Martedì, 06 ottobre 2015
Transcript
Martedì, 06 ottobre 2015
DIRER Martedì, 06 ottobre 2015 DIRER Martedì, 06 ottobre 2015 Pubblica Amministrazione 06/10/2015 Il Messaggero Pagina 8 FRANCESCA PIERANTOZZI Air France, aggredito il capo del personale per il taglio di 2900 posti 06/10/2015 Il Messaggero Pagina 59 FABIO ROSSI Note spese, doppia inchiesta Marino: «Ne parlo solo ai pm» 06/10/2015 Il Messaggero Pagina 63 CRISTIANA MANGANI Mafia Capitale, sfilata di testi eccellenti 06/10/2015 Corriere della Sera Pagina 2 GIANNI LETTA Mafia Capitale, dal 5 novembre i politici in aula 06/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 51 3 5 7 «Tangenti, le mani della banda sulla gara per il parco Trotter» 06/10/2015 La Repubblica Pagina 20 1 ANTONIO RIVOLTA La notifica è valida solo se fatta entro novanta giorni 06/10/2015 Italia Oggi Pagina 35 9 10 12 Focus sui nuovi contratti Normativa Comuni 06/10/2015 Corriere della Sera Pagina 22 13 Processo per gli ex vertici Olivetti 06/10/2015 La Repubblica Pagina 31 OTTAVIA GIUSTETTI Amianto Olivetti, a giudizio De Benedetti, Colaninno e Passera 06/10/2015 MF Pagina 1 ANTONIO GIORDANO Consorzi bocciati 06/10/2015 Italia Oggi Pagina 31 SERGIO TROVATO L' interpello anche nei comuni 06/10/2015 La Stampa Pagina 25 STEFANO STEFANINI I trattati per una libera economia 15 17 19 21 Normativa Enti Locali 06/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 53 FRANCO CASARANO Il calore disperso va nelle spese 23 Sindacati 06/10/2015 Italia Oggi Pagina 4 pillole 06/10/2015 La Stampa Pagina 2 Il manager professore che insegna relazioni sindacali PIERRE DE NOLAC 25 26 6 ottobre 2015 Pagina 8 Il Messaggero Pubblica Amministrazione Air France, aggredito il capo del personale per il taglio di 2900 posti Assalto dopo la conferma degli esuberi, i manager sono costretti a fuggire con giacche e camicie strappate. Sette feriti IL CASO PARIGI Xavier Broseta poteva vantarsi di aver attraversato i peggiori anni di Air France, quelli dei tagli da miliardi di euro e di migliaia di posti di lavoro, nel posto più difficile, quello di capo delle risorse umane, senza mai perdere il titolo di «uomo del dialogo». Questo fino a ieri mattina alle 10 e mezzo, quando ha fatto il giro del mondo la sua immagine a torso nudo della camicia nemmeno più i brandelli una cravatta penzoloni intorno al collo, occhialini tondi finiti chissà dove, l' iPad stretto come una boa di salvezza, arrampicato su una reta metallica per scappare da un gruppo di dipendenti inferociti. Vicino, scortato da agenti della sicurezza visibilmente in difficoltà, anche Pierre Plissonnier, responsabile dell' attività lungo raggio della compagnia: anche lui semi svestito dalla rabbia del personale in sciopero. Anche lui costretto a scappare dal rischio linciaggio dando la scalata a una recinsione davanti allo sguardo impotente di un paio di gendarmi. In tutto: sette feriti, di cui uno grave, un agente della sicurezza ricoverato in coma e poi dichiarato fuori pericolo LA RICOSTRUZIONE L' assalto è cominciato intorno alle 9 mezzo, alla sede di Air France a Roissy, vicino alle piste dell' aeroporto Charles de Gaulle. Dentro l' edificio di cemento e vetro, al primo piano, era in corso la riunione straordinaria del Comitato centrale d' Impresa per mettere nero su bianco il piano di ristrutturazione, il terzo in quattro anni, già ampiamente annunciato dalla direzione del gruppo Air FranceKlm e che prevede, in grande sintesi, il taglio di altri 2900 posti di lavoro, tra piloti, hostess, stewart e personale di terra. Un piano B, dopo il fallimento dei negoziati con i piloti una settimana fa. Fuori, i sindacati avevano indetto uno sciopero e organizzato una manifestazione. LA RIVOLTA La protesta è andata però subito oltre gli slogan di rito, che invocano ormai da mesi, le dimissioni di Alexandre de Juniac, presidente di Air FranceKlm, di Frédéric Gagey, amministratore delegato di Air France, e con l' occasione anche del premier Valls, visto che lo stato detiene il 16% del capitale della compagnia di bandiera e che il governo continua a chiedere a sindacati e dipendenti di collaborare per salvare un' azienda sommersa da miliardi di debiti e che potrebbe rischiare di chiudere i Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 6 ottobre 2015 Pagina 8 < Segue Il Messaggero Pubblica Amministrazione battenti. Alle 9 e mezzo, quando è trapelato che al primo piano si confermava il numero di 2900 partenze su base volontaria, un drappello di più determinati ha saltato i tornelli, salito le scale e fatto irruzione nella sala conferenze. L' amministratore delegato Gagey ha fatto appena in tempo ad eclissarsi. In prima linea sono rimasti gli altri membri della direzione. In particolare Broseta, che tra l' altro lascerà il posto tra qualche settimana. Diplomato alla prestigiosa Ena, la scuola della Pubblica amministrazione, a Broseta sono sempre state riconosciute doti di mediazione e trasparenza. In un' intervista di un anno fa spiegava quanto non fosse facile «convincere i leader sindacali di impegnarsi in un negoziato che deve necessariamente portare a lavorare di più e guadagnare meno». LE DICHIARAZIONI Ieri pomeriggio Broseta è tornato alla sede di Air France, dove ha tenuto una veloce conferenza stampa. Si è detto «scioccato» e «deluso» ma ha invitato a non condannare «l' insieme del personale Air France». Broseta ha raccontato di aver «ricevuto centinaia di testimonianze di simpatia da parte di leader sindacali e colleghi» e si è dichiarato sicuro che «sarà possibile continuare il dialogo sociale». Il premier Valls e il sottosegretario ai Trasporti Alain Vidalies si sono detti entrambi "scandalizzati" dalle violenze. Air France ha subito annunciato denunce per «violenze aggravate» ma la direzione ha poi deciso di tendere la mano ai sindacati che si sono dissociati dalle aggressioni anche se il segretario di Force Ouvrière ha parlato di "esasperazione" da parte dei dipendenti. Ieri nel tardo pomeriggio De Juniac ha dato la sua disponibilità a riprendere i negoziati «in qualsiasi momento».. Francesca Pierantozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA. FRANCESCA PIERANTOZZI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 6 ottobre 2015 Pagina 59 Il Messaggero Pubblica Amministrazione Note spese, doppia inchiesta Marino: «Ne parlo solo ai pm» Esposti in Procura e alla Corte dei Conti sui costi per le cene e le missioni del sindaco Il Campidoglio: «Tutti gli importi sono online e motivati, ha speso 1800 euro al mese» LA POLEMICA Due esposti incrociati, uno in Procura e l' altro alla Corte dei Conti. E le spese di Ignazio Marino per rappresentanza e missioni