potenziamento del Fondo Centrale di
Garanzia, alla normativa sui «social bond», i
prestiti emessi dalle banche per finanziare
iniziative sociali con una tassazione
privilegiata, alle misure per favorire il rientro
dei «cervelli» italiani dall' estero, che non sono
tuttavia state ancora definite.
L' accesso al Fondo Centrale di Garanzia, che
offre una copertura pubblica sui prestiti,
verrebbe aperto anche alle assicurazioni e agli
organismi di investimento collettivo, al di là
dell' estensione della garanzia ai cosiddetti
«Abs», i pacchetti di titoli rappresentativi
anche di prestiti, che potranno essere emessi dalle banche ed acquistati dalla Banca Centrale Europea
nella sua nuova strategia di supporto all' economia.
I «social bonds», definiti come specifici titoli di risparmio, potranno essere emessi «al fine di sostenere
progetti con finalità etica o sociale» entro un limite di un miliardo di euro nel 2015, da rideterminare ogni
anno, ed avranno una scadenza non inferiore a 18 mesi. Ma soprattutto godranno di un trattamento
fiscale privilegiato, anche se nella bozza del decreto non è ancora definito il livello dell' aliquota
sostitutiva.
Accanto alle «start­up», le imprese nate da meno di due anni che sviluppano progetti di ricerca,
nascono le Pmi innovative, con un registro ad hoc nelle Camere di Commercio, e accesso al
«crowfunding», cioè ai finanziamenti collettivi sollecitati spesso attraverso internet.
Nel decreto si prevede anche un' estensione del nuovo regime fiscale dei marchi e dei brevetti, più
favorevole, a tutti i marchi aziendali, anche non commerciali, ed il rifinanziamento per 50 milioni delle
agevolazioni fiscali sui «contratti di rete».
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Corriere della Sera
Pubblica Amministrazione
Renzi, intanto, ha firmato il decreto che detta le regole sulla scrittura, la copia e la tenuta dei documenti
informatici, ultimo atto formale per il passaggio della Pubblica amministrazione al digitale. Tra diciotto
mesi, dunque, addio a tutti i documenti di carta. «Files» per dire addio anche alle file.
Mario Sensini.
Mario Sensini
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
In G.U. dpcm che fa partire il conto alla rovescia. Il passaggio definitivo entro settembre 2016.
La p.a. dice addio alla carta
I documenti dovranno essere conservati in formato digitale.
La pubblica amministrazione si prepara a dire
addio alla carta. Partirà, infatti, il prossimo
febbraio il conto alla rovescia lungo 18 mesi
durante il quale il passaggio al digitale dovrà
essere completato. Entro settembre 2016,
quindi, la p.a., comprese le società partecipate
e i privati, dovranno passare al sistema di
gestione informatica dei documenti.
A tracciare la strada e a dare avvio all' ultimo
tassello per l' applicazione del Codice dell'
amministrazione d i g i t a l e , i l d p c m d e l 1 3
n o v e m b r e 2 0 1 4 , pubblicato i n G a z z e t t a
Ufficiale n. 8 del 12 gennaio 2015 recante le
regole tecniche in materia di formazione,
trasmissione, copia, duplicazione,
riproduzione e validazione temporale dei
documenti informatici nonché' di formazione e
conservazione dei documenti informatici delle
pubbliche amministrazioni.
Nel dettaglio, il dpcm stabilisce le modalità,
uguali in tutto il paese, con le quali il sia la p.a.
sia le partecipate, sia i privati potranno
scrivere, modificare e riprodurre un file con
valore legale, un certificato o un qualsiasi altro
atto amministrativo.
Esigenza che nasce proprio dal Cad, in vigore
ora mai da nove anni, «che stabilisce come»,
ha sottolineato Maria Pia Giovannini, dirigente
Agid (Agenzia per l' Italia digitale), «gli atti formati dalle pubbliche amministrazioni con strumenti
informatici, nonché i dati e i documenti informatici detenuti dalle stesse, costituiscono informazione
primaria ed originale da cui è possibile effettuare, su diversi o identici tipi di supporto, duplicazioni e
copie per gli usi consentiti dalla legge».
I passaggi. Affinché un documento informatico possa avere valore legale devono prima essere portati a
termine tutti i passaggi dell' operazione previsti dall' art. 3 del dpcm. Primo fra tutti la sua formazione
che può avvenire mediante: redazione con apposito software, acquisizione diretta da supporto
informatico, registrazioni risultanti da transazioni informatiche, generazione o raggruppamento di
informazioni provenienti da più banche dati.
