atti di controllo e di indirizzo - XIV Legislatura

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atti di controllo e di indirizzo - XIV Legislatura
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
7885
Camera dei Deputati
—
AI RESOCONTI
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
278.
Allegato B
ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO
INDICE
PAG.
ATTI DI INDIRIZZO
Interrogazione a risposta scritta:
Mozione:
Diliberto ....................................
1-00169
7887
2-00671
7887
Affari esteri.
Illy .............................................
3-02056
7893
Dell’Anna ..................................
3-02058
7893
4-05702
7894
Damiani ....................................
3-02053
7888
Giustizia.
Interpellanza urgente
Ambiente e tutela del territorio.
(ex articolo 138-bis del regolamento):
Interpellanza urgente
Cola ...........................................
(ex articolo 138-bis del regolamento):
2-00672
7888
Interrogazione a risposta immediata:
3-02061
7890
Attività produttive.
3-02060
2-00674
7894
Interrogazioni a risposta immediata:
Tanzilli ......................................
3-02062
7895
La Russa ..................................
3-02063
7896
Infrastrutture e trasporti.
Interpellanza urgente
Interrogazione a risposta immediata:
7891
Comunicazioni.
(ex articolo 138-bis del regolamento):
Volontè ......................................
2-00669
7897
4-05698
7897
Interno.
Interrogazione a risposta scritta:
Cirielli .......................................
7892
Interrogazione a risposta scritta:
Interrogazione a risposta orale:
Gianni Alfonso ........................
2-00673
Interrogazioni a risposta immediata:
(ex articolo 138-bis del regolamento):
Vigni ..........................................
7891
Economia e finanze.
Gianni Giuseppe ......................
Interpellanza urgente
Pappaterra ................................
4-05699
(ex articolo 138-bis del regolamento):
Presidenza del Consiglio dei ministri.
Delmastro Delle Vedove .........
Bulgarelli ..................................
Interpellanza urgente
ATTI DI CONTROLLO
Schmidt ....................................
PAG.
Difesa.
Interrogazione a risposta scritta:
4-05700
7891
Mascia .......................................
N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche
le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
7886
Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
PAG.
PAG.
Istruzione, università e ricerca.
Catanoso ...............................
4-03417
V
Interrogazione a risposta orale:
Catanoso ...............................
4-05103
VI
Cennamo ...............................
4-02379
VII
Magnolfi ....................................
3-02055
7898
Interrogazione a risposta in Commissione:
Crisci .........................................
5-01741
7899
Lavoro e politiche sociali.
Interrogazione a risposta scritta:
Sgobio .......................................
4-05701
7900
Cento .....................................
4-05083
X
Cordoni .................................
4-04783
XI
Cossa .....................................
4-03684
XII
Cossiga ...................................
4-04799
XV
Crisci .....................................
4-02753
XV
D’Agrò ...................................
4-02861
XVIII
Politiche agricole e forestali.
Delmastro Delle Vedove .....
4-03503
XIX
Interrogazione a risposta immediata:
Fatuzzo .................................
4-00984
XIX
Fatuzzo .................................
4-03489
XX
Galli Daniele ........................
4-04222
XXII
Galvagno ...............................
4-01593
XXII
Giachetti ................................
4-03073
XXIII
Grandi ...................................
4-00914
XXIV
Migliori ..................................
4-03143
XXVI
Lucchese ................................
4-04080
XXVIII
Mancini .................................
4-03608
XXIX
Messa .....................................
4-03488
XXIX
Messa .....................................
4-04218
XXX
Napoli Osvaldo .....................
4-02590
XXXI
4-02757
XXXII
Carbonella ................................
3-02057
7901
Rapporti con il Parlamento.
Interrogazione a risposta immediata:
Cè ..............................................
3-02059
7901
Salute.
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
Lupi ...........................................
2-00670
7902
3-02054
7902
Interrogazione a risposta orale:
Savo ...........................................
Apposizione di firme ad una risoluzione .....
7903
Fiori .......................................
Nicotra ..................................
4-02714
XXXIII
Apposizione di firme ad interrogazioni ....
7903
Patria .....................................
4-02380
XXXIII
Pubblicazione di un testo riformulato ......
7903
Rossi Sergio ..........................
Rossi Sergio ..........................
Rossiello ................................
Russo Spena .........................
Tocci ......................................
Valpiana ................................
Vito Alfredo ..........................
Zanettin .................................
4-04424
4-02469
4-02548
4-04925
4-03484
4-03211
4-01840
4-03437
XXXVI
XXXVII
XL
XLI
XLIII
XLIV
XLV
XLVII
Interrogazioni per le quali è pervenuta
risposta scritta alla Presidenza:
Briguglio ................................
4-04021
I
Brugger ..................................
4-04418
III
Carli .......................................
4-02656
IV
Atti Parlamentari
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XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
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AI RESOCONTI
ATTI DI INDIRIZZO
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Mozione:
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
La Camera,
premesso che:
porte;
Camera dei Deputati
—
l’attacco contro l’Iraq è oramai alle
l’Italia di fatto è già coinvolta in
questo conflitto avendo dato l’autorizzazione agli Stati Uniti al sorvolo dello
spazio aereo nazionale, l’uso delle basi
militari sul territorio italiano e delle proprie infrastrutture;
questo conflitto è ancora evitabile
ma il Governo italiano non agisce in
questa direzione continuando ad assumere
una posizione ambigua e subalterna alle
decisioni degli Stati Uniti e discostandosi
inoltre dal documento unitario europeo di
forte condanna contro una eventuale
guerra;
impegna il Governo
ad intraprendere tutte quelle azioni
utili a scongiurare l’attacco statunitense
contro l’Iraq;
a revocare l’autorizzazione al sorvolo
dello spazio aereo italiano, all’uso delle
basi militari e di tutte le infrastrutture
presenti nel territorio italiano quali porti,
aeroporti, l’intera linea ferroviaria, strade
ed autostrade nazionali.
(1-00169) « Diliberto, Armando Cossutta,
Rizzo, Bellillo, Maura Cossutta, Nesi, Pistone, Sgobio,
Vertone, Petrella ».
*
*
*
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Presidente del Consiglio dei ministri, per
sapere – premesso che:
il 18 febbraio 2003, grazie ad una
denuncia ai carabinieri di Codigoro (Ferrara) da parte della L.A.V. (Lega anti
vivisezione), è stato accertato presso l’allevamento « Agricola Lamberta », del
gruppo Amadori, l’uso degli attacchi per le
scrofe e scrofette nonostante il divieto di
legge in vigore dal 2001;
l’utilizzo dei cosiddetti « attacchi »,
che altro non sono che cinghie, lacci o
catene legate al collo o al corpo delle
scrofe per impedire loro qualsiasi movimento, è proibito in tutto il territorio
italiano, senza possibilità di deroga, dal 1o
gennaio 2001, ad opera del decreto legislativo n. 534 del 1992, in attuazione della
direttiva 91/630/CEE che stabilisce norme
minime per la protezione dei suini, ed
incompatibili con l’attuazione del decreto
legislativo n. 146 del 2001 di attuazione
della direttiva 98/58 del 20 luglio 1998
riguardante la protezione degli animali
negli allevamenti;
a norma di quest’ultima direttiva
l’Italia doveva presentare alla Commissione europea il primo rapporto sullo stato
di attuazione delle normative sulle condizioni degli animali negli allevamenti, entro
lo scorso mese di aprile 2002, come dettato dalla circolare del Ministro della
salute n. 10/2001;
gli ultimi accadimenti presso l’allevamento « Agricola Lamberta », a due anni
dall’entrata in vigore del divieto, potrebbero essere l’indicatore di una violazione
della normativa su questo aspetto che va
al di là del singolo caso, vanificando il
lungo lavoro svolto dall’Unione europea
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
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AI RESOCONTI
ATTI DI INDIRIZZO
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Mozione:
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
La Camera,
premesso che:
porte;
Camera dei Deputati
—
l’attacco contro l’Iraq è oramai alle
l’Italia di fatto è già coinvolta in
questo conflitto avendo dato l’autorizzazione agli Stati Uniti al sorvolo dello
spazio aereo nazionale, l’uso delle basi
militari sul territorio italiano e delle proprie infrastrutture;
questo conflitto è ancora evitabile
ma il Governo italiano non agisce in
questa direzione continuando ad assumere
una posizione ambigua e subalterna alle
decisioni degli Stati Uniti e discostandosi
inoltre dal documento unitario europeo di
forte condanna contro una eventuale
guerra;
impegna il Governo
ad intraprendere tutte quelle azioni
utili a scongiurare l’attacco statunitense
contro l’Iraq;
a revocare l’autorizzazione al sorvolo
dello spazio aereo italiano, all’uso delle
basi militari e di tutte le infrastrutture
presenti nel territorio italiano quali porti,
aeroporti, l’intera linea ferroviaria, strade
ed autostrade nazionali.
(1-00169) « Diliberto, Armando Cossutta,
Rizzo, Bellillo, Maura Cossutta, Nesi, Pistone, Sgobio,
Vertone, Petrella ».
*
*
*
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Presidente del Consiglio dei ministri, per
sapere – premesso che:
il 18 febbraio 2003, grazie ad una
denuncia ai carabinieri di Codigoro (Ferrara) da parte della L.A.V. (Lega anti
vivisezione), è stato accertato presso l’allevamento « Agricola Lamberta », del
gruppo Amadori, l’uso degli attacchi per le
scrofe e scrofette nonostante il divieto di
legge in vigore dal 2001;
l’utilizzo dei cosiddetti « attacchi »,
che altro non sono che cinghie, lacci o
catene legate al collo o al corpo delle
scrofe per impedire loro qualsiasi movimento, è proibito in tutto il territorio
italiano, senza possibilità di deroga, dal 1o
gennaio 2001, ad opera del decreto legislativo n. 534 del 1992, in attuazione della
direttiva 91/630/CEE che stabilisce norme
minime per la protezione dei suini, ed
incompatibili con l’attuazione del decreto
legislativo n. 146 del 2001 di attuazione
della direttiva 98/58 del 20 luglio 1998
riguardante la protezione degli animali
negli allevamenti;
a norma di quest’ultima direttiva
l’Italia doveva presentare alla Commissione europea il primo rapporto sullo stato
di attuazione delle normative sulle condizioni degli animali negli allevamenti, entro
lo scorso mese di aprile 2002, come dettato dalla circolare del Ministro della
salute n. 10/2001;
gli ultimi accadimenti presso l’allevamento « Agricola Lamberta », a due anni
dall’entrata in vigore del divieto, potrebbero essere l’indicatore di una violazione
della normativa su questo aspetto che va
al di là del singolo caso, vanificando il
lungo lavoro svolto dall’Unione europea
Atti Parlamentari
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XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7888
AI RESOCONTI
per arrivare ad una normativa giusta dal
punto di vista etico che socio-economico –:
se il Governo non intenda disporre
un monitoraggio a livello nazionale per
accertare quali siano i sistemi d’allevamento utilizzati, anche per avere certezza
che quelli cui fanno riferimento le normative citate non vengano effettivamente
più adottati e se sia in grado di far
conoscere i risultati di tale monitoraggio,
in modo da portare l’Italia in linea con la
politica europea e responsabilizzare i singoli allevamenti ad una corretta applicazione della normativa vigente.
(2-00671) « Schmidt, Angelino Alfano,
Angioni, Azzolini, Emerenzio
Barbieri, Bolognesi, Bondi,
Buffo, Carlucci, Casero, Chiaromonte, Cicchitto, D’Agrò,
Giuseppe
Drago,
Ercole,
Fratta Pasini, Lucchese, Lucidi, Gianni Mancuso, Francesca Martini, Naro, Nuvoli,
Pennacchi, Perlini, Perrotta,
Pittelli, Rocchi, Sanza, Savo,
Spini, Annunziata, Giachetti,
Grignaffini, Marcora, Panattoni, Piscitello, Russo Spena,
Valpiana, Zanella ».
*
*
*
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta orale:
DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al
Ministro degli affari esteri. — Per sapere –
premesso che:
il prestigioso quotidiano statunitense
« New York Times » ha pubblicato un’inchiesta, domenica 9 marzo 2003, sulle
« tecniche di interrogatorio utilizzate dagli
Stati Uniti d’America nei confronti delle
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
persone arrestate con l’accusa di far parte
di « Al Qaeda » o dell’organizzazione dei
talebani;
in particolare gli interrogatori degli
arrestati « importanti » avvengono in luoghi scelti intenzionalmente fuori dalla giurisdizione delle leggi statunitensi;
taluni arrestati verrebbero addirittura consegnati ai servizi di sicurezza di
Paesi che praticano la tortura, quali Giordania, Siria ed Egitto;
i detenuti verrebbero privati del
sonno e della luce, incappucciati, incatenati o costretti a restare in piedi, ovvero
lasciati in isolamento a temperature che
passano dai 30 gradi ai meno 10 gradi;
l’autorevolezza del quotidiano « New
York Times » induce a ritenere che l’inchiesta, basata su informazioni asseritamente ricevute da funzionari militari o da
funzionari della CIA, evidenzi una realtà
effettiva che urta contro leggi e convenzioni internazionali e che appare contraddittoria con l’atteggiamento di una nazione
che si accinge ad avviare una guerra
contro l’Iraq con l’obiettivo dichiarato di
abbattere un tiranno e di ripristinare la
democrazia –:
se non ritenga, anche alla luce degli
strettissimi rapporti fra Italia e Stati Uniti,
di dover intervenire presso il Governo
americano per rappresentare al medesimo
la necessità del più rigoroso rispetto delle
leggi e delle convenzioni internazionali
anche nei confronti dei detenuti appartenenti all’organizzazione denominata « Al
Qaeda » o appartenenti allo sconfitto regime dei talebani.
(3-02053)
*
*
*
AMBIENTE
E TUTELA DEL TERRITORIO
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro dell’ambiente e della tutela del
Atti Parlamentari
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XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
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AI RESOCONTI
per arrivare ad una normativa giusta dal
punto di vista etico che socio-economico –:
se il Governo non intenda disporre
un monitoraggio a livello nazionale per
accertare quali siano i sistemi d’allevamento utilizzati, anche per avere certezza
che quelli cui fanno riferimento le normative citate non vengano effettivamente
più adottati e se sia in grado di far
conoscere i risultati di tale monitoraggio,
in modo da portare l’Italia in linea con la
politica europea e responsabilizzare i singoli allevamenti ad una corretta applicazione della normativa vigente.
(2-00671) « Schmidt, Angelino Alfano,
Angioni, Azzolini, Emerenzio
Barbieri, Bolognesi, Bondi,
Buffo, Carlucci, Casero, Chiaromonte, Cicchitto, D’Agrò,
Giuseppe
Drago,
Ercole,
Fratta Pasini, Lucchese, Lucidi, Gianni Mancuso, Francesca Martini, Naro, Nuvoli,
Pennacchi, Perlini, Perrotta,
Pittelli, Rocchi, Sanza, Savo,
Spini, Annunziata, Giachetti,
Grignaffini, Marcora, Panattoni, Piscitello, Russo Spena,
Valpiana, Zanella ».
*
*
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta orale:
DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al
Ministro degli affari esteri. — Per sapere –
premesso che:
il prestigioso quotidiano statunitense
« New York Times » ha pubblicato un’inchiesta, domenica 9 marzo 2003, sulle
« tecniche di interrogatorio utilizzate dagli
Stati Uniti d’America nei confronti delle
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
persone arrestate con l’accusa di far parte
di « Al Qaeda » o dell’organizzazione dei
talebani;
in particolare gli interrogatori degli
arrestati « importanti » avvengono in luoghi scelti intenzionalmente fuori dalla giurisdizione delle leggi statunitensi;
taluni arrestati verrebbero addirittura consegnati ai servizi di sicurezza di
Paesi che praticano la tortura, quali Giordania, Siria ed Egitto;
i detenuti verrebbero privati del
sonno e della luce, incappucciati, incatenati o costretti a restare in piedi, ovvero
lasciati in isolamento a temperature che
passano dai 30 gradi ai meno 10 gradi;
l’autorevolezza del quotidiano « New
York Times » induce a ritenere che l’inchiesta, basata su informazioni asseritamente ricevute da funzionari militari o da
funzionari della CIA, evidenzi una realtà
effettiva che urta contro leggi e convenzioni internazionali e che appare contraddittoria con l’atteggiamento di una nazione
che si accinge ad avviare una guerra
contro l’Iraq con l’obiettivo dichiarato di
abbattere un tiranno e di ripristinare la
democrazia –:
se non ritenga, anche alla luce degli
strettissimi rapporti fra Italia e Stati Uniti,
di dover intervenire presso il Governo
americano per rappresentare al medesimo
la necessità del più rigoroso rispetto delle
leggi e delle convenzioni internazionali
anche nei confronti dei detenuti appartenenti all’organizzazione denominata « Al
Qaeda » o appartenenti allo sconfitto regime dei talebani.
(3-02053)
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E TUTELA DEL TERRITORIO
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro dell’ambiente e della tutela del
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per arrivare ad una normativa giusta dal
punto di vista etico che socio-economico –:
se il Governo non intenda disporre
un monitoraggio a livello nazionale per
accertare quali siano i sistemi d’allevamento utilizzati, anche per avere certezza
che quelli cui fanno riferimento le normative citate non vengano effettivamente
più adottati e se sia in grado di far
conoscere i risultati di tale monitoraggio,
in modo da portare l’Italia in linea con la
politica europea e responsabilizzare i singoli allevamenti ad una corretta applicazione della normativa vigente.
(2-00671) « Schmidt, Angelino Alfano,
Angioni, Azzolini, Emerenzio
Barbieri, Bolognesi, Bondi,
Buffo, Carlucci, Casero, Chiaromonte, Cicchitto, D’Agrò,
Giuseppe
Drago,
Ercole,
Fratta Pasini, Lucchese, Lucidi, Gianni Mancuso, Francesca Martini, Naro, Nuvoli,
Pennacchi, Perlini, Perrotta,
Pittelli, Rocchi, Sanza, Savo,
Spini, Annunziata, Giachetti,
Grignaffini, Marcora, Panattoni, Piscitello, Russo Spena,
Valpiana, Zanella ».
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta orale:
DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al
Ministro degli affari esteri. — Per sapere –
premesso che:
il prestigioso quotidiano statunitense
« New York Times » ha pubblicato un’inchiesta, domenica 9 marzo 2003, sulle
« tecniche di interrogatorio utilizzate dagli
Stati Uniti d’America nei confronti delle
Camera dei Deputati
—
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
persone arrestate con l’accusa di far parte
di « Al Qaeda » o dell’organizzazione dei
talebani;
in particolare gli interrogatori degli
arrestati « importanti » avvengono in luoghi scelti intenzionalmente fuori dalla giurisdizione delle leggi statunitensi;
taluni arrestati verrebbero addirittura consegnati ai servizi di sicurezza di
Paesi che praticano la tortura, quali Giordania, Siria ed Egitto;
i detenuti verrebbero privati del
sonno e della luce, incappucciati, incatenati o costretti a restare in piedi, ovvero
lasciati in isolamento a temperature che
passano dai 30 gradi ai meno 10 gradi;
l’autorevolezza del quotidiano « New
York Times » induce a ritenere che l’inchiesta, basata su informazioni asseritamente ricevute da funzionari militari o da
funzionari della CIA, evidenzi una realtà
effettiva che urta contro leggi e convenzioni internazionali e che appare contraddittoria con l’atteggiamento di una nazione
che si accinge ad avviare una guerra
contro l’Iraq con l’obiettivo dichiarato di
abbattere un tiranno e di ripristinare la
democrazia –:
se non ritenga, anche alla luce degli
strettissimi rapporti fra Italia e Stati Uniti,
di dover intervenire presso il Governo
americano per rappresentare al medesimo
la necessità del più rigoroso rispetto delle
leggi e delle convenzioni internazionali
anche nei confronti dei detenuti appartenenti all’organizzazione denominata « Al
Qaeda » o appartenenti allo sconfitto regime dei talebani.
(3-02053)
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AMBIENTE
E TUTELA DEL TERRITORIO
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro dell’ambiente e della tutela del
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
territorio, il Ministro della salute, il Ministro delle attività produttive, per sapere
– premesso che:
la società Terna, del gruppo ENEL
spa, è affidataria del progetto di realizzazione dell’elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi, nella regione Calabria;
la realizzazione dell’elettrodotto è
stata autorizzata, ai sensi del comma 4
dell’articolo 3 del Decreto del Presidente
della Repubblica n. 383 del 1994, a seguito
del pronunciamento della conferenza dei
servizi, convocata in data 24 luglio 2001
dal provveditore alle opere pubbliche per
la Calabria;
ad avviso degli interpellanti non era
possibile l’applicazione del citato comma 4
dell’articolo 3 del decreto del Presidente
della Repubblica 383 del 1994, in quanto
la conferenza dei servizi non ha deliberato
all’unanimità, ma con il parere contrario
del comune di S. Vincenzo la Costa e
sarebbe pertanto stata necessaria l’applicazione del comma 4 dell’articolo 81 del
Decreto del Presidente della Repubblica n.
616 del 1977;
risulta inoltre che sia stato rilasciato
il prescritto parere della provincia di Cosenza sull’impatto paesaggistico ed ambientale dell’opera;
al di là degli aspetti puramente formali della deliberazione assunta in conferenza dei servizi, merita di essere sottolineata la grande rilevanza paesaggistica ed
ambientale dei territori interessati dall’infrastruttura, per la presenza di boschi
(faggi, castagni, querce), sia per la presenza di un patrimonio idrografico (i torrenti Emoli e Settimo) di grande importanza per l’intero comprensorio;
il percorso dell’elettrodotto andrebbe
inoltre ad interessare un’area protetta di
grande interesse naturalistico ambientale
che ricade interamente nella perimetrazione del parco del Pollino, all’interno del
quale sono consentiti solo interventi finalizzati alla protezione dell’ambiente ed alla
ricostituzione degli equilibri naturali dell’ecosistema;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
non vanno infine sottovalutati gli acclarati effetti nocivi sulla salute dei cittadini derivanti dall’esposizione alle onde
elettromagnetiche, in particolare quelle
prodotte dagli elettrodotti ad alta tensione;
secondo gli interpellanti l’approvazione del progetto non tiene nella dovuta
considerazione quanto disposto dalla legge
quadro sull’inquinamento elettromagnetico – legge n. 36 del 2001 —, soprattutto
se si tiene conto della diffusa presenza di
insediamenti abitativi, scolastici e sportivi
nelle immediate vicinanze del costruendo
elettrodotto, in particolare:
a) non vi è traccia della documentazione che attesti la concertazione piena
con tutti gli enti locali nell’ambito dei
procedimenti amministrativi di definizione
dei tracciati;
b) manca una chiara individuazione
delle tipologie delle infrastrutture a minore impatto ambientate, paesaggistico e
sulla salute dei cittadini;
c) non c’è una precisa e dettagliata
valutazione del campi elettromagnetici esistenti;
alcuni comuni della provincia di Cosenza hanno presentato un motivato e
circostanziato ricorso contro il decreto di
autorizzazione alla realizzazione dell’elettrodotto, sulla base dei vizi procedurali e
di merito degli atti autorizzativi posti in
essere per la realizzazione del manufatto;
l’inserimento dell’opera nell’elenco
delle opere « strategiche » che godono delle
procedure accelerate e semplificate previste dalla legge obiettivo – legge 443 del
2001 – comporta un’ulteriore riduzione
delle garanzie per l’ambiente, il paesaggio
e la salute dei cittadini, che verrebbero
messi in secondo piano rispetto alla realizzazione dell’opera, in spregio del dettato
costituzionale che tutela la salute come
diritto fondamentale dell’individuo –:
se i Ministri interrogati non ritengano
che debba essere riconsiderata la realizzazione dell’elettrodotto Laino-FeroletoRizziconi, le cui implicazioni negative sul
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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—
ALLEGATO
B
7890
AI RESOCONTI
piano ambientale, paesaggistico e per la
salute dei cittadini rischiano di provocare
gravi danni al territorio interessato e temibili conseguenze sotto l’aspetto sociosanitario;
qualora non sia in alcun modo possibile impedirne la realizzazione, se non
intendano studiare l’ipotesi di fattibilità di
un tracciato alternativo che attraversi
zone non antropizzate e di modesto interesse ambientale e paesaggistico e, comunque, prevedere l’interramento dei cavi;
se sia stata fatta una stima dei danni
alle attività agricole e pastorali che la
realizzazione dell’elettrodotto comporterebbe e, nel caso, quali siano i risultati di
questa stima.
(2-00672)
« Pappaterra, Bonito, Bova,
Buglio,
Cabras,
Camo,
Chianale, Frigato, Gasperoni, Giordano, Guerzoni,
Lettieri, Lolli, Mancini,
Paola Mariani, Raffaella
Mariani, Mazzarello, Molinari, Nieddu, Nigra, Oliverio, Ottone, Piglionica, Pinotti, Quartiani, Raffaldini,
Rava, Rossiello, Rotundo,
Vianello, Zunino, Abbondanzieri, Albertini, Bandoli, Buemi, Bulgarelli, Calzolaio, Cento, Ceremigna,
Cima, Cusumano, Di Gioia,
Grotto, Intini, Lion, Loiero,
Meduri, Pecoraro Scanio,
Pistone, Potenza, Realacci,
Reduzzi, Vendola, Vigni,
Villetti, Zanella ».
Interrogazione a risposta immediata:
VIGNI, CALZOLAIO, BANDOLI, ABBONDANZIERI, CHIANALE, DAMERI,
RAFFAELLA MARIANI, PIGLIONICA,
SANDRI, VIANELLO, ZUNINO, RUZZANTE e INNOCENTI. — Al Ministro del
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
l’ambiente e della tutela del territorio. —
Per sapere – premesso che:
la legge quadro sull’inquinamento
elettromagnetico (legge n. 36 del 2001)
prevede l’emanazione di decreti attuativi
finalizzati alla determinazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli
obiettivi di qualità, nel rispetto del principio di precauzione;
il precedente Governo di centrosinistra aveva predisposto schemi di decreto,
che, per quanto riguarda i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità alle basse
frequenze (elettrodotti), prevedevano valori rispettivamente pari a 0,5 e 0,2 microtesla; tali indicazioni andavano nel
senso indicato dal documento Iss-Ispesl
del 1998 e da vari atti di indirizzo parlamentari, tra i quali la mozione n. 1/
00360, approvata con un larghissimo consenso dalla Camera dei deputati il 13
luglio 1999;
il decreto proposto nei giorni scorsi
dal Consiglio dei ministri prevede, invece,
valori molto più elevati per le basse frequenze (10 microtesla e 3 microtesla),
mentre per le alte frequenze, in modo del
tutto incoerente con le disposizioni della
legge quadro, indica come obiettivo di
qualità lo stesso valore già fissato come
valore di attenzione (6 v/m) dal decreto
ministeriale n. 381 del 1998;
nonostante il parere contrario delle
regioni, che hanno negato l’intesa ritenendo troppo elevati i valori proposti, il
Governo ha, dunque, deciso di procedere
su una strada che – considerando anche il
cosiddetto « decreto Gasparri »emanato nei
mesi scorsi – porta, di fatto, allo svuotamento della legge quadro approvata dal
Parlamento italiano –:
sulla base di quali motivazioni siano
state assunte queste decisioni, che contrastano, tra l’altro, con la posizione espressa
dalla conferenza unificata Stato-regioni.
(3-02061)
*
*
*
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7891
AI RESOCONTI
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Interrogazione a risposta immediata:
ALFONSO GIANNI. — Al Ministro delle
attività produttive. — Per sapere – premesso che:
permane una differente valutazione
tra l’Istat e numerose associazioni di consumatori, in merito all’incremento reale
del costo della vita;
le predette associazioni hanno chiesto all’Istat una documentazione riguardante il « paniere », che, però, non è mai
giunta;
appare inderogabile una modificazione dei criteri di rilevazione sull’incremento dei prezzi che incidono sul costo
della vita, dal momento che sono cambiati
bisogni e stili di vita della popolazione;
l’Istat ha clamorosamente sbagliato
nella valutazione dell’ultimo aumento del
costo della vita, senza che nessun provvedimento sia stato preso nei confronti dei
dirigenti dell’istituto –:
cosa il Governo intenda fare per
garantire l’effettiva trasparenza e misurazione dell’aumento dei prezzi e come intenda farvi fronte per difendere il valore
reale delle retribuzioni e la capacità d’acquisto dei ceti più deboli.
(3-02060)
*
*
*
COMUNICAZIONI
Interrogazione a risposta scritta:
CIRIELLI. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che:
la città di Scafati, con oltre 50 mila
abitanti, si estende su una superficie molto
vasta, costituita da un centro urbano e da
quattro periferie lontane dal suddetto cen-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
tro, con un numero di abitanti superiore
alle 4 mila unità per ciascuna di esse;
la distanza dal centro urbano ha
determinato la necessità di istituzione di
uffici postali in alcune periferie lasciandone priva oltre, ugualmente difficoltate
per l’accesso all’ufficio centrale;
la frazione Bagni, distante alcuni chilometri dall’ufficio centrale, annovera oltre 4 mila cittadini ed abbisogna per i
traffici commerciali e la normale attività
di corrispondenza, di un ufficio postale
locale anche in previsione della forte
espansione e della complessità dei nuovi
servizi dell’Ente Poste;
molti cittadini della frazione Bagni
trovano grossi ostacoli per usufruire dei
servizi dell’ufficio postale centrale a causa
della distanza e della mancanza di opportuni collegamenti –:
alla luce di quanto innanzi esposto,
quali iniziative presso Poste Italiane Spa
intenda adottare per l’istituzione nella frazione di Bagni di Scafati di un ufficio
postale, affinché diminuisca il disagio per
i cittadini residenti.
(4-05700)
*
*
*
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
BULGARELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere − premesso che:
martedı̀ 4 marzo 2003, verso le 20,
un forte boato provocato da un caccia da
guerra che volava a bassa quota (tra i
quattro e gli otto chilometri) nello spazio
aereo « Romeo 2 » che, nel gergo Nato,
indica l’area compresa tra Rimini e Chioggia, ha fatto tremare case e negozi, terrorizzando tutta la popolazione. Di lı̀ a
breve elicotteri militari si sono alzati in
volo accentuando nei civili l’impressione
d’essere in guerra;
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7891
AI RESOCONTI
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Interrogazione a risposta immediata:
ALFONSO GIANNI. — Al Ministro delle
attività produttive. — Per sapere – premesso che:
permane una differente valutazione
tra l’Istat e numerose associazioni di consumatori, in merito all’incremento reale
del costo della vita;
le predette associazioni hanno chiesto all’Istat una documentazione riguardante il « paniere », che, però, non è mai
giunta;
appare inderogabile una modificazione dei criteri di rilevazione sull’incremento dei prezzi che incidono sul costo
della vita, dal momento che sono cambiati
bisogni e stili di vita della popolazione;
l’Istat ha clamorosamente sbagliato
nella valutazione dell’ultimo aumento del
costo della vita, senza che nessun provvedimento sia stato preso nei confronti dei
dirigenti dell’istituto –:
cosa il Governo intenda fare per
garantire l’effettiva trasparenza e misurazione dell’aumento dei prezzi e come intenda farvi fronte per difendere il valore
reale delle retribuzioni e la capacità d’acquisto dei ceti più deboli.
(3-02060)
*
*
*
COMUNICAZIONI
Interrogazione a risposta scritta:
CIRIELLI. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che:
la città di Scafati, con oltre 50 mila
abitanti, si estende su una superficie molto
vasta, costituita da un centro urbano e da
quattro periferie lontane dal suddetto cen-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
tro, con un numero di abitanti superiore
alle 4 mila unità per ciascuna di esse;
la distanza dal centro urbano ha
determinato la necessità di istituzione di
uffici postali in alcune periferie lasciandone priva oltre, ugualmente difficoltate
per l’accesso all’ufficio centrale;
la frazione Bagni, distante alcuni chilometri dall’ufficio centrale, annovera oltre 4 mila cittadini ed abbisogna per i
traffici commerciali e la normale attività
di corrispondenza, di un ufficio postale
locale anche in previsione della forte
espansione e della complessità dei nuovi
servizi dell’Ente Poste;
molti cittadini della frazione Bagni
trovano grossi ostacoli per usufruire dei
servizi dell’ufficio postale centrale a causa
della distanza e della mancanza di opportuni collegamenti –:
alla luce di quanto innanzi esposto,
quali iniziative presso Poste Italiane Spa
intenda adottare per l’istituzione nella frazione di Bagni di Scafati di un ufficio
postale, affinché diminuisca il disagio per
i cittadini residenti.
(4-05700)
*
*
*
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
BULGARELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere − premesso che:
martedı̀ 4 marzo 2003, verso le 20,
un forte boato provocato da un caccia da
guerra che volava a bassa quota (tra i
quattro e gli otto chilometri) nello spazio
aereo « Romeo 2 » che, nel gergo Nato,
indica l’area compresa tra Rimini e Chioggia, ha fatto tremare case e negozi, terrorizzando tutta la popolazione. Di lı̀ a
breve elicotteri militari si sono alzati in
volo accentuando nei civili l’impressione
d’essere in guerra;
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7891
AI RESOCONTI
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Interrogazione a risposta immediata:
ALFONSO GIANNI. — Al Ministro delle
attività produttive. — Per sapere – premesso che:
permane una differente valutazione
tra l’Istat e numerose associazioni di consumatori, in merito all’incremento reale
del costo della vita;
le predette associazioni hanno chiesto all’Istat una documentazione riguardante il « paniere », che, però, non è mai
giunta;
appare inderogabile una modificazione dei criteri di rilevazione sull’incremento dei prezzi che incidono sul costo
della vita, dal momento che sono cambiati
bisogni e stili di vita della popolazione;
l’Istat ha clamorosamente sbagliato
nella valutazione dell’ultimo aumento del
costo della vita, senza che nessun provvedimento sia stato preso nei confronti dei
dirigenti dell’istituto –:
cosa il Governo intenda fare per
garantire l’effettiva trasparenza e misurazione dell’aumento dei prezzi e come intenda farvi fronte per difendere il valore
reale delle retribuzioni e la capacità d’acquisto dei ceti più deboli.
(3-02060)
*
*
*
COMUNICAZIONI
Interrogazione a risposta scritta:
CIRIELLI. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che:
la città di Scafati, con oltre 50 mila
abitanti, si estende su una superficie molto
vasta, costituita da un centro urbano e da
quattro periferie lontane dal suddetto cen-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
tro, con un numero di abitanti superiore
alle 4 mila unità per ciascuna di esse;
la distanza dal centro urbano ha
determinato la necessità di istituzione di
uffici postali in alcune periferie lasciandone priva oltre, ugualmente difficoltate
per l’accesso all’ufficio centrale;
la frazione Bagni, distante alcuni chilometri dall’ufficio centrale, annovera oltre 4 mila cittadini ed abbisogna per i
traffici commerciali e la normale attività
di corrispondenza, di un ufficio postale
locale anche in previsione della forte
espansione e della complessità dei nuovi
servizi dell’Ente Poste;
molti cittadini della frazione Bagni
trovano grossi ostacoli per usufruire dei
servizi dell’ufficio postale centrale a causa
della distanza e della mancanza di opportuni collegamenti –:
alla luce di quanto innanzi esposto,
quali iniziative presso Poste Italiane Spa
intenda adottare per l’istituzione nella frazione di Bagni di Scafati di un ufficio
postale, affinché diminuisca il disagio per
i cittadini residenti.
