Centonove numero 42

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Centonove numero 42
centonove
MESSINA. SCUOLA MATERNA, PALA...INGIUSTIZIA Il cortile dell’istituto che ospita i bimbi del Crispi
PAG.13
destinato ad uffici giudiziari. Mamme pronte alla petizione
ANNO XX N. 42
8 NOVEMBRE 2013
EURO 1,50
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
Gianpiero DʼAlia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Il guastafeste
REGIONE
Il ministro D’Alia soffia sulla nuova bufera che investe il governatore
dopo lo scandalo Humanitas. I retroscena dell’intrigo politico-sanitario
Messina, la Commissione europea non approva
l’accreditamento del corso di laurea
PAG. 14
CIMITERO, QUALCUNO...BARA
Antonino Germanà
VETERINARIA BYE BYE
La procura indaga sull’appalto di polizia
mortuaria. Storia di una gara contestata
Domenico Manna
PAG. 10
8 NOVEMBRE 2013
il punto
centonove
EDIT
Essere
se stessi
IMMAGINATE UNO che, come una
scimmia, prova piacere a scalare il
Pilone e a dire No al Ponte.
Quellʼuomo ora è il sindaco di
Messina, Renato Accorinti. Lo
stesso che impettito nella fascia
tricolore, si presenta al Cippo dei
Caduti con lo striscione colorato
della Pace e lo slogan che ripudia
tutte le guerre. Domanda: la notizia
dovʼè? La costruiscono gli altri, cioè
noi. Cʼè la presa di coscienza che
Renatino non è cambiato. Seppure
sotto cappa burocratica, asfissiato
dalle carte, pensa… sempre
positivo. Non ha dimenticato di
essere il sindaco e, impazzito, si è
messo a fare il pacifista? No. Eʼ
sempre stato così. Eʼ se stesso. Eʼ il
sindaco della maggioranza dei
messinesi che lo hanno votato per
ripicca. Per burla. Per stanchezza. E
oggi si ritrovano un sindaco coerente
con se stesso. Che non si pone il
problema istituzionale di offendere
quelli con la divisa che negli anni
della guerra hanno combattuto per la
giustizia, per la libertà e se avessero
avuto solo “fiori dentro i cannoni”
oggi parleremmo dʼaltro. Anzi, non
parleremmo proprio. Ma questo
discorso vale anche per chi la divisa
la porta alta come le stellette al
merito. Un generale, ligio al dovere,
non abbandona la piazza: se si è in
guerra non si abbandona il campo al
nemico. Mai. Se no il generale e tutti
quelli che con ardore portano i
simboli, ministri compresi, diventano
essi stessi degli illusionisti che da
Accorinti si aspettano un discorso
“accorato”, greve alla Turi Leonardi.
Accorinti e Leonardi sono due
persone, due mondi separati. Ad
essere deformati sono gli altri: quelli
che vogliono fare recitare a Renato
Accorinti una parte che forse sta più
nel ruolo istituzionale di Turi
Leonardi.
Anna Maria Cancellieri
Se i politici vanno fuori tema
Dal 4 novembre del sindaco Accorinti alla sfiducia scampata per la ministra
Cancellieri per finire ai figli-ebrei di Berlusconi. Ecco la settimana degli scivoloni
DI DOMENICO BARRILÀ
NELLʼULTIMA SETTIMANA la politica non si è risparmiata,
investendoci a ripetizione con le sue vicende, sempre più lontane
dal crudissimo quotidiano, a cominciare dalla dimensione locale,
dove il sindaco di Messina Renato Accorinti si è fatto notare per
alcune scelte piuttosto folcloristiche nel corso delle manifestazioni
per il 4 novembre, giornata dedicata allʼUnità nazionale e alle
Forze Armate. Una festa vecchia quasi un secolo, istituita alla fine
della prima guerra mondiale e rimasta al suo posto da allora.
Ognuno è libero di pensarla come crede su tali ricorrenze, tuttavia
non sarebbe male se il senso di responsabilità avesse la meglio
sulla voglia di stupire a tutti i costi, considerati i tempi e il delicato
ruolo che si ricopre. Il sindaco sembra provare un certo gusto nel
fare parlare di sé, difficile sfuggire a tale impressione. Fidiamo nel
suo entourage, dove di certo cʼè qualcuno in grado di fargli
comprendere che se questa amministrazione deluderà sarà
restaurazione, e i soliti noti torneranno per ultimare il lavoro
lasciato a metà. Dovesse accadere, a Messina non ci sarebbe più
spazio per nuove libere uscite, chissà per quanto tempo.
Ma vogliamo credere che il 4 novembre sia andato in scena solo
un perverso incrocio di inesperienza e di vanità, dunque è
sperabile che il sindaco trovi materia di apprendimento e
incrementi il suo impegno per la città. Il pacifismo è una cosa seria,
ma deve essere nutrito di competenza nelle cose che afferiscono
alle proprie responsabilità, altrimenti si trasforma in velleitarismo,
materiale inadatto per amministrare territori e persone.
Nelle stesse ore la politica nazionale, instancabile sceneggiatrice
delle proprie gesta, non si è fatta mancare nulla. La ministra Anna
Maria Cancellieri si è salvata dalla mozione si sfiducia del M5S,
ma i dubbi non sono sciolti. Diverse volte sono stato in visita di
lavoro presso alcune carceri del Paese, dunque non posso che
In redazione: Daniele De Joannon, Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
vedere con favore interventi che sottraggono detenuti alla
disumana condizione in cui il nostro stato mantiene cittadini che
dovrebbe rieducare. Di sicuro la ministra non è insensibile al tema
e sono pure convinto che lʼinelegante scivolone, perché anche di
questo si tratta, accenderà qualche riflettore sulla situazione
carceraria, tuttavia Josefa Idem aveva lasciato il ministero per
molto meno. Se un rappresentante del governo pensa che le
carceri siano intollerabili per la signora Ligresti, dovrebbe prendere
pretesto per alimentare la propria azione complessiva sulle
medesime. Ma gli imbarazzi, non sono piccoli. Il figlio della
ministra, che sarà pure un genio, lavorava per i Ligresti e in un
solo anno si è portato a casa cifre che i miei figli, che forse a
cervello non stanno peggio del genio, impiegheranno secoli per
guadagnare. Nel nostro paese le piante rigogliose crescono
sempre negli stessi giardini, quelli del potere.
Intanto i presentatori della mozione di sfiducia, i grillini, si sono
accorti che assumere gli amici come portaborse è meglio. “Si
tratta di un rapporto fiduciario”, si giustificano. Parole e musica
della vecchia, vecchissima, politica. La contiguità è meglio del
merito.
Invece il Pdl, Forza Italia o come diavolo si chiamerà, non perde
occasione per rammentare al mondo che si tratta di un partitoazienda saldamente in mano ad un privato. I servi si contendono
la palma dello scodinzolio senza vergogna, mentre il padrone si fa
intervistare raccontando che i suoi figli si sentono “come gli ebrei
al tempo del nazismo”, salvo poi scusarsi con la comunità ebraica
per avere esagerato. Confesso di non capire se un uomo del
genere sia solo ignorante oppure qualcosa di più sofisticato, ma
ancora meno capisco la corte che lo compiace, allʼinterno della
quale i politici meridionali trionfano per lo zelo.
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Riservato
centonove
8 NOVEMBRE 2013
MESSINA. LA POLIZIA GIUDIZIARIA ACQUISISCE ATTI RELATIVI AI CONSIGLIERI COMUNALI SAUTA, CONTI E CALIÒ. ECCO PERCHÈ
Oneri riflessi, parte l’inchiesta
TOP SECRET
CONSORZIO AUTOSTRADE
Maxi parcella dallo studio
legale Genovese
MESSINA. 116mila euro: è lʼimporto della fattura staccata dallo studio legale Francantonio
Genovese al Cas, consorzio
autostrade siciliane, per una
causa vinta dallʼente di contrada Scoppo contro lʼimpresa
Antonio Di Pasquale. Più di
venti milioni di euro il valore
della causa. LʼOrdine degli Avvocati, che ha vistato la parcella, ha operato un taglio del 10%.
L'incarico di assistenza legale
risaliva al 1999, presidente Tuzzolino.