Il passaggio successivo è, poi, l' assunzione della caratteristica di immodificabilità «affinché», si legge
nall' art.
3, «ne sia garantita la staticità nella fase di conservazione». Nel corso del terzo passaggio, poi, il
documento viene memorizzato nel sistema di gestione informatica dei documenti o di conservazione.
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
A fare da perno all' intero processo di formazione, la caratteristica di immodificabilità. Nel caso di
redazione del documento tramite software la caratteristica di immodificabilità è, infatti, data dal rispetto
dei requisiti di: firma digitale, validazione temporale, trasferimento a terzi tramite Pec, memorizzazione
su sistemi di gestione documentale che adottino idonee politiche di sicurezza e versamento ad un
sistema di conservazione. In caso di documenti frutto, invece, di registrazioni risultanti da transazioni
informatiche o generazione o raggruppamento di informazioni proventi da più banche dati la garanzia di
immodificabilità è data dall' applicazione di misure per la protezione dell' integrità delle basi di dati o
dalla produzione di una estrazione statica dei dati e il trasferimento della stessa nel sistema di
conservazione. Regole tassative, inoltre, anche per la formazione di copia per immagini di documenti.
La duplicazione è, infatti, possibile solo mediante processi e strumenti che assicurino che il documento
informatico abbia contenuto e forma identici a quelli del documento.
Documento amministrativo informatico. A carico della p.a., entro 18 mesi, formare gli originali dei propri
documenti. Per arrivare al documento amministrativo informatico completo, però, dovranno essere
rispettati tutti i passaggi previsti dall' art.
3 del dpcm. In questo caso, inoltre, le caratteristiche di immodificabilità e di integrità del documento
saranno garantite anche grazie alla sua registrazione nel registro di protocollo, negli ulteriori registri, nei
repertori, negli albi, negli elenchi, negli archivi o nelle raccolte dati contenute nel sistema di gestione
informatica dei documenti concernente stati, qualità personali e fatti già realizzati dalle amministrazioni.
© Riproduzione riservata.
BEATRICE MIGLIORINI
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MF
Pubblica Amministrazione
Il riccometro dovrebbe compilarlo la Pa
Dall' 1 gennaio è entrato in vigore il nuovo
riccometro, lo strumento che dovrebbe servire
a misurare la ricchezza effettiva di persone e
nuclei familiari (Isee, indicatore della
situazione economica equivalente). Ora sarà
più difficile dichiarare il falso, come pare
facesse la maggior parte dei cittadini con il
vecchio riccometro.
Ma sarà anche più difficile riuscire a
presentarlo, questo benedetto Isee.
Come al solito, infatti, per risolvere un
problema della pubblica amministrazione, s i
getta la croce addosso ai cittadini.
Il percorso individuato per limitare le false
autocertificazioni è diabolico. Primo passo: il
cittadino deve districarsi con termini astrusi
come Ise (indica la situazione economica del
singolo), Isee (la situazione del nucleo
familiare), Dsu, dichiarazione sostitutiva unica
(in realtà bisognerebbe usare il plurale perché
ci sono quattro diverse tipologie).
Secondo passo: acquisire e studiare un agile
manualetto di sole 70 pagine. Poi ci si può
mettere all' opera. In funzione della richiesta
da presentare (retta dell' asilo, mensa
scolastica, piscina comunale, tasse
universitarie, sussidi socio­sanitari ecc.) si
dovrà compilare la Dsu adatta e presentarla
all' ente cui si richiede la prestazione agevolata, al Comune di residenza o all' Inps: in quest' ultimo
caso, la dichiarazione può essere presentata anche online (ma solo se si è in possesso del pin rilasciato
dall' Istituto).
Nel Dsu vanno indicati i dati anagrafici, familiari e patrimoniali. I dati reddituali saranno acquisiti dalle
banche dati dell' Agenzia delle Entrate e dell' Inps dagli Enti ai quali il Dsu è stato presentato. Non è
finita perché, entro 15 giorni lavorativi dal ricevimento del Dsu, l' ente è tenuto a consegnare al cittadino
l' Isee che, una volta verificata la correttezza dei dati reddituali, potrà essere finalmente consegnato all'
ente pubblico di riferimento. Un vero percorso di guerra che, in queste poche righe, è stato delineato
solo nei suoi elementi essenziali. Perché in realtà le procedure sono complicate dalla presenza di
diversi modelli Dsu, diverse forme di Isee, procedure d' urgenza e infiniti trabocchetti che solo la pratica
riuscirà a mettere in evidenza. Ammesso che tutti gli enti pubblici siano riusciti ad adeguarsi alle nuove
procedure, cosa di cui è lecito dubitare (e che porterebbe al blocco del riccometro per gli enti
inadempienti).
