SempliceMente Essere
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15-01-2009 11:37 SPECIALE SEMINARIO SempliceMente Essere un percorso di formazione GENNAIO 2009 EUROPANEWS n. 7 del 26/01/2009 anno XIX- Organo ufficiale dell’associazione “L’INCONTRO” - Bisettimanale di informazione, politica e attualità. - Editrice Direzione Redazione: Mopak s.r.l. - I strada 66 35129 Padova - Direttore resposabile: ALBERTO ZUCCATO Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1214 del 12/05/90 Spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Padova. - Sped. Abbonamento INDIRETTO - Contiene I.P. - Stampa Litocenter - via Visco 24 - 35010 Limena (PD) - Prezzo Euro 0,1295 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 Pagina 101 il Notiziario dell’Operatore Socio Assistenziale incontri INFANZIA I bambini e la sindrome ADHD MULTICULTURALITÀ Assistenza alle donne immigrate DISABILI La pratica quotidiana, l’esame più difficile ANZIANI Rispettare gli anziani DIPENDENZE Alcool ed emarginazione Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:37 Pagina 102 ISTITUTO CORTIVO: diventa professionista nel sociale. Dal 1984 l’Istituto Cortivo opera nel campo della progettazione ed erogazione di attività formative nel sociale, un mondo ricco di umanità che rappresenta da sempre il suo esclusivo e coinvolgente orizzonte di impegno. Oltre vent’anni di esperienze, di scelte e di fatti concreti hanno forgiato una struttura dinamica e vitale, un potente motore che, alimentato dall’energia della volontà e della solidarietà, forma non solo personale altamente qualificato e professionalmente motivato, ma promuove e partecipa anche ad iniziative sociali e culturali rivolte a migliorare la qualità della vita nella nostra società. L’Istituto Cortivo è presente con i suoi Centri Didattici nelle principali città italiane; la sede centrale è a Padova. Un’organizzazione efficiente, perfettamente armonizzata, che sa adeguarsi alle realtà locali senza mai venir meno agli obiettivi e ai criteri guida che uniformano tutte le attività dell’Istituto Cortivo. Per consentire ai suoi allievi di svolgere l’esperienza di tirocinio pratico nella propria zona di residenza, l’Istituto Cortivo ha stipulato convenzioni con oltre 7500 Enti pubblici e privati in tutte le regioni d’Italia. A garanzia della qualità dei cicli di formazione proposti, l’Istituto Cortivo si è dotato di un Comitato Scientifico che si dedica alla valutazione della correttezza metodologica dei percorsi didattici programmati per i vari corsi di formazione, delle strategie e degli orientamenti formativi messi a punto dalla Direzione Didattica. Corsi di formazione per Operatori Socio Assistenziali nei seguenti ambiti operativi: Multiculturalità - Infanzia - Dipendenze Anziani - Disabili - Assistente turistico disabili - Amministratore di Sostegno Istituto Cortivo via Padre E. Ramin, 1 35136 Padova www.cortivo.it per informazioni: Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:37 Pagina 1 editoriale Un saluto affettuoso a un prezioso amico In questo numero vogliamo salutare con affetto il Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Cortivo, prof. Antonio Condini, un caro amico che ci ha da poco lasciati e la cui scomparsa rappresenta per tutti noi motivo di grande tristezza. Se n’è andato improvvisamente, lasciando un vuoto incolmabile nei familiari, negli amici e nel mondo accademico dove operava come stimatissimo professore ordinario. Settant’anni, bassanese di nascita, neurologo e neuropsichiatra conosciuto a livello nazionale e internazionale, si era laureato sul finire degli anni ‘60 all’Università di Padova, lo stesso Ateneo dove poi si dedicherà con passione alla docenza. Molto amato dagli studenti non solo per l’indiscusso spessore intellettuale ma anche per la mitezza del carattere e la grande disponibilità umana, è stato il fondatore e direttore della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile. Sempre a Padova ha inoltre fondato il SERT (Servizio Territoriale per le Tossicodipendenze) e diretto i Servizi Sociali dell’ULSS 16. Esperto in disabilità infantile, suicidologia adolescenziale, autismo, handicap mentale, minori a rischio e devianza, ha dato il suo importante contributo anche nella creazione del Comitato Scientifico dell’Istituto Cortivo, l’organo di controllo e valutazione delle attività didattiche. È stato anche grazie a lui che abbiamo potuto rispettare quei principi etici che da sempre ci distinguono nell’attività di formazione di Operatori Socio Assistenziali altamente qualificati. In tutti questi anni Antonio Condini è stato al nostro fianco con sollecita partecipazione, sempre pronto a promuovere il miglioramento della nostra offerta formativa. Il suo eccezionale carisma ha fatto sì che il Comitato Scientifico abbia potuto avvalersi di personalità di chiara fama, tutti esponenti di vaglia del mondo accademico e delle professioni. Antonio Condini ha ispirato ogni azione del nostro Istituto: dall’elaborazione del progetto didattico formativo alla messa a punto delle linee guida del Progetto Cortivo Baby Planet. Un uomo eccezionale, un autentico maestro di vita di cui non dimenticheremo mai lo sguardo buono e affettuoso con cui si rivolgeva agli altri, la generosità, la dolcezza dei modi e la modestia, tutte doti che possono appartenere solo a personalità dotate di una straordinaria ricchezza intellettuale, morale e spirituale. La redazione Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:37 Pagina 2 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:37 Pagina 3 sommario 04 INFANZIA 05 Ascoltare per capire, per intervenire con equilibrio I bambini e la sindrome ADHD Una buona autostima, essenziale per crescere bene 06 08 MULTICULTURALITÀ 09 Assistenza alle donne immigrate È da bambini che si impara a camminare verso l’altro 10 05 07 DISABILI La pratica quotidiana, l’esame più difficile 12 AGENDA SEMINARI & CORSI 15 SPECIALE SEMINARIO 10 SempliceMente Essere, un percorso di formazione 17 ANZIANI 18 Rispettare gli anziani Quando il sole è all’orizzonte 20 ASSISTENTE TURISTICO PER DISABILI 21 Al fianco di turisti in vacanza e pellegrini La gioia è anche muoversi senza barriere 22 DIPENDENZE 24 Alcool ed emarginazione Forti dosi di realtà per ritrovare se stessi 25 SPAZIO INCONTRI 26 EX ALLIEVI RACCONTANO 28 SERVIZIO SEGNALAZIONE ALLIEVI 18 22 progetto grafico e impaginazione: immagina.biz 14 INCONTRI Gennaio 2009 3 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:37 Pagina 4 INFANZIA Ascoltare per capire, per intervenire con equilibrio Fra le tante doti che devono caratterizzare l’Operatore Socio Assistenziale per l’infanzia una delle più importanti è l’equilibrio: bisogna saper bilanciare emozioni e professionalità ma anche lodi e punizioni, soprattutto quando l’intervento è rivolto a bambini e adolescenti con disagio. Il contatto diretto con bambini e ragazzi in situazioni di disagio racconta Annalisa Greco commentando il suo tirocinio svolto in un centro socio educativo in provincia di Lecce - mi ha insegnato che il loro disimpegno, gli atteggiamenti aggressivi, la scarsa attenzione, lo scoraggiamento, la depressione nascono da una sfiducia in sé stessi che ha origine proprio nel sentirsi inadeguati alle richieste che giungono dall’esterno. Una spirale che bisogna bloccare in tempo per evitare l’instaurarsi di disturbi cronici dell’apprendimento che possono arrivare anche a livelli patologici. Ho imparato anche che per intervenire efficacemente è necessario saper cogliere le situazioni di disagio, disadattamento e insuccesso, scoprirne le cause e collaborare con gli altri operatori dell’équipe al fine 4 INCONTRI Gennaio 2009 di eliminarle o almeno attenuarle. Per costruire un più corretto rapporto con gli utenti e contribuire alla crescita armonica della loro personalità è indispensabile sviluppare un atteggiamento di massima attenzione verso i bambini, i preadolescenti e gli adolescenti e i loro particolari problemi: conoscere le loro difficoltà, le insicurezze, le ansie, gli errori e le inquietudini mi ha aiutato a trovare il filo del dialogo anche con i soggetti più difficili, quelli che si rinchiudono in lunghi silenzi perché non riescono a esprimere ciò che provano. Molto importante è dimostrarsi sempre disponibili all’ascolto, con rispettoso interesse, pronti a cogliere l’occasione opportuna per gettare un ponte ed instaurare un’efficace relazione educativa. Quindi ho ascoltato, con amore e pazienza, senza lasciarmi prendere dalle emozioni ma rimanendo razionale, fedele alla metodologia concordata con l’équipe. Così ho potuto risolvere problemi che ostacolavano il buon esito della programmazione, stimolando i comportamenti positivi e attenuando quelli negativi, ma seguendo sempre una regola: l’equilibrio. Bisogna lodare un bambino in modo proporzionato a un suo successo: incoraggiarlo nei piccoli progressi, lodarlo calorosamente per le grandi conquiste. Altrettanto nel senso contrario. Quando si punisce un bambino è necessario non solo accertarsi che sappia esattamente per quale azione viene punito ma anche graduare la pena a seconda dell’entità del fatto commesso. Soprattutto non bisogna accusare lui o il suo carattere, ma solo la specifica azione negativa: è lei la cattiva, non chi la compie. Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 5 INFANZIA I bambini e la sindrome ADHD Tanta energia, tanta voglia di dare aiuto, tanti giorni, tanti ricordi. Soprattutto tanti bambini con cui ho scambiato una parola, un abbraccio, un bacio a fior di labbra, una sana risata o un semplice sorriso. Questa è l’immagine che ho del mio tirocinio, un periodo che mi ha consentito di intrecciare la mia vita, anche per poco tempo, con quella di tanti meravigliosi bambini. Entusiasmanti e gioiose le parole di Simona Menichini, che ha trascorso giornate indimenticabili presso una scuola per l’infanzia della provincia di Catanzaro. Il tema centrale del suo intervento è stata la sindrome ADHD (deficit dell’attenzione con iperattività) e tutte le problematiche ad essa connesse. In queste pagine descrive il caso di una bambina che chiameremo Fiorenza a tutela della sua privacy. Biondissima, poco meno di quattro anni, Fiorenza proveniva da una buona famiglia, con un fratello più piccolo di lei e genitori giovani e molto attenti, entrambi con buona scolarizzazione. Più alta dei suoi coetanei, era in perenne movimento e non prestava attenzione né ai compagni né all’insegnante. Nulla sembrava interessarla. Il suo comportamento era pressoché ingestibile: saltava sulle sedie, si agitava freneticamente, correva per tutta la classe, distruggeva i lavori dei compagni e scagliava in aria il materiale didattico, infastidendo costantemente gli altri bambini. Spesso assumeva atteggiamenti clowneschi. Incontrava enormi difficoltà nel concludere autonomamente un compito, dimenticava le cose da fare, non portava a buon fine quanto progettato e questo nonostante i suoi buoni propositi. Grazie a un’attenta e metodica osservazione, è emerso come i suoi comportamenti andassero ben oltre la normale vivacità di una bimba di quell’età. In base ai dati raccolti e alle notizie emerse dal confronto con gli insegnanti e i genitori, decisi di seguire il caso da vicino in modo da collaborare attivamente con tutti i membri dell’équipe. In seguito a un’attenta verifica del caso, si è ipotizzato per Fiorenza una probabile sindrome da deficit attentivo con iperattività, confermata in seguito dalla diagnosi emessa dal laboratorio specifico per ADHD attivo presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma, al quale i genitori si erano rivolti su mia indicazione. Dopo una serie di esami neurologici e psicologici la bambina ha iniziato un percorso terapeutico che le ha permesso di essere più calma, più attenta e meno invasiva. Affrontare tempestivamente la sindrome ADHD, infatti, consente ai bambini che ne sono affetti di evitare non solo il dolore di una socialità spesso compromessa ma anche di superare molte difficoltà nello sviluppo cognitivo e affettivo. Per quanto riguarda Fiorenza e il suo rapporto con la scuola materna, il consiglio dello psicoterapeuta è stato quello di salvaguardare l’integrazione della bambina nella classe supportandola con interventi individualizzati di sostegno. Il primo obiettivo, infatti, è stato quello di mantenere vivo l’interesse di Fiorenza per la scuola e per i suoi compagni. Con grande soddisfazione e felicità posso dire che Fiorenza ha ottenuto visibili miglioramenti anche se, nel caso della sindrome ADHD, è difficile parlare di una “guarigione” definitiva in tempi contenuti. La cosa buona è che insieme, la bambina, la scuola e la famiglia, hanno imparato a convivere con il problema, a gestirlo con serenità e grande fiducia. La foto è tratta dalla relazione finale di Filomena Caccavelli. INCONTRI Gennaio 2009 5 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 6 INFANZIA autostima Una buona , essenziale per crescere bene Lo sviluppo dei bambini è un processo lungo e complesso che coinvolge necessariamente anche altre persone: i genitori anzitutto e poi i fratelli, i nonni, gli educatori e così via. In questo processo la presenza di un adulto “capace” è fondamentale affinché i bambini possano crescere bene e diventare membri consapevoli e responsabili della società. Non tutti i bambini, però, possono contare sulle migliori condizioni di crescita. Per alcuni di loro “diventare grandi” si rivela un vero e proprio percorso ad ostacoli. 6 INCONTRI Gennaio 2009 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 7 INFANZIA La foto è tratta dalla relazione finale di Filomena Caccavelli. Patrizia Ruggeri lavora nella stessa Casa Famiglia in cui ha svolto il tirocinio, una comunità gestita dalle Suore del Divino Zelo in provincia di Messina. Con una lunga esperienza anche come volontaria, in queste pagine tratta soprattutto delle problematiche infantili e adolescenziali legate a una scarsa autostima. Uno degli aspetti che accomuna gran parte dei bambini da me seguiti in questi anni è la bassa considerazione di sé stessi, il sentimento di vergogna e di colpa che contraddistingue quasi sempre i minori deprivati o maltrattati. Un fardello pesante da scrollarsi di dosso e che è la principale causa di una percezione deformata dell’immagine di sé. In particolare il sentimento di vergogna provoca una svalutazione del sé invasiva e globale: il bambino si ritira, si fa piccolo e, attribuendosi scarso valore, vive una sensazione di totale impotenza. Cerca di nascondersi, di scappare, di vendicarsi... Sul piano sociale sviluppa una forte preoccupa- zione per come può essere valutato dagli altri. Un bambino maltrattato, abusato, abbandonato e non amato non può sviluppare sentimenti positivi nei confronti della vita che non gli appare, come sarebbe invece naturale nell’infanzia, magica e buona, in grado di affascinarlo, incuriosirlo ed entusiasmarlo. Diventa rinunciatario, incapace di affrontare e superare qualsiasi ostacolo, nello studio come nello sport, nelle amicizie come nelle relazioni affettive. Bambini con queste caratteristiche possono sviluppare forti depressioni. Significativo al proposito il caso di un ragazzino che si sentiva talmente privo di valore da raccontare in giro che il suo nome era “merdina” come spesso lo chiamava il patrigno. Nelle fotografie di gruppo bruciava la propria immagine con la sigaretta perché temeva che il suo volto potesse rovinare la fotografia. Alla domanda cosa vorresti fare da grande rispondeva, molto seriamente, che avrebbe voluto lavorare in una fogna. A 16 anni tentò il suicidio... Sono bambini feriti nel profondo e per sempre. Quando interveniamo come adulti e operatori possiamo solo cercare di cicatrizzare le loro ferite nel miglior modo possibile cercando di fare in modo che non si riaprano più. Ciò che chiedono è anzitutto di essere amati. Una domanda che spesso i miei bambini mi rivolgono è: “Mi vuoi bene? E quanto mi vuoi bene?”