CASA DELLO STUDENTE
L’Ateneo studia
l’ipotesi Riviera
Carmelo Conti
Elio Sauta
MESSINA. Era nellʼaria da tempo, adesso è ufficiale: la Procura vuole
vederci chiaro sugli oneri riflessi. Il corrispettivo dello stipendio, cioè,
che il comune di Messina paga ai datori di lavoro dei consiglieri
comunali che si assentano per motivi legati a sedute dʼaula e di
commissione. Oggetto di attenzione sono, oggi, Carmelo Conti, Elio
Sauta e Tanino Caliò, tutti e tre ex consiglieri riguardo ai quali sono
state chieste a palazzo Zanca delibere e impegni di spesa che degli
oneri riflessi ne attestino lʼeffettiva riscossione. Per Sauta e Caliò la
polizia giudiziaria ha acquisito la documentazione per il periodo che
va da gennaio 2011 ad oggi, mentre per Conti la ricerca parte un
anno dopo, dal primo gennaio del 2012.
Carmelo Conti, dal 2007 fino a fine 2011, risultava dipendente della
Futura, la cooperativa da lui fondata e presieduta per ventʼanni, in
qualità di dipendente. A gennaio del 2012 la Futura, che per conto del
Comune si occupava di assistenza domiciliare agli anziani, va in
liquidazione coatta, e per Conti si spalancano le porte della Cas, coop
MESSINA. I DIPENDENTI DEL TEATRO VITTORIO
Proteste in scena
MESSINA. Manifestazione di protesta
dei dipendenti del teatro Vittorio
Emanuele di Messina. Lʼiniziativa
giovedì pomeriggio per l'inaugurazione
della mostra di pittura "Uno Spazio per
l'Arte'' alla presenza dell'assessore
regionale allo Spettacolo Michela
Stancheris e ai Beni culturali Mariarita
Sgarlata. I sindacati Slc Cgil, Uilcom Uil
e Fials Cisal e Sadirs spiegano che la
loro iniziativa "ha lo scopo di scuotere e
riaccendere l'attenzione sul Vittorio
Emanuele" e chiederanno
all'assessore Stancheris "quali siano i
propositi reali della Regione per il
teatro. Riteniamo che solo attraverso la
predisposizione e approvazione della
pianta organica, unita a un progetto di
rilancio, si possa garantire un futuro ai
precari, oltre ai lavoratori in organico, e
il mantenimento della fruizione degli
spettacoli intesi come fonte di
divulgazione culturale". "Siamo arrivati
a novembre - concludono - e non vi è
traccia circa una programmazione
stagionale".
Tanino Caliò
all’interno della quale viene assunto come direttore amministrativo a
tempo indeterminato e orario pieno. Nel 2013, quasi
contemporaneamente alla bocciatura in Consiglio comunale,
Carmelo Conti va in aspettativa.
Elio Sauta e Tanino Caliò, invece, erano legati da rapporti
professionali, dato che nel 2011 il secondo era dipendente con la
qualifica di formatore dellʼente di formazione del quale Sauta era
direttore regionale: quellʼAram a causa del quale Sauta è oggi ai
domiciliari per via dellʼinchiesta sul mondo della formazione scoppiata
a luglio. Ma le storie dei tre consiglieri si intrecciano anche al di fuori
dellʼinchiesta. Ironia della sorte, per Conti e Caliò, una decina di giorni
fa è arrivata unʼaltra tegola: i due sono indagati per abuso dʼufficio per
unʼispezione ad un asilo nido che sostengono di aver effettuato coi
poteri ispettivi da consigliere. Per i magistrati, invece, si tratta di abuso
dʼufficio.
Alessio Caspanello
Sommario
primo piano
sicilia
6/ DʼALIA, UN POʼ
DI HUMANITAS
Cosa si cela dietro lʼultimatum
del ministro al governatore
13/ SCUOLE,
PALA...INGIUSTIZIA
Il cortile dellʼIstituto di Casa
Pia desinato a uffici giudiziari
14/ VETERINARIA BYE BYE
La decisione della
Commissione europea
16/ I CAVALIERI
DELLA GHIOTTA
Nasce a Messina lʼAccademia
che valorizza la “civiltà
peloritana”
18/ ROCCALUMERA
TEME I CLOCHARD
La Caritas apre un centro
per accogliere gli “ultimi”.
Il sindaco non gradisce
politica
8/ FORMAZIONE,
ECCO I FONDI
La dirigente Corsello approva
finanziamenti per 171 milioni
9/ MI HANNO FATTO
LA FATTURA
Giallo a Brolo sul mutuo
del Palasport mai realizzato
10/ CIMITERO,
CʼE CHI... BARA
La Procura apre un fascicolo
sullʼappalto di polizia
mortuaria. Ecco i retroscena
12/ PASSALACQUA,
IL ROSSO
Lʼex sindaco autonomista
di Taormina approda nel Pd.
Grazie al “suo” amico Renzi.
economia
19/ ZES...IN RITARDO
Iniziativa “tardiva” di
Autorità portuale e Comune
20/ CʼEʼ CRISI,
TORNA LʼABIGEATO
Aumentano i furti di bestiame
pagina 3
21/ NELLA RETE
DI CONFIMPRESE
Verso lʼassemblea nazionale
poster
24/ ELICONA? ERA
IL FIUME DELLʼEMIRO
Il nome sopravvissuto grazie
alla tradizione
rubriche
3/4/5
Settegiorni
22
Uomini & Business
22
Consulenti
22
Consumatori
26
Libri/La Classifica
26
Lacerti di Letture
29
Libri
30/31 Lettere & Commenti
30
Qui Scuola/Heritage
30
Ecologia & Ambiente
31
Eliodoro
31
150 Parole da Palermo
31
Antibuddaci
31
Animal House
MESSINA. Acquisire dalla Provincia lʼhotel Riviera e trasformarlo in Casa dello Studente. Eʼ
lʼipotesi cui sta lavorando Antonio Saitta, su incarico del rettore, al fine di valutare il costo
di ristrutturazione e adeguamento dellʼex albergo di Viale
della Libertà, al centro di un annoso contenzioso.
ACCREDITAMENTI
Formazione, il Tar accoglie
la sospensiva della Lumen
MESSINA. Il Tar di Catania, su
ricorso dell'avvocato Nino Favazzo, ha accolto la sospensiva della Lumen, l'ente di formazione di Messina, cui era stato
revocato l'accredimento della
Regione. L'ente di formazione,
sospeso dalla Regione dai finanziamenti, torna così in pista
per svolgere tutte le attività programmate.
CANDIDATURE
Scontro Arnone-Crocetta
Enrico Letta “testimone”
AGRIGENTO. Potrebbe essere
citato come testimone anche
Enrico Letta, nellʼindagine che
vede contrapposto lʼambientalista Giuseppe Arnone al sentaore Beppe Lumia e al presidente Rosario Crocetta. Arnone sostiene in una memoria che
Letta sia intervenuto su Bersani al fine di far cadere il veto alla sua candidatura: Arnone
aveva affisso manifesti anche a
Piacenza contro Wladimiro Crisafulli.
8 NOVEMBRE 2013
CHI SALE
MILAZZO. IL SINDACO DI BARCELLONA DENUNCIA POCA SICUREZZA AL PUNTO NASCITA MAMERTINO
SOCIETA’
Giovanni Ardizzone
Esposto tra i bebè
Linea Diretta, arriva il giornale “antiracket”
L
PALERMO. Il presidente dellʼArs si mostra imparziale: al
deputato di 5stelle. Stefano
Zito, che si era visto rifiutare
un accesso agli atti della Asl
di Siracusa, ha promesso un
immediato intervento. E lʼha
fatto subito chiedendo allʼassessore alla salute, Lucia Borsellino, presente in
aula, di intervenire. Più di così?
LGaetano Silvestri
MESSINA. Un riconoscimento alla carriera per avere illustrato il diritto in tanti
anni, prima di assurgere alla carica di presidente della
Corte Costituzionale. Eʼ il
premio che lʼUniversità di
Messina ha riservato al giurista di Patti, già rettore dellʼAteneo peloritano, dopo
lʼera Cuzzocrea.