istituzionali potrebbero ora finire al vaglio degli inquirenti e dei magistrati contabili, per le denunce presentate da parlamentari e consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, a cui si aggiungono l' esposto della Lista Marchini e quello annunciato da Fratelli d' Italia. Il sindaco dal canto suo si trincera dietro la regolarità formale di tutti i documenti, messi online sul sito del Campidoglio e passati al setaccio dai gruppi di opposizione. I nomi degli invitati a pranzi e cene restano comunque riservati: le norme non impongono di rivelarli, fanno notare a Palazzo Senatorio, e saranno comunicati soltanto in caso di eventuali richieste di chiarimenti da parte della Procura o della Corte dei conti. Il chirurgo dem continua intanto a lavorare regolarmente (ieri senza appuntamenti pubblici) e sull' argomento taglia corto: «Se questa campagna offensiva dovesse continuare Roma Capitale sporgerà querela», si legge in una nota diffusa dall' amministrazione capitolina. Marino non accetta ulteriori ricostruzioni ritenute «offensive, orientate da interessi politici e prive di fondamento» e sottolinea «l' operazione di trasparenza e legalità» fatta pubblicando sul sito istituzionale tutte le ricevute che riguardano le spese in questione. GLI ATTI A chiedere due inchieste ufficiali sulla vicenda, sono stati i parlamentari e consiglieri capitolini del M5s: «Ci aspettiamo che sia aperta un' indagine sulla natura delle transazioni condotte, che nelle cifre appaiono del tutto immotivate per il mandato di un sindaco», hanno dichiarato i pentastellati. A detta dei denuncianti, negli scontrini istituzionali presentati dal Campidoglio ci sarebbero troppe cifre che non quadrano: «Cene istituzionali nei weekend o nei giorni di festa, spuntini serali fatturati cinque mesi dopo averli consumati, convivi con medici del Gemelli, chirurghi stranieri e parlamentari vari, avvenuti di preferenza nel ristorante sotto casa», si legge nel documento ora al vaglio dei magistrati che dovranno anche chiarire se sia stato legittimo l' aumento del plafond mensile della carta di credito del primo cittadino, che sarebbe stato innalzato da 10 mila a 50 mila euro. Le due indagini correranno su Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 6 ottobre 2015 Pagina 59 < Segue Il Messaggero Pubblica Amministrazione binari paralleli. Ai giudici contabili spetterà il compito di stabilire se, come ipotizzato dai denuncianti, esistano i presupposti per accusare il sindaco di danno erariale. Per quanto riguarda il versante penale, invece, a occuparsi del caso sarà il pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, che coordina di gruppo che si occupa di pubblica amministrazione. Qualora dovesse essere accertato l' utilizzo di denaro pubblico per fini privati, il titolo di reato ipotizzabile sarebbe peculato. LA REPLICA Dal colle capitolino, però, respingono con forza ogni accusa: «È tutto online si legge nella nota di Palazzo Senatorio Si tratta di un gesto di trasparenza e novità assoluta per un comune italiano. Ogni singola spesa è motivata formalmente dal sindaco nelle modalità previste dalle norme». In poco più di due anni, da quando cioè è primo cittadino della Capitale, Marino ha speso 1.789,43 euro al mese, di cui «773 per rappresentanza e 1.016,43 per missione sottolineano dal Comune Le spese di rappresentanza degli organi di governo di Roma Capitale per il 2014 ammontano complessivamente a 128.028,10 euro, una cifra certificata». Tra le spese di rappresentanza degli organi di governo «sono contenute molte voci non certo attribuibili alla persona del sindaco: dalla realizzazione delle medaglie, ai doni alle delegazioni internazionali che sono ricevute in Campidoglio prosegue la nota Su queste spese negli anni dell' amministrazione Marino sono stati fatti sostanziosi tagli rispetto al passato e sono, se rapportate alle dimensioni della città, più che in linea quando non spesso inferiori a quelle di tutte le altre grandi realtà italiane». IL DIBATTITO Per il Campidoglio, dunque, in tutta questa vicenda non c' è nulla di anomalo. Ma Francesco Storace non è d' accordo: «Marino deve chiarire questa storia dei pranzi di famiglia dice il leader de La Destra Non c' è solo l' America a costare quattrini ai romani. Ma anche insopportabili pranzi e cene di sabato e domenica nei dintorni di casa». Adesso «sarà la magistratura Fabrizio Ghera a dirci se le spese di Marino sono state effettuate secondo un uso disinvolto di soldi pubblici a fini privati», sostiene Fabrizio Ghera, capogruppo capitolino di FdiAn. «Stiamo approfondendo anche l' esame su tutte le spese, compreso il viaggio della delegazione capitolina a Philadelphia e New York chiosa il capogruppo della Lista Marchini in consiglio comunale, Alessandro Onorato per il quale il Comune di Roma ha impegnato oltre ventiduemila euro, di cui 4.866 solo per le spese del sindaco, per verificare eventuali profili di illecito». Michela Allegri Fabio Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA. FABIO ROSSI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 6 ottobre 2015 Pagina 63 Il Messaggero Pubblica Amministrazione Mafia Capitale, sfilata di testi eccellenti Da Alemanno a Marino, da Zingaretti fino a Gianni Letta, nella lista anche il prefetto Gabrielli e il suo predecessore La difesa di Buzzi citerà al processo gli uomini chiave di tutte le amministrazioni avvicinate dal re delle coop LA VIGILIA Manca poco meno di un mese all' inizio di quello che si annuncia come il primo vero processo di mafia nella Capitale. Una mafia che parla romanesco, che trova alimento nella politica e che proprio dai palazzi riceve favori in cambio di denaro. A giudicare i 59 imputati saranno i giudici della X sezione penale. Sarà un vero tour de force giudiziario con circa 14 udienze al mese, fino a 4 a settimana, per un totale di 136 sedute fino a luglio prossimo. L' aula scelta per ospitare il maxiprocesso sarà quella di Rebibbia, che è già stata teatro di processi storici come quelli sulla strage di Ustica, P2, Brigate Rosse, l' omicidio di Simonetta Cesaroni e la morte di Stefano Cucchi. Nei giorni scorsi il presidente della X, Rosanna Ianiello, ha inviato ai difensori una bozza di calendario. L' OBBIETTIVO L' obiettivo è di fare il più in fretta possibile, nel rispetto delle esigenze della difesa degli imputati. Ed è proprio questo l' aspetto che potrebbe più di ogni altro rallentare il ritmo delle udienze. Alcuni difensori, infatti, stanno preparando la loro lista testi, che dovrà comunque essere autorizzata dai giudici. L' avvocato Alessandro Diddi che assiste uno dei protagonisti principali dell' intera inchiesta, ovvero