. Io li abbraccio, li coccolo e rispondo: “Prova a contare quante volte ti ho detto no”. A volte qualcuno mi chiede cosa penso di lui. In questi casi uso la prudenza e il tatto e non utilizzo mai frasi fatte come sei bello e buono e non c’è niente che non vada in te. Suonerebbe falsa... Se è necessario rilevare un aspetto negativo prendo come esempio qualche mio difetto e il modo in cui ho cercato di smussarlo o superarlo. Ciò che è importante è l’autenticità dell’ascolto e dello sguardo: nei miei occhi e nelle mie parole voglio che si riconoscano per quello che sono e per quello che valgono. INCONTRI Gennaio 2009 7 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 8 MULTICULTURALITÀ Assistenza alle donne immigrate Il tirocinio di Vincenza Toro presso una struttura d’accoglienza per donne maltrattate e immigrate di Firenze è durato tre mesi, un periodo molto intenso che le ha permesso di maturare non solo le sue capacità operative ma anche di conoscere personalmente tante storie difficili, spesso “invisibili” agli occhi di una società che a volte preferisce non “vedere” il disagio, la povertà, l’emarginazione. I turni di lavoro erano di cinque ore tutte le mattine, dal lunedì al sabato. Il mio compito era di assistere i bambini presenti nella struttura, dai più piccolini ai più grandi. Mi occupavo del loro tempo libero, della pappa e del cambio dei pannolini. In alternativa, quando i bimbi stavano con le madri, davo una mano in cucina, nelle pulizie di casa e nella cura della dispensa. Uno dei momenti più importanti della giornata era sicuramente il pranzo perché consentiva a noi operatori e agli ospiti di conoscerci e confrontarci, soprattutto sulle diverse abitudini alimentari dei vari gruppi etnici. È stato interessante vedere come lo svezzamento avvenisse diversamente a seconda del paese d’origine, a volte in maniera davvero bizzarra per noi occidentali! Il mio mansionario era piuttosto ricco: mi è capitato di dover andare ad acquistare i medicinali in farmacia, di aiutare le ospiti nel disbrigo delle pratiche burocratiche... Insomma, di stare al loro fianco per ogni necessità. Un aspetto particolarmente positivo è stato il rapporto con l’équipe, sempre improntato sulla fiducia e la piena disponibilità nei miei confronti. Le operatrici mi hanno accolto come una loro pari, facendomi superare presto tutte le paure iniziali e lasciando anche spazio ad alcune mie iniziative personali. Mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata, anche quando non sono riuscita a svolgere 8 INCONTRI Gennaio 2009 benissimo le attività affidatemi. Soprattutto mi hanno permesso di stare molto a contatto con gli utenti stranieri proprio per facilitare il mio percorso di Operatore Multiculturale. Le donne immigrate Le donne che giungono dai paesi più poveri rappresentano la parte della popolazione immigrata che vive le condizioni più difficili. Molte di loro infatti hanno alle spalle dolorose esperienze di prostituzione e tossicodipendenza che le pongono ai margini della società, rifiutate dalle loro famiglie e spesso trattate come esseri inferiori, prive di ogni diritto. Donne straniere, povere, maltrattate... Molte di loro erano state accolte nella casa famiglia dopo aver deciso di lasciare il marito. La loro paura? Quella di essere uccise, di vedere rapiti i loro figli, di essere condannate a una vita di totale sottomissione. Il fatto che io mi rivolgessi a loro con modi rispettosi e gentili ha fatto sì che si sentissero accettate, degne di un rapporto di vera amicizia. L’aspetto più difficile è stato mantenere la giusta distanza emotiva, senza farsi coinvolgere troppo dai singoli casi. Quando si lavora con questi utenti bisogna sviluppare un forte senso dell’equanimità, altrimenti si rischia di mettere più impegno in alcuni casi e trascurarne altri creando malcontenti e venendo meno al proprio ruolo educativo. Bisogna maturare un vero equilibrio interiore, assolutamente necessario per poter ottenere i risultati migliori. Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 9 MULTICULTURALITÀ impara È da bambini che si a camminare verso l’altro Il tirocinio che ho svolto per diventare Operatore Multiculturale mi ha sicuramente arricchito. – dice Valentina D’Agostino della sua esperienza in una scuola primaria della provincia di Cagliari – È stato bello e intenso, sinceramente non mi sarei aspettata di poter vivere tutte le cose che ho vissuto in un tempo così breve. In questo periodo ho potuto riconfermare a me stessa una cosa che già sapevo ma che si è rafforzata di una nuova consapevolezza e cioè che amo i bambini, mi piace tanto stare con loro, osservarli, ascoltarli, sono proprio innamorata, a volte mi sorprendo ad ammirarli come fossero un miracolo! Mi commuove tutto di loro: la spontaneità, la facilità e la fatica del crescere, le loro risa e i loro pianti, anche le loro crisi d’ira e la loro volontà di ribellarsi a ciò che gli fa male e non capiscono. Ma ciò che mi attrae di più è il loro mondo dietro i silenzi. Quando mi accosto a loro lo faccio con molto rispetto, con la consapevolezza di avere a che fare con una delle cose più preziose che abbiamo al mondo. L’uomo, la persona è ciò che veramente importa... e il fatto di poter in qualche modo influire sulla formazione dei bambini carica la mia coscienza di un peso che è al tempo stesso gravoso e gratificante. Sapevo di essere una persona curiosa, ma devo dire che la voglia di conoscere mi ha molto aiutata nel lavoro. Mi piace conoscere per capire, mi piace conoscere per amare: penso che le due cose siano fortemente legate, non possiamo infatti amare qualcuno se non lo conosciamo profondamente e la conoscenza è qualcosa che non finisce mai, come l’amore. Ho scoperto anche che il piacere della conoscenza con i bambini è reciproco. Quando li incontrai fui molto sorpresa dalla facilità con cui mi accolsero. Mi presentai dicendo che ero lì per aiutare i bambini stranieri ma anche per aiutare tutti a conoscere nuove culture e a prepararsi all’arrivo di questi nuovi amici che con il tempo diventeranno sempre più numerosi. E in effetti stavo in mezzo a loro e davo attenzione a tutti, agli stranieri anzitutto ma anche agli altri: raccontavo fiabe, a volte suggerivo le risposte giuste, a volte li riprendevo, mangiavo insieme a loro, ridevo alle loro battute e insegnavo le canzoncine. Più che una maestra un’amica alla quale voler bene. E penso che sia stato proprio il mio stare fra loro ad avermi permesso di raggiungere certi risultati. Qualche settimana prima di finire il periodo del tirocinio iniziai ad avvertire i bambini che dopo la Festa delle Lingue non sarei più venuta a scuola. Absa, una bambina senegalese, iniziò a contare i giorni e a rimproverarmi se per altri impegni passavo solo un’ora con lei e non due come facevo di solito. Xiuli, una cinesina che con me aveva sfoderato uno dei suoi primi sorrisi da quando era in quella scuola, si era fatta di nuovo seria e taciturna. Un giorno mi chiese se avrebbe potuto venire a trovarmi a casa quando finiva la scuola e io le risposi che sì, che anch’io sarei andata a trovarla. Un’altra piccola quando le diedi la notizia mi disse: “Oh no, maestra, questo non me lo dovevi dire” e qualche giorno più tardi volle scrivermi assieme a una compagna una lettera di saluto e ringraziamento. Ecco, queste sono le cose che mi hanno fatto sentire pienamente soddisfatta: espressioni e piccoli gesti che mi hanno fatto capire quanto la figura dell’Operatore Multiculturale può essere importante per i bambini, stranieri e italiani, per imparare a diventare uomini pronti a conoscere e a convivere con persone provenienti da altre regioni di questa nostra Terra. INCONTRI Gennaio 2009 9 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 10 DISABILI La pratica quotidiana, l’esame più difficile Solo l’esperienza diretta può insegnare come comportarsi di fronte a un attacco di panico o a una crisi epilettica - spiega Maria Caterina Carta Brocca raccontando della sua esperienza di tirocinio per diventare Operatore Socio Assistenziale per disabili in una cooperativa in provincia di Nuoro - In quei momenti si affronta un vero esame, utile per capire tante cose su di te e sul lavoro che hai scelto di fare. Sono una persona facilmente impressionabile e, per questo, i primi giorni del tirocinio pensavo di non riuscire a gestire bene il rapporto diretto con l’utenza. Poi, con il trascorrere dei giorni e con l’aiuto di un’ottima équipe, mi sono sentita sempre più tranquilla e più sicura di me. Non sapevo, però, di non aver sperimentato tutto. Mi mancava la prova del fuoco: la crisi. Così, un bel giorno, mi ritrovai impietrita, con il sangue diventato ghiaccio, di fronte a un ragazzo autistico in preda a un attacco di panico. Per un attimo mi sono sentita smarrita, impotente, ma ho saputo reagire, avvisare l’educatore che era al mio fianco, fare del mio meglio per risolvere la situazione. Tutto è durato pochi secondi ma, alla fine, ho capito di aver imparato qualcosa di veramente fondamentale, ovvero che il comportamento 10 INCONTRI Gennaio 2009 giusto da tenere in questi casi è mantenere la calma, cercare di capire cosa succede e agire di