LCaterina Di Giacomo
MESSINA. Si è insediata alla guida del Museo regionale di Messina Caterina Di
Giacomo, nominata direttore della struttura con decreto del dirigente generale del dipartimento regionale dei Beni Culturali. Di
Giacomo era stata già reggente dell'istituto museale
ddal maggio di questʼanno
e dirigente della Unità Operativa delle Collezioni dal
2010.
L
7giorni
centonove
Nino Rubino
PALERMO. Eletto per acclamazione il presidente della
amera penale "G. Bellavista"
di Palermo. Secondo mandato anche per il suo vice Enzo Zummo. «Continueremo
ad impegnarci - ha detto Rubino - per la completa attuazione dei principi costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza
e della funzione rieducativa
della pena».
LVincenzo Bonfissuto
AGRIGENTO. Il pasticcere di
Canicattì ha spedito alla Nasa in Florida quello che è
considerato uno dei 36 panettoni più buoni d'Italia. Il
panettone con la crema al pistacchio di Bronte sono entrati nella struttura per il lancio di veicoli spaziali della
Nasa e hanno raggiunto il palato degli astronauti Usa.
Il sindacato Aaroi replica al manager Magistri sulle carenze:
«Vi spieghiamo cosa succede nei casi di emergenza»
MILAZZO. Esposti in procura, videocamere
nascoste e botta e risposta tra sindacati e il
vertice dellʼAusl 5. A margine della chiusura del
punto nascita dellʼospedale “Cutroni Zodda” e il
relativo trasferimento dei posti letto al “Fogliani”
di Milazzo, continuano le proteste. Dopo avere
ripreso con una telecamera nascosta i locali, a
suo dire inadeguati, il sindaco di Barcellona,
Maria Teresa Collica, ha presentato un secondo
esposto in procura. A Milazzo, invece, si registra,
il botta e risposta tra il sindacato Aaroi,
rappresentato da Antonio Lamberto, e il numero
uno dellʼAusl 5, Manlio Magistri. Lamberto aveva
denunciato carenze nel settore dellʼemergenza
al Fogliani di fronte allʼaumento del carico di
lavoro e Magistri lo aveva tacciato di falsità.
«Dispiace lʼaccusa di false dichiarazioni - si
legge in una nota di Antonio Lamberto - ci
saremmo aspettati una richiesta di
collaborazione. Ben sanno i vertici aziendali che
oltre la carenza del primario a Milazzo mancano
altre 2 unità anestesiologiche e 5 infermieristiche
in sala operatoria; si sa che di notte non sono
presenti né infermieri (sono reperibili quindi
disponibili in 30 minuti), né ausiliari. Quindi di
quale qualità e sicurezza si parla se in un
ipotetico parto spontaneo che diviene cesareo in
emergenza di notte, quando non si possono
perdere neppure 2 minuti, mentre tutti si spinge
la barella verso la sala operatoria portando
cardiotocografi, monitor, flebo e documenti,
spalancando porte, accendendo luci e
apparecchiature, cercando materiali che solo gli
infermieri di sala operatoria sanno dove sono
riposti, bisogna telefonare a questi ultimi e al
neonatologo che, nella migliore delle ipotesi,
saranno con i guanti sterili infilati dopo 30 minuti
(salvo alluvioni, gomme bucate, posti di blocco)
quando ormai tutto è finito? Il bimbo è nato, la
mamma sta bene e lʼanestesista ha sopperito
alle carenze dellʼorganizzazione con forti
strizzate di coronarie, abbandonando la pancia
aperta della mamma per assistere il bambino e
lasciando il bimbo per tornare dalla madre. Ma
per lʼAzienda tutto è perfetto - conclude
Lamberto - tanto se qualcosa va storto la colpa è
sempre dellʼanestesista».
MESSINA. “Linea Diretta” è il nome della testata on line delle Federazioni nazionali antiracket, diretta dal giornalista Giuseppe Grimaldi, che il presidente Tano Grasso ha presentato a Napoli. La rivista sarà inviata anche agli imprenditori che ne faranno richiesta.
In Sicilia dieci ristoranti stellati
PALERMO.Dieci i ristoranti siciliani premiati con le ''stelle'' Michelin
2014. Quattro ristoranti hanno ottenuto le due stelle: la Locanda di
Don Serafino, a Ragusa Ibla, La Madia di Licata, Principe Cerami
a Taormina e il Duomo di Ragusa Ibla. Una stella per Coria a Caltagirone, Bellevue e La Capinera a Taormina, il Bye Bye Blues a
Palermo, La Gazza Ladra a Modica e La Fenice a Ragusa.
Corrado Augias “firma” alla Hobelix di Messina
MESSINA. Giovedì 14 novembre, Corrado Augias sarà presente alla libreria Hobelix di Messina dalle ore 18,30 per firmare le copie della sua ultima opera “Inchiesta su Maria”, ed.
Rizzoli, scritto con Marco Vannini.
Amatori Rugby presenta il giocatore venuto dal mare
MESSINA. LʼAmatori Rugby Messina presenta venerdì 8 novembre alle 19 al Club House di Sperone Salayaman, 26enne migrante
ghanese, che da una settimana si allena con la squadra messinese. Salayaman, è giunto a Lampedusa con un barcone e, poi, a
Messina, dove dove vuole vivere, ripartendo dal Rugby.
Alberghiero Antonello, una cucina dedicata ai celiaci
Manlio Magistri
MESSINA. Una cucina dedicata alla preparazione dei pasti per
celiaci. La prima iniziative nel settore in Sicilia è della preside Muscarà dellʼistituto alberghiero “Antonello” che sta per essere messa in cantiere nel plesso di Giostra.
ATENEO DI MESSINA
Check-up medico? Basterà soffiare in smartphone
MESSINA. Basterà soffiare su un dispositivo elettronico installato sul nostro
smartphone per sapere in tempo reale in che condizioni di salute siamo. E' un sistema in fase di messa a punto (potrebbe essere operativo tra 4 anni) da un gruppo di ricercatori dell'Università di Messina, guidato dai professori Giovanni Neri e Nicola Donato, finanziato con 90 mila dollari dall'Istituto di tecnologie avanzate della Samsung.
Il progetto Safely è stato presentato nell'ambito del Global Research Outreach (Gro)
Program della Samsung, competizione a livello mondiale che ha visto l'Ateneo peloritano, unico in Italia ad essere stato selezionato nel 2013. Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di analisi integrato in uno smartphone. Alcuni markers presenti nell'espirato possono fornire, infatti, informazioni utili per la diagnosi di molte
malattie come il diabete, le infiammazione dei polmoni, disfunzioni epatiche.
Gia.C.
MESSINA. L’OMAGGIO ALLA POETESSA DELLO STRETTO
Grazie Maria Costa
MESSINA. Pieno delle suggestioni dello Stretto, visibile con le sue
luci da unʼampia vetrata, e favorito dal suono dellʼarpa di Debora
Ferraro: non poteva essere meglio ambientato lʼomaggio, dal
titolo “Mare dentro mare - Versi e musica allʼombra della
falce” reso allʼaedo di Case Basse, Maria Costa,
dallʼAssociazione “Occhio”, una delle realtà che
operando sul territorio mirano alla riscoperta e ala
valorizzazione delle risorse di una terra così maltrattata
dallʼinerzia dei politici, ma anche dal torpore di troppi
cittadini. Le Case Basse si adagiano sul mare da più di un
secolo e sono veri e propri contenitori di suoni, leggende,
fantasie, ricordi nostalgici, memoria insomma.
Ascoltando in religioso silenzio una voce narrante che
rievocava un incontro con la poetessa, il pubblico che
affollava la bella sala dellʼAssociazione Motonautica
Maria Costa
e Velica Peloritana, che proprio in questo luogo
pagina 4
incantato ha la sede, ha visto la storia trasformarsi in una poesia
che, grazie alle intense recitazioni (su testi della stessa Maria Costa
e di Giuseppe Ruggeri), di Patrizia Causarano (italiano) ed Edoardo
Bucca (dialetto), ha reso giustizia al titolo della manifestazione: quasi
che due mari, quello della lingua italiana e del dialetto,
sʼincontrassero confluissero lʼuno nellʼaltro, proprio come nello
Stretto. Ne sono scaturiti momenti di viva commozione per la
poetessa, che ha ringraziato per lʼomaggio e ha spiritualmente
abbracciato tutti, dando ancora prova con la sua inconfondibile
voce di saper dare un pathos straordinario alle sue
composizioni, che nascono proprio dal profondo di unʼanima
innamorata, come quella, del resto anche di chi, come Ruggeri,
ha ideato lʼomaggio alla “Sibilla”.