Salvatore Buzzi, intende citare tutti coloro che, in un modo o nell' altro, hanno avuto a che fare con il suo assistito. Ecco allora comparire nell' elenco circa 250 persone. «Convocheremo spiega il legale il presidente della Regione Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Ignazio Marino, l' ex sindaco Gianni Alemanno, l' attuale prefetto Franco Gabrielli, gli ex prefetti Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone, e l' ex sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta. Il mio assistito è carico e pronto a combattere. Chiameremo davanti al giudice i rappresentanti e i vertici della pubblica amministrazione. Certo, non posso escludere che qualche funzionario possa avere sfruttato il ruolo che ricopriva a suo favore, ma è comunque da dimostrare di quale reato si sia trattato». LE ACCUSE Il nodo di tutto il processo, infatti, è quell' accusa di associazione mafiosa sulla quale insisteranno i difensori, quella che avrà il peso maggiore sulla condanna finale. Una contestazione che non va a genio a Massimo Carminati, l' ex terrorista dei Nar, chiuso nel carcere di Parma in regime di 41 bis. Anche se il suo difensore storico, Giosuè Naso, convocherà pochissimi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 5 6 ottobre 2015 Pagina 63 < Segue Il Messaggero Pubblica Amministrazione testimoni. «Conto di difendere Carminati afferma con il controinterrogatorio dei testi a carico. C' è molto da chiarire. Il mio assistito, questa volta, non opporrà il solito silenzio, ma dirà la sua». Il Cecato non potrà essere in aula per parlare. Il tribunale non ne ha autorizzato la presenza e, alla luce di «gravi ragioni di sicurezza» e per «la diversità e distanza dei luoghi di detenzione» e i «conseguenti rischi di evasione» per l' alto numero delle udienze, ha disposto la videoconferenza per lui, per Salvatore Buzzi (detenuto nel carcere di Nuoro) e per Luca Odevaine (detenuto a Terni). Altra questione importante è legata alle migliaia di ore di intercettazioni che saranno al vaglio del tribunale. Su questo punto, non proprio secondario, la Procura ha comunicato ai legali delle difese che sarà allestita una apposita sala per l' ascolto. Cristiana Mangani © RIPRODUZIONE RISERVATA. CRISTIANA MANGANI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 6 ottobre 2015 Pagina 2 Corriere della Sera Pubblica Amministrazione «Tangenti, le mani della banda sulla gara per il parco Trotter» di Paola D' Amico Lettera anonima aveva previsto l' appalto. «Informati i magistrati» L' ultimo piatto ricco che «Grillone & soci» si sono aggiudicati, il primo aprile del 2015, vale nove milioni e mezzo di euro. È l' appalto per il recupero dell' ex convitto del Parco Trotter. I soci non potevano sapere, però, che la Procura veniva messa al corrente dall' a s s e s s o r a t o a i L a v o r i Pubblici d i o g n i passaggio della procedura di gara. Infatti, il 17 aprile del 2014 due settimane dopo il bando la Centrale Unica Appalti aveva ricevuto una lettera anonima che indicava i prossimi vincitori di una serie di gare pubblicate dal 1° gennaio al 4 aprile dello stesso anno e i nomi di chi, nel settore Lavori Pubblici, avrebbe pilotato le assegnazioni. Lettera e documenti pochi giorni dopo erano finiti in Procura, indirizzati al pool che si occupa di reati contro l a pubblica amministrazione. N o n t u t t e l e previsioni fatte dall' anonimo si sono realizzate. L' appalto del Trotter, però, è uno di quelli che hanno anche richiesto verifica delle anomalie, procedura necessaria quando tra i concorrenti c' è chi presenta ribassi di gara eccessivi. La ditta di cui era socio l' ex dirigente del Comune nonché presunta mente della truffa, Mario Luigi Grillone, cioè «Professione Edilizia Srl» (titolare Marco Volpi, anch' egli in carcere come i due dipendenti del Comune Giuseppe Amoroso e Angelo Russo), compare quasi sempre nel Consorzio Milanese Scarl di cui Volpi risulta essere rappresentante legale. Ed è con il Consorzio che dal 2004 s' è aggiudicata almeno 4 importanti appalti. Tra questi, ristrutturazione e bonifica dello stabile di edilizia popolare di via Feltrinelli 16, per 10 milioni e 647 mila euro, gara vinta nel febbraio del 2009. Ieri l' assessore Carmela Rozza, a una settimana dall' ondata di arresti e avvisi di garanzia a funzionari del settore, ha riferito in Aula. A tutti i consiglieri è stata data copia della documentazione, inclusi gli elenchi degli appalti banditi e assegnati dai Lavori Pubblici dal 2004 ad oggi. «La Procura ha avuto la possibilità di seguire le procedure delle gare in diretta, senza che i commissari di gara lo sapessero», ha chiarito. Sei le gare d' appalto segnalate nella lettera. Oltre al Trotter, una per la manutenzione ordinaria degli uffici giudiziari (chiusa a marzo con base d' asta di 7,3 milioni), quattro per lavori a chiamata, manutenzione straordinaria e adeguamento normativo degli stabili demaniali Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7 6 ottobre 2015 Pagina 2 < Segue Corriere della Sera Pubblica Amministrazione (chiuse il 7 aprile, con base di 4,3 milioni ciascuna). In Aula, l' assessore ha precisato che ben due degli appalti finiti nel mirino della magistratura, relativi al 2010,« sono stati rescissi da questa amministrazione». Il primo, numero 88, riguardava la realizzazione di un Centro residenziale per disabili in piazzale Türr: opera da 7 milioni e 841 mila euro, gara bandita nel settembre 2010 e aggiudicata il 27 maggio 2011. Ed è stato rescisso per danno «perché l' impresa non aveva avviato i lavori». Il secondo era una gara da quasi 6 milioni di euro per il Laboratorio di quartiere di Ponte Lambro. Contratto rescisso e impresa segnalata alla Procura e all' autorità di Cantone per «reato incidente». Nota positiva è che il sistema adottato dalla Centrale Unica Appalti per le gare con procedura negoziata per Expo «è stato proposto da Raffaele Cantone e dal prefetto Gabrielli per il Giubileo», ha sottolineato Rozza. «Per Expo abbiamo trattato 37 gare a procedura negoziata, a invito, con sorteggio e con sistema telematico di tracciabilità». Uno degli strumenti contro la corruzione è la piattaforma per il "whistleblowing"», dove i dipendenti in forma anonima possono segnalare online illeciti e irregolarità. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 6 ottobre 2015 Pagina 20 La Repubblica Pubblica Amministrazione Mafia Capitale, dal 5 novembre i politici in aula IL PROCESSO /TRA I 250 TESTIMONI CITATI DA BUZZI ANCHE IL SINDACO MARINO E GIANNI LETTA DALLA PRIMA DI CRONACA RORY CAPPELLI SALVATORE Buzzi è uno dei principali accusati nell' inchiesta Mondo di Mezzo, l' imprenditore detenuto da dieci mesi nel carcere di Nuoro in regime di 41bis. Chiamato a testimoniare anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Il motivo? «I rappresentanti e i vertici della pubblica amministrazione » , s o s t i e n e l ' avvocato Diddi, dovranno spiegare «se ritengano che ci siano stati condizionamenti. Certo, non posso escludere che qualche funzionario possa aver sfruttato il ruolo che ricopriva a suo favore, ma è tutto da dimostrare di quale reato si sia trattato. Il fatto che la Procura non abbia ritenuto neanche ipotizzabile l' aggravante mafiosa per Alemanno, che è considerato uno dei punti di riferimento di Buzzi, è per noi un fatto molto significativo». Per il processo a Buzzi e a tutti gli altri imputati mandati a giudizio con il rito immediato, è già stato stabilito un calendario. Si terranno infatti, nell' aula bunker di Rebibbia (tranne la prima), una media di 4 udienze a settimana, per un totale dal 5 novembre a luglio di 136 udienze. Per imputati come Buzzi e Massimo Carminati detenuto a Parma è prevista la videoconferenza. Intanto Francesco Tagliaferri e Giovanni Pagliaruolo, rispettivamente il presidente e il responsabile della commissione di studio della Camera Penale di Roma, hanno presentato un esposto al procuratore capo Giuseppe Pignatone denunciando 78 i giornalisti e 18 direttori di testata, per un totale di 287 articoli, che avrebbero violato il divieto di pubblicazione degli atti proprio nell' ambito dell' inchiesta Mafia Capitale. ©RIPRODUZIONE RISERVATA IL GIUDIZIO Per Mafia Capitale il dibattimento in aula inizierà il 5 novembre. GIANNI LETTA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 6 ottobre 2015 Pagina 51 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Infrazioni. I tempi di prescrizione La notifica è valida solo se fatta entro novanta giorni La notifica di un verbale per violazione al Codice della strada va fatta con attenzione alle date: se avviene quando l' infrazione è già "prescritta", può comportare varie responsabilità, di cui l' organo di polizia dovrà rispondere. Evitarle non è facile, perché la notifica è operazione più complessa di quanto appare dalla normativa. E non a caso una rilevantissima parte del contenzioso verte proprio su di essa. La norma specifica di riferimento è l' articolo 201 del Codice, che dà 90 giorni all' organo di polizia per portare a legale conoscenza del proprietario del veicolo l' infrazione commessa, con gli estremi per pagare e fare ricorso. La prima questione che si pone è su come conteggiare i giorni. L' articolo 155 del Codice di procedura civile stabilisce che non si conta il giorno iniziale, mentre vale quello finale e, se quest' ultimo cade di festivo, si va al giorno feriale successivo. Ma come individuare il giorno iniziale, che il Codice della strada fa decorrere dall'«accertamento» dell' infrazione? Per chiarire che cosa si intendesse con tale espressione, è dovuta intervenire la Corte costituzionale, con la sentenza 198/1996, che ha individuato il termine iniziale a partire dalla data in cui risultano aggiornati i pubblici registri automobilistici come quello in cui l' aggiornamento diventa conoscibile alla pubblica amministrazione. La diretta conseguenza è che la decorrenza del termine per la notifica è il giorno della commessa violazione, a prescindere da quando essa viene materialmente accertata dagli agenti. Fanno eccezione l' accertamento a seguito di indagine su incidente e i casi in cui l' effettivo proprietario del veicolo avesse omesso di segnalare il cambio di titolarità o di residenza. In tal senso si è espresso anche il ministero dell' Interno, con la nota n. 16968 del 2014. Il calcolo ha un' ulteriore complicazione: un' altra sentenza della Consulta (la 477/2002) ha stabilito che la notifica di un verbale si intende perfezionata nel momento in cui il notificante ha consegnato l' atto all' ufficiale giudiziario o alle Poste. Quindi vale il giorno in cui l' atto è stato consegnato, per esempio, alle Poste, e non quello di ricevimento da parte del destinatario (che conta solo nel calcolo dei giorni a disposizione per pagare o fare ricorso). Anche se ciò rischia di entrare in contraddizione col principio di un' altra sentenza della Consulta, la 255/1994, in cui si affermò che il termine allora vigente, pari a 150 giorni, fosse al limite della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10 6 ottobre 2015 Pagina 51 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione ragionevolezza: di conseguenza, qualora il termine fosse superato rispetto alla consegna effettiva del verbale al destinatario, potrebbe comunque porsi un problema Qualora la notificazione del verbale avvenisse oltre il termine (oggi di 90 giorni), la conseguenza immediata è l' estinzione dell' obbligo di pagare la somma dovuta a titolo di sanzione amministrativa (la cosiddetta multa). Gli effetti non sono da sottovalutare. Non solo l' interessato non è tenuto a pagare nulla, ma anche eventuali obblighi derivanti dalla violazione cadono. Si pensi al caso in cui al destinatario del verbale viene ordinato, pena il pagamento di un' ulteriore sanzione, di comunicare i dati di chi fosse alla guida del veicolo: tale obbligo può scattare solo se accompagnato da una tempestiva notificazione (Cassazione, sentenza 11185/2011). Ovviamente a fronte del mancato pagamento non sarà giuridicamente possibile procedere con l' escussione mediante cartella esattoriale o ingiunzione fiscale (Cassazione, sentenza 59/2003) Per quanto riguarda l' organo di polizia stradale, la notificazione dei verbali fuori termine comporta non solo una responsabilità disciplinare, ma anche e soprattutto una ben più grave responsabilità contabile. In un caso di qualche anno fa, la Corte dei conti (sezione regionale Marche, sentenza 69/2010), proprio con riferimento a ritardi nella notificazione di violazioni al Codice della strada, ha condannato i responsabili a rifondere i danni al Comune di appartenenza. La pronuncia della Corte rispetta appieno i principi di correttezza, proprio laddove si sottolinea che le difficoltà di organizzazione, la mole di lavoro o altre cause non possono inficiare l' azione amministrativa, che deve, senza eccezione conformarsi ai princìpi di legalità. Sarebbe abnorme pensare che la posizione di supremazia dello Stato e degli enti pubblici possa comunque travalicare le garanzie di legge. © RIPRODUZIONE RISERVATA. ANTONIO RIVOLTA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 6 ottobre 2015 Pagina 35 Italia Oggi Pubblica Amministrazione online l' ebook sul ruolo dei cdl Focus sui nuovi contratti Il Jobs act ha riconfermato il ruolo di terzietà