(4-05700)
*
*
*
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
BULGARELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere − premesso che:
martedı̀ 4 marzo 2003, verso le 20,
un forte boato provocato da un caccia da
guerra che volava a bassa quota (tra i
quattro e gli otto chilometri) nello spazio
aereo « Romeo 2 » che, nel gergo Nato,
indica l’area compresa tra Rimini e Chioggia, ha fatto tremare case e negozi, terrorizzando tutta la popolazione. Di lı̀ a
breve elicotteri militari si sono alzati in
volo accentuando nei civili l’impressione
d’essere in guerra;
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7892
Camera dei Deputati
—
AI RESOCONTI
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
cano, provocando ingenti danni all’agricoltura e alle attività turistiche e commerciali, con gravi ripercussioni sull’economia
locale;
l’aeronautica militare ha confermato
allora che erano in corso esercitazioni
militari « probabilmente » comprendenti
un mezzo supersonico; tuttavia la vicenda
non è affatto chiara, le stesse autorità
militari, su sollecitazione della prefettura
riminese e delle forze dell’ordine locali,
stanno infatti compiendo un’indagine interna per capire se la velocità supersonica
che, secondo le dichiarazioni rilasciate al
« Corriere di Rimini » di domenica 9 marzo
2003 non rientrava nel programma di
addestramento, per accertare la dinamica
dei fatti e conoscere la nazionalità del
velivolo responsabile dell’eccesso di velocità;
la situazione già difficile è stata aggravata dall’abbondante caduta di cenere
lavica che ha arrecato notevoli disagi alla
popolazione residente, nonché ai raccolti e
alle produzioni locali, già pesantemente
danneggiati dai continui eventi atmosferici
degli ultimi anni, come la siccità;
l’indagine a cui si fa sopra riferimento è un atto dovuto ma, al solito,
l’interrogante è propenso ad immaginare
che nessun pilota subirà alcuna punizione;
l’impressione è piuttosto che fossero in
corso esercitazioni « speciali », tutti i voli
civili all’aeroporto di Rimini era stati infatti sospesi −:
una prima risposta alle esigenze delle
popolazioni colpite è stata data dal Governo con il decreto-legge 4 novembre
2002, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2002,
n. 286;
quali speciali ragioni giustifichino simili esercitazioni sopra il territorio nazionale abitato;
se non ritenga dovuto un chiarimento
pubblico dell’intera vicenda e se, nel caso
di inopinate future esercitazioni « speciali » analoghe a quella in discussione, non
ritenga almeno dovuto allertare per tempo
la popolazione civile, onde evitare comprensibili attacchi di panico e possibili
traumi psicofisici.
(4-05699)
*
*
*
ECONOMIA E FINANZE
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro dell’economia e delle finanze, per
sapere – premesso che:
l’eruzione dell’Etna dei mesi scorsi
ha, come è noto, duramente colpito i
comuni che sorgono alle pendici del vul-
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 ottobre 2002 è stato
dichiarato lo stato di emergenza in ordine
ai gravi fenomeni eruttivi dell’Etna nella
provincia di Catania;
l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2002,
n. 3254, è intervenuta successivamente a
disciplinare e definire le modalità degli
interventi di emergenza, sebbene solo in
parte risolve i problemi relativi al ripristino e alla ricostruzione delle strutture
danneggiate dall’eruzione del vulcano;
la grave situazione venutasi a determinare a seguito dell’eruzione dell’Etna ha
interessato non solo i comuni della provincia di Catania ma anche quelli delle
province di Siracusa, Ragusa, Enna e Messina;
con l’accoglimento dell’ordine del
giorno n. 9/3200-bis/182 presentato al disegno di legge della finanziaria per il 2003
il Governo si era impegnato ad estendere
le provvidenze previste per i comuni della
provincia di Catania anche a quelli delle
province limitrofe –:
quali iniziative il Governo intenda
intraprendere per rispettare gli impegni
assunti ed entro quanto tempo intenda
erogare le risorse finanziarie necessarie a
far fronte alle esigenze dei settori agricolo,
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7892
Camera dei Deputati
—
AI RESOCONTI
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
cano, provocando ingenti danni all’agricoltura e alle attività turistiche e commerciali, con gravi ripercussioni sull’economia
locale;
l’aeronautica militare ha confermato
allora che erano in corso esercitazioni
militari « probabilmente » comprendenti
un mezzo supersonico; tuttavia la vicenda
non è affatto chiara, le stesse autorità
militari, su sollecitazione della prefettura
riminese e delle forze dell’ordine locali,
stanno infatti compiendo un’indagine interna per capire se la velocità supersonica
che, secondo le dichiarazioni rilasciate al
« Corriere di Rimini » di domenica 9 marzo
2003 non rientrava nel programma di
addestramento, per accertare la dinamica
dei fatti e conoscere la nazionalità del
velivolo responsabile dell’eccesso di velocità;
la situazione già difficile è stata aggravata dall’abbondante caduta di cenere
lavica che ha arrecato notevoli disagi alla
popolazione residente, nonché ai raccolti e
alle produzioni locali, già pesantemente
danneggiati dai continui eventi atmosferici
degli ultimi anni, come la siccità;
l’indagine a cui si fa sopra riferimento è un atto dovuto ma, al solito,
l’interrogante è propenso ad immaginare
che nessun pilota subirà alcuna punizione;
l’impressione è piuttosto che fossero in
corso esercitazioni « speciali », tutti i voli
civili all’aeroporto di Rimini era stati infatti sospesi −:
una prima risposta alle esigenze delle
popolazioni colpite è stata data dal Governo con il decreto-legge 4 novembre
2002, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2002,
n. 286;
quali speciali ragioni giustifichino simili esercitazioni sopra il territorio nazionale abitato;
se non ritenga dovuto un chiarimento
pubblico dell’intera vicenda e se, nel caso
di inopinate future esercitazioni « speciali » analoghe a quella in discussione, non
ritenga almeno dovuto allertare per tempo
la popolazione civile, onde evitare comprensibili attacchi di panico e possibili
traumi psicofisici.
(4-05699)
*
*
*
ECONOMIA E FINANZE
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro dell’economia e delle finanze, per
sapere – premesso che:
l’eruzione dell’Etna dei mesi scorsi
ha, come è noto, duramente colpito i
comuni che sorgono alle pendici del vul-
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 ottobre 2002 è stato
dichiarato lo stato di emergenza in ordine
ai gravi fenomeni eruttivi dell’Etna nella
provincia di Catania;
l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2002,
n. 3254, è intervenuta successivamente a
disciplinare e definire le modalità degli
interventi di emergenza, sebbene solo in
parte risolve i problemi relativi al ripristino e alla ricostruzione delle strutture
danneggiate dall’eruzione del vulcano;
la grave situazione venutasi a determinare a seguito dell’eruzione dell’Etna ha
interessato non solo i comuni della provincia di Catania ma anche quelli delle
province di Siracusa, Ragusa, Enna e Messina;
con l’accoglimento dell’ordine del
giorno n. 9/3200-bis/182 presentato al disegno di legge della finanziaria per il 2003
il Governo si era impegnato ad estendere
le provvidenze previste per i comuni della
provincia di Catania anche a quelli delle
province limitrofe –:
quali iniziative il Governo intenda
intraprendere per rispettare gli impegni
assunti ed entro quanto tempo intenda
erogare le risorse finanziarie necessarie a
far fronte alle esigenze dei settori agricolo,
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
7893
AI RESOCONTI
turistico e commerciale cosı̀ gravemente
danneggiati dall’attività del vulcano e dall’abbondante cenere lavica.
(2-00673) « Giuseppe Gianni, Volontè, Filippo Maria Drago, Grillo,
Liotta, Maninetti, Romano,
Tucci,
Mereu,
Mongiello,
Montecuollo, Peretti, Mazzoni, D’Alia, Degennaro, Di
Giandomenico, Anna Maria
Leone, Ranieli, Ciro Alfano,
Dorina Bianchi, Brusco, Riccardo Conti, De Laurentiis,
Follini, Rotondi, Tabacci,
Tanzilli, Rositani, Briguglio,
Cannella, Strano, Giorgio
Conte, Marinello, Misuraca,
Fallica, Licastro Scardino,
Milanese, Angelino Alfano,
Testoni, Ricciotti, Cozzi ».
Interrogazioni a risposta immediata:
ILLY, DAMIANI e MARAN. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per
sapere – premesso che:
nel 2004, con l’ingresso della Slovenia
nell’Unione europea e la conseguente caduta delle barriere doganali, si prospetta
la perdita dei posti di lavoro legati alle
attività doganali e spedizionistiche alla
frontiera;
in particolare, nel Friuli-Venezia
Giulia la caduta delle barriere doganali
comporterà la perdita di un migliaio di
posti di lavoro nei settori dei dichiaranti
doganali, delle case di spedizione e degli
spedizionieri di Trieste, Gorizia e Pontebba;
i programmi di riconversione prevedono la graduale creazione di nuovi posti
di lavoro nel settore dei servizi, della
logistica, dei trasporti e del commercio
internazionale, ma resta il problema di un
sostegno al reddito e di un accompagnamento al raggiungimento del minimo contributivo per la maturazione del trattamento pensionistico per il personale già in
età avanzata;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
la caratteristica dell’occupazione, in
gran parte « polverizzata » in oltre 70
piccole ditte spedizionieristiche e doganalistiche, rende inapplicabili – per la maggior parte dei lavoratori – gli ammortizzatori sociali classici, come la cassa integrazione guadagni;
in tal senso, alla Camera dei deputati
è stata presentata una proposta di legge
(A.C. 3737), con la quale si prevede di
superare tali ostacoli e di poter colmare le
eventuali carenze di organico negli uffici
pubblici con l’inserimento di persone provenienti dal settore degli operatori doganali;
l’area in cui possono trovare impiego
questi lavoratori è stata individuata nei
settori delle agenzie delle dogane e in
quelli dell’azienda delle entrate, nonché
nel settore pubblico delle regioni, delle
province, dei comuni e delle camere di
commercio –:
quali iniziative il Governo intenda
assumere per fronteggiare la crisi indotta
dalla caduta delle barriere doganali, che
colpirà i lavoratori delle case di spedizione, le imprese di media e piccola dimensione e gli spedizionieri doganali con
attività professionale.
(3-02056)
DELL’ANNA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
i crescenti episodi di clonazione di
carte di credito comportano gravi danni
sia ai cittadini vittime di queste truffe, sia
alla credibilità di questo nuovo e importante mezzo di pagamento;
sembrerebbe che l’Italia sia uno dei
Paesi in cui sia più diffuso tale genere di
reati –:
nell’ambito delle competenze del Governo, quali iniziative siano state intraprese e quali nuove iniziative si intendano
adottare per contrastare tale preoccupante
fenomeno e restituire piena credibilità ed
affidabilità a tale fondamentale strumento
di pagamento.
(3-02058)
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
7894
AI RESOCONTI
Interrogazione a risposta scritta:
DAMIANI e ILLY. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere –
premesso che:
secondo quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo di Trieste, con l’entrata in
vigore del cosiddetto « decreto taglia-spese » sono venuti a mancare il 15 per cento
degli importi di spesa per alcune significative leggi, importi già previsti dalla legge
finanziaria per il 2002;
sempre secondo tali notizie di
stampa, tra queste leggi figura la n. 26 del
1986, legge che istituisce il « Fondo Trieste » a sostegno dell’economia dell’area
giuliana;
a beneficiare di tale Fondo sono
numerosi enti ed associazioni che avendo
avuto assicurazione dei finanziamenti approvati con la legge finanziaria, avevano
anticipato le somme previste attraverso
prestiti bancari;
sempre secondo il quotidiano triestino, alla data odierna i finanziamenti per
il 2002 non sono ancora arrivati e mai
arriveranno a causa dei tagli imposti dal
decreto taglia-spese;
sulla questione si sarebbe dovuta tenere il 3 marzo 2003 a Trieste una riunione della Commissione preposta per la
ripartizione dei fondi, presieduta dal presidente della Provincia del capoluogo giuliano;
tale riunione è stata fatta saltare
dallo stesso presidente della Commissione
che al Piccolo ha dichiarato: « non potevo
dare buone notizie... confido nel varo di
una leggina ad hoc che riporti a Trieste i
soldi scomparsi »;
secondo alcuni componenti della
Commissione stessa, nel mese di febbraio,
vi sono stati a Roma alcuni incontri istituzionali dai quali « è emersa l’impossibilità di fare alcunché per rimediare a tale
situazione »;
la legge finanziaria per il 2003 non
ha previsto il rifinanziamento del « Fondo
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Trieste » per il triennio 2003-2005, con
gravi ripercussioni sull’economia triestina
e giuliana;
se il decreto « taglia-spese » ha effettivamente riguardato anche la legge
n. 26 del 1986 e se cosı̀ fosse quale
sia l’entità dei tagli subiti dal « Fondo
Trieste » e se, visto anche il mancato
rifinanziamento del suddetto Fondo nella
legge finanziaria per il 2003, se il Governo
non intenda emanare un provvedimento
d’urgenza, al fine di assicurare l’erogazione sia di quanto previsto dalla legge
finanziaria per il 2001, forse eliminato a
causa del relativo decreto taglia-spese, sia
al fine di riportare il finanziamento del
Fondo al suo importo originario di 30
milioni di euro, ripartiti sul triennio 20032005, per non penalizzare pesantemente e,
in alcuni casi, irreparabilmente, i numerosi enti ed associazioni che beneficiano di
questi contributi e che hanno anticipato
somme che il parlamento aveva già stanziato.
(4-05702)
*
*
*
GIUSTIZIA
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
nella rivista MicroMega n. 1/2003, da
pag. 186 a pag. 200, è stato pubblicato un
articolo a firma Antonio Ingroia e Roberto
Scarpinato, dal titolo « Un programma per
la lotta alla Mafia »;
nel paragrafo intitolato: « Interventi
finalizzati ad incidere sul rapporto mafiapolitica », discettando sulle infiltrazioni
mafiose, gli autori del saggio si esprimono
cosı̀ testualmente: « se dovesse prestarsi
fede alle tesi ricorrenti secondo cui la
democrazia consiste nella dittatura della
maggioranza aritmetica.. », ed ancora più
avanti: « Per salvare la democrazia da se
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
7894
AI RESOCONTI
Interrogazione a risposta scritta:
DAMIANI e ILLY. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere –
premesso che:
secondo quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo di Trieste, con l’entrata in
vigore del cosiddetto « decreto taglia-spese » sono venuti a mancare il 15 per cento
degli importi di spesa per alcune significative leggi, importi già previsti dalla legge
finanziaria per il 2002;
sempre secondo tali notizie di
stampa, tra queste leggi figura la n. 26 del
1986, legge che istituisce il « Fondo Trieste » a sostegno dell’economia dell’area
giuliana;
a beneficiare di tale Fondo sono
numerosi enti ed associazioni che avendo
avuto assicurazione dei finanziamenti approvati con la legge finanziaria, avevano
anticipato le somme previste attraverso
prestiti bancari;
sempre secondo il quotidiano triestino, alla data odierna i finanziamenti per
il 2002 non sono ancora arrivati e mai
arriveranno a causa dei tagli imposti dal
decreto taglia-spese;
sulla questione si sarebbe dovuta tenere il 3 marzo 2003 a Trieste una riunione della Commissione preposta per la
ripartizione dei fondi, presieduta dal presidente della Provincia del capoluogo giuliano;
tale riunione è stata fatta saltare
dallo stesso presidente della Commissione
che al Piccolo ha dichiarato: « non potevo
dare buone notizie... confido nel varo di
una leggina ad hoc che riporti a Trieste i
soldi scomparsi »;
secondo alcuni componenti della
Commissione stessa, nel mese di febbraio,
vi sono stati a Roma alcuni incontri istituzionali dai quali « è emersa l’impossibilità di fare alcunché per rimediare a tale
situazione »;
la legge finanziaria per il 2003 non
ha previsto il rifinanziamento del « Fondo
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Trieste » per il triennio 2003-2005, con
gravi ripercussioni sull’economia triestina
e giuliana;
se il decreto « taglia-spese » ha effettivamente riguardato anche la legge
n. 26 del 1986 e se cosı̀ fosse quale
sia l’entità dei tagli subiti dal « Fondo
Trieste » e se, visto anche il mancato
rifinanziamento del suddetto Fondo nella
legge finanziaria per il 2003, se il Governo
non intenda emanare un provvedimento
d’urgenza, al fine di assicurare l’erogazione sia di quanto previsto dalla legge
finanziaria per il 2001, forse eliminato a
causa del relativo decreto taglia-spese, sia
al fine di riportare il finanziamento del
Fondo al suo importo originario di 30
milioni di euro, ripartiti sul triennio 20032005, per non penalizzare pesantemente e,
in alcuni casi, irreparabilmente, i numerosi enti ed associazioni che beneficiano di
questi contributi e che hanno anticipato
somme che il parlamento aveva già stanziato.
(4-05702)
*
*
*
GIUSTIZIA
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
nella rivista MicroMega n. 1/2003, da
pag. 186 a pag. 200, è stato pubblicato un
articolo a firma Antonio Ingroia e Roberto
Scarpinato, dal titolo « Un programma per
la lotta alla Mafia »;
nel paragrafo intitolato: « Interventi
finalizzati ad incidere sul rapporto mafiapolitica », discettando sulle infiltrazioni
mafiose, gli autori del saggio si esprimono
cosı̀ testualmente: « se dovesse prestarsi
fede alle tesi ricorrenti secondo cui la
democrazia consiste nella dittatura della
maggioranza aritmetica.. », ed ancora più
avanti: « Per salvare la democrazia da se
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7895
AI RESOCONTI
stessa, la moderna ingegneria istituzionale
colloca dunque in alcuni snodi strategici
delle clausole “salvavita” che sospendono o
relativizzano il dogma del consenso, disinnescandone il suo potenziale effetto entropico ed autodissolutorio »;
continuando l’argomentare e con riferimento specifico allo scioglimento dei
consigli provinciali e comunali, gli autori
affermano che tale facoltà è dettata da
una istanza politica superiore che ha il
compito « di sospendere autoritativamente
la democrazia aritmetica al fine di salvaguardare la democrazia sostanziale, cioè il
bene comune della generalità dei cittadini
contro la stessa volontà della maggioranza »;
ad avviso dei due autori del saggio la
volontà della maggioranza dei cittadini
dovrebbe essere sospesa anche nei confronti dei consigli regionali e addirittura
nei confronti degli Stati membri della
Comunità europea, prevedendo, con una
norma ad hoc nella elaboranda Costituzione, il commissariamento dello Stato, i
cui vertici risultassero in collegamento
diretto o indiretto con la criminalità organizzata o ne subissero forme di condizionamento;
da tali affermazioni si evincerebbe,
ad avviso degli interpellanti che, per i due
magistrati, la libertà di opinione, tutela
costituzionalmente,
impedirebbe
ogni
forma di censura nei confronti di chi,
proclamandosi unilateralmente custode
dei valori etici e giuridici, pretenda, in
forza di tale non meglio identificata investitura, di commissariare la democrazia,
non solo nei comuni e nelle province, ma
anche nelle regioni e, addirittura, negli
Stati nazionali, i cui vertici sono stati scelti
con libere elezioni;
appare, invece decisamente preoccupante ed inquietante che tali affermazioni
provengano da chi è preposto a delicatissime funzioni giudiziarie esercitando le
quali la democrazia sostanziale potrebbe
effettivamente sospendere quella elettiva,
definita aritmetica, ma innegabilmente
espressione della maggioranza dei cittadini;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
ad avviso degli interpellanti con siffatti convincimenti non è possibile ritenere
che l’attività giudiziaria sia svolta dai dottori Ingroia e Scarpinato con serenità –:
se quanto affermato nel riferito saggio e riportato nella premessa sia consono
alla rilevante funzione giudiziaria che i
dottori Ingroia e Scarpinato esercitano;
se, infine, le gravissime affermazioni
su riportate, in chiaro contrasto con i
principi della nostra Costituzione non
siano tali da ledere la dignità ed il prestigio dell’ordinamento giudiziario.
(2-00674) « Cola, Palma, Cesaro, Geraci,
Alfredo Vito, Fasano, Mazzoni, Santori, Spina Diana,
Lisi, Lainati, Paniz, Tarditi,
Saponara, Zanettin, Fragalà,
Bertolini, Antonio Leone,
Iannuccilli, Schmidt, Mario
Pepe, Milanato, Michelini,
Butti, Bocchino, Rositani,
Giulio Conti, Carrara, Maggi,
Messa, Delmastro Delle Vedove, Gianni Mancuso, Fatuzzo, La Starza, Taglialatela, Saglia, Landolfi, Menia,
Alberto
Giorgetti,
Raisi,
Giorgio Conte, Anedda, Leo,
Armani, Perrotta, Castellani,
Taormina, Alboni, Maceratini, Foti, Onnis, Filippo
Mancuso ».
Interrogazioni a risposta immediata:
TANZILLI, MAZZONI e ROMANO. —
Al Ministro della giustizia. — Per sapere –
premesso che:
sono molti i casi di abuso o uso
troppo disinvolto dello strumento delle
intercettazioni telefoniche o ambientali,
anche nei confronti di parlamentari;
l’articolo 3 del progetto di legge riguardante l’attuazione dell’articolo 68
della Costituzione, attualmente all’esame
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7896
AI RESOCONTI
della Camera dei deputati, prevede espressamente la necessità di una previa autorizzazione della Camera di appartenenza
per sottoporre i membri del Parlamento
ad intercettazioni;
in data 27 giugno 2002, in risposta ad
una interpellanza urgente presentata dagli
interroganti, il sottosegretario per la giustizia, onorevole Jole Santelli, assicurava
che il ministero della giustizia avrebbe
disposto un monitoraggio in cui sarebbe
stato richiesto agli uffici giudiziari il numero dei decreti emessi per intercettazioni
telefoniche e il numero delle utenze registrate, anche al fine di verificare quante
utenze vengono indicate in ciascun decreto
ed i costi di spesa relativi a ciascuna corte
di appello –:
se tale monitoraggio sia stato effettuato e quando intenda rendere noti i
risultati dello stesso.
(3-02062)
LA RUSSA, NESPOLI, ASCIERTO, AIRAGHI, ALBONI, AMORUSO, ANEDDA,
ARMANI, ARRIGHI, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BORNACIN, BRIGUGLIO, BUONTEMPO, BUTTI,
CANNELLA,
CANELLI,
CARDIELLO,
CARRARA, CARUSO, CASTELLANI, CATANOSO, CIRIELLI, COLA, GIORGIO
CONTE, GIULIO CONTI, CORONELLA,
CRISTALDI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, FASANO, FATUZZO, FIORI, FOTI,
FRAGALÀ, FRANZ, GALLO, GAMBA, GERACI, GHIGLIA, ALBERTO GIORGETTI,
GIRONDA VERALDI, LA GRUA, LA
STARZA, LAMORTE, LANDI DI CHIAVENNA, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, LOSURDO, MACERATINI, MAGGI,
MALGIERI, GIANNI MANCUSO, LUIGI
MARTINI, MAZZOCCHI, MENIA, MEROI,
MESSA, MIGLIORI, MUSSOLINI, ANGELA NAPOLI, ONNIS, PAOLONE, PATARINO, ANTONIO PEPE, PEZZELLA,
PORCU, RAISI, RAMPONI, RICCIO, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SAIA, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SELVA,
SERENA,
STRANO,
TAGLIALATELA,
TRANTINO, VILLANI MIGLIETTA, ZAC-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
CHEO e ZACCHERA — Al Ministro della
giustizia. — Per sapere – premesso che:
quotidianamente in Italia l’eccessivo
carico di lavoro, che grava sull’organico
della magistratura, comporta inevitabili
carenze, alle quali sopperiscono centinaia
e centinaia di ufficiali di polizia giudiziaria
appartenenti a tutte le forze di polizia,
garantendo l’esercizio in udienza della
pubblica accusa;
nell’udienza dibattimentale, infatti, le
funzioni del pubblico ministero possono
essere svolte anche da ufficiali di polizia
giudiziaria, all’uopo delegati dai procuratori della Repubblica presso i tribunali,
come previsto dall’ordinamento giudiziario;
per gli ufficiali di polizia giudiziaria,
impegnati con abnegazione in tali delicate
funzioni, non è prevista alcuna indennità
specifica;
peraltro, tale personale di polizia
giudiziaria non sempre riesce ad avere il
tempo per potersi tempestivamente aggiornare sulle evoluzioni normative del già
complesso sistema processuale penalistico,
tenuto anche conto che la pregressa esperienza non contempla tale specifica funzione di operatore giudiziario –:
quali iniziative normative il Governo
intenda assumere per risolvere la delicata
problematica evidenziata, se del caso prevedendo la corresponsione di un’indennità
specifica per gli ufficiali di polizia giudiziaria impegnati giornalmente in udienza
dibattimentale e provvedendo all’aggiornamento, mediante specifici corsi di formazione, del personale di polizia giudiziaria
delegato alle funzioni di pubblico ministero dai procuratori della Repubblica
presso i tribunali ordinari.
(3-02063)
*
*
*
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7897
AI RESOCONTI
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
l’Air Transport Association, che raggruppa le maggiori compagnie di volo
statunitensi ha previsto, in caso di guerra
in Irak, un calo del traffico aereo intercontinentale del 20 per cento cui si aggiungerà, come già accaduto dopo la
guerra del Golfo del 1991, un periodo di
sei-sette mesi di crisi post-bellica;
per garantire misure adeguate di sicurezza, dopo gli attentati dell’11 settembre, la SEA di Malpensa ha già speso 50
milioni di euro;
nel 2002 c’è stato un taglio del 21,1
per cento dei voli operato dall’Alitalia, che
ha comportato un calo del 14 per cento di
passeggeri per la compagnia di bandiera,
cui si è aggiunto un ulteriore calo del 4,8
per cento delle altre compagnie;
a queste difficoltà di carattere internazionale si aggiungono le continue pressioni dei movimenti ambientalisti che chiedono la riduzione dei voli diretti ed in
partenza dall’aeroporto di Malpensa;
la previsione di una prossima riduzione del personale operante nell’hub milanese è realistica, con pesanti ricadute su
tutto il territorio che aveva puntato sull’aeroporto per assorbire gli esuberi dell’Alfa di Arese;
l’apertura dell’hub lombardo, se da
una parte sta vivendo una forte penalizzazione come sopra ricordato, non va
dimenticato che la sua presenza ha comportato alcune conseguenze negative per
alcuni comuni limitrofi, come per esempio
per il comune di Ferno, che ha dovuto
subire forti penalizzazioni connesse alla
delocalizzazione degli abitanti, alle proble-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
matiche tributarie, demografiche, dei servizi sociali e altri costi diretti ed indiretti
legati all’aeroporto;
sul piano della viabilità, si segnala la
mancanza di soluzioni realistiche che
hanno impedito un facile collegamento
dell’hinterland milanese con l’aeroporto di
Malpensa, in particolare si segnala la mancata realizzazione della stazione di interscambio unificata FS/FNM che ha penalizzato non solo il collegamento con Milano ma anche con le realtà urbane e
territoriali locali –:
quali iniziative intenda adottare per
tutelare i livelli occupazionali presso l’hub
di Malpensa, tenuto conto del fatto che il
personale dell’aeroporto non sono previsti
ammortizzatori sociali e anche in considerazione della politica della compagnia di
bandiera, la quale potrebbe diventare oggetto di scalate da parte di altre società
aeroportuali italiane;
quali iniziative intenda assumere, di
concerto con gli altri dicasteri interessati a
favore delle comunità locali che hanno
subito pesanti ricadute negative dalla presenza dell’hub milanese;
quali soluzioni intenda adottare o
favorire per risolvere il problema della
viabilità e dei collegamenti con l’aeroporto.
(2-00669) « Volontè, Maninetti, Riccardo
Conti, Emerenzio Barbieri,
Rotondi ».
*
*
*
INTERNO
Interrogazione a risposta scritta:
MASCIA. — Al Ministro dell’interno. —
Per sapere – premesso che:
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco
svolge attività di soccorso tecnico urgente
e protezione civile;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7897
AI RESOCONTI
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
l’Air Transport Association, che raggruppa le maggiori compagnie di volo
statunitensi ha previsto, in caso di guerra
in Irak, un calo del traffico aereo intercontinentale del 20 per cento cui si aggiungerà, come già accaduto dopo la
guerra del Golfo del 1991, un periodo di
sei-sette mesi di crisi post-bellica;
per garantire misure adeguate di sicurezza, dopo gli attentati dell’11 settembre, la SEA di Malpensa ha già speso 50
milioni di euro;
nel 2002 c’è stato un taglio del 21,1
per cento dei voli operato dall’Alitalia, che
ha comportato un calo del 14 per cento di
passeggeri per la compagnia di bandiera,
cui si è aggiunto un ulteriore calo del 4,8
per cento delle altre compagnie;
a queste difficoltà di carattere internazionale si aggiungono le continue pressioni dei movimenti ambientalisti che chiedono la riduzione dei voli diretti ed in
partenza dall’aeroporto di Malpensa;
la previsione di una prossima riduzione del personale operante nell’hub milanese è realistica, con pesanti ricadute su
tutto il territorio che aveva puntato sull’aeroporto per assorbire gli esuberi dell’Alfa di Arese;
l’apertura dell’hub lombardo, se da
una parte sta vivendo una forte penalizzazione come sopra ricordato, non va
dimenticato che la sua presenza ha comportato alcune conseguenze negative per
alcuni comuni limitrofi, come per esempio
per il comune di Ferno, che ha dovuto
subire forti penalizzazioni connesse alla
delocalizzazione degli abitanti, alle proble-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
matiche tributarie, demografiche, dei servizi sociali e altri costi diretti ed indiretti
legati all’aeroporto;
sul piano della viabilità, si segnala la
mancanza di soluzioni realistiche che
hanno impedito un facile collegamento
dell’hinterland milanese con l’aeroporto di
Malpensa, in particolare si segnala la mancata realizzazione della stazione di interscambio unificata FS/FNM che ha penalizzato non solo il collegamento con Milano ma anche con le realtà urbane e
territoriali locali –:
quali iniziative intenda adottare per
tutelare i livelli occupazionali presso l’hub
di Malpensa, tenuto conto del fatto che il
personale dell’aeroporto non sono previsti
ammortizzatori sociali e anche in considerazione della politica della compagnia di
bandiera, la quale potrebbe diventare oggetto di scalate da parte di altre società
aeroportuali italiane;
quali iniziative intenda assumere, di
concerto con gli altri dicasteri interessati a
favore delle comunità locali che hanno
subito pesanti ricadute negative dalla presenza dell’hub milanese;
quali soluzioni intenda adottare o
favorire per risolvere il problema della
viabilità e dei collegamenti con l’aeroporto.
(2-00669) « Volontè, Maninetti, Riccardo
Conti, Emerenzio Barbieri,
Rotondi ».
*
*
*
INTERNO
Interrogazione a risposta scritta:
MASCIA. — Al Ministro dell’interno. —
Per sapere – premesso che:
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco
svolge attività di soccorso tecnico urgente
e protezione civile;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
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ALLEGATO
B
7898
AI RESOCONTI
un’alta percentuale degli automezzi
pesanti, attualmente impiegati negli interventi di soccorso, ha una « età » media di
20 anni, con punte di oltre 30 per i mezzi
speciali, come autoscale e autogrù;
le norme del codice della strada impongono agli automezzi speciali revisioni e
controlli specifici ogni anno;
il personale del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco addetto alle autopompe di
soccorso, non dispone di strumenti specifici di valutazioni che possano garantire
una precisa conoscenza dell’efficienza degli automezzi in servizio;
per la loro attività di soccorso gli
automezzi pesanti, in dotazione al Corpo
nazionale dei vigili del fuoco, sono sottoposti a elevate sollecitazioni e necessitano
di manutenzioni intensive;
a seguito della segnalazione della
RdB P.I. Settore vigili del fuoco, su una
fornitura di oltre cento (100) A.P.S. (Auto
Pompa Serbatoio tipo Euro City) da parte
della Iveco Mezzi speciali, si è potuto
riscontrare il verificarsi di gravi difetti
strutturali, inerenti al cedimento dei supporti fissati sull’autotelaio che sorreggono
l’allestimento antincendio, di circa 4 tonnellate, comprendente serbatoio acqua,
pompa e attrezzature;
di questi gravi difetti verificatisi già
nel 1997, l’ufficio competente non ha mai
divulgato le note fornite dalla ditta costruttrice Service Information Iveco, se
non dopo le segnalazioni della RdB P.I. del
15 ottobre 2002, ai Comandi Provinciali;
lo stesso Dipartimento dei vigili del
fuoco, del soccorso pubblico e della difesa
civile ha diramato una nota 442/4501 del
29 gennaio 2003 dove si dispone la messa
fuori servizio a titolo cautelare delle APS
Euro City di ultima assegnazione che presentano anomalie alle sospensioni posteriori che pregiudicano la stabilità del
mezzo e quindi ha disposto l’invio alla
ditta costruttrice −:
se intenda avviare un piano speciale
di acquisto di nuovi automezzi;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
se intenda immediatamente avviare
un’indagine ministeriale per verificare
eventuali responsabilità dell’ufficio acquisti del dipartimento dei vigili del fuoco,
soccorso pubblico e difesa civile o eventuali violazioni del contratto da parte della
ditta appaltatrice;
se intenda procedere da subito al
ritiro degli automezzi con oltre 7 anni
d’impiego nelle attività di soccorso, come
per altro avviene per gli automezzi di
trasporto pubblico, al fine di garantire
l’incolumità del personale del Corpo nazionale e quella dei cittadini.
(4-05698)
*
*
*
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta orale:
MAGNOLFI. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per
sapere – premesso che:
in data 24 luglio 2002 è stato approvato dalla Camera il disegno di legge di
conversione in legge del decreto-legge sull’accesso alle professioni e contemporaneamente è stato approvato un ordine del
giorno proposto dall’interrogante che impegnava il Governo a risolvere urgentemente la situazione dei laureati in informatica e in scienze dell’informazione facendoli accedere all’Esame di Stato per
l’iscrizione all’Albo degli informatici istituito con il decreto del Presidente della
Repubblica n. 328 del 2001;
in data 16 ottobre 2002, la sottosegretario senatrice Siliquini, rispondendo
ad un atto di sindacato ispettivo dell’interrogante, informava la Camera dei deputati che, per attuare l’ordine del giorno
approvato, erano « state avviate le relative
procedure »;
da allora sono proseguite le sessioni
dell’esame di Stato per l’accesso all’Albo
degli informatici che rimangono purtroppo
precluse ai dottori in Informatica e in
Scienze dell’informazione (circa 25.000
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
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ALLEGATO
B
7898
AI RESOCONTI
un’alta percentuale degli automezzi
pesanti, attualmente impiegati negli interventi di soccorso, ha una « età » media di
20 anni, con punte di oltre 30 per i mezzi
speciali, come autoscale e autogrù;
le norme del codice della strada impongono agli automezzi speciali revisioni e
controlli specifici ogni anno;
il personale del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco addetto alle autopompe di
soccorso, non dispone di strumenti specifici di valutazioni che possano garantire
una precisa conoscenza dell’efficienza degli automezzi in servizio;
per la loro attività di soccorso gli
automezzi pesanti, in dotazione al Corpo
nazionale dei vigili del fuoco, sono sottoposti a elevate sollecitazioni e necessitano
di manutenzioni intensive;
a seguito della segnalazione della
RdB P.I. Settore vigili del fuoco, su una
fornitura di oltre cento (100) A.P.S. (Auto
Pompa Serbatoio tipo Euro City) da parte
della Iveco Mezzi speciali, si è potuto
riscontrare il verificarsi di gravi difetti
strutturali, inerenti al cedimento dei supporti fissati sull’autotelaio che sorreggono
l’allestimento antincendio, di circa 4 tonnellate, comprendente serbatoio acqua,
pompa e attrezzature;
di questi gravi difetti verificatisi già
nel 1997, l’ufficio competente non ha mai
divulgato le note fornite dalla ditta costruttrice Service Information Iveco, se
non dopo le segnalazioni della RdB P.I. del
15 ottobre 2002, ai Comandi Provinciali;
lo stesso Dipartimento dei vigili del
fuoco, del soccorso pubblico e della difesa
civile ha diramato una nota 442/4501 del
29 gennaio 2003 dove si dispone la messa
fuori servizio a titolo cautelare delle APS
Euro City di ultima assegnazione che presentano anomalie alle sospensioni posteriori che pregiudicano la stabilità del
mezzo e quindi ha disposto l’invio alla
ditta costruttrice −:
se intenda avviare un piano speciale
di acquisto di nuovi automezzi;
Camera dei Deputati
—
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
se intenda immediatamente avviare
un’indagine ministeriale per verificare
eventuali responsabilità dell’ufficio acquisti del dipartimento dei vigili del fuoco,
soccorso pubblico e difesa civile o eventuali violazioni del contratto da parte della
ditta appaltatrice;
se intenda procedere da subito al
ritiro degli automezzi con oltre 7 anni
d’impiego nelle attività di soccorso, come
per altro avviene per gli automezzi di
trasporto pubblico, al fine di garantire
l’incolumità del personale del Corpo nazionale e quella dei cittadini.
