Centonove numero 30

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Centonove numero 30
centonove
MESSINA. SUICIDIO LONGO, SPUNTA UN’ALTRA INCHIESTA
Il docente coinvolto nell’indagine sull’omicidio di un guardiacaccia ucciso a Cesaro’
ANNO XX N. 30
2 AGOSTO 2013
EURO 1,50
PAG. 11
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
Il presidente della Regione Rosario Crocetta in una elaborazione fotografica
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
REGIONE
Re
Saro
Il presidente Crocetta
si appresta ad andare in vacanza
indebolito dalla crisi
e dallo scontro con il Pd.
Ma non si arrende e rilancia.
Con la politica degli annunci.
E la sfida a Renzi
il punto
2 AGOSTO 2013
centonove
EDIT
Un sindaco
da studiare
UN GRUPPO DI ricercatori della
Università di Messina si sono
messi al lavoro per indagare le
ragioni di successo del sindaco
Renato Accorinti. Diranno un
bel poʼ di cose, con ammirabili
slaid e grafici. Avranno però
qualche difficoltà a dire che
Accorinti è stato eletto “per
provocazione”. Perché
semplicemente gli elettori si
sono “rotti” dei giochini dei
partiti. La delega, analisi del
voto alla mano, è che Accorinti
è il sindaco votato dalla destra.
Perché Messina è città
borghese. E di destra. Ora la
delega al sindaco “scalzo” che
fa colore anche per i settimanali
tedeschi, è che deve fare
rimettere le scarpe a Messina,
per rimetterla in movimento
dopo anni di sabbie mobili.
Lʼopera è improba. Perchè
Accorinti in primis sa che tutto
questo non è possibile se, oltre
al voto al sindaco e alla sua
compagine, non si restituisce
“la fiducia del popolo offeso”.
La mobilitazione dei volontari a
pulire le erbacce davanti al
palazzo di Giustizia ha una
funzione simbolica di richiamo.
Ma ad essere puliti non
vorremmo fossero solo le
aiuole del Palagiustizia ma
anche i quartieri degradati. Da
Camaro a Giostra, isolato 13
compreso, dove Accorinti è
andato a chiedere i consensi.
La prossima volta il Palazzo di
Giustizia allʼesterno vorremmo
fosse pulito “simbolicamente”
dai magistrati. Che prendano
ramazza e secchiello per
dimostrare anchʼessi,
impegnati in alcune direzioni di
indagini, di avere senso civico.
Eʼ tempo che ognuno faccia la
propria parte. Coi fatti.
Renato Accorinti
La forza delle piccole cose
A un mese dall’elezione a sindaco di Messina, Accorinti sembra aver preso
la strada giusta. Ora occorre affondare il bisturi sulle abitudini “furbesche”
DI DOMENICO BARRILÀ
IL RISULTATO DELLE ULTIME amministrative a Messina fa
pensare ad un tentativo di mutamento culturale profondo, tuttavia
governare questa città che versa in una disperata situazione
economica e sociale, richiede competenza manageriale
decisamente elevata. Aspettiamo dunque a esprimere un giudizio
su quanto sta accadendo in questo luogo, consegnatosi in
passato a diversi pifferai, benché l'elettorato fosse consapevole
del fatto che si trattava di persone spesso impreparate e ciniche. È
stato così che per decenni il tentato suicidio collettivo è andato
avanti come se niente fosse. L'unica volta che i messinesi
avevano battuto un colpo si era creato un clima quasi simile a
quello attuale. Era il tempo della giunta Providenti, scaricata con la
stessa disinvoltura con cui era stata incoronata. Ora è arrivato
Renato Accorinti. Scelto nell'uno contro uno, perché a sistema
politico schierato aveva preso solo due voti su dieci, pure
rappresentando una novità considerevole, a riprova della natura
ostinatamente clientelare di larghe fette dell'elettorato messinese.
I punti di forza dell'attuale sindaco rispetto al predecessore sono
numerosi, piace soprattutto la positiva inclinazione per cose
piccole, quelle che a Messina non funzionano da sempre e ne
fanno una città nemica dei suoi figli (e viceversa). Sistemare le
aiuole e ripulire le fontane sembra poca cosa, in un luogo
oppresso da problemi economici ed occupazionali, eppure, se non
ci si ferma come al solito alla prima pietra, questa è la strada da
seguire, chi comandava prima non aveva tempo per
"sciocchezze" del genere essendo affaccendato in altre faccende
che, a giudicare dagli arresti dei giorni scorsi, non erano
propriamente quelle dei cittadini. È questo il terreno sul quale può
avere luogo l'unica rivoluzione possibile in riva allo Stretto, quella
del mutamento dei comportamenti minimi. Solo un gruppo di
amministratori risoluti a mettersi in prima fila e a dare l'esempio
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
può seminare solchi fecondi. Ci aspettiamo, tanto per dire, che
mai un parente o un amico degli attuali amministratori messinesi
riceverà il minimo favore e, qualora dovesse accadere, il
responsabile non perderà un minuto prima di rassegnare le
dimissioni. Ci aspettiamo che il nuovo sindaco affermi
pubblicamente che la raccomandazione sarà trattata come un
crimine sociale grave e come tale denunciata. Ma ci aspettiamo
pure che si faccia capire ai dipendenti comunali che lo stipendio lo
prendono dai cittadini, che vanno rispettati e serviti come clienti
privilegiati. Ricordo da ragazzino l'abisso senza rimedio che si
avvertiva avvicinandosi allo sportello dell'ufficio anagrafe o a un
qualsiasi altro ufficio pubblico. La giunta Accorinti, sostenuta da un
seguito popolare senza precedenti, può permettersi azioni
pedagoghe scomode ma fondamentali, perché non si è
abbandonata alle promesse sconsiderate dei predecessori, quindi
non deve restituire nulla. Spero che i nuovi amministratori
sappiano che non sarà il possibile default ad affossare Messina,
bensì il persistere di una cultura politica primitiva e di abitudini civili
furbesche. Ê qui che va affondato il bisturi. Le condizioni sono
propizie, i pianeti sono allineati come mai in passato. La Messina
di oggi è guidata da un vescovo pratico e laborioso; si è dotata di
un rettore universitario prestigioso, arrivato in cima per meriti
scientifici e per capacità proprie; ora è amministrata da un sindaco
che viene dalla parte opposta a quella che ha generato i distruttori
del passato e del futuro. A questo si aggiunga che la magistratura
si è messa a scoperchiare forzieri che sembravano inviolabili,
dove si troveranno, verosimilmente, le prove del sacco economico
e morale della città. Certo non basterà pulire fontane e strappare
erbacce, occorreranno rettitudine, progetti, risorse e cultura
manageriale, ma in una città pulita e ordinata ci si raccapezza
meglio e le buone idee trovano la strada più in fretta.
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Graziella Lombardo
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centonove
Riservato
2 AGOSTO 2013
TOP SECRET
BENI CULTURALI
Montalbano, revocati
i fondi per Argimusco
MESSINA. Il dirigente generale
dellʼassessorato ai beni culturali
Sergio Gilardi ha revocato il finanziamento da quattro milioni di
euro per il recupero ambientale
del sito Argimusco di Montalbano
Elicona. Allʼorigine del provvedimento la mancata approvazione
delle autorizzazioni, presentate in
sede preliminare per la richiesta
dei fondi.
CNR DI MESSINA
Navitex studia l’espulsione
del socio Gps Consulting
TRADIZIONI. UN COOP DI EX LAVORATORI DELLA TRISCELE CI RIPROVA. I PRIMI DIECIMILA EURO LI METTE LA FONDAZIONE DI COMUNITÀ
“Birreria Messina”, il ritorno
MESSINA. Diecimila euro dalla Fondazione di Comunità di
Messina alla nascente cooperativa “Birreria Messina”, primo
contributo per una raccolta fondi che offra sostegno economico
ad unʼidea – “riprendiamoci la nostra birra” – lanciata dai
lavoratori e dalle lavoratrici della Triscele (ex Birra Messina), in
cassa integrazione dal giugno del 2011 al dicembre del 2012,
oggi senza tutele. La raccolta fondi sarà lanciata domenica 4
agosto, in un incontro in programma nel cartellone
dellʼundicesima edizione dellʼHorcynus Festival. La nascita
della cooperativa “Birreria Messina” avrà lo scopo di far
riprendere in città la produzione di birra, cessata nel 2007. La
raccolta fondi è iniziativa della Fondazione di Comunità di
Messina - Distretto Sociale Evoluto - che mette insieme le
principali realtà dell'economia sociale e solidale messinese e
sarà lanciata con questo primo versamento di diecimila euro
effettuato dalla Fondazione per sostenere la decisione dei
lavoratori e accompagnare l'avvio della cooperativa con un
concreto sostegno economico sugli investimenti iniziali.
Lʼappello che partirà dal palco del Festival, alla presenza dei
lavoratori della cooperativa “Birreria Messina”, sarà rivolto alla
città per raccogliere ulteriori fondi, nella logica dellʼeconomia
civile: “la nascita della ʻBirreria Messinaʼ, in questo senso, può
rappresentare unʼimportante esperienza di coesione sociale ed
economica” sottolinea il segretario generale della Fondazione
di Comunità di Messina, Gaetano Giunta. Lʼappello, oltre che ai
cittadini, sarà rivolto allʼintera filiera del consumo della birra,
nel tentativo di coinvolgere anche commercianti e ristoratori.
Sul fronte delle collaborazioni, da registrare la disponibilità del
Movimento 5 Stelle, che garantisce sostegno nella raccolta
fondi attraverso la portavoce allʼArs Valentina Zafarana. Le
coordinate bancarie per la raccolta fondi sono: IBAN
IT38M0501804600000000133502 presso Banca Popolare
Etica, via Catania 24 a Palermo, intestato a Fondazione di
Comunità di Messina con la causale “Fondo Birreria Messina”.
CAMALEONTI. LA SCELTA DELL’EX MINISTRO
INCHIESTE. LA PROCURA DI NAPOLI INDAGA SUGLI INCARICHI DEL PROFESSIONISTA MESSINESE
Romano, da Totò a Pannella
Premiata ditta Caratozzolo e Rubinetti
PALERMO. Un tempo era considerato il
naturale erede di Totò Cuffaro, oggi
impegnato a scrivere libri sul “silenzio delle
cormacchie” a Regina Celi. Ma Saverio
Romano (nella foto accanto) , ex ministro
dellʼAgricoltura, di recente assolto dallʼaccusa
di concorso esterno in associazione mafiosa,
da quando ha visto il suo ultimo delfino politico
abbandonarlo per “Articolo 4”, la creatura di
Lino Leanza, ha fatto un triplo salto della
quaglia e ha deciso di passare dal Cantiere
Popolare della Sicilia, che non ha più un
gruppo allʼArs, al partito transazionale di
Marco Pannella. Da democristiano è diventato
radicale. E ha perso ufficialmente la tessera.
“La mia è una decisione convinta,-ha
detto-frutto dellʼammirazione per un
uomo come Marco Pannella che a 83
anni si batte a tempo pieno per il rispetto
dei diritti civili. Ecco-ha aggiunto-non si
può oggi continuare a fare politica in
Italia senza una dovuta passione
politica. E il partito di Pannella è lʼunico
che la mantiene” .
MESSINA. Lʼultimo prestigioso
incarico che, insieme alla sua collega
Giuseppina Ivone, il professionista
messinese Enrico Caratozzolo, 47
anni, ha ricevuto è la richiesta di
concordato preventivo da presentare
per conto dellʼazienda al Tribunale di
Roma per il Gruppo Acqua Pia Marcia,
che in Sicilia tra le altre attività vanta
la gestione dei quattro alberghi
venduti dalla Regione, dal San
Domenico di Taormina, allʼExcelsior di
Catania, a Villa Igiea a Palermo. Ma
ora sulla qualità e sulla quantità degli
incarichi ricevuti da Caratozzolo e da
Giuseppina Rubinetti, già associata
allo studio Vietti, sono in corso
riservati accertamenti da parte della
procura della Repubblica di
Napoli, la stessa che ha
indagato il faccendiere
Luigi Bisignani,
autore del libro
“Lʼuomo che
pagina 3
sussurrava ai potenti” e la sua P4.
LʼIndagine è scaturita da una
telefonata intercettata dal pubblico
ministero Woodckoc,
tra il faccendiere Bisignani e lʼex
parlamentare forzista, finito in cella, il
magistrato Papa. Nella telefonata si
parlava di un incontro organizzato da
Caratozzolo, tra quattro ragazze
dellʼufficio legale delle Poste italiane,
e lʼex sottosegretario alla giustizia
Vietti, a proposito di una cena
“piccante” nella quale le ragazze
promettevano impegnarsi ai fornelli
per quattro diverse pietanze… Le
indagini, discrete, dei pm napoletani,
tendono ad accertare lʼentità degli
affidamenti da parte del Tribunale
fallimentare di Roma a Giuseppina
Rubinetti e a Enrico Caratozzolo alla
luce delle recenti inchieste aperte
dalla Procura di Perugia sulle
anomalie della sezione fallimentare di
Roma.
MESSINA. Lʼespulsione del socio,
Gps Consulting, società con sede
a Roma, coinvolta in una maxitruffa da 24 milioni di euro sulle
energie rinnovabili, è allʼordine
del giorno del consiglio di amministrazione urgente del Distretto
tecnologico e navale di Messina
del Cnr, Navitex, diretto da Gaetano Cacciola, che ha avuto finanziati vari progetti di ricerca. Accertamenti sono in corso sul ruolo del consulente Antonio Fabbrizio, per conto della società.
ASP 5 MESSINA
Assistenza domiciliare
Aggiudicazione in bilico
MESSINA. Il manager dellʼazienda
sanitaria Manlio Magistri ha deciso di rimettere allʼassessorato regionale alla Sanità il compito di
stabilire se procedere alla stipula
del contratto dʼappalto per lʼassistenza domiciliare integrata. La
gara dal valore 45 milioni di euro
in 6 anni era stata aggiudicata al
consorzio Sisifo di Carmelo Galipò. Il Tar di Catania aveva rigettato i ricorsi di Medicasa, seconda classificata. La decisione al termine di una lunga attività istruttoria che ha evidenziato diverse
anomalie.
SANITA’&AMMINISTRAZIONE
Caso Consolo: “Compatibile
primario e consigliere”
MESSINA. Lʼufficio legale dellʼAsp 5 di Messina con un parere riservato chiesto dal manager Manlio Magistri ha stabilito che Andrea Consolo neo eletto consigliere del Comune di Messina possa mantenere anche lʼincarico di
primario del reparto di Cardiologia dellʼOspedale di Patti. La
vexata quaestio è stata rimessa ai
legali dellʼazienda dopo che il responsabile dellʼanticorruzione
Giovanni Fiamingo se nʼera lavato le mani. Il manager sta valutando se chiedere comunque un ulteriore parere a Civit.
2 AGOSTO 2013
CHI SALE
L Antonino
De Simone
MESSINA. Il segreto del presidente dellʼAutorità portuale di Messina per mantenersi sempre in forma? È nel
suo cestello della spesa. De
Simone, che è solito fare acquisti alla Sigma di piazza
Fulci, guarda attentamente
le informazioni alimentari di
ogni cibo che acquista, non
mancando di comprare più
di una confezione di Activia.
LDaniele Sabatino
MESSINA. Il giovane messinese, vincitore dei Campionati Italiani di Tennistavolo
che si sono svolti a Riva del
Garda lo scorso giugno, è
stato ricevuto dal sindaco di
Messina. Ad Accorinti, anche lui uno sportivo, Sabatino ha donato una t-shirt con
dedica, ricevendo a sua volta il crest della Città.
LGiacomo
D’Arrigo
MESSINA. Crescono le
quotazioni del giovane
esponente dellʼAnci come
probabile candidato alla
segreteria regionale del Pd
per l'area di riferimento di
Matteo Renzi. DʼArrigo godrebbe della stima e dell'appoggio dei circoli e dei
comitati della Sicilia Orientale, che vedono di cattivo
occhio il palermo-centrismo del tandem Faraone/Ferrandelli.
L Fausto Puglisi
MESSINA. Continua a mietere successi, il creativo
stilista messinese. Negli
scorsi giorni, infatti, accolto con grande successo di
critica, ha aperto la sua prima boutique in Via Borgognona a Roma, dove sono
confluiti i più importanti addetti ai lavori della moda
italiana.
L
Giulio Seminara
CATANIA. Il giovane responsabile renziano dell'area catanese ottiene un
grande riconoscimento. Al
congresso di Portico di Romagna, infatti, è stato nominato responsabile regionale siciliano per "FutureDem", corrente liberal dei
giovani democratici, trampolino di lancio per le stagioni congressuali.
7giorni
centonove
SVOLTE. IL CSM APPROVA LA DECADENZA DELL’EX PM DI PALERMO
SOCIETA’
Ingroia, l’assenteista
Milazzo, incontro sulla figura del giudice Chinnici
Non ha preso servizio ad Aosta, unica sede dove non
risultata candidato alle ultime elezioni. La polemica
MILAZZO. Caterina e Giovanni Chinnici, figlio del giudice Rocco Chinnici ucciso dalla mafia il 29 luglio 1983 saranno presenti
al Castello di Milazzo, sabato 3 agosto, alle 19, per presentare
il libro “Così non si può vivere” di Fabio De Pasquale e Eleonora Iannelli, dedicato al magistrato. Interverranno il sindaco Carmelo Pino e il questore di Messina, Carmelo Gugliotta. Modererà lʼincontro il giornalista Gianfranco Cusumano. In occasione del trentenale della morte di Chinnici, il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha deposto una corona di fiori in via
Pipitone Federico, a Palermo, dove Chinnici fu ucciso assieme
ai carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e al portiere
dello stabile Stefano Li Sacchi.
ROMA. La Quarta commissione del
consiglio superiore della magistratura ha
approvato allʼunanimità la decadenza di
Antonio Ingroia dalla magistratura “per
assenteismo”. La decisione è stata presa
alla prima udienza utile dellʼorgano di
autogoverno dei giudici, che ha preso
atto del fatto che lʼex promotore del
Caltagirone, recuperato presepe dell’Ottocento
Movimento Azione Civile, dopo quindici
CATANIA. Un presepe dell'Ottocento in terracotta dipinta a magiorni dallʼultima intimazione del Csm,
no, opera dell'artista Giuseppe Bongiovanni Vaccaro, rubato nel
non ha preso servizio nella sede di Aosta,
2009 dalla Cattedrale di Caltagirone è stato recuperato da agenunica sede dove non risultava candidato
ti della polizia stradale del Calatino. Composto da nove pezzi
alle elezioni, dove era stato destinato.
realizzati dal maestro della celebre famiglia di 'figurinisti', alcuLʼex Pm palermitano, al centro già di altre
ne dei quali trovati danneggiati, il p dalla polizia stradale di Calinchieste a proposito dellʼatteggiamento
tagirone al vescovo della città, mons. Calogero Peri.
tenuto nei confronti del suo procuratore
capo e dei suoi rapporti con lʼex direttore
generale di Banca Nuova, Maiolini, dopo
Suicida dipendente Cefos, senza stipendio da mesi
la bocciatura della nomina a Riscossione
PALERMO. Un architetto che lavorava come amministrativo
Sicilia, propostagli dal governatore
al Cefop, Riccardo De Lisi, si è lanciato dal quinto piano del
Crocetta, si è accasato come
palazzo in via Imperatore Federico a Palermo dove si trovacommissario a Sicilia E-servizi, la società
no i locali dell'ente di formazione. E' morto nell'ospedale Vilmista per la telematica, partecipata dalla
la Sofia dove era stato ricoverato. L'uomo sposato con una diRegione Sicilia, da Accenture e da
soccupata, senza figli, da mesi non percepiva lo stipendio.
Engeeniring, al cento di una bufera,
Suoi colleghi sostengono che da qualche tempo De Lisi era
perché sta per scadere la “free way”, i
depresso.
tempi della fuoriuscita dei soci privati. La
Antonio Ingroia
Regione rischia di trovarsi si ritrova senza
Know how per la gestione dei sistemi
telematici, i cui server si trovano ancora in Valle
dʼAosta, e una vertenza irrisolta con i privati
dellʼimporto di 80 milioni di euro. Proprio sulla
quantità di fondi spesi e sulla qualità delle
assunzioni operate, lʼOlaf, lʼorganismo di
CATANIA. Francesco Paolo Giordano è il nuovo procuratore capo di Siracusa. Lo ha
controllo dei fondi europei ha aperto un
nominato, all'unanimità, il plenum del Consiglio superiore della magistratura, dopo avere
fascicolo. Ma nel leggere le carte della E-Servizi,
ottenuto il concerto del ministro della Giustizia. Attuale procuratore capo di Caltagirone,
lʼex Pm Ingroia si è nuovamente imbattuto nel
Giordano si insedierà nei prossimi mesi. ''Sono molto soddisfatto per il nuovo incarico - ha
cognome Napolitano. A trattare la transazione
commentato il magistrato - e anche gratificato per l'unanimità dei consensi. So bene
da “arbitro” per conto dei privati nei confronti
quello che mi aspetta e farò del mio meglio per fare lavorare con serinetà e efficienza la
della Regione Siciliana, è stato fino a qualche
Procura''. Giordano subentrerà al procuratore Ugo Rossi che, nel settembre del 2012,
tempo lʼesperto avvocato amministrativista
accogliendo la richiesta dell'allora ministro della Giustizia Paola Severino, la sezione
Giulio Napolitano, figlio del presidente della
disciplinare del Csm ha trasferito d'ufficio a Enna In magistratura dal 1977, Giordano è
Repubblica. Che prima che Ingroia si insediasse,
stato giudice al tribunale di Modica, sostituto procuratore a Catania e procuratore aggiunto
ha rimesso lʼincarico. Dal gruppo Engeeniring, di
a Caltanissetta, divenendo reggente dell'ufficio nei periodi di assenza del capo. Si è
recente, è uscito uno dei fondatori, lʼimprenditore
occupato di alcune delle inchieste più importanti sulla mafia, a cominciare dalle indagini
di Sambuca di Sicilia Rosario Amodeo, che dopo
sulla strage di Capaci, rappresentando anche l'accusa nel processo di primo grado, e di
i contrasti con il fondatore storico della società
via D'Amelio. E' stato anche pm del processo d'appello sull'omicidio Livatino. Dal 2008 è
Cinaglia, ha ceduto le quote alla Gp Morgan, per
procuratore capo di Caltagirone.
169 milioni di euro.
NOMINE
Siracusa, Giordano nuovo procuratore capo
PROTESTE. MALORE PER I DUE LIPAROTI ALLA SECONDA SETTIMANA DI SIT-IN. L’AVVOCATO SAMPOGNARO: «DENUNCEREMO IL GOVERNO ALL’AJA PER TORTURE»
Staminali, fratelli Biviano
di nuovo a Montecitorio
LIPARI. Marco e Sandro Biviano, i due fratelli di
Lipari affetti da distrofia muscolare che da giorni
manifestano insieme ad altri malati per la libertà di
cura con le staminali e che erano stati ricoverati
all'ospedale Santo Spirito per un malore, sono tornati
in piazza Montecitorio riprendendo il sit-in. "Hanno
firmato per lasciare l'ospedale - spiega Pietro
Crisafulli, presidente di Sicilia Risvegli Onlus - e
intorno all'una di notte erano di nuovo li, pronti a
riprendere la protesta". Il sit-in e' giunto ormai a due
settimane mentre si attende che l'ideatore del metodo
Stamina, Davide Vannoni, consegni il primo agosto al
comitato scientifico istituito dal ministero della Salute i
protocolli necessari per dare il via alla
sperimentazione. ''La brutta notizia del malore dei
fratelli Biviano - afferma una nota del Movimento vite
sospese - è arrivata contemporaneamente
all'informazione che l'Istituto Superiore di Sanità ha
detto 'no' a tutte le richieste fatte da Stamina e dai
malati, in particolare la richiesta che nella
commissione che vigilerà sulla sperimentazione sia
presente almeno un membro super partes''. Così,
commenta l'avvocato Desirèe Sampognaro
''condannano, di fatto, a morte migliaia di persone.
Infatti, con queste premesse l'unico dato certo è che
la sperimentazione non si farà. Questo Governo si
sta rendendo responsabile di un crimine contro
l'umanità, dovrà pagare per questo reato", dice
l'avvocato. Che aggiunge: ''Denunceremo il governo
italiano al tribunale dell'Aja per torture».
pagina 4
Sandro Biviano
centonove
7giorni
STROMBOLI
LA PROTESTA
BE4, sette giorni all’insegna della musica
Coppem, ente
sul baratro
Quattro amici portano alle Isole Eolie l’idea che spopola in Italia
STROMBOLI.
Lʼappuntamento è per il 10
agosto, quando ci sarà il
fischio dʼinizio del BE4, la
“seven days” che sta
spopolando nel sud Italia e
non solo, grazie al suo appeal
scenografico e musicale di
forte impatto. BE4 nasce
nellʼIsola di Stromboli dallʼidea
di 4 amici, Valeria Leone,
Elisa Russo, Leo Lippolis e
Claudio Galimi, che vivono e
lavorano da tempo nel mondo
della notte e degli eventi. Il
format è una vera e
propria maratona
musicale
caratterizzata dalle
performance di artisti
nazionali ed
internazionali (DJs,
Cantanti, Live-Set) di
grande spessore; da
allestimenti e
scenografie
estremamente
suggestive; da
unʼanimazione di
ballerini professionisti ed
acrobati del fuoco. A fare da
palcoscenico e cornice
dellʼevento è lʼesplosivo
Vulcano di Stromboli, in
siciliano “Iddu”, perla e faro del
Mediterraneo, in cui si fondono
in maniera armonica i 4
elementi della natura: lʼacqua,
lʼaria, la terra e il fuoco che
scandiscono il ritmo degli
aperitivi e delle nottate a suon
di house, techo‐house ed
elettro-music. Lʼedizione
dellʼestate 2013, prevede
contenuti: aperitivi dalle ore
19:00 e notti infuocate dalle
ore 23:00 Dj Resident: Leo
Lippolis; Support Djs: Alex La
Cava - Dj
MAL...COSTUME. I DIVIETI DA LIPARI A MILITELLO VAL DI CATANIA
Ai sindaci? Non piacciono le tette
LIPARI. Un tempo era lo sport preferito dei preti: in estate come un
ritornello impedivano lʼingresso in Chiesaa tutti quei turisti che si
presentavano davanti a pale dʼaltare e quadri del Seicento in
pantaloncini e infradito. Ora a prendere il posto dei preti, forse
divenuti più tolleranti a seguito degli scandali scoperti dietro il
confessionale che hanno portato papa Bergoglio a parlare della
“Lobby gay” del Vaticano, sono arrivati I sindaci. A suon di
ordinanze. Ad aprire le danze, è stato il primo cittadino di
Lipari, Marco Giorgianni. Con una nota fatta avere a tutti i
dirigenti e ai vigili urbani, ha chiesto che si prendessero
adeguati provvedimenti contro quelle turiste che
spesso mostrano scollature mozzafiato e magliettine
con le tette al vento. A ruota, si è aggregato il primo
cittadino di Gela, Angelo Fasulo. Nella patria di
Eschilo e di Crocetta è stata inviata una nota
ufficiale a tutti i dirigenti comunali e ai vigili
urbani cui il primo a rispondere è stato il capo
dei vigili urbani, Giuseppe Montana. Con un
avviso affisso alla porta ha informato gli utenti
che è vietato lʼingresso a maschi in
pantaloncini e vita bassa che vanno in
giro “in zoccoli e infradito”. Ma a reagire
a questa nuova forma di
“bacchettonismo” di Stato teso a
ripristinare il “comune senso del
pudore”, arriva anche la reazione di
alcune ammnistrazioni più free che
favoriscono “lo sciollero”. Eʼ il caso di
Militello Val di Catania, dove il Comune ha
sponsorizzato una manifestazione di “Car
wash”, due bellezze valchirie slanciate, quasi
in bichini, che armati di secchiello e spugna, si
sono trasformate in elaganti e “capricciose”
lavavetri…Ma qui le reazioni sono state di segno
contrario: i bacchettoni contro lʼamministrazione,
“troppo discinta a promuovere queste
manifestazioni”.
Seba - Pippo Panasiti Saverio Messina; Special
Performance Of: Ms. Roberta
Pernnisi - Mr. Matthew Jean
Paul Michael Sforza Special
Guest. Così il calendario: 10/8
Luca G From Ibiza; 11/08
Deeperfect Label Event:
Phunk Investigation; 12/08
Deeperfect Label Event:
Stefano Noferini - Mr Bizz;
13/08 Cannabi Night & Ku
Music: Riccardo Gava – Mc
Fago; 14/08 Mary Boccia From
Wmc Miami; 15/08 The Great
Voice Of Erick Morillo: Ms.
Shawnee Taylor (Usa); 16/08
The Fire Event; 17/08 The
Closing Night: Big Surprise
Party.