Messina deve riuscire a superare il più recente, ahimé
troppo lungo, passato, e recuperare tutto ciò che la
rende straordinaria. E la poesia, come quella di Maria
Costa, cesellata col bulino della sua straordinaria
ispirazione, ne è davvero un tassello straordinario.
Felice Irrera
7giorni
centonove
MESSINA. ALLA PREFETTURA IN VISTA DELLA MEGA ESPOSIZIONE AL MONTE DI PIETA’
Forze armate e modellisti in mostra
MESSINA. Inaugurata, dal vice
Prefetto vicario nei saloni di
Rappresentanza della Prefettura
di Messina, in occasione del
Quattro Novembre, la Festa
dellʼUnità Nazionale, Giornata
delle Forze Armate, una Mostra di
Modellismo e di Militaria. La
mostra resterà aperta e fruibile al
pubblico per tutto novembre. Per
lʼoccasione è stata presentata
una collezione di divise, armi,
copricapo, buffetteria, che vanno
dalla campagna dʼafrica del 1896
alla Seconda Guerra Mondiale
con pezzi originali e con un rilievo
particolare anche alla Sanità
Militare, con copricapo, cassette
di pronto soccorso tattiche e
uniformi e copricapo di ufficiali
medici. Sono presenti elmetti
austo-ungarici della prima Guerra
Mondiale armamenti tedeschi
della seconda guerra, inglesi ed
americani oltre uniformi dei
Carabinieri, dellʼEsercito dei
Bersaglieri completi delle armi
individuali, di squadra e di
accompagnamento. La collezione
e la mostra è presentata da
collezionisti privati di Messina.
Oltre le uniformi vi è una
collezione di modelli e di materiali
Oggetti in mostra alla Prefettura di Messina
dellʼAssociazione Storico
Modellisti Messinesi che spazia
dalla 1870, Presa di Porta Pia,
allʼoperazione Husky lo sbarco in
Sicilia e lʼoccupazione alleata di
Messina il 17 Agosto 1943. Sono
stati presentati tabelloni
sullʼoperazione Husky con foto
inedite di Messina e
dellʼoccupazione, foto di Mas
della Seconda guerra Mondiale,
opuscoli per lʼidentificazione di
aerei sia Italiani che Tedeschi,e
un breve escursus con foto
dʼepoca sullʼAviazione Militare e
foto della prima guerra Mondiale
della preparazione della battaglia
di Vittorio Veneto, oltre pagine di
Manuali di armamento pesante
del 1896. Vi è poi un Telemetro
dʼArtiglieria della Seconda Guerra
Mondiale. Due modelli di Mas:
uno della prima Guerra
Mondiale il Mas 15 di Luigi
Rizzo eroe Milazzese, con cui
affondò nel 1918 la corazzata
austriaca Santo Stefano e uno
della seconda guerra Mondiale
del comandante Forza di
stanza in Sicilia allʼinizio del
conflitto. Sono presentati
diorami della Prima e della
Seconda Guerra Mondiale
oltre a marinai, a soldatini in
varie scale e di tutte le armi e
specialità, quasi cento pezzi
compresi diversi cavalieri.
Facevano bella mostra anche
un Treno Ospedale Italiano;
una locomotiva Truman il livrea
americana con un convoglio di
guerra ed una loco americana
a carbone sempre con
convoglio risalenti alla
Seconda Guerra Mondiale,
locomotive portate in Italia per
sopperire alla carenza di mezzi
di trazione per i convogli
militari. La collezione è stata
presentata dallʼavvocato
Francesco Spadaro. I pezzi
presentati sono solo una
minima parte di quanto sarà
presentato dallʼAssociazione
Storico Modellisti Messinesi
dal 4 dicembre al 9 dicembre
presso il Monte di Pietà a
Messina in occasione della
Terza edizione di Un
Messenion per il Modellismo
Tre, mostra di tutto quanto fa
Modellismo.
MESSINA. E’ MORTO A 84 ANNI IL FOTOREPORTER “INTERNAZIONALE”
ROSA E NERO
Addio Maestro Pintaldi
Messina, confetti rossi per Lucia Spicuzza
MESSINA. Eʼ morto martedì pomeriggio il Maestro Aldo Pintaldi (nella foto),
84 anni, fotografo messinese noto in tutto il mondo e papà del collega
giornalista Emilio Pintaldi. Gli scatti del fotoreporter messinese, erano state
recentemente al centro di aste internazionali insieme ai grandi della storia
della fotografia come Niepce e Newton. Tra le altre, una delle sue foto più
famose del 1952 che pubblicizzava il film ʻLa Stradaʼ di Fellini, chiamata
'Cinema apollo Messinaʼ, è stata venduta allʼasta di Bloombsury Auctions.
Inoltre, di recente, vista la grande notorietà acquisita, Domenico Gervasi,
direttore del Museo Etno antropologico di Castanea, gli ha intitolato un'intera
sezione della struttura. Con la sua bravura, il suo senso estetico e della
notizia, Pintaldi ha impresso nella pellicola momenti singolari di attività
culturali, imprenditoriali e sociali. Nato a Messina il 16 dicembre del 1928, ma
registrato all'anagrafe il 1 gennaio 1929, Pintaldi sin da giovanissimo si
appassiona al mondo della fotografia eseguendo i primi scatti con una
vecchia Voigtländer Brillant di proprietà della mamma e, a rischio della
propria vita, fotografa dalle colline della zona Nord di Messina, le fortezze
volanti mentre bombardano la città di Messina. Frequenta poi il
Liceo Scientifico e continua ad interessarsi alla fotografia e in
seguito, anche durante gli studi alla Facoltà di Chimica e
Farmacia dellʼateneo peloritano che frequenta con brillanti
risultati, dedica spazio alla sua passione. Dopo una parentesi
all'Accademia di Modena, congedatosi da ufficiale, la sua
passione diviene una professione. In una Messina dedita
alla ricostruzione dopo i danni subiti durante la seconda
guerra mondiale soprattutto per i bombardamenti anglo
americani, comincia una frenetica attività immortalando
cantieri e piccole e grandi industrie nascenti. Diventa il
primo fotoreporter della Fiera Internazionale di
Messina e il fotografo della Rassegna Cinematografica
internazionale. Nelle sue foto ha ritratto tutti gli attori
della cinematografia mondiale del periodo da
Gassman, a Manfredi a Sordi a Ingrid Bergman. I
funerali si svolgeranno venerdì 8, alle ore 11 nella chiesa
Cuore Immacolato di Maria (Vill. Paradiso). Al collega
Pintaldi le condoglianze del direttore Graziella Lombardo,
di Enzo Basso e di tutta la redazione di Centonove.
MESSINA. Con una tesi sul diritto commerciale, relatore il prof.
Latella, si è laureata in Giurisprudenza Lucia Spicuzza, figlia
del commercialista Enrico. Lucia Spicuzza ha ottenuto il voto
di 110 e lode e si è laureata un anno prima rispetto ai tempi “canonici”. Alla giovane neolaureata e alla famiglia le migliori congratulazioni della redazione di Centonove.
S.Teresa di Riva, è nata Francesca Sofia Palella
SANTA TERESA DI RIVA. Fiocco rosa nella famiglia del collega dʼamministrazione Massimo Cannata, ancora zio con la
nascita della nipote Francesca Sofia Palella, splendido batuffolo di 3 chili e mezzo. Alla famiglia, in particolare ai genitori
Davide e Carmelina Irrera, le felicitazioni della redazione di Centonove.
