Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
Prossimi appuntamenti fino a MAGGIO 2011
29 marzo 2011
5 aprile
IM JULY (In luglio) di Fa h Akin
[versione originale con so o toli in italiano]
12 aprile
NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI di Susanne Bier
19 aprile
OCCUPAZIONE IN 26 QUADRI di Lordan Zafranovic
E’ prevista la presenza in sala del regista
Lordan Zafranovic e dello storico Eric Gobe .
[versione originale con so o toli in italiano]
26 aprile
AFFETTI E DISPETTI di Sebas an Silva
3 maggio
DIARIO DI UN MAESTRO di Vi orio De Seta
10 maggio
LA LINEA GENERALE - IL VECCHIO E IL NUOVO
di Sergej Ejzenštejn
Film muto con cartelli in russo e italiano
OSAMA
GARAGE di Leonard Abrahamson
24 maggio
ALAMBRADO di Marco Bechis
E’ prevista la presenza in sala del regista Marco Bechis
2 e 3 aprile 2011
Consegnando questo depliant alla cassa avrai diri o a due ingressi ridoƫ
per il film programmato nel weekend il 26 e 27 marzo 2011, in qualsiasi
orario:
THE SOCIAL NEWTWORK di David Fincher
[U.S.A., 2010, 121’]
Sabato 2/4: ore 20.30
Domenica 3/4: ore 18.00 e 20.30
Con il contributo di:
PORTOFRANCO è realizzato:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino - Associazione culturale Russkij Mir
Wic.it - Web Image Communications - Libreria Gulliver
Con il sostegno di:
Circoscrizione 8
di Siddiq Barmak
Con:
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
17 maggio
Durata:
Genere:
Nazionalità:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Scenografia:
Montaggio:
Musica:
Marina Golbahari, Arif Hera , Zubaida Sahar,
Gol Rahman Ghorbandi, Mohamad Haref Hara ,
Mohamad Nader Khadjeh, Khwaja Nader, Hamida Refah
93 minu
Dramma co
2003, Afghanistan / Giappone / Irlanda
Siddiq Barmak
Ebrahim Ghafuri
Akbar Meshkini
Siddiq Barmak
Mahammad Reza, Darwishi
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
TRAMA
Kabul, non molto tempo fa. Tre
donne, una ragazzina di 12 anni,
sua madre e sua nonna, sono
sopravvissute alla repressione delle
manifestazioni di protesta organizzate
dalle donne afgane all’inizio del
regime talebano. La legge proibisce
alle donne di uscire di casa senza
essere accompagnate da un uomo.
In caso contrario verranno severamente
punite. Il marito ed il fratello sono
morƟ, non c’é nessuno che possa
aiutare le tre donne, non possono
lavorare, non possono uscire di
casa. Manca un uomo. La madre
decide insieme alla nonna di travesƟre
la figlia da maschio: l’unico modo
per procurarsi un lavoro ed un po’
di pane per sopravvivere. Da ora in
poi Maria si chiamerà Osama. Da
questo momento Osama comincia
a vedere la vita con nuovi occhi.
Dopo aver cominciato il suo nuovo
lavoro come aiutante di un laƩaio,
Osama viene portata insieme a tuƫ
i maschi del quarƟere, alla scuola
religiosa “Madrassa”, che é anche il
centro di addestramento militare...
CRITICA
Nascere donna significa incontrare
ovunque più difficoltà, ma nascerlo
in alcuni Paesi islamici e in Africa
è davvero una condanna. Quella
bambina senza gioco, senza sorriso,
senza amore, è il simbolo incarnato
delle sofferenze delle donne afgane
durante il periodo dell’oppressione
talebana. Ma è al tempo stesso un
grido che viene dalla infibulata
somala, dai bimbi ricoperti di
mosche dell’Africa, dai bambiniguerrieri e di strada del Sud-America,
dalle tenere vi me delle radiazioni
di Chernobil e l’elenco s’allunga
senza fine. Tu o ciò che è miseria
e ingius zia al mondo ci tocca un
momento e poi via verso i nostri
impegni, problemi, egoismi,
ambizioni, ma lo sguardo acerbo di
Osama pieno di amarezza, smarrimento,
collera, sarà difficile cancellarlo
presto.
Senza moralismi, film come questo
dell’afgano Barmak spingono a non
desistere dalla lo a quo diana,
anche se fa a di piccoli ges ; guai
a pensare che ormai da noi si sono
vinte molte ba aglie se altrove, là
vicino, nel villaggio globale, so o i
nostri occhi distra , è ancora tu o
da conquistare. Grazie perciò a
Siddiq Barmak che ce lo ricorda col
suo mestiere e così bene.
Infa Osama non è solo il toccante
racconto di tre donne rimaste sole,
e perciò del tutto indifese, nell’Afganistan
dei Talebani, è anche un bel pezzo
di filmografia. Ci dice che in quel
paese tormentato, esistono energie
e cervelli non fanatici, impegnati
oggi a far rinascere la cultura locale.
Il film ha un buon ritmo, a ori presi
dalla strada efficacissimi, una
fotografia limpida, inquadrature
magistrali, come la scena d’apertura
che mostra una manifestazione
di donne, tu e coperte dal burka
celes no, che si muovono come
un serpente tra pietre e polvere.
Il racconto nella sua semplicità è
perfe o. Una bimba di dodici anni
è rimasta con la mamma e la vecchia
nonna: la casa non ha uomini perchè
mor comba endo contro l’armata
russa o durante la repressione
talebana. Non possono uscire di
casa, non possono lavorare, non
hanno di che sfamarsi, non sanno
più come sopravvivere. E’ la nonna
(che con le sue mani nere e callose
elargisce alla piccola le uniche
carezze della sua vita) a raccontare
una poe ca storia e a suggerire di
travestire la nipote da maschio,
tagliandole i capelli. Così Maria sarà
Osama. Andrà a lavorare in una
miserevole bo ega, ma ben presto
verrà “arruolata” con altri ragazzi
dai Talebani, perché devono essere
educa religiosamente e militarmente.
Non basterà l’amicizia di un ragazzino
più grande a proteggere MariaOsama, quando gli altri coetanei
e un vecchio Mullah capiranno la
sua vera natura. Si giungerà così
al giudizio. Mentre altre donne imprigionate subiranno barbare condanne, la piccola Maria sarà
“barbaramente” salvata dal vecchio
Mullah che la chiude nella sua casa
per farne la più giovane delle mogli.
Sul vecchio laido che si appresta
a consumare il premio della sua
“bontà” il film si chiude.
E non c’è altro da aggiungere.
Prossimo appuntamento
di PORTOFRANCO:
5 aprile 2011
IN LUGLIO
[Im Juli]
di Fa h Akin
Film in versione originale
con so o toli in italiano