PALERMO. È allarme per i
dipendenti del Coppem, già in
regime di cassa integrazione in
deroga al 50% dal primo di luglio.
Gli impiegati dellʼente, a rischio di
licenziamento dal 30 di agosto,
dopo tredici anni di lavoro, di
attività progettuale e di sacrificio,
“sollecitano il Parlamento Siciliano
affinché impedisca la chiusura
dell'Ente, istituito con Legge
Regionale del 2000, per ridare
dignità ai dipendenti e
autorevolezza al Coppem che da
anni promuove collaborazioni fra
Città, Comuni, Enti intermedi e
Regioni dei Paesi del Partenariato
Euromediterraneo”. “Il silenzio del
Parlamento Siciliano e del
presidente della Regione
Siciliana, Rosario Crocetta scrivono - sta mettendo in
ginocchio struttura e
dipendenti in un
momento storico
occupazionale
allarmante”. In
finanziaria, il Coppem non
era stato finanziato.
ROSA E NERO
Rally in lutto, è morto il campione Agostino Biondo
SAN PIERO PATTI. Si è spento allʼetà di 48 anni Agostino Biondo, vicepresidente e socio fondatore della scuderia Sgb Rallye. Un grave lutto per il mondo dellʼautomobilismo
messinese e per il team della Sgb.
Agostino era uno dei migliori piloti
isolani, vincitore del campionato siciliano nel 2008 e
autore di numerose vittorie di categoria sia nei rally che negli slalom. Alla
moglie Meluccia, ai quattro figli Jessica, Giovanni,
Alessia, Luca e alla famiglia Biondo le condoglianze
della redazione di Centonove.
L’atletica catanese perde Vittorio Pistritto
CATANIA. Lutto per lʼatletica siciliana. Venerdì 27 si è spento Alfio Vittorio Pistritto, uno
dei padri fondatori dellʼatletica catanese. Insegnate, tecnico, dirigente della U.S. Mongibello Catania e giudice di gara, Pistritto ha
dedicato tutta la vita allʼatletica e allʼinsegnamento. Nel quartiere di San Cristoforo
e nelle scuole, il professore Pistritto ha
scovato diversi talenti come Elio Sicari,
Giuseppe Ardizzone, Riccardo Di Gregorio, Aldo Anastasi, Paolo Bonanno, Salvo
Fleres, Antonio Condorelli, Giuseppe Rapisarda, Davide Ciccia e Andrea Spezzi. I funerali si sono tenuti il 29 luglio, alle 15,30
presso la Chiesa Santa Maria dellʼAiuto a Catania.
pagina 5
2 AGOSTO 2013
CHI SCENDE
M Vincenzo Barone
MESSINA. Lʼaria di Messina
non fa bene ai proclami di
trasparenza del manager palermitano dellʼIrccs Neurolesi. Barone da due mesi rinvia il rilascio di copia di una
delibera. Lʼoggetto? Una
parcella da 8mila euro pagata dallʼistituto dei colli San
Rizzo al legale Lidia Di Masi,
moglie del direttore scientifico Dino Bramanti.
MPatrizia Panarello
MESSINA. Brutta gatta da pelare per lʼassessore comunale al Commercio di Messina.
Di fronte al problema delle
concessioni negate agli ambulanti in occasione delle feste di agosto, a causa dei pareri negativi di tre uffici, ha potuto solo chiedere “una necessaria e fattiva collaborazione con e tra i dirigenti”.
MPaolo David
MESSINA. Il capogruppo del
Pd al Comune di Messina ancora non ha inquadrato perfettamente le teorie dei cambiamenti dal basso. Quando
si discuteva di assegnare la
presidenza della commissione consiliare “beni comuni” ad un esponente del
gruppo di Accorinti, ha alzato le spalle e ha detto: «Chi è
'sta cosa? Beni comuni? Va
bene! A damuccilla!».
M Antonello
Cracolici
MESSINA. Lo storico deputato del Pd allʼArs ha deciso
di interpretare alla lettera il
rinnovamento del partito. In
occasione di una manifestazione della sua area “rifay
Pd” a Messina, si è presentato con un colore di capelli
molto acceso. Tanto che
qualche antico compagno
gli ha detto: «Rifay la tinta,
Antonello?».
M Gianni Lapis
PALERMO. Il tributarista
onsiderato il prestanome
degli affari di Vito e Massimo Ciancimino, è stato cancellato dall'Ordine degli avvocati dopo la condanna
della Cassazione per tentativo di estorsione. Il legale
è stato condannato in primo grado a 9 anni, per il
crac Sicilcassa.
primopiano
2 AGOSTO 2013
centonove
REGIONE. Crisi e scontro col Pd indeboliscono il presidente
Crocetta, estate rovente
Annunci choc e creatività amministrativa per il governatore
che non si arrende. E rilancia con la sfida a Renzi
MESSINA. Lʼestate calda di Crocetta. Non va più allʼAtelier sul Mare di Antonio Presti perché ha preso
dimora poche centinaia di metri più in su, alla vecchia Torre di Castel di Tusa. Ma il gioco al rialzo del
Presidente della Regione e del suo Megafono comincia ad avere sempre meno fiato. Da una parte si è
aperto lo scontro interno con il Pd, che non vede bene la crescita “cannibale” del Movimento, arrivato
pure a chiedere le tessere di iscrizione ai milianti. Dallʼaltra non convince più la politica ondivaga di
Crocetta, che “non risponde più a una squadra di governo ma solo al suo umore”, fanno rilevare tanti
dirigenti del Pd, in linea con le posizioni di Cracolici. E allora? Ecco una carrelata degli annunci-choc
di “Re Saro”. Che una ne fa e cento ne pensa. Al punto che oggi nessuno prende più in
considerazione le dichiarazioni sugli autobus Ast che volano in concorrenza con lʼAlitalia e i Casinò
che si aprono come ventaglio sulle coste siciliane. Viaggio nella trasformazione di un politico che da
sindaco è diventato europarlamentare e governatore. E oggi punta allo scranno più alto: la segretaria
del Pd. Contro Renzi. E contro tutti.
DI ENZO BASSO
MESSINA. A dare il senso della
“creatività amministrativa” del presidente
della Regione Rosario Crocetta cʼè il
record registrato nella nomina dei suoi
capi di gabinetto: in pochi mesi di
governo ne ha cambiati quattro. Durano
in media poco più di un mese. E non
superano mai il periodo di prova, dettato
dallʼumore del presidente. Che non
sopporta sentirsi dire no. Lʼunica che ha
questo potere, di dire no al presidente, è
la sua ex assistente, Michela Stancheris,
diventata assessore al Turismo,
promozione “Sprint” sul campo al posto
del “maestro” Franco Battiato,
considerato che lʼultimo incarico era lo
sportello per lʼinternazionalizzazione
delle imprese. Lʼultimo capo di gabinetto
a prendere la tolda di comando è Gianni
Silvia. Succede a Enza Cilia, ad
Antonella Bullara e a Maria Mezzapelle.
Eʼ un segno della rivoluzione del
“Megafono e scarpe da tennis”. Ma
quanto durerà Gianni Silvia? “Boh” è la
risposta che gira a Palazzo dʼOrleans.
Dove i dirigenti non sanno più a che
santo votarsi. Con Crocetta ce nʼè una al
giorno. Un giorno gli uccellini del Parco
della Regione, che vengono “sfrattati”.
Un altro i giornalisti che vengono
mandati a casa, insieme a tutto
lʼufficio stampa. Poi ci sono gli
annunci: il Muos, poi a sorpresa
la firma per dire sì al Muos
diventato innocuo: non firmare
sarebbe costato troppo. Poi lo
scandalo della formazione
professionale. Rimossi alcuni
dirigenti e sostituiti con
personaggi amici, come lʼex
ristoratore della focacceria San
Francesco Conticello, passato
dal panino con la meusa allo Ial
Cisl. Intanto, la Sicilia muore.
Lʼultimo morto suicida della
formazione si chiama Riccardo
De Lisi, 44 anni, della Filca Cgil,
figlio di Pippo De Lisi. Era un
dipendente Cefop. Non
Michela Stancheris
Rosario Crocetta
prendeva lo stipendio da mesi.
Fino alla decisione estrema.
Se ne sono accorti da ultimo anche
“Lʼimpressione-dicono a denti stretti
blasonati giornali nazionali. Se
alcuni dirigenti del Pd che non tengono
Pierangelo Buttafuoco ha dedicato un
più sotto controllo il presidente del
paginone del “Foglio” al “papocchio”
Megafono- è che Crocetta non abbia il
Crocetta e alla fabbrica di annunci che sta
senso di quello che la Sicilia vive. Si
affossando del tutto la Sicilia, il più
trova in perenne scarica adrenalinica. Il
compassato Aldo Grasso in un un
Megafono gli è entrato così tanto dentro
“fogliettone” del Corriere della Sera ha
che non fa che fare annunci. Annunci.
fatto ridere mezza Italia: Crocetta è
Annunci. Su questo è nata anche una
riuscito a infilare una gaffe dopo lʼaltra
pagina facebook: Crocetta può.
alla commemorazione dello sbarco degli
Alleati in Sicilia, costringendo
lʼambasciatore Usa a mollare subito la
manifestazione, per non sentire parlare a
vanvera di Muos e sbarchi alleati, con
confusione di date e dintorni.
Ad accorgersi di questa “ipertrofia dellʼio”
sono anche i suoi assessori: lʼassessore
ai lavori pubblici Nino Bartolotta, che sta
sbloccando fondi per le imprese, per le
GRANDANGOLO
Megafono a Messina
“Doppia identità”
Così la gestione della candidature
ha spaccato il Movimento. Che ora...
MESSINA. Ma comʼè organizzato il Megofono in
provincia di Messina? “Eʼ un partito liquido”, ama dire il
presidente. Non si sa se nel senso di fluido, o che
cosa. Ma da Catania a Ragusa anche a Messina, si
mantiene una “doppia identità”
nella gestione del Megafono. La prima fa
capo allo stesso presidente che ha indicato come
portavoce Giuseppe Ardizzone.
Lo stesso non risulta essere in buoni rapporti con i
suoi due “vice”, Giuseppe La Face e Massimo
Finocchiaro. Che ne hanno pubblicamente preso le
distanze per il modo in cui sono state gestite le
candidature alle passate amministrative. Fanno parte
poi del club dei crocettiani, Laura Pulejo, Rosalinda De
Francesco, Alessandro La Cava, Si sono perse le
tracce, invece, di Gianni Miasi, ex sindaco di
Roccalumera, che in campagna elettorale invitava
segnare “una crocetta” sul Megafono.
Sullʼaltro fronte ci sono i seguaci del senatore Lumia.
A coordinare le attività è
Ciccio Calanna, commissario dellʼEsa, che ha dato il
suo primo incarico nellʼente in liquidazione a un
fedelissimo, Giovanni Rovito.
Seguono a ruota Angelo Burrascano, il re delle coop
di destra, ex fedelissimo di Santi Formica, Busacca, e
pagina 6
Nora Scuderi, consigliera comunale. A questi si
aggiunge la “new entry”, lʼingegnere Pernice. Sul
posizioni critiche verso i lumiani si prsenta il
milazzese, Massimo DʼAmore. A fare da mediatore sul
territorio, lʼonorevole-notaio messinese Giovanbattista
Coltraro, segretario della commissione attività
produttive allʼArs, eletto in provincia di Siracusa.
Crescono intanto le disaffezioni verso il movimento
crocettiano.
Non sono piaciute a tanti le dichiarazioni di Crocetta in
piazza Duomo a Messina contro Accorinti, definito una
sorta di acchiappanuvole “che rincorre il Ponte che
non si farà più”. Qualche giorno dopo Crocetta ha
spostato il tiro e ha parlato con ammirazione del
successo di Accorinti, “per il suo fenomeno, che il
Megafono intende accompagnare e sostenere”.
Ma queste giravolte in politica si chiamano…
revisionismo.
centonove
primopiano
2 AGOSTO 2013
VERTENZE
Irpef e dintorni, i rilievi
della Corte dei conti
PALERMO. La situazione dei
conti della regione Sicilia
preoccupa Roma. Cancellata
lʼipotesi di un aumento
dellʼIrpef, fatto che ha messo
in crisi i rapporti con
lʼassessore al bilancio Luca
Bianchi, il governo per fare
fronte ai rilievi della Corte dei
Conti che ha
messo il dito sulla
piaga dei residui
attivi, quasi 3,5
miliardi di
euro, sta
valutando
lʼipotesi di
fare un nuovo
maxi-prestito con un mutuo
trentennale, che costerebbe
alle casse dellʼIsola ben 53
milioni di euro lʼanno. Una
manovra lacrime e sangue,
che non risolve i problemi di
fondo dellʼeconomia siciliana:
ingessata da centomila
precari a caccia di una
stabilizzazione che il
governatore non nega,
mantenendo un clima di
aspettativa che riempie le
piazze. I nuovi debiti servono
a mantenere nuove proroghe
per i precari, un bacino
composito di custodi,
forestali, ex articolo 23, Pip in
carcere e Pip “a piede libero
e braccia conserte”. Gli
economisti osservano un
ondeggiare nei provvedimenti
che ricalcano il
comportamento dei
predecessori: non si crea un
fondo di garanzia con il
patrimonio immobiliare e si
va avanti solo a finanziare
lʼesistente con i pannicelli
caldi dei forestali spostati a
pulire le aiuole
dellʼautostrada. I fondi
europei, causa lo
spostamento dei dirigenti,
Nino Bartolotta e Giuseppe Lupo
non sono ancora
riprogrammati.
trasversale in aula chieda la
sfiducia del Presidente
Crocetta.
Formazione,
la resa dei conti
MESSINA. Della battaglia
sulla formazione
professionale e della lotta ai
comitati di affari dentro al
regione il governatore ha fatto
uno dei suoi cavalli di
battaglia. Ma alla prova del
nove, del decreto
antiparentopoli, allʼatto
dellʼapprovazione, si scivola
sul nulla, segno-rimarcavamo
in tanti-che il governo non ha
una maggioranza dʼaula. Non
è piaciuto lʼatteggiamento di
Crocetta che informato sulle
problamtiche connesse alla
formazione, abbia fatto buon
viso e cattivo gioco con la
componente che fa capo al
leader di Innovazioni,
Francantonio Genovese (nella
foto in basso con la moglie).
Lʼaria che si respira nel partito
è di fastidio per
lʼatteggiamento di “unto” del
presidente. Che è stato eletto
con i voti di Genovese e
Rinaldi e poi, senza tanti giri di
parole, ne ha chiesto le
dimissioni dal partito,
menando vanto che lui non
guarda in faccia nessuno. Un
clima da resa dei conti, che
presto farà mancare a
Crocetta il consenso
istituzionale che il segretario
del partito Lupo ha finora
assicurato. Alle rimostranze di
Crocetta che ha risposto a
DʼAlia che nessun rimpasto è
richiesto, ha preso di nuovo
peso lʼipotesi che un disegno
tratte ferroviarie, per i raccordi
autostradali, non riesce a comunicare
allʼesterno. Così Dario Cartabelotta
costretto a scriversi i comunicati da solo.
Altri tacciono. Sono solo l'ombra del
presidente. Perchè il Megafono è solo del
presidente. Che ne trova una al giorno:
gli sprechi al “118” e a Sicilia e-servizi, gli
scandali alla formazione professionale,
gli stipendi a casa per i carcerati, le
accuse ad Alitalia di fare monopolio e
alʼannuncio della creazione di una
compagnia low-cost su ruote gommate
Ast, il lancio di idee “deja vu come i
Casinò. Tre, quattro, cinque. Tanto li
fanno i ricchi e la mafia non ci va. Un
meccanismo impazzito?
Gli osservatori escludono che a dare
consigli a Crocetta, sotto il profilo della
comunicazione, sia ancora la società di
Klaus Davì, che seguiva lʼallora sindaco
Province, dipendenti
senza stipendio
Ragusa, Muos
e tradimenti
RAGUSA. Dopo Niscemi,
Caltagirone e ora Ragusa.
Dilagano a macchia dʼolio i
municipi occupati contro la
decisione del governo
Crocetta di autorizzare il
prosieguo dei lavori per il
sistema satellitare Muos,
lʼAntenna Nato sospettata di
inquinamento
elettromagnetico. Su Niscemi
campeggia una scritta:
“Revochiamo Crocetta”. Per
dire “No al Muos” è nato un
coordinamento regionale che
si è sentito tradito
dallʼatteggiamento ondivago
del presidente: prima col
Megafono a quattro venti a
dichiarare che mai avrebbe
autorizzato lʼopera, per poi
rimangiarsi in una notte la
promessa dopo una breve
relazione dellʼistituto sanitario
nazionale che certifica come
innocuo lʼimpianto. Anche sui
questo punto, alle rimostranze
di Crocetta che si difende
dichiarando che la decisione
di approvare il Muos non era
sua ma del governo
Lombardo, il Movimento 5
Stelle lancia la sfida: vada
avanti per cinque giorni a
oltranza a varare una legge
che dica no allʼimpianto.
Polemico sul punto anche il
“renziano” Ferrandelli. Dal 5 al
9 agosto manifestazioni di
protesta sono pre viste in tutta
la Sicilia orientale. Il nove
di Gela con un incarico da ottantamila
euro, perché a caccia di platee nazionali.
Ora Crocetta è alla sovraesposizione che
precede per i tecnici “il botto”. E la
conseguente crisi di rigetto.
Ma il fenomeno Crocetta quanto
durerà? Gli osservatori hanno già colto
che la politica delle denunce viene
sempre seguita da nomine fatte ad arte.
Se sfugge la Serit, un posto ad Ingroia
lo si trova a Sicilia E-Servizi. Un posto
per tenere buono lʼUdc lo si dà pure
allʼimprenditore Basile allʼIrfis e un
sotto-posto per tenere a bada “Articolo
4” di Lino Leanza lo si dà alla segretaria
generale Patrizia Monterosso, sfiorata
da qualche ombra nello scandalo
Giacchetto: i fondi della comunicazione
gestiti a suon di tangenti. Una regia
sottile che non lascia nulla al caso. Se il
ministro per lo sport Iosefa Idem ha un
pagina 7
agosto, come per i Cruise a
Comiso, una grande
manifestazione è prevista
davanti ai presidi militare. I
sistemi di sicurezza sono in
allarme.
PALERMO. Tra due mesi i
dipendenti delle Province
regionali rischiano di non
prendere più lo stipendio. Eʼ il
dato allarmante che emerge
da una indagine svolta dalla
Cisl Funzione pubblica, dopo
lʼabolizione degli enti
intermedi disposta dal
governo regionale guidato da
Crocetta con cinque soli
articoli. A guidare gli enti, sono
subentrati i commissari
nominati da Crocetta. Ma a
partire da Messina si sa solo
cosa è stato cancellato, ma
sono lontani da venire i liberi
consorzi che dovrebbero
sostituire le Province. A
rischio anche la gestione delle
scuole e delle strade,
competenze, sulle quali finora
non è stata fatta chiarezza,
nella fase transitoria disposta
dalla legge fino al 31
dicembre. “ Abbiamo chiestoha rilevato il sindacalista
Badagliacca-che si proroghi di
un anno il riordino degli enti-al
fine di evitare traumi e
disservizi che sono già dietro
al porta”. Sul punto è
intervenuto anche il
Movimento 5 Stelle, che ha
detto chiaro e tondo al
presidente attraverso il
capogruppo Cancelleri che “i
consorzi che dovranno
nascere non saranno più di
nove, e certo non ci sarà
Gela”. Il leit-motiv del gruppo è
poi berlusconiano: “Se no
stacchiamo la spina…”.
problema a Roma cʼè un
Crocetta subito pronto a nominarla
ambasciatrice dello Sport in Sicilia a
patto di guadagnare qualche titolo in un
tg nazionale. Arriva perfino ad offrire un
posto di dirigente allʼAst allʼingegnere
Mario Bellomo, rapito in Siria e poi
rilasciato, che risponde: lavorare in Siria
è sempre meno pericolo che lavorare in
questa Sicilia, no grazie…”.
Ma lʼimprovvisazione apparente è solo
una azione mirata a conquistare casella
dopo casella. Un gioco molto chiaro al
Pd. Che ha deciso di passare allʼazione,
portando il governatore davanti ai
probiviri. “Decida se stare con Megafono
o col Pd”. Il risultato finale? Unʼaltra
annacata. Crocetta non rinuncia, ma
cammina sul filo del rasoio. E prova a
rilanciare: sfido Renzi per la segreteria
nazionale.
Politica
Emilia Barrine
2 AGOSTO 2013
Paolo David
Pippo Trischitta
PALAZZO ZANCA. Iniziano i lavori in aula. Ecco come è andata
Consiglio, buona la prima
Il presidente Emilia Barrile guida con pugno di ferro, Trischitta polemizza, David “richiama”
Gioveni (che risponde), Santalco sale in cattedra. Nelle commissioni mancano i professionisti
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. In attesa di definire i primi atti
amministrativi, di capire quali delle
proposte di delibera saranno ereditate
dalla precedente consiliatura (mai votate
ce ne sono di fondamentali tipo quelle sulla
trasformazione dellʼAtm in Spa) e di
prendere dimestichezza coi lavori dʼaula, il
nuovo consiglio comunale messinese si
riunisce per la prima volta dopo la seduta
inaugurale culminata lʼinsediamento. E le
pedine iniziano a muoversi.
I GALLETTI DʼAULA. Già dalla seconda
seduta dʼaula, le dinamiche che
governeranno i prossimi mesi si sono
chiarite. LʼUdc manda in avanscoperta il
“verboso” Libero Gioveni, vero
stakanovista della parola politica che già in
passato, da consigliere di quartiere, si era
distinto per la disumana quantità di note e
comunicati prodotti, e che si sta
pienamente riconfermando, in aula e fuori,
nei primissimi scorci di consiliatura. Gli
esponenti del Pd, soprattutto i rieletti,
stanno facendo pesare il loro essere
veterani. Come Paolo David (due
richieste di sospensione su due sedute)
che fa il bullo con le matricole, richiamando
dai microfoni proprio Gioveni ed
insegnandogli come si sta al mondo
(meglio, in aula) in unʼarticolata
spiegazione fornita al consigliere Udc
sostanzialmente riassumibile in un “i vostri
panni sporchi lavateli in famiglia”. Gioveni,
manco a dirlo, ha risposto. Anche Nicola
Cucinotta, uno di quelli che nelle
primissime ore dellʼelezione a sindaco di
Renato Accorinti si era dichiarato
agguerritissimo, in questa fase
“gigioneggia”. Da antologia il suo
intervento di ringraziamento per aver
ottenuto la presidenza della
sostanzialmente inutile commissione per
le verifiche elettorali, al termine della quale
i più non avevano capito se scherzasse o
parlasse sul serio. E se Peppuccio
Santalco vorrebbe riportare tutto sui binari
della competenza in punta di diritto, il Pdl
per il momento si affida solo ed
Libero Gioveni
centonove
esclusivamente alla verve polemica di
Pippo Trischitta che duetta col sindaco
sui costi della Vara del 2013 rispetto a
quelli del 2012 (mentre uno scalpitante
Piero Adamo sta ai margini e non attende
altro che il gioco si faccia duro per iniziare a
giocare). I quattro consiglieri della lista di
renato Accorinti per adesso osservano
sornioni lʼevolversi delle situazioni, senza
prendere particolari posizioni. Inutili, tra
lʼaltro, visto che ancora il consiglio
comunale è alle fasi “procedimentali”. Su
tutti Emilia Barrile, presidente che
governa i lavori dʼaula con pugno di ferro in
guanto di velluto e si sta rivelando una
piacevole sorpresa, pur non mancando di
autosottolineare la sua mancanza
dʼesperienza dallo scranno più alto del
consesso. Il problema, però, sono le
commissioni. O, meglio, chi le compone.
DOVE SONO I PROFESSIONISTI? Una
nota dolente, che si è palesata nel
momento della composizione delle
commissioni, è la penuria di professionalità
specifiche in aula. Dato che le commissioni
sono gli organi che dovrebbero esaminare
le delibere in entrata prima di sottoporle al
voto, e che quindi necessiterebbero di
qualcuno che, oltre a saper leggere atti
amministrativi sappia anche qualcosa della
materia di cui si tratta, la presenza di
professionisti sarebbe dʼuopo. E invece
niente. Nella prima commissione, quella al
bilancio, non solo di commercialisti non ce
nʼè neppure lʼombra (dato che in aula non
ne siedono), ma non ci sono nemmeno
surrogati. Avrebbero potuto farne parte
Paolo David, che di mestiere fa il direttore
di banca, o Simona Contestabile, che in
un istituto di credito ci lavora. E invece
niente, il primo è capogruppo, la seconda è
stata destinata ad altro. E se, per esempio,
la scorsa commissione allʼUrbanistica era
guidata da Mimmo Guerrera che di
professione fa il geometra, in quella attuale
lʼunico che abbia attinenza con lʼargomento
trattato è Claudio Cardile, che
fortunatamente è ingegnere e
sfortunatamente è lʼunico in aula che possa
districarsi tra piani particolareggiati e zone
B4c. Stessa situazione alla sesta
commissione, quella con delega tra le altre
ad avvocatura e contenzioso. Su quindici
componenti, esercitano la professione di
avvocato solo Piero Adamo e Antonella
Russo, che durante la prima seduta si è
prodotta in un dotto intervento in punta di
diritto che ha messo in chiaro come, per le
questioni che richiamano leggi, norme e
regolamenti, è a lei che in aula ci si dovrà
aggrappare. Sarebbe stato utile anche
Trischitta, ma come capogruppo del Pdl
non è ammesso a sedere in commissione.
PIANO DI RIEQUILIBRIO
La commissione pilatesca
strazione eletta dai cittadini, e invece per tutta risposta la richiesta
è stata inoltrata dal ministero alla Corte dei Conti. A rispondere,
quindi, saranno i magistrati contabili. Questo nonostante la parata di parlamentari nazionali e regionali messinesi avesse assicurato il massimo appoggio al sindaco Accorinti non più tardi di qualche settimana fa. Cosa è successo? Di fatto, la ommissione per la
Stabilità Finanziaria degli Enti Locali del Ministero dellʼInterno, riuMESSINA. Come Ponzio Pilato fece con le sorti di Cristo, anche
nitasi martedì 30 luglio, dopo i due pareri contrari ha ritenuto di non
di destini finanziari del comune di Messina la comrinviare lʼistruttoria del “piano-Croce”, rimettendo alla
missione ministeriale alla quale lʼamministrazione di
Corte dei Conti la valutazione della lettera di Renato
Renato Accorinti aveva sottoposto la richiesta di
Accorinti, che informava del fatto che lʼamministraziostoppare le procedure di esame del piano di riequiline sta procedendo alle due diligence della massa debrio (fallito) del commissario Luigi Croce, se ne è labitoria e conseguentemente alla rimodulazione del piavata le mani. Lʼassessore al Bilancio Guido Signorino stesso”. Le speranze di palazzo Zanca sono legano aveva chiesto al rappresentante dellʼAnci (assote adesso alla “magnanimità” della Corte dei Conti. Non
ciazione dei comuni italiani) Francesca Proia, ed al
dovesse autorizzare un nuovo piano, essendo quello
sottosegretario Gianpiero Bocci, la possibilità che a
proposto da Croce sostanzialmente fallito, per il coGuido Signorino
presentare un piano di riequilibrio fosse unʼamminimune di Messina sarebbe dissesto. (A.C.)
L’organo del Ministero passa la palla alla Corte dei conti.
Che stabilirà se e quando concedere la proroga per l’esame
pagina 8
centonove
Politica
2 AGOSTO 2013
RIVOLUZIONI. Il sindaco di S. Teresa di Riva istituisce una nuova tassa per costruire lo svincolo
De Luca e il casello fai da me
Vista l’assenza di finanziamenti pubblici l’opera sarà costruita con i 10 milioni di euro raccolti
tramite una tassa di scopo. Insorge la minoranza. La replica: «Decollerà l’economia»
DI MASSIMO FERRARO
SANTO TERESA DI RIVA. Non ci pensa il
Cas ed allora lo svincolo me lo faccio da
me. Questo il pensiero che regna nella
mente “ creativa” di Cateno De Luca, che
dopo un anno di apprendistato nel comune
jonico adesso getta le basi per il “decollo
economico” – a suo dire – della cittadina
da lui amministrata. Lʼiniziativa, che è più di
unʼidea, prevede la copertura finanziaria
dellʼopera (circa dieci milioni di euro )
attraverso lʼistituzione dellʼimposta
comunale di scopo – Iscop – il cui
inserimento è stato programmato nei
bilanci futuri. LʼIscop è una tassa introdotta
dal governo Prodi con la legge n. 296 del
2006 ed in fase iniziale il suo gettito era
destinato a finanziare opere pubbliche,
eventi ad altro interesse turistico, mobilità
urbana , asili, etc. La legge prevedeva che
la base imponibile di calcolo fosse lʼIci ora
Imu. Nel 2011 il decreto legislativo del 14
marzo ha introdotto alcune modifiche
riguardanti la sua disciplina rispetto al
dettato legislativo originario. In particolare è
stata aumentata la durata portandola ad un
massimo di dieci anni, è stato previsto
lʼampliamento dellʼambito di applicazione
potendo utilizzare il gettito per finanziarie
opere pubbliche diverse da quelle previste
in fase iniziale e riconosciuta la possibilità
che lʼimposta finanzi lʼintero ammontare
della spesa per la struttura pubblica da
realizzare. Occasione per portare a
conoscenza di questa possibilità è stata la
relazione annuale del sindaco in quella che
lui stesso ha definito “la notte bianca della
politica” con un consiglio comunale iniziato
alle 21,30 e finito quasi allʼalba del giorno
dopo. Lo svincolo di Catalmo rientra tra le
opere nuove in corso di progettazione ed è
previsto geograficamente nella zona nord
in adiacenza al corso del Torrente Agrò.