svolto dai Consulenti del lavoro nei rapporti tra pubblica amministrazione, a z i e n d e e lavoratori, a garanzia del rispetto delle norme in materia di diritto del lavoro e legislazione sociale. La categoria assume quindi nuovi spazi e nuovi compiti che spaziano dall' ampliamento delle competenze delle Commissioni di certificazione, conciliazione e arbitrato (istituite anche presso i Consigli provinciali degli Ordini) per alcuni contratti e atti che necessitano di una sede assistita, all' attribuzione ai Consulenti del lavoro del ruolo di assistenza al lavoratore in sede di stipula di alcuni contratti (mansioni, parttime, collaborazioni). Una partecipazione attiva, quindi, che necessita ovviamente di conoscenze approfondite. Per questo Fondazione studi analizza tutti gli istituti contrattuali toccati dalla riforma evidenziando le operazioni di certificazione e di assistenza alle parti che possono essere svolte dalla Categoria in un nuovo ebook, già disponibile nello store. Il volume contiene tutte le regole sulla conciliazione nei casi di licenziamento con contratti a tutele crescenti, i facsimili per le istanze di certificazione e per l' attivazione delle clausole elastiche dei contratti a tempo parziale, le tabelle sulle modifiche delle mansioni, il patto di demansionamento e l' esame della norma sul superamento del contratto a progetto e il ritorno alle collaborazioni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 6 ottobre 2015 Pagina 22 Corriere della Sera Normativa Comuni Processo per gli ex vertici Olivetti Amianto, 17 rinvii a giudizio a Ivrea per la morte di 13 operai e un caso di lesioni colpose Fra loro Corrado Passera e Carlo De Benedetti. Che commenta: accuse inconsistenti IVREA Chi è stato al timone dell' Olivetti negli anni compresi tra il 1978 e il 1996, dovrà subire un processo perché presunto responsabile della morte per avvelenamento da amianto di tredici dipendenti della società. Lo ha deciso ieri il Gup di Ivrea Cecilia Marino che ha rinviato a giudizio presidenti ed amministratori delegati che si sono succeduti in quell' arco di tempo. In totale diciassette persone e, tra loro, ci sono Carlo De Benedetti e Corrado Passera. Prosciolti in undici, tra dirigenti e membri dei consigli di amministrazione, compresi i figli dell' ingegner De Benedetti, Marco e Rodolfo e l' ex parlamentare del pds Giorgio Panattoni. Mentre va a processo anche Roberto Colaninno, ma soltanto per un caso di lesioni colpose. Si tratta di un epilogo inatteso per De Benedetti: «In dibattimento ha dichiarato il suo legale, l' avvocato Tomaso Pisapia chiariremo le responsabilità di questa vicenda. In Olivetti c' era una struttura organizzativa molto complessa che era in grado di risolvere i problemi in modo tempestivo». Una tesi alla quale si è associato anche l' avvocato Carlo Alleva, che difende il leader di Italia Unica Corrado Passera. D' altra parte era stato lo stesso ingegnere, parlando di recente della vicenda, a sottolineare: «L' amianto si sarebbe trovato anche nello stabile dove c' era il mio ufficio, mi sembra ovvio che io non fossi consapevole del pericolo, visto che lì ci andavo regolarmente per lavorare». Ieri i commenti sono stati affidati al portavoce dell' ingegnere che in una nota ha sottolineato «l' inconsistenza della tesi accusatoria. L' Ingegner Carlo De Benedetti è amareggiato per il rinvio a giudizio, ma resta convinto che il processo stabilirà la sua totale estraneità ai reati che gli vengono contestati. La corposa indagine dei pm si basa su semplici ipotesi, che non si fondano né sulla realtà processuale né sulla realtà storica dell' azienda. L' ingegner De Benedetti ricorda ancora una volta che per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l' Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con strutture organizzative articolate e con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell' epoca». Di parere diverso Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom (l' inchiesta era partita proprio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13 6 ottobre 2015 Pagina 22 < Segue Corriere della Sera Normativa Comuni dalle denunce del sindacato): «La decisione, che pure assolve i semplici membri dei consigli di amministrazione, consente di andare a processo e stabilire finalmente le responsabilità anche individuali, a partire delle figure più autorevoli, amministratori delegati e presidenti, evitando lo scaricabarile verso le figure più in basso nella scala gerarchica. Un passo importante per fare giustizia, per tutti coloro che fino ad oggi e, purtroppo, per gli anni a venire, moriranno per una patologia che non lascia scampo». Ammessa a giudizio per il risarcimento danni anche la Telecom Italia, il gruppo che nel 2003 ha assorbito Olivetti. Le altre parti civili saranno i familiari delle tredici vittime, i sindacati (Fiom e Fim), il Comune di Ivrea, la Città metropolitana, l' Associazione familiari delle vittime di amianto di Casale Monferrato, l' Inail e un gruppo di comuni della provincia di Torino. Il processo si celebrerà a partire dall' 11 gennaio a Ivrea. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 6 ottobre 2015 Pagina 31 La Repubblica Normativa Comuni Amianto Olivetti, a giudizio De Benedetti, Colaninno e Passera L' inchiesta riguarda la morte di 13 lavoratori e le lesioni gravi di altri due. Il presidente del Gruppo L' Espresso: "Sono amareggiato ma convinto che il processo stabilirà la mia totale estraneità" TORINO. Vanno a giudizio 17 dei 28 imputati nel processo per le morti d' amianto tra i lavoratori dell' Olivetti che si è celebrato ieri mattina a Ivrea davanti al gup, Cecilia Marino. Sono i manager che hanno ricoperto cariche di amministratore delegato e presidente a partire dal 1963 e fino al 1996, e tra loro ci sono Camillo Olivetti, Carlo De Benedetti, Franco Debenedetti, Corrado Passera e Roberto Colaninno, quest' ultimo soltanto per un caso di lesioni. Sono invece stati prosciolti per non aver commesso il fatto 11 ex consiglieri che non avevano deleghe in consiglio di amministrazione. Tra questi Marco e Rodolfo De Benedetti. E' stata ammessa a giudizio come responsabile civile, per il risarcimento danni, la Telecom Italia, il gruppo delle telecomunicazioni che nel 2003 ha inglobato la Olivetti. «Considerata l' inconsistenza della tesi accusatoria, l' ingegnere Carlo De Benedetti è amareggiato per il rinvio a giudizio deciso dal gup del Tribunale di Ivrea ma resta convinto che il processo stabilirà la sua totale estraneità ai reati che gli vengono contestati». In una nota il portavoce del presidente del Gruppo editoriale l' Espresso, difeso dall' avvocato Tomaso