Diapositiva 1 - Scuola Superiore Sant`Anna
Transcript
Diapositiva 1 - Scuola Superiore Sant`Anna
27/10/2010 Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Biomedica Indirizzo di Tecnologie Biomediche Insegnamento di Bioingegneria della Riabilitazione Anno Accademico 2010/2011 Introduzione alla Bioingegneria della Riabilitazione Cecilia Laschi [email protected] Sommario della lezione • Definizioni, obiettivi e ambiti della Bioingegneria della Riabilitazione • Classificazioni ICIDH, ICIDH-2 e ICF • Dati epidemiologici • Schema tipico del processo riabilitativo e ruolo dell’ingegneria: – – – – La valutazione funzionale delle prestazioni motorie Tecnologie per il recupero funzionale Tecnologie per la sostituzione funzionale Gli ausili tecnologici per il disabile e l’anziano 1 27/10/2010 L’ingegneria biomedica o bioingegneria Applicazione di metodi e tecniche quantitativi, propri dell’ingegneria, nella comprensione, determinazione e risoluzione di problematiche di carattere medico-fisico Biondi E. Introduzione all’Ingegneria Biomedica. Bologna: Patron, 1997. Biondi E., Cobelli C. (Ed.). Storia della Bioingegneria. Bologna: Patron, 2001. Definizione di “Biomedical Engineering” (N.I.H., U.S.A., 1997) L’Ingegneria Biomedica integra le scienze fisiche, chimiche, matematiche e informatiche con i principi dell’ingegneria allo scopo di studiare la biologia, la medicina, il comportamento e la salute. L’Ingegneria Biomedica fa avanzare i concetti fondamentali; crea conoscenza dal livello molecolare a quello dei sistemi d’organo; sviluppa approcci innovativi basati sulla biologia, sui materiali, sui processi, sugli impianti, sui dispositivi e sull’informatica per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di malattie, per la riabilitazione dei pazienti e per il miglioramento della salute. 2 27/10/2010 Obiettivi dell’Ingegneria Biomedica Miglioramento delle conoscenze sul funzionamento dei sistemi biologici, attraverso: modelli matematici metodi di elaborazione delle informazioni strumentazione sviluppo di nuove metodologie diagnostiche, terapeutiche e riabilitative sviluppo di nuovi apparati diagnostici, terapeutici e riabilitativi sviluppo di nuovi organi artificiali, nuovi dispositivi di supporto a funzioni alterate, nuovi ausili e dispositivi protesici per disabili individuazione di strutture e servizi per la gestione e l’organizzazione dell’assistenza sanitaria, soprattutto sotto l’aspetto tecnologico Biondi E. Introduzione all’Ingegneria Biomedica. Bologna: Patron, 1997. Biondi E., Cobelli C. (Ed.). Storia della Bioingegneria. Bologna: Patron, 2001. Figure professionali nell’Ingegneria Biomedica Ingegnere progettista Ha il compito di progettare nuovi dispositivi, protesi o strumenti di analisi Ingegnere clinico Ha il compito di gestire dispositivi, strumenti, e sistemi in ambito ospedaliero Ricercatore Ha il compito di studiare e sviluppare nuove metodologie e tecnologie in ambito medicobiologico 3 27/10/2010 Bioingegneria della Riabilitazione: alcune definizioni • Rehabilitation is the (re)integration of an individual with a disability into society (Robinson, 1993) => Riabilitazione • Rehabilitation Engineering is the application of science and technology to ameliorate the handicaps of individuals with disabilities (Reswick, 1982) => Bioingegneria della Riabilitazione • Rehabilitation Technology (or Assistive Technology) is the selection, design, or manufacture of augmentative or assistive devices that are appropriate for the individual with a disability => Ausili C.J. Robinson, 1993. “Rehabilitation Engineering – an editorial”, IEEE Transactions on Rehabilitation Engineering, Vol.1, pp.1-2. J. Reswick, 1982. “What is a rehabilitation engineer?”, in Annual Review of Rehabilitation, Vol.2, E.L. Pan, T.E. Backer, C.L. Vash (Eds.), Springer-Verlag, New York. Ambiti di applicazione della Bioingegneria della Riabilitazione • Activities of Daily Living (ADL): attività della vita quotidiana come mangiare, lavarsi, pettinarsi, leggere, ecc. • Mobilità: sia personale (in casa, in ufficio, a scuola) che pubblica (trasporti urbani, accessibilità degli edifici) • Capacità sensoriali: limitazioni della vista e dell’udito • Comunicazione: disordini nella produzione o nella comprensione del linguaggio C.J. Robinson, “Rehabilitation Engineering, Science, and Technology”, in Biomedical Engineering Fundamentals, J.D. Bronzino (Ed.), Taylor & Francis, 2006. 4 27/10/2010 Obiettivi della Bioingegneria della Riabilitazione • Metodi e tecniche per la modellazione dei sistemi fisiologici preposti alla coordinazione sensomotoria • Metodi e strumenti per la valutazione delle prestazioni motorie e funzionali • Tecnologie (e relativi protocolli clinici) per il supporto alla terapia riabilitativa motoria • Ausili tecnologici per il supporto alla vita indipendente del disabile e dell’anziano • Reti di servizi integrati per l’assistenza sociosanitaria al cittadino Sbocchi professionali del bioingegnere della riabilitazione Ingegnere progettista Ha il compito di progettare nuovi dispositivi, protesi o strumenti di analisi Aziende produttrici/distributrici di ausili per disabili ed anziani, di attrezzature per la terapia riabilitativa, di protesi, di sistemi per l’analisi del movimento Ingegnere clinico Ha il compito di gestire dispositivi, strumenti, e sistemi in ambito ospedaliero Unità di riabilitazione / Centri Ausili presso ASL, aziende ospedaliere, strutture cliniche private Ricercatore Ha il compito di studiare e sviluppare nuove metodologie e tecnologie in ambito medico-biologico Centri di ricerca di università o di aziende 5 27/10/2010 Evoluzione delle classificazioni internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, WHO in inglese) ICIDH CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MENOMAZIONI, DELLE DISABILITA’ E DEGLI HANDICAP Impairment Menomazione Disability Disabilità Handicap Handicap 1980 ICIDH-2 CLASSIFICAZIONI DELLE MENOMAZIONI, DELLE ATTIVITA’ PERSONALI E DELLA PARTECIPAZIONE SOCIALE 1997 Obiettivi: uniformare il linguaggio ai fini della pratica diagnostica, le indagini epidemiologiche, l’assessment clinico e l’impostazione di programmi riabilitativi ICF CLASSSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITA’ E DELLA SALUTE 2001 ICIDH, OMS, 1980 (International Classification of Impairments, Disability and Handicap) Nell’individuo avviene qualcosa di anomalo Cambiamenti patologici manifestazioni (sintomi e segni) CONDIZIONE DI SALUTE Qualcuno prende coscienza di tale insorgenza , i segni sono “esteriorizzati” La malattia clinica è visibile MENOMAZIONI Livello fisiologico La conduzione delle attività da parte dell’individuo può essere alterata limitazione dell’attività (“oggettivata”) Comportamento derivante da malattia/ fenomeni di malessere DISABILITA’ Livello personale L’individuo viene posto in una situazione di svantaggio rispetto agli altri risposta della società all’esperienza dell’individuo (cioè restrizione della partecipazione) HANDICAP Livello comunitario 6 27/10/2010 I fenomeni di compromissione descritti nell’ICIDH 1980 Situazione intrinseca esteriorizzata oggettivizzata socializzata MENOMAZIONE • Definizione: Perdita o anormalità a carico di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica • Classificazione: 1. Menomazioni della capacità intellettiva 2. Altre menomazioni psicologiche 3. Menomazioni del linguaggio e della parola 4. Menomazioni auricolari 5. Menomazioni oculari 6. Menomazioni viscerali 7. Menomazioni scheletriche 8. Menomazioni deturpanti 9. Menomazioni generalizzate, sensoriali e di altro tipo 7 27/10/2010 Caratteristiche della menomazione • La menomazione è caratterizzata da perdite materiali o anormalità che possono essere transitorie o permanenti e comprende l’esistenza o l’evenienza di anomalie, difetti o perdite a carico di arti, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali. • La menomazione rappresenta l’esteriorizzazione di uno stato patologico e in linea di principio essa riflette i disturbi manifestati a livello d’organo. DISABILITA’ • Definizione: limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano 8 27/10/2010 DISABILITA’ Classificazione: 1. Disabilità nel comportamento 2. Disabilità nella comunicazione 3. Disabilità nella cura della propria persona 4. Disabilità locomotorie 5. Disabilità dovute all’assetto corporeo 6. Disabilità nella destrezza 7. Disabilità circostanziali 8. Disabilità in particolari attività 9. Altre restrizioni all’attività Caratteristiche della disabilità • Concerne capacità funzionali che fanno riferimento ad aspetti essenziali della vita di ogni giorno • Le disabilità sono specifiche, non sono generiche; una persona può essere disabile in qualcosa • Deve essere evidenziata l’analisi dei comportamenti che le persone manifestano durante lo svolgimento di attività quotidiane, meglio se nel proprio contesto • La disabilità rappresenta l’oggettivazione della menomazione e come tale riflette disturbi a livello di persona. • Dall’accertamento delle disabilità si possono avere le indicazioni per il piano riabilitativo ed educativo 9 27/10/2010 HANDICAP • Definizione: condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali HANDICAP Classificazione: 1. Handicap nell’orientamento 2. Handicap nell’indipendenza fisica 3. Handicap nella mobilità 4. Handicap occupazionali 5. Handicap nell’integrazione sociale 6. Handicap nell’autosufficienza economica 7. Altri handicap 10 27/10/2010 HANDICAP • L’handicap è la conseguenza del deficit e non il deficit stesso • concerne persone con menomazioni e disabilità pertanto non si può attribuire a: – – – – difficoltà di apprendimento svantaggio socio-culturale difficoltà relazionali/ridotta motivazione disadattamento • Gli handicap si riferiscono alle “funzioni della sopravvivenza” legate a menomazioni e disabilità Caratteristiche dell’handicap • L’handicap rappresenta la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e come tale riflette le conseguenze – culturali, sociali, economiche e ambientali – che per l’individuo derivano dalla presenza della menomazione e della disabilità. • Lo svantaggio proviene dalla diminuzione o dalla perdita della capacità di conformarsi alle aspettative o alle norme proprie all’universo che circonda l’individuo. 11 27/10/2010 Struttura dell’ICIDH-2 (OMS, 1997): classificazione a 3 dimensioni 1. Menomazioni Alterazioni funzionali e strutturali dell’organismo, perdite o anormalità riguardanti: – La struttura del corpo – Funzioni fisiologiche – Funzioni psicologiche 2. Attività personali (ex disabilità) qualsiasi cosa una persona faccia, a qualsiasi livello di complessità, che può subire limitazioni di: – Natura – Durata – Qualità 3. Partecipazione sociale (ex handicap) L’interazione tra le menomazioni, le attività e i fattori contestuali, in tutte le aree e gli aspetti della vita umana che può subire restrizione a livello della: – Natura – Durata – Qualità Differenze con l’ICIDH 1980 • Le dimensioni sono state denominate con termini neutri • Ogni dimensione viene considerata per gli aspetti negativi e positivi • Le menomazioni sono state suddivise in: – Funzionali – Strutturali • Le disabilità sono state sostituite con attività personali • L’handicap è stato riformulato come partecipazione sociale 12 27/10/2010 ICF (OMS, 2001) International Classification of Functioning, Disability and Health (Classificazione Internazionale di Funzioni, Disabilità e Salute) • Lo scopo generale della classificazione ICF è quello di fornire un linguaggio standard e unificato che serva da modello di riferimento per la descrizione della salute e degli stati ad essa correlati • I domini contenuti nell’ICF possono essere visti come domini della salute e domini ad essa correlati. Questi due domini sono descritti dal punto di vista corporeo, individuale e sociale in due elenchi principali: – Funzioni e strutture corporee – Attività e partecipazione Definizioni ICIDH-2/ICF • Funzioni corporee: funzioni fisiologiche o psicologiche dei sistemi corporei • Strutture corporee: parti anatomiche del corpo, come gli organi, gli arti e i loro componenti • Menomazioni: problemi nelle funzioni o nelle strutture del corpo, intesi come una deviazione o una perdita funzionale significativa • Attività: esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo • Limitazioni dell’attività: difficoltà che un individuo può incontrare nello svolgimento delle attività (sostituisce Disabilità) • Partecipazione: coinvolgimento di un individuo nelle situazioni di vita in relazione alle condizioni di salute (funzioni e strutture corporee), alle attività e ai fattori di contesto (sostituisce Handicap) • Restrizioni della partecipazione: problemi che un individuo può avere nel coinvolgimento nelle situazioni della vita (sociale e lavorativa) Fonte: ICIDH-2 Classificazione Internazionale Menomazioni-Disabilità-Handicap dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) (http://www.who.int/icidh) 13 27/10/2010 ICF (OMS, 2001) (International Classification of Functioning, Disability and Health) • L’ICF non è più una classificazione delle “conseguenze delle malattie” (versione del 1980), ma è diventata invece una classificazione delle “componenti della salute”. • Le “componenti della salute” identificano gli elementi costitutivi della salute, mentre le conseguenze si focalizzano sull’impatto delle malattie. 