Lʼiniziativa ha animato il dibattito politico
che dopo anni torna a confrontarsi su temi
del “fare” e non su temi del “dare o avere”. I
pareri tra i cittadini e gli addetti ai lavori
Il presidente del consiglio decaduto, Saro Pergolizzi
Antonio Di Ciuccio
sono disparati e si dividono tra coloro che
vedono lʼopera come il volano per far
ripartire lʼeconomia di un comprensorio
frenato ormai da decenni dalla crisi
agrumicola e tra chi mal digerirebbe una
ennesima gabella che andrebbe a gravare
sul proprio bilancio familiare già precario.
Su internet è stato il gruppo chiuso
Facebook “ I love Cateno” ideato e
coordinato con un taglio critico dal
giornalista Pippo Puglisi a dare sfogo ai
commenti. Lì si sono raccolte le opinioni dei
frequentatori più o meno assidui del “tavolo
di dibattito virtuale”. Contrario il giovane
Carmelo Cutrufello: «secondo me o
contribuiscono tutti i comuni dellʼAgrò
oppure è come fare un favore gratuito ad
Antillo e Limina. Oggi dal nuovo casello a
Roccalumera si impiegherebbero dieci
minuti che non cambiano la vita a nessuno
e poi non sono per nulla convinto della
favola che lʼistituzione dello svincolo
rivaluta gli immobili presenti sul territorio».
Favorevole il giovane ingegnere elettronico
Maurizio Smiroldo: «credo che gli
amministratori debbano essere lungimiranti
e pensare in grande. Farlo insieme e per
insieme intendo tutta la val DʼAgrò e per
principio ho sempre sostenuto le persone
del fare da quelle disfattiste e poi non vedo
perché in zone balneari settentrionali ci sia
uno svincolo ogni otto dieci chilometri e qui
nulla». A fare chiarezza ci pensa lui, il
primo cittadino Cateno De Luca che vuole
lasciare il segno tangibile su quelli che
saranno «cinque anni non un giorno in più»
della sua attività amministrativa . «Senza lo
svincolo autostradale non si potrà
realizzare il porticciolo turistico, non si potrà
potenziare lʼarea per le attività produttive di
Catalmo, non si potrà riqualificare la foce
dellʼagricoltura con insediamenti turistico
alberghieri e non ci sarà il salto di qualità di
S. Teresa e della Val Dʼagrò. Il costo è di
circa dieci milioni di euro – continua De
Luca – da pagare in dieci anni e costerà
circa 120 euro a testa lʼanno ampiamente
ripagato dallʼaumento del valore degli
immobili. Intanto prevediamo la copertura
finanziaria in questo modo – conclude lʼex
deputato regionale – e tra qualche anno
potremmo appaltare i lavori. Poi, strada
facendo, se capita qualche finestra
finanziaria che ben venga a sgravio
dellʼimposta di scopo. Dobbiamo avere
fiducia e mettiamo in moto la madre di tutte
le opere e vedrete che lo svincolo si farà
presto e sarà cofinanziato con le imposte
che recupereremo dai numerosi evasori
comunali che stiamo passando al setaccio
e parliamo di importi evasi per quasi cinque
milioni di euro». Sullʼargomento dura la
replica del capogruppo di minoranza
Antonio Di Ciuccio: «Lo svincolo
autostradale è unʼopera di straordinaria
importanza per S. Teresa ed il suo
hinterland, lʼintroduzione di una nuova
tassa sulla casa che va ad aggiungersi
allʼImu ed alla Tares , però, non può essere
la soluzione del problema del
finanziamento il cui onere ricadrebbe, in tal
modo, soltanto sui cittadini. Il sindaco conclude lʼesponente Udc - farebbe bene a
cercare i soldi altrove come ha promesso in
campagna elettorale perché le tasche dei
santateresini le ha già svuotate, faremo le
barricate».
PATTI
Aquino, mette tutti d’accordo
Franchina al Gruppo misto. Si assottiglia l’opposizione
Giovanni Franchina
PATTI. “Resteremo in pochi a fare opposizione”. Con queste dichiarazioni il consigliere comunale Nino Gigante commenta ciò che
sta accadendo fra i componenti dellʼaula visto che fra componenti
sospesi (come Filippo Tripoli e Pasqualino La Macchia) e altri che
decidono di schierarsi da tuttʼaltra parte, a contrastare lʼamministrazione comunale non sta rimanendo più nessuno. Durante lʼultima seduta consiliare, infatti, il consigliere Giovanni Franchina, appartenente da quasi 20 anni al “Gruppo Venuto” (che fa capo allʼex
sindaco Pippo), ha apertamente dichiarato di non riconoscersi più
con tale compagine e di transitare al “Gruppo Misto” dove si trova
già Achille Fortunato. A tal proposito, però, cʼè chi sostiene che la
scelta del consigliere Franchina sia dettata da altri motivi come quel-
pagina 9
lo di volersi avvicinare quanto più possibile allʼamministrazione comunale: «Ciò che in molti pensano non corrisponde a verità – ribatte Franchina – questo passaggio è frutto di una lunga riflessione maturata in questi ultimi mesi durante i quali ho capito di non riconoscermi più in un compagine che non cerca il confronto con tutti, sia
allʼinterno che allʼesterno, e non ha la massima fiducia del gruppo.
In ogni caso – conclude – la mia è una scelta propositiva e costruttiva che mi vedrà svolgerà sempre un ruolo di opposizione nellʼinteresse della comunità». Adesso i riflettori sono puntati sugli altri tre
componenti del “Gruppo Venuto”. In molti sono pronti a scommettere che fra il presidente del consiglio Giorgio Cangemi e i consiglieri
Giovanni Di Santo e Giorgio De Luca, sia proprio questʼultimo il prossimo a transitare al “Gruppo Misto”. Ma lo stesso De Luca precisa:
«Al momento non ho nessun motivo di transitare al gruppo misto e
finchè ci sarà libertà di poter esprimere le proprie opinioni non ho
motivo di andare da nessuna parte. Riguardo al collega Franchina
– continua – credo che la sua scelta sia dovuta ad una mancanza
di stimoli. Spero che presto cambi idea». (Pamela Arena)
Politica
2 AGOSTO 2013
SAVOCA. Il sindaco Trimarchi accusato di avere utilizzato termini blasfemi durante i lavori
Il giallo della bestemmia
Il primo cittadino nega, ma l’opposizione conferma gli episodi in un comunicato.
A non prendere posizione il presidente del consiglio. Ecco cosa fa surriscaldare gli animi
DI GIUSEPPE PISTONE
SAVOCA. Fervente cattolico in chiesa, ma
in aula consiliare sarebbe stato blasfemo.
Così il sindaco di Savoca, Paolo Onofrio
Trimarchi non avrebbe retto ad una
provocazione della minoranza nel corso
dellʼultimo consiglio comunale del 26 luglio
e si sarebbe lasciato scappare
ripetutamente parolacce e bestemmie. «Eʼ
intollerabile assistere a questi sfoghi,
questa volta lʼha fatta davvero grossa - ha
sbottato a caldo il capogruppo di
minoranza Massimo Stracuzzi e non è la
prima volta che succede». Il primo
cittadino, dal canto suo smentisce tutto.
«Non mi risulta che abbia mai bestemmiato
– chiarisce Paolo Onofrio Trimarchi - non
cʼè nulla agli atti, sono solo scuse
pretestuose ad opera della minoranza che
tenta di fare il suo mestiere, screditando il
mio operato». Il capogruppo dʼopposizione
invece rincara la dose. «Ha avuto il
coraggio pure di smentire. Ma in aula tutti
hanno sentito. Almeno ci aspettavamo la
sospensione dei lavori con
unʼammonizione al primo cittadino per
oltraggio pubblico». Invano. nel mirino
anche il presidente del consiglio Carmelo
Crisafulli, il quale avrebbe persino fatto
finta di niente, creando una situazione di
imbarazzo per i consiglieri presenti in aula.
Crisafulli, raggiunto telefonicamente,
preferisce non intervenire su questa storia.
«Sono impegnato in altre questioni, ci
sentiamo in un altro momento – ha detto in
maniera telegrafica». Eʼ bastato a
scatenare un putiferio nellʼaula consiliare.
Intanto lʼopposizione si dice pronta a
presentare un esposto alla Procura della
Repubblica di Messina. Ma tutto sarebbe
scaturito in seguito al rinvio per ben due
volte della seduta a causa dellʼassenza dei
consiglieri. Dunque il clima era già
incandescente. Allʼordine del giorno si
sarebbero dovute discutere e approvare 8
punti. Nulla di fatto. «Sono contento
quando i consiglieri sono propositivi –
Paolo Onofrio Trimarchi
avrebbe detto il primo cittadino - invece mi
fanno arrabbiare quando vengono fatti
degli atti, (nello specifico la petizione
popolare per la chiusura della strada
provinciale 19) e inviati alla Procura della
Repubblica». Ma in paese si parla solo
della bestemmia. I particolari si sprecano.
Seco do alcune testimonianze il sindaco,
resosi conto dellagravità delle parole
pronunciate, si è immediatamente fatto
paonazzo di rabbia e vergogna. Ma resosi
conto del “peccato” non avrebbe nemmeno
chiesto scusa ai consiglieri presenti in aula.
“Il gruppo di minoranza – scrive in una nota
- ricorda al presidente Crisafulli, uomo di
legge, che lʼart. 724 del Codice Penale cita
“Bestemmia e manifestazioni oltraggiose
verso i defunti. Chiunque pubblicamente
bestemmia, con invettive o parole
oltraggiose, contro la divinità o i simboli o le
persone venerati nella religione dello Stato,
è punito con lʼammenda da lire ventimila a
seicentomila». Degli otto punti oggetto del
consiglio, bocciata la Nomina della
Commissione consiliare “Pubblica
Istruzione, Cultura, Sport e Turismo,
problematiche giovanili, rinviata a data da
destinarsi i punti relativi alla Tares (2, 3, 4 e
5), la nuova imposta sul servizio rifiuti. E
bocciata inoltre anche la proposta di un
campo di calcio a cinque allʼinterno del
centro sportivo polifunzionale savocese.
centonove
SAN FRATELLO
In aula una borsa
contro il femminicidio
Una poltrona verrà “riservata”
per le donne uccise dai compagni
SAN PIER NICETO. Se a Savoca si dibatte sulle bestemmia a San Pier Niceto a tenere banco in aula è il femminicidio. La Giunta municipale di San Pier
Niceto ha aderito a due campagne, “365
giorni no alla violenza contro le donne”
promossa dalla città di Torino e “Posto
occupato”, ideata dalla rivista online
“La Grande Testata”.
Un primo segnale tangibile sarà riservare, in modo permanente, una seduta
allʼinterno dellʼaula consiliare allestita
con la locandina “Posto occupato” e
con oggetti di uso tipicamente femminile, «in omaggio alle tante donne che
avrebbero dovuto essere ancora tra
noi». Il progetto prende spunto da “zapatos rojos”, opera dellʼartista messicana Elina Chauvet. Lʼiniziativa si concretizzerà nel riservare un posto in sala consiliare in modo permanente. Una
borsa, un libro, un paio di occhiali da
sole ed un taccuino di viaggio occuperanno sempre un posto, in modo da ricordare a tutti che lʼimpegno nella lotta alla violenza dovrà essere costante.
«Occorre che le Istituzioni assumano
posizioni ferme e formulino proposte
concrete per arginare il dilagante fenomeno della violenza perpetrata nei confronti delle donne – spiega lʼassessore
alle Pari opportunità, Francesca Pitrone».
Lʼiniziativa, presentata dal gruppo di
minoranza intendeva ampliare lʼofferta per
gli utenti, prevedendo nuove entrate
economica per le casse del comune, visto
che dal bilancio consuntivo 2012 è risultato
che il costo dellʼimpianto sportivo è
maggiore del ricavo. Ma la tensione in aula
si è raggiunta durante la discussione del
settimo punto riguardante lʼilluminazione
pubblica nella frazione di San Francesco di
Paola. A questo punto, il sindaco – si legge
in una nota - tirando in ballo situazioni
precedenti, e nello specifico la petizione
sulla chiusura della Strada Provinciale
n.19, il Sindaco sarebbe andato fuori di
testa, bestemmiando ripetutamente in aula.
SANT’AGATA MILITELLO
Tutti pazzi per lo spoil system
Dirigenti in subbuglio. Ecco promossi e bocciati
SANTʼAGATA MILITELLO. Lo spoil System a Palazzo
Crispi è iniziato il giorno dopo lʼinsediamento del neo sindaco Carmelo Sottile. La continuità progettata dal senatore Bruno Mancuso, dopo nove anni di gestione amministrativa della città, è saltata ad opera del cartello di liste civiche e proiezioni dei partiti Udc, Megafono, Pd. Ed
ora il forte vento dellʼEst del che ha sparpagliato le impalcature politiche preesistenti lʼarrivo dei vincitori ha
messo sul chi va là le strutture burocratiche dirigenziali
della macchina amministrativa. Il sindaco Carmelo Sottile, dopo un primo paletto fissato per il 31 luglio ha deciso di confermare fino al 31 dicembre, in attesa di successivo decreto definitivo, le nomine di responsabile di
Area e la titolarità delle posizioni organizzative apicali delles Botta, area tecnica; la responsabile dellʼarea Econola struttura comunale, già disposte dal sindaco Mancumia Finanze, Giuseppina Smiriglia, che al petto non
so: Grazia Alessandrino (Assistenza Organi Istituzionaostenta alcuna medaglia di appartenenza politica. La dili), Rosalia Fontana (Area Affari Generaili - Gare –Conchiarata appartenenza politica manifestata dallʼingegnetratti), Antonino Bertolino (Area Affari Legali-Segreteriare Giuseppe Contiguglia, lo dovrebbe costringere a paAttività Produttive), Angela Cappello (Area Organizzagare pegno, soprattutto per una posizione di accesa conzione e Gestione Risorse umane -Cultura -Tuflittualità con gli esponenti del Pd, il coordinarismo- Sport e Politiche giovanili), Giuseppina
tore della lista Paolo Starvaggi ed il consiglieSmiriglia (Area Economia e Finanze), Pierina
re più votato dagli elettori, Giuseppe Puleo, atZingales Botta (Area Interventi Sociali), Giotuale assessore ai Lavori Pubblici.
vanni Amantea (Area Lavori Pubblici e Tutela
Lo scontro di strategie politiche tra lʼinossidadel Territorio), Salvatore Monteleone (Area
bile ingegnere Pippo Contiguglia e lʼiperattivo
Edilizia Privata), Giuseppe Contiguglia (Area
avvocato Paolo Starvaggi è stato il tema conStrategia e Sviluppo). Ma per settembre è anduttore che ha appassionato gli addetti ai lanunciato lo spoil system anche per i dirigenti
vori della campagna elettorale. Ed in politica
apicali della struttura comunale. Ad essere
i risultati che contano vengono serviti su un
promossi in campo dovrebbero essere Nino
piatto freddo.
Bertolino, area amministrativa; Perina Zinga- Carmelo Sottile
Nino Dragotto
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Sicilia
centonove
2 AGOSTO 2013
A sinistra, Beppe Longo, il docente universitario morto suicida sabato 20 luglio 2013.
Sopra, il casolare dellʼazienda venatoria di Contrada Casazza a Cesarò dove è stato
trovato ammazzato il 20 marzo 2013 Epifanio Zappalà.
A destra, la villetta di Gesso dove Longo custodiva 10 cani addestrati per
la caccia alla selvaggina e agli uccelli.
INCHIESTA. Il gastroenterologo arrestato nel 1998 per mafia e per l’omicidio Bottari era stato assolto ma...
L’incubo di Longo
Il medico era indiziato nelle indagini sull’assassinio della guardia venatoria Zappalà avvenuta a Cesarò il 21 marzo.
La passione per la caccia coltivata nonostante il ritiro del porto d’armi. E quelle battute in terra catanese
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. «Dove si trovava nella notte
tra il 20 e il 21 marzo del 2013?».
«Sapevate se il professore teneva in
casa una pistola calibro 7 e 65?».
Lʼincubo di tornare “nel tritacarne
mediatico giudiziario”, come lʼaveva
definito, da cui era appena uscito dopo 15
anni di battaglie giudiziarie che avevano
accertato che nulla cʼentrava con delitto
del collega Matteo Bottari (avvenuto il
15 gennaio del 1998 e rimasto impunito)
e che non era lʼemissario della
ʻndrangheta nellʼUniversità di Messina,
per Giuseppe Longo, gastroenterologo
del Policlinico, si era materializzato
quando alcuni ufficiali di polizia su delega
della Procura di Catania hanno posto a
lui e ad alcune persone a lui vicine delle
domande collegate ad un altro omicidio
molto più recente: quello della guardia
venatoria Epifanio Zappalà. Lʼuomo di
Misterbianco, 46 anni, era stato trovato
morto nelle campagne di Cesarò, piccolo
comune del messinese al confine con la
provincia etnea, in un casolare di
contrada Casazza, sede di unʼazienda
venatoria, il primo giorno di primavera di
questʼanno. I due colpi mortali, come
avrebbero accertato i medici legali, sono
stati esplosi con una pistola calibro 7 e
65.
Potrebbe essere la paura di ritornare nel
tritacarne la chiave di lettura per capire
perchè il docente universitario nella notte
tra un sabato e una domenica di fine
luglio (tra il 20 e il 21), si è tolto la vita
iniettandosi una fiala di cloruro di
potassio, soluzione chimica che - come i
medici sanno - pone fine allʼesistenza per
arresto cardiaco senza procurare
sofferenza. Una chiave, questa del timore
di un possibile ritorno ad un passato per
lui drammatico, che potrebbe spiegare
perchè il medico, dalla tempra dura e dal
carattere forte, nonostante avesse
dimostrato nelle aule giudiziarie la propria
innocenza (lʼultima sentenza è arrivata a
maggio del 2013), “e fosse lieto di essere
sopravvissuto” al tritacarne, invece di
essere sollevato, fosse negli ultimi mesi
“stanco e prostrato”, secondo quanto ha
raccontato la moglie Patrizia Zappia
dopo il suicidio.
PASSIONI IMPOSSIBILI... Ma quali sono
i legami tra il medico morto suicida e il
guardia caccia assassinato? Perchè gli
inquirenti etnei stavano battendo, tra le
altre, una pista che rischiava di
coinvolgere il medico originario di
Mandanici?
Il riserbo in cui si svolgono le indagini,
specie dopo il suicidio di Longo, è fitto e
non è dato sapere quali tracce abbiano
portato gli inquirenti a Longo, ma ci sono
alcuni dati che consentono di dare alle
domande delle risposte quantomeno
parziali.
Giuseppe Longo nonostante i tre anni di
carcere e le misure di prevenzione
personale e patrimoniale, che ne avevano
segnato la vita ingiustamente - a giudicare
retrospettivamente dalle pronunce di
assoluzione - ha sempre avuto una
passione mai sopita: la caccia.
Una passione che lo portava spesso a
bordo del proprio fuoristrada proprio nel
territorio di Cesarò, nelle aree limitrofe
(ricche di conigli, lepri, cinghiali e pernici)
allʼazienda in cui è stato trovata in una
pozza di sangue la guardia venatoria.
Il medico aveva continuato a coltivare la
passione per la caccia benchè dal
momento degli arresti scattati il 24 giugno
del 1998 gli fosse stato ritirato il porto il
dʼarmi e non gliene fosse stato più
rilasciato uno nuovo.
La passione per la caccia era così forte
che Longo teneva nella villa di Gesso,
località poco fuori Messina, 10 cani
addestrati appositamente per il recupero
della selvaggina e degli uccelli: il medico
se li portava dietro ogni volta che partiva
per le battute di caccia.
Lʼinchiesta della Procura di Catania per
dare un volto al responsabile o ai
responsabili dellʼomicidio di Epifanio
Zappalà si incrocia con quella che ha
aperto la Procura di Messina per
accertare le cause della morte del
medico. Per poter disporre lʼesame
autoptico il sostituto procuratore
Antonella Fradà ha ipotizzato il reato di
istigazione al suicidio a carico di ignoti.
Gli inquirenti hanno sequestrato il
personal computer del docente e hanno
interrogato il domestico filippino della
famiglia Longo che per il suo lavoro aveva
una conoscenza approfondita della casa
estiva di Mortelle, di via Trieste e
soprattutto di Gesso, dove Longo
trascorreva gran parte del suo tempo
libero. Ha visto o sentito qualcosa di
rilevante per le indagini?
DIETRO LE QUINTE
Omicidio rompicapo
La Procura di Catania segue diverse piste.
Non trovata l’arma del delitto
CESAROʼ. Uno allo stomaco e uno, quasi a giustiziarlo, alla nuca. Sono due i colpi di pistola che hanno posto fine alla vita di Epifanio Zappalà, trovato esanime, il volto riverso sul pavimento del
casolare in cui dimorava, il 21 marzo del 2013.
Due colpi di una calibro 7,65 (secondo quanto avrebbe accertato il medico legale, Giuseppe Ragazzi) che non è stata ancora
ritrovata. Le indagini per scoprire lʼassassino di Epifanio Zappalà sono coordinate per competenza territoriale dal magistrato
della Procura di Catania, Rosaria Molè, e sono condotte dal Nucleo operativo della Compagnia provinciale dei carabinieri di Messina.
pagina 11
Secondo alcune indiscrezioni, gli inquirenti seguono diverse piste: da quella passionale, a quella secondo cui lʼomicidio è nato
proprio nellʼambito di contrasti insorti nellʼattività di caccia e di
bracconaggio. Lʼobiettivo prioritario che potrebbe dare una svolta alle indagini è trovare lʼarma del delitto o comunque individuarne la provenienza.
Dai primi rilievi è emerso che il delitto è stato attentamente preparato. Nel casolare tutto è stato trovato in perfetto ordine. Non
sono stati rinvenuti segni di effrazione. Come se la guardia venatoria conoscesse il suo sicario e lo avesse accolto nel casolare. Il cellulare dela vittima è stato trovato immerso in un bicchiere dʼacqua.
Eʼ proprio dai tabulati e dai relativi contatti telefonici che gli inquirenti avrebbero individuato tracce preziose da cui partire per avviare le indagini.
Battuta anche la pista passionale. Zappalà, originario di Misterbianco, da tempo dimorava a Cesarò dove aveva iniziato una relazione con una donna separata madre di due figli. (M.S.)
Sicilia
2 AGOSTO 2013
PRESIDENTE BIS. L’ex presidente dell’ordine degli architetti, oggi prefidente della fondazione, Pino Falzea
MESSINA. Polemiche sull’organismo nominato dal consiglio uscente. Ecco perchè
Architetti, fondazione amara
Prenderà il posto dell’ordine quando questo sarà cancellato, ma fa storcere il naso
a qualcun per tempistica, modi e scelte. Chi sono i quindici che ne faranno parte
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Non cʼè pace per gli architetti
messinesi. Una settimana fa, le elezioni
hanno incoronato presidente dellʼordine
Giovanni Lazzari, che ha praticamente
portato in consiglio quattordici dei quindici
professionisti della lista che lo sosteneva,
Ri-Ordine, con la quale sono stati
confermati otto dei quindici consiglieri
uscenti, incluso lʼex presidente Pino
Falzea, che cederà lo scettro a Lazzari
allʼinizio di settembre. Oggi, archiviato il
rinnovo del consiglio dellʼordine, i fari sono
puntati sulla fondazione. Che dellʼordine è
praticamente gemella.
FONDAZIONE FOTOCOPIA. Si chiamerà
Fondazione Architetti del Mediterraneo,
avrà sede a Messina, sarà presieduta da
Falzea e ha scatenato una serie di
polemiche interne che hanno animato la
campagna elettorale degli architetti
messinesi. Per le modalità di costituzione,
e non solo. Da cosa nasce lʼesigenza di
una fondazione? Dalla futura e ormai
sicura cancellazione degli ordini
professionali. Per evitare di perdere
strumenti legislativi, fondi e quote di
iscrizione da parte degli iscritti, parecchi
ordini si sono dotati di fondazioni. A
Messina, nei locali di via La Farina, se ne
parla dal 2011, e già nel bilancio di
previsione dello stesso anno era presente
la voce relativa alla costituzione della
fondazione. Le polemiche sono sorte sia
per la costituzione del consiglio
dʼamministrazione dellʼorganismo, sia per
la tempistica. E hanno tenuto banco per
tutta la campagna elettorale.
QUANTA FRETTA. Nellʼimminenza delle
consultazioni per il rinnovo delʼordine,
infatti, gli eventi che hanno portato alla
costituzione della fondazione hanno subito
una forte accelerazione. Se è infatti a metà
marzo del 2012 che viene articolato uno
schema di atto costitutivo poi approvato
dal consiglio con tanto di delibera di
impegno di cinquemila euro, le procedure
si congelano poi per un anno: fino a
febbraio del 2013, quando il consiglio
Antonello Longo
centonove
delega il presidente Falzea ad inviare lo
statuto al notaio Luisa Calogero. Da lì in
poi, lʼaccelerazione, per alcuni troppo a
ridosso delle elezioni per il rinnovo
dellʼordine: ad aprile il consiglio delibera di
delegare a Falzea la firma dellʼatto
costitutivo ed il 26 giugno (ad un mese
dalle elezioni e con verbale approvato il 7
luglio), vengono nominati tredici (su
quindici) membri che durano in carica
cinque anni (salvo dimissioni) e possono
essere riconfermati. Chi sono?
I MAGNIFICI TREDICI. Falzea è nominato
presidente, il suo vice sarà Teresa
Altamore, il segretario Antonio Milioti, il
tesoriere Sergio La Spina: tutti consiglieri
uscenti, tutti consiglieri che non si sono
ripresentati alle consultazioni della scorsa
settimana. E gli altri? Roberto Smedile,
Antonello Longo (designato come
“direttore artistico”), Claudio Lucchesi,
Paola Alosi, Francesco Gregorio,
Antonello Russo, poi Francesco Modica,
Francesco Messina e Toni Raimondo,
tutti e tre già delegati allo studio della casa
dellʼarchitettura del Mediterraneo, il primo
da Falzea gli altri due dallʼex presidente
sfiduciato Gaetano Montalto. Nellʼelenco,
perchè non ancora nominati, mancano i
due “esponenti di spicco della comunità
culturale della Provincia di Messina”
previsti per statuto, che possono anche
non essere architetti. Subito sono scattate
le polemiche: come mai tanta fretta, e alla
scadenza del consiglio? Non sarebbe stato
più opportuno che il Cda della fondazione
lo nominasse il consiglio appena insediato?
E poi, perchè nessuna discussione in
assemblea degli iscritti
LA DIFESA. A difendere la scelta, tramite
una “lettera aperta pubblicata sul sito
dellʼordine, ci ha pensato lo stesso Falzea.
“il Consiglio ha programmato (sin dal 2011)
di dotare lʼOrdine di uno strumento agile ed
operativo, che potesse coadiuvarlo nella
gestione, organizzazione, promozione di
tutte quelle attività finalizzate agli obiettivi
descritti; questo strumento è rappresentato
proprio dalla “discussa” Fondazione. La
designazione dei componenti è un atto che
compete al Consiglio dellʼOrdine che,
organo democraticamente eletto e con
facoltà dei poteri di delega attribuiti dai
colleghi, ha operato la propria scelta. I
criteri utilizzati dal Consiglio per
lʼindividuazione dei componenti il Consiglio
di Amministrazione della Fondazione sono
stati quelli di coinvolgere iscritti che nel
corso degli ultimi tre anni hanno condiviso il
progetto/percorso del Consiglio dellʼOrdine
contribuendo, con innegabile spirito di
servizio, competenza, passione e capacità
di fare, al raggiungimento degli obiettivi”.