(4-05698)
*
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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta orale:
MAGNOLFI. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per
sapere – premesso che:
in data 24 luglio 2002 è stato approvato dalla Camera il disegno di legge di
conversione in legge del decreto-legge sull’accesso alle professioni e contemporaneamente è stato approvato un ordine del
giorno proposto dall’interrogante che impegnava il Governo a risolvere urgentemente la situazione dei laureati in informatica e in scienze dell’informazione facendoli accedere all’Esame di Stato per
l’iscrizione all’Albo degli informatici istituito con il decreto del Presidente della
Repubblica n. 328 del 2001;
in data 16 ottobre 2002, la sottosegretario senatrice Siliquini, rispondendo
ad un atto di sindacato ispettivo dell’interrogante, informava la Camera dei deputati che, per attuare l’ordine del giorno
approvato, erano « state avviate le relative
procedure »;
da allora sono proseguite le sessioni
dell’esame di Stato per l’accesso all’Albo
degli informatici che rimangono purtroppo
precluse ai dottori in Informatica e in
Scienze dell’informazione (circa 25.000
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7899
AI RESOCONTI
professionisti con lauree quadriennali e
quinquennali, che sono stati i pionieri
dell’informatica in Italia);
nonostante le assicurazioni della senatrice Siliquini, la differenziazione dei
compiti fra gli iscritti e i non iscritti
all’Albo viene già applicata in molti contesti lavorativi, con il risultato che i laureati in Scienze dell’informazione e in
Informatica si trovano esclusi dagli incarichi pubblici più importanti, senza tener
conto della loro esperienza decennale;
la situazione si è aggravata dopo la
sentenza della Suprema corte di cassazione (sentenza 1151, depositata in cancelleria l’8 gennaio 2003), secondo cui la
professione regolamentata dagli Albi può
essere esercitata in via continuativa solo
dagli iscritti ad essi;
nel frattempo anche il CUN Consiglio
universitario nazionale ha dichiarato che
non vi può essere una differenza di trattamento, per i concorsi pubblici e l’accesso
agli Albi, tra i laureati delle lauree specialistiche (il cosiddetto 3+2) e quelli del
vecchio ordinamento;
molti dottori in scienze dell’informazione e in informatica si sono risolti ad
iscriversi di nuovo all’università per prendere la laurea specialistica e si sono trovati di fronte ad atteggiamenti molto differenziati fra i singoli atenei in ordine al
numero di esami da sostenere e alla tesi di
laurea, nonché in ordine al pagamento
delle tasse universitarie –:
se il Governo non ritenga un’ingiustizia da correggere al più presto il fatto
che tanti professionisti, il cui lavoro è più
che mai necessario per recuperare il gap
tecnologico del nostro Paese si trovino
esclusi di fatto dalla professione che già
svolgono da decenni e se non ritenga
assurdo che l’accesso all’albo sia consentito a tutti i vecchi laureati in Ingegneria
(non solo ad indirizzo informatico, ma
anche edile e meccanico) e ai nuovi laureati specialistici, ma venga precluso proprio a coloro che, dopo aver sostenuto un
corso di laurea quadriennale o quinquen-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
nale, hanno per primi maturato l’esperienza professionale necessaria per lo sviluppo delle tecnologie ICT nel nostro
Paese;
in caso affermativo, se il Governo
non intenda finalmente adottare le opportune iniziative normative per onorare gli
impegni assunti affinché sia consentito ai
laureati in scienze dell’informazione e in
informatica di sostenere l’esame di Stato
per accedere all’albo, evitando di screditarsi con ulteriori promesse non mantenute e soprattutto evitando loro l’umiliante condizione di doversi laureare due
volte nella stessa disciplina per continuare
a svolgere la professione che svolgono da
sempre.
(3-02055)
Interrogazione a risposta in Commissione:
CRISCI. — Al Ministro dell’istruzione,
dell’università e della ricerca, al Ministro
dell’economia e delle finanze. — Per sapere
− premesso che:
la legge n. 268 del 22 novembre 2002,
nel disciplinare il subentro dello Stato
nelle convenzioni stipulate dagli enti locali
con soggetti imprenditoriali per la stabilizzazione dei progetti riguardanti i lavori
socialmente utili, ha stanziato 151.586.000
euro per l’anno 2002, 173.424.000 euro per
l’anno 2003 e 135.078.000 euro per l’anno
2004;
la richiesta al ministero dell’economia e delle finanze della variazione di
bilancio è stata inoltrata dal SAEF il 4
novembre 2002 e, con ritardo, solo il 27
dicembre 2002 il Ministero ha trasmesso
alla Corte dei conti il provvedimento di
variazione;
il provvedimento, registrato dalla
Corte dei conti il 10 gennaio 2003, è
incorso nel divieto di iscrizione degli impegni da parte degli Uffici Centrali del
Bilancio, per effetto di quanto previsto dal
decreto-legge n. 194 del 2002, convertito
nella legge n. 246 del 2002, che stabilisce
il divieto di impegnare somme dopo il 31
dicembre 2002;
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7900
AI RESOCONTI
nel nostro Paese oltre 15.000 i lavoratori impegnati nell’espletamento dei servizi relativi alle attività scolastiche ed in
particolare, nella provincia di Teramo, i
dipendenti della TE.AM. Spa, della Cooperativa Futura Vomano scrl e della Paidea scrl, da mesi non percepiscono gli
stipendi e le stesse ditte si trovano in
gravissima difficoltà, tant’è che la TE.AM.
ha erogato stipendi fino alla mensilità di
novembre 2002 con un’esposizione superiore al proprio capitale sociale di circa 2
miliardi e mezzo delle vecchie lire, mentre
la Cooperativa Futura Vomano è ferma
alla corresponsione degli stipendi di maggio 2002 e vanta un credito di circa 600
milioni delle vecchie lire;
a fronte di questa insostenibile situazione le risposte sono state insufficienti,
infatti il 20 gennaio 2003 è stata accreditata
alle istituzioni competenti, da parte del CSA
di Teramo, la somma di 339.287,91 euro ed
è stata successivamente data notizia, il 5
febbraio 2003, che lo stesso CSA è in attesa
di ricevere la somma di 511.327,00 euro, da
parte dell’ufficio scolastico regionale per
l’Abruzzo, somme che nel loro insieme rappresentano solo una parziale copertura del
necessario −:
quali provvedimenti intendano assumere per dare la copertura finanziaria a
spese già sostenute e garantire la regolare
corresponsione degli emolumenti ai lavoratori, ciò al fine di assicurare i servizi
essenziali per il funzionamento della
scuola pubblica e per evitare, nel contempo, l’insorgere di controversie dannose
che vedrebbero lo Stato ovviamente soccombente in quanto palesemente inadempiente;
se non ritengano opportuno e necessario intervenire con misure urgenti e
straordinarie per far fronte alla drammatica situazione in cui versano la TE.AM.
Spa, la Cooperativa Futura Vomano scrl e
la Paidea scrl e, soprattutto, i dipendenti
che non percepiscono gli stipendi da mesi
per il colpevole comportamento dei Ministeri competenti.
(5-01741)
*
*
*
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta scritta:
SGOBIO. — Al Ministro del lavoro e
delle politiche sociali, al Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, al Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio. —
Per sapere – premesso che:
alcuni giorni fa, in una lettera pubblicata sul quotidiano « La Stampa », nella
rubrica dal titolo « Specchio dei Tempi », il
signor Paolo Osiride Ferrero, presidente
della Consulta per le persone disabili e in
difficoltà, ha lamentato lo scarso numero
di sportelli automatizzati per il servizio
Bancomat destinati alle persone disabili,
nella città di Torino;
molti di questi apparecchi, secondo la
suddetta denuncia, uniscono, oltre ai disservizi fisiologici, la trascuratezza nei confronti delle barriere architettoniche che,
ancora oggi, contribuiscono a complicare
le giornate di coloro i quali devono convivere con un handicap più o meno grave;
il 2003 è stato dichiarato dall’Unione
Europea l’anno delle persone disabili;
a complicare ulteriormente le cose
c’è da registrare la graduale riduzione dei
vigilantes dalle filiali degli istituti di credito, propensi ad affidare la sicurezza dei
loro sportelli ad una tecnologia sempre più
sofisticata ed automatizzata, e che, per le
persone disabili, in molti casi rappresentano l’unico « strumento » utile per portare
a termine l’operazione –:
se non ritengono opportuno avviare
una efficace campagna informativa in favore dell’abbattimento delle barriere architettoniche e, con riferimento agli istituti
bancari un programma di incentivazione
di interventi per rendere accessibili gli
sportelli ai disabili.
(4-05701)
*
*
*
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7900
AI RESOCONTI
nel nostro Paese oltre 15.000 i lavoratori impegnati nell’espletamento dei servizi relativi alle attività scolastiche ed in
particolare, nella provincia di Teramo, i
dipendenti della TE.AM. Spa, della Cooperativa Futura Vomano scrl e della Paidea scrl, da mesi non percepiscono gli
stipendi e le stesse ditte si trovano in
gravissima difficoltà, tant’è che la TE.AM.
ha erogato stipendi fino alla mensilità di
novembre 2002 con un’esposizione superiore al proprio capitale sociale di circa 2
miliardi e mezzo delle vecchie lire, mentre
la Cooperativa Futura Vomano è ferma
alla corresponsione degli stipendi di maggio 2002 e vanta un credito di circa 600
milioni delle vecchie lire;
a fronte di questa insostenibile situazione le risposte sono state insufficienti,
infatti il 20 gennaio 2003 è stata accreditata
alle istituzioni competenti, da parte del CSA
di Teramo, la somma di 339.287,91 euro ed
è stata successivamente data notizia, il 5
febbraio 2003, che lo stesso CSA è in attesa
di ricevere la somma di 511.327,00 euro, da
parte dell’ufficio scolastico regionale per
l’Abruzzo, somme che nel loro insieme rappresentano solo una parziale copertura del
necessario −:
quali provvedimenti intendano assumere per dare la copertura finanziaria a
spese già sostenute e garantire la regolare
corresponsione degli emolumenti ai lavoratori, ciò al fine di assicurare i servizi
essenziali per il funzionamento della
scuola pubblica e per evitare, nel contempo, l’insorgere di controversie dannose
che vedrebbero lo Stato ovviamente soccombente in quanto palesemente inadempiente;
se non ritengano opportuno e necessario intervenire con misure urgenti e
straordinarie per far fronte alla drammatica situazione in cui versano la TE.AM.
Spa, la Cooperativa Futura Vomano scrl e
la Paidea scrl e, soprattutto, i dipendenti
che non percepiscono gli stipendi da mesi
per il colpevole comportamento dei Ministeri competenti.
(5-01741)
*
*
*
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta scritta:
SGOBIO. — Al Ministro del lavoro e
delle politiche sociali, al Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, al Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio. —
Per sapere – premesso che:
alcuni giorni fa, in una lettera pubblicata sul quotidiano « La Stampa », nella
rubrica dal titolo « Specchio dei Tempi », il
signor Paolo Osiride Ferrero, presidente
della Consulta per le persone disabili e in
difficoltà, ha lamentato lo scarso numero
di sportelli automatizzati per il servizio
Bancomat destinati alle persone disabili,
nella città di Torino;
molti di questi apparecchi, secondo la
suddetta denuncia, uniscono, oltre ai disservizi fisiologici, la trascuratezza nei confronti delle barriere architettoniche che,
ancora oggi, contribuiscono a complicare
le giornate di coloro i quali devono convivere con un handicap più o meno grave;
il 2003 è stato dichiarato dall’Unione
Europea l’anno delle persone disabili;
a complicare ulteriormente le cose
c’è da registrare la graduale riduzione dei
vigilantes dalle filiali degli istituti di credito, propensi ad affidare la sicurezza dei
loro sportelli ad una tecnologia sempre più
sofisticata ed automatizzata, e che, per le
persone disabili, in molti casi rappresentano l’unico « strumento » utile per portare
a termine l’operazione –:
se non ritengono opportuno avviare
una efficace campagna informativa in favore dell’abbattimento delle barriere architettoniche e, con riferimento agli istituti
bancari un programma di incentivazione
di interventi per rendere accessibili gli
sportelli ai disabili.
(4-05701)
*
*
*
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7901
AI RESOCONTI
POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
Interrogazione a risposta immediata:
CARBONELLA. — Al Ministro delle politiche agricole e forestali. — Per sapere –
premesso che:
il Governo in carica dall’inizio della
legislatura non ha lesinato aiuti e sanatorie per quelle imprese che hanno evaso il
fisco e portato i capitali all’estero: sono
cosı̀ arrivati i condoni e gli scudi fiscali;
invece, sono trascurati e abbandonati
a se stessi quegli imprenditori onesti che
lavorano con impegno nell’agricoltura, in
un settore tanto difficile e importante
della nostra economia, in particolare per il
Sud;
il settore agricolo del Mezzogiorno
nell’ultimo biennio è stato colpito duramente dal susseguirsi di eventi calamitosi,
che hanno pregiudicato ogni tipo di coltura;
il comparto agricolo si trova a dover
fronteggiare una pesante situazione, che
vede esposti molti imprenditori con gli
istituti di credito, con il rischio di tracollo,
in modo particolare, per le piccole aziende
familiari –:
se il Ministro interrogato non ritenga
necessario, considerato lo stato di grave
crisi in cui versa l’agricoltura, intervenire,
con estrema urgenza, adottando iniziative
normative volte all’azzeramento dei contributi dovuti dalle imprese agricole all’Inps o, perlomeno, alla loro rateizzazione, per consentire loro di riprendersi
economicamente, nonché predisponendo
strumenti di credito agevolato per far
recuperare al settore capacità di investimento.
(3-02057)
*
*
*
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Interrogazione a risposta immediata:
CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, DARIO
GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN,
BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI,
DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE,
FONTANINI,
GIBELLI,
GIANCARLO
GIORGETTI, LUSSANA, MARTINELLI,
FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO,
POLLEDRI,
RIZZI,
SERGIO
ROSSI, STUCCHI e VASCON. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per
sapere – premesso che:
diversamente da quanto previsto in
occasione di precedenti eventi calamitosi,
il decreto ministeriale del 5 dicembre
2002, concernente gli eventi alluvionali del
mese di novembre 2002, ha sospeso i
termini solo per adempimenti e versamenti tributari, escludendo i soggetti che
hanno subito un danno non superiore al
20 per cento del valore dei beni mobili ed
immobili;
il 18 dicembre 2002 il Governo ha
accolto, in sede di conversione in seconda
lettura del decreto-legge 4 novembre 2002,
n. 245, l’ordine del giorno Sergio Rossi
n. 9/3464/17, relativo alla concessione
della sospensione dei termini prevista dal
decreto-legge per la aree del Molise, della
Puglia e della Sicilia anche per i soggetti
e le imprese residenti nei territori colpiti
dalle alluvioni di ottobre e novembre 2002,
alle medesime condizioni;
in occasione dell’esame del decretolegge 7 febbraio 2003, n. 15, nella seduta
del 5 marzo 2003 il Governo ha accolto
l’ordine del giorno Stucchi n. 9/3664/19,
che impegna il Governo a prevedere, con
le ordinanze di cui al comma 3 dell’articolo 1 del medesimo decreto-legge, la
sospensione dei termini per gli adempimenti, sia contributivi che tributari, per
tutti i residenti nei territori alluvionati,
identificati con decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri del 29 novembre
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7901
AI RESOCONTI
POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
Interrogazione a risposta immediata:
CARBONELLA. — Al Ministro delle politiche agricole e forestali. — Per sapere –
premesso che:
il Governo in carica dall’inizio della
legislatura non ha lesinato aiuti e sanatorie per quelle imprese che hanno evaso il
fisco e portato i capitali all’estero: sono
cosı̀ arrivati i condoni e gli scudi fiscali;
invece, sono trascurati e abbandonati
a se stessi quegli imprenditori onesti che
lavorano con impegno nell’agricoltura, in
un settore tanto difficile e importante
della nostra economia, in particolare per il
Sud;
il settore agricolo del Mezzogiorno
nell’ultimo biennio è stato colpito duramente dal susseguirsi di eventi calamitosi,
che hanno pregiudicato ogni tipo di coltura;
il comparto agricolo si trova a dover
fronteggiare una pesante situazione, che
vede esposti molti imprenditori con gli
istituti di credito, con il rischio di tracollo,
in modo particolare, per le piccole aziende
familiari –:
se il Ministro interrogato non ritenga
necessario, considerato lo stato di grave
crisi in cui versa l’agricoltura, intervenire,
con estrema urgenza, adottando iniziative
normative volte all’azzeramento dei contributi dovuti dalle imprese agricole all’Inps o, perlomeno, alla loro rateizzazione, per consentire loro di riprendersi
economicamente, nonché predisponendo
strumenti di credito agevolato per far
recuperare al settore capacità di investimento.
(3-02057)
*
*
*
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Interrogazione a risposta immediata:
CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, DARIO
GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN,
BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI,
DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE,
FONTANINI,
GIBELLI,
GIANCARLO
GIORGETTI, LUSSANA, MARTINELLI,
FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO,
POLLEDRI,
RIZZI,
SERGIO
ROSSI, STUCCHI e VASCON. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per
sapere – premesso che:
diversamente da quanto previsto in
occasione di precedenti eventi calamitosi,
il decreto ministeriale del 5 dicembre
2002, concernente gli eventi alluvionali del
mese di novembre 2002, ha sospeso i
termini solo per adempimenti e versamenti tributari, escludendo i soggetti che
hanno subito un danno non superiore al
20 per cento del valore dei beni mobili ed
immobili;
il 18 dicembre 2002 il Governo ha
accolto, in sede di conversione in seconda
lettura del decreto-legge 4 novembre 2002,
n. 245, l’ordine del giorno Sergio Rossi
n. 9/3464/17, relativo alla concessione
della sospensione dei termini prevista dal
decreto-legge per la aree del Molise, della
Puglia e della Sicilia anche per i soggetti
e le imprese residenti nei territori colpiti
dalle alluvioni di ottobre e novembre 2002,
alle medesime condizioni;
in occasione dell’esame del decretolegge 7 febbraio 2003, n. 15, nella seduta
del 5 marzo 2003 il Governo ha accolto
l’ordine del giorno Stucchi n. 9/3664/19,
che impegna il Governo a prevedere, con
le ordinanze di cui al comma 3 dell’articolo 1 del medesimo decreto-legge, la
sospensione dei termini per gli adempimenti, sia contributivi che tributari, per
tutti i residenti nei territori alluvionati,
identificati con decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri del 29 novembre
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7902
AI RESOCONTI
2002, eliminando, pertanto, l’applicazione
del limite del 20 per cento del valore dei
danni subiti;
nella seduta della Commissione finanze della Camera dei deputati del 6
marzo 2003 il Governo, interrogato sull’intenzione di dare attuazione all’ordine
del giorno n. 9/3464/17, ha risposto negativamente, confermando l’applicazione
della restrizione ai soggetti che non hanno
avuto danni superiori al limite fissato –:
quali iniziative il Governo stia assumendo per dare attuazione agli impegni
degli ordini del giorno citati ed accolti.
(3-02059)
*
*
*
SALUTE
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro della salute, per sapere – premesso che:
recentemente Farmindustria a seguito dei fatti di cronaca attinenti all’accusa di « eccessiva prescrizione di farmaci » di presente comparaggio ha sospeso la
partecipazione dei propri associati ai Congressi medico-scientifici;
tale sospensione mette a rischio lo
svolgimento di importanti congressi medico-scientifici in Italia, oltre che creare uno
stato di crisi per il settore congressuale,
settore strategico per il nostro Paese;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
quali iniziative, al fine di implementare l’attività di formazione professionale
attraverso il momento congressuale scientifico, il Ministro interrogato intenda adottare affinché:
a) Farmindustria revochi il divieto
per le proprie associate di partecipare ai
congressi medico-scientifici;
b) sia incrementata l’azione di controllo sull’effettiva efficacia dei congressi
medico-scientifici approvati.
(2-00670) « Lupi, Minoli Rota, Di Virgilio,
Cicala, Massidda, Marinello,
Jacini, Palumbo, Caminiti,
Ricciuti, Frigerio, Borriello,
Antonio Barbieri, Ferro, Nicotra, Gioacchino Alfano, Testoni, Dell’Anna, Mauro, Leccisi, Lenna, Paroli, Moretti,
Colucci, Sardelli, Arnoldi,
Verro,
Campa,
Zanetta,
Rosso, Lazzari, Sanza, Ricciotti, Milanese, Osvaldo Napoli, Muratori, Dario Galli,
Germanà, Cuccu, Maione,
Romele ».
Interrogazione a risposta orale:
SAVO. — Al Ministro della salute, al
Ministro delle politiche agricole e forestali.
— Per sapere – premesso che:
il congresso medico-scientifico rappresenta un momento fondamentale per la
formazione professionale del personale
medico;
con un’interrogazione del 20 giugno
2002 tendente a bloccare la vaccinazione
per la Blue tongue, l’interrogante è stato
facile profeta. Infatti l’interrogazione de
quo concludeva che la vaccinazione nel
territorio dell’Amaseno in provincia di
Frosinone sarebbe stata inutile dal punto
di vista sanitario, dannosa per l’economia,
dispendiosa per l’ASL che l’attuava;
i
congressi medico-scientifici sono
autorizzati dal ministero della salute. La
loro realizzazione in Italia è possibile
solo con la concreta partecipazione del
settore industriale, un corretto e trasparente rapporto tra ricerca e azienda farmaceutica –:
si è passati alla sperimentazione sul
campo e i risultati sono stati devastanti
per gli animali che l’hanno subita (aborti,
morti e riduzione del latte), per l’economia
degli allevatori già in difficoltà e per lo
sperpero di denaro pubblico da parte delle
ASL che l’hanno disposta;
Atti Parlamentari
—
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
B
7902
AI RESOCONTI
2002, eliminando, pertanto, l’applicazione
del limite del 20 per cento del valore dei
danni subiti;
nella seduta della Commissione finanze della Camera dei deputati del 6
marzo 2003 il Governo, interrogato sull’intenzione di dare attuazione all’ordine
del giorno n. 9/3464/17, ha risposto negativamente, confermando l’applicazione
della restrizione ai soggetti che non hanno
avuto danni superiori al limite fissato –:
quali iniziative il Governo stia assumendo per dare attuazione agli impegni
degli ordini del giorno citati ed accolti.
(3-02059)
*
*
*
SALUTE
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro della salute, per sapere – premesso che:
recentemente Farmindustria a seguito dei fatti di cronaca attinenti all’accusa di « eccessiva prescrizione di farmaci » di presente comparaggio ha sospeso la
partecipazione dei propri associati ai Congressi medico-scientifici;
tale sospensione mette a rischio lo
svolgimento di importanti congressi medico-scientifici in Italia, oltre che creare uno
stato di crisi per il settore congressuale,
settore strategico per il nostro Paese;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
quali iniziative, al fine di implementare l’attività di formazione professionale
attraverso il momento congressuale scientifico, il Ministro interrogato intenda adottare affinché:
a) Farmindustria revochi il divieto
per le proprie associate di partecipare ai
congressi medico-scientifici;
b) sia incrementata l’azione di controllo sull’effettiva efficacia dei congressi
medico-scientifici approvati.
(2-00670) « Lupi, Minoli Rota, Di Virgilio,
Cicala, Massidda, Marinello,
Jacini, Palumbo, Caminiti,
Ricciuti, Frigerio, Borriello,
Antonio Barbieri, Ferro, Nicotra, Gioacchino Alfano, Testoni, Dell’Anna, Mauro, Leccisi, Lenna, Paroli, Moretti,
Colucci, Sardelli, Arnoldi,
Verro,
Campa,
Zanetta,
Rosso, Lazzari, Sanza, Ricciotti, Milanese, Osvaldo Napoli, Muratori, Dario Galli,
Germanà, Cuccu, Maione,
Romele ».
Interrogazione a risposta orale:
SAVO. — Al Ministro della salute, al
Ministro delle politiche agricole e forestali.
— Per sapere – premesso che:
il congresso medico-scientifico rappresenta un momento fondamentale per la
formazione professionale del personale
medico;
con un’interrogazione del 20 giugno
2002 tendente a bloccare la vaccinazione
per la Blue tongue, l’interrogante è stato
facile profeta. Infatti l’interrogazione de
quo concludeva che la vaccinazione nel
territorio dell’Amaseno in provincia di
Frosinone sarebbe stata inutile dal punto
di vista sanitario, dannosa per l’economia,
dispendiosa per l’ASL che l’attuava;
i
congressi medico-scientifici sono
autorizzati dal ministero della salute. La
loro realizzazione in Italia è possibile
solo con la concreta partecipazione del
settore industriale, un corretto e trasparente rapporto tra ricerca e azienda farmaceutica –:
si è passati alla sperimentazione sul
campo e i risultati sono stati devastanti
per gli animali che l’hanno subita (aborti,
morti e riduzione del latte), per l’economia
degli allevatori già in difficoltà e per lo
sperpero di denaro pubblico da parte delle
ASL che l’hanno disposta;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
7903
AI RESOCONTI
intanto da parte di organi scientifici
si levano osservazioni alla validità della
vaccinazione stessa, da parte degli allevatori della Ciociaria, del Molise e della
Puglia si contano i danni subiti e ogni
giorno si attivano per una vibrata protesta
(Latina) –:
quali iniziative urgenti intendano
adottare per bloccare il prosieguo della
vaccinazione per la Blue tongue nel territorio nazionale limitando a questo punto,
almeno i danni;
inoltre, a proposito di questi ultimi,
se non ritengano opportuno almeno per
l’economia degli allevatori, un congruo
indennizzo e per tempo.
(3-02054)
Apposizione di firme ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Calzolaio ed altri n. 7-00218, pubblicata nell’allegato B ai resoconti della seduta del 5
marzo 2003, deve intendersi sottoscritta
anche dai deputati: Piscitello, Paolo Russo,
Valpiana.
Apposizione di firme ad interrogazioni.
La interrogazione a risposta in Commissione Meduri n. 5-01605, pubblicata
nell’allegato B ai resoconti della seduta del
4 febbraio 2003, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marcora.
La interrogazione a risposta orale
Grandi e Zanotti n. 3-02050, pubblicata
nell’allegato B ai resoconti della seduta del
10 marzo 2003, deve intendersi sottoscritta
anche dal deputato Ottone.
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato della
interpellanza urgente Volontè n. 2-00663,
già pubblicata nell’allegato B ai resoconti
della seduta n. 274 del 4 marzo 2003.
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Il sottoscritto chiede di interpellare il
Ministro dell’economia e delle finanze, per
sapere – premesso che:
in data 8 febbraio 2003 sono state
depositate le motivazioni della sentenza
con le quali il TAR del Lazio ha accolto
l’eccezione di incostituzionalità di alcune
parti del regolamento attuativo della legge
di riforma delle fondazioni bancarie contenuta nell’articolo 11 della legge finanziaria 2002, rinviando il tutto al giudizio
della Corte Costituzionale;
i magistrati amministrativi hanno in
particolare eccepito su due punti contenuti
nelle disposizioni del regolamento: il
primo, secondo cui con il conferimento
delle azioni l’intestazione passi alle società
di gestione del risparmio (SGR), in quanto
la riforma è « volta a procrastinare nel
tempo la dismissione delle partecipazioni
bancarie con l’affidamento a soggetti autonomi e non, al contrario, a farle dismettere già al momento del conferimento »; il
secondo, in quanto il divieto per l’affidante
di dare suggerimenti agli amministratori
della SGR anche in materia di gestione
« non trova riscontro nel dettato legislativo
e, quindi, risolvendosi in una indebita
incisione della autonomia privata delle
fondazioni, va espunto dallo schema » di
regolamento;
successivamente il Consiglio di Stato
ha dato parere favorevole alla bozza di
regolamento chiedendo, però, alcune modifiche: il mantenimento della intestazione
delle partecipazioni, affidate alle SGR, in
capo alle fondazioni, le quali potranno,
inoltre, dare indicazioni sulla gestione; di
specificare chiaramente che « gli effetti
economici (della gestione della partecipazione da parte delle SGR) ricadano anche
ai fini fiscali sulle fondazioni »; di fissare
un nuovo termine per il trasferimento
delle partecipazioni alle SGR, successivo a
quello previsto del 31 marzo;
in sede di discussione della legge
finanziaria 2003 è stato accolto dal Governo l’ordine del giorno 9/3200-bis/99
relativo ai settori di intervento ammessi
dalle fondazioni;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
7903
AI RESOCONTI
intanto da parte di organi scientifici
si levano osservazioni alla validità della
vaccinazione stessa, da parte degli allevatori della Ciociaria, del Molise e della
Puglia si contano i danni subiti e ogni
giorno si attivano per una vibrata protesta
(Latina) –:
quali iniziative urgenti intendano
adottare per bloccare il prosieguo della
vaccinazione per la Blue tongue nel territorio nazionale limitando a questo punto,
almeno i danni;
inoltre, a proposito di questi ultimi,
se non ritengano opportuno almeno per
l’economia degli allevatori, un congruo
indennizzo e per tempo.
(3-02054)
Apposizione di firme ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Calzolaio ed altri n. 7-00218, pubblicata nell’allegato B ai resoconti della seduta del 5
marzo 2003, deve intendersi sottoscritta
anche dai deputati: Piscitello, Paolo Russo,
Valpiana.
Apposizione di firme ad interrogazioni.
La interrogazione a risposta in Commissione Meduri n. 5-01605, pubblicata
nell’allegato B ai resoconti della seduta del
4 febbraio 2003, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marcora.
La interrogazione a risposta orale
Grandi e Zanotti n. 3-02050, pubblicata
nell’allegato B ai resoconti della seduta del
10 marzo 2003, deve intendersi sottoscritta
anche dal deputato Ottone.
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato della
interpellanza urgente Volontè n. 2-00663,
già pubblicata nell’allegato B ai resoconti
della seduta n. 274 del 4 marzo 2003.
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Il sottoscritto chiede di interpellare il
Ministro dell’economia e delle finanze, per
sapere – premesso che:
in data 8 febbraio 2003 sono state
depositate le motivazioni della sentenza
con le quali il TAR del Lazio ha accolto
l’eccezione di incostituzionalità di alcune
parti del regolamento attuativo della legge
di riforma delle fondazioni bancarie contenuta nell’articolo 11 della legge finanziaria 2002, rinviando il tutto al giudizio
della Corte Costituzionale;
i magistrati amministrativi hanno in
particolare eccepito su due punti contenuti
nelle disposizioni del regolamento: il
primo, secondo cui con il conferimento
delle azioni l’intestazione passi alle società
di gestione del risparmio (SGR), in quanto
la riforma è « volta a procrastinare nel
tempo la dismissione delle partecipazioni
bancarie con l’affidamento a soggetti autonomi e non, al contrario, a farle dismettere già al momento del conferimento »; il
secondo, in quanto il divieto per l’affidante
di dare suggerimenti agli amministratori
della SGR anche in materia di gestione
« non trova riscontro nel dettato legislativo
e, quindi, risolvendosi in una indebita
incisione della autonomia privata delle
fondazioni, va espunto dallo schema » di
regolamento;
successivamente il Consiglio di Stato
ha dato parere favorevole alla bozza di
regolamento chiedendo, però, alcune modifiche: il mantenimento della intestazione
delle partecipazioni, affidate alle SGR, in
capo alle fondazioni, le quali potranno,
inoltre, dare indicazioni sulla gestione; di
specificare chiaramente che « gli effetti
economici (della gestione della partecipazione da parte delle SGR) ricadano anche
ai fini fiscali sulle fondazioni »; di fissare
un nuovo termine per il trasferimento
delle partecipazioni alle SGR, successivo a
quello previsto del 31 marzo;
in sede di discussione della legge
finanziaria 2003 è stato accolto dal Governo l’ordine del giorno 9/3200-bis/99
relativo ai settori di intervento ammessi
dalle fondazioni;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7904
AI RESOCONTI
in sede di discussione del decretolegge 25 ottobre 2002, n. 236 è stato altresı̀
accolto dal Governo l’ordine del giorno
9/3450/8 relativo alla scadenza prevista
dal decreto legislativo 17 maggio 1999,
n. 153, in ordine alla cessione delle partecipazioni di controllo detenute dalle fondazioni bancarie;
sarebbe in corso un tentativo di ravvicinamento tra le parti per trovare una
soluzione stragiudiziale, rinviando, all’uopo e per il momento, la decisione da
parte del Consiglio di Stato sulla sospensiva degli articoli 7 e 9 del regolamento –:
se, in sede di modifica del regolamento attuativo della riforma delle fondazioni, alla luce dei rilievi del TAR del
Lazio, del Consiglio di Stato o con apposito decreto-legge, auspicabilmente prima
della sentenza della Corte costituzionale,
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
sarà dato seguito ai citati ordini del
giorno, estendendo l’elenco dei settori rilevanti ammessi di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153 e prevedendo
uno slittamento del termine ultimo per
l’adempimento degli obblighi previsti dal
citato decreto legislativo e se, a seguito
delle riflessioni intervenute dopo la legge
finanziaria, non sia opportuno prevedere
anche una percentuale del valore complessivo dei beni immobili e diritti reali immobiliari acquisiti a titolo gratuito, per
esempio del 10 per cento del patrimonio
della fondazione, al fine di evitare la
perdita della natura di ente non commerciale ed il regime tributario agevolativo
previsto dalla disciplina vigente.
(2-00663)
(4 marzo 2003).
« Volontè ».
Atti Parlamentari
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XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
I
Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA
RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA
BRIGUGLIO. — Al Ministro della difesa.
— Per sapere – premesso che:
un articolo di Cesare Fiumi, su Sette
del 26 settembre 2002 (« Il maresciallo che
amava il suo Paese ma è stato pignorato »)
riporta il caso clamoroso del maresciallo
dell’esercito Marco Diana che, con al suo
attivo missioni in Somalia e Kosovo, ammalato di cancro, ha ricevuto una comunicazione dal centro amministrativo dell’esercito con cui gli viene notificata la
sospensione della corresponsione del mese
di settembre 2002 della pensione provvisoria dovuta a causa di servizio, con
riserva di procedere al recupero delle
somme indebitamente percepite nel periodo dal 15 febbraio 2001, al 31 agosto
2002;
il recupero della pensione sarebbe
dovuto all’insufficienza del documenti presentati dall’interessato;
il recupero delle somme « indebitamente percepite » sarebbe dovuto al fatto
che il maresciallo Diana possiederebbe
ancora un piccolo terreno e l’auto;
lo stesso maresciallo Diana, malato e
disperato, ha manifestato il proposito di
incatenarsi dinanzi a Palazzo Chigi;
lo stesso nelle missioni militari suddette ha servito la Patria venendo a contatto con situazioni di rischio su cui sono
stati esperiti numerosi accertamenti da
parte degli organi preposti e inchieste
giornalistiche molto documentate –:
quali urgenti iniziative e provvedimenti intenda adottare per risolvere il
caso incredibile del maresciallo Marco
Diana al quale, al di là di ogni remora
burocratica lo Stato, che egli ha servito
con scrupolo e rischio della vita, trovi
modo per riconoscere il diritto alla vita e
alla salute.
(4-04021)
RISPOSTA. — Con riferimento alle problematiche rappresentate con l’interrogazione, si reputano necessarie alcune considerazioni preliminari.
La definizione delle pratiche di pensione privilegiata e di equo indennizzo è
una attività procedimentale complessa che
necessita dell’acquisizione obbligatoria di
pareri, da parte dei competenti organi
tecnici, sulla dipendenza da causa di servizio delle infermità contratte o delle lesioni riportate dai dipendenti civili e militari dello Stato.