Una cosa è certa. Se nel 2012 sono stati presentati più di 6 milioni di Dsu, quest' anno il numero calerà.
Molti cittadini getteranno la spugna di fronte al moltiplicarsi delle complessità.
Soprattutto gli anziani e le fasce di popolazione più povere e meno istruite si troveranno in forte
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MF
Pubblica Amministrazione
difficoltà. Ma anche gli altri in maggioranza saranno costretti a chiedere l' assistenza di un Caaf o di un
professionista. Il primo costa, alle casse dello Stato, 16 euro per ogni dichiarazione ricevuta. Non è
escluso che sia richiesto un contributo anche al cittadino. E il professionista difficilmente lavorerà gratis.
Forse il motivo vero dell' enorme aumento dei dati richiesti è scoraggiare i furbetti del riccometro. O
forse scoraggiare più gente possibile. Missione compiuta.
Se si voleva semplificare ed evitare ogni forma di abuso bastava prevedere un riccometro precompilato
da parte della Pubblica Amministrazione. In questo modo si sarebbe resa impossibile qualsiasi
falsificazione di dati da parte dei cittadini, non esclusa dalle attuali procedure. Un Isee precompilato è
molto più semplice rispetto al 730 precompilato, che pure partirà quest' anno. Infatti, mentre il 730
richiede l' inserimento di dati molto recenti, alcuni dei quali non ancora nelle banche dati pubbliche, per
l' Isee bastano i redditi di due anni prima.
Ma non si è voluto fare. Chissà perché. (riproduzione riservata)
MARINO LONGONI
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Pagina 16
La Stampa
Pubblica Amministrazione
I nostri cinque peccati che scoraggiano ricerca e
innovazione
Dalla politica all' università, il sistema italiano continua a ostacolare l' economia della
conoscenza.
Da quando è stato introdotto il concetto di
economia e di società della conoscenza, come
importante elemento delle politiche pubbliche,
si è iniziato ad analizzare l' insieme delle
condizioni di contorno ­ le «framework
condition» ­ in grado di stimolare o di
ostacolare lo sviluppo di questo modello.
La strategia di Lisbona del 2000 aveva lo
scopo di rendere l' Europa l' area più
competitiva a livello mondiale proprio come
economia e società della conoscenza. Oggi
abbiamo i risultati: in media c' è stato un
arretramento, secondo la maggior parte degli
indicatori, rispetto ai principali concorrenti
internazionali. E l' Italia? Come si può
immaginare, non ha realizzato alcun serio
passo in avanti: non solo per le condizioni
dirette (come finanziamento alla ricerca,
numero di ricercatori e di brevetti, indici
bibliometrici o rapporto università­impresa),
ma per le «framework conditions». Ma più che
dare dati vorrei riferirmi ad una serie di
situazioni tipiche, ragionando con il modello
degli incentivi dal macro al micro. Per
mostrare come la dinamica sociale ed
economica italiana sia intrisa di incentivi
negativi.
La logica del breve termine Innanzitutto, a
livello di sistema politico e di governo nazionale e regionale, gli obiettivi dell' economia e della società
della conoscenza sono in genere percepiti di medio e lungo termine. Di conseguenza, in un Paese che
vive lo «shortermismo» della logica emergenziale, nulla è più marginale del sistema della
Ricerca&Sviluppo. Questo «bias», d' altra parte, non è solo italiano, se si considera la recente scelta di
Juncker di indebolire il fondo «Horizon 2020» per potenziare quello di stimolo immediato all' economia.
Seconda tipologia. Le università italiane sono fuori da tutte le graduatorie internazionali. Anche le
migliori, come il Politecnico di Milano e Torino o la Bocconi, sono a metà classifica. Si sa che uno degli
strumenti prioritari per stimolare l' eccellenza e la diversificazione accademica è la «premialità
economica» dei migliori atenei, secondo un sistema simile a quello del «Rae» britannico: lasciando da
parte il problema del mediocre sistema italiano della valutazione, mentre in Gran Bretagna l' incentivo
economico arriva a un terzo del finanziamento pubblico, da noi si ferma a molto meno (anche se dai
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La Stampa
Pubblica Amministrazione
tempi del ministro Moratti si vede un certo progresso). Non esiste, quindi, un sufficiente effetto
incentivante di tipo meritocratico sulla produzione di conoscenza.