Pisapia, commenta così la sentenza del giudice. «L' ingegnere ricorda, ancora una volta, che per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l' Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con strutture organizzative articolate e con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell' epoca». L' inchiesta giudiziaria riguarda la morte di tredici lavoratori, e le gravi lesioni per altri due, provocate secondo l' accusa al contatto con le fibre d' amianto. Il pm di Torino, Laura Longo, che ha chiesto il giudizio per gli imputati, ha accusato i manager di non essere intervenuti per mettere in sicurezza gli stabilimenti della Olivetti dalla presenza di amianto, e per aver consentito l' utilizzo da parte dei lavoratori di un particolare talco contenente fibre pericolose per l' assemblaggio delle parti meccaniche ed elettroniche. La prima udienza del processo sarà celebrata il 23 novembre. Ammessi come parti civili i familiari delle 13 vittime, e i rappresentanti di Fiom e Fim, il Comune di Ivrea, la Città metropolitana di Torino, un gruppo di Comuni, Inail e le associazione Afeva e Anmil. «Quello di oggi (ieri, ndr) è un passo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15 6 ottobre 2015 Pagina 31 < Segue La Repubblica Normativa Comuni importante per fare giustizia, per tutti coloro che fino a oggi e, purtroppo, per gli anni a venire, moriranno per una patologia che non lascia scampo» è il commento di Federico Bellono, segretario provinciale FiomCgil. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Prima udienza il 23 novembre. Parti civili i familiari delle vittime, sindacati e comuni. OTTAVIA GIUSTETTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16 6 ottobre 2015 Pagina 1 MF Normativa Comuni Il cdm impugna la riforma di Crocetta Consorzi bocciati A nulla sono valse le mediazioni tentate dal governo regionale. Per Faraone serve recuperare credibilità A nulla sono valse le mediazioni romane di questi giorni. Il Cdm ha impugnato, infatti, la legge «Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane», approvata dall' Assemblea regionale siciliana il 4 agosto scorso. «Pur prendendo atto della lettera del Presidente della Regione siciliana con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche alla legge regionale 15/2015», il Cdm spiega in una nota, di avere deliberato l' impugnativa «in quanto talune disposizioni sono in contrasto con la legge 56/2014 (legge Delrio), quale legge di grande riforma economica e sociale. In caso di approvazione d i u n a n u o v a normativa d a p a r t e d e l l ' Assemblea regionale siciliana, che vada nel senso dei rilievi contenuti nell' impugnazione, il Governo valuterà l' opportunità di ritirare il ricorso». Una decisione che era nell' aria ma che si provava a scongiurare con le rassicurazioni che erano state date dal governo regionale a quello nazionale. Ma a nulla sembrano essere valse, da qui l' impugnativa che si aggiunge alle precedenti sulla legge sull' acqua pubblica e sulla riforma degli appalti. Nell' Isola in tanti avevano sollevato alcuni dubbi sulla bontà delle legge così come approvata dall' Ars. Tra questi i sindaci dell' Anci, l' associazione dei comuni, che aveva sottolineato il rischio caos e ingovernabilità creando una situazione simile a quanto avviene nel sistema dei rifiuti, con un sistema integrato che non è mai decollato. «La decisione del Consiglio dei Ministri», dice Anci, «arriva a due mesi di distanza dall' invio di una lettera dell' Associazione dei comuni siciliani indirizzata al Presidente Renzi, al ministro Alfano e al Presidente dell' Ars Ardizzone, in cui venivano sollecitati a valutare bene la coerenza della legge, approvata il 30 luglio scorso. Le osservazioni, evidenziate nella lettera del 4 agosto scorso, erano state autonomamente condivise da numerosi sindaci dell' Isola che si erano detti anche pronti a sostenere tutte le iniziative dell' Associazione avverse alla legge. Da tempo l' AnciSicilia sosteneva l' incongruenza della riforma siciliana con quanto disposto su scala nazionale dalla riforma Delrio. L' assenza del voto ponderato, la mancata corrispondenza, in Sicilia, della figura del sindaco metropolitano con quella del sindaco del centro capoluogo, così come altre anomalie della legge Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 17 6 ottobre 2015 Pagina 1 < Segue MF Normativa Comuni 15/2015, non fanno altro che manifestare una volontà inaccettabile di tornare ad un sistema assai poco trasparente della governance territoriale». L' AnciSicilia evidenzia, infine, che «senza lo stop a questa legge si sarebbe aggravato, senza ombra di dubbio, lo stato di calamità istituzionale in cui versa la nostra Regione che va di pari passo al disastro di una gestione affaristica di acqua e rifiuti. Si è trattato, quindi, dell' ennesimo scivolone amministrativo di questo governo che continua a non rispettare il patto coi siciliani, ovvero assicurar loro delle buone leggi lontane da inciuci e da mortificanti pasticci legislativi». Continua a scavarsi un solco profondo tra il governo nazionale e quello regionale, uno scontro fatto a colpi di impugnative e di commissariamenti. «Ancora una volta una legge regionale viene impugnata dal governo Renzi. Oggi è il turno dei liberi consorzi. Se vogliamo costruire un rapporto sinergico con il governo nazionale dobbiamo puntare sulla credibilità della Sicilia. Fatti come questo la minano in maniera irrimediabile. E non è un caso isolato», ha commentato il sottosegretario all' istruzione Davide Faraone. ANTONIO GIORDANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 6 ottobre 2015 Pagina 31 Italia Oggi Normativa Comuni Con il dlgs di riforma (oggi in G.U.) adeguamento di statuti e regolamenti in 6 mesi L' interpello anche nei comuni Risposte in tempi brevi alle richieste dei contribuenti Anche gli enti locali soggetti a dare risposte in tempi brevi in seguito alle richieste di chiarimenti presentate dai contribuenti. Entro 6 mesi dall' entrata in vigore del decreto delegato di riforma del processo tributario e dell' interpello, il cui testo viene pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale, le amministrazioni locali sono tenute a adeguare statuti e regolamenti alle nuove regole che disciplinano il diritto d' interpello. Dunque, gli enti locali dovranno adeguare entro 6 mesi dall' entrata in vigore del decreto di riforma del contenzioso e dell' interpello, vale a dire entro il 1° luglio 2016, statuti e regolamenti per allineare le disposizioni sul diritto di interpello dei contribuenti alla normativa statale. Nel regolamento vanno indicati: organo competente al quale devono