Si è spento il navigatore Franco Chambeyront
MESSINA. Si è spento lo scorso primo novembre Franco
Chambeyront. Il decano dei navigatori messinesi era stato ricoverato allʼOspedale Papardo dopo il malore che domenica
27 ottobre lo aveva colpito durante una gara. La lunga e fortunata carriera di Franco Chambeyront è cominciata negli anni
settanta ed è stata costellata di numerose ed importanti soddisfazioni sportive ed umane. La sua ultima vittoria risale allo scorso 11 agosto, quando ha vinto il 10° Rally del Tirreno al fianco
dellʼamico Salvatore Armaleo sulla Renault Clio Super 1600.
Messina, lutto in casa Ragno Consolo
MESSINA. Si è spenta domenica 3 Amalia Ragno Consolo. I
funerali si son svolti nella Chiesa di SS. Salvatore dellʼArchimandritato e la salma è stata tumulata nel cimitero di Militello
Rosmarino. Al marito Fausto, e ai figli Andrea con Isabella e
Pierluigi e Daniela le condoglianze di Centonove.
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8 NOVEMBRE 2013
CHI SCENDE
M FIlippo Cucinotta
MESSINA. “Pistaaaa….”.
Così “politically correct”
con la sua barbetta, il neo
assessore Filippo Cucinotta a vederlo ora sfrecciare
martedì in auto blu, in corsia dʼemergenza su Corso
Cavour, sembra quasi irriconoscibile da quando cento giorni fa predicava le due
ruote e le piste ciclabili.
MAntonio Le Donne
MESSINA. Il passo “operativo” del nuovo segretario generale stava per giocargli un
tiro mancino. Diretto in consiglio comunale, Le Donne
ha rischiato di “sdraiarsi” in
una curva dei corridoi di palazzo Zanca presa di fretta.
Ricompostosi , il segretario
ha trovato il tempo di fare la
battuta: “Qui bisogna muoversi in derapata...”
MDon Gaetano Sardella
MESSINA. Il parroco della
chiesa santʼAntonio di Lipari non vuole che davanti
alla parrocchia sia installato un piccolo parco giochi,
con la motivazione che i
bimbi disturberebbero la
messa. Per il prete evidentemente non vale la lezione
di Gesù Cristo: “lasciate
che i bambini vengano a
me”
MMichela Stancheris
PALERMO. LʼAssessore al
Turismo, Sport e Spettacolo,
“con deboli motivazioni”, ha
evitato il confronto con i rappresentanti degli Organismi
teatrali, musicali e di danza siciliani, da lei stessa convocato per il 6 novembre. Eʼ la terza volta«che la massima autorità regionale in materia di
Spettacolo - si legge in una nota - nega il dialogo sulle gravissime e urgentissime problematiche del Settore».
M Saro Pergolizzi
MILAZZO. Il Tar di Catania per
lʼex presidente del consiglio
comunale è una vera “maledizione”. Nonostante le “sentenze” favorevoli della Corte
costituzionale e del Consiglio
di giustizia amministrativa il
Tar etneo non si è espresso
sul ricorso dei consiglieri comunali dichiarati decaduti, i
quali, così, non potranno
rientrare in aula.
primopiano
8 NOVEMBRE 2013
centonove
Gianpiero D’Alia
REGIONE. Cosa si cela dietro l’ultimatum del ministro al governatore Crocetta
D’Alia, un po’ di Humanitas
L’intrigo politico-sanitario rischia di riaccendere al crisi del governo regionale con gli alleati, nonostante
la retromarcia dell’assessore Borsellino. Il valzer di accordi e la scalata di Lino Leanza
DI
ENZO BASSO
MESSINA. “O si ritira la delibera che
aumenta i posti letto allʼHumanitas o noi
usciamo subito dal governo”. Un
ultimatum, quello lanciato dal ministro
della Pubblica amministrazione
Gianpiero DʼAlia, improvviso. Duro.
Che ha messo con le spalle al muro il
governatore Rosario Crocetta, già
provato da una settimana di passione,
passata tra la trappola della sfiducia e il
passaggio a livello del decreto da
prorogare per i ventimila precari siciliani,
che ha lasciato sorpresi, per i toni
perentori, gli stessi compagni di partito.
LA POSTA IN PALIO. Ma cosa si
nasconde dietro questo scontro che
rischia di mettere in crisi i rapporti tra gli
“alleati” del governo Crocetta? E
perché, nonostante la retromarcia
dellʼassessore Lucia Borsellino, che ha
parlato solo di “una delibera di
apprezzamento”, del due luglio scorso,
per il polo oncologico, un maxiinvestimento privato di cento milioni il
gruppo milanese Rocca, già operativo a
Rozzano, sta realizzando alle porte di
Misterbianco? Dietro lʼattacco di DʼAlia
cʼè una richiesta di riconoscimento del
ruolo avuto dal leader dellʼUdc in Sicilia,
che ha rinunciato lui a concorrere per la
carica di governatore, per fare posto
allʼex sindaco di Gela, già allora inviso al
Pd, suo partito. Non solo. Con la
delibera che la giunta ha reso nota, si
procedeva con un percorso molto caro a
Luca Sammartino, già deputato
regionale Udc, che insieme alla madre
già presta servizio per la struttura,
passato armi e bagagli nel “Gruppo
Articolo 4” di Lino Leanza, ex segretario
regionale dellʼUdc. Qui cʼè lo snodo dello
scontro in atto. Che ha portato Lillo
Firetto, capogruppo Udc, a convocare i
tre assessori della giunta in quota Udc,
Patrizia Valenti, Ester Bonafede e
Dario Cartabellotta, per un vertice
operativo: “Se la delibera non viene
ritirata e annullata, tenetevi pronti a fare
le valigie…”.
LE MOSSE DEL GOVERNATORE.
Crocetta, in un primo momento
interlocutorio, “come facciamo a dire no,
a un gruppo che investe in Sicilia 100
milioni di euro?”, piano piano ha
cominciato a fare come il gambero: un
passo indietro dopo lʼaltro. Perché dietro
lʼHumanitas e lʼinvestimento di Catania,
ci sono i nervi a fior di pelle. E un valzer
di accordi inconfessabili, che vedono
come protagonisti tutti gli azionisti del
governo Crocetta. Governo del quale,
con questa “mossa del cavallo”, DʼAlia
ha deciso di rendere noto allʼesterno il
GLI ASSESSORI CONVOCATI
Patrizia Valenti
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Ester Bonafede
Dario Cartabellotta
primopiano
centonove
suo potere di voto: le sue non sono
“azioni privilegiate”, da mettere
allʼincasso di volta in volta, ma è una
“golden share”, lʼazione dʼoro che nelle
aziende blinda la “governance” e la
matte al sicuro dalle scalate ostili. Un
fatto da mettere bene in chiaro oggi,
prima che si ricominci a parlare di
rimpasto.
PRONTI ALLA SCALATA. Ma chi sta
scalando il governo Crocetta? Di certo il
principale accusato, che rastrella
deputati anziché azioni, è Lino Leanza
che - dopo avere rotto bruscamente con
DʼAlia - ha portato già ad otto deputati il
suo gruppo, del quale lʼultima
acquisizione è lʼonorevole Pippo
Currenti, che ha lasciato La Destra di
Nello Musumeci. Una crescita
impetuosa, quella di Leanza, che rende
sempre più nervoso ʻO Ministro, capace
di passare con totale scioltezza dal ruolo
di tessitore della sfilacciata maggioranza
attorno a Crocetta al ruolo di Guastatore.
Un ministro adirato DʼAlia. Che, senza
peli sulla lingua, dichiara alle agenzie,
“che certi politici che hanno ingrossato le
fila della pubblica amministrazione di
ventimila precari”, uno dei più grandi voti
di scambio della storia politica
repubblicana, semplicemente
“andrebbero presi a calci nel sedere”.
LʼINTRIGO POLITICO-SANITARIO.
Toni che la dicono lunga sullo scontro in
atto. E che si traduce in una serie di
“rivelazioni” correlate sugli affari politicosanitari in corso. Perché, nelle vesti di
assessore Mpa, il primo assessore alla
sanità ad aprire la pratica “oncologia in
Sicilia”, fu lʼattuale segretario Giovanni
Pistorio, che finì impigliato in una
spiacevole inchiesta sui fondi spesi in
comunicazione per la campagna
sullʼaviaria.