Terza tipologia. Anni fa, in Lombardia, una multinazionale della telefonia aveva proposto un centro di
ricerca avanzato. Ciò avrebbe consentito una collaborazione con i centri di ricerca già presenti nel
territorio, in primis il Politecnico di Milano. Cosa successe dopo?
Una lista di problemi, ostacoli ed incoerenze tipiche della pubblica amministrazione.
Tutto questo era in contrasto con il programma dell' azienda, che decise di trasferire il progetto in un
altro Paese.
Quarta tipologia. Spesso si parla di sostenere le nuove idee per garantire la nascita di start­up ed
imprese innovative.
Ma quale incentivo può avere un ingegnere o un biochimico a creare una «newcom», quando è quasi
impossibile trovare il «seed money» (quello per le fasi iniziali) nelle banche ed è quasi inesistente il
capitale di rischio del venture capital, mentre non si ha la possibilità di valorizzare finanziariamente una
start­up a livello di Borsa, dato che manca, in Italia ma anche in Europa, un analogo del Nasdaq?
La crisi del fund raising Infine ­ quinta ed ultima (tra le molte) tipologia di disincentivi ­ è la capacità di
«fund raising» per la ricerca dei dipartimenti universitari italiani. Chiunque abbia partecipato a qualche
progetto in ambito europeo, e chi vive nei dipartimenti universitari, si sarà accorto della discrasia tra gli
incentivi positivi di alcuni colleghi, disposti a dedicare tempo e risorse per elaborare proposte
competitive a livello internazionale, e quelli negativi di altri colleghi e del personale amministrativo, che
fanno resistenza. I primi sono motivati dal tentativo di rimanere sul fronte della ricerca avanzata, mentre
i secondi non hanno alcuna spinta di carattere economico o scientifico. La conseguenza è che l' Italia è
creditrice netta di risorse per la ricerca verso l' Unione Europea.
In conclusione, così facendo, il nostro Paese non solo ha perso da tempo l' aggancio con le tradizionali
economie della conoscenza, ma si troverà presto in grave ritardo rispetto anche a quelle emergenti.
Con conseguenze immaginabili per tutto il nostro sistema industriale ed economico.
12 ­ Continua.
RICCARDO VIALE
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Il Messaggero
Normativa Comuni
Per i camion bar una tassa triplicata poi andranno
via dalle aree di pregio
Il pagamento sarà retroattivo: già in vigore dal primo gennaio.
IL DECORO La stangata arriva anche per i
camion bar. La questione spinosa delle tasse
che pagano i concessionari dei furgoncini del
panino per l' occupazione di suolo pubblico
potrebbe essere ad una svolta. I 10 euro di
canone al giorno sembra proprio che
triplicheranno, schizzando a 30 euro al giorno.
La tariffa al momento ha la base solida di una
delibera approvata il 30 dicembre scorso dalla
Giunta capitolina. Vero che deve incassare
ancora i voti strategici dell' Assemblea
consiliare per entrare in vigore, ma il testo
normativo ha già collezionato, a quanto si
apprende, i favori dei capigruppo di
maggioranza.
Questa è una delle novità sfornate dal nuovo
Regolamento Cosap (il canone sulle
occupazioni di suolo pubblico) illustrato ieri
dall' Assessore capitolino al Commercio Marta
Leonori. Bastano alcuni numeri per dare un'
idea della svolta. Secondo l' attuale regime di
tassazione, un camion bar di 7 metri quadrati
a piazza Venezia (area quanto mai di pregio)
pagava un canone annuo di 3.905 euro, pari a
circa 10,7 euro al giorno. Ora, col nuovo
tariffario, il gestore ambulante di bibite e panini
pagherà 10.972 euro, che corrispondono a
circa 30 euro quotidiani d' affitto. D' altronde il
sindaco Ignazio Marino l' aveva detto chiaro e tondo il 12 dicembre scorso: «Nei prossimi mesi ci
saranno interventi molto rigorosi per quanto riguarda i camion bar». All' epoca bruciava ancora la beffa
dell' aumento "scontato" dall' Assemblea capitolina. «Quando mi sono reso conto di quanto pagavano in
occupazione di suolo pubblico i camion bar, ossia 3 euro al giorno, proposi di moltiplicare per dieci
quella tassa», tuonava il primo cittadino. Ma la tariffa stigmatizzata dalla delibera di Giunta (era l' aprile
2014) veniva modificata e rimodulata dall' Assemblea capitolina a suon di "saldi", sgonfiandosi e
riducendosi sui 10 euro odierni. Ora, l' Assessorato torna all' attacco, rilanciando la tassa di 30 euro al
giorno per il camion bar. «Quest' anno non dovremmo avere modifiche», riflette la Leonori.