ZOOM
L’antenato progetto Juvara
dente La Fauci). A cosa serve una fondazione per gli architetti? A parte il “pericolo” di abolizione degli ordini, strumenti simili sono nati in vista del grande salto di ruolo che porterà l'obbligatorietà della formazione permanente di tutti gli iscritti con crediti obbligatori da spendersi nel triennio tale formazione, che
partirà dal 1 gennaio 2014. E anche se già gli ordini potrebbero
svolgere tale ruolo si preferisce attivare fondazioni( non obbliMESSINA. Lʼantenato della fondazione? Lʼassociazione Progatorie ) che rispondono in maniera meno vincolante ad iscritti
getto Juvara. Lo strumento operativo del quale tra
e bilanci. Un altro esempio di fondazione, in Sicilia,
le polemiche è stato nominato il consiglio dʼammiè quella dellʼordine degli architetti di Catania. Che a
nistrazione, era fino a qualche mese addietro, rapdifferenza di quella messinese, possiede un consipresentato dallʼAssociazione Progetto Juvarra.
glio dʼamministrazione di soli sette membri più il preQuesta associazione, oggi definitivamente chiusa,
sidente, designato direttamente dal consiglio delfu istituita dal consiglio dellʼepoca sotto la presil'Ordine individuandolo tra i consiglieri dell'ordine in
denza di Dario La Fauci quale ente operativo del
carica. Altri tre membri li scelgono i consiglieri che
consiglio dellʼordine. In quel caso il consiglio di amnon ricoprano cariche, i restanti quattro sono “ricoministrazione dell'associazione era formato dallo
nosciuta rappresentatività e rilevanza professionale
Dario La Fauci
stesso consiglio dellʼordine (con in capo il presie culturale”. (A.C.)
In principio fu un’associazione, oggi chiusa.
A cosa servirà, e perchè a Catania è diverso
pagina 12
centonove
Sicilia
2 AGOSTO 2013
ROMETTA. L’iniziativa di Antonio Giocondo e Stello Quartarone
Prigionieri per l’arte
Quindici artisti “chiusi” in gabbia apriranno le ali della libertà d’espressione
per ridare nuova vita al carcere diventato simbolo di spreco di denaro pubblico
ROMETTA.
“Prigionieri per
lʼArte” è lʼidea che
gli artisti Antonio
Giocondo e Stello
Quartarone hanno
proposto al
vicesindaco
Alberto Magazù,
per riportare a
nuova vita lʼex
carcere
mandamentale di
Rometta. Così,
estro artistico e
duttilità
amministrativa,
sono diventati la
miscela che dalle
ore 18 del 3
agosto, dalla sede
della centrale via
Vittorio Emanuele,
daranno vita a una
manifestazione
che non ha eguali
in Italia. Dal
deserto delle celle
vuote, quindici
artisti che si sono
chiusi in gabbia,
apriranno le ali
della libertà
dʼespressione per
riportare a nuova
vita “un luogosimbolo negli anni
di spreco di denaro
pubblico”. Quindici
gli artisti
“Prigionieri
dellʼarte”:
Giuseppe
Pittaccio, Pippo
Galipò, Luigi
Ferrigno,
Antonello Bonanno
Conti, Andrea
Reitano, Filippo
De Mariano,
Gianfranco
Donato, Mauro Micciari, Giorgio
Corriera, Felice Bucca, Daniele
Morganti, “Re” Emanuela Ravida,
Daniela Gazzara, Antonio Giocondo e
Stello Quartarone.
Ma cosa fanno degli artisti in gattabuia?
Ricreano un mondo interiore, “una
traccia che permette poi alʼarte e alla
vita di respirare, spazzare i confini,
conquistare nuovi spazi”, confida dʼun
fiato Antonio Giocondo.
“Per noi - aggiunge dal canto suo il
vicesindaco Alberto Magazù - è un
primo passo per ridare vita ai tre piani
dellʼedificio. Le celle potrebbero anche
essere adibite a camere per ospitare
artisti nazionale e i locali essere adibiti a
location per mostre, esposizioni di
prodotti locali, laboratori artigianali, o
semplicemente punto di aggregazione
per i giovani”.
Alcune immagini
delle celle
del carcere di Rometta
riviste dagli artisti
che il 3 agosto
daranno vita
ad una manifestazione
che non ha eguali
in Italia.
Quindici gli artisti
“Prigionieri
dellʼarte”: Giuseppe
Pittaccio, Pippo
Galipò, Luigi
Ferrigno, Antonello
Bonanno Conti,
Andrea Reitano,
Filippo De Mariano,
Gianfranco Donato,
Mauro Micciari,
Giorgio Corriera,
Felice Bucca, Daniele
Morganti, “Re”
Emanuela Ravida,
Daniela Gazzara,
Antonio Giocondo e
Stello Quartarone
E proprio i volontari dellʼassociazione
“Mari e Monti 2004” sono stati i primi
che, di buona lena, hanno rimesso in
sicurezza i locali, ripulendoli e
restituendoli alla pubblica fruizione.
Così i prigionieri dellʼarte si sono
trasformati, secondo il progetto creativo
di Giocondo e Quartarone, nei secondini
della “Officina Creativa del carcere”.
Ma quale è la storia del carcere
mandamentale di Rometta?
Il ministero di Grazia e Giustizia nel
1970 decise di fare abbattere lʼedificio
storico del 1816 risalente allʼepoca
borbonica. Si diede così il via a una
mega struttura, mai entrata in funzione,
che si trova a due passi dal centro
storico. Ora il nuovo fervore nato
dallʼiniziatica di Giocondo ,
Quartarone e Magazù ha richiamato
lʼinteresse di Antonio Presti, ideatore
della Fiumara dʼarte e della formula
dellʼalbergo-museo ripoprosta per il
carcere- e vedrà forse anche la
presenza di Michela Stancheris,
assessore regionale al turismo.
Come mai tanto interesse per un
carcere che rinasce? ”Si è capito-dice
ancora Magazù - che lʼimpulso
economico di importanti zone come
Rometta non può ripartire se non con
una economia di rete. Abbiamo invitato
nelle settimane scorse il soprintendete
di Messina Salvatore Scuto,
insieme ad insigni medievalisti come il
professore Sandro Musco, archeologi
come Daniela Patti: lʼesame che ne
veniva fuori era quello che tutte le
risorse del territorio,
antropologicamente, sono
complementari: dalla storia, alle ricette,
ai per percorsi naturalistici. Fare itinerari
pagina 13
mirati è quello che deve diventare la
nostra offerta, che assicuro è davvero
unica…”.
Rometta nel 1030 fu lʼultimo avamposto
arabo a cadere nelle mani dei normanni.
Recenti scavi stanno riservato
numerose sorprese agli archeologici: il
pianoro detto della “Cuba”
ha restituito una mole di reperti che
hanno portato gli studiosi a rivedere
pezzi di storia di Rometta dellʼepoca
dʼoro di Federico II. Dagli scavi è
emerso come Rometta fosse tra le aree
“fertili” non solo per la coltura
del grano, ma per un certo vino di
altissima qualità, decantato
dagli antichi, sul quale oltre, che la
traccia dei tegoloni dei Palmenti, si sono
travate importanti testimonianze anche
negli archivi storici.
R.C.
Sicilia
2 AGOSTO 2013
centonove
MESSINA. Folla di artisti e produttori per la poltrona numero uno dell’Ente autonomo regionale
Teatro, il presidente che vorrei
In tanti a “tifare” per i propri beniamini. Vincenzo Tripodo spera che venga nominato Gigi Spedale, mentre
Gianpiero Cicciò non vedrebbe male Bernava, Bonaventura o Puglisi. In corsa, anche giovani e outsider
DI NUNZIA LO PRESTI
MESSINA. Revocata da Rosario
Crocetta la nomina di Lucia Tarro Celi
al vertice dell'Ente Autonomo Regionale
Teatro di Messina, a Renato Accorinti
non resta che l'imbarazzo della scelta su
chi designare come presidente - donna o
uomo che sia - del Vittorio Emanuele di
Messina.
E anche questa volta con una
partecipazione che muove dal basso e
raccoglie 76 candidature spontanee alla
presidenza del prestigioso e disastrato
ente teatrale cittadino.
La schiera dei candidati è vasta e
variegata, si passa dai giovani politici a
quelli più navigati, ad artisti, attori,
operatori culturali, più o meno attivi sul
territorio e conosciuti - o sconosciuti - ai
più, ma anche docenti universitari,
musicisti e giornalisti, su tutti Vincenzo
Bonaventura, addetto stampa del
Vittorio Emanuele dal 2008 al luglio
2013, seppur con brevi intervalli. Fra gli
altri spicca la ricandidatura di Egidio
Bernava, che questo ruolo l'ha già
ricoperto, e Laura Pulejo, già papabile
commissaria di nomina regionale.
Il sindaco Accorinti esprimerà la sua
preferenza seguendo in assoluto il
criterio dell'affidabilità: «La gente crede
che il presidente debba essere un bravo
regista, un bravo artista. Ma non può
avere soltanto queste qualità, bisogna
capirlo e dirlo serenamente. Deve saper
amministrare una macchina che deve
funzionare sotto ogni punto di vista. Molti
confondono la figura del direttore
artistico col presidente, non c'entra
niente. Se poi è un appassionato, ha
fatto anche l'artista o il regista, non può
che essere un valore aggiunto, ma deve
avere anche grandi capacità
amministrative. E questo a prescindere
dalla situazione in cui versa il teatro in
questo momento, è la funzione stessa
che lo richiede».
Teatro Vittorio Emanuele
Gli umori degli addetti ai lavori della
comunità teatrale messinese, quella che
poi più degli spettatori avrà a che fare e
risentirà da tutti i punti di vista di questa
nomina, sono forse sfiduciati ma più che
mai attivi nel tentare di risollevare le sorti
del Teatro.
Fra gli altri, Vincenzo Tripodo, attore,
regista, attivo tra Messina e New York, si
dichiara apertamente a favore di Gigi
Spedale: «Lavoriamo spesso insieme, è
vero, ma lo appoggio perchè in questi
anni si è speso per gli altri e per tutti: il
lavoro che ha fatto con Latitudini, con gli
Stati generali dello Spettacolo, le riunioni
in Commissione Cultura alla regione,
tutto nell'ordine del bene comune,
richiedendo interventi che sono per tutti.
E non solo per la categoria del teatro, ma
per tutte le arti performative e per il
cinema».
La maggior parte delle candidature
proviene dal mondo artistico: i musicisti e
compositori Dino Scuderi e Giancarlo
Parisi, gli attori Maurizio Puglisi e
Franco Toldonato, il professore del
Corelli Dario Nicoletti, il giovane regista
Alessandro Alù, Auretta Sterantino.
Fra le file degli operatori del settore e di
quelli adiacenti scorgiamo Giuseppe
Ramires, presidente e direttore artistico
dell'Associazione musicale Bellini, i
giornalisti Marco Olivieri e Gigi
Giacobbe, rispettivamente di cinema e
di teatro.
«Scorrendo la lista dei candidati trovo
molti amici che stimo dal punto di vista
umano e professionale, ma io non avrei
davvero mai presentato la mia
candidatura, perché non è il mio campo ci racconta spassionatamente l'attore e
regista Giampiero Cicciò, già direttore
artistico di Catona Teatro, dal Politeama
di Reggio, di Medievalia a Brolo - sarebbe
stata da parte mia un'offesa ad un incarico
che non è da prendere sotto gamba.
Come se improvvisamente io andassi a
insegnare fisica nucleare. Lo stesso vale
per coloro che non sanno recitare, non
hanno fatto alcuna esperienza e
d'improvviso vogliono fare gli attori, come
se il teatro fosse la casa di tutti. Il teatro
richiede invece competenza, come tutte le
forme d'arte. Ci vuole competenza per
farlo e anche per amministrarlo. Forse
persone come Vincenzo Bonaventura,
Egidio Bernava o Maurizio Puglisi, che
conoscono già la realtà del Teatro di
Messina da diversi punti di vista
CATANIA
Nino Milazzo nuovo “capo” dello Stabile
CATANIA. Il giornalista Nino Milazzo è il nuovo presidente del cda del Teatro Stabile di Catania. Lo ha eletto l'assemblea dei soci. Del nuovo cda fanno parte per
il Comune Nino Milazzo, per la Provincia Celeste Costanzo; per l'Ente Teatro di
Sicilia Raffaele Marcoccio. In via di definizione i membri che saranno nominati
dalla Regione. Originario di Biancavilla, Nino Milazzo, 83 anni, autore di libri, ha
iniziato lʼattività di giornalista agli inizi degli anni Cinquanta a Catania. Esperto
di politica internazionale, approda a Milano al “Corriere della Sera”, nella cui redazione arriverà a ricoprire lʼincarico di vicedirettore. Eʼ poi vicedirettore vicario de ”Lʼindipendente”. Nel biennio 1987-1989 torna a Catania, come condirettore responsabile del quotidiano “La Sicilia”.Impegnato anche nel giornalismo
televisivo, dal 2000 al 2006 è stato direttore di Telecolor.
IL CORSIVO
Evviva l’ottimismo!
Tra nuovi e “riciclandi”, una sola
certezza: i curricula peseranno
COMPLICE LʼEFFETTO Accorinti, lo sopettacolo che va
in scena a scadenze regolari (salvo traumi da elezioni
amministrative o commissariamenti al Comune), quello
della nomina del presidente del Teatro di Messina, ha
cambiato titolo: da “Caccia alla poltrona” a “Cambiamo il
Teatro dal basso”. Ma di popolare e spontaneo, nella corsa
alla poltrona di vertice del Vittorio Emanuele, cʼè ben poco.
Perché parte dei 76 concorrenti che hanno inviato il proprio
curriculum al sindaco Renato Accorinti sono nomi e
cognomi già letti o, per meglio dire, partecipanti a
precedenti giri di valzer di sottogoverno. Lʼunica nota
differente, rispetto ai tempi precedenti, è lʼottimismo.
Lʼottimismo e la fiducia di chi, a differenza degli anni
precedenti, ha presentato la propria candidatura con la
certezza che, agli occhi del sindaco, avrà uguale peso nel
giudizio finale. Così come, più o meno peso, avrà un
curriculum che sarà letto e non rimarrà carta straccia da
mettere agli atti. Già, perché da quando il Comune,
attraverso un commissario e non un sindaco, ha deciso di
lanciare la procedura dellʼevidenza pubblica per designare
i componenti del Cda e il loro presidente, il giudizio
sullʼattività svolta dai candidati era pari a zero. O, al
massimo, era una facciata per giustificare una nomina
decisa a monte con il manuale Cencelli in mano, stando
attenti a consegnare la poltrona a chi era rimasto fuori da
tutto dopo la sconfitta elettorale.
Al di là di tecnici e artisti mossi da un onesto spirito di
servizio, che poi sono coloro che ad organizzare hanno
imparato sul campo e sono il volto di Messina sui
pagina 14
palcoscenici italiani, molti nomi chiamano in causa Vico e i
suoi “corsi e ricorsi”, declinati in salsa messinese. Che dire,
ad esempio, dellʼinossidabile Egidio Bernava Morante,
che, dopo essere stato “scippato” al centrodestra, doveva
essere assessore del candidato del centrosinistra Felice
Calabrò per poi lasciare libera la poltrona in favore proprio
del Teatro? Oppure come non notare i nomi di Franco
Providenti (che da primo sindaco di sinistra di Messina
nominò un consiglio praticamente di centrodestra), di
Laura Pulejo (a parole nominata commissario da Rosario
Croceta e “tradita” dal governatore), dellʼex assessore Udc
(ora crocettiano) Giuseppe Corvaja, dellʼultimo
commissario al Comune Luigi Croce (che senza una
poltrona sembra non possa più campare), di Rosalia
Schirò (cognata dissidente di Francantonio Genovese) e di
tanti altri che, magari, al Teatro sono già stati? La palla
passa ora ad Accorinti, sperando che riesca a calare il
sipario su un quasi ventennale teatrino. (ddj)
centonove
Sicilia
2 AGOSTO 2013
LA SCHEDA
PALERMO
La carica dei 76
SONO STATE PRESENTATE ben 76 candidature per la carica
di presidente dellʼEnte Autonomo Regionale Teatro di Messina,
presso gli uffici dellʼUrp di palazzo Zanca. Si prospetta dunque
un faticoso lavoro per il sindaco Accorinti che dovrà leggere con
attenzione i quasi 80 Curriculum Vitae presentati. Tra i più
accreditari Gigi Spedale, un trascorso nella pubblica
amministrazione per cui si è guadagnato anche il titolo di
Cavaliere della Repubblica. Ha prodotto i film del regista
messinese Francesco Calogero e spettacoli per Ninni
Bruschetta sin dai suoi inizi. Fonda a Messina nel 2011
Latitudini, la rete regionale di drammaturgia contemporanea, a
tutt'oggi è impegnato in una stretta collaborazione con la regista
naturalizzata palermitana Roberta Torre. Lunghissima la lista
dei professionisti del settore che sostengono la sua candidatura
anche oltre lo Stretto. Ottime chance anche per Vincenzo
Bonaventura giornalista professionista per più di trent'anni
critico teatrale della Gazzetta del Sud. Dalla lettera di commiato
allo scadere del suo contratto da addetto stampa per il Vittorio:
“È stato per me un periodo professionale molto interessante con
un compito certamente non facile, specialmente nell'ultima fase
quando, invece di poter scrivere di nuove stagioni e nuovi
spettacoli, mi sono ritrovato a redigere comunicati stampa su
crisi economica, riduzione di finanziamenti, su polemiche
spesso sterili perchè prive di utilità per quel che riguarda il futuro
dell'Ente”. Di recente pubblicazione il suo “Teatranti”, ed.
Pungitopo. Grande simpatia suscitano anche Rocco Familiari,
drammaturgo e avvocato nato ad Addis Abeba, vive a lungo in
Sicilia, già presidente dell'Inpdap e consigliere di
amministrazione dell'Inda (Istituto Nazionale Dramma Antico) e
potrebbero essere avvantaggiati nel
gestirlo, Bernava perchè l'ha già fatto,
Bonaventura perchè sicuramente
conosce bene la realtà che il nuovo
Presidente dovrà fronteggiare, Puglisi
Maria Flavia Timbro, avvocato, candidata alle ultime europee
dl 2009, che a proposito della sua candidatura dichiara: “ È
importante abbattere quel pregiudizio secondo cui tutti a parole
si fidano dei giovani ma nella concretezza della scelta questo
viene meno. Ci sono poche donne candidate, ma ce ne sono
tante che si impegnano e che possono fare tanto per le realtà
culturali di Messina”. Ma ecco tutti i nomi dei 76 candidati:
Giuseppe Scattareggia, Giuseppe Sturniolo, Fabio Donato,
Giancarlo Parisi, Antonio Brancato Urzì, Egidio Morante
Bernava, Laura Donato, Giuseppe Miraudo, Rosario
Carnevale, Laura Pulejo, Lino Soraci, Dino Scuderi,
Antonina Astone, Giuseppe Corvaja, Giovanni Zuccalà,
Fabio Poggiali, Angela Rizzo, Giulia Migneco, Daniela
Conti, Francesco Providenti, Luigi Spedale, Marco Olivieri,
Teresa Vadalà, Maria Finocchiaro, Luigi Giacobbe, Marco
Traverso, Domenico Marino, Vincenzo Bonaventura, Carlo
Antonio De Lucia, Rosario Marchese, Giuseppe Ramires,
Maurizio Rao, Antonino Scibilia, Domenico Pino, Antonino
Sindona, Mario Bolognari, Chiara Barraci, Christian
Pistonina, Ubaldo Vinci, Luigi Croce, Vincenzo Repici,
Tommasa Siragusa, Rosalia Schirò, Dario Nicoletti, Rosario
Miano, Antonino Torrisi, Lucrezia Lorenzini, Maurizio
Puglisi, Francesco Toldonato, Donatella Sabbatino,
Annunziata Berenato, Raffaella Cannioto, Calogero
Gianlanza, Luciana Intilisano, Athanassios Liossis, Luigi
Leone, Giuseppe Paratore, Lillo Alessandro, Giuseppe
Cardile, Roberta Pedrotti, Grazia Antonella De Tuzza,
Francesco Puglisi, Salvatore Mammola, Filippo Calabrese,
Gianmaria Lojacono, Carmelo Previti, Rosalba Gasparro,
Alessandro Alù, Maria Teresa Prestigiacomo, Rocco
Familiari, Vincenzo Calabrò, Michaela Pirrone, Irene
Calabrò, Maria Flavia Timbro, Auretta Sterrantino.
perchè sa cosa vuol dire gestire un teatro
anche dal punto di vista amministrativo».
Qualche nome dalla politica: Maria
Flavia Timbro, già responsabile Cultura
e Politiche Giovanili della Segreteria
cittadina del Pd, l'ex sindaco di Messina
Franco Providenti, Mario Bolognari, ex
sindaco di Taormina, gli ex assessori
Luciana Intelisano di Genovese e
Giuseppe Corvaja di Buzzanca.
pagina 15
Orlando sul Teatro Massimo
“Qualcuno chieda scusa”
PALERMO. ''Ora che con l'approvazione del bilancio consultivo del 2012 è
stata certificata la grave crisi finanziaria del Teatro Massimo (si registra un
passivo di 3 milioni e 431 mila euro, ndr)
qualcuno dovrebbe chiedere scusa alla città, all'amministrazione comunale
e all'assessore alla Cultura Francesco
Giambrone''. Lo ha dichiarato sindaco
Leoluca Orlando commentando il voto
con cui il Cda della Fondazione Teatro
Massimo ha approvato il bilancio consultivo 2012. ''Non mi riferisco a coloro
che hanno portato il teatro in questa situazione - aggiunge - perché delle proprie responsabilità risponderanno in
ogni sede competente, ma mi riferisco
a tutti coloro che a Palermo e altrove
hanno ricoperto di insulti l'amministrazione comunale che ha sempre e soltanto perseguito un obiettivo: quello di
riportare la legalità nella gestione del
teatro e farne tornare la qualità ai livelli che la nostra città e che i lavoratori e
gli artisti del teatro meritano''. ''Ancora
una volta desidero ringraziare - conclude il sindaco - il commissario Fabio
Carapezza Guttuso per i lavoro che sta
svolgendo, un lavoro delicato, di trasparenza, di legalità e di ricostruzione
di un clima di collaborazione e fiducia
tra tutti coloro che operano all'interno
della più importante istituzione culturale della nostra città''.
Sicilia
2 AGOSTO 2013
centonove
SPORT. Davide Priscoglio si “laurea” campione regionale a Torregrotta
Passione automodellismo
Cresce l’entusiasmo attorno alle competizioni dei modelli radiocomandati organizzati
dall’Amsci. Dopo il Trofeo del Tirreno, si tornerà in pista a Pace del Mela l’11 agosto
DI
FRANCESCO PINIZZOTTO
TORREGROTTA. Il rombo dei motori
non è assordante come quello prodotto
dalle vetture di Formula 1, ma diventa
coinvolgente “in scala” e appassionante
per sportivi e piloti che telecomandano
le vetture da bordo pista, su circuiti per
lo più ricavati su piazze e slarghi. E
proprio nella piazza centrale del centro
tirrenico, domenica 28 luglio, si è svolta
lʼultima prova del campionato regionale
organizzato dallʼAmsci, sigla che sta
per Auto model sport club italiano, di
cui è delegato regionale Leonardo
Curcuruto. Perchè cʼè un "micromondo"
dellʼautomobilismo su strada
incredibilmente interessante che
rappresenta il vero e proprio pianeta
dellʼautomodellismo. Perchè attuali
automodelli radiocomandati sono dei
piccoli gioielli della tecnica, in grado di
fare rabbrividire anche i più navigati
appassionati di motori. Siano essi a
scoppio che elettrici, con competizioni
emozionanti. Perchè lʼauto financo
capotta non solo se si “scontra” con
unʼavversaria ma anche se tocca i
cordoli, nella fattispecie tubi in plastica
che delineano il circuito. E lì il più vicino
è pronto a rimettere la vettura in
carreggiata. E i week end con
lʼautomodellismo, tra prove e gare,
passano in fretta.
A Torregrotta Leonardo Curcuruto ha
gestito ottimamente una gara non
facile, anche per alcuni momenti di alta
tensione durante lʼaccesa e combattuta
competizione.
A fare la parte del leone della
manifestazione sono stati i piloti di
casa, ovvero Samuel e Davide Cutrona,
e ancora Claudia Merlino e Davide
Priscoglio dellʼattrezzato team Merlino
dellʼhinterland tirrenico messinese.
Claudia Merlino e Davide Priscoglio si
pagina 16
sono dati battaglia dal primo all'ultimo
secondo di gara che, però, viene vinta
da Samuel Cutrona. Grazie alla sua
accorta tattica di gara Samuel Cutrona
effettua un rifornimento in meno
rispetto ai concorrenti, e grazie ad un
sorpasso all'ultimo giro riesce ad
imporsi sia su Claudia Merlino, Davide
Priscoglio e Davide Cutrona.
centonove
Sicilia
2 AGOSTO 2013
A lato, da sinistra
un modellino in gara a
Torregrotta, in piazza
Unione Europea.
Accanto il team Merlino che ha portato sul
podio regionale Davide
Priscoglio e Claudia
Merlino. (foto Tina Romanzo)
Ma nonostante il terzo posto vince il
titolo regionale Davide Priscoglio,
seguito da Claudia Merlino e Davide
Cutrona, tutti e tre giovanissimi raccolti
nello spazio di pochissimi punti.
E bene si sono comportati tutti i piloti
della gara libera. Daniele Isgro' e
Salvatore Sciotto ormai sono sempre
più veloci e Massimo Merlino ormai è
diventato anche un pilota da battere.
Solo qualche settimana prima, il “Trofeo
del Tirreno”, promosso da Vito Geraci e
company, aveva appassionato piloti e
simpatizzanti nella piazza professor
Sfameni a Scala Torregrotta. Nella
categoria “Promotion Rally Cross” il
primo classificato è stato Antonino
Triolo, secondo Mario Caruso e terzo
Daniele Isgrò. Nella categoria F2 Rally
Cross il primo classificato è stato
Antonino De Mariano, secondo Samuel
Parisi e terzo classificato Patrick
Pitrone. Nella categoria F1 Rally Cross
si è aggiudicato il primo posto Giuliano
Giusa, secondo posto per Massimo
Merlino e il terzo posto è andato a Vito
Geraci.
Il trofeo del Tirreno si è articolato in
due prove. Prima piloti e appassionati si
sono dati appuntamento per la prova di
San Pier Niceto per un evento
interessante per tutta la provincia
peloritana, con appassionati di
modellismo di navigata esperienza. La
pista off road ha messo di fronte per la
prima volta i piloti per sfidarsi al meglio
delle loro possibilità. Il bis sul
palcoscenico del rally game è stato
quindi nella piazza di Scala Torregrotta,
dove la manifestazione ha richiamato
spettatori da tutto il comprensorio
tirrenico, pronti ad apprezzare le
particolarità dei modellini di automobili
e la bravura dei piloti.
E con la gara regionale non si
esauriscono le kermesse delle piccole
vetture. Prima di Ferragosto un nuovo
appuntamento coinvolgerà gli
aficionados dellʼautomodellismo, con la
gara libera progammata domenica 11
agosto nel parcheggio di via Libertà di
Giammoro, a Pace del Mela.
pagina 17
BEACH VOLLEY
Corolla palcoscenico doc
La tappa isolana valida per il campionato nazionale
MILAZZO. Il Parco Corolla diventa anche palcoscenico
per il grande beach volley. Da venerdì 2 agosto a domenica 4 agosto, infatti, nell'ampia area giochi del Parco
Commerciale Corolla si svolgerà il torneo federale FIPAV
professionistico "Corolla Beach Volley Event 2013", tappa regionale valida per il Campionato Nazionale Assoluto 2x2 maschile.
L'evento sarà ospitato in un'arena all'interno dell'area
giochi del Parco. Ad aderire numerosi atleti di calibro internazionale, nazionale e locale che si sfideranno per il
2x2 maschile. Inoltre vi saranno esibizioni femminili ed
intrattenimento affidato a Fabrizio Bitto, speaker ufficiale del Campionato Italiano, che accompagnerà tutta la durata dell'evento. La manifestazione, che, tra lʼaltro, gode
del patrocinio del Comune di San Filippo del Mela, prevederà gare dalla mattina di venerdì 2 agosto sino alla sera di domenica 4 agosto, dove sono previste le finali per
primo e secondo posto intorno alle ore 18, mentre a seguire ci sarà la premiazione.
La Asd Sicily Beach Volley School è una scuola di beach
volley fondata due anni fa da Nellina Mazzulla, campionessa d'Italia 2011 e il marito Carmelo Mazza, atleta professionista e beacher di rilievo del campionato italiano
assoluto. "Da siciliana mi fa enorme piacere che anche
nella mia terra si possa diffondere ancora di più la cultura dello sport in generale e ancor di più del beach volley,
sport sicuramente spettacolare e appassionante sia per
chi guarda che per chi lo pratica - dice il Presidente della a.s.d. Sicily BVS Nellina Mazzulla - Stiamo già immaginando per il futuro di proseguire la collaborazione con il
Parco Corolla per poter disputare il prossimo anno una
tappa del Campionato Italiano assoluto. Attendiamo certamente un grande pubblico e speriamo di offrirvi un
evento di grande livello». (F.P.)