14 27/10/2010 Fattori ambientali 1) Livello individuale: l’ambiente personale dell’individuo, inclusi – ma non solo – la casa, il luogo di lavoro e la scuola. Questo livello include le caratteristiche fisiche e materiali dell’ambiente in cui l’individuo si trova e in cui ha un contratto diretto con altre persone, quali i familiari, i conoscenti, i compagni e gli estranei. 2) Livello sociale: le strutture sociali formali e informali, i servizi e le principali interazioni nella comunità o nella società che hanno un impatto sugli individui. Questo livello include organizzazioni e servizi correlati all’ambiente di lavoro, attività della comunità, servizi statali, servizi di comunicazione e trasporto, reti sociali informali e leggi, regolamenti, regole formali e informali, atteggiamenti e ideologie. Fattori personali Rappresentano quelle caratteristiche dell’individuo che non fanno parte della condizione di salute o degli stati di salute. Comprendono il sesso, la razza, l’età, altre condizioni di salute, la forma fisica, lo stile di vita, le abitudini, l’educazione ricevuta, la capacità di adattamento, il background sociale, l’istruzione, la professione e l’esperienza passata e attuale (eventi della vita passata e eventi contemporanei), modelli di comportamento generali e stili caratteriali, che possono giocare un certo ruolo nella disabilità a qualsiasi livello. 15 27/10/2010 Struttura dell’ICF Classificazione delle menomazioni dell’ICIDH e funzioni e strutture corporee dell’ICF 16 27/10/2010 Classificazione di disabilità e handicap e di attività e partecipazione Il sistema di classificazione dell’ICF Prefisso: • “b”: funzioni corporee • “s”: strutture corporee • “d”: attività e partecipazione • “e”: fattori ambientali Codice numerico: • Primo numero: numero del capitolo • Numeri successivi: livelli successivi 17 27/10/2010 18 27/10/2010 Qualificatore generico Usa la stessa scala per tutte le componenti e può indicare una menomazione, una limitazione, una restrizione o una barriera Le percentuali indicano il margine di errore ammesso Qualificatori per ciascuna componente 19 27/10/2010 20 27/10/2010 Dati epidemiologici riferiti all’Italia (ISTAT 2004-05) Persone con disabilità: 2.600.000, pari al 4,8% circa della popolazione di 6 anni e più che vive in famiglia +190.134 persone residenti nei presidi socio-sanitari = circa 2.800.000 21 27/10/2010 Contesto familiare e aiuti informali • 31,9% delle persone con disabilità: – vive da sola – gran parte sono donne anziane vedove • Età media delle persone con disabilità che vivono sole: – 78,2 anni per gli uomini – 81,3 anni per le donne • Età media delle persone con disabilità nel resto della popolazione: – 50,8 anni per gli uomini – 63,2 anni per le donne Contesto familiare e aiuti informali • La famiglia rappresenta uno dei punti di riferimento essenziali per le persone con disabilità: – 68,2% degli aiuti da parenti più o meno stretti • Aiuti – in faccende domestiche: 32,1% – nell'assistenza ad adulti e bambini: 28,2% – di carattere economico: 4,4% 22 27/10/2010 Istruzione ed integrazione scolastica • 20,9% delle persone con disabilità non possiede nessun titolo di studio (4,3% nel resto della popolazione) – 25,1% donne – 12,6% uomini • Nella fascia di età 15-44, 16,0% nessuno titolo di studio (1,8% nel resto della popolazione) Istruzione ed integrazione scolastica (dati MIUR, A.A. 2005-06 ) • 178.220 studenti con disabilità iscritti nella scuola statale e non statale, di ogni ordine o grado, pari al 2,0% di tutti gli studenti • 10.126 studenti con disabilità iscritti all’Università statale (incremento del 52% rispetto al 2001) – 28,4% con problemi di tipo motorio – 3,2% con disturbi mentali – maggior numero nella facoltà di Lettere e filosofia: 18,7% 23 27/10/2010 Lavoro e occupazione • Occupate meno del 18% delle persone con disabilità in età lavorativa (poco più del 54% delle persone non disabili) • inabili al lavoro: 21,8% sul totale delle persone con disabilità • nella fascia 15-44 anni, 18,4% occupati – 22,3% maschi – 13,9% femmine – 50,9% inabili al lavoro • nella fascia 45-64 anni, 17,0% occupati – 24,6% maschi – 10,4% femmine – 39,0% inabili al lavoro Condizioni di salute • 55,7% percepisce di stare male/molto male, • 9,3% si sente bene o molto bene (nel resto della popolazione 3,7% e 66,8%) Sotto il profilo epidemiologico la disabilità è fortemente associata a forme patologiche di tipo cronico-degenerativo: • 59,4% malattie croniche gravi • 60,8% multicronici • (nel resto della popolazione 11,6% e 11,8%) • età 45-64: 43,8% • età 65-74: 64,2% malattie croniche (nel resto della popolazione 14,4% e 32,4%) 24 27/10/2010 Partecipazione sociale Molto soddisfatte delle loro relazioni familiari: • 29,5% persone con disabilità • 34,2% persone senza disabilità Molto soddisfatte delle loro relazioni amicali: • 13,3% persone con disabilità • 24,5% persone senza disabilità Molto soddisfatte della fruizione del tempo libero: • 11,0% persone con disabilità • 14,1% persone senza disabilità Partecipazione sociale Attività svolte nel tempo libero: • 19,4% delle persone con disabilità sotto i 44 anni è andato al cinema, teatro o a vedere qualche spettacolo nei 12 mesi che precedono l’intervista (33,2% per le persone senza disabilità) • 23,8% legge libri rispetto al 45,2% delle persone senza disabilità • 43,0% delle persone con disabilità tra i 18 e i 44 anni ascoltano la radio quasi ogni giorno (66,4% per le persone senza disabilità). • 92,1% guardano, quasi tutti i giorni, la televisione (94,5% per le persone senza disabilità) • La percentuale di persone che seguono la politica italiana è del 43,4% rispetto al 65,8% delle persone senza disabilità • Uso dei mezzi di trasporto locali: 20,3% (24,4% senza disabilità) • Uso del treno: 13,7% (31,2% senza disabilità) • Uso dell’automobile come conducente: 28,7% (73,5% senza disabilità) 25 27/10/2010 Schema tipico del processo riabilitativo Valutazione funzionale Intervento riabilitativo • Continuo Terapia riabilitativa Valutazione limitazioni nelle attività • Iterativo Ausili • Integrato Formazione professionale Reinserimento sociale e professionale Attività e Partecipazione Andamento del recupero di attività e partecipazione nel