Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
Ci rivediamo ad ottobre
con la quarta stagione di PORTOFRANCO.
Tutto lo staff ringrazia il pubblico
per l’interesse dimostrato.
Buone vacanze a tutti !
24 maggio 2011
ILLEGAL
di Olivier Masset-Depasse
26 e 27 maggio 2011
Consegnando questo depliant alla cassa avrai diri o a due ingressi ridoƫ
per lo spe acolo del 26 e 27 maggio 2011, ore 21.00:
AGRIPPINA ovvero
Ho un non so che nel cor (che invece di dolor gioia mi chiede)
Diver ssement a orno all’Agrippina di G.F. Haendel
Uno spettacolo di Controluce Teatro d’Ombre in collaborazione con
Associazione Bareƫ
Con il contributo di:
PORTOFRANCO è realizzato:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino - Associazione culturale Russkij Mir
Wic.it - Web Image Communications - Libreria Gulliver
Con il sostegno di:
Circoscrizione 8
Con:
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
teatroBaretti
Durata:
Genere:
Nazionalità:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Montaggio:
Musiche:
Anne Coesens, Esse Lawson, Alexandre Golntcharov,
Gabriela Perez, Christelle Cornil, Olga Zhdanova,
Tomasz Bialkowski, Frédéric Frenay, Olivier Schneider
95 minu
dramma co
Belgio, Francia, Lussemburgo , 2010
Olivier Masset-Depasse
Tommaso Fiorilli
Damien Keyeux
André Dziezuk, Marc Mergen
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
L’odissea di una madre e di suo
figlio, giudicaƟ clandesƟni dallo
Stato in cui vivono da anni.
Di film sui migran senza permesso
di soggiorno ne sono sta realizza
già un buon numero, tra i più
riusciti ricordiamo Welcome
Welcome,,
Il matrimonio di Lorna
Lorna,, In questo
mondo libero o Piccoli affari sporchi
sporchi..
Quasi sempre sono film importan ,
necessari.
Perché al di là dei conformismi e
dei cliché, parlare di schiavitù e
diri civili in un’ epoca come questa,
per cer versi barbarica, oltre che
doveroso è ineludibile. Quindi anche
dire che sono film for , duri, da
pugno nello stomaco per lo spettatore mediamente sopito, satollo,
distra o, è dire un’ovvietà imbarazzante. Non fa eccezione Illegal
un film determinato, lucido, senza
fronzoli inu li e con un finale onesto
che da’ un briciolo di speranza.
Sarebbe da consigliarlo ai docen
dei licei per farlo vedere ai loro
studen (come gli altri tre film che
abbiamo citato).
Il regista Olivier Masset-Depasse,
nato a Charlerois una quaran na
d’anni fa, ha uno sguardo a ento,
coerente, con una predilezione per
i ritra di donne for e determinate
come Tania, la donna russa che
ritrae con mano sicura e decisa, da
autore e da grande regista. Delinea
una piccolissima e ormai abituale
storia di ordinaria follia.
Perché quando sen amo di rivolte
nei Cie o del suicidio di qualcuno
colpevole solo di non avere un visto
sul passaporto o dell’espulsione
dei Rom dal suolo italico, ci giriamo
dall’altra parte o pensiamo ad altro;
o peggio, sen amo dire: ma no,
non è possibile. Siamo in Italia, o
peggio ancora: uno in meno.
Illegal è stato selezionato nel 2010
per il fes val di Cannes ed è stato
in gara anche per gli Oscar 2011,
come miglior film in lingua straniera.
Questo è un buon segno, vuol dire
che se dobbiamo par re da qualche
parte per resistere e dire no, il
cinema può essere questa base.
La storia è ambientata “nel civile”
Belgio, lo stesso Paese che negli
anni Cinquanta arrestava gli
immigra italiani che volevano solo
tornare indietro perché la vita nelle
miniere non era sopportabile. In
questo caso non sono siciliani ma
una donna russa che vive illegalmente con suo figlio di tredici anni
in questo Paese. Lavora, paga un
affi o, paga anche un pizzo ad un
mafioso russo per quieto vivere,
manda il figlio a scuola.
Tania Zimina è una donna decisa,
concreta, semplice, senza illusioni
che si è votata all’amore per il figlio
Ivan. Anche se sono ben integra
e parlano perfe amente la lingua,
vivono da clandes ni, fino al giorno
del compleanno del ragazzino in
cui scendendo da un autobus gli
vengono chies i documen dalla
polizia di immigrazione.
Tania viene arrestata mentre Ivan
fugge. La donna viene portata in un
centro di detenzione per immigra
irregolari. Inizia l’odissea di Tania
nel centro di detenzione, un carcere
apparentemente ‘democra co’ in
realtà indifferente a tu o e a tu
ma anche con un piccolo segreto,
un luogo dove vengono messi ‘a
tacere’ gli immigra meno mansue .
Tania conosce una giovane donna
cilena, il cui padre è stato nelle
carceri di Pinochet, che sta in
prigione con la giovanissima figlia
anoressica e con disturbi nel
comportamento e con una ragazza
africana che pagherà per prima la
sua ribellione.
Tania è naturalmente confusa e
incerta, non dichiara come si chiama
e, essendosi bruciata i polpastrelli,
non può essere iden ficata. Cerca
di resistere per non farsi espellere e
l’unico pensiero è per il figlio
che rischia di essere trascinato
nella mafia russa. Ma sulla sua
testa pesa la minaccia del decreto
di espulsione.
E la burocrazia può essere lenta ma
è irrimediabile, Tania è trascinata
all’aeroporto e per ben due volte
riesce a non prendere l’aereo ma
il pestaggio che subisce da un
polizio o arrabbiato le darà una
possibilità…
Olivier Masset-Depasse avrebbe
potuto scegliere varie ‘strade’
narra ve, ma ha preferito quella
della ‘suspence’ e coinvolge lo
spe atore facendolo solidarizzare
con la protagonista, rendendo la
storia piena di tensione ma mai
insopportabile. Fa sca are nell’ignaro
spe atore una tensione morale e
obbliga a ‘vedere’ una realtà
inimmaginabile senza il mbro
dell’ideologia.
L’ unica piccola cri ca alla regia che
si può fare è l’uso, nella prima parte,
della macchina a mano molto mossa
che crea un leggero fas dio.
Anne Coesens è una famosa a rice
teatrale belga, ha interpretato
numerosi film dagli anni O anta
(Diamant
Diamant treize
treize,, Cages sempre di
Masset-Depasse); ci ha dato una
credibilissima e convincente Tania,
come bravi sono gli altri interpre
anche se volutamente marginali.
Arrivederci
ad o obre !

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