essere rivolte le istanze, termini, contenuto e modalità di presentazione delle domande, effetti che produce la mancata o intempestiva risposta e via dicendo. Devono essere, quindi, previsti in dettaglio gli adempimenti che devono essere osservati. Gli interessati, infatti, come già previsto dallo Statuto del contribuente (legge 212/2000) che ha istituito il diritto d' interpello, possono presentare delle istanze per avere delle risposte scritte e motivate su casi concreti e personali, in presenza di obiettive condizioni di incertezza sull' interpretazione di determinate disposizioni di legge o per dimostrare l' assenza di effetti elusivi in presenza di fattispecie particolari. È però importante che in sede regolamentare venga stabilito quando ricorrono le obiettive condizioni di incertezza che consentono la proposizione dell' istanza, al fine di evitare che uno strumento di dialogo, con funzioni deflattive, quale è appunto l' interpello, possa ingenerare ulteriore contenzioso. In effetti l' articolo 11 dello Statuto, che è stato riscritto dall' articolo 1 del decreto delegato, prevede che il contribuente ha facoltà di proporre istanza per iscritto all' amministrazione, che è tenuta a rispondere entro un termine assegnato (90 o 120 giorni a seconda del tipo di istanza), in ordine alla corretta interpretazione e applicazione delle disposizioni tributarie a casi concreti e personali, qualora vi siano obiettive condizioni di incertezza sulla corretta interpretazione delle disposizioni stesse o nei casi in cui ne chieda la loro disapplicazione. La presentazione delle istanze non esplica effetti in ordine all' osservanza degli obblighi, da parte dei soggetti passivi del tributo, entro i termini di legge. È espressamente previsto che le istanze non hanno «effetto sulle Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19 6 ottobre 2015 Pagina 31 < Segue Italia Oggi Normativa Comuni scadenze previste dalle norme tributarie, né sulla decorrenza dei termini di decadenza» e non comportano interruzione o sospensione dei termini di prescrizione. L' istanza deve essere indirizzata all' organo competente, individuato nel regolamento dell' ente, che è legittimato a fornire la risposta relativamente alla questione prospettata. La mancata risposta non è priva di conseguenze. La legge dispone che ove l' amministrazione non fornisca la risposta, entro il termine fissato, si forma il cosiddetto silenzio assenso. Pertanto, il silenzio equivale ad accettazione della tesi o dell' interpretazione fornita dallo stesso contribuente. In tal caso, limitatamente al richiedente e alla questione che ha formato oggetto dell' istanza, all' amministrazione non è consentito emanare atti di accertamento o provvedimenti di irrogazione delle sanzioni. Qualsiasi atto impositivo o sanzionatorio emanato è nullo, se è difforme dalla risposta, espressa o tacita. © Riproduzione riservata. SERGIO TROVATO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 6 ottobre 2015 Pagina 25 La Stampa Normativa Comuni I trattati per una libera economia La Partnership TransPacifica (Tpp) è molto di più di un trattato commerciale. E' un fatto politico; è la risposta di dodici paesi all' egemonia regionale della Cina; è un (altro) successo internazionale di Obama, audace e lungimirante nel proiettare l' America nelle sfide del XXI secolo, come i cambiamenti climatici; è la scommessa degli Stati Uniti sul motore economico del Pacifico e dell' Asia più la fascia degli altri grandi paesi americani che si affacciano sul Pacifico: Canada, Messico, Perù e Cile. Co l Tpp l' America non gira le spalle all' Europa. La mette però con le spalle al muro. Dopo il Pacifico, tocca ora all' Atlantico. Dopo l' Asia e le Americhe, all' Europa. L' equivalente atlantico del Tpp, la Partnership Transatlantica per Commercio e Investimenti (Ttip) offre all' Europa identiche, anzi maggiori, sinergie con gli Stati Uniti e leve di crescita. L' interrogativo è se l' Europa saprà o vorrà coglierle. Il Ttip è più ambizioso del Trattato appena concordato dai dodici paesi dell' Asia, Oceania e Americhe. Lo scopo del Ttip è anche di giungere a regole comuni sulle due sponde dell' Atlantico, eliminando i costi di normative equivalenti nella sostanza, ad esempio nella protezione dei consumatori, ma diverse nella costruzione amministrativa e nel dettaglio. A lungo Europa e Stati Uniti hanno, di fatto, dettato legge nel commercio e nelle transazioni internazionali. Nel mondo globale non è più così e lo sarà sempre meno. Ma se americani ed europei si accordano su un «sistema operativo» comune, è quasi inevitabile che il resto del mondo lo faccia proprio. Per essere in grado di interagire, con l' area atlantica, anche le nuove grandi potenze economiche, come Brasile, India, Cina, non potranno ignorarne il sistema operativo. Così come tutti i computers del mondo usano Microsoft. All' indomani dell' accordo del Pacifico, l' Europa si trova di fronte ad una doppia sfida. La prima è di non rimanere indietro rispetto ad una regione che corre già molto più velocemente di noi. Il Tpp è il potenziamento di un motore che ha già conquistato la pole position. La seconda, più sottile, è quella di mantenere il legame preferenziale con gli Stati Uniti. Gli europei lamentano l' invadenza americana solo per dolersi al minimo segno di distrazione di Washington. Nulla ha turbato i sonni delle nostre capitali più del temuto girarsi all' Asia («pivot to Asia») dell' amministrazione Obama. Con una Russia militarmente attiva e politicamente spregiudicata, con un arco mediterraneo e mediorientale in fiamme, l' Europa dai bilanci militari risicati riscopre anche un acuto bisogno di protezione americana. Quest' ultima preoccupazione è forse quella che ha meno fondamento. La sicurezza in Europa e nel Mediterraneo è anche sicurezza per gli Stati Uniti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 21 6 ottobre 2015 Pagina 25 < Segue La Stampa Normativa Comuni Washington chiede agli europei di fare di più nel loro vicinato, di assumersi più responsabilità, come l' Italia ha fatto in Afghanistan, in Libia e in Libano, come Regno Unito e Francia stanno facendo contro lo Stato Islamico. Ma finchè c' è la Nato cui gli Usa non hanno alcuna intenzione di rinunciare l' Europa può continuare a contare sulla polizza di assicurazione americana. Il vero «pivot to Asia» degli Stati Uniti è il Tpp, se l' Europa non sarà in grado di seguire l' esempio col Ttip. Quest' ultimo mette alla prova la capacità dell' Ue di scrollarsi di dosso una complessità istituzionale che spesso ne paralizza l' azione. I dodici paesi del Pacifico dovranno ora ratificare il nuovo