processo riabilitativo Soglia del reinserimento sociale e professionale Soglia dell’autonomia personale Grado di successo della terapia Ausili Formazione Evento traumatico/ patologico Eventuale modifica della strategia di intervento Tempo 26 27/10/2010 Schema tipico del processo riabilitativo Valutazione funzionale Intervento riabilitativo Terapia riabilitativa Valutazione limitazioni nelle attività Come può contribuire l’ingegneria? Con quali benefici? Ausili Formazione professionale Reinserimento sociale e professionale Quali sono le problematiche tecniche poste da questo settore? Obiettivi dell’applicazione dell’ingegneria in Riabilitazione migliorare la qualità della prestazione riabilitativa in tutte le sue componenti, in termini di: Accuratezza Predicibilità dei risultati migliorare la qualità della vita di disabili ed anziani, principalmente attraverso l’incremento dell’autonomia personale 27 27/10/2010 Schema tipico del processo riabilitativo Valutazione funzionale Intervento riabilitativo Terapia riabilitativa Valutazione limitazioni nelle attività Come può contribuire l’ingegneria? Con quali benefici? Ausili Formazione professionale Reinserimento sociale e professionale Quali sono le problematiche tecniche poste da questo settore? Intervento riabilitativo Recupero Funzionale: •Ortesi •FES •Sistemi ibridi FES+ortesi 28 27/10/2010 Ortesi Dispositivo che aumenta (non sostituisce) una funzione del sistema scheletro-motorio, controllando il movimento Reciprocating Gait Orthosis FES – Functional Electrical Stimulation (Stimolazione Elettrica Funzionale) • Stimolazione dei muscoli per ottenere contrazioni attraverso impulsi elettrici Tipi di elettrodi: A. Applicati sulla superficie della pelle: Transcutanei B. Impiantati sotto la superficie della pelle: 1. Subcutanei 2. Percutanei 29 27/10/2010 Un esempio di sistema FES: FES per il ‘piede cadente’ (foot drop) The external Controller (A) is positioned over the site of the Implant Receiver (D) using the Leg Strap (B). The Footswitch (C) is placed under the heel of the foot inside the shoe and plugged into the Controller. While the Controller is switched on: 1. When the heel leaves the floor, the Footswitch triggers the Controller to transmit power and control signals, through the skin, to the Implant Receiver. 2. The Implant Receiver converts the received power and control signals into electrical signals which are then sent along the Cooper Cables (E) to the Electrodes (F). 3. These signals stimulate the two branches of the common peroneal nerve causing the combination of muscles to contract appropriately, thus lifting and rotating the foot to the correct position for walking. The Controller stops the stimulation when the Footswitch senses that the heel has struck the ground again. Walk-Aide, by Un esempio di sistema FES: FES per la deambulazione 30 27/10/2010 Un esempio di sistema ibrido ortesi + FES per l’arto superiore NESS H200™ System The NESS H200 Hand Rehabilitation System from Bioness, is a non-invasive, advanced neuroprosthesis indicated for the treatment of upper limb paralysis from hemiplegic stroke, traumatic brain injury or C5-C6 spinal cord injury. The system contains a custom-fit orthosis that uses Functional Electrical Stimulation (FES) to sequentially activate muscle groups in the forearm to produce functional movement patterns in the hand. Clinical evidence suggests an increase in functionality In clinical studies, the NESS H200 has been shown to improve selected hand function in patients with C5-C6 SCI and improve hand and upper limb function associated with chronic poststroke paresis, as well as selected functional outcomes in stroke patients including ADL grasp, hold, and release tasks. Intervento riabilitativo Sostituzione Funzionale: • Protesi di arto superiore • Protesi di arto inferiore 31 27/10/2010 Protesi Dispositivo interno (endoprotesi) o esterno che sostituisce parti o funzioni perdute del sistema neuro-scheletro-motorio Protesi di arto superiore: spalla, braccio e mano Protesi di arto inferiore Amputazioni Si classificano in base al livello a cui avvengono: • Trasversali: all’altezza di un osso. Es: – – – – transfemorali transtibiali transomerali transradiali • Disarticolazioni: all’altezza di un’articolazione. Es: – disarticolazione del gomito – disarticolazione dell’anca 32 27/10/2010 Classificazione delle protesi Protesi estetiche (o cosmetiche) di tipo tradizionale di tipo modulare (scheletriche) Protesi funzionali (cinematiche) ad energia corporea (con comando a trazione) Protesi funzionali ad energia extracorporea (mioelettriche) Classificazione delle protesi Protesi estetiche (o cosmetiche) protesi passive il cui unico scopo è la ricreazione dell’aspetto esteriore Protesi funzionali (cinematiche) ad energia corporea (con comando a trazione) protesi azionate da una fonte di energia corporea indiretta, le cui funzioni vengono attivate da un bendaggio a trazione comandato dalla spalla e dal moncone Protesi funzionali ad energia extracorporea (mioelettriche) protesi azionare da energia extracorporea, alimentate per mezzo di un accumulatore. Per il comando delle protesi mioelettriche ci si avvale di potenziali mioelettrici rilevati sull’epidermide, provocati dalla contrazione muscolare Nel caso in cui vengano combinati forza corporea ed extracorporea, come nel caso di una mano azionata mioelettricamente e di un gomito con comando a trazione, si parla di protesi ibrida 33 27/10/2010 Componenti principali di una protesi d’arto inferiore INVASO Schema di protesi d’arto superiore mioelettrica 34 27/10/2010 Implantable system for neural stimulation and recording Bionic Prosthetic Hand Bio-inspired mechatronic hand prosthesis with embedded biomimetic sensors Neural electrodes Telemetric link (transceiver) for both efferent and afferent signals Unit for decoding patient's intentions, for delivering the cognitive feedback to the patient and for prosthesis control www.cyberhand.org Bionic Prosthetic Hand Biomechatronic hand SmartHand Prototype (2009) . Interfaces Short-term implant of 4 tfLIFEs (from IBMT) in one amputee for direct neural control hand prostheses Nov. 2008 @ UCBM, Rome 16 DoF 4 Motors 40 Sensors Non-invsasively interfaced tfLIFE insertion 2009 Clinical ev. (8 patients): -Lund University, Sweden; -Johns Hopkins University, USA; 2010 Clinical evaluation: -Belgrade University, Serbia; -Aalborg University, Denmark; Smarthand FP6-NMP-2006-33423 Cyberhand IST-FET 2001-35094 Neurobotics FP6-IST-001917 35 27/10/2010 Intervento