Tale attività veniva in precedenza svolta
dal comitato per le pensioni privilegiate
ordinarie – istituito presso la Presidenza
del Consiglio dei ministri – che, con decreto
del Presidente della Repubblica del 29 ottobre 2001 n. 461, ha assunto la denominazione di comitato di verifica per le cause
di servizio, mantenendo inalterati, nella
sostanza, i compiti e le prerogative del
precedente organismo, ma con la differenza
che ora i componenti sono nominati con
decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze ed operano presso quel dicastero.
Il citato comitato di verifica – organo
collegiale indipendente che ha poteri decisionali in virtù della normativa vigente in
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
II
AI RESOCONTI
materia – esprime un parere che si qualifica quale obbligatorio e vincolante.
Ciò premesso, si rappresenta che il maresciallo ordinario Marco Diana, già in
servizio nell’esercito, ha presentato in data
30 settembre 1998, a seguito della patologia
sofferta, domanda di riconoscimento della
dipendenza da causa di servizio.
La commissione medico ospedaliera distaccata di Perugia ha riconosciuto l’infermità dipendente da causa di servizio, in
considerazione del fatto che l’interessato è
stato esposto – per motivi inerenti al
proprio incarico – a disagi fisico – climatico – ambientali, stress psichici, disordini
alimentari ed al contatto, non specificamente legato all’impiego prestato all’estero,
con lubrificanti e solventi.
Decorsi complessivi 360 giorni di temporanea inidoneità al servizio militare, la
commissione medico ospedaliera di Cagliari
con processo verbale in data 14 novembre
2000 ha giudicato il soggetto permanentemente non idoneo al servizio militare,
ascrivendo l’infermità alla tabella A – 1a
categoria – misura massima.
Successivamente, il citato comitato di
verifica non ha condiviso i giudizi medicolegali già resi e, con parere n. 3482 del
2002 in data 7 maggio 2002, si è pronunciato negativamente sulla dipendenza da
causa di servizio.
Sulla base di tale parere, quindi, la
competente direzione generale per il personale militare ha emesso i conseguenti provvedimenti negativi, respingendo le domande
di equo indennizzo e di pensione privilegiata ordinaria presentate dal maresciallo
Marco Diana.
Avverso tali provvedimenti negativi, il
maresciallo Diana ha proposto ricorso alla
Corte dei conti, con contestuale istanza
cautelare di sospensione degli effetti del
provvedimento di recupero delle somme,
disposto dal centro amministrativo dell’esercito di Roma in data 21 agosto 2002.
Al riguardo, si specifica che l’organo di
giustizia contabile di Cagliari ha determinato la sospensione del recupero degli arretrati di pensione già versati al sottufficiale.
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Per completezza di informazione, si
rende noto, inoltre, che in data 21 settembre
2002, il Sottosegretario alla difesa onorevole Cicu, si è recato in visita al maresciallo
Diana per rappresentare i sentimenti di
solidarietà, sia a titolo personale che a
nome di tutta l’amministrazione difesa. In
tale occasione è intervenuta la commissione
medica del centro militare di medicina
legale di Cagliari che ha provveduto a
redigere il verbale di inabilità per la concessione immediata della pensione, ai sensi
dell’articolo 2, comma 12 della legge 335
del 1995.
Inoltre, si precisa che il centro amministrativo regionale di Cagliari ha corrisposto all’interessato – a titolo di anticipo – la
somma mensile di euro 1.000,00, per i mesi
di settembre/ottobre 2002.
Successivamente, l’Inpdap di Cagliari ha
provveduto a corrispondere regolarmente al
militare la pensione di inabilità, unitamente
all’assegno di accompagnamento.
È opportuno sottolineare, tra l’altro, che
qualora la Corte dei conti dovesse pronunciarsi favorevolmente nei confronti del ricorrente, questi potrà percepire la pensione
privilegiata, in alternativa alla pensione di
inabilità.
Al Maresciallo Diana è stata, inoltre,
concessa, da parte della competente direzione generale per il personale militare, la
somma di 1.500,00 euro quale sussidio per
le spese mediche sostenute.
Si precisa, in ultimo, che nell’ambito del
procedimento relativo al caso Diana, svolto
in conformità alle disposizioni del predetto
decreto del Presidente della Repubblica
n. 461 del 2001, le commissioni mediche
ospedaliere si sono legittimamente pronunciate su dipendenza ed ascrivibilità, in
quanto intervenute prima dell’entrata in
vigore del citato decreto del Presidente della
Repubblica con il quale è stata attribuita al
comitato di verifica l’esclusiva competenza
a pronunciarsi in merito al rapporto causale tra il servizio prestato e l’infermità
dichiarata.
A sua volta, il citato comitato si è
espresso sulla dipendenza secondo quanto
previsto dal combinato disposto dell’articolo 18, comma 1 e dell’articolo 11, comma
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
III
Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 461 del 2001, essendo intervenuto
nel procedimento dopo la data di entrata in
vigore (il 22 gennaio 2002) del decreto
medesimo.
cercando di contrastare il fenomeno attraverso il regolamento 733/2002 del 22
aprile 2002;
Il Ministro della difesa: Antonio
Martino.
a) se ritenga che il domain grabbing
sia una prassi da sopprimere a livello
generale, per impedire la concorrenza
sleale e favorire la tutela dei consumatori;
BRUGGER, ZELLER, DETOMAS, WIDMANN, COLLÈ, BRESSA, BOATO e OLIVIERI. — Al Ministro delle comunicazioni.
— Per sapere – premesso che:
b) se intenda tutelare, e in quale
modo, le denominazioni geografiche non
rientranti nel divieto sancito dall’articolo 5
delle « Regole di naming ».
(4-04418)
la prassi del « domain grabbing » consiste nel registrare come Second - Level Domain la ditta di un’impresa o un altro
nome con un valore economico. Qualora
l’impresa o il titolare del nome non possieda un marchio registrato, non potrebbe
ottenere il trasferimento del dominio per
accedere al mercato elettronico con il
proprio nome, ma dovrebbe cedere alle
richieste del primo registrante, valendo in
tale campo il principio del first comes, first
served;
RISPOSTA. — Al riguardo si fa presente
che i domini Internet appartenenti al cosiddetto TLD « .it » (country code - top level
domain « .it ») sono attualmente gestiti dall’Istituto di informatica e telematica del
CNR con sede in Pisa, il quale provvede a
fornire il supporto tecnologico al mantenimento, all’aggiornamento ed al funzionamento dei server DNS (domain name server), i dispositivi che diffondono nel mondo
le informazioni necessarie al funzionamento dei domini Internet.
L’associazione « Naming Autority » definisce invece, come da contratto tra i mantainer e l’IIT, le procedure per l’assegnazione dei domini Internet: la revoca, la
cancellazione, il rinnovo.
Per ciò che riguarda le dispute e le
vertenze sull’assegnazione dei domini Internet – dovute al fatto che l’indirizzo Internet
non può distinguere le varie categorie merceologiche – si precisa che nell’esercizio
2000-2002 il numero dei domini oggetto di
contestazione è stato di 885 su 715.107
domini registrati: un dato estremamente
contenuto e che pone il registro italiano tra
quelli più efficienti. Si osserva inoltre che
l’andamento delle contestazioni va progressivamente riducendosi ed è passato dalle
379 del 2000, alle 276 del 2001 fino ad
arrivare alle 230 del 2002.
Fra le contestazioni solo una minima
parte riguarda le denominazioni geografiche, mentre la maggior parte dei casi sono
questioni di omonimia tra società e/o privati, che vengono superate sulla base del
principio del first comes, first served, che è
tale fenomeno su internet è da tempo
origine di molte vertenze giudiziali e stragiudiziali che riguardano anche il dominio
italiano « it », a causa della lesione di
diritti fondamentali tutelati dall’ordinamento giuridico, quali: il diritto al nome,
il principio di correttezza nei rapporti
commerciali e di lealtà nella concorrenza,
la tutela dei consumatori;
aumentano le vertenze in merito alle
denominazioni geografiche, quali i nomi di
vallate, di pascoli, di quartieri ed altri, che
hanno spesso una particolare rilevanza
culturale o turistica, non rientranti nel
divieto di registrazione di dominio di regioni, province e comuni, ai sensi dell’articolo 5 delle « Regole di naming » –:
se venga presa in considerazione la
possibilità di un intervento legislativo relativo al dominio italiano « it », già causa
di molti casi di domain grabbing, dal
momento che l’Unione europea sta già
e in caso affermativo:
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
IV
AI RESOCONTI
uno dei principi base di tutti i registri dei
nomi a dominio.
Non è consentita in alcun modo la
rivendita dei domini « .it » a terzi o all’asta,
come invece può avvenire per i domini
« .com ». Le attuali procedure prevedono la
firma di una lettera di assunzione di responsabilità (L.A.R.) nella quale si dichiara
di possedere i requisiti previsti dalle regole
di naming per l’assegnazione del dominio.
È pertanto palese che il dominio « .it »
non è un bene ceduto all’assegnatario, ma
resta di proprietà del registro che ne definisce le modalità per l’esercizio; ne consegue che non può essere rivendibile a terzi
poiché l’assegnatario ne fa uso in ragione
della dichiarazione con cui ha sostenuto di
averne il diritto (la L.A.R.).
Per quanto riguarda i domini « .com »
esiste effettivamente il problema della rivendita di indirizzi impropriamente attribuiti relativi ad attività di valore economico.
La questione, tuttavia, è affrontata nelle
opportune sedi internazionali in cui, ad
oggi, è prevalsa la estensione del principio
first comes, first served, basato su un
approccio tipico dei paesi anglosassoni.
Tutto ciò chiarito, non appare realistica
la soppressione del « demain grabbing »
poiché è necessario verificare « a posteriori »
l’eventuale « registrazione in mala fede » del
nome che si vorrebbe revocare, in quanto
non sembrano concretamente attuabili accertamenti preventivi sulle registrazioni.
A completamento di informazione si comunica che l’Unione europea in vista della
predisposizione di un nuovo registro « .eu »
(regolamento CE n. 733/2002 del 22 aprile
2002 – istituzione del dominio internet
« .eu ») ha chiesto a tutti gli Stati membri
una lista di nomi riservati (e fra questi i
nomi geografici) da inserire in un data base
del nuovo registro « .eu » allo scopo di
evitare registrazioni improprie comprendenti anche nomi di Ministri, di organismi
governativi e simili.
Il Ministro delle comunicazioni:
Maurizio Gasparri.
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
CARLI. — Al Ministro dell’economia e
delle finanze. — Per sapere − premesso
che:
il Governo nella seduta del Consiglio
dei ministri del 7 marzo 2002, su proposta
del Ministro dell’economia e delle finanze,
onorevole Giulio Tremonti, ha adottato un
regolamento che esonera le associazioni
sportive dilettantistiche dall’obbligo dei
misuratori fiscali, consentendo loro di
continuare ad utilizzare i biglietti Siae;
anche le associazioni pro loco, che in
Italia sono oltre 6.000 con un milione di
soci, avevano chiesto, sin dalla passata
legislatura, di essere esonerate dall’utilizzo
di tali misuratori, sia per ragioni di costi
che di praticità;
tali associazioni rappresentano un
grande strumento di promozione culturale
e turistica delle realtà locali ed operano
senza fine di lucro;
il Governo si era impegnato in sede
di esame della legge finanziaria 2002 a
rivedere la materia e che la maggioranza
aveva accettato come raccomandazione,
un ordine del giorno presentato al Senato
nella seduta del 19 dicembre 2001 con cui
si chiedeva di escludere le pro loco dall’obbligo dei misuratori fiscali;
sempre in sede parlamentare durante
il dibattito sulla legge finanziaria 2002,
diversi parlamentari appartenenti a schieramenti diversi, erano intervenuti chiedendo, presentando anche alcuni emendamenti, l’esclusione delle associazioni pro
loco dall’obbligo di adottare detti misuratori, senza trovare però in quel momento
il consenso del Governo e quindi, l’approvazione, rimandando la materia ad un
successivo regolamento;
le associazioni sportive dilettantistiche hanno ottenuto tale esclusione, che
non hanno ottenuto, invece, le associazioni
pro loco;
molte pro loco effettuano poche manifestazioni con biglietti d’ingresso, come
avviene, per esempio, per il Palio dei Micci
di Querceta (Lucca); in funzione di quella
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
V
Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
sola occasione la pro loco di Querceta sarà
costretta a dotarsi di ben otto misuratori
fiscali, da usare solo in quella occasione;
dilettantistiche, approvato, come è noto, con
decreto del Presidente della Repubblica 13
marzo 2002, n. 69.
tale imposizione rischia, in talune
situazioni, di compromettere o addirittura
indurrà le associazioni pro loco a rinunciare all’organizzazione di manifestazioni
culturali, di tradizione e folcloristiche −:
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
se il Ministro interrogato non ritenga
necessario includere anche le associazioni
pro loco nel provvedimento di semplificazioni procedurali che prevedono l’esonero
dell’obbligo di dotarsi i misuratori fiscali,
considerando che per gli adempimenti finanziari legati alle manifestazioni da esse
svolte e, come avviene per le associazioni
sportive dilettantistiche, sarebbe stato sufficiente l’utilizzo del biglietto Siae come
avvenuto sino ad oggi;
se non intenda inoltre intervenire
urgentemente con proprio provvedimento
al fine di evitare che dal 1° luglio 2002 le
associazioni pro loco siano obbligate ad
adottare i misuratori fiscali, subendo pesanti penalizzazioni senza alcun valido
motivo, considerando l’attività che esse
svolgono con opera di volontariato, a favore del turismo, della cultura e della
conoscenza delle località minori, ma non
per questo meno importanti per il nostro
Paese.
(4-02656)
RISPOSTA. — La problematica prospettata
nell’interrogazione cui si risponde, concernente la richiesta di semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
da parte delle associazioni pro-loco, ha
trovato soluzione nel senso auspicato dall’interrogante.
Infatti, la disposizione contenuta nell’articolo 80, comma 37, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria per il
2003) ha esteso anche alle associazioni
pro-loco l’esonero dall’utilizzo dei misuratori fiscali per l’emissione di titoli di accesso alle manifestazioni dalle stesse organizzate, sulla base di quanto già previsto
dal regolamento per la semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
per le società e le associazioni sportive
CATANOSO e FATUZZO. — Al Ministro
del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per
sapere – premesso che:
gli interroganti hanno recentemente
appreso da notizie di stampa che l’ARSECAO – l’Associazione aderente ad assindustria che riunisce in Sicilia circa 130
aziende del settore agroalimentare – ha
dichiarato lo stato di agitazione in conseguenza dell’azione intrapresa dalla Monte
Paschi Serit s.p.a., concessionaria per la
riscossione dei tributi, che ha inviato alle
imprese « preavvisi di riscossione coattiva
per debiti scaduti e non pagati »;
nel corpo della diffida vengono
preannunciate procedure esecutive ed
iscrizioni di ipoteche sugli immobili dei
contribuenti;
non più tardi di un anno fa i tribunali di Catania, Siracusa, Ragusa, Enna,
Caltanissetta e Agrigento – aditi dalle
imprese che ritenevano infondate le pretese dell’INPS – avevano disposto la sospensione delle cartelle esattoriali rinviando le parti al giudizio di merito;
gli imprenditori lamentano il fatto
che oggi la Monte Paschi Serit – dopo aver
ricevuto copia delle ordinanze di sospensiva senza che nulla si sia modificato nel
percorso giudiziario e senza che sia intervenuta alcuna sentenza di merito a dirimere la questione – abbia « reiterato una
procedura inaccettabile e a dir poco vessatoria ponendo nel nulla le ordinanze dei
tribunali di sei distretti giudiziari »;
la stessa associazione – si legge in un
comunicato stampa di qualche giorno fa –
si interroga sui reali motivi che hanno
spinto la Monte Paschi Serit ad intraprendere la strada delle azioni esecutive e delle
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
VI
AI RESOCONTI
iscrizioni ipotecarie, « quasi abbia previsto
l’esito dei giudizi di merito o se invece più
verosimilmente non si tratti dell’ennesimo
strafalcione delle esattorie, rispetto al
quale però la capacità di sopportazione
degli imprenditori è ormai colma » –:
se non ritengano opportuno avviare
con urgenza un’indagine ispettiva al fine di
verificare la legittimità dell’azione intrapresa dalla società concessionaria del servizio di riscossione e – all’occorrenza –
disporre l’immediata sospensione del ruolo
e delle cartelle esattoriali, almeno sino a
quando non sia intervenuta sulla questione una decisione definitiva da parte dei
giudici del lavoro.
(4-03417)
RISPOSTA. — Gli interroganti lamentano
il comportamento tenuto dalla Monte Paschi Serit s.p.a., concessionaria del servizio
nazionale della riscossione per gli ambiti
situati in Sicilia, relativamente alla notifica
di cartelle di pagamento, iscritte a ruolo da
parte dell’Inps, nei confronti di alcune
aziende del settore agroalimentare.
Al riguardo, la questione, come comunicato dall’Agenzia delle entrate, può ritenersi superata.
Infatti, la direzione generale della Monte
Paschi, appositamente interessata, ha chiarito che il problema si è verificato in
quanto l’Inps non aveva comunicato in via
informatica l’avvenuta sospensione della riscossione, non consentendo cosı̀ al sistema
informativo del concessionario di acquisire
l’informazione necessaria per impedire
l’emissione degli avvisi che sono stati erroneamente inviati alle citate aziende.
In seguito, la situazione è stata tempestivamente risolta, tanto che, per effetto
delle dovute rettifiche operate da parte del
concessionario, l’associazione che a suo
tempo aveva denunciato le anomalie ha
manifestato il proprio apprezzamento per la
rapida definizione della questione.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
CATANOSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
in data 17 dicembre 2001, a Parigi,
l’Hotel de Paris veniva distrutto dalle
fiamme e vi trovavano la morte due studentesse italiane, Lucia Anna Messina e
Ilaria Maria Favara Pedarsi, iscritte alla
Facoltà di lingue e letterature straniere
dell’Università di Catania e momentaneamente in Francia con una borsa di studio
del Progetto « Erasmus » presso la Facoltà
di lettere di Lilla;
il prosieguo di questa vicenda ha
qualcosa di scandaloso, per come sono
stati e continuano ad essere trattati i
genitori delle due povere vittime;
il 5 marzo del 2002 il signor Favara
chiedeva al giudice istruttore di Parigi di
osservare e di fare osservare il protocollo,
per permettere un ordinato svolgimento
dei lavori del sopralluogo e di dare lettura
pubblica sia del verbale del sopralluogo e
della lista delle persone autorizzate ad
accedere ai luoghi;
questa legittima richiesta veniva negata due volte;
contestualmente chiedeva al giudice
istruttore il rimborso delle spese vive sostenute per la trasferta a Parigi del tecnico
di fiducia del signor Favara, l’ingegner
Giovanni Taglierina di Catania;
l’intervento del tecnico di fiducia del
signor Favara ha suscitato tale impressione che gli è stato proibito qualsiasi tipo
di intromissione nel sopralluogo;
il sopralluogo è stato effettuato senza
la presenza del Console Generale italiano o
di un suo incaricato, a differenza di quanto
avvenuto con la rappresentanza diplomatica inglese, prontamente intervenuta sul
luogo con un incaricato consolare;
il legale che, anche in occasione del
sopralluogo, rappresentava la famiglia Favara e che, a quanto risulta all’interrogante, sarebbe stato indicato dallo stesso
Consolato italiano in loco, non sarebbe
stato all’altezza della situazione, tanto che
il signor Favara è stato costretto a revocare l’incarico precedentemente conferitogli e a rivolgersi ad un altro avvocato, con
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
VII
AI RESOCONTI
il risultato di avere sostenuto ingenti spese
legali, parte delle quali sta attualmente
cercando di recuperare;
a tal proposito sembra che il Governo
inglese si sia costituito parte civile nel
procedimento in corso a Parigi per stabilire le cause e gli eventuali responsabili
dell’incendio che ha provocato la morte
anche di due cittadini britannici;
dell’intervento del Consolato Generale
d’Italia a Parigi a tutela e difesa, legale e
amministrativa del signor Favara, non se ne
ha ancora notizia, se non per una lettera,
datata 23 ottobre 2002, a firma del console
ambasciatore Alberto Ceccarelli, del Ministero degli affari esteri –:
se non intenda intervenire sulle autorità consolari italiane a Parigi per risolvere in brevissimo tempo una vicenda dai
risvolti sempre più tragici;
se il Governo britannico si sia costituito parte civile nel procedimento giudiziario in corso ed in caso affermativo se il
nostro Governo abbia intenzione di fare
altrettanto.
(4-05103)
RISPOSTA. — Avuta notizia del decesso
delle due studentesse italiane Lucia Anna
Messina e Ilaria Maria Favara Pedarsi, il
consolato generale d’Italia in Parigi si è
prontamente attivato, prestando ai familiari
delle vittime tutta l’assistenza del caso.
L’ambasciatore d’Italia in Francia ha, da
parte sua, seguito costantemente la vicenda
e, accompagnato dal console, si è recato a
più riprese all’Istituto di medicina legale di
Parigi per incontrare i congiunti delle connazionali decedute, ricevuti in aeroporto dal
console stesso.
Le autorità francesi hanno mostrato
grande attenzione per la tragica vicenda. In
data 20 dicembre 2001, infatti, il prefetto di
Parigi ha manifestato con lettera indirizzata
all’ambasciatore, di cui è stata data copia ai
signori Messina e Favara prima del loro
rientro in Italia, il proprio cordoglio ai
familiari delle vittime. In pari data, anche
il delegato per le relazioni internazionali del
comune di Parigi ha inviato un messaggio
al Console generale nel quale veniva
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
espressa profonda partecipazione alla dolorosa vicenda. Tale messaggio è stato ugualmente fatto pervenire ai familiari a cura del
Console generale a Parigi. Il signor Favara,
anche a nome del dott. Messina, ha ringraziato le autorità francesi con lettera in
data 25 dicembre 2001.
Il consolato generale ha continuato a
fornire la massima assistenza al connazionale nel corso della vicenda. Gli ha infatti
indicato su sua richiesta, come di norma
avviene, i nominativi di avvocati esperti di
legislazione francese ed italiana ed è intervenuto, in via eccezionale e con esito positivo, per favorire il rimborso delle spese
sostenute in occasione del sopralluogo,
svoltosi a Parigi nel marzo scorso, cui fa
riferimento anche l’interrogante.
Il nostro consolato generale è altresı̀
intervenuto per il recupero delle somme
versate dal signor Favara a titolo di cauzione all’avvocato da lui scelto tra i nominativi fornitigli dalla stessa rappresentanza,
successivamente revocato, continuando ad
aderire, sia pure in via eccezionale data la
natura privatistica del contenzioso, alle sue
richieste. La numerosa corrispondenza intercorsa tra il Ministero degli esteri, anche
per il tramite del Consolato generale a
Parigi, con l’interessato testimonia l’attenzione rivolta al caso.
Diversa è la questione dell’accertamento
della dinamica e delle responsabilità del tragico evento, che spetta esclusivamente alle
autorità locali. Non risulta, inoltre, che il
Governo britannico si sia costituito parte
civile nel procedimento giudiziario in corso.
Per quanto riguarda l’Italia, non vi sono
presupposti perché lo Stato si costituisca
parte civile. Una tale decisione potrebbe essere presa in assenza di eredi delle due vittime, possibilità che esula dal caso in esame.
Il Sottosegretario di Stato per gli
affari esteri: Roberto Antonione.
CENNAMO e AGOSTINI. — Al Ministro
dell’economia e delle finanze. — Per sapere
– premesso che:
le regioni possono affidare l’attività
di controllo e di riscossione delle tasse
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
VIII
AI RESOCONTI
automobilistiche a concessionari collegati
in via telematica con l’archivio unitario
nazionale;
le regioni, in ogni caso, devono assicurare l’aggiornamento dell’archivio nazionale delle tasse automobilistiche, effettuato con i dati ricevuti dal registro automobilistico, dalla motorizzazione civile e
dei trasporti in concessione, dal ministero
dell’economia e delle finanze, dai concessionari e dai soggetti abilitati alla riscossione nonché dagli altri soggetti aventi i
prescritti requisiti;
in molte regioni e nelle province
autonome la gestione e l’aggiornamento
degli archivi sono demandati all’Aci e, da
una analisi delle riscossioni effettuate nel
2001, è emerso che gli stessi non erano
stati aggiornati con i dati dei veicoli immatricolati nel corso del 2000 e nei primi
mesi del 2001;
quanto sopra ha impedito il buon
esito di circa 58.000 riscossioni tentate
presso i tabaccai in soli quattro giorni;
a seguito di alcune circolari ministeriali emanate nei primi mesi dello scorso
anno, è stato sostanzialmente impedito ai
tabaccai di riscuotere la tassa relativa ai
veicoli adibiti al trasporto di cose distraendo in tal modo i contribuenti verso
altri concessionari in grado di acquisire i
necessari dati tecnici dal sistema informativo –:
se sia legittimo subordinare l’attività
di riscossione delle tasse automobilistiche,
affidata per legge ai tabaccai, al fatto che
altri concessionari ottemperino ai loro
obblighi di aggiornamento dell’archivio
unitario nazionale;
se sia possibile che a distanza di tre
anni dall’avvio della riscossione delle tasse
automobilistiche tramite le tabaccherie
ancora non siano state regolamentate le
modalità ed i tempi di trasmissione dei
dati relativamente all’aggiornamento dell’archivio unitario nazionale;
quali provvedimenti intenda adottare
per offrire a tutti i contribuenti la possi-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
bilità a loro concessa dalla legge di effettuare il pagamento delle tasse automobilistiche in via paritetica presso qualunque
soggetto abilitato alla riscossione;
se sia atto lesivo della concorrenza
impedire ai tabaccai di riscuotere la tassa
relativa ai veicoli adibiti al trasporto di
cose con le stesse modalità di altri concessionari che, a tutt’oggi, sono di fatto in
grado di accedere ai dati contenuti nell’archivio nazionale;
se tutto quanto non contravvenga al
disposto della legge finanziaria del 1998
che legittima i tabaccai nella riscossione di
tutte le tasse automobilistiche. (4-02379)
RISPOSTA. — In ordine alla problematica
prospettata dagli interroganti, occorre ricordare preliminarmente che il decreto ministeriale 25 novembre 1998 n. 418, recante
norme per il trasferimento alle regioni a
statuto ordinario delle funzioni in materia
di riscossione, accertamento, recupero, rimborsi e contenzioso relative alle tasse automobilistiche non erariali, ha disposto che,
a decorrere dal 1o gennaio 1999 e fino alla
definizione del protocollo d’intesa Stato/
regioni, la gestione e l’aggiornamento degli
archivi regionali e dell’archivio nazionale
sono assicurati, in via transitoria, dal Ministero dell’economia e delle finanze a
mezzo del proprio sistema informativo (articolo 6, comma 1).
Lo stesso regolamento ha stabilito che
« il controllo e la riscossione delle tasse
automobilistiche sono effettuati direttamente dalle regioni, anche ricorrendo all’istituto dell’avvalimento, o tramite concessionari individuati dalle stesse secondo le
modalità e le procedure di evidenza pubblica previste dalla normativa comunitaria
e nazionale in tema di appalti e di servizi »
(articolo 2, comma 1).
Ciò posto, le informazioni provenienti
dalla motorizzazione civile relative alle
prime immatricolazioni e alle variazioni di
residenza vengono acquisite immediatamente nello Sgata (sistema di gestione dell’archivio delle tasse automobilistiche), ad
eccezione delle informazioni di competenza
delle regioni convenzionate con l’Aci per il
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
IX
AI RESOCONTI
controllo e per la riscossione delle tasse
automobilistiche, e acquisite in archivio
soltanto dopo la loro restituzione da parte
delle regioni interessate.
Questa soluzione, concordata tra tutte le
regioni e le province autonome già in fase
di costituzione dello Sgata doveva consentire ai predetti enti territoriali convenzionati di costituire e aggiornare i propri
archivi regionali e di inviare allo Sgata
informazioni controllate da loro stesse.
Si stabilı̀ anche che l’invio all’Aci dovesse avvenire ad ogni acquisizione di dati
dalla motorizzazione civile e che la restituzione degli stessi dati si completasse, per
ogni fornitura, nell’arco di poche settimane
dall’invio. In questo modo sarebbe stato
possibile mantenere sostanzialmente allineati archivi regionali e archivio nazionale,
con forniture di aggiornamento di piccola
entità ma costanti nel tempo.
I dati inviati vengono però sistematicamente restituiti dall’Aci allo Sgata a distanza di molti mesi e, per questo, in grandi
quantità. La loro acquisizione in archivio,
in particolare sotto scadenza di pagamento,
appesantisce notevolmente le prestazioni del
sistema.
Di conseguenza, fino all’acquisizione
delle targhe in archivio non è possibile
effettuare il pagamento on-line presso i
punti collegati allo Sgata e, se nel frattempo
avvengono variazioni di residenza o di
proprietà, si determinano pagamenti a favore di una data regione o provincia autonoma per veicoli che essa ancora non
conosce.
L’agenzia delle entrate, da parte sua, ha
invitato (in data 15 giugno 2001) le regioni
convenzionate con l’Aci a comunicare se il
caricamento sullo Sgata degli aggiornamenti dei veicoli di loro competenza dovesse continuare ad avvenire soltanto dopo
la validazione degli stessi ad opera dell’Aci;
in questo caso, sarebbe stato necessario che
le regioni intervenissero presso l’Aci per
verificare le modalità di trasmissione di
questi aggiornamenti e, comunque, che
detta trasmissione avvenisse in tempi più
rapidi.
La stessa agenzia ha, contestualmente,
manifestato la propria disponibilità, su ri-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
chiesta delle regioni convenzionate con
l’Aci, ad effettuare l’elaborazione dei soli
dati già trasmessi dall’Aci, sottolineando
comunque che, in tal caso, la duplicazione
della lavorazione di un numero di veicoli
molto elevato avrebbe potuto provocare
significativi ritardi e disfunzioni nello svolgimento delle restanti attivita di aggiornamento dello Sgata.
In particolare, la questione è stata sottoposta all’attenzione della regione Lombardia, nell’esercizio della sua funzione di
coordinamento in materia tributaria per
conto delle regioni e delle province autonome.
Le regioni, benché sollecitate, non hanno
fatto seguito al predetto invito dell’Agenzia
delle entrate, ad eccezione della regione
Toscana.
Inoltre, circa l’impossibilità per i tabaccai di riscuotere la tassa relativa ai veicoli
adibiti al trasporto di cose con le stesse
modalità di altri concessionari che sono
« in grado di accedere ai dati contenuti
nell’archivio nazionale », occorre far presente che il problema verificatosi riguarda
l’applicazione dell’articolo 61, comma 1,
della legge 21 novembre 2000, n. 342 (che
aggiunge i commi 22-bis, 22-ter e 22quater all’articolo 6 della legge 23 dicembre
1999, n. 488).
Detta norma ha previsto che per gli
autoveicoli destinati al trasporto di cose, in
aggiunta alle tasse automobilistiche per le
automotrici, sono dovute anche quelle relative alla massa rimorchiabile, « sulla base
delle caratteristiche tecniche, tenendo conto
delle eventuali limitazioni risultanti dalla
carta di circolazione... ».
Al riguardo, l’Agenzia delle entrate ha
fornito primi chiarimenti sulle nuove modalità di tassazione dei rimorchi con circolari del 16 novembre 2000 (n. 207/E) e
del 15 gennaio 2001 (n. 2/E).
Peraltro, nel corso di una serie di incontri con il Ministero delle infrastrutture
e dei trasporti, furono anticipate delle novità circa la carta di circolazione e conseguentemente valutate le difficoltà nell’annotazione sulla stessa carta di circolazione
delle eventuali limitazioni della capacità al
traino.
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
X
AI RESOCONTI
La soluzione concordata, successivamente recepita nella circolare n. 12/E del
31 gennaio 2001 emanata dall’Agenzia delle
entrate, prevedeva, tra l’altro, modalità di
comunicazione delle limitazioni al traino
alternative all’annotazione sulla carta di
circolazione: i contribuenti interessati all’eliminazione dell’idoneità al traino e, dunque, alla riduzione del carico tributario per
il loro veicolo, potevano presentare « agli
uffici preposti al pagamento della tassa
automobilistica e abilitati alla trasmissione
dei dati... » una dichiarazione di impegno a
richiedere, entro il 31 ottobre 2001, tale
eliminazione ai competenti uffici della motorizzazione civile. Entro il 31 dicembre
2001, poi, i predetti uffici avrebbero trasmesso allo Sgata le informazioni relative
all’avvenuta eliminazione della massa rimorchiabile.
Le province autonome di Bolzano e
Trento e diverse regioni (Campania, Liguria,
Lombardia, Piemonte), a decorrere dal mese
di febbraio 2001, hanno chiesto all’Agenzia
delle entrate di sospendere, presso le tabaccherie abilitate al servizio di riscossione
delle tasse automobilistiche, il pagamento
del tributo per i veicoli adibiti al trasporto
di cose il cui presupposto d’imposta fosse la
massa rimorchiabile.
Ciò in quanto, a parere delle sopra citate
regioni e province, la predetta circolare
n. 12/E del 31 gennaio 2001, individuando
i soggetti autorizzati alla trasmissione dei
dati dei veicoli, indirettamente escludeva le
tabaccherie dalla procedura della dichiarazione di impegno. Di conseguenza, i contribuenti che avessero scelto di corrispondere presso un tabaccaio la tassa automobilistica per i rimorchi, avvalendosi della
riduzione per eliminazione della massa rimorchiabile, avrebbero pagato sulla base di
una quantificazione errata del tributo
stesso.
Successivamente, alcune regioni e le
province autonome hanno chiesto di riattivare il servizio di riscossione presso i
tabaccai proponendo l’introduzione di un
« codice di riduzione » per eliminare il tributo relativo alla massa rimorchiabile.
L’Agenzia delle entrate, nel verificare la
concreta realizzabilità di questa proposta
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
nell’ambito delle normali attività di conduzione dello Sgata, ha tuttavia rilevato che
la variazione proposta avrebbe implicato,
oltre al consenso di tutte le regioni e
province autonome, l’emanazione di specifiche direttive ai tabaccai sugli adempimenti
da svolgere a fronte della richiesta del
contribuente di effettuare il pagamento in
misura ridotta, con conseguente ridefinizione di ruoli e competenze, quale la conservazione della documentazione prodotta
dai contribuenti a giustificazione del pagamento ridotto.
Di tutto questo è stata informata la
regione Lombardia, incaricata, come anzi
detto, del coordinamento di regioni e province autonome in materia tributaria, invitandola a provvedere all’emanazione delle
citate direttive, sottolineando, peraltro, che
l’attivazione della funzione automatizzata di
determinazione della tassa automobilistica,
se limitata ai tabaccai operanti in una
regione, avrebbe comportato, per il pagamento delle tasse automobilistiche dovute
per gli autorimorchi, modalità difformi rispetto a quelle fruibili nelle altre Regioni.
Inoltre, si è in attesa di sapere dalla
regione Lombardia, sempre in virtù della
sua funzione di capofila, se ritiene che detta
funzione debba essere attivata nei confronti
di tutti i soggetti titolari delle tasse automobilistiche, affinché il contribuente possa
corrispondere il tributo dovuto per i veicoli
adibiti al trasporto di cose, con identiche
condizioni di pagamento, presso tutte le
tabaccherie, ovunque situate sul territorio
nazionale.
Occorre infine segnalare che, da quanto
riferito dall’Agenzia delle entrate, qualsiasi
iniziativa adottata ha sempre fatto seguito a
specifiche richieste avanzate dalle regioni e
province autonome, quali soggetti titolari
del tributo.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
CENTO. — Al Ministro degli affari esteri.