Sicilia
2 AGOSTO 2013
centonove
FORZA D’AGRO’. Era uno spirito libero, ma poi ritornava sempre tra i suoi amici messinesi
L’ultimo saluto di Dario
Il venticinquene è l’unico italiano morto nella tragedia ferroviaria di Santiago de Compostela.
I genitori vivevano in Germania ma lui scelse la Sicilia. I ricordi dei suoi insegnanti
DI
Il disastro ferroviario di Santiago
ENRICO SCANDURRA
FORZA DʼAGROʼ. È morto in una terra
straniera. Senza la sua gente, senza
alcun viso caro che potesse alleviargli il
dolore. Tra le lamiere di un treno. Dario
Santo Lombardo, lʼunico italiano
deceduto nellʼincidente ferroviario a
Santiago de Compostela, aveva 25 anni.
La sua vita è stata spezzata assieme a
quelle di altri 78 morti, probabilmente a
causa di una distrazione del macchinista
che aveva lanciato la locomotiva a folle
velocità. Dario, i cui genitori erano
emigrati in Germania dove gestiscono
un ristorante, era ritornato nel suo paese
di origine, Forza DʼAgrò, in provincia di
Messina, per studiare. Viveva a casa dei
nonni che lo avevano accolto come un
figlio. Ai funerali, martedì scorso,
cʼerano tutti: dalla madre al padre,
assieme al fratello Alberto, appena
ventenne. Cʼera la sua ex fidanzata, un
amore finito troppo presto, e i suoi ex
compagni di classe dellʼIstituto
Professionale per i Servizi Turistici di
Letojanni, che lui ha frequentato per
cinque anni. Erano in molti, in parecchi
che cercavano di darsi una spiegazione.
Un paese nellʼombra e chiuso tra le
mura del dolore, quello di Forza dʼAgrò.
Un centro che non vuole darsi per vinto
e che sta tentando invano di uscire dal
“vicolo cieco”. Oltre ai cittadini residenti
forzesi, una valanga di gente giunta da
ogni parte della Riviera jonica per dare
lʼultimo saluto. Tra questi, i sindaci del
comprensorio e, ovviamente, quello di
Forza dʼAgrò, Fabio Di Cara, che ha
deciso, tra lʼaltro, di annullare tutte le
manifestazioni estive agostane. E tra la
folla non potevano mancare gli
insegnanti, una fra tutte quella di
Lettere, da sempre legata
profondamente al ragazzo. Nei suoi
occhi lucidi si intravede perplessità, ma
nello stesso tempo quella speranza che
da lassù il suo alunno prediletto possa
Nelle foto Dario Lombardo, 25 anni
vivere una vita migliore. «Sono stata
lʼinsegnante di Lettere di Dario per ben
tre anni. – racconta la professoressa
Dora Lo Re – Un ragazzo dʼoro, con la
testa sempre verso nuove frontiere.
Forse per questo amava viaggiare e si
trovava, guarda caso, proprio su quel
treno, in Spagna. Un giovane
educatissimo e di una vivacità
incredibile. Dispiace e sono addolorata
come nessuno può credere. Per me era
come un figlio». Parla a singhiozzi la
docente di Dario, e raccontando si lascia
andare in uno sfogo dai toni quanto mai
drastici, a tratti piangendo. «Amava la
sua terra – dice ancora – ma
dopo il diploma decise di
partire per la Germania, dove
vivevano e vivono tuttora i
suoi genitori con Alberto, il
fratello di cui parlava sempre,
continuamente. Era legato
profondamente a lui, anche
se si trovavano a parecchi
chilometri di distanza. In
Germania però non si trovava
a suo agio. Perciò decise di
tornarsene in Sicilia, a Forza
dʼAgrò, dove abitava con i
nonni. Voleva iscriversi
allʼUniversità di Catania, e
così fece». A genuflettersi sul
feretro del ragazzo anche
unʼaltra docente, quella di
geografia. “Ho dei ricordi
bellissimi di Dario - racconta
Teresa Giannino - La gita
dellʼultimo anno in Tunisia,
per esempio. Dario era sempre con un
turbante in testa e tutti i suoi compagni di
classe lo prendevano in giro,
scherzando. Sullo sfondo il deserto. Ho
anche delle foto che documentano tutto.
Quando le rivedrò sicuramente non sarà
una bella sensazione”. Dal campanile
della matrice i rintocchi di campana
segnano che il feretro sta per uscire e
tutti sono lì ad aspettare. Dopo qualche
secondo, ecco uno sciame di applausi e
le lacrime si confondono con i sorrisi un
poʼ beffardi di qualcuno. A sostenere la
bara anche Pasquale Stracuzzi, uno dei
suoi migliori amici. Ma di amici ne aveva
parecchi Dario. Tra questi Carmelo
Russo e Giacomo Conti, con i quali
aveva viaggiato in lungo e in largo.
«Dario era un leader. Inutile
comprendere le ragioni per cui le
persone gli volevano bene.
Conoscendolo non lo si poteva odiare.
Era unico. E adesso non cʼè più», sostiene ancora la professoressa di
Lettere. E tra il vento caldo dellʼestate
che ha portato via i sorrisi alla comunità
forzese, ma un poʼ di tutta Italia, e gli
ultimi saluti ecco una speranza. Non un
addio, ma un arrivederci da parte di
tutti… “Ciao Daʼ.
ZOOM
Su facebook una poesia sulla vita
FORZA DʼAGROʼ. Il profilo facebook è stato chiuso dai familiari. In centinaia si
erano collegati per lasciare un ultimo saluto a Dario Lombardo. Poco prima del
disastro ferroviario in cui il siciliano è morto aveva postato una poesia. Eccola:
«Non ascolto il passato e non guardo il futuro... Mi sento vivo
Mi esalto nel presente, provo gioia come un bambino quando noto un fiore...
chiametemi anche folle e pazzo se non condivido questa societa incestinata e
preconfezionata, vedo zombie che si nutrono di cadaveri...
Vedo miseria frutto di ignoranza...
Sorrido perche sono l'artefice della mia vita... Sorrido perche sono io a scegliere il mondo che voglio...
Essere... Ogni istante lucido e conscio per Sentire il silenzio nella mente, li dove gli altri non arrivano...
Per sentire col cuore e tutti I sensi, le meraviglie donateci da Madre natura in questa vita piena di sorprese!!».
pagina 18
Economia
2 AGOSTO 2013
TERMINI IMERESE. L’annuncio del governatore per “l’auto del Mediterraneo”
Magneti Marelli, questi conosciuti
Una nuova attività per gli accumulatori di idrogeno nell’area che fu della Fiat.
Ma il niome blasonato dell’industria oggi cela solo una anonima società
PALERMO. Lʼultima trovata del
presidente Crocetta è stata quella di
proporre per Termini Imerese “lʼauto del
Mediterraneo”. Lʼannuncio è arrivato
dopo un “annuncio-bis” del presidente: “A
Termini Imerese sono interessati gli
imprenditori della Magneti Marelli che
vogliono avviare una nuova attività per gli
accumulatori di idrogeno…”. Ma chi sono
gli investitori della Magneti Marelli? Il
nome blasonato dellʼindustria, che dal
1929 porta il nome tra i fondatori di
Giovanni Agnelli, oggi è una sociètà
anonima, una Sa come classificano
queste imprese che vogliono mantenere
segreto il nome degli investitori
allʼagenzia delle entrate, che si distingue
solo per avere fatto a Gela lʼinvestimento
più grande dʼEuropa per la costruzione di
pannelli solari.
Lʼinaugurazione “dellʼevento-pannelli” ha
portato qualche assessore regionale a
storcere il muso. Tra i soci locali
dellʼazienda cʼera pure un imprenditore
gelese per il quale anni addietro il
senatore Lumia, sodale del presidente,
aveva presentato una piccata
interrogazione sui rapporti dello stesso
con la mafia.
“Ora i rapporti sono direttamente con il
governo”, ha sottolineato un giornalista
del sito Link-Sicilia, commentando la
notizia che il presidente della Regione ha
annunciato un maxi-investimento dellʼEni
a Gela che porterà “a regime” gli occupati
da mille a settecento: “Un bel risultato…,
non cʼè che dire”.
Ma se a Termini Imerese sono 1600 i
dipendenti dellʼex Fiat che stanchi degli
annunci a ripetizione susseguitisi negli
ultimi anni, da Dr Motors in poi, restano in
apprensione, il resto della manovra
economica del governo è un grande
rebus: dallʼaumento dellʼIrap, che
dovrebbe determinare il gettito di un
miliardo per pagare le imprese, alla
rottura delle relazioni tra il Pd e il
magistrato-assessore Marino, che guida
lʼassessorato allʼenergia. Le polemiche
sono partite sulla gestione delle
discariche: singolarmente, secondo
centonove
lʼassessore, a difendere il sistema
discariche in Sicilia ci sono anche
Legambiente e Confindustria, “che
permette così al suo associato Catanzaro
di continuare a gestire tutto in regime di
emergenza…” ha chiosato marino. I
pompieri della politiche nopn sono
riuscite a bloccare le scintille neppure a
proposito della privatizzazione dellʼacqua:
il presidente della commissione attività
produttive Bruno Marziano ha detto
allʼassessore Marino di informarsi meglio
prima di parlare.
Un clima surriscaldato, il fronte
economico, cui di recente si è aggiunta la
gestione dellʼIrsap, lʼistituto nato per la
liquidazione di undici aree industriali
siciliane, le Asi, oggi dirette da Alfonso
Cicero, ex capo di gabinetto dellʼex
assessore allʼIndustria Marco Venturi.
Cicero di recente ha assegnato una sfilza
di incarichi, ben 95, passando in
rassegna una serie di avvocati nelle
grazie dellʼestablishment: da Stefano
Polizzotto, ex capo segreteria del
presidente Crocetta, a Nicola Piazza, ex
presidente di Sviluppo Italia Sicilia. La
scelta che ora si profila è quella che a
guidare lʼIrsap dovrebbe andare proprio
Marco Venturi, lʼex assessore esponente
del gruppo di potere di Confindustria che
si riconosce nelle posizioni del presidente
Antonello Montante, lo stesso cui viene
ricondotta lʼassessore in carica alle
attività produttive, Linda Vancheri. Un
clan…produttivo di nomine.
Un clima di approssimazione che ha
portato lʼassessore al bilancio Luca
Bianchi a ventilare le dimissioni e che
porta gli osservatori della politica ad
essere sempre più preoccupati: oltre gli
annunci di pulizia sulla formazione
professionale le cui regole tendono a
creare nuove griglie che escludono gli
indesiderati, sul fronte dellʼeconomia i
provvedimenti del governo Crocetta
latitano: di registra solo la volontà di
trasformare una compagnia di autobus,
lʼAst, con cento milioni di euro di debiti sul
groppone, in una compagnia aerea e così
metterla poi sul mercato per renderla “più
appetibile”. A chi? A una serie di
imprenditori che coincidono con gli stessi
vertici di Confindustria regionale, Lo
sospetta lʼassessore allʼenergia, Marino.
Che dopo il suo scontro con il Pd e con il
gruppo Catanzaro, ha visto il loquace
Crocetta rispondere con un eloquente
silenzio. Un impasto politico che sa tanto
di rimpasto in vista…
INVESTIMENTI
Eni, 700 milioni in arrivo
La raffineria sarà trasformata
in un impiant di eccellenza
GELA. Nessuno dei 999 dipendenti dell'Eni di Gela sarà
licenziato o posto in cassa integrazione. Nel 2017, però,
la forza lavoro sarà di 670 unità e i conti torneranno di
nuovo in ordine. La raffineria sarà trasformata in un polo
d'eccellenza del Centrosud per la formazione del
personale in materia di sicurezza e antincendio. Non si
produrrà più benzina - perché il mercato è in forte
contrazione e il consumo è sceso del 30% rispetto al 2008
- ma diesel; saranno realizzati sistemi per la depurazione
dei fumi della centrale. Lo prevede il piano di investimenti
da 700 milioni di euro per la riconversione del sito,
presentato in conferenza stampa a Palermo dal
governatore della Sicilia, Rosario Crocetta e dai
rappresentanti della compagnia petrolifera.
''Gela sarà un polo di eccellenza tecnologica:
realizzeremo un impianto di nuova generazione, il terzo al
mondo - ha detto il responsabile della raffinazione
dell'Eni, Domenico Elefante -, per la produzione di diesel
di migliore qualità. Utilizzeremo un nuovo catalizzatore
brevettato dall'Eni e un nuovo impianto capace di
produrre energia dai rifiuti industriali, piuttosto che
mandarli in discarica. Gela formerà personale in materia
di sicurezza e antincendio da utilizzare nelle realtà
industriali dell'Eni in Italia''. Per il governatore Rosario
Crocetta ''il ciclo di degrado delle acque, che restituisce
la diga del Ragoleto alla fruizione pubblica, il riciclo delle
acque di scarico e l'uso dei dissalatori per uso industriale
sul piano ambientale sono una bella risposta per la
Sicilia''.
pagina 19
Domenico Elefante
Economia
2 AGOSTO 2013
centonove
LA SCHEDA
Una sede
per gli start up
L’incubatore di Sviluppo Italia a Papardo
MESSINA. Presentata a Sviluppo Italia Sicilia l’iniziativa del ministero per lo sviluppo economico
Smart & Start premia il Sud
Duecentomila euro a fondo perduto per l’impresa innovativa, “orientata
a intercettare nuovi mercati”. Così le pratiche, Con qualche controsenso...
MESSINA. Perfino il presidente del
consiglio Enrico Letta per definire i primi
passi del suo governo ha detto la parolina
magica : “start up”. E oggi i territori dove la
nascita delle imprese start up va più a
rilento è proprio il Sud Italia, lʼarea dove ci
sono maggiori facilitazioni per fare
crescere questo modello di imprese.
Lʼultimo progetto lʼha messo in pista il
ministero dello sviluppo economico con
lʼiniziativa “Smart & Start”, presentata la
settimana scorsa nei locali desolatamente
vuoti dellʼincubatore di imprese di contrada
Papardo, che vede in convenzione
Sviluppo Italia Sicilia con lʼUniversità.
I tecnici del Ministero hanno illustrato a
una platea di studenti universitari le fasi del
“piano start up”. Che è indirizzato a
imprese di piccole dimensione, anche in
forma cooperativa, che saranno premiate
con un finanziamento fino a 200mila euro
“a fondo perduto” per i costi di gestione dei
primi quattro anni di attività. Il
finanziamento potrà essere elevato fino a
300mila euro se si tratta di una impresa
“innovativa”, “orientata a intercettare nuovi
bisogni e nuovi mercati”.
La pratica di finanziamento “a sportello” è
riservata a tutte le società che hanno sede
oltre che in Sicilia, in Basilicata, Calabria,
Puglia e Sardegna e che non siano
costituite più da sei mesi: un controsenso,
se si considera che le imprese che
avrebbero maggiore bisogno sono le start
up nate da meno di un anno e che già per il
governo sono considerate vecchie. Ma
tantʼè…
Cosa bisogna fare per presentare le
domade? Essere muniti di posta
elettronica certificata e inviare le mail
allʼindirizzo smartstart.invitalia.it. Le
procedure prevedono la presentazione di
un business plan con la descrizione
sommaria dellʼidea di impresa, la
presentazione di un curriculum con i
protagonisti dellʼazienda che si vuole
avviare. E la possibilità di fare un colloqui
per saggiare le attitudini, direttamente in
rete. Agevolazioni sono previste per chi ha
avviato progetti di ricerca industriale e
chiede fondi per portare a termine i test e
la fase pre-competitiva.
La corsa alla presentazione delle
domande sarà avviata a partire dalle ore
12 del 4 settembre. La dotazione
finanziaria del fondo è di 190 milioni di
euro. Le idee che saranno “escluse” per
mancanza di fondi, entreranno in una
speciale graduatorie che permetterà ad
alcune di esser ripescate in caso di
rinunce o decreti di revoca. Tutto il
progetto è inserito nel Pon Ricerca e
competitività 2007-2013. La gestione delle
pratiche è coordinata da Invitalia
nazionale. Eʼ appena il caso di dire che la
regione Sicilia dopo avere rilevato le quote
di Sviluppo Italia Sicilia, non ha mai firmato
nessuna convenzione con la società
strumentale che si ritrova settanta
dipendenti in ruolo e nessun incarico dal
governo presieduto da Rosario Crocetta.
MESSINA. Sviluppo Italia Sicilia gestisce l'incubatore d'impresa sito a
Messina, contrada Papardo, in sinergia con l'Università degli Studi di Messina. L'obiettivo istituzionale degli incubatori di Sviluppo Italia Sicilia (Catania e Messina) è quello di favorire la
nascita e lo sviluppo di start up, garantendo gli strumenti necessari per
superare lo stadio più delicato del ciclo di vita, la death valley, e per competere sul mercato una volta fuoriusciti dall'incubatore, nonchè sostenere lo sviluppo delle PMI operanti nei
settori di interesse regionale, affinché
possano superare la dimensione di
piccole imprese. L'incubatore di Messina si sviluppa all'interno di un edificio localizzato nel Polo universitario.
E' un complesso immobiliare organizzato per rendere servizi ad alto valore aggiunto e offrire spazi, principalmente alle imprese che si insediano al suo interno, al fine di:
stimolare la nascita di idee imprenditoriali innovative;
agevolare lo sviluppo e la competitività di imprese esistenti;
creare una solida rete di imprese integrate;
valorizzare le potenzialità di giovani e di ricercatori pronti ad avviare attività imprenditoriali;
sostenere l'economia locale;
promuovere specifici settori produttivi e di servizi.
Chi accede ai servizi offerti dall'incubatore ha la possibilità di accelerare il
proprio sviluppo aziendale perché ha
a disposizione l'esperienza di Sviluppo Italia Sicilia, che da anni promuove attività finalizzate all'innovazione
ed allo sviluppo delle piccole e medie
imprese. Il complesso si estende su
una superficie coperta di circa 7.300
mq organizzata su diversi livelli.
Gli spazi a disposizione delle imprese, esclusi i servizi e le zone comuni,
sono pari a 2.500 mq, divisi in moduli. Dopo i primi anni di attività l'imprenditore deciderà se l'impresa sarà
in grado di lasciare l'incubatore, in alternativa, rinnoverà il contratto nello
stesso spazio personalizzato.
R.C.
IL COMMENTO di Giovanni Frazzica
Il papa della giustizia sociale
“A CHI TANTO E A CHI niente” è la frase che definisce
lʼingiustizia sociale, strutturale, in maniera più o meno
accentuata in quasi tutti i paesi del mondo.
Miracolosamente però, quando la misura è colma, la
società produce anticorpi, che talvolta riescono a ricreare
condizioni per un riequilibrio dei rapporti tra i cittadini ed i
poteri economici ed istituzionali. Tra il 2010 e il 2011 gli
osservatori occidentali hanno inneggiato alla caduta di tre
regimi autoritari in nord Africa parlando di “primavera
araba. In effetti però, quando si entra nella logica della
cultura islamica, ci sono delle particolari difficoltà da
valutare: il peso delle tribù, le religioni e le aree di influenza
internazionale, fattori invisibili che spesso hanno radici
remote in un passato coloniale, mai del tutto tranciato o
anche più moderne proficue e riservate relazioni
commerciali. Lʼunico Paese uscito fuori da
quella esperienza sembra essere la Libia,
nostra ottima fornitrice di gas, petrolio e di
quei migranti che papa Bergoglio ha voluto
onorare a Lampedusa prima di partire per il
Brasile, ritenendo giunto il momento di far qualcosa per
fermare la mattanza di persone che ogni anno vengono
inghiottite dal mare. Forse cʼera una priorità nella scelta di
papa Francesco che ha iniziato il suo viaggio verso le
periferie del mondo dallʼestremità dellʼItalia che però gli ha
spalancato una grande finestra sul nord Africa ed il Medio
Oriente, due aree che leggono benissimo i messaggi
simbolici. Più esplicito e chiaro per il mondo occidentale il
messaggio di Rio de Janeiro. Tre milioni di persone raccolti
sulla spiaggia di Copacabana da una personalità che
rilancia con forza il tema della giustizia sociale, è un
fenomeno che da vigore ai movimenti democratici e
pacifisti di tutto il pianeta e, allo stesso tempo, deve indurre
pagina 20
a qualche riflessione i falsi profeti di Wall Street, gli opachi
signori del Cremlino ed i nuovi mandarini cinesi. La
rivoluzione di papa Bergoglio è fatta di gesti semplici,
basata sul suo esempio. Questi esempi girano sulla rete,
cʼè ormai un modo sorprendente di comunicare, sia nel
globale che nel locale, che sfugge ad ogni controllo. Lo si è
visto, in termini elettorali, con la candidatura di Rosario
Crocetta, che certamente non era il favorito in una Sicilia,
considerata regione di centrodestra, che però riuscì a fare
passare dei messaggi forti di apertura culturale e contro la
mafia che fecero breccia, soprattutto nellʼanimo dei
giovani, ed ebbero un effetto moltiplicatore. Stessa cosa
per Accorinti a Messina. Un rivolo dellʼacqua benedetta
che dispensa il nuovo papa ai politici dovrebbe bagnare
anche i cuori di quei cattolici italiani che, in questa fase
difficile della politica, dovrebbero muoversi per dare
impulso alla riscoperta dei valori e non fiato alle trombe per
alimentare sterili liti.
centonove
Economia
2 AGOSTO 2013
MESSINA. A tu per tu con il nuovo presidente di Confcommercio
FALLIMENTI
«Impresa? Fa rima con intesa»
Picciotto detta le nuove linee guida dell’associazione a partire dalla «condivisione
dei progetti». Ma la parola d’ordine è «aggressione ai fondi comunitari»
MESSINA. Non ha perso tempo Carmelo
Picciotto, 50 anni, titolare del locale Dolce
Vita di piazza Duomo a mettersi allʼopera
dopo lʼelezione a presidente provinciale di
Confcommercio Messina. Cinquantʼanni,
due figli, Picciotto si è misurato con un altro
concorrente, Filippo Denaro, anchʼesso
titolare di un bar, lʼIrrera di Piazza Cairoli.
Ma trovato “lʼaccordo politico” con Denaro,
che è stato cooptato nel board con la carica
di vicepresidente, Picciotto sembra partito
in quarta per il nuovo corso
dellʼassociazione, guidata fino ad oggi dal
presidente Nino Messina.
Picciotto come cambierà
Confcommercio Messina?
«Dalla base. Non a caso la lista che ha
portato alla mia elezione si chiama
“Imprenditori Riuniti”. Noi cerchiamo lʼintesa
tra chi fa impresa, lʼadesione alle
problematiche comuni, la condivisione dei
progetti».
E quali sono i progetti in cantiere?
«Lʼaggressione ai fondi comunitari
innanzitutto. Parlo di aggressione perché
cʼè un gap enorme da recuperare.
Lʼeconomia è ferma. E se non si usano a
dovere i fondi europei, sfruttando la logica
del network e lʼaccordo con gli enti
partecipativi, non si esce dalla stasi che
Carmelo Picciotto
dilania una economia già asfittica come
quella del nostro territorio. Che dal suo ha
enormi potenzialità inespresse».
Come definirete il focus?
«Con chiarezza. Pochi punti, ma chiari. Eʼ
nella nostra intenzione creare un raccordo
permanente con lʼUniversità. E creare
anche un comitato scientifico permanente
di saggi, che diano utili consigli per favorire
le dinamiche della crescita. Quando parlo di
“saggi”, parlo di economisti, di sociologici, di
operatori dellʼeconomia capaci di portare
pratiche di buone maniere, che hanno
funzionato altrove e possono funzionare
anche qui. E lʼesempio che deve essere
dato è quello della comunità: chi collabora
con noi lo fa gratis. Lo fa per Messina».
Quando dice che si intende partire dal
territorio cosa di intende?
«Ogni settimana sarà creato un
appuntamento, non solo al Confcommercio.
Discuteremo un problema per cercare una
soluzione. Ma non lo faremo solo dalla sede
centrale, ma andando noi in provincia, a
conoscere da vicino i territori e le
problematiche connesse. Vogliamo essere
una associazione vicina alla gente e vicino
alle imprese».
Qual è il settore dal quale partire.
«Di certo il turismo. Eʼ la prima vera
piattaforma di rilancio della nostra
economia. Un settore che va ripensato, E
verso il quale “Imprenditori Riuniti” vuole
accostarsi con una mentalità nuova, quella
del network. Dei servizi condivisi. Quasi un
marchio di identità».
Quali sono i rapporti con Pietro Agen?
«Ottimi. Eʼ il nostro presidente regionale. E
con lui intendiamo condividere tutte le
politiche di sviluppo del territorio. Se cresce
Messina cresce la Sicilia e viceversa. I
nostri sono obiettivi comuni. E lui certo ci
darà una mano».
LEGALMENTE
A.M.A.M. S.p.A – AZIENDA MERIDIONALE ACQUE MESSINA
AVVISO DI MOBILITA'
L'A.M.A.M. S.p.A rende noto che intende ricoprire, mediante procedura di mobilità regionale ai sensi dell'art. 30 del Decreto Legislativo 30.03.2001 n. 165 e s.m.i., fra le Aziende e gli Enti del Comparto Regioni – Autonomie Locali, le seguenti posizioni:
• n. 1 Dirigente Amministrativo;
• n. 1 Dirigente Tecnico;
• n. 1 Avvocato appartenente allo staff Avvocatura Comunale e/o un funzionario con
laurea in giurisprudenza;
• n. 2 laureati in ingegneria VII° e/o VIII° livello funzionale;
• n. 3 ragionieri VI° e/o VII° livello funzionale;
• n. 4 geometri e/o periti VI° e/o VII° livello funzionale;
• n. 4 diplomati per compiti amministrativi V° e/o VI° livello funzionale;
• n. 14 operai III° e/o IV° livello funzionale.
Le domande di mobilità e le documentazioni ad essa allegate, redatte in carta semplice, devono pervenire ad AMAM S.p.A – Viale Giostra Ritiro, entro il trentesimo giorno
successivo alla data di pubblicazione del presente estratto del bando sulla G.U.R.S..
Gli interessati potranno prendere visione integrale del bando di mobilità sul sito aziendale www.amam.it.
IL PRESIDENTE
Avv. Alessandro Anastasi
centonove
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO
SU CENTONOVE
PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI
NUMERI: 090.9430208 FAX 090.9430211
RICHIEDI I PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL
A: [email protected]
pagina 21
R.C
Ascon Finance
Cataldo curatore
MESSINA. È lʼavvocato Domenico Cataldo il curatore fallimentare nominato
dal giudice Antonio Orifici, che ha dichiarato il fallimento dellʼAscom Finance, il consorzio fidi della Confcommercio di Messina. Il procedimento è
approdato a Messina dal Tribunale di
Roma, dove il fascicolo era stato aperto per le indagini a carico di Fabio Calì,
genero dellʼimprenditore Graci, in passato sottoposto a inchiesta per la scalata alla Bnl, nella quale erano coinvolti oltre che lʼamministratore della Banca popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani,
anche “i furbetti del Quartierino”. Nellʼindagine è rimasto impigliato anche
lʼonorevole Roberto Corona, per anni
direttore generale della Confcommercio Messina, insieme allʼonorevole di
Forza Italia, Fabio Mancuso, ex maresciallo della Guardia di Finanza. Roberto Corona, difeso dallʼavvocato Nino Favazzo, è lʼunico imputato che ha
rifiutato il patteggiamento, cui hanno
aderito tutti gli altri coinvolti nella vicenda Ascom. Lʼex parlamentare di
Forza Italia è stato coinvolto nelle indagini per le sponsorizzazioni con il logo Ascom Finance alla squadra di basket di Patti. Alla sua gestione si deve
la nascita della sede romana di Ascom
e la designazione di Calì.
Economia
2 AGOSTO 2013
GEMELLAGGI. LA SRL PRESENTATA DA CONFINDUSTRIA DI REGGIO E MESSINA
NOMINE
Nasce la Stretto Servizi Industrie
MESSINA. La “Stretto Servizi Industrie
srl” è realtà. La società costituita da
Confindustria Messina e Confindustria
Reggio Calabria è stata presentata nella
sede degli industriali reggini. I lineamenti
del nuovo soggetto, voluto con lo scopo di
erogare servizi di carattere tecnico –
organizzativo a beneficio delle imprese
dellʼarea dello Stretto, sono stati illustrati
dai presidenti delle due associazioni
territoriali, Ivo Blandina e Andrea
Cuzzocrea. A concludere lʼincontro è
stato Alessandro Laterza, vicepresidente
nazionale di Confindustria con delega al
Mezzogiorno. La società, è stato spiegato
nel corso della conferenza stampa, ha
come mission quella di agevolare lo
sviluppo del sistema associativo e di
sostenere la crescita competitiva delle
PMI dellʼarea dello Stretto. Il suo
organigramma è composto dagli stessi
vertici delle due associazioni degli
industriali: il presidente è Andrea
Cuzzocrea, lʼamministratore delegato Ivo
Blandina, mentre il cda è completato dal
consigliere di amministrazione Antonino
Foti, presidente di Ance Giovani Reggio
Calabria.