Sui giornali allʼepoca infuriava il
processo allʼingegnere Michele Aiello,
al suo centro di eccellenza Villa Teresa
di Bagheria che con i buoni uffici di Totò
Cuffaro, aveva trasformato
lʼimprenditore nato con le stradelle
interpoderali finanziate dallʼassessorato
allʼAgricoltura, nel maggiore
contribuente della Sicilia, grazie alle
generose tabelle di liquidazione sui
servizi a chiamata che il manager della
Asl Giancarlo Manenti, pesantemente
condannato poi dalla Corte dei Conti,
riconosceva alle cliniche di Aiello &
Company. Miliardi su miliardi di vecchie
lire.
Lucia Borsellino
Rosario Crocetta
Mollato lʼincarico Pistorio, la pratica è
passata poi in esame allʼassessore
Massimo Russo, un magistrato che ha
sempre dichiarato di sentirsi pupillo di
Paolo Borsellino, tanto che alla
direzione generale dellʼassessorato ha
chiamato la figlia del giudice ucciso dalla
mafia, Lucia, oggi, a cascata, titolare
della carica di assessore alla sanità.
Questa successione di incarichi fa
capire come le dichiarazioni
dellʼassessore Lucia Borsellino contro
Massimo Russo, passato dalla carica di
potenziale presidente della regione al
posto di Lombardo costretto alle
dimissioni, a fare da vicecommissario
alla sanità in Lazio perché non può
esercitare per due anni in Sicilia,
configgano apertamente. E danno il
senso e la portata dello scontro in atto:
secondo il sito “Sud” di Catania la
magistratura ha deciso di aprire un
fascicolo conoscitivo.
DA CUFFARO A OGGI.
Il dono della “querelle” è la
trasformazione da 88 posti letto a 120,
progetto partito da lontano, che ora ha
bisogno di nuovi padrini politici. E per il
quale la firma del protocollo “di
apprezzamento” altro non era che la
porta girevole per arrivare poi alla
liquidazione ordinaria di un badget
destinato a passare da venti a trenta
milioni a carico della Regione, con la
prospettiva che i viaggi della speranza
che ancora oggi dissanguano i costi
della sanità siciliana, che ha ingoiato,
con le sue 1500 convenzioni con
strutture private, prima delle politiche di
rientro imposdte dal Ministero, il 60% dei
costi dellʼintero bilancio regionale. Una
struttura come lʼHumanitas rappresenta
nellʼimmaginario il traferimento delle
8 NOVEMBRE 2013
politiche sanitarie post-Cuffaro, da
Bagheria a Misterbianco.
Il gruppo Rocca, che più volte ha
mandato in avanscoperta in Sicilia il
primario oncologo, il messinese
Armando Santoro, balzato agli onori
della cronaca come il medico di Enzo
Tortora, ha fatto tutte le valutazioni di
mercato. Ed è giunto alla conclusione
che quello della Sicilia “è un
investimento redditivo”. Tanto che i
lavori nella struttura di Misterbianco
sono già partiti, “con i fondi o meno della
Regione” lʼinvestimento si fa lo stesso.
Un passo che ha messo già in allarme
alcune cliniche “accreditate” di Catania,
che vedono messo in crisi il proprio
badget, e che ha portato i politici a fare
dichiarazioni stonate. Il presidente della
Commissione sanità, Pippo Di
Giacomo, ha criticato per la prima volta
Crocetta: “Il Presidente ha fatto
dichiarazioni parzialmente veritiere”. La
Cisl, per bocca di Maurizio Bernava e il
Pd, per bocca di Antonello Cracolici,
parlano di “pratiche oscure” sulle quali
fare chiarezza. Risultato: la delibera è
stata cancellata. In attesa del nuovo
piano sanitario che prevede tagli per i
pazienti acuti di 500 posti letto, per fare
quadrare i conti. Quella che non quadra
è invece lʼalgebra politica. Che ha
assunto toni, da resa dei conti. Per una
semplice ragione: in molte cliniche
etnee, tra i soci, figurano molti nomi di
deputati in carica e non della Regione
siciliana.
A sinistra Lino Leanza
che - dopo avere rotto
bruscamente con
DʼAlia - ha portato già
ad otto deputati il suo
gruppo, del quale
lʼultima acquisizione è
lʼonorevole Pippo
Currenti (nella foto in
alto) che ha lasciato
La Destra di Nello
Musumeci
IL CORSIVO
Tra bugie e illusioni
MESSINA. “Un sistema fatto di bugie, ricatti e illusioni…”
Non usa giri di parole il ministro sullʼaltro fronte della
guerra aperta con il suo ex segretario Lino Leanza: i
precari. Se il primo è oggi il ministro, che potrebbe
mettere la parola fine a una parabola, quella della
stabilizzazione, che si trascina da diciotto anni, al punto
che quelli “dellʼart.23”, gli articolisti storici, oggi vengono
definiti, “quelli dellʼart. 46” perché si sono sposati per
mettere insieme uno stipendio, lʼaltro, Lino Leanza è il
paladino storico dei precari. Una guerra Leanza-DʼAlia
che covava da tempo. E che ora come un lampo si è
spostata anche sui cinguettii di Twitter. “Incredibile-ha
scritto Lino Leanza-come i pregiudizi e lʼincapacità del
ministro DʼAlia mettano a rischio ventimila precari.”. La
risposta non si è fatta attendere: “Pare che Lino Leanza
abbia scambiato lʼUdc per una porta girevole…”.
La vertenza, mediata da Rosario Crocetta, è arrivata
martedì scorso sul tavolo del premier Letta. Che ha
ricevuto il governatore della Sicilia, accompagnato dal
ministro DʼAlia, e ha lasciato uno spiraglio per una
proroga fino al 2016, con percorsi che favoriscano la
stabilizzazione.
Dai conti del Bilancio, per i 18.500 precari siciliani
“acuti” servirebbero trecento milioni di euro. Che la
Regione si è impegnata a trovare tra le pieghe del
bilancio, ma che i Comuni non hanno poi per il
mantenimento nelle piante organiche, spesso
sovradimensionate.
“Toglietevi dalla testa che potranno essere stabilizzati
tutti” ha detto senza giri di parole il ministro DʼAlia. Dai
dsati emersi in molti comuni siciliani su 150 dipendenti, i
precari risultano essere cento. “Delle due lʼuna-
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sintetizza DʼAlia- se si assumono i precari il dissesto
dellʼente locale è immediato”.
Solo al Comune di SantìʼAgata Militello, ad esempio i
precari sono 146 su 261.
Una partita che resta drammaticamente aperta. E che
ha portato il presidente Crocetta a parlare di
“censimento” dei bisogni. I precari saranno infatti
classificati per ruoli e titoli. Alcuni saranno assorbiti con
“concorsi interni”. Altri dovranno restare fuori. Nei mesi
scorsi, sempre DʼAlia, toccando i tempi della finanza
pubblica ha ricordato che la Sicilia non è messa meglio
della Grecia. E uno dei motivi perché i conti della Grecia
sono saltati è stato quello che la pubblica
amministrazione in pochi anni è stata imbottita da
dipendenti pubblici: come i precari siciliani, il 13% di tutta
la popolazione nazionale. Un bel record, non cʼè che
dire.
E.B.
Politica
centonove
8 NOVEMBRE 2013
Annarosa Corsello
REGIONE. Il dirigente Corsello approva finanziamentii er 171 milioni. Ecco a chi andranno
Formazione, ecco i fondi
Ogni ente, promotore di corsi, dovrà tenere due conti separati: uno per gli emolumenti
e l’altro per le spese di gestione. Sottoscritta una convenzione con la Guardia di Finanza
PALERMO. Mentre i dipendenti dello Ial
Cisl manifestano e continuano a
reclamare gli stipendi e altri dipendenti si
presentano nei locali dellʼassessorato al
Lavoro accompagnati dalla Digos per
reclamare i mandati che permettano il
pagamento degli stipendi arretrati, la
dirigente del settore Annarosa Corsello
ha comunicato il finanziamento di 170
corsi dellʼAvviso 20 per un importo
complessivo di 171 milioni.
Tagliati fuori perchè sottoposti ad
inchiesta penale gli enti di Messina,
coinvolti nella indagine della magistratura
che hanno determinato un calo dl 25%
rispetto agli impegni dellʼanno scorso che
si attestavano su 286 milioni di euro, a
fare la parte del leone sono tre enti, il
Cefop, lʼAnfe e lʼEnfap.