— Per sapere – premesso che:
in prossimità del forum neoliberista
(World economic forum) che si terrà dal 23
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XI
AI RESOCONTI
al 28 gennaio 2003 a Davos, le autorità
svizzere avrebbero predisposto la chiusura
delle frontiere anche al valico italiano,
come forma di prevenzione verso le manifestazioni no-global;
questo isolamento di Davos, che appare come un « fortino », dimostra l’isolamento delle multinazionali e dell’economia
neoliberista e l’Europa ancora una volta si
dimostra ostile alla libertà di manifestazione del popolo no-global –:
se il ministro non intenda adoperarsi
presso le autorità svizzere per la riapertura delle frontiere al valico italiano per
garantire in tal modo la libertà di manifestare di quanti italiani desiderino recarsi
nella città di Davos.
(4-05083)
RISPOSTA. — L’approccio delle autorità
svizzere nei confronti delle manifestazioni
del movimento no-global in occasione del
Forum di Davos è stato quest’anno differente rispetto a quello adottato nel corso
dell’edizione 2001. Se infatti allora si tentò
di impedire l’entrata in territorio svizzero
degli esponenti dei movimenti no-global,
quest’anno tutti coloro che erano in regola
(con l’eccezione cioè di coloro per i quali,
a vario titolo, erano stati emanati provvedimenti di divieto di entrata sul territorio
svizzero) sono potuti entrare in territorio
elvetico e proseguire alla volta di Davos,
dove era prevista, per sabato 25 gennaio
2003, una manifestazione anti-globalizzazione organizzata dall’Alleanza di Olten (che
riunisce vari gruppi no-global).
Il meccanismo di sicurezza messo in
piedi dalle autorità grigionesi prevedeva che
i treni ed i pullman carichi di manifestanti
venissero fermati a Fideris (località situata
a pochi chilometri da Davos), gli occupanti
fatti scendere per un controllo dei loro
bagagli ad evitare la presenza di armi o
strumenti contundenti e poi reimbarcati sui
mezzi di trasporto fino alla meta finale.
Sabato 25 gennaio 2003, quindi, mentre
un migliaio di manifestanti, sottopostisi ai
controlli (definiti « sgradevoli ma accettabili »), sono potuti arrivare a Davos dove
hanno, seppure con ritardo ed a ranghi
molto ridotti, organizzato una manifesta-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
zione, altri dimostranti – 2000 secondo la
polizia, 4000 secondo gli organizzatori –
sono rimasti bloccati a Fideris, avendo
rifiutato i controlli della polizia. Dopo
alcune infruttuose trattative con le forze
dell’ordine, alcuni dei dimostranti respinti
hanno preso la via di Zurigo dove però ai
convogli è stato impedito di raggiungere la
stazione centrale. Circa 1000-1300 dimostranti sono allora arrivati inaspettatamente a Berna, dove la polizia aveva frettolosamente radunato meno di 400 agenti.
Sono subito scoppiati scontri nella zona
della stazione e la polizia ha dovuto fare
uso di idranti, gas lacrimogeni e proiettili di
gomma per impedire ai dimostranti di raggiungere il palazzo federale ed il centro
storico della capitale. Negli scontri, che
sono proseguiti sino a notte inoltrata, sono
rimasti feriti tre poliziotti. Trenta persone
sono state arrestate, 150 controllate, mentre
moltissime vetrine di negozi ed alberghi,
oltre a numerose cabine telefoniche, sono
state rotte e sottoposte ad atti vandalici con
un danno stimato fra i 100.000 ed i 200.000
franchi svizzeri.
Il Sottosegretario di Stato per gli
affari esteri: Roberto Antonione.
CORDONI. — Al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
ho avuto modo di venire a conoscenza delle difficoltà incontrate da un
mio concittadino, cittadino italiano, per
ottenere il visto d’ingresso per la moglie –
cittadina ucraina;
tra le disfunzioni, sarebbe emersa in
particolare l’impossibilità di ottenere appuntamenti con l’ufficio visti, pur trovandosi all’interno del Consolato italiano di
Kiev stesso, senza rivolgersi ad un oneroso
call center, peraltro inefficace allo scopo;
nelle sue relazioni con il pubblico, il
personale del Consolato non espliciterebbe
in modo chiaro ed esauriente le regole da
seguire per l’espletamento delle diverse
pratiche e per l’accoglimento delle pratiche stesse;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XII
AI RESOCONTI
tale situazione porterebbe a richiedere l’intervento offerto all’esterno del
Consolato dal personale di un’agenzia privata, in grado di assicurare una rapida
soluzione del problema dietro pagamento
di 50 dollari –:
se non consideri un diritto di ogni
cittadino italiano attendersi dagli uffici
consolari del proprio paese all’estero il
massimo delle informazioni e della collaborazione possibile;
se alla luce di quanto sopra esposto,
non ravvisi l’opportunità di acquisire informazioni sul funzionamento degli uffici
del Consolato italiano di Kiev ed eventualmente di assumere iniziative atte a garantire effettivamente il godimento di tale
diritto.
(4-04783)
RISPOSTA. — L’Ambasciata d’Italia a Kiev
rilascia oltre 30.000 visti l’anno e le richieste sono concentrate soprattutto durante le
festività natalizie, pasquali e nel periodo
estivo. Ciò premesso, su indicazione del
Ministero degli Esteri, la predetta sede ha
istituito un servizio di « Call-Center », già
sperimentato da altre Rappresentanze diplomatico-consolari nel mondo, al fine di
evitare il formarsi di lunghissime file fuori
dai cancelli della medesima e l’alta probabilità per gli utenti di non essere ricevuti,
pur avendo affrontato viaggi anche di 12
ore per potersi recare a Kiev.
La situazione precedente all’istituzione
del « call center » favoriva l’aumento di
individui che, al di fuori dei cancelli dell’ambasciata, offrivano, dietro pagamento di
ingenti somme, la soluzione ai diversi problemi eventualmente incontrati dagli interessati, questi ultimi poi inevitabilmente
truffati. La consuetudine a rivolgersi ad
agenzie o persone di dubbia reputazione è
purtroppo nota alle autorità consolari, ma
non è giustificata in quanto tutte le informazioni sono fornite sia dal « call-center »,
sia da comunicazioni esposte all’esterno ed
all’interno della sede consolare, in lingua
italiana ed ucraina. L’istituzione del « callcenter » ha eliminato le file ed ora tutte le
persone, che si presentano previo appuntamento all’entrata del Consolato, vengono
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
ricevute. Peraltro, l’Ufficio consolare in
questione non accetta appuntamenti se non
ottenuti attraverso il servizio summenzionato, anche per attenersi a criteri di equità.
Presso l’Ambasciata d’Italia a Kiev sono
in servizio tre funzionari della carriera
diplomatica, 10 dipendenti delle aree funzionali e 11 impiegati a contratto, di cui 8
prestano servizio nel settore consolare. Tra
questi ultimi, 7 furono a suo tempo assunti
in occasione dell’adesione dell’Italia all’« area Schengen », per le loro professionalità
specifiche nel settore informatico e quindi
con la finalità precipua di fornire alla sede
adeguati strumenti in materia di visti. Inoltre, in attuazione della legge n. 189 del
2002 di riforma del testo unico in materia
di immigrazione ed asilo, sono stati appena
assunti, con procedure di particolare urgenza, 3 impiegati con contratto temporaneo di sei mesi, rinnovabile per due ulteriori semestri, al fine di rafforzare ulteriormente l’organico della sede. Infine, l’Ambasciata a Kiev ha chiarito che tutto il
personale incaricato della ricezione delle
pratiche è ampiamente qualificato e parla
perfettamente ucraino, russo ed italiano.
Il Sottosegretario di Stato per gli
affari esteri: Roberto Antonione.
COSSA. — Al Ministro della difesa, al
Ministro della salute. — Per sapere –
premesso che:
recentemente la commissione medica
ospedaliera del ministero della difesa ha
riconosciuto la sussistenza di nesso di
causalità tra patologie tumorali e l’utilizzo
di alcuni tipi di armi;
questo nesso di causalità era stato
finora escluso da tutte le commissioni
mediche e dalla stessa inchiesta ministeriale disposta per accertare lo stato di
salute dei militari italiani che hanno operato in Kosovo ed in Bosnia Herzegovina;
l’ammissione di correlazione tra certe
armi e patologie tumorali non può avere
effetto solo per il futuro, ma deve averlo
soprattutto per il passato, in quanto una
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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XIII
AI RESOCONTI
minore consapevolezza del pericolo comportava minore prudenza e maggiore
esposizione alle fonti di pregiudizio per la
salute;
la problematica delle patologie derivanti dall’uranio impoverito coinvolge centinaia di persone e di famiglie, che attendono risposte certe a tutela di coloro che
hanno prestato il loro servizio per la
Patria;
tali problemi sono stati già sollevati
con l’interrogazione del 21 novembre 2001
n. 4/01432, tuttora rimasta senza alcun
cenno di riscontro;
recentemente il giovane maresciallo
Marco Diana di Villamassargia (Cagliari) –
trentatré anni gravemente ammalato di
tumore, reduce da missioni di pace in
Bosnia ed in Somalia, dove presumibilmente è venuto a contatto con l’uranio
impoverito – è stato costretto ad un pubblico appello per ottenere aiuto in quanto
deve affrontare a proprie spese costosissime cure per combattere il proprio male;
in relazione al caso specifico la commissione medica militare di Perugia il 19
aprile 1999 e la commissione medica militare di Cagliari il 14 novembre 2000
hanno certificato che il carcinoma è dovuto « ai disagi fisici, climatico-ambientali,
allo stress psichico, ai disordini alimentari,
al contatto con oli, solventi, benzine ed
altre sostanze cancerogene patiti in servizio », ma il comitato di verifica della
direzione generale per il personale
avrebbe seguito tale connessione, negando
di conseguenza la pensione privilegiata, il
danno biologico e l’equo indennizzo;
la sensazione che si ricava è di un
totale disinteresse dello Stato e delle autorità militari rispetto a chi lealmente ha
donato alla Patria i propri anni migliori e
che oggi non solo si vede negata la pensione privilegiata ma è anche costretto ad
indebitarsi per affrontare le spese necessarie per curarsi;
tale caso presenta aspetti analoghi a
quello di Giuseppe Pintus, carrista presso
il poligono di tiro di Capo Teulada, morto
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
di leucemia il 20 maggio 1994, uno dei
primi casi sospetti, in relazione al quale lo
scrivente ha presentato in data 21 marzo
2002 l’interrogazione n. 4/02537, ancora
senza risposta alcuna;
in identica situazione probabilmente
si trovano o si troveranno le pratiche di
tutti coloro che soffrono di identiche patologie, contratte in situazioni analoghe –:
quali provvedimenti urgenti intendano adottare per consentire al maresciallo Marco Diana di affrontare le cure
necessarie per fronteggiare la propria malattia, evitandogli l’umiliazione – dopo
aver servito lo Stato e, forse per questo,
aver messo a repentaglio la propria salute
– di doversi rivolgere alla pubblica sensibilità, per racimolare le somme necessarie;
se non ritengano di dover adottare
adeguati provvedimenti per consentire –
alla luce delle certificazioni delle commissioni mediche militari sopra richiamate –
al maresciallo Marco Diana di ottenere
senza ulteriori aggravi procedimentali il
riconoscimento dei propri diritti, anche
considerata la forte rilevanza umana del
caso.
(4-03684)
RISPOSTA. — Con riferimento alle problematiche rappresentate con l’interrogazione, si reputano necessarie alcune considerazioni preliminari.
La definizione delle pratiche di pensione
privilegiata e di equo indennizzo è una
attività procedimentale complessa che necessita dell’acquisizione obbligatoria di pareri, da parte dei competenti organi tecnici,
sulla dipendenza da causa di servizio delle
infermità contratte o delle lesioni riportate
dai dipendenti civili e militari dello Stato.
Tale attività veniva in precedenza svolta
dal comitato per le pensioni privilegiate
ordinarie – istituito presso la Presidenza
del Consiglio dei ministri – che, con decreto
del Presidente della Repubblica del 29 ottobre 2001 n. 461, ha assunto la denominazione di comitato di verifica per le cause
di servizio, mantenendo inalterati, nella
sostanza, i compiti e le prerogative del
precedente organismo, ma con la differenza
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XIV
AI RESOCONTI
che ora i componenti sono nominati con
decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze ed operano presso quel dicastero.
Il citato comitato di verifica – organo
collegiale indipendente che ha poteri decisionali in virtù della normativa vigente in
materia – esprime un parere che si qualifica quale obbligatorio e vincolante.
Ciò premesso, si rappresenta che il maresciallo ordinario Marco Diana, già in
servizio nell’esercito, ha presentato in data
30 settembre 1998, a seguito della patologia
sofferta, domanda di riconoscimento della
dipendenza da causa di servizio.
La commissione medico ospedaliera distaccata di Perugia ha riconosciuto l’infermità dipendente da causa di servizio, in
considerazione del fatto che l’interessato è
stato esposto – per motivi inerenti al
proprio incarico – a disagi fisico-climaticoambientali, stress psichici, disordini alimentari ed al contatto, non specificamente
legato all’impiego prestato all’estero, con
lubrificanti e solventi.
Decorsi complessivi 360 giorni di temporanea inidoneità al servizio militare, la
commissione medico ospedaliera di Cagliari
con processo verbale in data 14 novembre
2000 ha giudicato il soggetto permanentemente non idoneo al servizio militare,
ascrivendo l’infermità alla tabella A-1o categoria – misura massima.
Successivamente, il citato comitato di
verifica non ha condiviso i giudizi medicolegali già resi e, con parere n. 3482 del
2002 in data 7 maggio 2002, si è pronunciato negativamente sulla dipendenza a
causa di servizio.
Sulla base di tale parere, quindi, la
competente direzione generale per il personale militare ha emesso i conseguenti provvedimenti negativi, respingendo le domande
di equo indennizzo e di pensione privilegiata ordinaria presentate dal maresciallo
Marco Diana.
Avverso tali provvedimenti negativi, il
maresciallo Diana ha proposto ricorso alla
Corte dei conti, con contestuale istanza
cautelare di sospensione degli effetti del
provvedimento di recupero delle somme,
disposto dal centro amministrativo dell’esercito di Roma in data 21 agosto 2002.
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Al riguardo, si specifica che l’organo di
giustizia contabile di Cagliari ha determinato la sospensione del recupero degli arretrati di pensione già versati al sottufficiale.
Per completezza di informazione, si
rende noto, inoltre, che in data 21 settembre
2002, il Sottosegretario alla difesa onorevole Cicu, si è recato in visita al maresciallo
Diana per rappresentare i sentimenti di
solidarietà, sia a titolo personale che a
nome di tutta l’amministrazione difesa. In
tale occasione è intervenuta la commissione
medica del centro militare di medicina
legale di Cagliari che ha provveduto a
redigere il verbale di inabilità per la concessione immediata della pensione, ai sensi
dell’articolo 2, comma 12 della legge 335
del 1995.
Inoltre, si precisa che il, centro amministrativo regionale di Cagliari ha corrisposto all’interessato – a titolo di anticipo – la
somma mensile di euro 1.000,00, per i mesi
di settembre/ottobre 2002.
Successivamente, l’Inpdai di Cagliari ha
provveduto a corrispondere regolarmente al
militare la pensione di inabilità, unitamente
all’assegno di accompagnamento.
È opportuno sottolineare, tra l’altro, che
qualora la Corte dei conti dovesse pronunciarsi favorevolmente nei confronti del ricorrente, questi potrà percepire la pensione
privilegiata, in alternativa alla pensione di
inabilità.
Al maresciallo Diana è stata, inoltre,
concessa, da parte della competente direzione generale per il persona1e militare, la
somma di 1.500,00 euro quale sussidio per
le spese mediche sostenute.
Si precisa, in ultimo, che nell’ambito del
procedimento relativo al caso Diana, svolto
in conformità alle disposizioni del predetto
decreto del Presidente della Repubblica
n. 461 del 2001, le commissioni mediche
ospedaliere si sono legittimamente pronunciate su dipendenza ed ascrivibilità, in
quanto intervenute prima dell’entrata in
vigore del citato decreto del Presidente della
Repubblica, con il quale è stata attribuita
al comitato di verifica l’esclusiva compe-
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XV
AI RESOCONTI
tenza a pronunciarsi in merito al rapporto
causale tra il servizio prestato e l’infermità
dichiarata.
A sua volta, il citato comitato si è
espresso sulla dipendenza secondo quanto
previsto dal combinato disposto dell’articolo 18, comma 1 e dell’articolo 11, comma
1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 461 del 2001, essendo intervenuto
nel procedimento dopo la data di entrata in
vigore (il 22 gennaio 2002) del decreto
medesimo.
Il Ministro della difesa: Antonio
Martino.
COSSIGA. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che:
l’amministrazione comunale di Valganna (Varese) da vari mesi si sta adoperando, senza successo, per ottenere dalla
Rai riposte e proposte di soluzione circa
l’impossibilità di ricevere le trasmissioni
del servizio pubblico in gran parte del
territorio comunale, cosı̀ come d’altro
canto avviene anche in altre zone della
provincia;
tali problemi di ricezione potrebbero
facilmente essere risolti tramite l’istallazione di un ripetitore ad hoc, il cui costo
complessivo risulta essere di molto inferiore a quanto direttamente percepito annualmente dalla Rai stessa per il canone
corrisposto dalle 634 famiglie residenti nel
comune di Valganna –:
quali interventi il Ministro interrogato ritenga di porre in essere per assicurare ai residenti nel comune di Valganna la fruizione delle trasmissioni televisive di servizio pubblico.
(4-04799)
RISPOSTA. — Allo scopo di poter disporre
di elementi di valutazione in merito a
quanto rappresentato dall’interrogante, si è
provveduto ad interessare la concessionaria
Rai la quale ha fatto presente che il comune di Valganna (Varese), a causa delle
caratteristiche orografiche del territorio, risulta schermato dagli impianti di monte
Marzio, monte Orsa e Campo dei Fiori,
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
preposti alla diffusione dei servizi televisivi
nella zona. A tale scopo, nel contratto di
servizio Stato-Rai relativo al triennio 19971999, era stata prevista la realizzazione
dell’impianto di Cugliate Fabiasco, per la
cui attivazione la Rai ha ottenuto da parte
di questo Dicastero la richiesta autorizzazione.
Al riguardo, la concessionaria ha riferito
che non è stato possibile procedere alla
realizzazione della suddetta struttura in
quanto, per motivi di ordine ambientale e
per la concomitante emanazione della legge
regionale n. 11 del 2001, non ha ancora
potuto ottenere il permesso di concessione
edilizia da parte del competente comune.
Tuttavia, allo scopo di contribuire alla
copertura delle cosiddette « zone d’ombra »,
la legge 31 luglio 1997, n. 249 ha previsto
che i comuni possano richiedere, direttamente, a questo ministero l’autorizzazione
ad installare ed esercire impianti e ripetitori
privati, destinati esclusivamente alla ricezione e alla trasmissione via etere simultanea dei programmi delle concessionarie
televisive in ambito locale e nazionale,
compresa la Rai.
Alla luce di quanto rappresentato, il
comune di Valganna, al fine di superare
l’attuale situazione di stallo, potrebbe richiedere tale autorizzazione.
In tal caso, la concessionaria Rai ha
dichiarato di essere disponibile a fornire
qualunque tipo di collaborazione tecnica
nell’eventualità che fosse ritenuta necessaria.
Il Ministro delle comunicazioni:
Maurizio Gasparri.
CRISCI e LETTIERI. — Al Presidente
del Consiglio dei ministri. — Per sapere –
premesso che:
il ricorso straordinario al Capo dello
Stato (anche a seguito delle disposizioni
contenute nella legge 21 luglio 2000,
n. 205) si è distaccato dall’originario carattere di appello alla grazia sovrana per
assumere quello di ordinaria procedura
alternativa rispetto al ricorso giurisdizionale;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XVI
AI RESOCONTI
in particolare, il potere ministeriale
di sospendere gli atti impugnati, la celerità
e pubblicità dei pareri del Consiglio di
Stato rendono questo rimedio giuridico
meno costoso, più rapido ed incisivo dei
ricorsi giurisdizionali;
tali indubbi elementi positivi assumono risvolti negativi in caso di eccessiva
superficialità delle istruttorie e dei pareri,
di fatto vincolanti per il Presidente della
Repubblica fatta eccezione per i casi, evidentemente improbabili, specie per questioni di limitata rilevanza, di decisione
collegiale del Consiglio dei ministri;
limitato è l’ambito di controllo della
Corte dei conti e limitate sono le possibilità di ricorso giurisdizionale del TAR;
in alcuni casi (cosı̀ il parere n. 1217
del 23 gennaio 2002 della sezione 1° della
Corte dei conti) è stata considerata dal
Consiglio di Stato pressoché irrilevante la
questione della competenza del ministero
che ha assunto la trattazione del ricorso;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
all’articolo 25, introduce modifiche all’articolo 338 del testo unico delle leggi sanitarie nella parte che il Consiglio di Stato
ha ritenuto abrogata dal regolamento successivo –:
se non intenda assumere ogni utile
iniziativa volta a chiarire a quale ministero competano l’istruttoria, l’invio al
Consiglio di Stato, il recepimento dei pareri, i provvedimenti cautelari, la trasmissione al Capo dello Stato in particolare per
gli atti degli enti locali che hanno competenza in materie plurime e fortemente
diversificate per le quali non hanno collegamenti funzionali con singoli ministeri;
se si possa ritenere competente il
Ministero dell’interno, Direzione centrale
segretari comunali e personale degli enti
locali, in materia di zone di rispetto cimiteriali disciplinata da norme sanitarie
ed urbanistiche;
in particolare, per una questione di
deroga urbanistica alle distanze delle aree
cimiteriali (regolata dal testo unico delle
leggi sanitarie), decisa con delibera comunale su conforme parere della Asl, si è
ritenuto competente il Ministero dell’interno, direzione centrale segretari comunali e provinciali e personale degli enti
locali per il fatto che si tratterebbe di
questione « anche » di pertinenza della
polizia amministrativa;
se l’articolo 338, comma 5, del testo
unico delle leggi sanitarie n. 1265 del 1934
debba considerarsi abrogato dal regolamento di Polizia Mortuaria (decreto del
Presidente della Repubblica n. 285 del
1990) non solo in contrasto con autorevole
dottrina e con tutti i testi aggiornati del
Testo Unico citato, ma con la chiara
opinione del legislatore che nel progetto di
legge approvato dalla Camera (n. 2032
collegato alla finanziaria 2002), all’esame
del Senato (n. 1246) introduce modifiche
all’articolo 338 citato.
(4-02753)
nello stesso parere è stata ritenuta
abrogata da una norma regolamentare
una precedente norma legislativa (articolo
338/5 del testo unico delle leggi sanitarie),
non solo in contrasto con principi generali
della gerarchia delle fonti, non solo in
contrasto con autorevole dottrina giuridica
e senza riferimenti giurisprudenziali, non
solo in contrasto con tutti i compilatori di
raccolte normative (che includono le
norme pretesamente abrogate fra quelle
vigenti) ma prescindendo dall’orientamento del legislatore che nel progetto di
legge n. 1246 Senato (atto Camera
n. 2032) collegato alla finanziaria 2002,
RISPOSTA. — In riferimento all’atto di
sindacato ispettivo in discorso, concernente
problematiche connesse alla interpretazione
delle leggi, al loro coordinamento nel tempo
e alla loro attuale vigenza, si fa presente
quanto segue.
Il decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199 (semplificazione dei procedimenti in materia di
ricorsi amministrativi) affida « al ministero
competente » l’istruttoria del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Da tale formulazione sono scaturite numerose problematiche riguardanti l’attribuzione della competenza all’istruttoria dei
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XVII
AI RESOCONTI
ricorsi straordinari, soprattutto nelle ipotesi
in cui la materia oggetto del ricorso, in
relazione anche alla complessità della stessa
e ai diversi aspetti trattati nell’impugnativa,
sia riconducibile alla competenza di più
amministrazioni centrali dello Stato.
Spesso accade che uno stesso atto, considerate le difficoltà nell’identificare il ministero competente per materia, venga presentato contemporaneamente dal ricorrente
a più amministrazioni centrali, le quali,
riferendo distintamente ai Consiglio di
Stato, ignorano la contestuale avvenuta
presentazione anche ad altre amministrazioni. Il supremo organo giurisdizionale,
una volta espresso il parere riguardo al
primo caso, per i successivi delibera « che
non vi è luogo a parere » per essersi già
pronunciato sul medesimo atto.
Per quanto riguarda gli atti emessi dagli
enti locali, la prassi riconosce la competenza generale del ministero dell’interno, in
relazione al concetto di « Pubblica amministrazione vigilante » attribuita al medesimo.
A tale competenza generale si è derogato,
comunque, tutte le volte che ci si è trovati
in presenza di ambiti specificamente attribuiti « ratione materiae » ad altre amministrazioni dello Stato. In tal senso si è
anche pronunciata una giurisprudenza costante che, ad esempio, ha attribuito all’ex
Ministero dei lavori pubblici la competenza
ad istruire i ricorsi straordinari di cessione
di aree fabbricabili (vedi ad esempio Consiglio di Stato, sezione I del 15 febbraio
1980, n. 553 del 1979).
In altri casi, è risultata estremamente
complessa l’identificazione del ministero
competente, come, ad esempio, nell’ipotesi
di ricorsi straordinari contro atti di enti
locali in tema di appalti o affidamento a
gara di servizi pubblici non economici.
Poiché, poi, la legge prevede che il
ricorso possa essere presentato all’organo
che ha emanato l’atto e che questo provveda a trasmetterlo al ministro competente,
si verifica che ciascun ente locale, in assenza di criteri generali univoci, individui
in maniera disomogenea l’ufficio destinatario della trasmissione.
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Occorre, infine, considerare che anche la
Presidenza della Repubblica, nel caso in cui
l’atto sia presentato ad essa direttamente, è
coinvolta nella individuazione del « ministero competente ».
Pertanto la identificazione dell’amministrazione competente è rimessa ad una
pluralità di soggetti in assenza di parametri
certi di riferimento, comunemente, condivisi ed adeguatamente resi di pubblico dominio.
Tali problematiche si sono notevolmente
accresciute negli ultimi anni a causa dell’approvazione di numerose leggi riguardanti la Pubblica amministrazione, tra le
quali la legge 137 del 2002 (delega per la
riforma dell’organizzazione del Governo e
della Presidenza del Consiglio dei ministri,
nonché di enti pubblici) e la legge costituzionale n. 3 del 2001 con la nuova ripartizione di materie di competenza operata
dall’articolo 117 della Costituzione.
La questione potrebbe essere in parte
risolta da una applicazione estensiva dell’articolo 11, 3o comma, del decreto del
Presidente della Repubblica n. 1199, il
quale prevede che i ricorsi con i quali si
impugnano atti di enti pubblici in materia
per le quali manchi uno specifico collegamento con le competenze di un determinato
ministero debbano essere presentati alla
Presidenza del Consiglio dei ministri che ne
cura la relativa istruttoria.
Si rammenta che il decreto del Presidente della Repubblica, a partire dal 1994,
non è soggetto al controllo preventivo di
legittimità, non rientrando nella tipologia di
atti elencati all’articolo 3, comma 1, della
legge n. 20 del 1994 (disposizioni in materia
di giurisdizione e controllo della Corte dei
conti).
Comunque la problematica in questione
è particolarmente sentita da questa Presidenza del Consiglio, tant’è che, onde definire
criteri univoci di identificazione della competenza alla trattazione dei ricorsi straordinari, è stato istituito, con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 29
aprile 2002, nell’ambito del segretariato
generale, presso il Comitato di studi un
apposito gruppo di lavoro « ricorsi amministrativi ». Infatti la rivitalizzazione dei
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XVIII
AI RESOCONTI
ricorsi amministrativi in chiave giustiziale,
come mezzo di deflazione del contenzioso
giurisdizionale, costituisce uno degli argomenti di maggiore rilevanza nel quadro
delle iniziative adottate dall’attuale Esecutivo nel settore della ridefinizione dell’assetto funzionale e organizzativo dell’apparato pubblico.
Infine in particolare sull’ultimo punto
dell’interrogazione, relativa agli aspetti sanitari concernenti le zone di rispetto cimiteriale, si precisa che l’articolo 338 del regio
decreto 27 luglio 1934, n. 1265, « testo
unico delle leggi sanitarie », come integrato
dall’articolo 57 del decreto del Presidente
della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285,
« approvazione del regolamento di polizia
mortuaria », è stato modificato dall’articolo
28 della legge 1o agosto 2002, n. 166,
« disposizioni in materia di infrastrutture e
trasporti ». Detto articolo prevede che i
cimiteri debbano essere collocati alla distanza di almeno 200 metri dal centro
abitato. È vietato, inoltre, costruire, intorno
ai cimiteri, nuovi edifici entro il raggio di
200 metri dal perimetro dell’impianto cimiteriale.
L’articolo 28 consente al consiglio comunale di approvare, previo parere favorevole della Asl competente per il territorio,
la costruzione di nuovi cimiteri o l’ampliamento di quelli già esistenti ad una distanza
inferiore a 200 metri dal centro abitato,
purché non oltre il limite di 50 metri,
laddove non sia possibile provvedere altrimenti per particolari condizioni locali; ovvero l’impianto cimiteriale sia separato dal
centro urbano da strade pubbliche, da
fiumi, laghi o dislivelli naturali rilevanti,
ponti o impianti ferroviari.
Il Ministro per i rapporti con il
Parlamento: Carlo Giovanardi.
D’AGRÒ. — Al Ministro dell’economia e
delle finanze. — Per sapere – premesso
che:
il 7 marzo 2002 il Consiglio dei
ministri ha dato il via libera ad un regolamento, previsto dall’articolo 32 della
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
legge n. 388/2000 (legge finanziaria per il
2001), che esonera le associazioni e le
società dilettantistiche sportive dall’obbligo
dei misuratori fiscali o biglietterie automatizzate per gli incassi di attività svolte,
sostituendoli con certificazioni dei proventi;
queste misure consentiranno la semplificazione di adempimenti procedurali
burocratici e contabili ad organismi che
operano sostanzialmente senza scopo di
lucro;
da detto regolamento sono state
escluse le seimila associazioni pro loco
italiane, che in varie occasioni avevano
richiesto di poter usufruire di tali agevolazioni nella organizzazione di manifestazioni di loro competenza, sia per ragioni
di costo che di praticità;
infatti le pro loco organizzano manifestazioni quasi esclusivamente all’aperto,
con più punti di accesso, e quindi con una
difficoltà anche pratica di utilizzare i misuratori fiscali invece degli attuali biglietti di
ingresso reperibili presso la Siae, che consentono comunque il controllo fiscale delle
manifestazioni e sono più pratici;
inoltre, molte associazioni pro loco
effettuano poche manifestazioni con 2 biglietti di ingresso, per cui la spesa che
dovranno sostenere per dotarsi del misuratore fiscale rischia di farle rinunciare ad
ogni iniziativa;
la richiesta delle pro loco è anche
giustificata dal fatto che la loro attività
non si svolge per scopi di lucro ma gli
eventuali ricavi sono reimpiegati nella promozione dei turismo e quindi nell’interesse generale del luogo;
in sede di esame della legge finanziaria per il 2002 il Governo si era impegnato a rivedere la normativa relativa alle
pro loco, accogliendo come raccomandazione l’ordine del giorno 9/1984/149, presentato alla Camera dei deputati nella
seduta del 19 dicembre 2001, con cui si
chiedeva di escludere tali associazioni dall’obbligo dei misuratori fiscali –:
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XIX
AI RESOCONTI
se il Ministro non ritenga opportuno
estendere il regime già previsto per le
associazioni sportive dilettantistiche con il
regolamento del 7 marzo 2002 alle pro
loco, escludendo anche queste associazioni
dall’obbligo dei misuratori fiscali, che reca
gli aggravi sopra descritti.
(4-02861)
RISPOSTA. — La problematica prospettata
nell’interrogazione cui si risponde, concernente la richiesta di semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
da parte delle associazioni pro-loco, ha
trovato soluzione nel senso auspicato dall’interrogante.
Infatti, la disposizione contenuta nell’articolo 80, comma 37, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria per il
2003) ha esteso anche alle associazioni
pro-loco l’esonero dall’utilizzo dei misuratori fiscali per l’emissione di titoli di accesso alle manifestazioni dalle stesse organizzate, sulla base di quanto già previsto
dal regolamento per la semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
per le società e le associazioni sportive
dilettantistiche, approvato, come è noto, con
decreto del Presidente della Repubblica 13
marzo 2002, n. 69.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al
Ministro delle comunicazioni. — Per sapere
– premesso che:
i sindaci dei comuni di Borriana,
Camburzano, Rosazza, Piedicavallo, Curino, Sostegno, Veglio, Portula, Zubiena,
Zumaglia e Tavigliano, tutti appartenenti
alla provincia di Biella, si sono riuniti per
concordare una comune strategia contro
la decisione di Poste Italiane Spa di ridurre gravemente gli orari di apertura
degli uffici postali;
la mancanza di una preventiva comunicazione ai rappresentanti delle comunità locali ha acuito ancor più il disagio
delle popolazioni, tanto più in un periodo
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
in cui vi sono scadenze di natura fiscale
per onorare le quali soprattutto gli anziani
sono in seria difficoltà;
Poste Italiane Spa è azienda che
certamente, in questo momento, sta dando
un decisivo contributo allo spopolamento
delle montagne, fra l’altro proprio nel
2002, dichiarato l’Anno della Montagna;
il mantenimento di un servizio tanto
essenziale deve essere impegno imprescindibile del Governo –:
se non ritenga di dover intervenire
con la massima urgenza presso la direzione di Poste Italiane Spa per garantire ai
comuni biellesi un servizio postale serio e
continuo e per indurre la direzione, in
ogni caso, a comunicare con congruo anticipo le proprie decisioni ai rappresentanti delle comunità locali per contenere il
disagio delle popolazioni.
(4-03503)
RISPOSTA. — Al riguardo non può che
confermarsi quanto già comunicato con la
risposta all’interrogazione n. 4/03360, con
la quale è stata fornita la risposta ad
analoga interrogazione presentata dall’interrogante.
(Risposta pubblicata nell’allegato B alla
seduta n. 216 del 4 novembre 2002).
Il Ministro delle comunicazioni:
Maurizio Gasparri.
FATUZZO, CATANOSO e STRANO. —
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al
Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
lo svolgersi delle operazioni elettorali
presso le strutture scolastiche reca notevole disagio all’ordinario svolgimento delle
lezioni;
secondo l’ordinamento scolastico vigente l’attività didattica deve prolungarsi
per un numero predeterminato di giorni e
semmai, sulla base delle esigenze della
scuola e della società moderna, sarebbe
opportuno garantire una migliore e approfondita preparazione, aumentando i
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XX
AI RESOCONTI
giorni a disposizione degli studenti per
l’approfondimento didattico;
fin da troppo tempo si discute sull’opportunità di ubicare i seggi elettorali in
luoghi diversi dalle strutture scolastiche,
onde evitare qualsiasi inconveniente al normale svolgimento dell’attività didattica –:
se non ritenga opportuno disporre
perché fin dalle prossime consultazioni
elettorali i seggi vengano ubicati in altre
strutture pubbliche, come ad esempio gli
uffici postali, in modo da non arrecare per
il futuro ulteriori disservizi all’attività che
si svolge nelle scuole.
(4-00984)
RISPOSTA. — L’interrogante ha presentato, unitamente ad altri deputati, l’interrogazione in esame, con richiesta di risposta
scritta.
Si risponde su delega della Presidenza
del Consiglio dei ministri.
In merito alla situazione di disagio che
viene arrecato all’ordinario svolgersi dell’attività didattica nelle scuole, a causa
dell’utilizzo degli edifici scolastici quali
seggi elettorali, si conferma che, effettivamente, l’attuale disciplina del procedimento
elettorale stabilisce che le fasi di votazione
e di scrutinio si svolgano presso i seggi
elettorali che sono ubicati, prevalentemente,
preso i predetti edifici.
La questione è stata da tempo affrontata
congiuntamente dal Ministero dell’interno e
da quello dell’istruzione, dell’università e
della ricerca, nella consapevolezza dell’importanza di garantire il regolare svolgimento del ciclo scolastico, pur nel rispetto
dell’altrettanto inderogabile esigenza di assicurare l’esercizio del diritto di voto.