«La “Stretto Servizi Industrie” – ha
affermato Andrea Cuzzocrea - non è solo
una società che si prefigge lʼobiettivo di
agevolare lo sviluppo e la crescita
competitiva della aziende del territorio. È
anche, e soprattutto, un concreto atto
verso lʼeffettiva integrazione dellʼarea dello
centonove
Enti Paritetici Edilizia
Messina rinnova i vertici
Stretto. Unʼintegrazione che nasce “dal
istituzionali che molto spesso, in passato,
basso”; in questo caso, dal sistema
hanno condizionato le iniziative».
confindustriale, che fa rete per mettere a
Nelle sue conclusioni, il presidente
disposizione degli imprenditori servizi e
Laterza ha evidenziato come la “Stretto
competenze. Non più tardi di quattro anni
Servizi Industrie”, possa «costituire un
fa – ha proseguito Cuzzocrea - Reggio
punto di riferimento per lʼimpiego dei fondi
Calabria balzò agli onori della cronaca
strutturali europei, sia a livello nazionale
nazionale per essere stata inserita tra le
sia a livello regionale. Da questo punto di
città metropolitane dʼItalia. In questa
vista, la situazione calabrese e siciliana è
direzione anche Confindustria Reggio
davvero preoccupante. Non è accettabile
Calabria, dopo aver dato vita alla sua
che in Calabria il Fondo Europeo per lo
riorganizzazione interna e aver costruito
Sviluppo Regionale, che prevede
una sua nuova immagine
contributi in conto capitale per
Andrea Cuzzocrea: la realizzazione di infrastrutture,
allʼesterno, ha deciso di
La nuova società
puntare subito
sia stato speso per la misera
sullʼintegrazione con Messina.
percentuale di meno del 25% e
sarà sostanza
La nuova società – ha
in Sicilia per il 27%. E le cose
in campo
aggiunto Cuzzocrea - darà
economico all’area non vanno meglio con i fondi
sostanza in campo economico
nazionali. Stiamo spingendo –
metropolitana
ad unʼarea metropolitana dello
ha proseguito Laterza - affinché
Stretto».
i fondi strutturali europei per il
Piena condivisione di Ivo Blandina,
periodo 2007 - 2013 e per il 2014 – 2020
presidente di Confindustria Messina: «È
vengano utilizzati per azioni
un primo vero momento - ha detto- in cui
anticongiunturali: sgravi fiscali, incentivi
concretamente si riescono a tracciare
per lʼassunzione dei giovani,
obiettivi e prospettive comuni. A breve
rafforzamento del sistema dei confidi,
organizzeremo un “business speed date”
rilancio delle misure della legge Sabatini
tra Reggio e Messina. Prevediamo inoltre per lʼacquisto di beni strumentali. Una
un incontro fra i diversi esponenti delle
volta passata questa emergenza – ha
due comunità imprenditoriali, quella
detto ancora il vicepresidente di
reggina e quella messinese, per allineare
Confindustria - occorre pensare alla
e condividere competenze ed esperienze, realizzazione di opere strutturali più
costruendo nuove opportunità di
durature ed è qui che entrano in gioco il
business. Auspichiamo anche
territorio ed i suoi attori che conoscono le
lʼabbattimento dei limiti territoriali ed
peculiarità e le problematiche connesse».
“
”
VINO
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Tredici etichette siciliane
premiate da Touring Club
Dilazioni Inps, nuove regole
CON CIRCOLARE n.108/13 lʼInps rimette mano allʼistituto della dilazione dei debiti contributivi in fase amministrativa, a seguito del trasferimento di funzioni allo stesso successivamente alla soppressione di Inpdap e Enpals. Il contribuente dovrà ora
presentare unʼunica domanda comprendente tutti i debiti contributivi in fase amministrativa, maturati nei confronti di tutte le Gestioni amministrative dellʼIstituto. È possibile richiedere la rateazione dei debiti in gestione presso gli uffici legali, oltre che
per le partite a debito dovute a titolo di omissione o evasione. In linea generale la
rateazione sarà concessa per massimo 24 rate, innalzabili a 36 previa autorizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Come già previsto precedentemente, durante il
pagamento della dilazione il debitore dovrà continuare a provvedere al regolare versamento anche
della contribuzione dovuta mensilmente o periodicamente. Tra le novità di maggior rilievo si ha, a latere
della possibilità di estinzione anticipata della dilazione allo scopo di accendere una nuova dilazione, la
possibilità di attivare un apposito piano di “rateazione breve” che potrà coesistere con la dilazione principale. Tale nuova rateazione non potrà durare più di 6 mesi, a fronte di temporanea mancanza di liquidità. Sarà attivabile una sola volta nel corso della dilazione
principale e potrà investire il debito contributivo maturato in massimo tre mesi per i
datori di lavoro e committenti o un trimestre/rata per i lavoratori autonomi. In tal caso, adempiendo al versamento delle rate richieste, il contribuente manterrà il requisito della correttezza contributiva.
Per converso, il mancato o parziale versamento mensile di una delle rate del piano
di “rateazione breve” comporterà la revoca delle dilazione principale, con conseguente richiesta tramite avviso di addebito. Ulteriormente, in caso di versamento
regolare della contribuzione corrente, la dilazione verrà revocata nel caso in cui sia
accertato il mancato pagamento da parte del contribuente di due rate mensili consecutive. Il contribuente, identificato con il codice fiscale, che intende regolarizzare
la propria posizione debitoria in forma rateale, è tenuto a presentare una domanda
di rateazione unica per tutte le Gestioni amministrate dallʼInps attraverso i canali telematici. La trasmissione può essere effettuata dal Consulente del Lavoro, quale intermediario a ciò appositamente autorizzato.
PALERMO. Sono tredici i vini
siciliani premiati con le ''corone'',
i massimi riconoscimenti ai vini di
eccellenza assegnati dalla guida
''Vini buoni d'Italia'' 2014 del
Touring Club Italiano. La
pubblicazione è l'unica in Italia
dedicata ai vini da vitigni
autoctoni, ovvero a quei vini
prodotti al 100 per cento da
vitigni presenti nella penisola da
oltre 300 anni. Queste le etichette
premiate: Etna Doc Bianco
Arcuria 2011 di Graci, Etna Doc
Bianco Salisire 2011 di Vivera,
Etna Doc Rosso Aitna 2010 di
Cantine Edome', Etna Doc Rosso
Feudo 2011 di Girolamo Russo,
Marsala Doc Superiore Vigna la
Miccia di Marco De Bartoli,
Moscato Passito di Noto Doc Al
Hamen 2012 di Feudo Ramaddini,
Salina Igt Bianco 2012 di
Caravaglio Antonino, Sicilia Doc
Grillo Coste al Vento 2012 di
Cantine Barbera, Sicilia Doc
Grillo Laluci 2012 di Baglio del
Cristo di Campobello, Sicilia Igt
Rosso Nero Bufaleffj 2008 di
Gulfi, Sicilia Igt Zibibbo Rajah
2012 di Tenuta Gorghi Tondi,
Terre Siciliane Igt Nerello
Mascalese Contrada C
(Chiappemacine) 2011 di
Passopisciaro.
pagina 22
MESSINA. Eʼ Giuseppe Lupò il nuovo presidente della Cassa Edile di
Messina. Il Consiglio Direttivo dellʼAnce Messina, infatti, ha rinnovato
le rappresentanze datoriali allʼinterno degli Enti Paritetici Provinciali
dellʼedilizia.
Al Comitato di Gestione siederanno
per lʼAnce Messina Franco Musumeci, Tindaro Calabrese, Rosario De
Domenico e Maurizio Maiorana, per
la CNA Messina Luca Fabio Calabrese. Nel Consiglio Generale, invece,
sono stati nominati dallʼAnce Messina Antonio Gugliandolo, Rosario
Presti e Leone Pidalà.
Gaetano Mancuso è stato confermato come Presidente dellʼEnte Scuola
Edile di Messina. I nuovi rappresentanti dellʼAnce Messina allʼinterno
del CdA dellʼEnte Scuola sono Basilio Castrovinci, Franco Barresi,
Emanuele Bonfiglio, Rossella Travia. Il componente segnalato dagli
artigiani del CLAAI è Luigi Spignolo.
Carmelo Gangemi è invece il nuovo
Presidente dellʼEnte Sicurezza Edile-CPT di Messina, che sarà affiancato, allʼinterno del Consiglio di Amministrazione, per la parte datoriale,
da Vincenzo Lanzafame dellʼAnce e
da Giovanni Lo Re per la Sada-Casartigiani.
CONSUMATORI
Mangio Ogm
GLI OGM, cibi transgenici, è argomento di
grande attualità ed è fronte di discussioni e
non solo in ambito scientifico. Ampio spazio
in questi anni è stato dato agli Ogm dalla
stampa e dalla televisione e, nonostante
manca ancora una informazione obiettiva .
In pratica oggi non si conoscono
esattamente gli eventuali danni che
potrebbero apportare allʼuomo
allʼingerimento dei cibi geneticamente
modificati. E' noto che gli esseri viventi sono
costituiti di cellule e, queste sono in grado di
riprodursi dando origine a due cellule
identiche. Il meccanismo di duplicazione
dipende dal Dna e ʼ quindi possibile inserire
frammenti di Dna di una specie in quello di
unʼaltra , anche se gli organismi
appartengono a regni diversi (animali e
vegetali) . L'esempio più noto è quello delle
fragole antigelo: nel patrimonio genetico del
frutto è stato inserito il gene di un pesce
artico . La fragola ottenuta è del tutto
identica a quella naturale, per forma
consistenza, odore e sapore, ma suoi succhi
cellulari non si congelano, anche quando le
temperature scendono al di sotto dello zero .
Gli obiettivi che si intendono raggiungere
attraverso la manipolazione genetica sono
molteplici. e la loro applicazione permette di
ottenere piante più resistenti ai parassiti o
che crescono più velocemente, frutta o
ortaggi che si mantengono freschi più a
lungo e sono particolarmente nutritivi.
Francesco Sabatino
Adoc Uil Messina
poster
centonove
2 AGOSTO 2013
MURALES DI UMANITA VARIA
PALERMO. Il festival del fuoco approda a Palermo
APPUNTAMENTI
Brucia, teatro brucia
Castiglione a Taormina,
lirica d’amore
Dopo gli show alle Isole Eolie, gli spettacoli a Villa Filippina
PALERMO. Dopo lo straordinario
successo di critica e di pubblico ottenuto a
Lipari e Vulcano, il Teatro del Fuoco, il
festival internazionale di artisti e danzatori
di fuoco, sbarca a Palermo con lo show
Burning Desire'. Desiderio ardente che,
grazie alla creatività degli artisti, si fa
immagine coinvolgendo gli spettatori in un
crescendo di emozioni. Gli spettacoli sono
andati in scena a Villa Filippinail 30 e il 31
luglio. Palermo apre le porte al mondo
immaginifico dell' International Firedancing
Festival in un percorso ideale che si svolge
all'interno di un immaginario Museo della
Fantasia, dove il pubblico è testimone
attivo della creazione artistica che si
consuma sul palcoscenico. Un vero e
proprio viaggio fra dipinti e opere d'arte,
storie e leggende,che si animano sotto gli
occhi degli spettatori, in un racconto
suggestivo tra passato e futuro, attraverso le
seduttive atmosfere dei caffè parigini, fino
alle malinconiche arene dei circi itineranti. In
questo rincorrersi di immagini il fuoco è
l'elemento fondamentale che ispira la
creatività degli artisti.
La compagnia, di ritorno da Vulcano
dove ha dato vita ad uno spettacolo
ambientato nella pozza dei fanghi, in uno
scenario lunare fatto di montagne di zolfo e
soffioni naturali, è composta da 10 artisti
che provengono da Germania,
Polonia, Repubblica Slovacca, un'atleta
siciliana olimpionica di tiro con
l'arco, due ginnaste selezionate dal
Coni.
TAORMINA. Prestigiosa platea televisiva per il
nuovo allestimento di “Rigoletto” realizzato al Teatro
Antico di Taormina dal regista e scenografo Enrico
Castiglione. La messa in onda su Rai5 il 16 luglio,
segue infatti a breve distanza lo straordinario
successo riscosso dallo spettacolo nelle due recite
taorminesi del 7 e 9 luglio, questʼultima trasmessa in
diretta Rai via satellite in centinaia di sale
cinematografiche italiane ed europee, e in differita
nel mondo. Enrico Castiglione ha raccolto e vinto una
vera e propria sfida registica: realizzare un film opera
“live” destinato ad emozionare in diretta da un capo
allʼaltro del mondo con la trasmissione via satellite,
ma anche a durare nel tempo, a diffondere il prodotto
a livello globale, in dvd come sulle piattaforme e sulle
reti televisive internazionali.
Quella di Enrico Castiglione con il Teatro Antico di
Taormina è una lunga storia dʼarte e dʼamore. Un
progetto artistico, fondato sulla grande lirica, la
grande musica, la grande danza, valorizzate in
quanto risorse di turismo culturale, come postula la
moderna economia della cultura. Sulla scia dei
ripetuti successi, questʼanno da luglio a settembre si
programma nella Perla dello Jonio unʼarticolata
stagione lirica, che affida ad Enrico Castiglione regia
e scene di tre popolari titoli operistici – dopo il
Rigoletto (7 e 9 luglio, nella foto in basso),
Cavalleria rusticana (8 e 12 agosto), Pagliacci (10
e 14 agosto) – per altrettanti nuovi allestimenti che
firmerà in coppia con la costumista Sonia
Cammarata.
Di rilievo anche gli appuntamenti con la grande
danza: prima con José Porcel e la sua Fiesta
flamenca (in abbinamento con Pagliacci) e quindi
con lʼatteso gala dellʼétoile Eleonora
Abbagnato e le stelle dellʼOpéra di
Parigi (22 agosto). E i concerti
sinfonico-vocali con Carmina
Burana (in abbinamento con
Cavalleria rusticana), il
soprano Lucia Aliberti (7
settembre) e il violinista
Shlomo Mintz (9
settembre), questʼultimi
in collaborazione con
la quinta edizione
del Festival
Belliniano di
Catania.
CINEMA
Salina nel segno di Troisi
MESSINA. A quasi ventʼanni dalle riprese de “Il Postino”, torna a
Salina da guest star Maria Grazia Cucinotta, ospite di MareFestival
venerdì 2 agosto per il “Massimo Troisi Day”.
La proposta del direttore artistico Massimiliano Cavaleri di
intitolare al protagonista una strada e unʼopera
destinata a perpetuare il ricordo di quel capolavoro
cinematografico, ha trovato pronta adesione nel
sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo
Schiavo, e nel soprintendente ai beni culturali
Salvatore Scuto, che ha già esitato il progetto
dellʼinstallazione. Così il lungomare del Porto prenderà il
nome di “Passeggiata M. Troisi” e nello slargo, fra il vialetto
per gli aliscafi e la piazza principale, sarà collocata la scultura
“Oltre il tempo” del maestro Antonello Arena, seguito nel
percorso artistico dallʼesperto della Provincia, Saverio
pagina 23
Pugliatti. La suggestiva icona della bicicletta, cui lo scultore si è ispirato, ha
convinto i critici Teresa Pugliatti e Luigi Ferlazzo Natoli, e le loro riflessioni
sullʼespressività del simbolo prescelto sono riportate nel catalogo del Festival.
Lʼinstallazione, destinata a diventare uno dei simboli dellʼisola, è larga circa 2
metri, alta 1,20; ricoperta di resina e intonaco bianco tipico dello stile eoliano.
Di impatto visivo immediato per il visitatore: la bici del portalettere (donata
dalla Famiglia Molonia) si staglia sul manifesto originale della pellicola,
strappato al “corso del tempo” e vivo nel ricordo di chi ha apprezzato il film,
divenuto subito un successo internazionale.A tagliare il nastro una delle
attrici più amate del grande schermo, la “Beatrice” di cui il postino sʼinnamora.
Maria Grazia Cucinotta (nella foto) riceverà il Premio Troisi MareFestival,
istituito da Cavaleri assieme a Patrizia Casale e Francesco Cappello, per
legare ancor di più il nome dellʼattrice a Salina. Il momento inaugurale, cui
prenderanno parte anche gli imprenditori Filippo Miracula e Giuseppe
Pedulla, che hanno voluto sponsorizzare la scultura, è previsto alle 18,30 di
venerdì 2. Di sera in piazza, verrà proiettato il film, che ebbe 5 nomination agli
Oscar del ʼ96 e vinse una statuetta per le musiche di Luis Bacalov. A seguire
uno spettacolo dedicato a Troisi.
2 AGOSTO 2013
posterpatrimonio
centonove
GIACIMENTI CULTURALI. Salvi i manoscritti di Verga: un tesoro da 4 milioni di euro
La cantina del verismo
Dopo ottant’anni i carabinierirecuperano a Roma una collezione di carte autografe dello scrittore
siciliano destinata a riscrivere ambienti e atmosfere che hanno dato vita a capolavori
MESSINA. Il “ciclo dei vinti”
per una volta può cantare
vittoria. Da una cantina
seimiumida del quartiere
Prati di Roma sono usciti
seicentottanta fogli e
trentasei manoscritti
“vergati”, è il caso di dire, dal
principe del verismo
siciliano, Giovanni Verga. E
la scoperta di questo
giacimento culturale,
destinato a riscrivere
ambienti e atmosfere, nelle
quali sono nati alcuni dei
grandi capolavori del
verismo, è una avventura
letteraria lunga ottanta anni.
Tutto nasce nel 1928, sei
anni dopo la morte di Verga,
quando il figlio dello scrittore
Giovannino Verga Patriarca,
“opportunamente
consigliato” dal ministro
della cultura fascista dellʼepoca Bottai,
consegna a Vito Perroni, uno studioso di
Barcellona Pozzo di Gotto, destinato dal
regime a fare il provveditore agli studi a
Rodi, lʼopera omnia di Verga: dattiloscritti,
il primo romanzo inedito “Amore e Patria”,
una quantità di lettere dellʼautore dei
Malavoglia con Capuana, Pirandello, De
Roberto, DʼAnnunzio.
Con un baule di carte verghiane al
seguito, Perroni si trasferisce poi a Roma
con la moglie Lina, anchʼessa studiosa di
letteratura. Qui contatta lʼeditore Arnoldo
Mondadori, per la pubblicazione del
“Mastro Don Gesualdo”. Ma il vecchio
editore veronese, accorto comʼè, chiede
di microfilmare il carteggio in possesso di
Perroni, prima di dare il via alla
pubblicazione. Dal 1949 al 1942, escono
una serie di romanzi, racconti e novelle,
con esclusiva sui diritti. E ad ogni
pubblicazione si accompagna una
edizione di lusso di 499 esemplari,
numerata su carta Fabriano.
Finita la guerra, la famiglia Verga da
Catania chiede a Vito Perroni la
restituizione delle carte. E nasce una
querelle con gli eredi, che si strascina,
come è tradizione in Italia, per decenni.
Perroni sostiene di non avere altre carte.
Ma il Tribunale di Catania nel 1975 dà
torto allʼex provveditore e ordina la
restituzione al legittimo erede, il nipote
dello scrittore Pietro Verga le carte del
fondo Verghiano e di tutti i diritti connessi.
Perroni fa il furbo. Non restituisce tutte le
carte in suo possesso. Consegna,
affranto, solo una minima parte. Le più
note. E le poche che vengono restituite ai
familiari dello scrittore, vengono poi
comprate dalla Regione siciliana nel 1979
per 89 milioni di lire.
Gli studiosi sanno che mancano
allʼappello molti dei documenti
microfilmati dai tecnici della Mondadori,
che si sospetta possano essere stati
dispersi nel mercato antiquario. Ma il
silenzio sulle carte di Verga, sulle quali
per anni si è fantasticato, si infrange nel
febbraio scorso, quando un perito
milanese, incaricato dalla Soprintendeza
ai Beni librari Regione Lombardia che è
interessata alle carte, svela a Salvina
Bosco, funzionario paleografo della
biblioteca regionale di Catania, che un
consistente gruppo di documenti del
“fondo Verga” sta per essere messo
allʼasta da Cristieʼs a Milano. Valutazione,
4, 2 milioni di euro.
Gli appassionati verghiani entrano in
fibrillazione. Scatta lʼallarme. E i
carabinieri del nucleo di tutela dei beni
librari su disposizione del procuratore
aggiunto della procura di Roma Massimo
Capaldo “visitano” a sorpresa la casa
della figlia di Perroni, Angela Maria, 76
anni, che viene denunciata per
appropriazione indebita e ricettazione. Il
malloppo delle certe verghiane, custodite
in un baule e danneggiate dallʼumidità,
vengono tasferite allʼUniversità di Pavia,
al Centro Tradizione Manoscritti, sotto le
cure di Carla Riccardi, esperta di filologia
verghiana. Ma cosa contengono di così
interessante i documenti che stavano per
finire sotto il martello della case dʼaste
londinese?
“Eʼ una scoperta straordinaria-dice Sarah
Zappulla Muscarà, allieva prediletta del
compianto italianista dellʼUniversità di
Messina, il preside di lettere Gianvito
Resta, tra le maggiori studiose in Italia
dellʼopera di Verga- se si considera che
allʼepoca non esisteva il computer, avere
tra le mani tutti gli appunti sulla nascita
del “ciclo dei vinti”, sullʼidea-base di
racconti forti come “la Lupa”, o lʼopera
giovanile di Verga, le seicento pagine del
suo romanzo inedito “Amore e Patria”,
Giovanni Verga. In basso una foto dello
CURIOSITA’
Ma chi tocca le carte... si scotta
CATANIA. Chi tocca le carte di Verga si…scotta. Ne sa qualcosa anche lʼex presidente della Regione Raffaele Lombardo. Appassionato dallʼopera dello scrittore
originario di Vizzini, lʼesponente politico allora in servizio permanente effettivo nella democrazia cristiana, quando seppe che erano in vendita cimeli e documenti
conservati nellʼex “villino di Corso Italia 22”, la casa dove aveva abitato Giovanni
Verga a Catania, senza perdere tempo avanzò la sua offerta per comprare alcuni
degli oggetti che furono dellʼautore della Cavalleria Rusticana. La somma pagata
non supera i due milioni di vecchie lire. Ma la polemica che subito si consumò,portò
poi la magistratura ad aprire un fascicolo sulla dispersione del mondo caro Verga. Le polemiche si placarono quando fu istituita una commissione di tre studiosi chiamata ad esprimersi sullʼimportanza delle opere finite allʼincanto. I risultati
poi non sono mai stati pubblicati, perché lo stesso Lombardo fece dono alla città
di Catania e alla Fondazione Verga degli acquisiti. “Non li avessi comprati, commentò poi, sarebbero già dispersi nel mercato antiquario…”
pagina 24
centonove
posterpatrimonio
scrittore giovane. E sopra parte dei manoscritti ritrovati
permetterà di mettere nel giusto tassello
tutta la documentazione che è già
conservata a Catania, perché si tratta di
carte complementari, delle quali si
sapeva, ma non si aveva conferma
alcuna sulla loro esistenza…”. In base al
principio dello “genius loci” il sindaco di
Catania Enzo Bianco ha già rivendicato il
ritorno a Catania dei manoscritti dello
scrittore di Vizzini. Nelle carte custodite
da Perroni, ci sono infatti le tracce della
nascita di Verga-scrittore con un romanzo
fiume, 672 pagine, “Amore e Patria”,
scritto quando lʼautore di Rosso Malpelo
ha appena sedici anni e che racconta
della rivoluzione degli americani, la
tensione verso un nuovo mondo ricco di
ideali in tempi di guerra. Ma le carte
recuperate, da un primo sopralluogo
svolto dagli studiosi della Fondazione
Verga di Catania, sono una vera e propria
miniera: cʼè la stesura inedita di dodici
romanzi, decine di novelle e testi teatrali,
migliaia di lettere. Cʼè tutta la tensione
morale che precede la stesura delle
opere di verga in tutte le fasi della sua
formazione: a Milano, a Firenze, il ritorno
a catania, dove con il passare degli anni e
la crescita del disincanto lo scrittore si
dedica alla stesura dei “Vinti” e sempre
più si avvicina a un pensiero politico
reazionario: arriva a tollerare perfino la
cannonate di Bava Beccaris a Milano
contro i manifestanti. Documenti inediti,
ma anche tante lastre fotografiche. Una
passione, quella della foto, che Verga
condivide con lʼamico-protettore Luigi
Capuana, lo stesso che lo inizia al
“verismo”, nelle sue visite da Vizzini a
Mineo, dopo i viaggi nelle “sedute
spiritiche”, un mondo dellʼocculto che
Capuana, amante di alambicchi, scruta
anche da critico letterario del Corriere
della Sera, coinvolgendo i suoi amici
scrittori.
Ma quello della vendita delle carte di
Verga è una sfortuna che si accompagna
allʼopera dello scrittore etneo, come la
maledizione della famiglia Malavoglia,
quando decide di dedicarsi alla vendita
dei lupini, sin dalla genesi della sua
opera. La prima polemica infatti sulle
carte scoppiò sei mesi dopo la morte
dello scrittore, nel giugno del 1922,
quando al teatro comunale di Bologna la
compagnia Niccodemi, con Vera Vergani,
mette in scena la “Cavalleria Rusticana”.
Nel foyer del teatro è esposto in vendita il
manoscritto originale dei “Malavoglia”.
La genesi del documento è tutta una
metafora letteraria da “Così è si pare”:
Verga ha regalato di suo pugno il
manoscritto “allʼillustre fotografo Luigi
Capuana”. Questi a sua volta lo aveva
regalato “augurandole un gran bene” alla
moglie, Adelaide Bernardini, quale
“autografo di un autentico capolavoro”. La
notizia finisce a Catania agli eredi Verga
e poi sul “Giornale di Sicilia” con un
articolo piccato di Luigi Pirandello. Al
quale risponde infastidita la moglie di
Capuana, che, rosa dai debiti lasciati dal
marito, è costretta a vendere, mentre un
autore come Pirandello non fa che
comprare villini e scrivere sui giornali “Io,
io, io”. Ma la sua risposta sul giornale non
fu mai pubblicata.
A MARGINE
Tutto il teatro in dialetto
La recensione di Gianvito Resta
sullo studio di Muscarà
MESSINA. Una inedita recensione di Gianvito
Resta, scomparso di recente, su “Tutto il teatro in
dialetto” di Sarah Zappulla Muscarà, è stata di
recente pubblicata da “Pirandelliana”, rivista
internazionale di studi e documenti. Recuperata
tra le carte dello studioso messinese, dalla figlia
Caterina, lʼanalisi di Resta, già direttore della
collana “Quadreni dellʼIstituto di storia dello
Spettacolo siciliano, è “una felice sintesi”
dellʼopera teatrale siciliana e di tutti i suoi
protagonisti, tra autori e attori. Una materia fluida,
non solo dellʼautore agrigentino, trascurata assai
dalla Mandadori, che ha lasciato mano libera alla
Bompiani che ha editato ben dodici testi.
Nellʼanalisi di Resta cʼè un viaggio a ritroso in tutti
gli autori siciliani, da Martoglio a Capuana, che
assumono una statura internazionale, nella
musicalità del linguaggio, nelle movenze degli
attori. E nellʼopera di studio della Muscarà,
sullʼuniversalità dellʼopera teatrale siciliana, che
porta Pirandello a dichiarare :”Se avessi il potere
farei del siciliano la lingua nazionale”. Nella
recensione Resta rileva che alcune commedie di
Pirandello, “non giunsero mai a compimento o
sono andate definitivamente perdute: U Flautu,
Giustizia, dramma umoristico in due atti, e u
Cuccu”. Chissà se, come per Verga, un baule
nascosto chissà dove non ne restituisca i
dattiloscritti originali.
pagina 25
Gianvito Resta
2 AGOSTO 2013
Casa Museo
Regionale
Giovanni Verga.
La Casa natale
un appartamento al
secondo piano di un
palazzo ottocentesco,
è la dimora in cui
Verga trascorse la sua
infanzia. Dopo
la morte di Giovannino Verga Patriarca,
erede dello scrittore,
la casa venne
acquistata dalla
Regione Siciliana ed
aperta al pubblico dopo il restauro
posterlibri
2 AGOSTO 2013
centonove
NOVITA’. In libreria “Maggio ‘43” di Davide Enia
LIBRERIE
Voci di una città sotto le bombe
Le vifende belliche e la fine della barbarie fascista vista con gli occhi
di un bambino di dodici anni sflotta con la famiglia. Tra macerie e avventure
di Paolo Randazzo
SIRACUSA. Cosa succede ad una città
nel momento in cui viene sottoposta a un
lungo e pesante bombardamento: cosa
succede alle persone soprattutto? come
si sopravvive e quali ferite resteranno
aperte senza che nemmeno il balsamo
dellʼoblio possa alleviarne il dolore?