Riabilitativo (Recupero Funzionale o Sostituzione Funzionale) Contributo dell’ingegneria: • Modelli degli arti e del controllo motorio • Tecnologie (robotiche) e dispositivi per il recupero o la sostituzione funzionale • Tecnologie per la realizzazione di elettrodi Benefici attesi: • • • • Maggiore funzionalità Sistemi di controllo sensorizzato “closed-loop” Miglior feed-back all’utente Controllo neurale Sfide: • • • • • Progettazione meccatronica che tenga conto anche degli aspetti cosmetici Sviluppo di microcomponenti (sensori ed attuatori) Integrazione del controllo umano nel loop di controllo Accettabilità vs. funzionalità Tele-monitoraggio e tele-manutenzione Schema tipico del processo riabilitativo Valutazione funzionale Intervento riabilitativo Terapia riabilitativa Valutazione limitazioni nelle attività Come può contribuire l’ingegneria? Con quali benefici? Ausili Formazione professionale Reinserimento sociale e professionale Quali sono le problematiche tecniche poste da questo settore? 36 27/10/2010 Caratteristiche fondamentali del processo di terapia riabilitativa I pazienti manifestano un recupero spontaneo solo in casi molto rari: nella maggior parte dei casi il recupero deve essere favorito mediante la somministrazione di una terapia motoria specifica (eventualmente coadiuvata da supporti farmacologici) Attualmente, la riabilitazione motoria è una attività lavorativa molto intensiva ed è basata su una interazione uno-ad-uno con il terapista per molte ore al giorno Esiste un forte bisogno di valutare in modo oggettivo il progresso della terapia, di definire nuovi protocolli e strumenti per la riabilitazione che consentano di dosare la terapia al fine di indirizzare il processo verso il miglior esito possibile Il paziente è obbligato a recarsi presso il centro di riabilitazione per alcuni mesi, a volte oltre un anno Tecnologie per il supporto alla terapia riabilitativa Dispositivi robotici (esoscheletri, manipolatori ed altri strumenti meccatronici) per: Movimenti passivi, esercizi motori supervisionati o master-slave Misure quantitative nell’analisi del movimento 37 27/10/2010 Macchine riabilitative OPERATIVE – La traiettoria dell’effettore della macchina nello spazio operativo coincide con quella della mano o del piede – Le traiettorie dei singoli giunti della macchina NON coincidono con le traiettorie dei singoli giunti dell’arto Macchine riabilitative ESOSCHELETRICHE • La traiettoria dell’effettore della macchina nello spazio operativo coincide con quella della mano o del piede • Le traiettorie dei singoli giunti della macchina approssimano le traiettorie degli omologhi giunti dell’arto The LOKOMAT system Upper Limb Exoskeleton (Kiguchi et al.) 38 27/10/2010 The LOKOMAT Treadmill training is a new rehabilitation technique in which the patient is standing on a treadmill and his body weight is reduced by a special suspension system. The walking-like leg movements are generated and/or assisted by manual handwork of two physiotherapists. The LOKOMAT is a four degree-of-freedom (DOF) robotic orthosis developed at the Balgrist University (Switzerland) to allow the mechanical control of the movements of the hip and the knee of the subject. The actuation is obtained by DC motors and the angles are measured by potentiometers. The reference trajectories that are used to control the motion are physiological hip and knee angle trajectories. Il MIT-MANUS Il MIT-manus è un robot planare a 2 DoF ad elevata backdriveability progettato per essere sicuro, stabile e cedevole nell’interazione fisica con il paziente 39 27/10/2010 The MIT-MANUS • • • This system has been developed in the laboratory directed by prof. N. Hogan at MIT The MANUS is configured for safe, stable and compliant operation in close physical contact with humans by developing the impedance control which modulates the way the robot reacts to mechanical perturbation from a patient or clinician and ensures a gentle compliant behavior The machine was designed to have a low intrinsic end-point impedance (i.e., be backdriveable), with a low and nearly-isotropic inertia (1 0.33 kg, maximum anisotropy 2:1) and friction (0.84 0.28 N, maximum anisotropy 2:1), and be capable of producing a predetermined range of forces (0–45 N) and impedances (0–2N/mm). Il MIT-MANUS Caratteristiche principali: Struttura SCARA (selective compliance) a 2 DOF planare 2 Motori DC fissi e posizionati nella base Tramissione rigida (quadrilatero articolato) con connessione direct drive per aumentare la reversibilità cinematica Assenza di accoppiamento tra i giunti 40 27/10/2010 Il MIT-MANUS Caratteristiche principali: Basso attrito complessivo (0.84 N ± 0.28 N) Bassa inerzia apparente: 1 ± 0.33 kg Spazio di lavoro planare: 0.2 x 0.2 m Rapporto fra gli assi dell’ellisse d’inerzia: 2:1 (anisotropia inerziale) MEMOS MEchatronic system for Motor recovery after Stroke • Robot cartesiano (WS: 66 cm x 44 cm) • 2 dof (motori DC brushless) • Forza nominale 40 N; • velocità massima 400 mm/s • Il robot è realizzato con un sistema di guide perpendicolari con carrelli a ricircolo di sfere • Trasmissione con cinghie sincrone e pulegge 41 27/10/2010 MEMOS • Per il controllo in velocità si usano encoder ottici (risoluzione di 0.15 mm) • La forza sull’end-effector è misurata tramite strain-gauge Micera, Carrozza, Guglielmelli et al, “A Simple Robotic System for Neurorehabilitation”, Autonomous Robots, 19, 271-284, 2005 MIME • The MIME system was developed in the framework of the Stanford Robotic Aid Project in collaboration with the US VA Spinal Cord Injury Service • The MIME uses two standard mobile arm supports that limit the movements to the horizontal plane, and a 6DOF robot arm that applies forces and torques to the arm of the patient 42 27/10/2010 The potential market of robots for neurorehabilitation is huge In the United States: Every year 700,000 US citizens are affected from a stroke (a new disable every minute) 4,000,000 US citizens are still living with a sensory-motor deficit due to a stroke 7 years after the stroke, 71% of the patients has severe problems in making many activities of daily living The annual cost of the problems is 30 millions USD (25% for the loss of productivity) Terapia Riabilitativa Contributo dell’ingegneria: • Modelli degli arti e del controllo motorio • Tecnologie (robotiche) e macchine per la terapia • Misurazioni quantitative del movimento dell’arto del paziente Benefici attesi: • Somministrazione della terapia con frequenza maggiore • Maggiore accuratezza nel controllo