Con riferimento alla proposta formulata
dall’interrogante di utilizzare in particolare,
per le esigenze in argomento, gli edifici
adibiti ad uffici postali, corre obbligo di
rappresentare che tale soluzione non
esclude la possibilità che si determinino
sospensioni o disagi nell’erogazione di un
altro servizio, anch’esso essenziale, quale
quello delle poste, attesa la difficoltà di
assicurare il contemporaneo svolgimento
delle due attività nello stesso contesto ambientale.
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Per quanto concerne eventuali diverse
modalità che potrebbero scaturire dall’introduzione del voto elettronico, si rappresenta che il Ministero dell’interno ha partecipato al progetto E-Poll (electronic polling system for remote voting operations)
finanziato dall’Unione europea per l’adozione di un sistema di voto elettronico a
distanza, unitamente ad altri partners europei, Ancitel, Siemens, regione Aquitania
(Francia), municipium (Polonia) e France
Telecom (Francia).
L’obiettivo perseguito con tale progetto è
quello di pervenire ad orientamenti chiari
per implementare un sistema di voto elettronico e definire nel contempo una cornice
di riferimento per reingegnerizzare il flusso
di informazione tra le diverse categorie di
soggetti coinvolti nel procedimento elettorale.
Il Sottosegretario di Stato per
l’interno: Antonio D’Alı̀.
FATUZZO. — Al Ministro della giustizia.
— Per sapere – premesso che:
l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – con delibera del 7 agosto
2001 – indiceva una gara di appalto a
licitazione privata in ambito comunitario,
con procedura accelerata, per l’aggiudicazione del servizio di monitoraggio delle
trasmissioni televisive nazionali in relazione alle aree: pluralismo socio-politico,
garanzie dell’utenza e obbligo di programmazione;
alla gara partecipavano complessivamente tre società alle quali, al termine
dell’istruttoria, la commissione incaricata
di effettuare la valutazione delle offerte
attribuiva il seguente punteggio: alla Medialab s.r.l., prima classificata, 873 punti,
al Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva Torre Argentina s.p.a. 854
punti e alla Cares s.r.l. 733,8 punti;
successivamente, con lettera del 15
febbraio 2002, il presidente della commissione – per il carattere anormalmente
basso dell’offerta (circa il 23 per cento
inferiore rispetto alle altre) – chiedeva alla
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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XXI
AI RESOCONTI
Medialab srl « le giustificazioni riguardanti
economie del metodo di prestazione del
servizio ... o le condizioni favorevoli di cui
dispone per prestare il servizio »;
la Medialab s.r.l. inviava pochi giorni
dopo una lettera contenente una disamina
puntuale e dettagliata dei costi previsti –
sia dei lavoratori da assumere che dei beni
da acquistare – e dell’utile previsto. In
particolare, veniva dimostrato che la società essendo iscritta alla Camera di commercio di Catania poteva contare su sgravi
I.N.P.S. e bonus fiscali che permettevano
un risparmio del 48 per cento l’anno
rispetto alle assunzioni che avrebbe fatto
una società con sede nel settentrione per
i lavoratori di primo livello, ed un risparmio del 55,9 per cento per i lavoratori di
quarto livello. Inoltre, per l’acquisto di
beni strumentali, avrebbe goduto di uno
sgravio del 50 per cento sul valore netto;
nonostante le giustificazioni ricevute,
la Commissione – seppur in possesso di
tutti gli elementi sufficienti per giudicare
non anomala l’offerta – deliberava di
formulare all’Autorità, ed in particolare al
segretario generale, alcuni quesiti in relazione alla veridicità della disamina dei
costi inviati da Medialab;
ricevuti i chiarimenti richiesti e preso
atto delle verifiche svolte dall’ufficiale rogante presso l’I.N.P.S. di Napoli, la commissione invitava la società Medialab a
fornire ulteriori precisazioni senza specificarne la natura;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
chiarimenti resi, è riferita ad un numero
inferiore (15+4) con un costo non corrispondente »;
successivamente, in data 7 giugno
2002 la Medialab ha impugnato tale decisione dinanzi al T.A.R. del Lazio, unitamente agli altri provvedimenti, lamentando come questa non solo contenesse
argomenti erronei ma non indicasse altresı̀
i necessari presupposti di fatto e le ragioni
giuridiche sulle quali doveva fondarsi;
l’interrogante si chiede quali siano
stati i reali motivi che hanno spinto l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
a non accettare l’offerta della Medialab
s.r.l., economicamente più vantaggiosa rispetto a quelle presentate dalle ditte concorrenti e che avrebbe comportato un
notevole risparmio per la pubblica amministrazione;
già il 24 e il 26 maggio 2002 sul
quotidiano Libero sono apparse notizie in
merito agli eccessivi costi di gestione dell’Autorità – denunciati pubblicamente dal
Codacons – che, qualora confermate, dimostrerebbero come anche il caso in
esame costituisca, ad avviso dell’interrogante, l’ennesimo esempio di sperpero di
denaro pubblico a danno dei privati cittadini –:
è da sottolineare il fatto che la società abbia ricevuto tale richiesta, peraltro
non corredata da un’idonea documentazione, a poche ore dall’incontro fissato a
Napoli il 27 marzo 2002 e che la stessa
non è stata quindi messa in condizione di
illustrare al meglio le proprie osservazioni;
se alla luce di quanto esposto non
intenda assumere urgentemente le opportune iniziative tese a conoscere a che punto
sono le indagini sui fatti denunciati dalla
società Medialab e dal Codacos in ordine a
presunti comportamenti illeciti da parte
dell’Authority per le garanzie nelle comunicazioni, autorità di garanzia chiamata per
legge ad assicurare la corretta competizione
degli operatori sul mercato nonché a tutelare i consumi di libertà fondamentali dei
cittadini.
(4-03489)
a seguito dell’incontro, la commissione – con verbale n. 11 del 29 marzo
2002 – considerava anomala l’offerta della
Medialab s.r.l. in quanto « in sede di
progetto tecnico veniva offerto un gruppo
di lavoro composto di 25 unità mentre in
realtà l’offerta economica, sulla base dei
RISPOSTA. — In riferimento all’atto di
sindacato ispettivo in oggetto concernente il
monitoraggio delle trasmissioni televisive
nazionali si fa presente quanto segue.
Come comunicato tra l’altro dall’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il
ricorso presentato dalla società Medialab
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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XXII
AI RESOCONTI
s.r.l. è tuttora pendente presso il Tar Lazio,
che, con ordinanza n. 4547 del 25 luglio
2002, ha respinto la richiesta di sospensiva
presentata dalla società stessa.
Il Ministro per i rapporti con il
Parlamento: Carlo Giovanardi.
DANIELE GALLI. — Al Ministro delle
comunicazioni. — Per sapere – premesso
che:
a palese risalto della differenza di
operatività tra partner europei, si rileva, ad
esempio, come in nazioni come Spagna ed
Irlanda o grandi regioni autonome come la
Scozia, un’impresa riceve l’autorizzazione
ad iniziare l’attività industriale in un massimo di 45 giorni, in Italia, viceversa, le
imprese sono assoggettate a tempistiche
lunghe ed incerte, con esiti non prevedibili, ovvero nessuna certezza rispetto anche a consistenti investimenti con cui si
vogliono attuare, nel pieno rispetto e ai
sensi delle disposizioni di legge, quelle
infrastrutture essenziali per una nazione
moderna. In città come Asti e Verona, ad
esempio, risulta che le norme del decreto
legislativo n. 198 del 2002, per la semplificazione burocratica al fine dell’ammodernamento del Paese a partire dalla costituzione della rete UMTS, risulterebbero
totalmente disattese e in altre città fortemente ritardate;
talune lentezze degli enti locali inducono a supporre motivazioni di carattere
ideologico –:
se non intenda, nell’ottica di assicurare certezza dei tempi e trasparenza nel
rapporto tra imprese e burocrazia senza
ulteriori aggravi per gli investimenti destinati all’innovazione del Paese, adottare
opportune iniziative normative al fine di
evitare che interventi mirati alla riconversione industriale, alla creazione di occupazione e all’ammodernamento del Paese
siano impediti da incomprensibili scelte
degli enti locali.
(4-04222)
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
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RISPOSTA. — Si fa presente che il decreto
legislativo 4 settembre 2002, n. 198 si pone
come obiettivo proprio quello di semplificare ed accelerare le procedure per la
realizzazione delle infrastrutture strategiche
per le reti di telecomunicazioni mobili
Gsm/Umts per la televisione digitale terrestre e per la larga banda pur mantenendo
fermo il rispetto dei limiti per le emissioni
elettromagnetiche fissati dalla vigente normativa, nonché i vincoli in materia di beni
ambientali e culturali.
Tale decreto stabilisce procedure certe ed
abbastanza rapide per il rilascio delle autorizzazioni per l’installazione di reti ed
antenne da parte dei comuni, prevedendo,
altresı̀, anche la semplice denuncia di inizio
attività per impianti con tecnologia Umts o
altre con potenza, in singola antenna,
uguale o inferiore a 20 watt.
Le amministrazioni interessate potranno
esprimere il loro motivato dissenso ed, in
tal caso, entro 30 giorni è convocata una
conferenza di servizi che si esprime a
maggioranza sostituendosi alle singole amministrazioni coinvolte.
La procedura suddetta – riassunta in
estrema sintesi – dovrebbe permettere di
superare i ritardi sin qui verificatisi, nella
realizzazione delle reti per l’Umts che,
stando a quanto stabilito dalla delibera
dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 410 del 1999 avrebbero dovuto
essere avviate a partire dal 1o gennaio 2002.
Con le nuove disposizioni si è voluto,
pertanto, dare certezza agli operatori circa i
modi ed i tempi di realizzazione ed implementazione delle loro infrastrutture di rete,
ciò che dovrebbe concorrere a favorire lo
sviluppo del settore.
Il Ministro delle comunicazioni:
Maurizio Gasparri.
GALVAGNO. — Al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
dal mese di settembre 2001 giace
presso il Consolato di Scutari la domanda
dei genitori di un ragazzo, Kristi Kocenu,
che intendono portare il loro figlio in
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXIII
AI RESOCONTI
Italia per una visita specialistica oculistica
da un medico che lo aveva già seguito in
precedenza;
il funzionario consolare di Scutari ha
assunto un atteggiamento negativo, a giudizio dell’interrogante, senza una chiara e
comprensibile giustificazione;
dai contatti telefonici con il predetto
funzionario per chiedere informazioni sull’argomento si ottengono risposte sbrigative –:
se non ritenga di intraprendere
un’urgente iniziativa per chiarire la situazione;
se non ritenga di sollecitare una
definizione del caso nel rispetto dei principi di umanità e solidarietà a cui si ispira
la nostra legislazione.
(4-01593)
RISPOSTA. — In data 1o ottobre 2001 il
Consolato d’Italia a Scutari aveva acquisito
la documentazione, con allegato il relativo
referto medico, concernente la richiesta di
visto d’ingresso a favore del minore Kristi
Koceku (e non « Kocenu » come indicato
nel testo dell’interrogazione) per una visita
medica e/o intervento chirurgico in Italia in
quanto affetto da strabismo. La richiesta
veniva respinta con formale diniego il successivo 8 ottobre 2001, con la seguente
motivazione: « Epicrisi non indica né durata, né tipo di cura, né necessità di curarsi
all’estero ».
Il 27 novembre 2001 giungeva al consolato d’Italia a Scutari una chiamata telefonica in cui l’interlocutore, qualificatosi
come l’interrogante chiedeva spiegazioni in
merito al rilascio del visto in parola, preannunciando che sarebbe stata presentata una
interrogazione parlamentare sul caso. In
tale occasione il Console stesso confermava
il diniego, spiegando che il predetto visto
avrebbe potuto essere rilasciato solo in
presenza della documentazione prevista
dalla legge vigente.
Lo stesso giorno il Consolato a Scutari
trasmetteva al Ministero degli esteri, per
opportuna informazione, la documentazione che era stata presentata il 1o ottobre
2001.
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Il 20 dicembre 2001 veniva ripresentata
presso la medesima sede consolare domanda di visto per un visita medica a
favore del minore di cui sopra, domanda
integrata dalla documentazione richiesta. In
data 27 dicembre 2001 il consolato d’Italia
a Scutari, dopo aver accertato la completezza della documentazione, rilasciava al
minore Kristi Koceku un visto d’ingresso,
per un soggiorno della durata di dieci
giorni, al fine di poter effettuare la visita
medica indicata.
Inoltre, il 24 aprile 2002, la stessa
Rappresentanza consolare comunicava, a
seguito di opportuni accertamenti, che il
predetto minore era effettivamente rientrato
in Albania.
Il Sottosegretario di Stato per gli
affari esteri: Roberto Antonione.
GIACHETTI. — Al Ministro degli affari
esteri, al Ministro per i beni e le attività
culturali, al Ministro per gli italiani nel
mondo. — Per sapere – premesso che:
il 31 maggio 2002 inizieranno in
Corea del Sud e Giappone i mondiali di
calcio;
lo sport più seguito nel nostro Paese
è proprio il calcio e l’importanza dell’evento citato crea un forte interesse nella
stragrande maggioranza della popolazione,
che seguirà con passione il cammino della
nazionale italiana;
per accedere alla home page del sito
internet ufficiale della FIFA per i mondiali
di calcio 2002 (www.fifaworldcup.com) si è
invitati a scegliere diverse lingue: inglese,
francese, tedesco, spagnolo, giapponese,
coreano e cinese;
nonostante l’importanza che riveste
la nostra nazionale calcistica, la lingua
italiana è completamente ignorata dalla
FIFA;
per i milioni di italiani appassionati
di calcio sarà molto difficile seguire tramite il sito internet ufficiale dei mondiali
2002 la propria nazionale;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXIV
AI RESOCONTI
mentre dal punto di vista calcistico,
vedesi anche la straordinaria accoglienza
da parte del popolo giapponese, ci presentiamo tra i favoriti anche a questo appuntamento, dal versante del potere e della diplomazia sportiva l’Italia è ai margini –:
se intenda porre in essere tutte le
azioni necessarie, attraverso gli strumenti
messi a disposizione della legislazione
vigente, al fine di intervenire presso la
FIFA, per consentire alla nostra popolazione di poter seguire sul sito internet
ufficiale dei mondiali di calcio 2002, il
cammino della nazionale anche nella lingua italiana;
se non ritenga utile verificare la possibilità di intervenire presso gli organismi
competenti, al fine di restituire quel rilievo
che la nostra nazione esercita dal punto di
vista sportivo ma non da quello del potere
e della diplomazia sportiva.
(4-03073)
RISPOSTA. — Con riferimento a quanto
indicato nella interrogazione parlamentare
in discorso, si fa presente quanto segue.
La federazione italiana giuoco calcio ha
precisato che le lingue ufficiali, riconosciute
in ambito F.I.F.A., sono l’inglese, il francese,
il tedesco e lo spagnolo.
L’utilizzo della lingua giapponese, coreana e cinese per l’accesso al sito internet
della F.I.F.A World Cup 2002 ha rappresentato un doveroso omaggio ai paesi ospitanti il mondiale di calcio.
Il Sottosegretario di Stato per i
beni e le attività culturali:
Mario Pescante.
GRANDI. — Al Ministro dell’economia e
delle finanze. — Per sapere – premesso
che:
gli alloggi per le Forze dell’Ordine,
costruiti ai sensi della legge 6 marzo 1976,
n. 52, siti in Bologna via Einaudi, sono di
proprietà dello Stato;
la legge n. 449 del 1997, all’articolo 2
prevede che « gli alloggi e le relative pertinenze di proprietà dello Stato « ...posso-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
no essere trasferiti, a richiesta, a titolo
gratuito, in proprietà dei comuni nei cui
territori sono ubicati... »;
la successiva legge 28 luglio 1999
n. 266 articolo 10 comma 16 prevede che
« gli alloggi di cui alla legge 6 marzo 1976
n. 52 sono comunque alienati agli assegnatari che ne facciano richiesta indipendentemente dai limiti stabiliti al comma 4
dell’articolo 1 della legge 24 dicembre
1993, n. 560. In tale caso si applicano le
modalità di cessione stabilite dalla stessa
legge 24 dicembre 1993, n. 560 »;
in forza di quest’ultima legge circa,
sessanta assegnatari di via Einaudi hanno
presentato domanda di acquisto all’allora
Direzione compartimentale del territorio;
con deliberazione consiliare 13
marzo 2000 n. 81, il comune di Bologna
confermava la richiesta di acquisizione
degli alloggi di proprietà dello Stato;
in seguito, e ripetutamente, gli assegnatari richiedenti all’acquisto, tramite il
Sunia di Bologna, hanno riaffermato il
loro diritto, nei confronti del comune di
Bologna e dell’allora Agenzia del territorio, sollecitando quest’ultima a procedere
alle cessioni;
al momento tale adempimento sembra subordinato al trasferimento della titolarità degli alloggi dallo Stato al comune,
il quale poi dovrebbe procedere alla cessione ai richiedenti;
sono trascorsi quasi due anni dal
momento in cui gli assegnatari hanno
presentato domanda di acquisto;
nulla ancora si sa sui tempi nei quali
gli interessati potranno vedere realizzata
la loro aspirazione, in base a quanto
previsto dalle leggi citate;
il lungo tempo trascorso e il perdurare della situazione d’incertezza oltre a
causare complicazioni nella vita delle famiglie, che, tra l’altro continuano a pagare
il canone d’affitto, è causa di inutilizzo di
alcuni alloggi (con il conseguente danno
economico);
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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XXV
AI RESOCONTI
l’abbandono di ogni intervento manutentivo crea deterioramento degli immobili –:
dal momento che appare all’interrogante ingiustificabile ogni ritardo se il
ministro interrogato non ritenga opportuno che l’Agenzia del Demanio provveda
al più presto o alla cessione degli alloggi a
chi ne ha fatta richiesta, trasferendo i
restanti alloggi al comune di Bologna,
ovvero, in via subordinata, attui l’immediato trasferimento di tutti gli alloggi al
comune di Bologna, che, a sua volta dovrà
provvedere alle vendite.
(4-00914)
RISPOSTA. — L’interrogante, nell’ambito
della procedura di trasferimento di alloggi
dello Stato ai comuni che ne avessero fatto
richiesta, prevista dalla legge 27 dicembre
1997, n. 449, chiede che l’Agenzia del demanio provveda al più presto alla cessione
degli alloggi costruiti per le forze armate a
Bologna in base alla legge 6 marzo 1976,
n. 52 agli assegnatari che ne abbiano fatto
richiesta, trasferendo i rimanenti al comune
di Bologna che provvederà a sua volta alle
singole vendite.
L’agenzia del demanio ha fatto presente
che il procedimento diretto alla cessione
degli alloggi demaniali costruiti per le forze
armate di Bologna in base alla legge 6
marzo 1976, n. 52 è attualmente nella fase
istruttoria e che è costante l’interessamento
presso gli organi e gli enti coinvolti nella
procedura per la sua conclusione in tempi
ragionevolmente brevi. Difatti, la stessa
agenzia è intervenuta più volte per sollecitare, per il tramite della sua filiale di
Bologna, l’A.C.E.R. di quella città (azienda
Casa Emilia Romagna), in qualità di ente
gestore dei beni demaniali in argomento, già
incaricato di avviare la relativa istruttoria.
Tuttavia, l’ente gestore ha rilevato che
l’immobile da vendere è edificato su una
area di proprietà del comune di Bologna.
Il demanio dello Stato è titolare infatti
del diritto di superficie sull’area nella quale
insistono gli alloggi in questione, in forza di
una convenzione stipulata con il suddetto
comune il 9 dicembre 1980 (repertorio
n. 25393) che non consente la cessione del
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
diritto di superficie senza la preventiva
autorizzazione del comune. L’articolo 8
della convenzione dispone al riguardo che
« senza la preventiva autorizzazione del comune concedente non è consentita la vendita né totale ne parziale dei diritti di
superficie. È del pari esclusa la possibilità
di alienare immobili parzialmente costruiti.
La cessione in proprietà e la locazione degli
stessi con il patto di futura vendita sono
assolutamente vietati ».
Ora, proprio al fine di addivenire nel più
breve tempo possibile al superamento di
questo ostacolo di natura giuridica, la filiale di Bologna ha fatto sapere di aver
avviato con il comune proprietario dell’area
iniziative volte alla stipula di un atto
aggiuntivo alla convenzione, in grado di
permettere la cessione degli alloggi agli
assegnatari, nonché di aver dato istruzioni
all’Acer di Bologna affinché, nel contempo,
provveda alla verifica della conformità tecnico-costruttiva del fabbricato da cedere,
dei requisiti degli interessati alle cessioni,
nonché alla verifica dei dati catastali.
Queste iniziative hanno avuto esito positivo, tanto è vero che il comune di
Bologna ha accolto la proposta, ritenendo
però che l’atto aggiuntivo debba essere a
titolo oneroso.
Ciò ha indotto la predetta filiale a
preferire una diversa soluzione, consistente
nella vendita agli assegnatari della sola
proprietà superficiaria, lasciando quindi al
comune la proprietà del terreno su cui sono
edificati gli alloggi.
Questa soluzione è stata approvata dal
comune interessato, per cui la filiale di
Bologna
ha
interessato
nuovamente
l’azienda casa Emilia Romagna perché faccia conoscere lo stato dell’istruttoria avviata
per la cessione degli alloggi siti in via
Einaudi agli interessati.
A tal riguardo, l’Acer di Bologna, secondo quanto riferito dalla agenzia del
demanio, ha recentemente ottenuto la conformità urbanistica degli alloggi da alienare
agli attuali utilizzatori ed ha, altresı̀, verificato i requisiti soggettivi nonché i dati
catastali degli immobili interessati alle vendite.
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXVI
AI RESOCONTI
In esito a ciò, la filiale di Bologna ha
potuto inviare all’ente gestore la bozza
dell’atto di cessione da utilizzare per le
alienazioni la cui formalizzazione avrà inizio quanto prima.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Maria Teresa Armosino.
MIGLIORI. — Al Ministro dell’economia
e delle finanze. — Per sapere – premesso
che:
con data 12 ottobre 2001 fu rivolta
interrogazione a risposta scritta;
il Ministro ha formulato la risposta
scritta con lettera di cui al protocollo
n. 2-3255/2002 del 20 febbraio 2002;
nella sopra richiamata risposta il Ministro vi afferma che il criterio di riferimento con cui sono stati costituiti gli
osservatori è stato individuato nella « maggiore rappresentatività » in sede provinciale delle associazioni;
la legge 8 maggio 1998, n. 146 avente
per titolo: « Disposizioni per la semplificazione e la razionalizzazione del sistema
tributario e per il funzionamento dell’amministrazione finanziaria nonché disposizioni varie di carattere finanziario » dispone all’articolo 10 (avente per titolo
« Modalità di utilizzazione degli studi di
settore in sede di accertamento ») comma
7 prevede che il Ministro tenga conto
« delle segnalazioni delle organizzazioni
economiche di categoria e degli ordini
professionali »;
le direzioni regionali delle entrate
hanno invitato le associazioni di categoria
e gli ordini professionali maggiormente
rappresentativi a livello territoriale;
gli ordini professionali degli ingegneri
sono stati istituiti con legge 24 giugno
1923, n. 1395;
l’articolo 5 della qui sopra richiamata
legge fissa le attribuzioni del Consiglio
dell’ordine degli ingegneri in cui non compare nessun compito di rappresentanza
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
degli iscritti, ma bensı̀ prevede che il
Consiglio dell’ordine « vigila alla tutela
dell’esercizio professionale, e alla conservazione del decoro dell’Ordine, reprimendo gli abusi e le mancanze di cui gli
iscritti si rendessero colpevoli nell’esercizio della professione »;
la legge 8 maggio 1998, n. 146 cita
testualmente « associazioni economiche di
categoria e ordini professionali »;
nella legge 8 maggio 1998, n. 146 il
termine « ordini professionali » non è alternativo al termine « associazioni economiche di categoria »;
tra gli iscritti all’Ordine degli ingegneri, sulla base dei dati ufficiali comunicati dagli stessi Ordini si distinguono le
seguenti tipologie di svolgimento della professione di ingegnere come qui di seguito
indicato:
1) libero professionista;
2) dipendente di azienda;
3) dipendente di ente pubblico;
4) pensionato;
5) docente di scuola media;
6) imprenditore;
7) altri;
dai dati ufficiali forniti dall’Ente di
previdenza gli ingegneri liberi professionisti al 15 febbraio 2002 sono il 28 per cento
del totale degli iscritti agli Ordini;
all’Ordine professionale si è iscritti
per obbligo e non per libera scelta del
singolo;
la rappresentatività degli iscritti ad
un’associazione è determinata dalla libertà
di adesione all’associazione;
gli iscritti all’Ordine degli ingegneri si
rappresentano attraverso associazioni di
categoria con riferimento agli aspetti economici della professione e che tale è il
sindacato ingegneri liberi professionisti,
cosı̀ come riconosciuto dal Ministero del
lavoro;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXVII
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AI RESOCONTI
lo scopo della legge 8 maggio 1998,
n. 146 è quella di migliorare le attività di
accertamento, di riscossione, di contrasto
all’evasione e di funzionamento dell’amministrazione finanziaria;
si è decretata la composizione delle
Commissioni e degli Osservatori per i
soggetti compresi nel comma 2 dell’articolo 10 e cioè « esercenti attività di impresa e esercenti arti e professioni »;
nelle Commissioni e negli Osservatori
si è decretata la rappresentanza delle
associazioni di categoria dei settori produttivi dell’industria, del commercio e dell’artigianato facendo riferimento a Confindustria, Confcommercio e similari e non
alle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura –:
quali siano i motivi per i quali per la
categoria degli esercenti le professioni tecniche si sia omessa la rappresentanza delle
associazioni economiche di categoria;
quali siano i motivi per i quali l’integrazione delle Commissioni e degli Osservatori con i rappresentanti delle associazioni economiche degli esercenti le professioni tecniche costituirebbe impedimento all’accertamento, alla riscossione, al
contrasto all’evasione ed al funzionamento
dell’amministrazione finanziaria.(4-03143)
RISPOSTA. — Con l’interrogazione cui si
risponde si chiede di conoscere i motivi per
i quali, relativamente alla categoria degli
esercenti le professioni tecniche, sia omessa
la rappresentanza delle associazioni economiche di categoria nella composizione degli
osservatori provinciali per l’adeguamento
degli studi di settore, nonché nella commissione di esperti prevista dalla legge 8
maggio 1998, n. 146.
Al riguardo si ricorda che il decreto
istitutivo degli Osservatori provinciali inserisce, espressamente, fra i componenti degli
stessi organismi un rappresentante degli
ordini professionali degli esercenti arti e
professioni tecniche (articolo 2, lettera f) del
decreto del direttore generale del dipartimento delle entrate del 15 aprile 1999).
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Detto decreto, infatti, ha previsto per i
settori produttivi la rappresentanza delle
associazioni di categoria, mentre per gli
esercenti le professioni tecniche ha delegato
la relativa rappresentanza agli ordini professionali.
La scelta in questione è stata fatta in
considerazione della maggiore garanzia di
rappresentatività degli ordini professionali
rispetto alle associazioni di categoria, dal
momento che ad essi appartengono tutti i
professionisti che esercitano una determinata attività.
Le varie associazioni economiche di categoria per le attività professionali possono,
comunque, far valere specifiche richieste,
sia investendo il relativo ordine del ruolo di
portavoce nell’ambito dell’osservatorio provinciale, sia attraverso un intervento diretto
nelle riunioni dell’osservatorio stesso, previa richiesta al presidente.
Pertanto, la mancata integrazione degli
osservatori provinciali con i rappresentanti
delle associazioni economiche degli esercenti attività professionali non appare limitativa, in quanto il principio democratico
di partecipazione risulta, tuttavia, tutelato.
Peraltro, l’immediata sostituzione dei
componenti degli osservatori comporterebbe
una procedura complicata e non attuabile
in tempi brevi, che avrebbe come conseguenza il rischio di paralizzare l’attività
degli stessi organismi.
Le associazioni economiche degli esercenti le professioni tecniche possono, in
ogni modo, tutelare i propri aderenti anche
attraverso la designazione di rappresentanti
presso la commissione degli esperti prevista
ai sensi dell’articolo 10, comma 7 della
legge 8 maggio 1998, n. 146.
Si ricorda, infatti, che l’inserimento di
propri rappresentanti nella predetta commissione può essere richiesto dalle organizzazioni economiche di categoria e dagli
ordini professionali all’amministrazione finanziaria che potrà provvedere integrando
il decreto ministeriale istitutivo della Commissione stessa.
Detta commissione svolge un ruolo fondamentale poiché ha il compito di esprimere un parere in merito alla idoneità dei
singoli studi di settore a rappresentare la
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXVIII
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AI RESOCONTI
realtà economica cui si riferiscono prima
che gli stessi siano approvati e pubblicati
nella Gazzetta Ufficiale. Alla stessa commissione spetta, inoltre, il compito di esaminare le questioni sollevate dagli osservatori provinciali in merito all’applicazione
degli studi di settore, evidenziando gli
aspetti rilevanti e le problematiche da comunicare all’amministrazione finanziaria.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
LUCCHESE. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
molti pensionati o lavoratori dipendenti debbono ogni anno fare debiti per
pagare l’ICI, una imposta inumana e ingiusta, voluta dai governi di sinistra,
quando controllavano grande parte dei
comuni d’Italia;
molti pensionati sono stati costretti a
vendere la propria casa nella impossibilità
di pagare l’ICI;
nelle grandi città, poi, come Roma,
l’imposta ICI è elevatissima, addirittura si
tratta di pagare milioni di vecchie lire ogni
sei mesi, dato che è stata innalzata la
rendita catastale in modo elevato;
vi sono pensionati che percepiscono
meno di due milioni al mese di vecchie
lire, obbligati a pagare ogni anno 2 milioni
600 mila lire;
svendere la casa che si abita, comprata con sacrifici enormi per pagare l’ICI
appare immorale, oltre che ingiusto;
oltretutto i soldi ricavati da tale imposta sono utilizzati dai grandi comuni, in
grande parte, per pagare consulenze di
vario genere, per finanziare feste di quartiere, per fare regalie ad associazioni e
club pseudo culturali –:
se non ritenga il Ministro di poter
accogliere l’appello di una sterminata
parte di cittadini che hanno grosse difficoltà a pagare l’ICI e di assumere le idonee
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
iniziative normative affinché almeno per
la casa di abitazione si provveda ad un
« taglio » dell’ICI, per un importo pari al
50 per cento dell’imposta dovuta.
(4-04080)
RISPOSTA. — In merito a quanto richiesto
dall’interrogante con l’interrogazione cui si
risponde, si fa preliminarmente presente
che, al fine di ridurre il carico fiscale che
grava sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale, la disciplina in materia
di imposta comunale sugli immobili prevede che i comuni possono introdurre agevolazioni anche a favore di categorie di
soggetti che versino in condizioni di particolare disagio economico-sociale.
In primo luogo, si osserva che l’articolo
8, comma 2, del decreto legislativo 30
dicembre 1992, n. 504 concernente il
« Riordino della finanza degli enti territoriali », ha previsto la detrazione dall’imposta, dovuta dal soggetto passivo per l’unità
immobiliare adibita ad abitazione principale, di 103,29 euro (pari a 200.000 delle
vecchie lire) rapportate al periodo dell’anno
durante il quale si protrae tale destinazione.
Inoltre, il successivo comma 3 del citato
articolo 8 ha disposto che, a decorrere
dall’anno di imposta 1997 – con la deliberazione con la quale, entro il 31 ottobre
di ogni anno, ciascun comune stabilisce
l’aliquota per l’anno successivo –, l’Ici
dovuta per l’unità immobiliare adibita ad
abitazione principale può essere ridotta fino
al 50 per cento o, in alternativa, il predetto
importo di 103,29 euro può essere elevato
fino a 258,23 euro (pari a 500.000 delle
vecchie lire).
Tale facoltà può essere esercitata anche
limitatamente alle categorie di soggetti che
si trovano in situazione di particolare disagio economico-sociale, individuate con
deliberazione del competente organo comunale.
Inoltre, l’articolo 58, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446,
ha previsto che, limitatamente all’unità immobiliare adibita ad abitazione principale
del soggetto passivo ai fini Ici, la detrazione
d’imposta contenuta nel citato comma 3
dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 504
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXIX
AI RESOCONTI
del 1992, può essere stabilita in misura
superiore a 258,23 euro, fino a concorrenza
dell’imposta dovuta per la stessa unità.
L’eventuale adozione di una deliberazione in tal senso comporta, però, che il
comune non può stabilire un’aliquota superiore a quella ordinaria per le unità
immobiliari tenute a disposizione del contribuente.
Da quanto sopra esposto, si ritiene,
quindi, che le disposizioni citate raggiungono lo stesso obiettivo che si propone
nell’interrogazione, con la differenza che la
decisione inerente l’opportunità di adottare
le agevolazioni esaminate è demandata alla
discrezionalità del comune, quale ente impositore, che stabilirà, peraltro, nell’ambito
dell’esercizio della propria autonomia finanziaria, la destinazione delle risorse, derivanti anche dalla gestione dell’imposta in
questione, per finalità aventi comunque
carattere sociale.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
MANCINI. — Al Ministro dell’interno. —
Per sapere − premesso che:
il testo unico degli enti locali, cosı̀
come da ultimo modificato, statuisce che
gli oneri per i permessi retribuiti dei
lavoratori dipendenti privati o di enti
pubblici economici sono a carico dell’ente
presso il quale gli amministratori pubblici
esercitano le loro funzioni;
tale regime provoca non poche difficoltà agli amministratori dei piccoli comuni che vedono il loro già esiguo bilancio
decurtato dagli oneri finanziari che l’ente
si deve accollare per garantire il rimborso
delle assenze degli amministratori a causa
dell’espletamento di compiti e funzioni
legati al loro mandato elettorale −:
se non ritenga di adottare iniziative
normative volte a ovviare a tale infausta
ed ingiusta situazione, eventualmente attraverso l’introduzione di un rimborso ai
comuni che devono fronteggiare tali esborsi.
(4-03608)
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
RISPOSTA. — In merito alla problematica
evidenziata, si comunica che l’articolo 80
del decreto legislativo 18 agosto 2000,
n. 267, recante il « Testo unico delle leggi
sull’ordinamento degli enti locali », confermando nel suo enunciato quanto stabilito
dalla normativa precedente (articolo 24,
comma 5, della legge 3 agosto 1999, n. 265),
poi rivisitato dal testo del decreto-legge 27
dicembre 2000, e coordinato con la legge di
conversione 28 febbraio 2001, n. 26 recante
« disposizione urgenti in materia di enti
locali », statuisce il rimborso, da parte degli
enti locali, ai datori di lavoro privati o di
enti pubblici economici, degli oneri derivanti dai permessi percepiti dai dipendenti
per l’espletamento degli incarichi elettivi.
A questo proposito, è stato più volte
rappresentato dai piccoli e medi comuni
l’aggravio finanziario incidente sui loro bilanci e derivante, appunto, dal rimborso
delle assenze degli amministratori a causa
dell’espletamento delle funzioni legate al
loro mandato elettorale.
L’intera questione potrà trovare un adeguato momento di confronto parlamentare
nel corso della discussione sulla disposizione di delega per la riscrittura del testo
unico degli enti locali che il Governo
intende chiedere nell’ambito dell’attuazione
della riforma del titolo V della Costituzione.
Il Sottosegretario di Stato per
l’interno: Antonio D’Alı̀.
MESSA. — Al Presidente del Consiglio
dei ministri. — Per sapere –:
se corrisponda al vero che la direzione della Telecom da Roma sarà trasferita a Milano;
in caso di risposta affermativa, se tale
trasferimento comporterà la contestuale,
obbligatoria, mobilità del personale attualmente in servizio presso la sede romana o,
addirittura, la perdita di posti di lavoro;
se non ritenga che, al fine di scongiurare negative ricadute occupazionali, di
doversi adoperare affinché sia avviata una
concertazione tra l’azienda e le organiz-
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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—
ALLEGATO
B
XXX
AI RESOCONTI
zazioni sindacali volta ad evitare la perdita
di posti di lavoro.