I TEMPI Nel frattempo, è partito l' iter amministrativo. Il documento è stato inviato ai Municipi per
registrare le osservazioni, poi sfilerà nelle Commissioni competenti, per sbarcare in Consiglio
comunale, si stima, per la seconda metà di febbraio. L' entrata in vigore con l' approvazione del
bilancio.
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14 gennaio 2015
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Il Messaggero
Normativa Comuni
Ma ci tiene a sottolineare la Leonori che le nuove tariffe avranno un carattere retroattivo (anche se l'
approvazione della delibera fiocca a maggio prossimo, i concessionari dovranno comunque pagare la
nuova tariffa a decorrere dal 1 gennaio). Quanto agli spostamenti dei camion bar dal Colosseo o da
Trinità dei Monti, il Campidoglio attende la sentenza del tribunale sul ricorso degli operatori contro la
determinazione dirigenziale che prevede la "delocalizzazione" del commercio ambulante.
L. Lar. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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14 gennaio 2015
Pagina 5
Il Sole 24 Ore
Normativa Enti Locali
L' impatto. Da gennaio.
Revisione anche per chi è già a riposo
Il tetto alle pensioni previsto dal comma 707
della legge di stabilita per l' anno 2015, verrà
applicato non solo ai trattamenti pensionistici
decorrenti dal 1° gennaio 2015, ma a tutti gli
assegni, anche quelli già liquidati alla data di
entrata in vigore della norma. Infatti, la legge
190/2014, all' articolo 1, comma 708, prevede
che «il limite di cui al comma 707, si applica ai
trattamenti pensionistici, ivi compresi quelli già
liquidati alla data di entrata in vigore della
presente legge, con effetto a decorrere dalla
medesima data».
In base a tale disposizione normativa, nei
confronti dei soggetti già pensionati all' entrata
in vigore della legge, si dovrà procedere alla
riliquidazione del trattamento pensionistico con
decorrenza 1° gennaio 2015. I soggetti
interessati a una eventuale rideterminazione
dell' assegno, saranno tutti coloro che sono
andati in pensione successivamente al 31
dicembre 2011, che possiedono una anzianità
contributiva al 31 dicembre 1995 pari o
superiore a 18 anni e che sono rimasti in
servizio oltre i requisiti previsti per l' accesso
al trattamento pensionistico.
La previsione di tale disposizione normativa,
rientra in un disegno del legislatore molto più
ampio, e cioè quello di ridurre le cosiddette
pensioni d' oro. Infatti, già con la legge 147/2013, la legge di stabilità per l' anno 2014, all' articolo 1,
commi 486 e 487, è stato istituito, a decorrere dal 1° gennaio 2014 e fino al 31 dicembre 2016, un
contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici corrisposti esclusivamente da enti gestori di forme
di previdenza obbligatorie e sui vitalizi previsti per coloro che hanno ricoperto funzioni pubbliche elettive
erogati dagli organi costituzionali, dalle Regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano.
Se con la legge di stabilita per l' anno 2014 il legislatore ha previsto una percentuale di riduzione per i
trattamenti lordi complessivamente superiori a quattordici volte il trattamento minimo, attraverso il
cosiddetto contributo di solidarietà, con la legge di stabilità per l' anno 2015, invece, interviene
direttamente sul calcolo della pensione, stabilendo che l' assegno calcolato con il pro­rata non potrà
essere superiore a quello che sarebbe spettato applicando il sistema vigente prima dell' entrata in
vigore della legge 214/2011 e successive modifiche e integrazioni, e cioè il vecchio sistema retributivo.