della traiettoria degli arti • Maggiore coinvolgimento del paziente nella terapia Sfide: • Identificazione del numero ottimo di DOF che il robot deve controllare e dell’insieme ottimo di variabili da monitorare per applicazioni diverse • Sistemi di controllo dell’interazione con il paziente • Incremento dell’accettabilità di questi sistemi • Dimostrazione del rapporto costo/beneficio 43 27/10/2010 Schema tipico del processo riabilitativo Valutazione funzionale Intervento riabilitativo Terapia riabilitativa Valutazione limitazioni nelle attività Come può contribuire l’ingegneria? Con quali benefici? Ausili Formazione professionale Reinserimento sociale e professionale Quali sono le problematiche tecniche poste da questo settore? Strumenti e procedure di misura in bioingegneria della riabilitazione Misure di: • Strutture: dimensioni, masse, momenti di inerzia, circonferenze, forme, rigidezze e altri aspetti del sistema fisico • Funzioni: svolgere compiti, muovere arti, comunicare, ecc. • Performance: quanto un sistema fisico svolge ‘bene’ la propria funzione, con accezione multifunzionale (es. forza, ampiezza, velocità, accuratezza, stabilità, resistenza) • Comportamento: caratterizzazione di quello che un sistema fa naturalmente 44 27/10/2010 Strumenti e procedure di misura in bioingegneria della riabilitazione – organizzazione gerarchica Scale di valutazione • Misurazione del danno nelle funzioni o strutture corporee (ex menomazione*) • Misurazione della limitazione dell’attività (ex disabilità*) • Misurazione della restrizione della partecipazione (ex handicap*) • Misurazione della qualità della vita o dello stato di salute * ICIDH: International Classification of Impairment, Disability and Handicap 45 27/10/2010 Scale di misurazione del danno • Le scale di misurazione del danno quantificano l’effetto della patologia sulle strutture anatomiche o sui sistemi funzionali dell’organismo umano. • Le scale più diffuse sono: – – – – – Motricity Index EDSS ASIA NIH (valuta lo stato neurologico del paziente con ictus) Ashworth Scale (misura il grado di spasticità di un gruppo muscolare) Scale di misurazione della disabilità • Le scale di misurazione della disabilità valutano le attività di vita quotidiana (ADL) o le attività strumentali di vita quotidiana (IADL) • Gli strumenti ADL misurano le attività personali: – – – – Vestirsi Mangiare fare il bagno Cura della persona • Gli strumenti IADL valutano le capacità del soggetto di: – adattarsi all’ambiente – condurre la gestione della casa – fare la spesa • Le scale più diffuse sono: – Barthel Index – FIM – PULSES Profile 46 27/10/2010 Scale di misurazione dell’handicap • Le scale di misurazione dell’handicap valutano gli aspetti psicologici, sociali ed economici del soggetto. • Le scale più diffuse sono: – Chart Questionnaire – CIQ Scale di misurazione della qualità della vita • Le scale di misurazione della qualità della vita valutano l’impatto della malattia dal punto di vista del paziente e misurano parametri legati alla percezione che il soggetto ha di sé dal punto di vista psicologico e fisico • Le scale più applicate sono: – SIP – SF-36 47 27/10/2010 Caratteristiche delle scale di valutazione • Affidabilità: grado al quale una misura è libera da errori (Domholdt E., 1993) • Ripetibilità: grado al quale una misura è riproducibile quando è amministrata più volte o da più esaminatori, appropriatamente e in circostanze simili (Johnston MV, 1992) – Riproducibilità inter-esaminatori : grado al quale i punteggi ottenuti da un esaminatore addestrato sono sovrapponibili a quelli registrati da un altro esaminatore addestrato – Riproducibilità test-retest: grado di variabilità dei punteggi in seguito a misurazioni ripetute in uno stato cosiddetto stabile Donatella Bonaiuti “Le scale di misura nelle malattie muscolo-scheletriche” Publisher, 2000 Requisiti delle scale di valutazione Una scala di valutazione ideale • deve valutare la prestazione complessiva del sistema utenteattività-(ausilio)-contesto e non solo il grado di disabilità della persona fisica o il carico assistenziale richiesto • deve valutare i soggetti in modo globale e non solo su alcune tipologie di attività (cura della persona, vita quotidiana, studio, divertimento, inserimento lavorativo, ecc.) • deve misurare contemporaneamente il grado di abilità, di partecipazione e della qualità della vita • deve mettere in risalto anche il grado di autonomia percepito dalla persona, specialmente in riferimento ai bisogni considerati prioritari e alle preferenze dalla persona. Ciò può comportare la necessità di un eventuale utilizzo di pesi nella valutazione. 48 27/10/2010 Analisi del movimento studio quantitativo del movimento umano Sistemi di analisi del movimento Nell’analisi del movimento si misurano tre diversi tipi di dato: – Dati cinematici: cioè i movimenti del corpo; vengono misurati utilizzando i sistemi di MOTION CAPTURE; – Dati dinamici: cioè le forze e i momenti angolari; vengono misurati utilizzando piattaforme di forza e altri sensori; – Dati elettromiografici: cioè i segnali elettrici di attivazione dei muscoli; vengono misurati con degli elettrodi. 49 27/10/2010 Valutazione Funzionale Contributo dell’ingegneria: • Metodi e tecniche di misura quantitative • Strumenti di misura (sensori e sistemi) Benefici attesi: • • • • Valutazioni quantitative Maggiore accuratezza Ripetibilità Protocolli clinici innovativi, standardizzati e facilmente condivisibili tra tutti gli attori del processo riabilitativo Sfide: • Sistemi per la misura del movimento, delle forze, delle traiettorie non invasivi • Analisi dei dati Schema tipico del processo riabilitativo Valutazione funzionale Intervento riabilitativo Terapia riabilitativa Valutazione limitazioni nelle attività Come può contribuire l’ingegneria? Con quali benefici? Ausili Formazione professionale Reinserimento sociale e professionale Quali sono le problematiche tecniche poste da questo settore? 