(4-03488)
RISPOSTA. — Si premette che questo Dicastero risponde all’atto parlamentare in
esame su incarico della Presidenza del
Consiglio dei ministri.
La Telecom Italia S.p.A., interpellata in
merito a quanto rappresentato nel citato
atto parlamentare, ha comunicato di non
aver mai effettuato trasferimenti di massa
ma solo movimenti fisiologici di personale
dirigente secondo le esigenze di mercato, (ad
esempio n. 150 dirigenti durante il 2001)
allo scopo di rafforzare la propria presenza
nelle aree di importanza strategica mediante
l’apertura di una sede di direzione generale
dell’unità di « business domestic wireline »
a Milano, in aggiunta a quella di Roma.
La medesima concessionaria ha evidenziato, inoltre, che sono stati effettuati dei
colloqui, con il personale interessato alla
riorganizzazione aziendale, allo scopo di
verificarne la disponibilità al trasferimento
nella nuova sede milanese.
L’azienda ha, altresı̀, precisato che non
sono in corso trasferimenti di attività strategiche al nord e che, al contrario, sono
state trasferite a Roma le attività direzionali
di « Seat pagine gialle ».
La società Telecom Italia, con riferimento
al livello occupazionale nell’azienda ha comunicato, inoltre, di aver siglato un accordo
con le confederazioni sindacali che prevede,
entro il 2004, circa 2300 assunzioni e l’assorbimento di quote di dipendenti della società Blu su tutto il territorio nazionale.
La stessa azienda ha precisato, altresı̀,
che la sede ubicata presso il parco dei
medici di Roma sarà, in larga parte, dedicata alle attività di formazione per le quali
il gruppo Telecom Italia investirà 50 milioni di euro.
La strategia sopra descritta è stata oggetto
di un incontro tenutosi presso la regione
Lazio in data 23 luglio 2002, la presenza dei
segretari generali del Lazio di Cgil, Cisl, Uil e
Ugl, dei presidenti della regione Lazio, della
provincia di Roma e dell’unione industriali e
del sindaco di Roma.
Il Ministro delle comunicazioni:
Maurizio Gasparri.
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
MESSA. — Al Ministro dell’interno, al
Ministro della salute. — Per sapere:
se siano a conoscenza dello stato di
degrado presente nel campo nomadi di via
Salone, a Roma;
se corrisponda al vero che nell’accampamento si siano verificati casi preoccupanti sotto l’aspetto igienico-sanitario;
quali iniziative intendano assumere
per garantire il rispetto della legalità all’interno del campo;
quali provvedimenti intendano assumere per arrivare all’immediata smobilitazione del campo.
(4-04218)
RISPOSTA. — La situazione del campo
nomadi di via di Salone è alla costante
attenzione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e numerosi
sono gli interventi assunti di concerto con
l’amministrazione comunale, volti a ridimensionare le presenze nel campo ed a
migliorare le condizioni di vivibilità degli
occupanti.
Appare evidente come la problematica
della ristrutturazione del campo nomadi di
via di Salone sia in effetti estremamente
complessa e non possa prescindere da un
più generale programma di ridistribuzione
delle presenze dei nomadi della capitale, in
regola con le norme sul permesso di soggiorno, presso campi nomadi attrezzati e di
più piccole dimensioni.
Le attuali condizioni igienico-sanitarie risultano precarie ed il direttore generale della
ASL RMB, interessato in merito, ha rappresentato che si è provveduto a mantenere costantemente sotto controllo la situazione sanitaria attraverso i seguenti interventi:
presenza nel campo per quattro giorni
a settimana di un presidio sanitario mobile
in cui opera una équipe formata da diverse
figure professionali – medico, infermiera
professionale, assistente sociale e mediatore
culturale – in attuazione del progetto aziendale di assistenza socio sanitaria nei campi
rom, approvato dal comune di Roma;
interventi di profilassi in raccordo e
collaborazione tra operatori del presidio sa-
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXXI
Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
nitario mobile e operatori del dipartimento
di prevenzione aziendale attuando tutti i
protocolli di profilassi prescritti secondo
quanto richiesto dalle varie circostanze. Ad
esempio sono stati vaccinati 261 soggetti con
ciclo completo di vaccino antiepatite A;
Ministro dell’economia e finanze ha dato
via libera ad un regolamento che consentirà alle associazioni e società dilettantistiche di sostituire i misuratori fiscali per
gli incassi di attività svolte con certificazioni dei proventi;
attuazione della campagna per la vaccinazione, indetta dalla regione Lazio, al
fine di rafforzare le difese immunitarie
della popolazione infantile.
tali misure si pongono indubbiamente come innovative ed efficaci per
semplificare procedure ed attività di organismi che sostanzialmente operano
senza scopo di lucro per la diffusione della
pratica sportiva;
Inoltre, con riferimento ai casi di malattia verificatisi nel campo nomadi di via di
Salone, è stato evidenziato che sono stati
registrati alcuni casi di scabbia e, nel periodo
estivo, circa 20 casi di gastroenterite.
Tutti i casi di malattia riscontrati hanno
ricevuto adeguato trattamento e, per quanto
possibile, continuamente vengono assicurati
i controlli sanitari soprattutto nei confronti
dei bambini.
Il direttore generale della ASL RMb
infine, nel ribadire che la situazione sanitaria nel campo è strettamente connessa a
quella igienico ambientale, ha segnalato il
rischio del diffondersi di malattie e ha
pertanto ravvisato la necessità di provvedere ad un intervento di bonifica.
Per quanto concerne il secondo quesito
formulato dall’onorevole interrogante, al
momento non è prevista la smobilitazione
del campo nomadi di Salone, e tale opzione
è anche alla base della scelta, che si è
tentato di evidenziare nella presente risposta, di migliorare, nei limiti del possibile, le
condizioni di vita dei residenti del campo.
Parallelamente il campo è costante oggetto di osservazione e controllo da parte
delle forze dell’ordine per perseguire possibili
autori di reati ivi nascosti e verificare l’eventuale presenza di extracomunitari irregolari.
Il Sottosegretario di Stato per
l’interno: Antonio D’Alı̀.
OSVALDO NAPOLI. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere –
premesso che:
il Consiglio dei ministri nella riunione del 7 marzo 2002 su proposta del
il regolamento interessato che è stato
comunicato e diffuso dagli organi di
stampa, esclude le pro loco dalle agevolazioni operative sopra ricordate;
le associazioni pro loco hanno reiteratamente richiesto interventi del Governo
per semplificare gli adempimenti procedurali burocratici e contabili cui sono soggette nella organizzazione di manifestazioni di loro competenza;
il Governo si era impegnato a rivedere, in sede di esame della legge finanziaria per il 2002 anche le normative
attinenti alle pro loco e aveva accettato
come raccomandazione l’ordine del giorno
9/1984/149 presentato alla Camera dei
deputati nella seduta del 19 dicembre 2001
con cui si chiedeva di escludere le pro loco
dall’obbligo dei misuratori fiscali;
la richiesta delle pro loco appare
oggettivamente giustificata in quanto la
loro attività non si svolge per scopi di
lucro e comunque è indirizzata all’interesse pubblico generale in quanto gli eventuali utili ricavati nella organizzazione di
manifestazioni vengono reimpiegati per
promozione del turismo e quindi nell’interesse generale del Paese –:
se non ritenga opportuno comprendere anche le pro loco nelle semplificazioni procedurali di esonero dall’obbligo
dei misuratori fiscali per gli adempimenti
finanziari connessi con attività svolte,
estendendo anche a tali associazioni il
regime già previsto per le associazioni
sportive dilettantistiche;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XXXII
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AI RESOCONTI
se non ritenga di modificare e integrare in questo senso le disposizioni in atto
di formazione e in particolare il regolamento proposto nella seduta del Consiglio
dei ministri del 7 marzo 2002.
(4-02590)
RISPOSTA. — La problematica prospettata
nell’interrogazione cui si risponde, concernente la richiesta di semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
da parte delle associazioni pro-loco, ha
trovato soluzione nel senso auspicato dall’interrogante.
Infatti, la disposizione contenuta nell’articolo 80, comma 37, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria per il
2003) ha esteso anche alle associazioni
pro-loco l’esonero dall’utilizzo dei misuratori fiscali per l’emissione di titoli di accesso alle manifestazioni dalle stesse organizzate, sulla base di quanto già previsto
dal regolamento per la semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
per le società e le associazioni sportive
dilettantistiche, approvato, come è noto, con
decreto del Presidente della Repubblica 13
marzo 2002, n. 69.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
FIORI. — Al Ministro dell’economia e
delle finanze. — Per sapere – premesso
che:
ai sensi dell’articolo 18 del decretolegge 26 febbraio 1999 n. 60, concernente
il regime dell’imposta sul valore aggiunto
per le attività spettacolistiche, come modificato dall’articolo 32 della legge 23 dicembre 2000 n. 388, il 13 marzo 2002 è
stato emanato il regolamento che detta
modalità semplificate di certificazione dei
proventi per le società sportive dilettantistiche;
ai sensi dell’articolo 1 del suddetto
regolamento le modalità semplificate di
cui sopra si applicano alle società ed alle
associazioni sportive dilettantistiche, anche se non riconosciute dal Coni dalle
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
Federazioni sportive nazionali purché riconosciute dagli Enti di promozione sportiva;
per effetto di quanto precede gli
operatori del settore sportivo dilettantistico sono quindi autorizzati a documentare i propri proventi esibendo come sempre solamente le matrici del biglietti e
degli abbonamenti, regolarmente provvisti
di contrassegno SIAE esitati nelle manifestazioni dl cui trattasi, invece dei misuratori fiscali o biglietterie automatizzate,
previsti dai decreti 13 luglio 2000 e 23
luglio 2001 che dovranno essere adottati
dalle società sportive professionistiche dal
10 luglio 2002;
dal suddetto decreto di semplificazione delle certificazioni dei proventi sono
state discriminate le oltre 6.000 Pro-Loco
italiane, che contano circa 1 milione di
soci, che in linea di massima organizzano
solo manifestazioni di trattenimenti e giochi quasi esclusivamente all’aperto, con
punti di vendita dei biglietti di accesso
volanti o esitati a porta a porta, e quindi
in condizioni di difficoltà oggettiva per
utilizzare uno o più misuratori fiscali,
tutto ciò malgrado il Governo si fosse
impegnato a rivedere in sede di finanziaria
2001-2002 la richiesta In materia delle
Pro-Loco dopo aver accettato l’ordine del
giorno di merito 9/1984/149 presentato in
Senato nella seduta del 19 dicembre 2001
da moltissimi parlamentari di tutte le parti
politiche –:
se non ritenga opportuno modificare
detto Regolamento per includervi la
norma che consenta anche alle Pro-Loco
di utilizzare la modalità semplificata di
certificazione dei proventi di esercizio.
(4-02757)
RISPOSTA. — La problematica prospettata
nell’interrogazione cui si risponde, concernente la richiesta di semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
da parte delle associazioni pro-loco, ha
trovato soluzione nel senso auspicato dall’interrogante.
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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XXXIII
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AI RESOCONTI
Infatti, la disposizione contenuta nell’articolo 80, comma 37, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria per il
2003) ha esteso anche alle associazioni
pro-loco l’esonero dall’utilizzo dei misuratori fiscali per l’emissione di titoli di accesso alle manifestazioni dalle stesse organizzate, sulla base di quanto già previsto
dal regolamento per la semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
per le società e le associazioni sportive
dilettantistiche, approvato, come è noto, con
decreto del Presidente della Repubblica 13
marzo 2002, n. 69.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
NICOTRA. — Al Ministro dell’economia
e delle finanze. — Per sapere – premesso
che:
dal 1° luglio 2002 le Associazioni Pro
Loco avranno l’obbligo di dotarsi di misuratori fiscali;
considerando che tali Associazioni, in
numero di oltre 6.000 e con circa un
milione di soci, organizzano manifestazioni quasi esclusivamente all’aperto con
più punti d’ingresso;
non tutte le manifestazioni necessitano del biglietto d’ingresso –:
quali provvedimenti il Governo intenda adottare affinché le Pro Loco continuino ad usufruire degli attuali biglietti
d’ingresso reperibili presso la SIAE che
consentono comunque il controllo fiscale
delle manifestazioni e che risultano enormemente più pratici ai fini organizzativi;
se non ritenga opportuno non gravare le Pro Loco dell’obbligo di dotarsi di
misuratori fiscali che comporterebbero
una spesa non giustificata se rapportata al
numero delle manifestazioni e che indurrebbe le suddette associazioni a rinunciare
ad ogni iniziativa a discapito del turismo
e dei visitatori.
(4-02714)
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
RISPOSTA. — La problematica prospettata
nell’interrogazione cui si risponde, concernente la richiesta di semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
da parte delle associazioni pro-loco, ha
trovato soluzione nel senso auspicato dall’interrogante.
Infatti, la disposizione contenuta nell’articolo 80, comma 37, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria per il
2003) ha esteso anche alle associazioni
pro-loco l’esonero dall’utilizzo dei misuratori fiscali per l’emissione di titoli di accesso alle manifestazioni dalle stesse organizzate, sulla base di quanto già previsto
dal regolamento per la semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
per le società e le associazioni sportive
dilettantistiche, approvato, come è noto, con
decreto del Presidente della Repubblica 13
marzo 2002, n. 69.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
PATRIA. — Al Ministro dell’economia e
delle finanze. — Per sapere – premesso che:
le regioni possono affidare l’attività
di controllo e di riscossione delle tasse
automobilistiche a concessionari collegati
in via telematica con l’archivio unitario
nazionale;
le regioni, in ogni caso, devono assicurare l’aggiornamento dell’archivio nazionale delle tasse automobilistiche, effettuato con i dati ricevuti dal pubblico
registro automobilistico, dalla motorizzazione civile e dei trasporti in concessione,
dal ministero dell’economia e delle finanze, dai concessionari e dai soggetti
abilitati alla riscossione nonché dagli altri
soggetti aventi i prescritti requisiti;
in molte regioni e nelle province
autonome da un’analisi delle riscossioni
effettuate nel 2001, è emerso che gli archivi non erano stati aggiornati con i dati
dei veicoli immatricolati nel corso del 2000
e nei primi mesi del 2001;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
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ALLEGATO
B
XXXIV
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AI RESOCONTI
quanto sopra ha impedito al buon
esito da circa 58.000 riscossioni tentate
presso i tabaccai in soli quattro giorni;
a seguito di alcune circolari ministeriali emanate nei primi mesi dello scorso
anno, è stato sostanzialmente impedito ai
tabaccai di riscuotere la tassa relativa ai
veicoli adibiti al trasporto di cose distraendo, in tal modo, i contribuenti verso
altri concessionari in grado di acquisire i
necessari dati tecnici dal sistema informativo –:
se sia legittimo subordinare l’attività
di riscossione delle tasse automobilistiche,
affidata per legge ai tabaccai, al fatto che
altri concessionari ottemperino ai loro
obblighi di aggiornamento dell’archivio
unitario nazionale;
se sia possibile che a distanza di tre
anni dall’avvio della riscossione delle tasse
automobilistiche tramite le tabaccherie
ancora non siano state regolamentate le
modalità ed i tempi di trasmissione dei
dati relativamente all’aggiornamento dell’archivio unitario nazionale;
quali provvedimenti intenda adottare
per offrire a tutti i contribuenti la possibilità a loro concessa dalla legge di effettuare il pagamento delle tasse automobilistiche in via paritetica presso qualunque
soggetto abilitato alla riscossione;
se sia atto lesivo della concorrenza
impedire ai tabaccai di riscuotere la tassa
relativa ai veicoli adibiti al trasporto di
cose con le stesse modalità di altri concessionari che, a tutt’oggi, sono di fatto in
grado di accedere ai dati contenuti nell’archivio nazionale;
se tutto quanto non contravvenga al
disposto della legge finanziaria del 1998
che legittima i tabaccai nella riscossione di
tutte le tasse automobilistiche. (4-02380)
RISPOSTA. — In ordine alla problematica
prospettata dall’interrogante, occorre ricordare preliminarmente che il decreto ministeriale 25 novembre 1998 n. 418, recante
norme per il trasferimento alle regioni a
statuto ordinario delle funzioni in materia
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
di riscossione, accertamento, recupero, rimborsi e contenzioso relative alle tasse automobilistiche non erariali, ha disposto che,
a decorrere dal 1o gennaio 1999 e fino alla
definizione del protocollo d’intesa Stato/
regioni, la gestione e l’aggiornamento degli
archivi regionali e dell’archivio nazionale
sono assicurati, in via transitoria, dal Ministero dell’economia e delle finanze a
mezzo del proprio sistema informativo (articolo 6, comma 1).
Lo stesso regolamento ha stabilito che
« il controllo e la riscossione delle tasse
automobilistiche sono effettuati direttamente dalle regioni, anche ricorrendo all’istituto dell’avvalimento, o tramite concessionari individuati dalle stesse secondo le
modalità e le procedure di evidenza pubblica previste dalla normativa comunitaria
e nazionale in tema di appalti e di servizi »
(articolo 2, comma 1).
Ciò posto, le informazioni provenienti
dalla motorizzazione civile relative alle
prime immatricolazioni e alle variazioni di
residenza vengono acquisite immediatamente nello Sgata (sistema di gestione dell’archivio delle tasse automobilistiche), ad
eccezione delle informazioni di competenza
delle regioni convenzionate con l’Aci per il
controllo e per la riscossione delle tasse
automobilistiche, e acquisite in archivio
soltanto dopo la loro restituzione da parte
delle regioni interessate.
Questa soluzione, concordata tra tutte le
regioni e le province autonome già in fase
di costituzione dello Sgata, doveva consentire ai predetti enti territoriali convenzionati di costituire e aggiornare i propri
archivi regionali e di inviare allo Sgata
informazioni controllate da loro stesse.
Si stabilı̀ anche che l’invio all’Aci dovesse avvenire ad ogni acquisizione di dati
dalla motorizzazione civile e che la restituzione degli stessi dati si completasse, per
ogni fornitura, nell’arco di poche settimane
dall’invio. In questo modo sarebbe stato
possibile mantenere sostanzialmente allineati archivi regionali e archivio nazionale,
con forniture di aggiornamento di piccola
entità ma costanti nel tempo.
I dati inviati vengono però sistematicamente restituiti dall’Aci allo Sgata a di-
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
XXXV
—
AI RESOCONTI
stanza di molti mesi e, per questo, in grandi
quantità. La loro acquisizione in archivio,
in particolare sotto scadenza di pagamento,
appesantisce notevolmente le prestazioni del
sistema.
Di conseguenza, fino all’acquisizione
delle targhe in archivio non è possibile
effettuare il pagamento on-line presso i
punti collegati allo Sgata e, se nel frattempo
avvengono variazioni di residenza o di
proprietà, si determinano pagamenti a favore di una data regione o provincia autonoma per veicoli che essa ancora non
conosce.
L’azienda delle entrate, da parte sua, ha
invitato (in data 15 giugno 2001) le regioni
convenzionate con l’Aci a comunicare se il
caricamento sullo Sgata degli aggiornamenti dei veicoli di loro competenza dovesse continuare ad avvenire soltanto dopo
la validazione degli stessi ad opera dell’Aci;
in questo caso, sarebbe stato necessario che
le regioni intervenissero presso l’Aci per
verificare le modalità di trasmissione di
questi aggiornamenti e, comunque, che
detta trasmissione avvenisse in tempi più
rapidi.
La stessa Agenzia ha, contestualmente,
manifestato la propria disponibilità, su richiesta delle regioni convenzionate con
l’Aci, ad effettuare l’elaborazione dei soli
dati già trasmessi dall’Aci, sottolineando
comunque che, in tal caso, la duplicazione
della lavorazione di un numero di veicoli
molto elevato avrebbe potuto provocare
significativi ritardi e disfunzioni nello svolgimento delle restanti attività di aggiornamento dello Sgata.
In particolare, la questione è stata sottoposta all’attenzione della regione Lombardia, nell’esercizio della sua funzione di
coordinamento in materia tributaria per
conto delle regioni e delle province autonome.
Le regioni, benché sollecitate, non hanno
fatto seguito al predetto invito dell’Agenzia
delle entrate, ad eccezione della regione
Toscana.
Inoltre, circa l’impossibilità per i tabaccai di riscuotere la tassa relativa ai veicoli
adibiti al trasporto di cose con le stesse
modalità di altri concessionari che sono
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
« in grado di accedere ai dati contenuti
nell’archivio nazionale », occorre far presente che il problema verificatosi riguarda
l’applicazione dell’articolo 61, comma 1,
della legge 21 novembre 2000, n. 342 (che
aggiunge i commi 22-bis, 22-ter e 22quater
all’articolo 6 della legge 23 dicembre 1999,
n, 488).
Detta norma ha previsto che per gli
autoveicoli destinati al trasporto di cose, in
aggiunta alle tasse automobilistiche per le
automotrici, sono dovute anche quelle relative alla massa rimorchiabile, « sulla base
delle caratteristiche tecniche, tenendo conto
delle eventuali limitazioni risultanti dalla
carta di circolazione... ».
Al riguardo, l’agenzia delle entrate ha
fornito primi chiarimenti sulle nuove modalità di tassazione dei rimorchi con circolari del 16 novembre 2000 (n. 207/E) e
del 15 gennaio 2001 (n. 2/E).
Peraltro, nel corso di una serie di incontri con il ministero delle infrastrutture
e dei trasporti, furono anticipate delle novità circa la carta di circolazione e conseguentemente valutate le difficoltà nell’annotazione sulla stessa carta di circolazione
delle eventuali limitazioni della capacità al
traino.
La soluzione concordata, successivamente recepita nella circolare n. 12/E del
31 gennaio 2001 emanata dall’Agenzia delle
entrate, prevedeva, tra l’altro, modalità di
comunicazione delle limitazioni al traino
alternative all’annotazione sulla carta di
circolazione: i contribuenti interessati all’eliminazione dell’idoneità al traino e, dunque, alla riduzione del carico tributario per
il loro veicolo, potevano presentare « agli
uffici preposti al pagamento della tassa
automobilistica e abilitati alla trasmissione
dei dati... » una dichiarazione di impegno a
richiedere, entro il 31 ottobre 2001, tale
eliminazione ai competenti uffici della Motorizzazione Civile. Entro il 31 dicembre
2001, poi, i predetti uffici avrebbero trasmesso allo Sgata le informazioni relative
all’avvenuta eliminazione della massa rimorchiabile.
Le province autonome di Bolzano e
Trento e diverse regioni (Campania, Liguria,
Lombardia, Piemonte), a decorrere dal mese
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
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ALLEGATO
B
XXXVI
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AI RESOCONTI
di febbraio 2001, hanno chiesto all’Agenzia
delle entrate di sospendere, presso le tabaccherie abilitate al servizio di riscossione
delle tasse automobilistiche, il pagamento
del tributo per i veicoli adibiti al trasporto
di cose il cui presupposto d’imposta fosse la
massa rimorchiabile.
Ciò in quanto, a parere delle sopra citate
regioni e province, la predetta circolare
n. 12/E del 31 gennaio 2001, individuando
i soggetti autorizzati alla trasmissione dei
dati dei veicoli, indirettamente escludeva le
tabaccherie dalla procedura della dichiarazione di impegno. Di conseguenza, i contribuenti che avessero scelto di corrispondere presso un tabaccaio la tassa automobilistica per i rimorchi, avvalendosi della
riduzione per eliminazione della massa rimorchiabile, avrebbero pagato sulla base di
una quantificazione errata del tributo
stesso.
Successivamente, alcune regioni e province autonome hanno chiesto di riattivare
il servizio di riscossione presso i tabaccai
proponendo l’introduzione di un « codice di
riduzione » per eliminare il tributo relativo
alla massa rimorchiabile.
L’Agenzia delle entrate, nel verificare la
concreta realizzabilità di questa proposta
nell’ambito delle normali attività di conduzione dello Sgata ha tuttavia rilevato che
la variazione proposta avrebbe implicato,
oltre al consenso di tutte le regioni e
province autonome, l’emanazione di specifiche direttive ai tabaccai sugli adempimenti
da svolgere a fronte della richiesta del
contribuente di effettuare il pagamento in
misura ridotta, con conseguente ridefinizione di ruoli e competenze, quale la conservazione della documentazione prodotta
dai contribuenti a giustificazione del pagamento ridotto.
Di tutto questo è stata informata la
regione Lombardia, incaricata, come anzi
detto, del coordinamento di regioni e province autonome in materia tributaria, invitandola a provvedere all’emanazione delle
citate direttive, sottolineando, peraltro, che
l’attivazione della funzione automatizzata di
determinazione della tassa automobilistica,
se limitata ai tabaccai operanti in una
regione, avrebbe comportato, per il paga-
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
mento delle tasse automobilistiche dovute
per gli autorimorchi, modalità difformi rispetto a quelle fruibili nelle altre regioni.
Inoltre, si è in attesa di sapere dalla
regione Lombardia, sempre in virtù della
sua funzione di capofila, se ritiene che detta
funzione debba essere attivata nei confronti
di tutti i soggetti titolari delle tasse automobilistiche, affinché il contribuente possa
corrispondere il tributo dovuto per i veicoli
adibiti al trasporto di cose, con identiche
condizioni di pagamento, presso tutte le
tabaccherie, ovunque situate sul territorio
nazionale.
Occorre infine segnalare che, da quanto
riferito dall’Agenzia delle entrate, qualsiasi
iniziativa adottata ha sempre fatto seguito a
specifiche richieste avanzate dalle regioni e
province autonome, quali soggetti titolari
del tributo.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
SERGIO ROSSI e ERCOLE. — Al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere –
premesso che:
per i minorati e i mutilati fisici, per i
portatori di handicap per i soggetti affetti
da diabete, nonché per gli altri soggetti nei
confronti dei quali l’esito degli accertamenti sanitari faccia insorgere al medico
dubbi circa l’idoneità e la sicurezza della
guida, il conseguimento e la revisione della
patente di guida è subordinato a particolari
accertamenti del requisiti psichici e fisici;
per tali soggetti, l’accertamento dei
requisiti psichici e fisici per ottenere la
conferma o la revisione della patente di
guida è effettuato, in virtù dell’articolo
119, comma 4, del codice della strada
(decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285
e successive modificazioni), da commissioni mediche locali costituite presso le
unità sanitarie locali del capoluogo di
provincia;
l’articolo 330, comma 17, del decreto
del Presidente della Repubblica 16 dicem-
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
XXXVII
AI RESOCONTI
bre 1992, n. 495 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice
della strada) ha delegato il Ministero dei
trasporti e della navigazione, di concerto
con i Ministri della sanità e del tesoro, a
determinare i diritti dovuti dagli utenti per
le operazioni di competenza delle commissioni mediche locali, in modo tale da
garantire l’integrale copertura delle spese
di funzionamento delle suddette commissioni;
in virtù del decreto ministeriale 27
dicembre 1994 (come modificato dai successivi decreti ministeriali), per l’accertamento delle condizioni psicofisiche, psicotecniche ed attitudinali i richiedenti sono
tenuti a corrispondere un diritto fisso di
lire 36.000 ed un diritto suppletivo di lire
12.000 per ciascun componente aggiuntivo
della commissione, qualora la medesima si
avvalga della consulenza di esperti esterni
(tra cui sono ricompresi i medici appartenenti al servizi territoriali della riabilitazione e gli psicologi);
al fine di garantire la sicurezza sulle
strade, per i soggetti predetti gli accertamenti sanitari legati alla revisione della
patente si verificano ad intervalli assai più
ravvicinati di quelli previsti per i conducenti non portatori di disturbi fisici o
psichici;
in virtù del decreto-legge 21 dicembre
1966, n. 1090, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 febbraio 1967, n. 14 i
duplicati, le certificazioni, eccetera inerenti ai conducenti sono subordinati ad
una tariffa di 20.000 lire –:
se i Ministri interrogati non intendano adottare opportune iniziative normative volte a prevedere agevolazioni economiche volte a rendere meno onerosi gli
accertamenti sanitari legati alla revisione
della patente di quei soggetti che presentano alterazioni fisiche o psichiche che
potrebbero compromettere la sicurezza
della guida.
(4-04424)
RISPOSTA. — Il decreto ministeriale 14
settembre 1998 ha provveduto ad effettuare
la determinazione dei diritti dovuti dagli
—
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
utenti, ai sensi dell’articolo 12 del decreto
del Presidente della Repubblica 23 settembre 1976, n. 995, per le operazioni di
competenza delle commissioni mediche
provinciali.
L’attuazione pratica delle misure previste da tale decreto ha posto in evidenza il
fatto che vengono a crearsi situazioni per le
quali un cittadino portatore di handicap,
per l’ottenimento della patente di guida,
deve versare una quota suppletiva di diritti,
essendo necessaria l’effettuazione della visita medica da parte di una commissione
composta da più membri, nel rispetto delle
disposizioni di legge in vigore.
Pertanto, anche tenendo conto della ulteriore normativa in materia di traffico
(articolo 8 della legge 27 dicembre 1997,
n. 449) che tende a ridurre gli oneri a
carico delle fasce più deboli della popolazione, si sono intrapresi, a cura di questo
ministero e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, i passi necessari per la
revisione del meccanismo di tariffazione
delle visite presso le commissioni mediche
locali.
In particolare, è stata avanzata la proposta di modifica del decreto ministeriale
14 settembre 1998.
Oltre ciò, si prevede di inserire la modifica dell’intero sistema della composizione
e del numero delle commissioni mediche
locali – e conseguentemente anche delle
tariffe – nell’ambito dei lavori per la revisione del nuovo codice della strada (previsti per effetto dell’entrata in vigore della
nuova legge delega per la revisione del
nuovo codice della strada), a cui il Ministero della salute parteciperà con propri
rappresentanti.
Il Sottosegretario di Stato per la
salute: Antonio Guidi.
SERGIO ROSSI. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere –
premesso che:
le regioni possono affidare l’attività
di controllo e di riscossione delle tasse
automobilistiche a concessionari collegati
in via telematica con l’archivio unitario
nazionale;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
ALLEGATO
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XXXVIII
—
B
AI RESOCONTI
—
le regioni, in ogni caso, devono assicurare l’aggiornamento dell’archivio nazionale delle tasse automobilistiche, effettuato con i dati ricevuti dal pubblico
registro automobilistico, dalla motorizzazione civile e dei trasporti in concessione,
dal Ministero dell’economia e delle finanze, dai concessionari e dai soggetti
abilitati alla riscossione nonché dagli altri
soggetti aventi i prescritti requisiti;
in molte regioni e nelle province
autonome la gestione e l’aggiornamento
degli archivi è demandata all’ACI e che, da
un’analisi delle riscossioni effettuate nel
2001, è emerso che gli stessi non erano
stati aggiornati con i dati dei veicoli immatricolati nel corso del 2000 e nei primi
mesi del 2001;
quanto sopra ha impedito il buon
esito di circa 58.000 riscossioni tentate
presso i tabaccai in soli quattro giorni;
che a seguito di alcune circolari ministeriali emanate nei primi mesi dello
scorso anno, è stato sostanzialmente impedito ai tabaccai di riscuotere la tassa
relativa ai veicoli adibiti al trasporto di
cose distraendo, in tal modo, i contribuenti verso altri concessionari in grado di
acquistare i necessari dati tecnici dal sistema informativo –:
se sia legittimo subordinare l’attività
di riscossione delle tasse automobilistiche,
affidata per legge ai tabaccai, al fatto che
altri concessionari ottemperino ai loro
obblighi di aggiornamento dell’archivio
unitario nazionale;
se sia possibile che a distanza di tre
anni dall’avvio della riscossione delle tasse
automobilistiche tramite le tabaccherie
ancora non siano state regolamentate le
modalità ed i tempi di trasmissione dei
dati relativamente all’aggiornamento dell’archivio unitario nazionale;
quali provvedimenti intenda adottare
per offrire a tutti i contribuenti la possibilità a loro concessa dalla legge di effettuare il pagamento delle tasse automobilistiche in via paritetica presso qualunque
soggetto abilitato alla riscossione;
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
se sia atto lesivo della concorrenza
impedire ai tabaccai di riscuotere la tassa
relativa ai veicoli adibiti al trasporto di
cose con le stesse modalità di altri concessionari che, tutto oggi di fatto in grado
di accedere ai dati contenuti nell’archivio
nazionale.
(4-02469)
RISPOSTA. — In ordine alla problematica
prospettata dall’interrogante, occorre ricordare preliminarmente che il decreto ministeriale 25 novembre 1998 n. 418, recante
norme per il trasferimento alle regioni a
statuto ordinario delle funzioni in materia
di riscossione, accertamento, recupero, rimborsi e contenzioso relative alle tasse automobilistiche non erariali, ha disposto che,
a decorrere dal 1o gennaio 1999 e fino alla
definizione del protocollo d’intesa Stato/
regioni, la gestione e l’aggiornamento degli
archivi regionali e dell’archivio nazionale
sono assicurati, in via transitoria, dal Ministero dell’economia e delle finanze a
mezzo del proprio sistema informativo (articolo 6, comma 1).
Lo stesso regolamento ha stabilito che
« il controllo e la riscossione delle tasse
automobilistiche sono effettuati direttamente dalle regioni, anche ricorrendo all’istituto dell’avvalimento, o tramite concessionari individuati dalle stesse secondo le
modalità e le procedure di evidenza pubblica previste dalla normativa comunitaria
e nazionale in tema di appalti e di servizi »
(articolo 2, comma 1).
Ciò posto, le informazioni provenienti
dalla motorizzazione civile relative alle
prime immatricolazioni e alle variazioni di
residenza vengono acquisite immediatamente nello Sgata (sistema di gestione dell’archivio delle tasse automobilistiche), ad
eccezione delle informazioni di competenza
delle regioni convenzionate con l’Aci per il
controllo e per la riscossione delle tasse
automobilistiche, e acquisite in archivio
soltanto dopo la loro restituzione da parte
delle regioni interessate.
Questa soluzione, concordata tra tutte le
regioni e le province autonome già in fase
di costituzione dello Sgata, doveva consentire ai predetti enti territoriali convenzionati di costituire e aggiornare i propri
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
XXXIX
—
AI RESOCONTI
archivi regionali e di inviare allo Sgata
informazioni controllate da loro stesse.
Si stabilı̀ anche che l’invio all’Aci dovesse avvenire ad ogni acquisizione di dati
dalla motorizzazione civile e che la restituzione degli stessi dati si completasse, per
ogni fornitura, nell’arco di poche settimane
dall’invio. In questo modo sarebbe stato
possibile mantenere sostanzialmente allineati archivi regionali e archivio nazionale,
con forniture di aggiornamento di piccola
entità ma costanti nel tempo.
I dati inviati vengono però sistematicamente restituiti dall’Aci allo Sgata a distanza di molti mesi e, per questo, in grandi
quantità. La loro acquisizione in archivio,
in particolare sotto scadenza di pagamento,
appesantisce notevolmente le prestazioni del
sistema.
Di conseguenza, fino all’acquisizione
delle targhe in archivio non è possibile
effettuare il pagamento on-line presso i
punti collegati allo Sgata e, se nel frattempo
avvengono variazioni di residenza o di
proprietà, si determinano pagamenti a favore di una data regione o provincia autonoma per veicoli che essa ancora non
conosce.
L’agenzia delle entrate, da parte sua, ha
invitato (in data 15 giugno 2001) le regioni
convenzionate con l’Aci a comunicare se il
caricamento sullo Sgata degli aggiornamenti dei veicoli di loro competenza dovesse continuare ad avvenire soltanto dopo
la validazione degli stessi ad opera dell’Aci;
in questo caso, sarebbe stato necessario che
le regioni intervenissero presso l’Aci per
verificare le modalità di trasmissione di
questi aggiornamenti e, comunque, che
detta trasmissione avvenisse in tempi più
rapidi.