Ottengono dalla Regione finanziamenti,
rispettivamente, per 16. 277,895 euro;
15.147,021 e 10.144.783. A queste cifrespiegano a Centonove i funzionari di via
Pipitone Federico-si è arrivati con il
calcolo dei cosiddetti costi-standard.
Sul fronte dei decreti, che ora saranno
pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della
Regione siciliana, intervengono alcune
modifiche. Ogni ente, promotore di corsi,
dovrà tenere due conti separati: uno per
gli emolumenti e lʼaltro per le spese di
gestione, che vanno tutte tracciate. In
questo senso lʼassessorato ha sottoscritto
una convenzione con la Guardia di
Finanza che si è impegnata a fare controlli
“a campione” per evitare che si ripetano le
truffe a catena che le indagini della
magistratura stanno mettendo a nudo.
Altro fronte di controllo sarà quello dei
congiunti: indagini discrete “antiparentopoli”.
Quello della formazione resta comunque
un fronte caldo, non solo per via delle
indagini giudiziarie, ma anche per le
indagini amministrative. La funzionaria
Annarosa Corsello ha deciso di trattenere
“in compensazione” le somme non
dovutamente rendicontate dagli enti, che i
funzionari stanno accantonando, rispetto
ai decreti emessi. Una pratica
apertamente contestata dagli enti, che
hanno segnalato la procedura allʼufficio
Audit della Ue e si sono anche rivolti ai
legali, per impugnare la procedure.
Un fronte aperto, quello delle somme
extra-budget, sul quale si è innestata una
polemica con il segretario generale della
Presidenza della Regione, Patrizia
Monterosso, che richiede agli enti la
restituzione delle somme indebitamente
incassate, secondo i rilievi della Corte dei
Conti. Peccato che oltre che lʼex
assessore Mario Centorrino e il dirigente
in pensione Gedo Campo, condannati a
pagare quasi un milione di euro di danni
erariali in due, oltre lʼex assessore
messinese Santi Formica, noto alle
cronache politiche "perché lavorava 365
giorni lʼanno" e condannato a risarcire ora
386mila euro, oltre lʼex assessore
Carmelo Incardona, condannato a
pagare ben 830mila euro e lʼaltro
assessore Luigi Gentile “44mila euro, tra
gli indagati figura anche la stessa Patrizia
Monterrosso, chiamata a risarcire 270mila
euro. Lʼudienza dai giudici per discutere la
causa è fissata al 18 dicembre.
Patrizia Monterosso
L’INTERVENTO di Giovanni Frazzica
La strana minoranza
GOVERNARE IL PAESE col terzo debito più
grosso del pianeta non è una responsabilità di
poco conto, ma il mondo politico italiano si è talmente
abituato che non rinuncia a fare le sue lotte per il potere
senza esclusione di colpi. Spesso, nel pittoresco
linguaggio comiziale, i tentativi di conquistare Palazzo
Chigi vengono definiti assalti alla diligenza, una immagine
mutuata dalla classica cinematografia americana che
raccontava le quasi eroiche gesta di banditi a cavallo che
assaltavano carrozze cariche dʼoro. Generalmente i banditi
agivano a colpo sicuro, perché cʼera sempre una talpa che
li informava dellʼesistenza del prezioso carico. Gli assalitori
dei palazzi del potere non hanno bisogno di talpe per
sapere che non solo non troveranno lingotti dʼoro sulle
scrivanie, ma se dovessero raggiungere i loro obiettivi, il
giorno dopo, dovrebbero sottoscrivere, in quanto figure
istituzionali, decine e decine di documenti ufficiali
attestanti altrettante assunzioni di responsabilità nei
confronti di una situazione economica ancora a rischio.
Malgrado la ridondante definizione di Governo delle
Larghe Intese, i margini di difesa e di manovra di Letta &
Soci sono minimi, perché il Pdl, nella stragrande
maggioranza, lega il suo sostegno alla vicenda giudiziaria
di Berlusconi, nel Pd invece i muscoli di Renzi, che si
gonfiano con lʼavvicinarsi delle primarie dellʼ8 dicembre,
costituiscono una minaccia permanente. In questo clima
paludoso basta un nulla per rompere il giocattolo e di
elementi esplosivi ce ne diversi: dalla legge elettorale, che
non è competenza del Governo, ma che incombe e da il
senso della incapacità della politica, parimenti al
finanziamento pubblico dei partiti, per passare al caso
Alitalia, tamponata ma non risolta. Se il ricorso della British
Airwais dovesse venire accolto potrebbe imporsi la
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necessità di dover fare emergere lʼeventuale marcio che
cʼè nellʼex compagnia di bandiera per cercare di
recuperare delle risorse disperse. Lʼimpegno principale di
questo esecutivo resta sempre quello della Legge di
stabilità che, in una situazione meno stressata, potrebbe
farla pensando di più allʼinteresse vero dei cittadini
piuttosto che guardando agli strali o ai pugnali degli
oppositori. Il caso Ligresti-Cancellieri esplode nel momento
in cui lʼanomalo andamento del congresso del Pd non solo
non può dare il giusto contributo per superare la debolezza
del momento, ma può, paradossalmente, aggiungere
elementi di fragilità. Infatti, mentre alcuni esponenti del
partito di Epifani chiudono più di un occhio rispetto alle
anomalie su tesseramento e procedure, da Aosta a
Catania, altri, o essi stessi, diventano inflessibili nei
confronti dellʼoperato del Ministro di Grazia e Giustizia. Se
si dovesse andare al voto di fiducia sulla Cancellieri che
maggioranza e che minoranza si formerebbe?
Politica
8 NOVEMBRE 2013
BROLO. Ecco i retroscena sul mutuo concesso per un palasport mai realizzato. Finito in procura
Mi hanno fatto la fattura!
Tiziana Vinci, revisore unico del Comune, svela passo passo come l’ente avrebbe incassato
un milione 200 mila euro dalla Cassa depositi e prestiti con documentazione “fantasma”
DI GIANFRANCO CUSUMANO
BROLO. Si infittisce sempre di più la
vicenda del mutuo contratto dal comune di
Brolo con la Cassa depositi e prestiti per
realizzare il palazzetto dello sport. Non
solo dellʼopera pubblica non vi è traccia,
ma alla Cassa depositi e prestiti vi sarebbe
una fattura rilasciate da una ditta
costruttrice, la Cmc, relativa allo stato di
avanzamento dei lavori che non solo non
sono mai partiti, ma neanche appaltati. Di
certo lʼente ha incassato buona parte del
mutuo concesso oltre un milione di euro di
fronte a un milione e 700 mila euro
complessivo. Il tutto si deduce dalla
relazione del revisore unico del comune di
Brolo, Tiziana Vinci, datata 4 novembre
2013. La Cmc (evidentemente allʼoscuro
della vicenda) ha vinto nel comune
lʼappalto per realizzare una scuola
elementare, e nulla ha a che fare con la
struttura sportiva. La dettagliata relazione
dellʼorgano di revisione doveva essere
letta in aula nel corso della seduta
straordinaria convocata lunedì scorso su
richiesta della minoranza capeggiata da
Irene Ricciardello. Tutti attendevano la
replica del sindaco Salvo Messina che non
aveva rilasciato dichiarazioni in merito alla
vicenda, rinviando la spiegazione alla
seduta. Solo lui poteva sciogliere il nodo
sulla reale esistenza di questa fattura, se
si trattava di notizie false, parziali, inesatte.
Una montatura, insomma. Alla fine
Messina ha fatto un passo indietro «per
non interferire con lʼindagine della
magistratura», come ha dichiarato anche a
Centonove. Lʼopposizione, quella sera, ha
occupato lʼaula consiliare per protesta.