50 27/10/2010 Main Motivations for the Development of Assistive Technology • Increased need for personal assistance due to: – elongation of life expectations, with increased prevalence of debilitating conditions and diseases – increased risks of traumas, in car accidents and hazardous sports – increased survival rates from traumatic injury Ausili (Assistive Technology) Qualsiasi dispositivo, attrezzatura o prodotto acquisito commercialmente, modificato o personalizzato, usato per aumentare o migliorare le capacità funzionali di individui con disabilità Public Law 100-407 - Stati Uniti 51 27/10/2010 Ausili per soggetti con limitazione delle attività motorie Animali addestrati Assistente umano Ausili meccanici e robotici Sistemi per l’automazione domestica (Domotica) Ausili telematici Il Laboratorio Ausili della ASL6 di Livorno Eroga servizi di consulenza per informazione, identificazione, adattamento, test e validazione di ausili tecnologici Convenzionato con la Scuola Superiore Sant’Anna Attivo dal 1996, nasce in sinergia con l’esperienza del Centro Auxilia di Livorno (1995-1997) Via S. Gaetano 7, Livorno 52 27/10/2010 Livorno Laboratorio per la valutazione e la sperimentazione di ausili robotici e telematici per l’autonomia del disabile A.S.L. 6 Livorno 1995 Categorie di Ausili utilizzati presso il Centro di Livorno Mobilità Comunicazione Ausili sensoriali - Visione Accesso al Computer Ausili di base per il controllo ambientale 53 27/10/2010 Classificazione SSN degli Ausili (Nomenclatore Tariffario) • 22 – Ausili per la stabilizzazione,postura e deambulazione • 25 – Protesi per laringectomizzati • 27 – Accessori (per protesi e tutori di arto) • 30 – Protesi fisiognomiche • 101 – Ausili per l’incontinenza • 201 – Ausili per la funzione visiva • 301 – Ausili per la funzione acustica • 401 – Ausili per la fonazione/comunicazione • 501 – Ausili per la funzione motoria Es. 22.51.137 corrisponde al codice delle Carrozzine (51) Elettriche (137) Nomenclatore Tariffario SSN: http://intranet.dongnocchi.it/siva/ITA/servizi/guida/siva.htm Classificazione ISO degli Ausili Ausili per terapia e l’addestramento Ortesi e Protesi Ausili per la cura e la protezione personale Ausili per la mobilità personale Ausili per la cura della casa o per altri edifici Mobilia e adattamenti per la casa o per altri Ausili per comunicazione, informazione e segnalazione • 24 - Ausili per manovrare oggetti o dispositivi • 27 - Adattamenti dell'ambiente, utensili e macchine • 30 - Ausili per le attività di tempo libero • • • • • • • 03 06 09 12 15 18 21 - Es. 12.21.27 corrisponde al codice delle Carrozzine (21) Elettriche (27) Classificazione ISO: http://intranet.dongnocchi.it/siva/ITA/bancadati/ausili/albero.asp 54 27/10/2010 Esempio di Corrispondenza tra i due Sistemi di Classificazione (Carrozzine) E’ importante conoscere questa corrispondenza perchè in Italia solo gli ausili contenuti nel Nomenclatore Tariffario sono rimborsati dal SSN Tabella di Corrispondenza SSN-ISO: http://www.handylex.org/stato/ntp/elenco2.PDF Una caratterizzazione generale degli ausili tecnologici • Ausili per l’assistenza vs. tecnologie riabilitative/didattiche • Ausili low tech vs. high tech • Tecnologie hard vs. soft • Appliance (elettrodomestico) vs. tool (strumento/utensile) • Tecnologie minime vs. massime • Tecnologie di applicazione generale vs. specifica • Tecnologie commerciali vs. personalizzate 55 27/10/2010 Ausili per la Manipolazione: Classificazione Bassa Tecnologia Alta tecnologia Compiti Specifici (Es. nutrizione) Uso Generale La piramide degli ausili per l’autonomia personale del disabile motorio (Dario et al., 1996) Dispositivi meccatronici per compiti specifici Sistemi per l’automazione della casa (domotica) Strumenti informatici e servizi telematici (telemedicina) Grado di disabilità Ausili robotici Costo Complessità tecnica, Obiettivo generale: incremento dell’indipendenza personale Percentuale della popolazione 56 27/10/2010 Principi per l’adozione di ausili 1. Gli obiettivi, i bisogni e i compiti dell’utente devono sempre essere definiti chiaramente, elencati e incorporati il prima possibile nel processo di intervento 2. Il coinvolgimento di professionisti della riabilitazione con competenze diverse massimizza la possibilità di successo 3. Le preferenze, le capacità e le limitazioni cognitive e fisiche, le condizioni di vita e l’atteggiamento verso le tecnologie dell’utente e le loro possibili variazioni nel tempo devono essere valutate, analizzate e quantificate in maniera completa 4. Attenta e completa considerazione delle tecnologie disponibili per rispondere ai bisogni dell’utente deve essere svolta per evitare di trascurare soluzioni potenzialmente utili 5. Le preferenze e le scelte dell’utente devono essere tenute in considerazione nella scelta dei dispositivi di ausilio 6. L’ausilio deve essere personalizzato e installato nello scenario in cui sarà usato 7. Non solo l’utente deve essere addestrato all’uso dell’ausilio, ma anche i familiari e gli assistenti 8. Follow-up, riadattamenti e rivalutazioni dei modelli d’uso e dei bisogni dell’utente sono necessari a intervalli periodici Convinzioni errate sull’adozione di ausili: 1. Gli ausili possono risolvere tutti i problemi – sebbene possa essere utile nello svolgimento di molti compiti, la tecnologia da sola non può risolvere tutti i problemi connessi con la disabilità 2. Persone con la stessa disabilità hanno bisogno degli stessi ausili – gli ausili devono essere personalizzati perché pazienti con disabilità molto simili possono avere bisogni molto diversi 3. Gli ausili sono necessariamente complessi e costosi – ausili a bassa tecnologia possono talvolta risultare preferibili, per la loro semplicità, facilità d’uso e di manutenzione, e basso costo 4. Le prescrizioni di ausili sono sempre accurate e ottimali – l’adozione di ausili è tipicamente inesatta e cambia con il tempo, in accordo allo stato di salute dell’utente, delle condizioni di vita, delle preferenze 5. Gli ausili vengono sempre usati dai pazienti – secondo dati statistici americani del 1990, circa 1/3 dei dispositivi adottati, non necessari per la sopravvivenza, non vengono più usati dopo soli 3 mesi 57 27/10/2010 Fattori chiave per la progettazione di ausili • Progettazione centrata sui fattori umani (human-centred design) • Modularità • Espandibilità/Scalabilità • Interoperabilità (interfaccia, scambio dati, funzioni) • Valutazione ex-ante ed in itinere della accettabilità delle soluzioni progettuali proposte • Valutazione costo/beneficio estesa (Cost-of-illness) Ausili robotici Gli Ausili Robotici hanno l’obiettivo di aumentare attività e partecipazione di un soggetto con limitazioni dell’attività, derivanti in particolare da menomazioni agli arti superiori, interponendo un manipolatore robotico tra il soggetto stesso e l’ambiente esterno. Il robot diventa un’interfaccia tra il soggetto e l’ambiente esterno 58 27/10/2010 Profilo tipico dell’utente di un ausilio robotico • Profilo fisico: disabilità motoria grave, che coinvolge la capacità di manipolazione Es: tetraplegia, emiplegia, spasticità gravi • Profilo psicologico: capacità di desiderare l’indipendenza Es: disabili da trauma o patologia insorta dopo l’età dello sviluppo Evolution of Robotics for Personal Assistance Fixed Workstations Master-Raid TOU Devar/Provar TIDE-Omni Wheelchair Mounted Manipulators and Intelligent Wheelchairs Sprint Immediate Mobile Robotic Systems Modular Distributed Systems HWRS ERC system INAIL-RTR P3 TIDEMOVAID Helpmate URMAD Project CareOBot 59 27/10/2010 Stazioni robotiche fisse Un manipolatore robotico impiegato presso una stazione di lavoro fissa DeVar/ProVar VA R&D Rehabilitation Center, Palo Alto, CA Primo prototipo: 1982 Prima valutazione: 1985 Stazioni robotiche fisse EU TIDE Programme, “RAID” Pilot Project, EPIRAID Project Primo prototipo: 1993 Prima valutazione: 1995 Stazione robotica per soggetti disabili in ambiente lavorativo (mansioni amministrative) 60 27/10/2010 Manipolatori su carrozzina SPRINT-IMMEDIATE 1992-94 Manipolatore Manus a bordo di una carrozzina elettrica ad assetto variabile per il superamento delle barriere architettoniche (TGR Explorer) dotato di interfacce utente integrate per il controllo braccio-carrozzina Il manipolatore robotico Manus • 6 motori (gradi di libertà) • trasmissione a cinghie reversibile (braccio cedevole) • progetto meccatronico con controllore di basso livello a bordo • unità di controllo portatile • interfaccia a joystick e tastierino • alimentazione a batteria Exact Dynamics, Paesi Bassi, 1991 61 27/10/2010 Sistemi robotici mobili: URMAD CNR-URMAD Sistema robotico mobile per l’assistenza personale Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa, 1992-1995 TIDE-MOVAID: Sistema robotico per l’assistenza domestica Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa, 1994-1997 62 27/10/2010 Il sistema MOVAID: un’unità robotica mobile in grado di ‘attraccarsi’ a stazioni fisse Elettrodomestici Ambiente domestico tipico Camera Cucina Interfacce dedicate per elettrodomestici Ausilio robotico Stazione di controllo fissa Sistema di attracco MOVAID mobile unit Head: auto-localisation + vision system Arm + Hand Tray Mobile base + low level controls Docking system 63 27/10/2010 Il sistema di ‘attracco’ (docking) di MOVAID Ruolo del bioingegnere nella progettazione di ausili Ruolo tradizionale Bioingegnere Medici/personale sanitario Nuovo ruolo Bioingegnere Pratica clinica Dispositivo biomedico Prodotto/ servizio sanitario Paziente (utente finale) Pazienti Specifiche di progetto: disegno industriale, ergonomia, psicologia Prodotto / servizio sanitario Paziente (utente finale) Pazienti 64 27/10/2010 Il modello HAAT: Persona-Attività-Ausili Tecnologici (Human-Activity-Assistive-Technology) ATTIVITA’ AUSILI TECNOLOGICI Tecnologia Persona Attività Contesto PERSONA CONTESTO L’approccio orientato all’utente adottato in MOVAID Analisi dei bisogni utente Definizione dell’utente FASE 1 Funzionale Requisiti utente Psicologica Specifiche funzionali Simulazione Prodotto Ingegnerizzaz. Prove utente FASE 6 Prototipo FASI 3, 4 e 5 Lineeguida di progetto Feed-back dagli utenti FASE 2 65 27/10/2010 I compiti di MOVAID I compiti di MOVAID 66 27/10/2010 Industrial designers designing a personal robot Existing components L’aspetto di MOVAID 67 27/10/2010 Validazione del sistema MOVAID Prima di MOVAID Prove Sperimentali Immagini l’assistenza di un Robot? Sì 10% Non so 48% No 42% 64 utenti coinvolti in prove e dimostrazioni in 3 diversi paesi Europei Dopo MOVAID Vorresti avere un Robot come Assistente? Sì 43% Non So 36% No 21% Research trends for Assistive Robotics • Two main paths for assistive robotics: – Long-Term: general purpose robotic servants, which MAY have human-like, humanoid appearance BUT IN ANY CASE SHALL BE capable of operating without heavy environmental adaptations, and of interacting at cognitive level – Medium/Short-Term: the robotic appliance. The concept of a novel generation of task-specific appliances taking full advantage of enabling micromechatronics and ICT technology, and of human-centred design 68 27/10/2010 Task-specific Robots • Pros: MySpoon Handy 1 Rehab Robotics – Natural evolution of today’s appliances – Less invasive – Lower cost to benefit – More commercially viable – Shorter development cycle • Cons: – Need many devices to meet total need – Less natural in human environment Cye Robot ProRobotics Roomba iRobots Il concetto di sistema di ausili modulare ed integrato 69 27/10/2010 La robotica umanoide oggi alcuni esempi Ausili Contributo dell’ingegneria: • Tecnologie e dispositivi per funzioni sensoriali e motorie • Tecnologie (robotiche) per lo svolgimento di una grande varietà di attività Benefici attesi: • Maggiore livello di autonomia personale • Possibilità di monitoraggio e di assistenza continuativi • Riqualificazione dell’assistenza personale umana Sfide: • Nuove metodologie di progetto per tecnologie “accettabili” • Soluzioni meccatroniche per lo sviluppo di ausili ottimizzati per la funzione di interesse (minima complessità necessaria) e per i requisiti utente (interfacce) • Virtual prototyping & customization • Controllo dell’interazione fisica (cedevolezza funzionale, sicurezza) 70 27/10/2010 Obiettivi del corso di Bioingegneria della Riabilitazione • Fornire allo studente le conoscenze di base relative all’applicazione di strumenti e dispositivi ingegneristici in ambito riabilitativo • Fornire allo studente solide competenze teoriche e pratiche sugli strumenti modellistici, metodologici e tecnologici che la bioingegneria può offrire al settore della riabilitazione, inteso come pieno recupero alla vita sociale e lavorativa di un paziente. • In particolare, lo studente dovrà acquisire le capacità di base necessarie per la progettazione e per la valutazione di strumenti biomedici per la riabilitazione, con particolare riferimento alle macchine per la riabilitazione, gli ausili per l’autonomia del disabile e dell’anziano e le protesi d’arto. Programma del corso Valutazione funzionale Intervento riabilitativo Terapia riabilitativa Valutazione limitazioni nelle attività Ausili Formazione professionale Reinserimento sociale e professionale A. Introduzione alla Bioingegneria della Riabilitazione B. Cenni di Anatomia e Menomazioni C. Scale di Valutazione Funzionale D. Fondamenti di Robotica e di Controllo di Robot E. Robotica Riabilitativa F. Ausili per l’Indipendenza Personale G. Protesi d’Arto Superiore H. Interfacce Neurali 71 27/10/2010 Materiale didattico http://www-arts.sssup.it/tiki/tiki-index.php?page=courses http://www-arts.sssup.it/ [email protected] 72