conseguenza. Una sequenza che mi è stata preziosa poco tempo dopo, quando una signora ha avuto una crisi epilettica: calmati, capisci e agisci, ecco la trilogia perfetta per chi deve garantire efficace assistenza in frangenti difficili. Anche per tutto il resto il tirocinio è stata un’esperienza molto interessante e educativa: rapportarsi con persone portatrici di handicap fisici e psichici non è facile, ma oggi mi sento molto più pronta a farlo, ho ricevuto molti consigli, ho vissuto varie situazioni, ho appreso alcuni segreti per convivere serenamente con chi è un po’ diverso da me. Un caso fra i tanti mi ha particolarmente colpita: Teresa, 23 anni, affetta da grave insufficienza mentale e linguistica, stereotipie del pensiero e incapacità di accesso al livello simbolico. Affettuosa, socievole, ha un linguaggio squillante ma molto disordinato e, se non è in condizioni di difficoltà emotiva, riesce a capire ciò che le viene richiesto e porta a termine qualsiasi compito. Con scarsa capacità di concentrazione anche per attività brevi e semplici, ha però una buona memoria in particolare per le sue cose personali. Quando si trova in difficoltà si agita, cammina veloce o corre via ma, quando l’altro fa finta di piangere per lei che se n’è andata, allora sorride, torna, ti dà un bacio sulla guancia e dice che tutto è passato. Con me ha fatto subito amicizia, quando arriva la mattina mi abbraccia e, se per caso stavo facendo qualcos’altro e non ho potuto salutarla, mi cerca e mi rimprovera… Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 11 L’ISTITUTO CORTIVO è convenzionato con ADECCO per la creazione di opportunità lavorative per i propri allievi Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 12 agenda seminari & corsi Il prossimo Corso di “IMPRESA SOCIALE” organizzato dall’Istituto Cortivo avrà luogo a Villa Ottoboni a Padova nei giorni 19, 20, 21 Marzo 2009 Il corso è riservato ad allievi ed ex-allievi ed è gratuito. Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione Professionale, Angela Bevilacqua, Via Padre Ramin, 1 35136 Padova - Tel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - e-mail: [email protected] I centri per l’infanzia vanno in rete Cortivobabyplanet.it è un portale dedicato a tutti i centri per l’infanzia garantiti dal marchio Cortivo Baby Planet. È un “condominio” che darà a tutti i centri Cortivo Baby Planet una serie di vantaggi: - un’identità a denominazione di origine controllata, riconoscibile e autorevole; - una maggiore visibilità; - la valorizzazione delle esperienze, delle professionalità e dei percorsi formativi; - una ulteriore garanzia di qualità. 12 INCONTRI Gennaio 2009 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 13 specialeseminario SempliceMente Essere, un percorso di formazione Dalla collaborazione tra Istituto Cortivo e Centro Studi Piazza una nuova opportunità per gli allievi ed ex allievi che vogliono trovare nuovi motivi di crescita personale e professionale. Lo scorso luglio davamo notizia su queste pagine del seminario di aggiornamento professionale che il Centro Studi Piazza stava progettando per gli allievi ed ex allievi dell’Istituto Cortivo. Il titolo dell’articolo era “Dare il meglio di sé stessi... con gioia”, e proprio questo era l’obiettivo del meeting: conseguire una buona conoscenza di sé e delle proprie potenzialità e coniugarla con le più appropriate strategie comunicative per riuscire a costruire nel proprio ambiente di lavoro relazioni efficaci e costruttive con gli utenti e con l’équipe, per creare assieme qualcosa di veramente buono. Tematiche di estremo interesse, quindi, che hanno suscitato grande partecipazione e hanno decretato il successo dell’evento che si è felicemente svolto ai primi di ottobre presso Villa Ottoboni a Padova. In quelle giornate è stato possibile riscontrare dal vivo quanto gli argomenti portati dal dott. Attilio Piazza vadano a comporre un prezioso patrimonio per chi desidera agire in modo concreto e positivo nell’universo del sociale. Possedere gli strumenti per valorizzare se stessi significa in effetti saper dare di più, mettere a fuoco con maggiore precisione pensieri e azioni, attivare il potenziale inespresso, trasformare i problemi in opportunità. Ed è proprio per dare a tutti coloro che fossero interessati un’ulteriore occasione per apprendere e approfondire queste tecniche che l’Istituto Cortivo ha deciso di collaborare con il Centro Studi Piazza nella realizzazione di “SempliceMente Essere”, un percorso di crescita personale e professionale rivolto a tutti gli allievi, ex allievi e docenti con sconti e agevolazioni sulla quota e sulle modalità di partecipazione. INCONTRI Gennaio 2009 13 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 14 specialeseminario SempliceMente Essere Obiettivo del corso è offrire strumenti di consapevolezza per entrare in relazione con la realtà, con se stessi e con gli altri in modo costruttivo e creativo. Gli argomenti dei vari moduli sono estremamente significativi: Il programma prevede un work in progress che, attraverso vari incontri ognuno della durata di tre giorni, porterà il frequentante a migliorare le proprie competenze e le relazioni interpersonali nonché ad acquisire utili strumenti professionali attraverso tecniche di meditazione e comunicazione ed esplorazioni delle dinamiche familiari. • Verso l’azione creativa. 14 INCONTRI Gennaio 2009 • Trovare il proprio centro. • Le origini della tua famiglia. • Connettere con la propria intelligenza emotiva. Disponibile in tre sedi a Milano, Padova e Roma, al termine consente di accedere alla formazione professionale in Counseling riconosciuto dalla F.A.I.P. Federazione delle Associazioni Italiane di Psicoterapia. • Strutture dell’ego, e qualità dell' essere. • I conflitti di relazione e le relazioni creative. • Gestire e risolvere i conflitti. Un vero e proprio percorso, quindi, fatto di meditazioni, tecniche di rilassamento e di respirazione, introspezioni e aperture, mente negativa e mente positiva, dinamiche familiari e gestione dei conflitti, rapporto con sé e con gli altri. Per richiedere il programma completo di date e costi rivolgersi alla Segreteria del Centro Studi Piazza, tel. 02 84477347 - 333 1155151, e-mail [email protected], oppure a Istituto Cortivo, Susanna Mazzocco, tel. 049 8901222, e-mail [email protected]. Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 15 specialeseminario INCONTRI Gennaio 2009 15 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 16 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 17 ANZIANI Rispettare gli anziani Parlare della vecchiaia fa paura, è un argomento che poche volte viene affrontato con serenità. Forse il problema è di come viene posta la questione: invece di parlare di invecchiamento bisognerebbe parlare di una fase naturale dell’intero ciclo della vita. La terza età è semplicemente uno stato fisico e psichico. Affinché possa essere vissuto con pienezza, va garantita all’anziano un’assistenza adeguata e rispettosa, all’altezza delle sue esigenze. Loredana Polizzi Laurenti, oggi Operatore Socio Assistenziale per gli anziani, coglie perfettamente l’essenza del problema. Come ha potuto constatare durante il tirocinio svolto presso una casa di riposo in provincia di Gorizia, la vecchiaia è una realtà umana che appartiene al divenire dell’uomo. Aiutare i vecchi a viverla con dignità, senza sentirsi un peso, è il compito che la società contemporanea deve imparare a svolgere al meglio. L’assistenza geriatrica deve diventare un fatto culturale, capace di coinvolgere completamente l’assistito. Assistere l’anziano solo fisicamente nei suoi bisogni essenziali di igiene e nutrizione non basta a farlo sentire vivo. Dobbiamo fare in modo di rendere meno fredde le strutture loro destinate, soprattutto dobbiamo offrire una cura piena di affetto e partecipazione. Pensiamoci bene: gli anziani sono stati ciò che oggi noi siamo e noi saremo ciò che loro oggi sono. ricovero nella stessa Residenza Sanitaria Assistenziale. Agli inizi, nonostante un primo accenno di demenza, riusciva ancora a camminare con il girello. Con il trascorrere del tempo e in seguito ad alcune fratture alle gambe e alle braccia, Nino ha perso completamente la sua autonomia. Quando l’ho conosciuto, nonostante la sua fama di uomo dal carattere aggressivo, a colpirmi è stato la sua simpatia e la dolcezza dei suoi