Cosa succede quando salta tutto per aria
e, per un tempo breve e finito ma
interminabile nel suo feroce dispiegarsi,
case e palazzi, strade e piazze, chiese e
giardini, e famiglie e amori, amicizie,
mestieri, consuetudini sono colpiti e
sventrati e migliaia e migliaia di persone
muoiono colpite o seppellite vive dalle
macerie o avvelenate dal fumo denso di
polvere e sangue? È quanto si chiede
Davide Enia nel “cunto” ʻMaggio ʼ43”,
pubblicato di recente da Sellerio (con
una bella introduzione di Emma Dante) e
tratto dal suo celebre e trascinante
spettacolo teatrale del 2004. Si tratta di
una prova letteraria interessante e ben
riuscita giacché il passaggio dallʼoralità
dello spettacolo (e soprattutto della vitale
ricerca drammaturgica che lo sostanzia)
alla pagina scritta non sempre riesce ad
avere esito positivo. Invece Enia è
riuscito a tener dentro la scrittura la
potenza dellʼoralità, senza affettazione,
senza aggiungere sottolineature
patetiche e, soprattutto, senza
forzare la sua lingua
teatrale, senza indurla a
diventare altro da sé. La
vicenda narrata si dispiega
con la tragicomica
grandezza (e la tenerezza e
lʼironia e il furore) di ciò che
ha in sé la forza di farsi epos
e sʼè tramandato di
generazione in generazione
fino a farsi acquisizione salda
e tessuto mentale di una
famiglia e di una società. La
A CURA DI CARMELO CELONA
Davide Enia. Sotto la copertina del libro
vicenda è il bombardamento americano
di Palermo del 9 maggio del ʼ43, alla fine
della vicenda bellica e soprattutto alla
fine della barbarie fascista, il tutto
raccontato attraverso lo sguardo e la
voce di un bambino (Gioacchino) di
appena dodici anni che, sfollato insieme
con tutta la sua numerosa famiglia nella
“lontanissima” Terrasini, ritorna a
Palermo con lo Zio Cesare e il cugino
Umbertino per procurarsi cibo e medicine
e solo per un caso si ferma
appena prima di entrare in
città e può osservare dal di
fuori quel che sta
succedendo durante quel
terribile bombardamento. Ed
è quindi lo sguardo pulito di
questo bambino a
trasformarsi nella metafora
centrale del racconto: solo
ripartendo dai bambini si
può oggi (sopratutto oggi)
ripensare a una rinascita
di Palermo che è ancora
LACERTI DI LETTURE
Guardatevi attorno
VIETARE LʼACCUMULO di denaro porta
ad unʼautomatica ridistribuzione della ricchezza.
“Lʼinteresse generale deve prevalere sullʼinteresse
particolare, lʼequa distribuzione delle ricchezze
prodotte nel mondo del lavoro deve prevalere sul
potere del denaro.” Le casse dello Stato sono vuote e
quelle dei privati piene:un tempo era il contrario. Il travaso
è avvenuto a causa della perniciosa circostanza che ha
visto, e vede ancora, la figura dellʼamministratore
pubblico e dellʼimprenditore privato coincidere.
“Hanno il coraggio di raccontarci che lo Stato non è
più in grado di sostenere i costi per i cittadini. Ma
comʼè possibile che oggi manchi il denaro a
salvaguardare e garantire i diritti conquistati con la
liberazione.” Il denaro è un mostro che fatalmente divora
chi lo serve. “Il potere dei soldi non è mai stato così
oggi coperta, visibilmente coperta, dalle
macerie avvelenate di quella
devastazione e di altre sciagure, forse
meno visibili ma non meno violente e
perniciose.
D. Enia “Maggio ʻ43”, Sellerio,
Palermo, pp. 112 euro 12.00
LA CLASSIFICA
E Flaccovio
“Libera la mente”
PALERMO. Una nuova libreria, un nome storico per la cultura palermitana
e una joint venture con un colosso dellʼeditoria. Al Forum di via Filippo Pecoraino apre “Flaccovio. Libera la
mente” , 150 metri quadri e tanti progetti in cantiere. “In un periodo di
grandi cambiamenti e sicuramente di
grandi difficoltà, una sinergia nata fra
un nome, il mio “Flaccovio” , che ha
segnato dal punto di vista culturale un
periodo importante per la nostra città,
e il nome Mondadori leader nel settore librario – spiega il titolare Giuseppe Flaccovio - Un progetto di impresa
competitivo sia dal punto di vista della proposta editoriale che commerciale”.
Un nuovo progetto che, basandosi
sullʼesperienza di librai da generazioni, coinvolgerà in particolare scuole e
famiglie, per consentire ai bambini di
conoscere – divertendosi - il mondo
del libro.
In cantiere: “Alunni in libreria”, “Laboratori di scrittura” per i ragazzi della scuola primaria e a carattere scientifico, “Libro del mese”.
Tra i settori su cui la libreria punta segnaliamo la cucina, i bambini e il fantasy . E ancora, cancelleria e libri scolastici.
di Felice Irrera
Antonello Carbone - A Taormina dʼinverno - Manni
Prezzo di copertina: € 14,00
Dopo il Capodanno Taormina si svuota, e non sempre torna il sereno. A scuotere la
tranquilla vita della città e la rassicurante routine del giornalista Giacomo Cassisi la
misteriosa morte, all'alba di un freddo giorno di gennaio, di Efre Vazzini, rampolla di una
potente famiglia di imprenditori. Cassisi sceglie di indagare affidandosi al proprio intuito,
cogliendo tracce che possono essere i versi di una canzone o il particolare di un quadro...
Hosseini Khaled - E lʼeco rispose - PiemJoël Dicker - La verità sul caso Harry
Quebert - Bompiani
1meAndrea
4
Camilleri - Un covo di vipeVioletta - Fashion book - Walt Disney
Company Italia
2reDan- Sellerio
5
Brown - Inferno - Mondadori
Violetta - Il mio diario - Walt Disney
Italia
3
6Company
wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
grande, arrogante, egoista con i suoi stessi servitori,
fin nelle più alte sfere. Le banche dimostrano di
preoccuparsi anzitutto dei loro dividendi e degli
stipendi vertiginosi dei loro dirigenti, non certo
dellʼinteresse generale.” Ci hanno fatto credere che ci si
doveva fare da soli, e così abbiamo rinunziato alla
categoria della solidarietà, per assumere tutti, anche i
meno attrezzati, quella di un rivoltante individualismo.
“Il divario tra i più poveri e i più ricchi non è mai stato
così significativo; e mai la corsa al denaro, la
competizione, erano state a tal punto incoraggiate.”
Siano già con un piede nella terza guerra mondiale, uscirne
e scampare al pericolo o metterci dentro pure lʼaltro piede è
questione di poco. “La dittatura dei mercati finanziari
minaccia la pace e la democrazia.” Lʼindignazione porta
in trionfo la dignità. “Indignatevi! Quando qualcosa ci
indigna diventiamo forti e impegnati.” Il vero nemico
non sono i furbi e i disonesti, essi sono solo il sintomo di un
pagina 26
male gravissimo della nostra società: il diffusissimo
disimpegno morale e civile indifferente ad ogni istanza di
giustizia e solidarietà. “Lʼindifferenza è il peggiore di tutti
gli atteggiamenti, dire: «io che ci posso fare, mi
arrangio». Comportandoci in questo modo perdiamo
una delle componenti essenziali dellʼuomo: la capacità
di indignarsi e lʼimpegno che ne consegue.” Solo
lʼindignazione può salvare la civiltà dallʼestinzione,
disinnescando, con la protesta, le trappole di coloro che
dominano il mondo, manipolando la giustizia e la
democrazia. “Ai giovani dico: guardatevi attorno, e
troverete gli argomenti che giustificano la vostra
indignazione. Troverete situazioni concrete che vi
indurranno a intraprendere unʼazione civile risoluta .
Cercate nellʼimmenso divario fra molto poveri e molto
ricchi e troverete.”
Lacerti tratti da: “Indignatevi! ” - 2010
Stèphane Hessel
posterubriche
centonove
COME ERAVAMO. All’ombra dei teatro greco-romano di Tindari un cenacolo di menti sopraffine. Tra burle e Nobel
Quasimodo e la brigata di Patti
Conversazioni brillanti richiamavano l’attenzione dei giovani al bar Galante. E tra “nicche
nacche” e un bicchiere di vino, Cola Gatto disse al celebre poeta: «Totò sei un cafone”
DI BENITO BISAGNI
“E LA BRIGATA CHE lieve
mʼaccompagna”: è questo uno dei versichiave della celeberrima poesia “Vento a
Tindari” del premio Nobel Salvatore
Quasimodo, dedicata proprio alla
splendida cornice dellʼantico centro grecoromano. Cosa cʼè dietro queste parole? A
quali momenti e a quali compagni fa
riferimento il poeta modicano? Capire tutto
ciò rappresenta uno snodo imprescindibile
per far luce sul tenore del fermento
culturale che investiva il territorio pattese
soprattutto nel periodo tra gli anni ʼ20 e gli
anni ʼ40 e ʼ50. Eʼ in tale epoca, infatti, che
proprio nel territorio si riscontra una elevata
concentrazione di intellettuali ed artisti che
ivi trovarono il terreno fertile e lʼhumus
necessario per rinfocolare le proprie
esperienze culturali. Eʼ dunque in questo
contesto che attecchisce con vigore la
“brigata” cantata da Quasimodo. Si trattava
di un cenacolo di menti sopraffine quali il
poeta VannʼAntò, lo stesso Quasimodo,
lʼavvocato Raffaele Saggio, il prof. Michele
Mancuso, il giurista Salvatore Pugliatti, cioè
il nucleo fondamentale del gruppo, salvo ad
esso aggregarsi di volta in volta intellettuali
provenienti dallʼintero hinterland e non solo.
Potremmo semplicemente definirli “amici
dagli interessi comuni”, che amavano
condurre conversazioni filosofiche,
letterarie, politiche ed affrontare lunghe
passeggiate in mezzo ai resti archeologici
tindaritani e nella Villa Comunale Umberto
I, lasciando però spazio al gusto della
battuta e dello scherzo reciproco. O,
ancora, dissertare tra i tavoli del bar
Galante, come ha tante volte narrato il
compianto prof. Michele Angelo Mancuso,
una delle fonti più preziose al riguardo,
figlio del prof. Mancuso componente della
brigata e quindi testimone diretto di
parecchi episodi che hanno caratterizzato
la vita di questo “consorzio intellettuale”.
Salvatore Quasimodo
Fortissimo era dunque lʼaffiatamento
interiore che legava i personaggi pocʼanzi
citati gli uni agli altri, derivante dalla
comune sensibilità verso, in particolare, la
cultura umanistica e le cruciali questioni
socio-politiche che la loro epoca poneva. I
risultati di questo simposio si
concretizzarono anche in un importante
giornale, “Vita nostra”, pubblicato a Patti fra
il 1932 e il 1936; questa testata diede modo
a questi “amici” di esporre le proprie
riflessioni sui temi letterari e culturali più
vari, come faceva ad esempio Pugliatti con
le proprie speculazioni filosofiche, spesso
in riferimento alla dottrina socratica o,
ancora, Saggio e Mancuso i quali hanno
prodotto pagine di disarmante agilità, per
non dimenticare Quasimodo, che pubblicò
“Vento a Tindari” anche sulle pagine di
“Vita Nostra”. La brigata era poi capace di
calamitare lʼattenzione dei più giovani i
quali, tra un dolce e lʼaltro del bar Galante,
venivano conquistati ed ammaliati dalla
conversazioni brillanti e vivaci.
Non bisogna però immaginare tale gruppo
come una sorta di club elitario, quasi
oligarchico nella sua composizione e in
grado “soltanto” di intrattenere discussioni
dotte, senza alcun momento di leggerezza.
A far evaporare questo alone di sacralità
che spesso si adagia attorno ad esso
contribuiscono gli spassosi episodi
raccontati dal Prof. Mancuso jr. Uno su
tutti, un curioso scherzo perpetrato ai danni
del povero Quasimodo il quale, durante
una delle tante scorribande, rivolse degli
audaci apprezzamenti a due fanciulle che
passeggiavano allʼinterno della Villa
Comunale pattese. Ebbene, Cola Gatto,
uno degli amici, finse che le “malcapitate”
fossero le sue sorelle ed il resto della
compagnia, afferrato al volo il tentativo di
burla, diede addosso al futuro premio
Nobel. Quasimodo prese a scusarsi ma
Cola Gatto concluse sentenziosamente:
“Totò, sei un cafone”. Altri momenti di
diletto erano rappresentati dai convivi che
si tenevano presso la trattoria di “Turi
cafuni” che si trovava in Piazza Marconi,
durante i quali i commensali non
disdegnavano la mescita di una buona
dose di vino, tanto per non privarsi anche
dellʼaspetto dionisiaco dello stare in
compagnia. E ulteriori spaccati di
semplicità vengono fuori da altri amabili
racconti del prof. Mancuso jr., come quello
riguardante i cosiddetti “nicche-nacchi”,
ovvero i biscotti a forma di animale
prediletti da Quasimodo, provenienti dalla
salsamenteria di Danzì, sita di fronte al bar
Galante, allʼavanguardia, per i tempi che
correvano, in quanto rifornita di vini pregiati
quali il Chianti ed il Barbera e
rivoluzionariamente attrezzata con la mitica
ghiacciaia. Insomma, era questo lo spirito
brioso ed empatico che accompagnava le
“peripezie” della brigata e che era foriero di
spensieratezza per ciascun componente di
essa. Tra questi intellettuali e Patti vi è
stato un intenso feeling, un vero e proprio
scambio, in base al quale queste grandi
personalità tanto hanno donato alla nostra
terra, dalla quale però – siamo convinti –
altrettanto hanno ricevuto in termini di
ispirazione e calore. Patti, quindi, culla di
una amicizia profonda.
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
L’Altro Orso a Messina
PURTROPPO MESSINA da tempo non brilla più per la
ristorazione, lontani i tempi dʼoro di Alberto, dello Sporting e di
Nunnari, resta ben poco, resiste stoicamente il bravo Piero Scibilia
in via Ghibellina che da sempre offre unʼottima cucina tradizionale
accompagnata da un buon servizio. Ma per fortuna ci sono anche
dei locali come LʼAltro Orso che magari non è una novità ma che in
questi anni è cresciuto tanto. Defilato rispetto alla movida ma poco
lontano dal centro in un bel palazzo liberty il locale di Antonella
Bonsignore offre una valida cucina creativa in un ambiente
tranquillo e rilassato. AllʼAltro Orso grazie alla cordialità di
Antonella, allʼospite sembrerà di mangiare in casa di amici più che
in un ristorante. La cucina del bravo Salvatore Pavone, da sempre
insieme ad Antonella in questa avventura, ricorda la complessa
geometria dei piatti con cui i monsù resero grandi e famose in
Europa le nobili famiglie dove lavoravano, ma certamente non
mancano anche le rivisitazioni della cucina tradizione
siciliana. Da questo interessante mix nascono piatti
dai risultati quasi sempre pregevoli, dai sapori netti e
decisi. Il menù cambia spesso in base alla stagione,
noi di recente abbiamo gustato delle buone polpettine
di pesce, ma anche insalata di gamberetti, ciliegino e mentuccia su
un nido ricotta appena aromatizzato al limone. Tra i primi
spaghettoni allʼantica eoliana, una versione del tipico piatto oliano
davvero molto gustosa. Buoni pure gli spaghetti con cozze, uva
passa, pinoli, buccia dʼarancia e mollica tostata. Tra i secondi
involtini di mupo con scaglie di parmigiano. Ben fatta anche la
carta dei dessert dove accanto alla tradizionale coppo dellʼOrso si
trovano anche proposte interessanti ed inedite come il crostino
con gelato al pistacchio, fiordilatte e frutta fresca. La carta dei vini
elenca poche etichette perlopiù locali a prezzi comunque onesti.
Aperto sino a tardi è consigliabile la prenotazione nel fine
settimana.
Lʼaltro Orso - Messina - Via Placida, 22
Tel. 09057975 - Fax 09057975
pagina 27
2 AGOSTO 2013
MUSICA
di Cesare Natoli
Allevi in libertà
“BEETHOVEN? Non aveva
ritmo”. È lʼultima genialata di
Giovanni Allevi. Lʼultima perla di questo
mediocre prodotto modello-Bocelli
dellʼindustria culturale. Non cʼè bisogno
di appartenere alla Scuola di
Francoforte per capirlo. Per carità,
ognuno è libero di pensare e dire ciò
che vuole. Ci sono almeno due guai,
però. Il primo è che il finto stralunato
riccioluto dice cose studiate a tavolino
da lui e da chi lo confeziona come
prodotto, appunto. Il tutto con scopi
precisi. Nella fattispecie, lʼobiettivo è
quello di legittimare scelte e
orientamenti di gusto ʻmodernistiʼ;
scelte che presentino il ʻnuovo che
avanzaʼ come la scelta giusta da fare in
termini sia di preferenza sia di
correttezza culturale. Il secondo guaio è
che il tizio in questione riceve proposte
e incarichi da parte di istituzioni culturali
e concertistiche di rilievo nazionale e
viene presentato dalla vulgata dei mass
media come, ahinoi, il ʻnuovo Mozartʼ…
Il tutto mentre le associazioni
concertistiche serie rischiano di non
poter allestire i loro cartelloni per
mancanza di fondi. È proprio vero che
al peggio non cʼè fine. E a confermarlo è
arrivato sul web un video in cui Allevi
risponde alle critiche seguite alla sua
ultima castroneria suonando insieme
“Per Elisa” e Jovanotti. Il risultato? Una
cosa che un discreto studente di
pianoforte al terzo anno farebbe meglio.
Siamo messi male…
NUOVEVISIONI
di Marco Olivieri
Siciliani
ai festival
TEMPO DI FESTIVAL: mentre il
sipario si chiude sullo scenario di
Marzamemi, in molti attendono
lʼesordio cinematografico a Venezia
della regista teatrale palermitana
Emma Dante. Per la tredicesima
edizione del Festival Internazionale
del Cinema di Frontiera – ospiti a
Marzamemi Roberto Andò, il regista di
Montalbano Alberto Sironi, Beppe
Fiorello e Barbora Bobulova – la giuria
dei lungometraggi ha premiato “No. I
giorni dellʼarcobaleno” di Pablo
Larrain, che racconta in modo
emozionante la campagna
pubblicitaria in occasione del
referendum cileno su Pinochet. Hanno
ottenuto una menzione speciale la
rivelazione “Salvo” dei palermitani
Piazza e Grassadonia, consegnata a
Daniele Ciprì (direttore della fotografia
del film), e “The Parade” di Srdjan
Dragojevic. Lʼedizione numero 70
della Mostra di Venezia, invece, dal 28
agosto al 7 settembre, prevede in
concorso “Via Castellana Bandiera”.
Tratta da un romanzo della stessa
regista, è la storia di uno scontro tra
donne nel traffico palermitano. Un
western aspro e denso di veleni.
2 AGOSTO 2013
posterarte
MESSINA. La città festeggia la patrona che fu dimenticata con l’affermarsi del culto della Sacra Lettera
Madonna della Scala senza icona
L’immagine e la sua manta d’argento, però, non si trovano più nella piccola chiesa nel palazzo
che ospita l’Oviesse. I Gesuiti non l’hanno più rimessa dopo la demolizione del Collegio
MESSINA. La ricorrenza è oggi (2
agosto, ndr), ma a celebrare la Madonna
della Scala sarà solo, come ogni anno, il
villaggio di Molino, a sud della città, e non
Messina, di cui fu protrettrice fino
allʼaffermarsi del culto della Madonna
della Lettera. A rendere ancora più
curiosa la circostanza del
“festeggiamento dimenticato”, però, è che
nella chiesa a lei intitolata manca lʼicona
che, nella sua prima versione, fu oggetto
di venerazione e di leggende. Già, perché
nel piccolo edificio di culto ricavato alle
spalle del palazzo che oggi ospita
lʼOviesse, nato negli anni Settanta prese
al posto del Collegio dei gesuiti e della
chiesa (entrambi progettati da Antonio
Zanca), il dipinto e la sua manta in
argento non ci sono. Lʼultima volta che
sono stati visti è stato il 7 e lʼ8 agosto del
2010, nella cripta della Cattedrale di
Messina, quando lʼicona custodita dai
padri Gesuiti di Messina fu esposta al
pubblico. Allʼepoca, lʼopera fu ripresentata dallʼarcivescovo di MessinaLipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La
Piana, dallʼarchitetto Rocco Scimone
(soprintendente del tempo) e da Grazia
Musolino, direttore dellʼUnità beni storici
artistici della Sopirntendenza di Messina.
LA STORIA. Tutto risale al 1167,
quando approdò in porto una nave
proveniente dallʼoriente. A bordo si
trovava lʼantico quadro. La leggenda
vuole che lʼimbarcazione, al momento di
partire, non riuscisse a lasciare la
banchina. A quel punto, i marinai si
rivolsero allʼArcivescovo, che decise di
far portare lʼicona in processione. Una
processione molto partitolare, però. Una
volta a riva, infatti, lʼopera non si
spostava, così fu deciso di collocarla su
un carro trainato da buoi senza alcuna
guida. Il carro si mosse, e giunse fino
alla chiesa normanna di Santa Maria
della Valle, retta dalle suore
benedettine, che da qual momento
L’icona della Madonna della Scala all’interno della chiesa prima della demolizione
prese la denominazione di Santa Maria
della Scala. Da quel momento, la storia
del dipinto e della città si fusero
attraverso numerosi prodigi, legati a
momenti tragici per la città. Come la
pestilenza del 1347, a causa della quale
lʼimmagine fu condotta in processione.
Un atto che diede la stura al
trasferimento delle monache in città e
alla costruzione del nuovo monastero.
Come scrive Giovan Giuseppe Mellusi
nel suo saggio “Dalla Lettera della
Madonna alla Madonna della Lettera” su
“Archivio Storico Messinese” numero 93
del 2010, “...la tradizione della “Lettera”
è quasi ignorata dal Maurolico, ordinato
sacerdote a Messina nel 1521, liturgista
oltre che scienziato, ed autore del
Sicanicarum rerum compendium, una
centonove
storia cronologica di Sicilia. Il dotto
abate, per di più, a proposito dei
terremoti che colpirono la città dello
Stretto tra la seconda metà del ʼ400 e i
primi anni del secolo successivo, narra
che il popolo penitente, si recò in massa,
per impetrare la protezione divina, alle
chiese di Santa Maria della Scala e della
Madonna del Piliere”. Non solo, ad
esempio, “già nel 1448, la chiesa
dedicata alla Madonna della Scala fu
meta di pellegrinaggi da parte della
cittadinanza messinese in occasione dei
movimenti tellurici che si verificarono
subito dopo i fatti di sangue tra le fazioni
politiche in cui la città era divisa”.
I GESUITI. Espulsi nel 1767 con un
decreto di Ferdinando IV di Napoli, i
Gesuiti rientrarono alla fine dellʼOttocento
a Messina, e a loro fu data la chiesa di
Santa Maria della Scala. Da allora, è in
atto una “disputa sotterranea” sulla
proprietà dellʼicona, che non
apparterrebbe allʼordine, ma alla Curia di
Messina. Con la progressiva
smobilitazione in città, a lanciare un
allarme sul trasferimento di un ingente
patrimonio storico è stata proprio la
Società Messinese di Storia Patria. Al di
là della proprietà, comunque, la
Soprintendenza ha messo sotto tutela
lʼicona, la cui posizione e/o spostamenti
devono essere sempre comunicati.
LʼICONA. Pur non essendo più quella
originale, è di grande interesse. La parte
dipinta risale al XVII secolo, come quella
in della manta in argento, la cui
particolarità è di essere a rilievo, a
differenza della tradizione bizantina.
IN BREVE
Arte, dal Sol Levante all’Isola del Sole
MESSINA. “Arte dal Sol Levante allʼIsola del sole”. Eʼ il titolo della mostra internazionale che verrà inaugurata sabato 3 agosto alle ore 20 a Forte Petrazza. Lʼevento
artistico con 48 opere e 16 artisti giapponesi è voluto dal Museo del Fango e dallʼAssociazione F.A.N.G.O e rappresenta uno spaccato dellʼarte contemporanea giapponese, mostrando come si coniuga la tradizione del Sol Levante con gli impulsi dellʼarte occidentale in una commistione unica.
Fumetti e fotografia a Villa Cianciafara
MESSINA. I grandi nomi dellʼarte e i maestri del fumetto a Villa Cianciafara di Salita
Zafferia per una grande mostra voluta, ideata e organizzata dal giovane e talentuoso
Alex Caminiti. Lʼappuntamento “2F - Fotografia e Fumetti” sarà inaugurata il 4 agosto alle ore 18.30 e durerà fino al 4 settembre.
VILLAFRANCA
Pandolfino e Panzera
Obiettivamente... bravi
A VILLAFRANCA IL CASTELLO di Bauso si fa ancora più bello
per una lunga estate. Le stanze del palazzo ospitano dalla scorsa
settimana le foto di Elisabetta Pandolfino ed Angelo Panzera per
la mostra “Obbiettiva...mente Arte” che sarà visitabile sino al
prossimo 25 agosto. La Pandolfino, è un'appassionata d'arte
dall'età di 5 anni quando si avvicinò alla musica. Ma ben presto la
vena artistica virò sulla fotografia e dal 2010 si avvicina proprio ad
Angelo Panzera, storico fotografo messinese, ed insieme creano
un mondo fatto di luci e colori fotografici adesso in mostra al
Castello villafranchese. Ad inaugurare l'evento anche un concerto
della Corale Polifonica messinese “Giovanni Pierluigi da
Palestrina” diretta dal Maestro Dario Tindaro Pino. Tra gli
appuntamenti, che si svolgeranno nello scenario del Castello di
pagina 28
Bauso, il prossimo 4 agosto anche l'incontro e conferenza stampa
di presentazione del “Premio Pietra Giuliana d'Oro” ideato e
voluto dall'associazione “ViviSerro”. E dopo il successo di
presenze dello scorso anno al Castello di Bauso, cresce l'attesa
per la seconda edizione del “Bauso Wine” che il 17 agosto
ospiterà le eccellenze vitivinicole ed enogastronomiche, ma
anche artistiche e culturali, che rendono unico il nome della
Provincia di Messina in Italia e nel Mondo. A settembre tornano la
rassegna di cortometraggi “Per... Corti alternativi” (dal 5 all'8
settembre) e la collettiva di fotografia curata dal “Seven
Photoclub” (dal 2 all'8 settembre). A chiusura della stagione
estiva, il 20 settembre, l'associazione “New Cosmos” ha
programmato “Brindiamo all'autunno”, una manifestazione che
unirà poesia e racconti, con la premiazione del concorso “Con
poche semplici parole”, a momenti di festa e musica per celebrare
proprio i dieci anni di vita del sodalizio associativo. Va ricordato, in
ultimo, che gli eventi godono del patrocino di Sovrintendenza,
Comune e Pro Loco.
centonove
posterspettacoli
MANIFESTAZIONI. Trasorsa la prima settimana del festival. Cosa bolle in pentola
Horcynus, giro di boa
2 AGOSTO 2013
Stefano
Bollani.
Sotto Compay
Segundo
Vince il tema dei “Confini”, trionfa il cinema arabo, arrivano gli “archivi della memoria”.
Consegnato il premio dedicato all’animatore Danilo Dolci. A ritirarlo il figlio Amico
MESSINA. Giro di boa per lʼundicesima edizione
dellʼHorcynus Festival. La manifestazione,
organizzata dalla Fondazione Horcynus Orca a
Capo Peloro dal 27 luglio allʼ8 agosto, si concentra
questʼanno sul tema “Confini”: arte contemporanea,
musica, teatro e cinema consentono una riflessione
sull'incontro e la contaminazione fra culture diverse
– col confine inteso come linea di relazione e non
come zona di divisione – e diventano strumenti per
promuovere lo sviluppo e il dialogo fra i paesi della
sponda sud del Mediterraneo. Tra gli eventi artistici,
la sezione Mare di Cinema Arabo, intitolata in questa
edizione “Lʼautunno dei patriarchi” e diretta dal
giornalista iracheno Erfan Rashid, sceglie di
riflettere, a qualche anno di distanza, sugli esiti delle
primavere arabe. La riflessione è arricchita dalla
presenza a Capo Peloro, nei giorni delle proiezioni,
di tre registi del mondo arabo: lʼiracheno Haider
Rashid, lʼalgerino Said Ould Khalifa e la tunisina
Hinde Boujemaa (4 agosto, Tunisia). Tra gli eventi
speciali del Festival, la presentazione, venerdì 2
agosto (19.30) degli Archivi della Memoria della
Fondazione Horcynus Orca, unʼopera che va a
completare il lavoro di documentazione su diversi
temi portato avanti in questi anni. Sono tre, in totale,
gli archivi dalle atmosfere immersive, in cui il
pubblico è parte integrante della documentazione,
partecipa e interpreta, senza fruire passivamente,
quello che vede. Il primo, dedicato alla video arte del
Mediterraneo, con opere raccolte in oltre dieci anni
di ricerca, è stato presentanto nella scorsa edizione
del Festival. Il secondo, dedicato alle ricchezze del
mare, cresce grazie al protocollo dʼintesa con la
Soprintendenza del Mare che sarà siglato sabato 3
agosto durante la serata del Festival. Il terzo,
appunto lʼArchivio della memoria condivisa “Da
Portella agli anni di piombo”, è ancora in fase di
costruzione. Sarà intitolato al capo della squadra
mobile di Palermo Boris Giuliano e al sottotenente
della DIA Carmelino Di Fazio, raccoglierà i
documenti e gli incartamenti processuali dei fatti più
significativi, non emersi e oscuri degli ultimi 60 anni.