La stessa agenzia ha, contestualmente,
manifestato la propria disponibilità, su richiesta delle regioni convenzionate con l’Aci
ad effettuare l’elaborazione dei soli dati già
trasmessi dall’Aci, sottolineando comunque
che, in tal caso, la duplicazione della lavorazione di un numero di veicoli molto
elevato avrebbe potuto provocare significativi ritardi e disfunzioni nello svolgimento
delle restanti attività di aggiornamento dello
Sgata.
—
Camera dei Deputati
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
In particolare, la questione è stata sottoposta all’attenzione della regione Lombardia, nell’esercizio della sua funzione di
coordinamento in materia tributaria per
conto delle regioni e delle province autonome.
Le regioni, benché sollecitate, non hanno
fatto seguito al predetto invito dell’agenzia
delle entrate, ad eccezione della regione
Toscana.
Inoltre, circa l’impossibilità per i tabaccai di riscuotere la tassa relativa ai veicoli
adibiti al trasporto di cose con le stesse
modalità di altri concessionari che sono
« in grado di accedere ai dati contenuti
nell’archivio nazionale », occorre far presente che il problema verificatosi riguarda
l’applicazione dell’articolo 61, comma 1,
della legge 21 novembre 2000, n. 342 (che
aggiunge i commi 22-bis, 22-ter e 22quater all’articolo 6 della legge 23 dicembre
1999, n. 488).
Detta norma ha previsto che per gli
autoveicoli destinati al trasporto di cose, in
aggiunta alle tasse automobilistiche per le
automotrici, sono dovute anche quelle relative alla massa rimorchiabile, « sulla base
delle caratteristiche tecniche, tenendo conto
delle eventuali limitazioni risultanti dalla
carta di circolazione... ».
Al riguardo, l’agenzia delle entrate ha
fornito primi chiarimenti sulle nuove modalità di tassazione dei rimorchi con circolari del 16 novembre 2000 (n. 207/E) e
del 15 gennaio 2001 (n. 2/E).
Peraltro, nel corso di una serie di incontri con il Ministero delle infrastrutture
e dei trasporti, furono anticipate delle novità circa la carta di circolazione e conseguentemente valutate le difficoltà nell’annotazione sulla stessa carta di circolazione
delle eventuali limitazioni della capacità al
traino.
La soluzione concordata, successivamente recepita nella circolare n. 12/E del
31 gennaio 2001 emanata dall’Agenzia delle
entrate, prevedeva, tra l’altro, modalità di
comunicazione delle limitazioni al traino
alternative all’annotazione sulla carta di
circolazione: i contribuenti interessati all’eliminazione dell’idoneità al traino e, dunque, alla riduzione del carico tributario per
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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—
ALLEGATO
B
XL
AI RESOCONTI
il loro veicolo, potevano presentare « agli
uffici preposti al pagamento della tassa
automobilistica e abilitati alla trasmissione
dei dati... » una dichiarazione di impegno a
richiedere, entro il 31 ottobre 2001, tale
eliminazione ai competenti uffici della motorizzazione civile. Entro il 31 dicembre
2001, poi, i predetti uffici avrebbero trasmesso allo Sgata le informazioni relative
all’avvenuta eliminazione della massa rimorchiabile.
Le province autonome di Bolzano e
Trento e diverse regioni (Campania, Liguria,
Lombardia, Piemonte), a decorrere dal mese
di febbraio 2001, hanno chiesto all’Agenzia
delle entrate di sospendere, presso le tabaccherie abilitate al servizio di riscossione
delle tasse automobilistiche, il pagamento
del tributo per i veicoli adibiti al trasporto
di cose il cui presupposto d’imposta fosse la
massa rimorchiabile.
Ciò in quanto, a parere delle sopra citate
regioni e province, la predetta circolare
n. 12/E del 31 gennaio 2001, individuando
i soggetti autorizzati alla trasmissione dei
dati dei veicoli, indirettamente escludeva le
tabaccherie dalla procedura della dichiarazione di impegno. Di conseguenza, i contribuenti che avessero scelto di corrispondere presso un tabaccaio la tassa automobilistica per i rimorchi, avvalendosi della
riduzione per eliminazione della massa rimorchiabile, avrebbero pagato sulla base di
una quantificazione errata del tributo
stesso.
Successivamente, alcune regioni e le
province autonome hanno chiesto di riattivare il servizio di riscossione presso i
tabaccai proponendo l’introduzione di un
« codice di riduzione » per eliminare il tributo relativo alla massa rimorchiabile.
L’Agenzia delle entrate, nel verificare la
concreta realizzabilità di questa proposta
nell’ambito delle normali attività di conduzione dello Sgata, ha tuttavia rilevato che
la variazione proposta avrebbe implicato,
oltre al consenso di tutte le regioni e
province autonome, l’emanazione di specifiche direttive ai tabaccai sugli adempimenti
da svolgere a fronte della richiesta del
contribuente di effettuare il pagamento in
misura ridotta, con conseguente ridefini-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
zione di ruoli e competenze, quale la conservazione della documentazione prodotta
dai contribuenti a giustificazione del pagamento ridotto.
Di tutto questo è stata informata la
regione Lombardia, incaricata, come anzi
detto, del coordinamento di regioni e province autonome in materia tributaria, invitandola a provvedere all’emanazione delle
citate direttive, sottolineando, peraltro, che
l’attivazione della funzione automatizzata di
determinazione della tassa automobilistica,
se limitata ai tabaccai operanti in una
regione, avrebbe comportato, per il pagamento delle tasse automobilistiche dovute
per gli autorimorchi, modalità difformi rispetto a quelle fruibili nelle altre regioni.
Inoltre, si è in attesa di sapere dalla
regione Lombardia, sempre in virtù della
sua funzione di capofila, se ritiene che detta
funzione debba essere attivata nei confronti
di tutti i soggetti titolari delle tasse automobilistiche, affinché il contribuente possa
corrispondere il tributo dovuto per i veicoli
adibiti al trasporto di cose, con identiche
condizioni di pagamento, presso tutte le
tabaccherie, ovunque situate sul territorio
nazionale.
Occorre infine segnalare che, da quanto
riferito dall’Agenzia delle entrate, qualsiasi
iniziativa adottata ha sempre fatto seguito a
specifiche richieste avanzate dalle regioni e
province autonome, quali soggetti titolari
del tributo.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
ROSSIELLO. —Al Ministro dell’economica e delle finanze. — Per sapere –
premesso che:
l’articolo 53, comma 1, del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 466 e al
successivo decreto ministeriale dell’11 settembre 2000 n. 289 (regolamento relativo
all’albo dei soggetti abilitati ad effettuare
attività di liquidazione e di accertamento
tributi e quelle di riscossione dei tributi e
di altre entrate delle provincie e dei comuni) che prevede all’articolo 6 un requi-
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
XLI
AI RESOCONTI
sito finanziario minimo di 1 miliardo di
lire per « l’effettuazione, anche disgiuntamente, delle attività di liquidazione e di
accertamento dei tributi e quelle di riscossione dei tributi e delle altre entrate nei
comuni fino a 10.000 abitanti, con un
numero di comuni contemporaneamente
gestiti che, in ogni caso, non superino
complessivamente i 100.000 abitanti » –:
se non ritenga che le società miste
costituite a norma dell’articolo 22 comma
3, lettera e) della legge 8 giugno 1990,
n. 142, che non siano tenute all’iscrizione
al suddetto albo a norma del comma 2
dell’articolo 2 del citato regolamento,
siano comunque soggette, per svolgere l’attività di accertamento e riscossione di
tributi locali, al rispetto del requisito finanziario minimo di un capitale sociale
non inferiore al 1 miliardo di lire
(516.456,90 euro), ai sensi del comma 4,
articolo 1, del decreto del Presidente della
Repubblica 16 settembre 1996 n. 533;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
ha delineato il modello generale dello strumento gestionale di cui trattasi e, di conseguenza, le prescrizioni di carattere strutturale richieste.
In particolare, il regolamento recante
norme sulla costituzione di società miste in
materia di servizi pubblici degli enti territoriali, ha disposto che per dette società il
capitale sociale è stabilito in misura non
inferiore a un miliardo di lire (decreto del
Presidente della Repubblica 16 settembre
1996, n. 533, articolo 1).
Pertanto, relativamente alle questioni
poste dall’interrogante, deve ritenersi che
per le società per azioni in argomento che
svolgono le attività di accertamento, liquidazione e riscossione dei tributi e delle altre
entrate dei comuni e delle province il
requisito del capitale di almeno euro
516.456,90 (1 miliardo di lire) debba sussistere a prescindere dalla entità della partecipazione azionaria dell’ente locale.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e le finanze: Daniele Molgora.
se tale requisito finanziario minimo
sia richiesto anche in presenza di una
partecipazione di maggioranza alla società
(51 per cento) assunta dall’ente locale
(comune).
(4-02548)
RUSSO SPENA. — Al Ministro degli
affari esteri. — Per sapere – premesso che:
RISPOSTA. — In ordine ai quesiti posti
con l’interrogazione in esame si ricorda,
preliminarmente, che l’articolo 22, comma
3, lettera e) della legge sull’ordinamento
delle autonomie locali (legge 8 giugno 1990,
n. 142), ha introdotto la possibilità, per gli
enti locali, di far ricorso a società miste a
prevalente capitale pubblico locale per la
gestione di servizi di propria competenza.
Successivamente, il legislatore, ha introdotto talune modifiche non marginali al
modello di società proposto dalla suddetta
normativa.
Infatti, la legge 23 dicembre 1992,
n. 498, ha previsto la possibilità per le
province e i comuni di costituire, per la
gestione dei servizi, apposite società per
azioni senza il vincolo della proprietà maggioritaria precedentemente richiesta (articolo 12).
L’evoluzione normativa che nel corso
degli anni ha interessato lo specifico settore
il 18 novembre 2002 da Pristina è
arrivata una nota del comando Kfor-Nato
diffusa proprio nel giorno dell’arrivo di
Kofi Annan, segretario ONU. Nella nota –
emessa dopo la distruzione con attentati al
tritolo di due chiese ortodosse che non
avevano protezione militare – si giustificava la disattenzione dei militari atlantici
annunciando anzi che Kfor-Nato in Kosovo d’ora in poi proteggerà solo « siti
religiosi d’importanza storico-artistica e
attivi al culto », perché « quelle chiese
erano da tempo abbandonate e non avevano rilevanza artistica, una era stata
costruita nel 1940 e l’altra nel 1997 e non
contenevano arredi di alcun genere ». Essendo la Kfor-Nato in Kosovo comandata
dal generale italiano Fabio Mini, l’incredibile « nota » non può che essere sua. Ed
è grave. Visto che in Kosovo i contingenti
Nato sono 35 mila uomini che, dall’estate
del 1999, hanno occupato la regione –
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
B
XLII
AI RESOCONTI
ancora serba – amministrata pro tempore
dall’ONU. Ebbene, da quella data sono
stati uccisi più di mille serbi, rom e
albanesi moderati, altrettanti sono desaparecidos, duecento mila serbi e rom sono
fuggiti sotto il terrore della nuova contropulizia etnica. Ma l’arte che centra ? È che
in questi due anni le milizie dell’ex Uck,
alleato in guerra della NATO, hanno distrutto 110 chiese ortodosse, ha ricordato
lunedı̀ scorso il vescovo Artemje. « Non
storico-artistiche » per il generale Mini –;
le 110 chiese ortodosse fatte saltare
finora erano artisticamente rilevanti, dice
l’ONU;
il fatto che quelle di questi giorni
siano del 1940 e del 1997 non vuol dire
nulla, visto che erano costruite con pietre
di edifici medievali distrutti in storici massacri precedenti;
dire che « non contenevano arredi di
alcun genere » non è corretto visto che
quegli arredi (con le icone) sono stati
trafugati e vandalizzati sotto gli occhi della
NATO;
non corrisponde al vero che non sono
« attivi al culto », visto che i serbi sono
stati costretti con la violenza a fuggire e
che l’ONU « promette » di farli rientrare –:
se non intenda avviare un’iniziativa
diplomatica in ambito NATO, affinché la
protezione militare da parte della KforNATO sia garantita con riferimento anche
alle chiese ortodosse in Kosovo. (4-04925)
RISPOSTA. — La Kfor e l’Unmik hanno a
suo tempo concordato una linea di responsabilizzazione delle comunità locali in Kosovo relativamente al rispetto dei siti religiosi. In tale contesto, la Kfor si è impegnata a garantire la sicurezza delle principali zone a rischio della Provincia,
individuate d’intesa con le comunità locali,
mantenendo presidi fissi presso i siti di
interesse storico artistico, nonché a protezione delle « enclaves » serbe maggiormente
minacciate.
Camera dei Deputati
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—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
La Kfor ha confermato che tali misure
di protezione non riguardano tutti i siti
serbi del Kosovo e neanche tutti quelli
ritenuti dalle stesse autorità serbe di interesse storico-artistico; d’intesa con le autorità serbe, la Kfor – dal 1999 a fine 2001
– ha fornito protezione a 66 siti, di cui 3
monumenti civili, 1 residenza vescovile, 1
patriarcato, 8 monasteri e 53 chiese.
Quanto alle due chiese colpite, menzionate
dall’Onorevole interrogante, esse non risultavano incluse in alcun elenco di patrimonio culturale, ed erano peraltro ubicate in
territori non più abitati da serbi.
Nell’ambito della ristrutturazione della
Kfor deliberata dal consiglio Atlantico all’inizio del 2002, è stato deciso – d’intesa
con l’Unmik – che, per conferire responsabilità, fiducia e legittima giurisdizione e
competenza agli organi di autogoverno locale ed a quelli giudiziari e di polizia,
sarebbe stato necessario abbassare il livello
di visibilità delle forze militari, diminuendo
il loro coinvolgimento diretto nell’amministrazione civile della sicurezza, anche con
una riduzione numerica della propria presenza. Conseguentemente, è stata decisa una
riduzione dei presidi fissi a protezione sia
degli obiettivi militari che degli obiettivi
civili; quella relativa agli obiettivi civili è
stata sottoposta a valutazione congiunta del
rischio tra la Kfor, l’Unmik, gli organi di
Polizia e i responsabili amministrativi locali.
La politica di riduzione della presenza
militare e della dipendenza da Kfor da parte
degli organi di governo locali – riconfermata costantemente anche dal consiglio
Atlantico – è di fondamentale importanza
per la costruzione di un Kosovo moderno;
occorre evitare, infatti, che la Kfor possa
essere percepita come un « esercito di occupazione ». In questo contesto, considerati
anche gli sviluppi della situazione sul terreno, non appare al momento opportuna
una « iniziativa diplomatica in ambito Nato,
affinché la protezione militare da parte
della Kfor sia garantita con riferimento alle
chiese ortodosse in Kosovo », come suggerisce l’interrogante; del resto, la consistenza
numerica ed i compiti della Kfor vengono
periodicamente riconsiderati nel contesto
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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—
ALLEGATO
B
XLIII
AI RESOCONTI
della « Joint operation area review », semestrale, a seguito della quale possono
avere luogo eventuali variazioni nel dispiegamento della Kfor qualora la situazione
sul terreno dovesse effettivamente richiederlo.
Va infine menzionato che la Kfor ha
immediatamente condannato l’episodio riportato dall’interrogante e che l’Unmik ha
assicurato la ricostruzione dei predetti siti
con fondi del bilancio del Kosovo.
Il Sottosegretario di Stato per gli
affari esteri: Roberto Antonione.
TOCCI. — Al Ministro dell’interno. —
Per sapere – premesso che:
a seguito delle elezioni amministrative del 13 maggio 2001 veniva rinnovato
il consiglio comunale di Vasanello (Viterbo) ed eletto il nuovo sindaco. Nel giugno
del 2001 il geometra Vestri Igino, libero
professionista iscritto all’albo dei geometri
di Viterbo, veniva nominato assessore ai
lavori pubblici del comune di Vasanello;
in data 18 luglio 2002 in occasione
della prima convocazione della commissione edilizia della nuova amministrazione
venivano esaminati progetti presentati dall’assessore Vestri. Il componente della minoranza consiliare della commissione edilizia, signor Creta Elvise, si asteneva sui
singoli progetti presentati dal Vestri (verbale 219 n. 48/6 e n. 50/8) facendo notare
agli altri componenti della commissione
che il comma 3 dell’articolo 78 del decreto
legislativo n. 267 del 2000 (Testo Unico
degli enti locali) prevede che « i componenti della giunta comunale competenti in
materia di urbanistica, di edilizia e di
lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di
edilizia privata e pubblica nel territorio da
essi amministrato »;
ancora nella commissione edilizia del
29 ottobre 2001 (verbale 221) e in quella
del 9 gennaio 2002 (verbale 222) venivano
esaminati altri progetti presentati dall’assessore Vestri. Anche in queste occasioni il
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
consigliere Creta Elvise si asteneva con la
motivazione suesposta;
inoltre, in data 30 novembre 2001
veniva discussa dal consiglio comunale di
Vasanello la richiesta di dimissioni del
geometra Vestri, presentata dal gruppo di
minoranza consiliare, in quanto la carica
pubblica ricoperta ed il prosieguo dell’attività professionale contravvenivano alla
disposizione perentoria dell’articolo 78 del
decreto legislativo n. 267 del 2000. La
richiesta venne respinta a maggioranza –:
quali provvedimenti il Ministro intenda adottare affinché sia applicata correttamente la norma che dovrebbe impedire, in questo caso ad un professionista di
svolgere contemporaneamente l’ufficio di
assessore ai lavori pubblici e la professione privata.
(4-03484)
RISPOSTA. — La situazione segnalata dall’interrogante ha formato oggetto di intervento da parte del prefetto di Viterbo, che
ha richiamato l’attenzione del sindaco del
comune di Vasanello, affinché si attivasse
con la massima urgenza a conformare la
posizione dell’assessore ai lavori pubblici al
disposto sancito dal comma 3 dell’articolo
78 del decreto legislativo n. 267 del 2000.
Tale disposizione impone ai componenti
della giunta comunale, competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori
pubblici, di astenersi dall’esercitare attività
professionale in materia di edilizia pubblica
e privata nel territorio in cui è svolto
l’incarico amministrativo.
Il testo normativo ha inteso, infatti,
disciplinare l’attività professionale privata
dei titolari di quell’ufficio pubblico nell’ambito del territorio da essi amministrato, ma
non anche farli decadere dalla carica elettiva ricoperta attraverso la previsione di
una specifica causa di incompatibilità.
Resta altresı̀ fermo per l’amministratore
interessato l’obbligo di astensione dal prendere parte alla discussione e alla votazione
di delibere riguardanti interessi propri o di
loro parenti o affini sino al quarto grado,
obbligo finalizzato ad escludere una indebita commistione tra l’esercizio di funzioni
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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XLIV
AI RESOCONTI
pubbliche e gli interessi personali di cui il
medesimo potrebbe essere portatore.
Ciò non toglie che permanga la personale responsabilità politica e deontologica
del soggetto interessato, tenuto, come tutti i
pubblici amministratori, ad osservare e a
porre in essere comportamenti improntati
all’imparzialità ed al principio di buona
amministrazione, in virtù di quanto disposto dal comma 1 del citato articolo 78 del
testo unificato enti locali.
I nuovi rapporti fra lo Stato e gli enti
locali basati sulla sostanziale « pariordinazione » cui si ispira la recente modificazione
del titolo V della nostra Costituzione ad
opera della legge costituzionale n. 3 del
2001, non consentono, peraltro, di valicare
i reciproci limiti di competenza tracciati
dalla normativa attualmente in vigore.
Ciò è pur valido per le limitazioni del
diritto di elettorato passivo, contrassegnate
da una sottolineatura di rispetto delle autonomie, che esclude oggi l’ampliamento
delle fattispecie del regime vigente in materia, e esclude il potere di intervento della
autorità statale.
Il Sottosegretario di Stato per
l’interno: Antonio D’Alı̀.
VALPIANA. — Al Ministro della salute.
— Per sapere – premesso che:
un comunicato stampa pubblicato
sul sito internazionale dell’IBFAN all’indirizzo http://www.ibfan.org/english/news/
press/press10may02.html ha denunciato il
caso di un neonato deceduto il 16 marzo
2002 in Belgio per meningite. La meningite è stata causata dall’enterobacter sakazakii che sarebbe stato contenuto nel
latte in polvere somministratogli;
questo decesso per meningite di un
neonato di cinque giorni in Belgio solleva
importanti questioni sull’etichettatura e la
promozione dei sostituti del latte materno
e sull’adeguatezza dei sistemi di vigilanza
commerciale, questioni attualmente discusse alla riunione del Codex Alimentarius di Halifax, Nova Scotia, Canada;
Camera dei Deputati
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—
SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
quasi sette settimane più tardi, il 2
maggio 2002, l’agenzia federale per la
sicurezza alimentare del Belgio, come misura precauzionale, ha chiesto alla Nestlé
(Belgio) di ritirare le confezioni di Beba 1
da 900 grammi (codici DEXCPIKA e/o
DEXCPIKB, scadenza 02/2003). Un avviso
della Nestlé, apparso su tutti i quotidiani,
nonché sui telegiornali della sera dei canali televisivi belgi, afferma che il livello di
contaminazione è ben al di sotto dello
standard internazionale accettabile di 4
batteri per 100 grammi, e che il prodotto
non è sterile;
il lotto in questione era stato prodotto da Nestlé Germany Kapeln e distribuito in Belgio e Svizzera, ma il prodotto
è stato ritirato anche in Lussemburgo
(sebbene in questo Paese non siano stati
informati i consumatori);
nell’aprile 2002, un’avvertenza riguardante l’enterobacter sakazakii è stata
diffusa dalla FDA (US Food and Drug
Administration): il 14 per cento di un
campione di confezioni di latte in polvere
era contaminato dallo stesso germe (l’avvertenza può essere letta sul sito della
FDA). L’avvertenza suggerisce che il latte
in polvere non dovrebbe essere usato per
alimentare bambini in unità di patologia
neonatale, ma fa notare che anche i neonati sani si possono ammalare;
la FDA ha sottolineato che le formule
di latte in polvere non sono prodotti
commercialmente sterili; pur trattate al
calore durante il processo di produzione,
non sono soggette ad una temperatura
sufficientemente alta e per un tempo sufficiente a rendere la confezione finale un
prodotto commercialmente sterile;
questo caso, che ha importanti implicazioni nell’attuale dibattito circa l’etichettatura, mostra il bisogno di sistemi di
vigilanza centralizzati e pubblici e il rischio insito nel permettere la promozione
commerciale e l’idealizzazione dell’alimentazione artificiale, che ostacola l’allattamento al seno e incoraggia l’uso non
necessario di sostituti del latte materno;
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XLV
AI RESOCONTI
è urgente il bisogno di un’etichettatura migliore e di un sistema sanitario che
fornisca informazione veramente indipendente ai genitori che dica chiaramente che
il prodotto non è sterile e che può contenere batteri che potrebbero moltiplicarsi
in determinate condizioni;
anche se i produttori seguono i più
alti standard, la legge dovrebbe prevedere
chiare avvertenze, specialmente in relazione a un prodotto, come il latte formulato, per il quale i consumatori sono
preoccupati per ogni livello di rischio –:
se intenda allertare gli organi competenti perché agiscano con controlli a
campione sui latti in polvere e perché
informino sia gli operatori sanitari sia i
consumatori sulla situazione;
se intenda chiedere alla ditta in questione quali misure abbia preso per evitare
la possibilità che analoghi casi possano
accadere in Italia e nei paesi dove sono
esportati gli stessi prodotti;
se intenda approfittare dell’occasione
per ribadire ancora una volta che il prodotto più sicuro è il latte materno, e la
prescrizione di un sostituto dovrebbe essere l’ultima ratio.
(4-03211)
RISPOSTA. — Il caso del neonato deceduto
per meningite causata dall’enterobacter
sakazakii e il sospetto che quest’ultimo
fosse contenuto in una formula per lattanti,
determinano una serie di problematiche che
coinvolgono tutto il settore alimentare e, in
particolare, quello dedicato alla prima infanzia.
Un simile grave episodio deve servire a
mantenere quali-quantitativamente elevati i
controlli da parte degli organi di vigilanza,
per evitare casi analoghi.
Tale incidente colpisce un settore estremamente delicato, ampiamente regolamentato e costantemente in fase di evoluzione,
sia dal punto di vista scientifico sia da
quello normativo.
Oltre alle usuali misure che devono
essere adottate rigorosamente dalle aziende
produttrici per garantire salubrità al prodotto, particolare importanza assumono il
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
corretto utilizzo e la conservazione del
prodotto stesso.
Ciò implica la conoscenza, da parte di
chi usa tali prodotti, delle pratiche da
adottare per evitarne l’uso ingiustificato ed
il deterioramento.
Da questo punto di vista, il decreto
ministeriale del 6 aprile 1994, n. 500, sugli
alimenti per lattanti e sulle formule di
proseguimento, all’articolo 6 (etichettatura),
comma 2, lettera f, stabilisce che tali prodotti devono riportare in etichetta le istruzioni riguardanti la corretta preparazione
del prodotto ed una avvertenza sui rischi
per la salute derivanti da una eventuale
preparazione inadeguata.
Inoltre, per quanto riguarda la promozione e la tutela dell’allattamento al seno,
recentemente è stato pubblicato il decreto
ministeriale 16 gennaio 2002, che delinea le
modalità in materia di diffusione del materiale informativo e didattico e di controllo
delle informazioni corrette ed adeguate
sulla alimentazione dei lattanti e dei bambini, ai sensi dell’articolo 8, comma 3, del
decreto ministeriale 6 aprile 1994, n. 500.
Il decreto ministeriale 16 gennaio 2002
prevede la valutazione preventiva, da parte
del ministero della salute, del materiale
informativo concernente l’alimentazione di
lattanti e bambini, destinato alle famiglie o
agli operatori del settore.
Tale decreto tende a contrastare i messaggi pubblicitari che possono indurre le
mamme ad abbandonare l’allattamento al
seno e a dirottarle verso le formule.
Il Sottosegretario di Stato per la
salute: Cesare Cursi.
ALFREDO VITO. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
gli amministratori ed i dirigenti del
comune di Casoria dall’anno 1999 non
rispettano i termini imposti dalla normativa vigente riguardanti la presentazione e
l’approvazione del bilancio preventivo, la
presentazione e l’approvazione del conto
consuntivo, la presentazione e l’approvazione dell’equilibrio di bilancio;
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XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
XLVI
AI RESOCONTI
nel corso dell’ultimo triennio 19992000-2001 il comune di Casoria ha subito
la nomina di commissari ad acta per non
avere ottemperato agli obblighi di legge;
nel solo 2001 per i commissari ad
acta si è raggiunta la ragguardevole cifra
di circa 40 milioni, con ricorso addirittura
al fondo di riserva, per fronteggiare la
spesa, che dovrebbe invece essere addebitata, per una consolidata giurisprudenza
della Corte dei conti, agli amministratori
ovvero ai dirigenti che si sono resi responsabili dell’inadempimento;
risultano numerosi esposti presentati
da consiglieri comunali ed indirizzati al
Ministro dell’interno, al prefetto di Napoli
ed alla procura regionale della Corte dei
conti per la Campania, per le reiterate e
continue violazioni legislative, statutarie e
regolamentari, commesse da amministratori e dirigenti del comune di Casoria;
addirittura gli amministratori comunali in carica dal 1999 hanno omesso di
dare esecuzione alle indicazioni contenute
nella relazione ispettiva del Ministero del
tesoro ed anzi hanno, con provvedimenti
illegittimi speso la consistente somma di
oltre 150 milioni per un parere sugli
inquadramenti illegittimi del personale dipendente cosı̀ come delineati nella relazione ispettiva, assicurando ulteriori consistenti progressioni economiche allo
stesso personale in violazione delle determinazioni dell’Aran;
risultano richieste di numerosi consiglieri comunali per avviare le procedure
di scioglimento del consiglio comunale per
le continue e reiterate violazioni di legge,
statuto e regolamento;
risultano sollecitazioni di consiglieri
comunali rivolte alla Procura della Repubblica per l’accertamento di responsabilità
per amministratori e dirigenti per le varianti di edilizia scolastica, che sono, ad
avviso dell’interrogante, un oltraggio alla
legge, per le nomine dei dirigenti, per gli
appalti annullati, per la gestione di Casoria ambiente Spa e per lo spreco di risorse
pubbliche;
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
allo stato non risulta approvato, in
via definitiva, il conto consuntivo 2000, che
presenta residui attivi in maniera artificiosa e su cui è stato chiesto l’intervento
della Corte dei conti;
allo stato l’equilibrio di bilancio è
stato approvato fuori termine massimo, in
una seduta convocata irregolarmente e
svoltasi irregolarmente;
si assiste all’ulteriore spreco di risorse pubbliche per locazioni inutili e per
conseguenze superflue –:
se non ritenga di assumere le iniziative di propria competenza per salvaguardare la legalità nel comune di Casoria,
considerando eventualmente l’ipotesi di
procedere allo scioglimento del Consiglio
comunale.
(4-01840)
RISPOSTA. — In merito alla presentazione
ed approvazione del bilancio preventivo,
presentazione ed approvazione del conto
consuntivo, nonché all’approvazione dell’equilibrio di bilancio, relative al triennio
1999-2001 – per le quali l’amministrazione
comunale di Casoria (Napoli) non avrebbe
rispettato i termini imposti dalla normativa
vigente – questo dicastero ha svolto gli
opportuni accertamenti, dai quali è risultato che il competente ufficio territoriale del
governo di Napoli, in data 31 gennaio 2002,
con proprio decreto n. 15632/gab/VII settore, ha provveduto a nominare una commissione composta da tre funzionari dell’ufficio di ragioneria UTG Prefettura di
Napoli, per una verifica amministrativacontabile presso l’ente.
Dalla relazione della commissione è
emerso che in relazione al conto consuntivo
per l’anno 2000 e al bilancio preventivo per
l’anno 2001, non sono state riscontrate le
presunte irregolarità denunciate in riferimento alle delibere di adozione.
Per quanto concerne i debiti fuori bilancio, essi sono stati riconosciuti come
rientranti nelle previsioni di cui all’articolo
194 del decreto legislativo 267 del 2000, e
le relative delibere sono state inviate alla
Corte dei conti per l’accertamento di eventuali responsabilità.
Atti Parlamentari
XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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XLVII
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AI RESOCONTI
Inoltre, al fine di garantire maggiore
celerità nelle fasi della riscossione, un
piano d’intervento è stato adottato per migliorare la capacità dell’ente di riscuotere le
entrate patrimoniali e tributarie.
Per quanto concerne i canoni locativi e
le spese di gestione del patrimonio comunale risulta che gli obblighi tributari degli
assegnatari degli alloggi risultano pienamente assolti e, in generale, anche il Servizio ispettivo del Ministero dell’economia e
delle finanze ha ritenuto soddisfacente la
complessiva gestione da parte del Comune.
Per quanto concerne la politica del
personale, la consulenza e gli incarichi e i
compensi ai commissari ad acta, non risultano irregolarità conclamate, né provvedimenti di addebito verso i responsabili dei
vari settori.
In merito, poi, al bilancio di previsione
2002, i revisori dei conti hanno espresso
parere sfavorevole, in considerazione, principalmente, del mancato rispetto del patto
di stabilità. Tuttavia, tale parere è obbligatorio, ma non vincolante, ai fini dell’approvazione da parte del Consiglio comunale
del bilancio di previsione. L’Amministrazione comunale ha ritenuto di dover ugualmente provvedere motivando che il taglio
delle spese avrebbe portato ad un blocco
dell’attività amministrativa, con danni, a
suo giudizio, maggiori di quelli eventualmente derivanti dalle sanzioni governative.
Alla luce delle considerazioni espresse
dalla commissione prefettizia, dall’analisi
dettagliata dei molteplici atti esaminati, il
comune di Casoria, pur dovendo definire
ancora miglioramenti tecnico-gestionali e
completare alcune fasi amministrative, non
avrebbe posto in essere una condotta amministrativa caratterizzata da reiterate violazioni di legge.
Pertanto, ad oggi, non si è ravvisata
l’opportunità di nominare l’apposita commissione propedeutica ad un eventuale
scioglimento del consiglio comunale di Casoria, cosı̀ come prospettato dall’onorevole
interrogante.
In ultimo non appare secondaria la
considerazione che la nuova legge costituzionale n. 3 del 2001 (nuovo titolo V)
parrebbe porre dei dubbi sulla possibilità di
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
ulteriori interventi dell’amministrazione
centrale nell’attività di controllo e censura
degli atti delle autonomie locali.
Dubbi che dovrebbero essere chiariti
dalla legge di attuazione della stessa legge
n. 3 del 2001, la quale dovrà stabilire se
ancora esistono, ed in quali eventuali termini, residue potestà di controllo e di
intervento dell’Autorità statale sugli enti
locali.
Il Sottosegretario di Stato per
l’interno: Antonio D’Alı̀.
ZANETTIN. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il 7 marzo 2002 il Consiglio dei
ministri ha data il via libera ad un regolamento, previsto dall’articolo 32 della
legge n. 388 del 2000 (legge finanziaria per
il 2001), che esonera le associazioni e le
società dilettantistiche sportive dall’obbligo
dei misuratori fiscali o biglietterie automatizzate per gli incassi di attività svolte,
sostituendoli con certificazioni dei proventi;
queste misure consentiranno la semplificazione di adempimenti procedurali
burocratici e contabili ad organismi che
operano sostanzialmente senza scopo di
lucro;
da detto regolamento sono state
escluse le seimila associazioni pro loco
italiane, che in varie occasioni avevano
richiesto di poter usufruire di tali agevolazioni nella organizzazione di manifestazioni di loro competenza, sia per ragioni
di costo che di praticità;
infatti le pro loco organizzano manifestazioni quasi esclusivamente all’aperto, con più punti di accesso, e quindi,
con una difficoltà anche pratica di utilizzare i misuratori fiscali invece degli attuali
biglietti di ingresso reperibili presso la
Siae, che consentono comunque il controllo fiscale delle manifestazioni e sono
più pratici;
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
inoltre, molte associazioni pro loco
effettuano poche manifestazioni con biglietti di ingresso, per cui la spesa che
dovranno sostenere per dotarsi del misuratore fiscale rischia di farle rinunciare ad
ogni iniziativa;
la richiesta delle pro loco è anche
giustificata dal fatto che la loro attività
non si svolge per scopi di lucro ma gli
eventuali ricavi sono reimpiegati nella promozione del turismo e quindi nell’interesse generale del luogo;
in sede di esame della legge finanziaria per il 2002 il Governo si era impegnato a rivedere la normativa relativa alle
pro loco, accogliendo come raccomandazione l’ordine del giorno 9/1984/149, presentato alla Camera dei deputati nella
seduta del 19 dicembre 2001, con cui si
chiedeva di escludere tali associazioni dall’obbligo dei misuratori fiscali –:
se il Ministro interrogato non ritenga
opportuno estendere il regime già previsto
per le associazioni sportive dilettantistiche
con il regolamento del 7 marzo 2002 alle
pro loco, escludendo anche queste asso-
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SEDUTA DELL’11 MARZO
2003
ciazioni dall’obbligo dei misuratori fiscali,
che gli aggravi sopra descritti. (4-03437)
RISPOSTA. — La problematica prospettata
nell’interrogazione cui si risponde, concernente la richiesta di semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
da parte delle associazioni pro-loco, ha
trovato soluzione nel senso auspicato dall’interrogante.
Infatti, la disposizione contenuta nell’articolo 80, comma 37, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria per il
2003) ha esteso anche alle associazioni
pro-loco l’esonero dall’utilizzo dei misuratori fiscali per l’emissione di titoli di accesso alle manifestazioni dalle stesse organizzate, sulla base di quanto già previsto
dal regolamento per la semplificazione delle
modalità di certificazione dei corrispettivi
per le società e le associazioni sportive
dilettantistiche, approvato, come è noto, con
decreto del Presidente della Repubblica 13
marzo 2002, n. 69.
Il Sottosegretario di Stato per
l’economia e per le finanze:
Daniele Molgora.
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