occhi. Sembrava triste sulla sedia a rotelle e così, quando potevo, cercavo di tenergli compagnia. Siamo diventati amici e questo anche se tutti i giorni, quando lo andavo a salutare, lui non mi riconosceva. Bastavano però due parole e lui cominciava a sorridere... Insieme scherzavamo e cantavamo vecchie canzoni che lo riportavano indietro ai bei tempi quando ancora c’era sua moglie. Con Nino ho imparato che la demenza non significa perdere completamente i ricordi: molta della nostra memoria sembra infatti avere sede nel cuore, nel centro vivo degli affetti... Tutto ciò che ho potuto fare per Nino l’ho fatto appunto con il cuore ed oggi di lui conservo un bellissimo ricordo. Nino non c’è più, se n’è andato l’inverno scorso a 87 anni... Bastavano però due parole e lui cominciava a sorridere... Il tirocinio: Il caso di Nino Insieme Sino al 2006, Nino trascorreva una vita normale. Uomo piuttosto autoritario a cui non dispiaceva alzare ogni tanto le mani, vedovo da molti anni, ha cresciuto da solo due figli. Aveva un piccolo negozio di proprietà che gestiva senza problemi. Poi, un giorno, dopo un malore, si recò al pronto soccorso. Fu operato d’urgenza a causa di un aneurisma addominale. Dopo una breve convalescenza in RSA, viste le conseguenze della patologia fu deciso il scherzavamo e cantavamo vecchie canzoni che lo riportavano indietro ai bei tempi quando ancora c’era sua moglie. INCONTRI Gennaio 2009 17 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 18 ANZIANI Quando il sole orizzonte è all’ L’anziano si sente sempre più solo in una società che tende a metterlo ai margini. Spesso prova sentimenti di abbandono e inutilità che lo portano a pensare che nessuno sia più disposto a instaurare con lui un rapporto interpersonale autentico. Per questo motivo - spiega Anna Di Flumeri - ho orientato il tirocinio che ho svolto presso una casa di riposo in provincia di Foggia in modo da soddisfare l’esigenza degli utenti di essere accettati, compresi e valorizzati. Il periodo che ho trascorso a diretto contatto con gli anziani mi è stato estremamente utile per guardarmi dentro, per rendermi conto del fatto che il nostro mondo con i suoi ritmi frenetici e le sue difficoltà rende sempre più difficile ritagliarsi del tempo per dedicarci all’ascolto dei pensieri, delle paure, delle preoccupazioni degli altri e, soprattutto, degli anziani. Dico soprattutto degli anziani perché, anche se la personalità di un individuo è di norma un fattore psicologico relativamente stabile nel tempo, nella fase di senescenza la sfera degli affetti e delle emozioni tende a modificarsi sia quantitativamente sia qualitativamente: si riduce l’intensità delle reazioni emotive mentre aumenta la concentrazione sul proprio benessere fisico e psichico e sul proprio status economico e sociale. Il risultato finale è il prevalere di un crescente egocentrismo. In parole più semplici, mentre la personalità delle persone sino a 18 INCONTRI Gennaio 2009 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 19 ANZIANI una certa età rimane di tipo centrifugo, proiettata verso l’esterno e verso il futuro, la personalità dell’anziano è centripeta, ossia rivolta al proprio Io e ai ricordi, alle esperienze, ai sentimenti già vissuti. Questo tuttavia non significa che per gli anziani i legami affettivi e le relazioni interpersonali siano insignificanti: al contrario, sono in grado di amare e hanno bisogno di sentirsi amati, di ricevere attenzioni e affetto. Per dare uno sbocco pratico a questi pensieri che con il passare dei giorni del tirocinio sempre più mi affollavano la mente, decisi una linea di condotta che mi consentisse di dare una risposta positiva alla situazione che quotidianamente mi trovavo ad affrontare: la realtà di un’enorme struttura dove gli anziani, lontani dai propri familiari, vivevano angosciati e tristi anche se ben trattati dal personale che però non aveva tempo di soffermarsi sul singolo caso. Cominciai a prendermi almeno un’ora del tempo che avevo a disposizione per dedicarla all’ascolto dei più fragili, dei più tristi, dei più disinteressati alle attività, dei meno motivati. Ascoltavo in silenzio, con pazienza. Per me era un’azione spontanea, libera, non mi aspettavo nulla ma, inaspettatamente, sono cominciate a giungere le gratificazioni, non da tutti ma sempre più numerose: sguardi che non erano più spenti e smarriti, mezzi sorrisi e occhi lucenti e pieni di speranza, solo perché qualcuno aveva dato più importanza del solito a loro e ai loro sentimenti, alle loro storie e al loro essere interiore… Gli anziani, anche nella nostra società, possono esprimere saggezza, forza, dignità, voglia di testimonianza e di insegnamento: “Quando il sole è all’orizzonte, non aspettate che scompaia… cogliete, se potete, i suoi ultimi raggi”. INCONTRI Gennaio 2009 19 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 20 ASSISTENTE TURISTICO PER DISABILI Al fianco di turisti in vacanza e pellegrini “Se potessi, lo rifarei”, afferma sicura Angela Calise della provincia di Napoli, che del tirocinio come Assistente Turistico per disabili conserva un ottimo ricordo. Due le strutture dove ha lavorato: un albergo e un centro turistico giovanile gestito dalla curia vescovile sull’isola d’Ischia. La foto è tratta dalla relazione finale di Maria Caterina Carta Brocca. Strutture Non avrei mai pensato che potesse essere così interessante lavorare nel settore del turismo per disabili. La mia prima esperienza è stata in un bell’hotel di Forio, una sorta di mini villaggio turistico nato con la ferma intenzione di voler promuovere l’integrazione sociale delle persone diversamente abili tramite attività capaci di coinvolgere tutti gli ospiti come, ad esempio, escursioni nella natura e laboratori creativi. La struttura, priva di qualsiasi barriera architettonica, è dotata anche di pullmini per il trasporto alle Terme e alla spiaggia convenzionata. Il Centro Turistico Giovanile, invece, agisce in un’ottica rigorosamente cristiana, ponendosi al servizio del turista o, meglio, del “pellegrino”. Tra le sue finalità promuovere progetti ed eventi religiosi garantendo accoglienza a normodotati e portatori di handicap. 20 INCONTRI Gennaio 2009 Intervento Presso l’Albergo ho potuto sperimentarmi come animatrice cimentandomi soprattutto nell’organizzazione degli spettacoli e delle uscite. Tra le mie occupazioni principali c’era comunque l’accompagnamento degli ospiti nelle occasioni più diverse: le terapie e le visite mediche presso i centri termali ma anche le passeggiate nella natura. Ero io che sceglievo i luoghi, sempre non lontani dall’albergo e raggiungibili a piedi. Di solito presentavo l’itinerario agli utenti, fornivo tutte le informazioni e, una volta raggiunto il pieno accordo, esponevo il programma in bacheca. Spiegavo loro qual’era l’abbigliamento più consono all’escursione e quali erano le eventuali difficoltà. Devo dire che i turisti da me conosciuti erano tutte persone con una grande voglia di fare e soprattutto capaci di sorridere e sdrammatizzare di fronte agli inconvenienti più imprevedibili. Una volta fummo sorpresi da un temporale che ci impedì di raggiungere la meta: fu l’occasione per riderci sopra e per rinnovare la voglia di tornarci... Ci fu anche un episodio che mi richiese di agire con responsabilità in una situazione difficile. Tra gli ospiti c’era una signora asmatica e piuttosto ansiosa. A un certo punto fu colta da una crisi. Mantenendo la calma ma senza perdere tempo chiamai l’albergo e feci venire un’auto a prenderla. È stato per me un momento di crescita: ho capito che potevo contare su me stessa e sulle mie capacità professionali. Presso il Centro Turistico Giovanile ho invece svolto mansioni diverse: mi sono occupata del servizio informazioni e ho lavorato come guida nel progetto “Chiese Aperte”. La tipologia dell’utenza era un po’ diversa da quella dell’albergo. In questo caso l’ospite, più che un turista, era un pellegrino, animato da una forte fede e più disponibile a parlare di se stesso e della sua malattia. È stato molto arricchente perché ho conosciuto persone che, pur soffrendo di patologie molto gravi, si distinguevano per la loro grande spiritualità. Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 21 ASSISTENTE TURISTICO PER DISABILI La gioia è anche muoversi senza barriere Ho scelto di diventare Assistente Turistico per disabili spinta dai miei ideali umanitari. - racconta Roberta De Lorenzis che ha svolto il suo tirocinio in un Centro Diurno per Disabili di Brindisi - Credo molto nei valori della solidarietà, dell’altruismo, dell’amore, e nel corso di questa esperienza ho avuto modo di verificare che molto rimane da fare per creare le condizioni affinché le persone disabili possano crescere e vivere in un mondo nuovo e accogliente. Durante il tirocinio molte volte mi sono trovata a riflettere sull’importanza di poter garantire, soprattutto alle persone che hanno difficoltà nell’affrontare la vita, insieme ad altri e in tutta sicurezza, luoghi e situazioni diversi da quelli della loro quotidianità. Pensavo quanto sarebbe fantastico programmare tutto al meglio e accompagnarli, vedere nei loro volti i sorrisi, la gioia di scoprire insieme posti nuovi, di cogliere i loro commenti, partecipare alle loro emozioni. Ma la realtà purtroppo è diversa: nel territorio in cui vivo i portatori di handicap sono costretti a subire ancora troppe limitazioni. Figuriamoci poi viaggiare o dedicarsi a qualche attività nel tempo libero, lussi spesso inaffrontabili per chi, da queste parti, vive la difficile condizione di disabile. Le ragioni di queste difficoltà non sono facili da capire, soprattutto alla luce del fatto che la richiesta ci sarebbe, che i turisti diversamente abili sono una realtà in crescita che avrebbe solo bisogno di trovare le giuste soluzioni per i suoi bisogni speciali. È quindi evidente che strutture capaci di garantire adeguati livelli di fruibilità e servizi all’altezza delle attese dei clienti potrebbero conquistare interessanti quote di mercato considerando anche che il disabile non viaggia mai da solo ma con familiari, amici o accompagnatori. Da parte mia mi sono impegnata a capire cos’è che non va, ho svolto indagini e ho scoperto che le ragioni di questa situazione derivano da tre fattori di base: la scarsa sensibilità al problema da parte degli operatori turistici e degli amministratori pubblici, la difficile reperibilità di informazioni mirate e la mancanza di profili professionali specifici. Per quest’ultimo argomento la soluzione è già pronta: i corsi avviati dall’Istituto Cortivo ai quali sono davvero lieta di aver partecipato stanno infatti provvedendo a dotare il sociale di figure specializzate nell’accompagnamento turistico di persone con handicap, una bella novità per un settore che aveva bisogno di personale preparato per garantire assistenza. Per gli altri due problemi credo che sarebbe anzitutto necessario istituire organi di controllo per il rispetto delle regole esistenti in materia di barriere architettoniche e la creazione di una “mappa di accessibilità”. E poi agire sulla comunicazione e promuovere seminari nelle scuole e in tutti i luoghi in cui il tema può suscitare interesse e azioni positive. Spero proprio che qualcosa si muova, e presto, per poter vedere sempre più spesso scene di entusiasmo come quelle di cui ho potuto godere quando il Centro Diurno nel quale stavo svolgendo il tirocinio ha portato gli utenti alle Grotte di Castellana: una giornata difficile da dimenticare, che mi ha ulteriormente convinto del fatto che i disabili hanno il pieno diritto di viaggiare, conoscere, sperimentare luoghi e situazioni, come e forse anche più di tutti di altri. INCONTRI Gennaio 2009 21 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 DIPENDENZE 22 INCONTRI Gennaio 2009 15-01-2009 11:38 Pagina 22 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 23 DIPENDENZE Alcool ed emarginazione La dipendenza da alcool: un problema ancora molto sentito in Friuli che riguarda anche Lino, un caso emblematico incontrato da Katja Leoni assieme a molti altri durante il tirocinio svolto presso una comunità per tossicodipendenti attiva nel Goriziano e alla Caritas diocesana di Gorizia. Lino è nato in un comune della Carnia, la montagna della provincia udinese. Giunto alle soglie dei settant’anni, ha gravi problemi con l’alcool. La sua giovinezza è stata contrassegnata dall’infelicità: il padre era violento mentre la madre era in pratica assente in quanto impegnata nel lavoro. Lino è cresciuto quindi senza regole e ha conosciuto l’ambiente criminale sin da ragazzo. I suoi modelli erano i ladri, di cui ammirava la capacità e il coraggio. Fu proprio per imitarli e per conquistare la loro ammirazione che finì in riformatorio. Dopo sette anni di carcere, una volta uscito sembrava aver messo la testa a posto: decise di trovare un lavoro e di mettere su famiglia. La cosa parve funzionare ma poi il peso della responsabilità e la pesante eredità lasciatagli dal padre alcolista lo condannarono al suo destino di alcoldipendente. Eppure Lino le tentò tutte, anche quella di lasciare la Carnia e trasferirsi a Gorizia. Il colpo di grazia giunse con l’abbandono improvviso della moglie, trasferitasi con uno dei figli all’estero. Lino si trovò così da solo, con il secondo figlio, in una città sconosciuta... L’alcool prese nuovamente il sopravvento, al punto tale da costringerlo per diversi anni a una vita da clochard. Oggi Lino è uno degli ospiti di un dormitorio gestito dalla Caritas. Vive ancora il suo problema ma, perlomeno, ha la possibilità di trascorrere la notte in un luogo sicuro, lontano dai pericoli e protetto dai rigori dell’inverno. La sua storia mi ha colpito, perché esprime in maniera forte il disagio legato all’emarginazione. Insieme a Lino ho conosciuto altre persone, tutte con un loro preciso percorso biografico: il pensionato al minimo che non arriva a fine mese e che avrebbe bisogno di un alloggio popolare o di un ricovero in un centro anziani, l’immigrato rimasto disoccupato dopo aver lavorato periodicamente come operaio, lo sfrattato goriziano senza reddito e affetto da grave depressione, il giovane alcolista... Tutti con una loro storia, ognuno con un grande bisogno di essere ascoltato. INCONTRI Aprile 2008 23 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 24 DIPENDENZE Forti dosi di realtà per ritrovare sé stessi Dopo il tirocinio svolto in un centro di solidarietà che offre nel territorio fiorentino uno spazio di socializzazione aperto a chi ha vissuto esperienze di tossicodipendenza, Chiara Cirincione dice: Ho visto volti disperati e fiduciosi, in eterna attesa di qualcosa… Di cosa, mi chiedevo, forse di sé stessi? Ora lo so. Per me il tirocinio è stato come un’avventura della mente. Stimolata dal mio bisogno di aiutare e rendermi utile ma soprattutto dal desiderio di capire. Ho osservato, ho imparato dal lavoro in équipe, ho dato con umiltà e, in ultima analisi, ho concluso che l’unica strada davvero percorribile è la prevenzione. È una parola abusata, lo so, ma il concetto che sintetizza è fondamentale per contrastare efficacemente una problematica così complessa come la tossicodipendenza. Credo che non tutti abbiano ben chiara la vera essenza e la vera gravità del fenomeno, non solo per scarsa informazione ma anche perché la gente il più delle volte vede solo ciò che vuole vedere e non va a scavare in profondità per verificare, per capire. Non dico che sia cosa facile farsi un quadro completo del problema anche perché è in continuo mutamento: l’immissione di nuove droghe porta con sé nuovi comportamenti che richiedono nuovi provvedimenti e così via. Quello che è certo comunque è che i giovani vivono in un contesto di poliabuso nel quale l’alcool spesso fa la parte del leone. Durante la prima conferenza nazionale che si è tenuta sull’argomento è stata resa nota una statistica più che allarmante: oggi in Italia sono oltre sessantamila le persone in cura presso i servizi pubblici per 24 INCONTRI Gennaio 2009 l’alcoldipendenza, e in gran parte sono giovani. Il problema dell’abuso di alcol assieme a sostanze stupefacenti raggiunge ormai la soglia dell’allarme sociale per la fascia di età dagli 11 ai 17 anni, mentre per i giovani dai 21 ai 29 anni la prima causa di morte sono gli incidenti stradali provocati dall’assunzione di una quantità di alcool superiore ai limiti previsti dalla legge (e spesso anche di altre sostanze che alterano il sistema nervoso). Eventi terribili, disgrazie che provocano tremendi dolori ed enormi problemi nelle famiglie, che qui da noi avvengono con una frequenza quasi doppia rispetto a paesi come la Gran Bretagna, l’Olanda o la Svezia. Davanti a questi dati non possiamo chiudere gli occhi e far finta che la cosa non ci tocchi tutti direttamente. Sono numeri impressionanti, che dovremmo tenere ben presenti e diffonderli ad ogni occasione. Che fare? A mio parere occorre più informazione per scuotere gli animi di chi è a contatto con i giovani, genitori e insegnanti: servono atteggiamenti più severi, l’adolescente va “impressionato”, scosso con immagini “forti” ma reali, perché è una realtà che non può essere sottovalutata. Nessuno è mai morto di realismo ed è proprio la consapevolezza che manca. Questo deve essere il punto di partenza. Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 25 spazioincontri Questa pagina fa parte della storia del nostro giornale. Sin dai primi numeri, infatti, abbiamo voluto riservare uno spazio alle parole che ci giungevano direttamente dai nostri allievi o ex allievi: storie e notizie, successi e difficoltà, problemi e soddisfazioni. Come una finestra sul mondo del nostro Istituto, è una rubrica pronta ad accogliere qualsiasi genere di contributo, individuale o collettivo, felice o preoccupato, riflessivo o divertente. È un luogo attraverso il quale puoi comunicare ai tanti altri giovani e meno giovani lettori di Incontri il tuo stato d’animo, le tue sensazioni, le tue emozioni e i tuoi propositi, le tue piccole e grandi scoperte, i tuoi consigli che potrebbero rivelarsi preziosi per chi deve affrontare le esperienze che tu hai già fatto. Scrivici adesso, entra anche tu a far parte della nostra grande famiglia, ti aspettiamo con gioia. Caro Istituto Cortivo, sono una vostra studentessa ormai veterana. Mi sono infatti iscritta nel 2001 ma, a causa prima di problemi di salute e poi di lavoro, ho protratto gli studi sino a oggi… comunque ho quasi finito!!! Fin da subito mi sono trovata bene con voi, ho sempre avuto cordialità, cortesia e preparazione. I professori con cui ho dato gli esami sono stati eccezionali. Ma il vero motivo di questa e-mail è la professoressa S. Banfi, con la quale ho sostenuto alcuni esami e con la quale sabato scorso ho fatto il colloquio per il controllo della relazione finale. Avevo già percepito in lei i tratti di una persona straordinaria, ma in questa occasione ne ho avuto definitiva conferma. Abbiamo sostenuto uno stupendo colloquio, mi ha bene indirizzata sui modi per migliorare la tesi, mi ha ascoltata e, insomma, posso dire che più che una “lezione” abbiamo fatto una meravigliosa “chiacchierata” nel corso della quale si è rivelata a mio parere molto preparata professionalmente e umanamente. Tutto questo per complimentarmi con voi per la scelta del personale docente e per spezzare una lancia a favore della professoressa Banfi che ritengo una donna colta, preparata, intelligente e che ama il lavoro che fa! Ci tenevo a comunicarvi queste cose perché quasi sempre si scrive per fare polemiche e quasi mai per complimentarsi: per questo ho deciso di farlo… non si sa mai che qualcuno segua il mio esempio. Volevo inoltre dirvi che a gennaio verrò assunta nel posto in cui sto facendo il tirocinio. In realtà il tirocinio lo sto svolgendo nella materna ma l’assunzione avverrà nel nido che fa parte della stessa struttura. Nel frattempo, in attesa di concludere finalmente gli studi, vi auguro una meravigliosa giornata con la promessa di risentirci per l’esame finale. Cordialissimi saluti Melissa Savian Inviate le vostre lettere a: Istituto Cortivo - Via E. Ramin, 1 - 35136 Padova, e le vostre mail a: [email protected] INCONTRI Gennaio 2009 25 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 26 ex allievi raccontano Questa rubrica è dedicata alle esperienze e alle testimonianze di ex allievi dell’Istituto Cortivo. Storie in presa diretta di persone in cammino verso la piena realizzazione personale e professionale. Da operaio a Operatore Socio Assistenziale per l’infanzia: questa la scelta di vita di Simone Gardin, trentacinque anni e tanta voglia di aiutare i bambini, magari anche aprendo una sua realtà nel sociale... Dipendente di una fabbrica metalmeccanica, Simone Garbin di Gambugliano (VI) ha coltivato per anni la sua propensione per il lavoro nel sociale, fino a quando, circa un anno fa, ha deciso di dare una svolta alla sua vita iscrivendosi all’Istituto Cortivo. Come ha maturato questa decisione? E cosa ne pensa oggi che è giunto alla fine del corso per Operatore Socio Assistenziale per l’infanzia? Sarà lui stesso a raccontarcelo nel corso di questa breve intervista. “In effetti da ragazzo mi sono diplomato all’Istituto Professionale indirizzo meccanico. Un titolo che mi ha consentito di trovare abbastanza facilmente lavoro in una delle tante aziende attive nel vicentino, il territorio in cui vivo. Mentre lavoravo mi sono anche iscritto all’università, nel corso di laurea in Scienze Naturali. Era molto interessante, sono riuscito a dare otto esami ma poi l’impegno era troppo pesante, in famiglia c’erano dei problemi e ho deciso di lasciare.” Quindi hai continuato a lavorare come operaio... “Sì, avevo circa 24 anni a quel tempo e per un’altra decina sono rimasto in azienda: sono diventato assistente alla progettazione metalmeccanica ma sentivo che quella non era la mia strada, mi sentivo inutile. Questo perché nel frattempo, un po’ in famiglia dove purtroppo oltre ai problemi economici c’erano anche problemi di assistenza a persone molto malate, e un po’ in parrocchia, stavo a mano a mano maturando una grossa esperienza 26 INCONTRI Gennaio 2009 pratica nel dare aiuto a chi aveva bisogno di me. Così affinavo la mia sensibilità nei confronti degli altri, cambiavo dentro, sentivo che quella era l’attività che meglio rispondeva al mio modo di essere, di pensare e di agire. È stata una maturazione progressiva, che però a un certo punto mi ha portato a scegliere: è stato così che a 35 anni mi sono iscritto all’Istituto Cortivo.” Perché proprio all’Istituto Cortivo? “Cercavo un aiuto adeguato per vestire della giusta professionalità il mio desiderio di essere utile. Ho valutato diverse opzioni ma in ultima analisi ho preferito l’Istituto Cortivo perché sentivo che era il posto giusto in cui mettere il mio impegno, la mia costanza, la mia serietà di intenti. E sino ad ora ho avuto solo conferme in questo senso: gli esami sono impegnativi, si impara davvero, e adesso che sto facendo il tirocinio mi rendo conto che la preparazione ricevuta è assolutamente all’altezza della situazione.” Dove stai svolgendo il tirocinio? “In una comunità per ragazze con disagio familiare. In questo primo mese di attività ho già riscosso dei bei successi. Le materie studiate e le esperienze fatte sul campo nel corso della vita mi consentono di rapportarmi con le utenti nel modo giusto. Le ascolto, imparo a conoscere i loro problemi, e con loro va tutto benissimo. Cerco anche di confrontarmi con gli altri operatori, perché penso che lavorare bene con i colleghi sia una delle chiavi giuste per garantire un buon livello di assistenza.” Dopo la conclusione del corso cosa pensi di fare? “Mi mancano ormai solo un esame, la relazione finale e la discussione. Conto di finire entro gennaio, 2009. Poi mi piacerebbe partecipare a un Corso di Impresa Sociale per imparare come si fa a mettere in piedi una struttura, una comunità o una casa famiglia. Vorrei lavorare con tutte le fasce d’età fino ai diciotto anni. Ho delle idee: penso che sarebbe giusto arricchire l’offerta assistenziale con la formazione professionale e organizzare laboratori, di decoupage e di musica ma anche di sartoria o su come si coltiva un orto. Solo così si possono aumentare l’autostima e le conoscenze, nutrendo il cervello di buon pane, utile e concreto.” Pensi di continuare a mantenere il rapporto con l’Istituto Cortivo? “Certo, l’Istituto Cortivo è e continuerà a essere il mio punto di riferimento. Ci sono tante persone preparate, che sanno ascoltare ciò che uno pensa, valutare e consigliare. Istintivamente ho preferito l’Istituto Cortivo un anno fa e oggi lo preferisco perché ho avuto modo di sperimentare il suo valore. Vorrei averlo al mio fianco anche se deciderò di aprire la mia struttura in un’altra regione, forse in Emilia. Una cosa sono sicuro di averla imparata: in fabbrica quando si sbaglia un pezzo lo si butta via, ma nel sociale, quando si commette un errore l’errore rimane, non si può buttare. Per questo sono convinto che in questo campo prima di sbagliare bisogna provarle tutte, con ascolto, pazienza, umiltà, apertura e tanta, tanta disponibilità a cambiare.” Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 27 ex allievi raccontano Operatore Socio Assistenziale per l’infanzia con attestato dell’Istituto Cortivo, oggi Sara Lombardi lavora presso la stessa Casa Famiglia dove ha svolto il tirocinio. “Se avessi potuto continuare gli studi dopo il Liceo Scientifico, senza dubbio mi sarei iscritta a Scienze della Formazione. Invece, per non pesare sulla famiglia, ho deciso di trovare subito un lavoro. Facevo la commessa ma non ero soddisfatta. Volevo trovare qualcosa che mi facesse sentire realizzata.” E quel qualcosa è arrivato con la rivista nelle cui pagine Sara Lombardi, oggi Operatore Socio Assistenziale in una comunità educativa in provincia di Avellino, ha trovato la pubblicità dell’Istituto Cortivo. “La cosa mi è sembrata subito interessante, così ho compilato il coupon e l’ho spedito. Dopo il colloquio con l’Informatore Didattico e con il consenso dei miei genitori, ho deciso di iscrivermi al corso di OSA per l’infanzia che ho concluso nel novembre del 2007. È stata una scelta ponderata, l’unica che mi permetteva di ottenere un attestato senza rinunciare al lavoro. Il corso l’ho pagato con il mio stipendio, interamente, e di questo sono orgogliosa. Uno degli aspetti più positivi della formazione con l’Istituto Cortivo è proprio questo: si può lavorare e studiare contemporaneamente. È stata un’ottima esperienza, ho potuto approfondire molte materie che non conoscevo e ho avuto sempre la piena disponibilità dei docenti. Sono stata molto aiutata anche nella stesura della relazione finale.” Sappiamo che hai svolto il tirocinio in una casa-famiglia, la stessa che in seguito ha deciso di assumerti... “Sì. Chi l’avrebbe mai detto… Io nemmeno sapevo che esistesse una struttura come questa a pochi chilometri dal mio paese. È stato il mio ragazzo a informarmi di questa possibilità. Nella casa non avevano mai lavorato dei tirocinanti. Anche per loro è stata una novità. Comunque, è andato tutto talmente bene che alla fine mi hanno assunta”. Cosa pensi li abbia convinti? “Anzitutto il mio carattere aperto e socievole, la serietà con cui ho affrontato il mio compito e infine la qualità della mia formazione”. Ci puoi descrivere la tua casa-famiglia? “È una struttura che ospita sia adolescenti con problemi penali che ragazzi anche più piccoli con difficoltà familiari, in regime d’affido. Attualmente ne ospitiamo cinque ma abbiamo sempre a disposizione un letto per le urgenze. Il bimbo più piccolo che abbiamo accolto era ancora un neonato ed è stato con noi per oltre un anno e mezzo. Poi è stato adottato. Non lo nego: quando se ne è andato ho pianto… In tutto siamo dieci operatori, però lavoriamo due alla volta. Il mio orario è di 36 ore settimanali ma il turno di notte mi dà diritto a due giorni consecutivi di riposo”. Sono ragazzi molto problematici? “Non tutti. Per fortuna riusciamo a gestirli bene. I più difficili sono gli adolescenti con problemi penali, soprattutto gli irriducibili, quelli che ammettono apertamente di apprezzare i soldi facili, guadagnati per vie illegali. Sono ragazzi che apprezzano l’eroe negativo, quello forte, che fa le rapine e non ha paura di niente. Comunque noi non ci arrendiamo mai e, appena possiamo, cerchiamo con loro il confronto, li facciamo riflettere”. Quali sono i tuoi compiti? “Mi occupo di mansioni molto familiari e, soprattutto, aiuto i ragazzi nello studio pomeridiano. D’estate organizziamo anche molti laboratori manuali. Quest’anno ho proposto la creazione di scatole in cartone e stoffa e la cosa ha avuto un buon successo”. Hai altri progetti per il futuro, un sogno? “Prima o poi mi iscriverò all’università. Voglio diventare un educatore, un professionista in grado di coordinare le attività, di fare progetti e di guidare l’équipe… Con questo non voglio minimizzare il mio attuale ruolo di operatore, anzi: noi Operatori Socio Assistenziali all’interno delle case-famiglia siamo le figure che più si occupano del quotidiano, siamo noi che creiamo la giusta atmosfera familiare, quel calore che permette ai ragazzi di sentirsi protetti e mai soli con i loro problemi. Comunque, iscrivermi all’università significherebbe anche continuare a studiare, cosa che ritengo importante per la crescita personale di chiunque. Un sogno? Lavorare come educatrice nel campo dell’assistenza ai minori con problemi penali.” La foto è tratta dalla relazione finale di Filomena Caccavelli. Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 28 servizio segnalazione allievi In quanto scuola di formazione esclusivamente dedita ad attività didattiche, l’Istituto Cortivo non cura direttamente iniziative di collocamento al lavoro ma sviluppa invece attività di segnalazioni dei propri allievi alle strutture interessate. A questo fine offre gratuitamente agli allievi che hanno concluso il corso il Servizio Segnalazione Allievi, che consiste nel segnalare, attraverso il proprio ufficio aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, i nominativi degli allievi che hanno conseguito l’attestato di studio ad enti e strutture che ne fanno richiesta attivi nel sociale in tutto il territorio nazionale. Si ricorda agli allievi interessati a questo tipo di servizio che per consentire la segnalazione del loro nominativo per un eventuale inserimento professionale nel mondo del sociale sono tenuti a rilasciare l’autorizzazione al trattamento dei dati come previsto dalla legge 196/03 compilando il modulo disponibile presso la Segreteria Didattica dell’Istituto Cortivo di Padova. Il servizio fornisce inoltre agli allievi un orientamento su come condurre un’indagine occupazionale, come scrivere un curriculum e quali documenti e informazioni allegarvi, per individuare le strutture più idonee presenti nella propria zona di residenza. Servizio riservato alle strutture Le strutture interessate a ottenere nominativi di allievi che hanno concluso il corso nelle diverse specializzazioni possono farne richiesta all’Istituto Cortivo. Servizio riservato agli allievi Gli allievi interessati a conoscere le richieste pervenute all’Istituto Cortivo relativamente alla propria specializzazione e alla propria zona di residenza possono farne richiesta. SERVIZIO SEGNALAZIONE ALLIEVI Istituto Cortivo Centro di Formazione Professionale Via E. Ramin, 1 - 35136 Padova Tel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 e-mail: [email protected] 28 INCONTRI Gennaio 2009 Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 29 Centro Congressi Villa Ottoboni: fuori dai luoghi comuni. Il Centro Congressi Villa Ottoboni, immerso nel verde dell’ampio parco che gli fa da naturale cornice e inserito in un suggestivo contesto storico e culturale, è il luogo ideale per incontri, meeting e conferenze. L’interno si sviluppa su più livelli e comprende un’ampia reception, tre sale conferenza, uno spazio eventi flessibile, salette riservate e servizio di ristorazione. Tutto questo (assieme alla favorevole posizione*) fa del Centro Congressi Villa Ottoboni un posto davvero speciale e... fuori dai luoghi comuni. Centro Congressi Villa Ottoboni via Padre E. Ramin, 1 - 35136 Padova * Villa Ottoboni si trova a pochi chilometri dal casello di Padova Ovest ed è facilmente raggiungibile dalle principali arterie della città. Incontri_01_2009:Incontri_01_2009 15-01-2009 11:38 Pagina 30 ISTITUTO CORTIVO: diventa professionista nel sociale. Corsi e frequenze personalizzati 300 ore di tirocinio pratico Assistenza alla ricerca di impiego - Centri didattici in tutta Italia Essere professionista nel sociale Istituto Cortivo ti prepara al sociale Ambiti di specializzazione: Lavorare nel campo dell’assistenza ai bambini, agli anziani, ai disabili, ai tossicodipendenti, confrontandosi spesso con culture diverse dalla nostra, richiede una forza interiore molto speciale fatta di pazienza, disponibilità, umiltà, discrezione, capacità di ascoltare, comprendere, adattarsi alle varie situazioni. Se ritieni che queste doti facciano parte della tua personalità puoi metterti in contatto con noi. Sarà il tuo primo passo verso una professione sempre più richiesta, verso un futuro ricco di prospettive. Infanzia - Multiculturalità - Dipendenze Anziani - Disabili - Assistente turistico per disabili - Amministratore di sostegno www.cortivo.it immagina.biz Centro Formazione Professionale per Operatori Socio Assistenziali