Dal corpus processuale della strage di Piazza
Fontana fino a Portella. Dai moti di Reggio alle stragi
che hanno segnato gli anni di piombo. Tutto
digitalizzato, trasformato in mappe concettuali e
tematiche con percorsi educativi per il pubblico
JAZZ
Bollani inaugura Agosto
Il virtuoso del piano in Fiera. Poi Compay Segundo
Gaetano Giunta, Amico Dolci, En Dolci
giovane. Il 30 luglio è stato invece consegnato al
Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci il
premio Horcynus Orca 2013 perché “sta dando
nuova linfa alla ricerca e allʼutopia concretissima di
Danilo”. Il centro raccoglie lʼattività di volontari che
continuano a lavorare in Sicilia sulle orme dellʼopera
del sociologo, pacifista ed educatore Danilo Dolci. A
Capo Peloro, per ritirare il premio, Amico Dolci,
figlio di Danilo. Nel programma dellʼHorcynus
Festival anche un terzo momento che va oltre lʼarte:
la firma, in programma il 3 agosto, di un protocollo
dʼintesa per la “Valorizzazione dellʼarea della Riserva
Naturale Orientata di Capo Peloro secondo approcci
di responsabilità sociale ed ambientale”. A firmarlo
con la Fondazione Horcynus Orca, una serie di
soggetti istituzionali tra cui il Comune di Messina,
lʼASP di Messina, il Dipartimento di Scienze
Biologiche ed Ambientali, lʼIstituto IAMC del CNR.
(A.C.)
RICONOSCIMENTI
Quarant’anni con i pupi di Cuticchio
PALERMO. ''A Mimmo Cuticchio, voce e volto di tante
storie di Palermo, non può non darsi la cittadinanza
onoraria. Le sue storie, i suoi pupi, la sua passione hanno
rappresentato e rappresentano una delle esperienze
culturali e di impegno civile più belle e longeve della nostra
città''. L'ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando,
che con l'assessore Francesco Giambrone ha scoperto in
via Bara all'Olivella una targa commemorativa dei 40 anni
dello storico teatro dei Pupi. ''Che questa esperienza, che è
anche impresa culturale - ha aggiunto Orlando - si trovi in
una delle più antiche aree pedonali a vocazione turistica della città è un fatto che
dovrebbe far riflettere tutti noi''. ''Il riconoscimento a questo teatro - ha detto
Giambrone - è un riconoscimento non solo a Mimmo ma a tutta la sua straordinaria
compagnia, simbolo della possibilità di mantenere viva una grande scuola artistica
e culturale che unisce tradizione e innovazione''.
Mimmo
Cuticchio
con i suoi
celebri
Pupi
pagina 29
MESSINA. Si aprirà venerdì 2
agosto, con il concerto di
Stefano Bollani, considerato
unʼicona del jazz internazionale
e si chiuderà con le classiche
canzoni di Peppino Di Capri, il
31 agosto, il cartellone di
spettacoli del mese di agosto
che per lʼintero mese terrà
compagnia ai messinesi. In
mezzo tanti altri da Compay
Segundo sabato 3 agosto, a
Teresa Mannino, il 10 agosto,
alla Premiata Forneria Marconi
il 7 agosto a Raffaele Paganini
con La Vera storia di Zorba il
greco, il 13 agosto. Dal 3
agosto in poi, il quartiere
fieristico, per due settimane, si
animerà con Enjoy me, una
manifestazione su arti e
tradizioni enogastronomiche
messinesi Musica, cabaret,
ballo ma anche cinema. Dopo il
15 agosto, in fiera, tornerà
come avveniva negli anni
settanta, il grande cinema. In
collaborazione con Taormina
Arte, sempre nellʼarena degli
spettacoli, sarà allestita una
rassegna cinematografica.
Domani mattina, mercoledì 31
luglio, alle 10,30 sulla terrazza
dellʼex Irrera a Mare, in Fiera, la
conferenza stampa in cui
saranno stati illustrati tutti i
dettagli. Dopo i successi
ottenuti con Messina Sea Jazz
Festival e con il Salone del
Gusto mediterraneo,
lʼorganizzazione, si cimenta in
questa nuova impresa. Gli
spettacoli si terranno nellʼarena
della Fiera. Una struttura che
accoglie 2500 spettatori.
Lʼestate messinese entra nel
vivo, e di prendersi i meriti di
averla organizzata tocca a
Lello Manfredi: “Alcuni degli
spettacoli sono esclusive per
Sicilia a Calabria, come i
concerti di Bollani e Compay
Segundo - spiega il fondatore di
Sud Dimensione Servizi -ma
aldilà della riuscita delle singole
manifestazioni, la nostra
intenzione è quella di realizzare
un grande contenitore
culturale”. A sgomberare il
campo dalle polemiche sorte
nei giorni scorsi ci ha pensato il
presidente dellʼAutorità
portuale Antonino De
Simone: “Il nostro patrocinio
non ha comportato alcun
esborso economico, è solo a
livello di condivisione degli
intenti e delle potenzialità del
quartiere fieristico che abbiamo
reso accogliente per
lʼoccasione. Anzi - ha aggiunto
- per lo sfruttamento delle aree
ci viene regolarmente
corrisposto il canone”. Sulla
possibilità che EnjoyMe diventi
unʼiniziativa stabile “e non solo
per i ventisettemila turisti che si
stima arriveranno in agosto”, il
promotore Claudio
Prestopino si è rivolto
allʼamministrazione: “La nostra
è una manifestazione di
promozione del territorio, non
una fiera, ma i costi per un
privato sono insostenibili,
servirebbe maggiore
attenzione”
2 AGOSTO 2013
posterlettere&...
MESSINA DRASTICA DI FABIO AMATO
QUI SCUOLA di Andrea Smith
SOTTOSCRITTA ALLA direzione
regionale lʼintesa tra la delegazione di
parte pubblica e i rappresentanti delle
Organizzazioni sindacali. firmatarie del
Ccnl del comparto scuola - Flc-Cgil, Uil
Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams per le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del
personale docente, educativo ed Ata per lʼa.s. 20132014. I posti e gli spezzoni orari derivanti dalle
modifiche al numero delle classi autorizzate in
organico di diritto e gli altri posti disponibili per lʼintero
anno scolastico (esoneri, semiesoneri, part-time,
comandi, etc) costituiscono il quadro delle
disponibilità complessive provinciali. Tra questi
rientrano anche quelle delle attività di lotta alla
dispersione, già da anni in atto, la cui prosecuzione è
ritenuta prioritaria. Per assicurare le necessaria
pubblicità, il quadro complessivo ed analitico delle
disponibilità iniziali verrà reso noto tramite affissione
allʼAlbo (online – ndr) degli uffici territoriali, sui siti web
istituzionali e sarà portato a conoscenza delle
organizzazioni sindacali. Inoltre, gli stessi uffici
pubblicheranno il calendario di massima delle
operazioni. Nella fase di riaggregazione
delle cattedre e comunque prima della scadenza del
termine per la presentazione delle domande di
utilizzazione, il docente titolare su una cattedra orario
esterna può chiedere una nuova riaggregazione della
cattedra, al fine di renderla più funzionale. Tale
operazione, ove possibile, verrà effettuata al termine
dei rientri, anche su spezzoni, nella scuola di
precedente titolarità. Chi è interessato da modifiche
della mobilità, potrà produrre domanda di
utilizzazione entro 5 giorni dalla data della
comunicazione di rettifica. In presenza di posti
disponibili di scuola carceraria ed in assenza di altro
personale docente fornito di specifica
specializzazione, ferma restando la conferma
dellʼanno precedente, i docenti titolari su posti comuni
possono presentare domanda di assegnazione
provvisoria o utilizzazione per tali posti. Per i direttori
dei servizi generali ed amministrativi (DSGA), fermo
restando la necessità di assicurare preventivamente
la copertura di tutti i posti disponibili in organico di
diritto, i soprannumerari permangono nelle scuole
sottodimensionate nelle quali hanno prestato servizio
nel corrente anno. novità per il restante personale,
che sarà utilizzato presso lʼufficio territoriale di
competenza o presso la direzione regionale. Per
Catania, unica senza esubero, le scuole
sottodimensionate verranno affidate, a domanda, a
DSGA di scuole normodimensionate.
ECOLOGIA&AMBIENTE
HERITAGE di Sergio Bertolami
Salsa di matrimonio
Intesa regionale utilizzazioni
e assegnazioni provvisorie
centonove
MESSINA. Oggi 2 agosto, festeggio 17 anni di
matrimonio. Si dice che non ci si sposa nè d'agosto
nè di venerdì. Io me ne sono fottuto, e mi sono
sposato. C'è stato un problema con tutte le donne
che si volevano sposare con me. Infatti, al mio
matrimonio, invece del riso, mi hanno tirato di tutto,
scarpe, mobili, frigoriferi, water e quant'altro. Ma comunque è
andata ed oggi festeggiamo. Ma perchè mi sono sposato con
mia moglie? Perchè sa fare le bottiglie di pomodoro, e quindi
oltre a ballare la salsa, la sa pure fare. Sicuramente non è come
quelle fiche marce con tacco 12 , che scendono dai Suv,
posteggiato in seconda fila, e vanno a prendere l' aperitivo, o
come quelle che non mangiano per tutta la settimana, perchè
non sanno cucinare, oppure si seccano fare la spesa e poi il
giovedì , si fanno l'Happy-Hour e si strafogano l' ira di dio.
Mia Moglie invece oltre a sapere fare le bottiglie di pomodoro,
che è una cosa fondamentale per affrontare un matrimonio, sa
pulire la casa, sa fare la spesa, sa cucinare, tutte cose che ormai
le Strafighe di oggi non sanno fare più, perchè non è trendy ,
non è vintage. Oltretutto mia moglie lavora 32 ore al giorno e
non si lamenta.
Ma le vedete queste donne rampanti Messinesi, tutte vestite
sexi, anche se hanno il fisico da scaldabagno!?. Ma le vedete
queste donne tutte rappate alla " Punta " con questi bikini
brasiliani, da dove fuoriesce ben visibile, tutta la salsiccia e le
braciole che si sono strafogate? Sono bellissime, o per lo meno
si sentono bellissime, quando scendono dai loro macchinoni,
che poi per salire hanno bisogno della scaletta, e si siedono,
convinte, al bar, stanche e soddisfatte, forse più sfatte, e si
lamentano che sono stanche... e durante la giornata non hanno
fatto un cazzo! Mia moglie, inoltre, ha una caratteristica
fondamentale, non mi fa i "bigliettini della spesa", anche perchè
a me fare la spesa piace, non so fare la spesa, e poi decido io
cosa comprare e cosa non comprare, e non si discute perchè io
sono il capo! Ma li avete visti quei babbididio, che vagano per il
supermercato, con il cellulare in mano, che cercano gli articoli
da comprare ?
Ma fanno bene le vostre mogli a farvi le corna , mentre voi fate la
spesa ! Baciannicchi, che non siete altro!!! Ve lo meritate!
Comunque oggi festeggio , anche perchè mi sono sposato a 40
anni, mia moglie ne aveva 37 e quindi facendo un rapido conto
festeggeremo ancora, dato che a questa età, non c'è più, nè la
forza, nè il tempo per pensare ad altro, non come quei babbi di
dio, che si sposano a 20 anni e poi si lasciano!
Donne Messinesi , finitela di fare le fighe, di uscire la sera tutte
piazzate, e trovatevi un bel marito, cucinate per lui, accuditelo, e
fatevi accudire, guardatevi la Tv, una bella fiction non guasta
mai, e poi dove dovete andare se non avete il fisico!? W
Erdogan!!! E la spesa andatela a fare voi, anche perchè, farla è
una cosa bellissima, e soprattutto non fate più i "Bigliettini della
spesa". Direttori dei supermecati, appena li vedete, vi esorto a
trattarli come dei serial killer e a buttarli fuori
dal supermercato!
Assaporiamo i piaceri
della tavola
ESTATE PIENA. Seduti al
bar, tutti conveniamo che il
modo migliore per intraprendere un viaggio in Sicilia è cominciare dai sapori, dopo di che ben vengano arte, cultura,
tradizioni. Le stesse granite sul tavolo testimoniano colori e profumi del giardino
mediterraneo. Accompagnate dalle poco
usuali zuccherate, le proporrei di limone,
gelsi neri o bianchi, gelsomino, anguria,
pistacchio. Ogni gusto richiama la fantasia dellʼarte dolciaria, ma lʼarte gastronomica non è da meno. Tra quotidianità e
festa, di terra o di mare, cʼè unʼincredibile varietà di piatti. Uno fra noi comincia a
decantare lo stoccafisso con patate alla
messinese, cioè la “ghiotta di pescestocco”, col suo intingolo di pomodori, sedano, carote, prezzemolo. Un altro ribatte
col pesce spada, se vuoi alla “ghiotta” oppure alla “stemperata”, spennellato con il
“sammurigghiu”, a braciolettine, impanato o arrostito. Lungo la riviera puoi gustare anche tonni, spigole, ricciole, calamari, polpi, cozze. Ma, ciò nonostante, quella messinese, persino quella delle Eolie,
è essenzialmente una cucina di terra.
Sembra paradossale, ma non lo è. Il clima ha sempre favorito le coltivazioni.
Tanto che – basta spostarsi dalla costa
allʼentroterra collinare – le verdure si uniscono al pesce e alle carni. Così trovi involtini o polpette. E quando la miseria era
grande, ma la fantasia ancora di più, le
polpette si facevano di magro. Qualcuno
non ha mai assaggiato lʼagnello alla messinese, cotto al forno con olive nere e pecorino. Richiama alla memoria atavici riti culinari: cosparso di ogni varietà di erbe, era cotto in una fossa scavata nel terreno. Si potrebbero ricordare, ancora,
lʼagglassato o il falsomagro, i cui fondi di
cottura erano anche utilizzati per condire
il primo piatto di pasta fresca. Oppure “u
sciusceddu”, mai trovato in un ristorante
locale: polpettine di carne trita, cotte nel
brodo e infornate in teglia con un composto di ricotta fresca, sbattuta con uovo,
parmigiano, noce moscata. Ma basta
parlare, mʼè venuta fame.
[email protected]
diAnna Giordano
Scusate, è estate...
CONFERENZE DI SERVIZI indette in pochi giorni, senza
neanche dare il tempo agli enti che ricevono la
convocazione, di capire di che si tratti. Conferenze di servizi
indette sotto natale, con – già scritto nella convocazione –
che per chi non manderà parere entro i 30 giorni o non si
presenterà alla riunione, si farà valere il silenzio assenso,
anche in materia ambientale dove non è previsto. Istruttorie
completate – ciascuno per conto suo – senza tener conto di
pareri negativi o di iter ancora in corso: scusate, è estate e si
va in ferie e per favore spostate la riunione, intanto il si al
progettone parte lo stesso e chissenefrega se mezza città
quel progettone non lo vuole. Ecco, alcuni esempi tra i tanti,
delle anomalie che caratterizzano iter di progetti di ogni
genere, dagli eolici ai porticcioli alle presunte riqualificazioni
di porzioni di territorio, che sia ciò che rimane della città
antica o spiagge e dune ancora semi sane
e magari anche protette. Sono casi noti a
pochi (i primi che ho citato, oggetto di
denunce/segnalazioni) o ai molti (la
stampa ha ampiamente trattato la notizia),
ma che dimostrano come sia frequente un
certo modo di fare nel condurre istruttorie
di progetti che hanno impatto sul territorio (e non poco) o
che sono ostici o osteggiati ma cosa vuoi che importi cosa
ne pensa la gente, sono gli uffici a comandare. Attenzione
però, è sfuggito a molti che il piano Messina 2020, un
corposo pacchetto di opere di ogni genere dallʼimpatto
sociale e ambientale semplicemente impressionante, è
passato con il voto del consiglio comunale, notizia in
cronaca, a marzo. Con un particolare non trascurabile,
ovvero, che diverse opere contenute in questo pacchetto
quasi bipartisan erano state oggetto di osservazione nelle
diverse fasi (Valutazione Ambientale Strategica,
pagina 30
Valutazione di Incidenza), da parte di diverse sigle
ambientaliste (MAN, WWF, Italia Nostra), che avevano
dimostrato carenze, contraddizioni, errori, nero su bianco, e
la necessità assoluta di rifare gli studi, non in linea con
quanto richiesto dalle norme vigenti. Parole al vento, iter che
prosegue imperterrito, snobbati come quasi sempre, che fai,
vuoi impedire il progresso ? lʼeconomia ? la
“rivalorizzazione” del territorio ? Non sia mai, gli ambientalisti
sono esseri inutili (cerco di mettermi nella testa di chi non
risponde, di chi se ne frega di ciò che scriviamo), fanno
filosofia, lasciamoli parlare, avranno pensato e sicuramente
detto ai sodali di progetto. Ed ecco che il piano Messina
2020 passa il vaglio del consiglio comunale, nonostante ci
fossero pareri negativi espressi da alcuni enti importanti.
Leggo sulla Gazzetta del sud che la Procura ha acquisito le
carte. Ottimo. Intanto invito il nuovo consiglio comunale a
revocare la delibera: il territorio (e la gente) non ne può più di
cemento. Le generazioni anche future ringraziano.
centonove
poster...commenti
DISCUTIAMONE DI ROCCO CHIRIELEISON
ELIODORO
Democratici e questione morale
MESSINA. Dispiace che a
distanza di più di 30 anni dalla
denuncia dellʼallora segretario
nazionale del PCI, Enrico
Berlinguer, il Partito Democratico
– nato da una costola del PCI (poi
DS) e da una della DC (poi
Margherita) - si trovi invischiato in
episodi che definire di dubbia
moralità significherebbe essere
smodatamente generosi. E anche
leggere i resoconti giornalistici sul
dibattito politico in corso
allʼinterno di quel partito - circa gli
urgenti provvedimenti da
prendere per recuperare
credibilità nei confronti degli
elettori e degli iscritti – lascia
lʼamaro in bocca e un senso di
fastidio. Già, perché non ci vuole
molto a capire che la stragrande
maggioranza di quei cittadini che
pongono ancora in quel partito le
residue speranze di vedere
affermarsi la “buona Politica” e il
perseguimento, finalmente, del
“bene comune”, non crede più nei
buoni proponimenti – di cui ha
sentito e letto fin troppe volte da
quel lontano 1981 – e vorrebbe
solo leggere e sentire di cose
fatte, di azioni politiche che
abbiano risolto anche una piccola
parte dei problemi masticati e
rimasticati per lunghissimi anni.
Dispiace constatare come i
dirigenti di quel partito non siano
capaci di valutare adeguatamente
lʼimpatto, nei militanti e non, di
tutto questo vociare dopo ogni
scandalo. Perché il sospetto molto fondato purtroppo - che si
insinua nei cittadini è quello di
stare assistendo ad un cinico
gioco delle parti. Ma non è più il
tempo di pensare alle “pezze”
perché non si riesce proprio ad
attaccarle più, tanto il tessuto è
ormai vecchio e logoro. Questa
disgraziata situazione continua ad
acuire nei cittadini il disamore per
la politica e ad ogni tornata
elettorale quelli che,
demoralizzati, decidono di non
andare a votare aumentano
sempre più. Insomma, la fossa
dove stanno seppellendo la
Politica diventa sempre più larga
e profonda, e il rischio è di non
riuscire più a riesumarla. A meno
che non siano gli stessi cittadini a
diventare protagonisti e decidano
di smantellare la pachidermica e
screditata, oltre che molto spesso
corrotta, macchina del consenso
elettorale. Così come è avvenuto
con il Movimento 5 Stelle, a livello
regionale e nazionale, e così
come è avvenuto nella nostra
città con il movimento “Cambiamo
Messina dal Basso” e alla
elezione a Sindaco di Renato
Accorinti con il sostegno
spassionato di migliaia di
volontari, senza soldi e a “mani
nude”.
A Messina – che si può prendere
come pietra di paragone per
riuscire ad avere unʼidea
dellʼintollerabile livello raggiunto
dalla mala politica – si sono
verificati degli episodi “da
manuale”: dagli Enti di
formazione, vere e proprie
macchine mangia soldi, sotto
inchiesta da parte della
magistratura, al “verminaio”
universitario, a certa imprenditoria
“disinvolta”, a certa pubblica
amministrazione non proprio
cristallina, a certo mondo delle
professioni dove spesso latitano
lʼetica e la moralità. Già, perché la
mala politica ha pure questa
enorme responsabilità: avere
“sponsorizzato” – grazie anche al
suo “buon esempio” – il malaffare,
la corruzione e lʼindividualismo più
sfrenato fra le varie categorie
sociali presenti nella comunità.
Questo dà la misura di quanto
enorme sia il lavoro da fare e la
fatica da sopportare per Renato
Accorinti e per la sua Giunta oltre che per i tantissimi volontari
che continuano a segnalare la loro
disponibilità a dare contributi di
idee e di lavoro nei vari campi
dellʼamministrazione della città.
Ma a tale proposito vorrei che
fosse chiara una cosa: i nuovi
Amministratori e i tanti cittadini
che vogliono partecipare non sono
dei santi e nemmeno dei
benefattori, sono solo delle
persone, e come tutte le persone
sono pieni di difetti, compresi
egoismo e individualismo. Solo
che, grazie alla compresenza di
una certa dose di sensibilità ed
empatia, oltre che degli anche
discreti senso civico e senso di
appartenenza alla comunità,
riescono a capire che risolvere i
problemi della città e dei suoi
abitanti, migliorarne le condizioni,
significa – oltre a sentire unʼintima
gratificazione che aiuta ad andare
sereni a letto la sera - avere
anche per sé stessi, per le loro
famiglie e per i loro più cari amici,
condizioni di vita migliori e più
soddisfacenti. Mentre quelli che
vogliono il potere politico per
“amministrare” solo i loro loschi
affari e quelli dei loro compari, e
che si sentono molto in gamba
perché “fottono” tutti gli altri,
soprattutto quelli che li hanno
votati, non sono in grado di capire
lʼinutilità e lʼaleatorietà di “isole
dorate” di opulento benessere
allʼinterno di una comunità
degradata e arretrata
socialmente, culturalmente e
economicamente. Così come non
sono in grado di valutare la loro
povertà dʼanimo e la loro
“estraneità” e “lontananza” da
Messina e dai messinesi.
Insomma, diciamo che non sono
in grado di valutare quanto sono
“imbecilli” (ovviamente “imbecilli”,
capirete benissimo, è solo un
eufemismo! Volendo si potrebbero
usare termini più calzanti e
appropriati!).
[email protected]
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Caldo killer
IL CALDO MIETE molte vittime. Si sente parlare
soprattutto di anziani, ma parecchie sono le categorie a
rischio nella bella stagione. Gli animali, ad esempio.
Esemplari uccisi dallʼeccessiva disidratazione dovuta al
caldo soffocante. Le circostanze dei decessi vanno
ricordate, nella speranza che certi fatti non si ripetano
frequentemente. Quanti animali infatti vengono ritrovati
allʼinterno di veicoli privati? Finestrini chiusi e loro lasciati
lì ad attendere da padroni poco scrupolosi per un tempo
non meglio precisato. Sotto il sole cocente anche
unʼattesa di qualche minuto sembra interminabile. In tali
condizioni, una temperatura di circa trenta gradi può
salire rapidamente, raggiungendo quasi i cinquanta.
Come non ricordare i tristi casi di neonati ritrovati privi di
vita dopo essere stati “dimenticati” in macchina? Lo
2 AGOSTO 2013
stesso vale per gli amici a quattro zampe.
Creature indifese ed incapaci di togliere
la sicura alla portiera o abbassare il
finestrino. Per un essere umano adulto si
tratta di gesti di estrema semplicità, ma
per un bambino appena nato o un
animale restare rinchiuso in unʼauto esposta al sole
equivale ad essere condannato a morire. Anche se
vengono tratti in salvo appena in tempo, non può essere
trascurato il fatto che siano comunque andati incontro a
sofferenze che sarebbero dovute essere loro
risparmiate. Non sono nelle condizioni di lamentarsi del
caldo, ma ciò non significa che non lo soffrano
intensamente. Eppure bastano piccoli accorgimenti,
visto che si tratta di trovare il modo di fare brevi soste
per idratarli adeguatamente. In caso di soste
prolungate, è ancora più semplice: è sufficiente portare
con sé fuori dallʼauto il proprio passeggero.
pagina 31
Adesso è deciso:
abbattiamo il ponte!
CATANIA. Metterlo in
sicurezza, dopo cinquanta
ani di onorato servizio, o
abbatterlo? Tecnici e
politici, paragnosta e maitre
a penser hanno espresso la
loro opinione per anni. Un
giorno si doveva
ristrutturare, il giorno dopo
abbatterlo senza pietà. Bello
non è, di certo,:un nodo di
grigio cemento, funzionale
forse non più, certamente
non sicuro. Insomma, la
giunta Bianco ha votato col
pollice verso: il ponte del
Tondo Gioieni, che
consente di salire dalla
circonvallazione direzione
mare verso la zona nord di
Catania, alla fine di via
Etnea, sarà abbattuto.
Un'operazione che
dovrebbe essere indolore
per il traffico: si aspetta la
città vuota a cavallo di
ferragosto per creare meno
disagi possibili e rendere
agibile il nuovo snodo prima
della riapertura delle scuole.
150 PAROLE DA PALERMO
Forza, Emanuele...
EMANUELE FELTRI, 34 anni, dottore in Agraria, decide di fare
una cosa inusuale anche in una regione a vocazione agricola
come la Sicilia: coltivare ad agricoltura biologica i suoi 5 ettari di terreno nella valle del fiume Simeto, vicino Paternò, in contrada “Sciddicuni”. Purtroppo qualcuno non ha gradito la sua
presenza in quella zona: circa un mese fa, al rientro da Catania, Emanuele trova le sue pecore uccise a fucilate, e la testa
di una bestiola posta come macabro avvertimento vicino la porta di casa. Segno che cʼè chi vuole che quelle contrade rimangano terra di nessuno, magari per fare traffici disonesti o discariche abusive, senza il controllo di sguardi esterni. Nonostante lʼintimidazione, Emanuele ha deciso di restare in campagna per continuare a coltivare la terra. Possa Emanuele sentire la ola che fanno per lui tutti i siciliani che sognano una regione normale, onesta e civile. Degna di essere europea.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Trasparenza a Palazzo Zanca
CHI Eʼ FAVOREVOLE al miglioramento dei rapporti fra
cittadini e politica, da intendere come ricerca del bene
comune, dovrebbe fare di tutto per attivare procedure e criteri
che facilitino e rendano possibile una maggiore trasparenza
delle istituzioni pubbliche. In attesa dellʼapprovazione di leggi
che potrebbero pubblicizzare alcuni dati di interesse generale,
sarebbe opportuno inserire su internet le informazioni relative
alle presenze, lʼattività svolta, gli stipendi, i rimborsi, i gettoni
di presenza, di tutti i politici eletti e di tutte le persone che
ricoprono un ruolo politico pubblico (da estendere quindi
anche ai membri di società od enti controllati dalle pubbliche
amministrazioni e di nomina diretta da parte degli organi
politici). A livello locale, dovrebbero essere sindaco,
assessori, consiglieri comunali e circoscrizionali a dover fare
il primo passo, stabilendo alcune regole semplici, ma molto
efficaci, per contribuire a raggiungere un obiettivo condiviso,
almeno a parole, da tutti quelli che credono nei valori della
convivenza democratica. La sensibilità istituzionale e sociale
del sindaco Renato Accorinti e del Presidente del Consiglio
comunale Emilia Barrile sono ottimi punti di partenza e fanno
ben sperare. Anche grazie al loro contributo non dovrebbe
essere tanto lontano il giorno in cui, sul sito web del Comune
di Messina, i cittadini potranno accedere direttamente
allʼanagrafe degli eletti (ma perché non pubblicizzare anche,
ad esempio, lʼelenco delle spese di rappresentanza del
Comune?). C'è qualcuno che vuole cominciare a parlarne
nellʼambito del nuovo consiglio comunale?
[email protected]

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