trattato; in alcuni Parlamenti, compreso il Congresso Usa, ci sarà battaglia. Questa è democrazia. Ma quale contributo al Ttip può dare un Parlamento disomogeneo come il Parlamento europeo, eletto da poco più del 40% degli aventi diritto? Eppure stabilisce vincoli preliminari che i negoziatori europei non possono ignorare. L' Unione Europea sa che la globalizzazione impone un cambio di marcia nell' economia e nell' innovazione. Pena il declino. Per inveterata abitudine regolamentare, ha risposto per lo più con sigle accattivanti quali «Europa 2020» (che con l' avvicinarsi della scadenza sta scivolando nel dimenticatoio) o «Mercato Unico Digitale». E così via. Non se ne discute l' utilità se pragmaticamente realizzate. Adesso ha però di fronte una vera sfida. Saprà rispondere? L' alternativa è un definitivo «pivot to Asia». Del baricentro economico mondiale, non degli Stati Uniti. STEFANO STEFANINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 6 ottobre 2015 Pagina 53 Il Sole 24 Ore Normativa Enti Locali Contabilizzazione. Oltre a quanto risulta dai radiatori ci sono i costi per manutenzione e tecnici Il calore disperso va nelle spese Il «consumo involontario» va computato con la tabella millesimale Con i nuovi contabilizzatori di calore, chi paga per i costi non direttamente riconducibili al consumo volontario? Di questo dubbio si è discusso al convegno organizzato da Ambasciata di Danimarca, Unicasa e Anap lo scorso mercoledì a Milano. La questione nasce con il Dlgs 102/2014, che all' articolo 9, comma 5, recependo la direttiva 2012/27/Ue, ha reso obbligatoria, per i condomìni riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata, l' installazione, entro il 31 dicembre 2016, di sistemi di controllo e di contabilizzazione del calore, per misurare il consumo individuale di ogni singola unità immobiliare. Il decreto ha poi imposto l' ulteriore obbligo di suddividere tra i condòmini le spese connesse al consumo del calore in relazione: 1) agli effettivi prelievi volontari di energia termica, 2) ai costi generali di manutenzione dell' impianto secondo quanto previsto dalla norma tecnica Uni 10200. Dato che si tratta di materia soggetta alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni, la normativa è stata accompagnata da norme regionali. Va ricordato che queste norme, essendo dettate a tutela di un interesse pubblico nazionale, e anche sovranazionale, sono imperative, assolutamente inderogabili, e ogni negozio giuridico in violazione delle stesse è radicalmente nullo. Ciò posto, l' amministratore, per adempiere agli obblighi di legge entro il 31 dicembre 2016, dovrà sottoporre alla delibera dell' assemblea l' affidamento dell' incarico al progettista per la redazione del progetto e della relazione tecnica, nonché l' esecuzione dell' intervento medesimo. Trattandosi di interventi per l' adozione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, ai sensi dell' articolo 28 della legge 10/91, essi possono essere deliberati con la maggioranza prevista dall' articolo 1120 del Codice civile o con la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell' edificio. Se, però, l' assemblea non raggiungesse il quorum deliberativo, e tenuto conto del carattere imperativo delle norme, qualunque condòmino sarebbe legittimato a ricorrere alla magistratura per ottenere l' esecuzione d' ufficio dei lavori previsti dalla legge. La norma ha effetti di grande rilievo anche sulle modalità di riparto delle spese, che dovranno essere addebitate, per una parte, in base agli effettivi prelievi volontari di ogni condomino, rilevati dai contabilizzatori; per un' altra parte, in base ai costi generali di manutenzione determinati secondo la norma Uni 10200 e, quindi, addebitati sulla base dei millesimi di riscaldamento, calcolati sempre, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 23 6 ottobre 2015 Pagina 53 < Segue Il Sole 24 Ore Normativa Enti Locali secondo la stessa norma Uni; il tutto sulla base di un' ulteriore relazione predisposta da un tecnico abilitato. Nel concetto di spese di manutenzione sono da comprendersi le manutenzioni ordinarie, le piccole riparazioni, i costi del tecnico abilitato alla conduzione e del terzo responsabile. In tale ambito dovrebbero, però, essere ricompresi anche i costi collegati ai cosiddetti consumi involontari, ovvero le dispersioni, che la norma Uni 10200 prevede ma che, apparentemente, non troverebbero collocazione nelle modalità di riparto previste dall' articolo 9, comma 5 del decreto in esame. Anche la norma Uni 10200 è divenuta, per effetto del suo recepimento nella legge dello Stato, norma imperativa non derogabile. Ogni delibera assunta in violazione della disciplina è nulla, con la possibilità di impugnazione senza limiti di tempo. I nuovi criteri di ripartizione quindi prevarranno sui regolamenti condominiali, anche se contrattuali, e sulle relative tabelle millesimali. Sono nulle anche le deliberazioni fondate su ripartizioni dei costi che abbiano introdotto "criteri correttivi" (connessi all' impatto delle dispersioni) nella individuazione dei consumi addebitabili ai singoli utenti, dato che tale meccanismo non è previsto dalla norma Uni 10200. E quelle che abbiano individuato quote fisse "forfettarie" una da addebitare secondo i consumi, l' altra secondo le tabelle millesimali. © RIPRODUZIONE RISERVATA. FRANCO CASARANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 24 6 ottobre 2015 Pagina 4 Italia Oggi Sindacati pillole Papa Francesco si ricorderà di monsignor Charamsa. Si è fatto un Sinodo al fazzoletto. * * * Mondadori compra Rcs e Franceschini si allarma. Con chi pubblicherà ora i suoi libri? * * * Il canone Rai nella bolletta elettrica. E poi tutti a vedere La scossa con Amadeus. * * * Verdini canta «La lontananza». Da Berlusconi? * * * Sospensione per Barani e D' Anna. E pure un sospensorio. * * * Air France, manager in fuga a torso nudo. E poi i sindacati parlano di colletti bianchi. PIERRE DE NOLAC Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 6 ottobre 2015 Pagina 2 La Stampa Sindacati Il manager professore che insegna relazioni sindacali Xavier Broseta (qui sopra), il responsabile delle risorse umane di Air France che ieri è stato aggredito da un numeroso gruppo di dipendenti ed è scappato a torso nudo, è un esperto di relazioni con i sindacati Al di là del suo impiego nella compagnia, tiene corsi e conferenze alla Sorbona per insegnare agli studenti universitari come gestire i rapporti con le organizzazioni dei lavoratori Sul piano personale, chi lo conosce bene lo definisce «una persona ragionevole, conciliante» Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26