L' applicazione del comma 707 dovrebbe determinare dei risparmi di spesa e proprio per questo il
legislatore al comma 709 ha previsto che le economie derivanti da questa norma saranno destinati ad
un fondo Inps finalizzato a garantire l' adeguatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di
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14 gennaio 2015
Pagina 5
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Il Sole 24 Ore
Normativa Enti Locali
particolari categorie di soggetti, individuate con Dpcm, su proposta del ministro del Lavoro e delle
Politiche sociali, di concerto con il ministro dell' Economia e delle finanze.
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14 gennaio 2015
Pagina 37
Il Sole 24 Ore
Pensionati
I NUOVI AMMORTIZZATORI NASPI La Naspi è
destinata ai dipendenti (esclusi i pubblici e gli ...
I NUOVI AMMORTIZZATORI NASPI La Naspi
è destinata ai dipendenti (esclusi i pubblici e
gli agricoli) che hanno perso il lavoro e che
possano far valere, nei quattro anni
precedenti, almeno 13 settimane di
contribuzione e 30 giorni di lavoro effettivo nei
12 mesi precedenti. La Naspi è rapportata alla
retribuzione negli ultimi quattro anni divisa per
il numero di settimane e moltiplicata per 4,33.
Con retribuzione pari o inferiore nel 2015 a
1.195 euro mensili la Naspi è il 75%; se
superiore è il 75% di 1.195 più il 25% della
differenza tra 1.195e la retribuzione. Dal
quarto mese l' importo è tagliato ogni mese del
3%. Dura fino a 24 mesi ASDI Dal 1° maggio è
istituito per il 2015 l' assegno di
disoccupazione per i beneficiari della Naspi,
che al termine siano privi di occupazione e in
condizione economica di bisogno (famiglie con
minorenni, lavoratori prossimi al
pensionamento).
Ha una durata massima di 6 mesi, ed è pari al
75% dell' ultima indennità Naspi percepita
(non può superare l' ammontare dell' assegno
sociale). L' Asdi è condizionata alla ricerca
attiva del lavoro, alla disponibilità a
partecipare a iniziative di orientamento e formazione, e all' accettazione di adeguate proposte di lavoro
DISCOLL Per il 2015 è prevista l' indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi
(esclusi amministratori e sindaci), iscritti in via esclusiva alla gestione separata, non pensionati e privi di
partita Iva. Servono almeno 3 mesi di contributi accreditati nel l' anno precedente. Inoltre nell' anno di
cessazione del rapporto di lavoro serve un mese di contribuzione (o una collaborazione di 1 mese). La
durata della prestazione è pari al 50% dei mesi di contribuzione accreditati, con un tetto di 6.
L' importo è pari al 75%della retribuzione mensile fino a 1.195 euro, se questa è superiore non si può
andare oltre i 1.300 euro.
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14 gennaio 2015
Pagina 7
Corriere della Sera
Pensionati
Serravalle, i 5 Stelle contro l' ad Sarmi «Pensionato
d' oro»
Sul curriculum niente da dire. Massimo Sarmi,
l' han riconosciuto tutti al momento della
nomina, era l' uomo giusto per guidare la
Milano­Serravalle. Ex amministratore delegato
di Poste Italiane, una lunghissima carriera da
manager pubblico alle spalle, ottimi rapporti
con banche e istituti di credito.
Il problema era la legge. Il decreto del ministro
Madia è chiarissimo: «Stop agli incarichi di
consulenza e alle cariche nelle controllate
pubbliche per chi è già in pensione». E Sarmi
è più che un pensionato. «Lui è un "pensionato
d' oro"», dice Stefano Buffagni del Movimento
Cinque Stelle. I grillini del Pirellone sulla
vicenda hanno presentato tanto d'
interrogazione alla giunta. Sarmi, stando al
dettato del decreto Madia, non avrebbe diritto
ad alcun compenso per il suo ruolo di ad in
Serravalle. «E invece l' assessore ci ha
risposto che Sarmi guadagna 240 mila euro
lordi». «Uno stipendio fuori legge», dicono
quelli del M5S. «La nomina non arriva dalla
Regione ma da Asam, la holding finanziaria
che a sua volta controlla Serravalle. Non c' è
nessuna irregolarità», ha spiegato in aula l'
assessore Garavaglia.
«La giunta per difendere Sarmi, che gestisce
oltre 180 chilometri di autostrade, si è
arrampicata sugli specchi», attacca Buffagni:
«Il decreto Madia vieta incarichi ai pensionati. Sarebbe il caso che la giunta riveda la nomina, altrimenti
ci vedremo costretti a rivolgerci alla Corte dei conti».
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