Eppure i chiarimenti del sindaco
sarebbero stati determinanti per sciogliere
tanti dubbi. Specialmente di fronte ala
ricostruzione fatta dal revisore Vinci. La
commercialista nella relazione denuncia
Salvo Messina
«la mancata fedele rispondenza delle
scritture contabili effettuate dal tesoriere
del comune di Brolo, Unicredit Bank spa,
Agenzia di Brolo con le scritture contabili
dellʼente». Ad essere bacchettati anche i
funzionari comunali. Secondo Vinci «le
attestazioni effettuate dai responsabili dei
vari servizi, circa la consistenza dei residui
passivi dellʼente, non risultano, a seguito
dei controlli e delle verifiche effettuate dal
revisore, veritiere ed attendibili con la
conseguenza alterazione del risultato
dʼesercizio». Le difficoltà per verificare la
reale consistenza delle casse comunali
per il revisore sarebbero state enormi.
Dallʼinizio del 2013 non ha più accesso
diretto ai documenti del Tesoriere. «Il
tesoriere - si legge nella relazione - motiva
tale grave inadempienza sostenendo di
non sapere se la scrivente sia il Revisore
unico in carica poichè lʼEnte non ha avuto
cura di fornire tale comunicazione». Vinci,
così, notifica a maggio la deliberazione
consiliare di nomina ma i documenti gli
vengono consegnati solo con il “filtro”
dellʼUfficio Servizi finanziari del comune di
Brolo. Poi la professionista brolese si
dedica al giallo del mutuo e della fattura
“fantasma”. Il 18 settembre il revisore unico
riceve una busta anonima con un
documento relativo allʼaccreditamento di
246.067,45 euro, relativo al pagamento
della fattura n.7 del 30 settembre 2012
della ditta Cmc, a valere sul mutuo
posizione 455388500 di un milione 700
mila euro di cui già erogato per un milione
199.899,66 euro. Il revisore, a quel punto,
controlla il Giornale di cassa dellʼente per
trovare tra le entrate la somma specificata
nel documento anonimo, ma non cʼè. Il
revisore, a quel punto, secondo quanto
racconta nella relazione, chiede
verbalmente di visionare la fattura n.7 della
Cmc e gli viene risposto dal personale
dellʼUfficio ragioneria del comune di Brolo
che la fattura non risultava agli atti
dellʼente. Tiziana Vinci si trasferisce alla
tesoreria comunale per avere chiarimenti,
centonove
ma il credito non è contabilizzato tra i
contributi dello Stato e non risponde «con
nessuna delle voci riportate nellʼelenco del
Ministero dellʼInterno, sezione Finanza alla
voce trasferimenti statali». A quale punto il
tesoriere - si legge nella relazione - “svela”
dellʼesistenza di sei accrediti per lʼanno
2012, contabilizzati come contributi dello
Stato, ma provenienti dalla Cassa depositi
e Prestiti con causale “Mutuo 455388500.
Di uno di questi è stata fornita anche copia
del provvisorio di incasso generato al
momento dellʼaccredito. A quel punto il
revisore decide di andare a fondo della
vicenda e avvia controlli sul mutuo
corrispondente alla posizione, scoprendo
che era prevista per finanziare una parte
dellʼinvestimento necessario a costruire un
palazzetto dello sport. Lʼimporto
complessivo dellʼopera ammontava a un
milione 700 mila euro che per un milione
200 mila euro doveva essere finanziato
dellʼassessorato regionale e per 500 mila
euro con mutuo a carico dellʼente. Il 7
maggio 2013, però, la giunta comunale
aveva revocato lʼapprovazione definitiva
del progetto. Il revisore ha scritto alla
Cassa depositi e prestiti ma attende
ancora una risposta ufficiale. A non
rispondere nemmeno la tesoreria a cui
erano stati chiesti tutti i provvisori di
entrata di tutti gli accrediti effettuati dalla
Cassa depositi e prestiti sul mutuo in
questione. A bloccarlo una lettera
dellʼufficio finanziario con la quale di fatto scrive Tiziana Vinci - si vieta di
consegnare in modo diretto qualsivoglia
documento al Revisore». Il revisore ha
scritto anche al responsabile dellʼufficio
tecnico del comune di Brolo, lʼingegnere
Basilio Ridolfo (attuale sindaco di Ficarra e
segretario provinciale del Pd, ndr) , il quale
«ha informato la scrivente di non essere a
conoscenza di alcun tipo di accredito
proveniente dalla Cassa depositi e prestiti
in ordine al mutuo in questione. Ha
sottolineato, inoltre, che «dal proprio ufficio
non è mai partita alcuna relazione su stato
di avanzamento lavori o altro documento
tecnico amministrativo indispensabile per
gli accreditamenti di somme in ordine ai
mutui.
La ditta Cmc ha eseguito i lavori di
costruzione della scuola di Piana, lavoro
pubblico diverso da quello interessato dal
mutuo del palazzetto». Il 17 ottobre arriva
pure la smentita del responsabile del
Servizio Finanziario che conferma che la
fattura n.7 della Cmc non risulta agli atti. Il
giallo, dunque continua.
SANT’AGATA MILITELLO
Grandi manovre all’Udc
Parte la campagna acquisti in aula.
A cominciare da Achille Befumo
SANTʼAGATA MILITELLO. Fa traballare sempre di più i
rapporti di forza tra maggioranza e minoranza consiliare la
decisione del Tar di Catania di rigettare il ricorso presentato
da Rita Fachile, prima dei candidati non eletti nelle liste di
riferimento al sindaco Carmelo Sottile. Il primo cittadino con
un esito favorevole del ricorso avrebbe visto ribaltare le forze
della sua rappresentanza consiliare, elevata da 9 a 12
consiglieri di cui ben 7 in orbita Pd, mentre lʼopposizione
avrebbe sacrificato 3 consiglieri eletti. Ma è soprattutto la
ventilata decisione di inoltrare il ricorso al giudizio di secondo
grado del Cga di Palermo a mettere in disaccordo i
rappresentanti eletti nelle liste a sostegno del primo
opposizione all'attuale amministrazione, al contempo
cittadino, soprattutto i consiglieri dellʼUdc, Monica
chiarisco che eventuali mie adesioni a partiti politici non
Brancatelli e Calogero Carrabotta. Lʼassessore di
comporteranno alcun cambiamento della mia posizione
riferimento dellʼUdc, Marco Vicari, ha dichiarato di non
all'interno del consiglio comunale». Durante il recente
condividere qualsiasi decisione che venga a modificare il
incontro con il ministro del Governo Letta, Achille Befumo
quadro attuale delle forze elettorali rappresentate in aula.
è rimasto sempre a fianco DʼAlia non lasciando ad altri la
Vicari, conosce bene la posizione recente, presa
postazione conquistata. Befumo si trovava nella
dal consigliere Achille Befumo, eletto nelle liste
posizione di consigliere da “sacrificare” sul tavolo
del candidato a sindaco Benedetto Caiola, che
del Tar di Catania, e ora del Cga. In sintonia con
pur rimanendo nel gruppo dellʼopposizione si
lʼassessore Vicari ed i due rappresentanti
ritrova vicino alla rappresentanza politica
dellʼUdc si troverebbero anche i consiglieri “affini”
dellʼUdc, ed in particolare al ministro della
al sindaco Sottile, Massimiliano Sberna ed Enzo
Pubblica Amministrazione Giampiero DʼAlia.
Armeli. La scelta di proseguire lʼiter del ricorso
Befumo precisa: «coerentemente al ruolo
fino al Cga sembra condivisa dai consiglieri
assegnatomi dai cittadini continuerò a far parte
Marco Donato, Lina Caruso e soprattutto
del mio gruppo politico di maggioranza
dallʼavvocato Nicola Marchese, che ha
consiliare nonché continuerò a sostenere il
mantenuto un ruolo tuttʼaltro che marginale nello
progetto politico di tale maggioranza in ferma Marco Vicari
scenario della richiesta presentata al Tar.
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Politica
8 NOVEMBRE 2013
PARTITA COL MORTO. Il cimitero monumentale di Messina
MESSINA. La Procura apre un fascicolo sull’appalto di polizia mortuaria. Ecco i retroscena
Cimitero, c’è chi...bara
La gara contestata dagli “sconfitti” e dall’Urega finisce sul tavolo dei magistrati. Insieme
ad una girandola di provvedimenti adottati, poi revocati, poi nuovamente riconfermati. E non solo
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Un piano pronto dal 2003 in
attesa di appalto, una girandola di
sostituzioni dirigenziali, delibere emanate,
poi ritirate, poi riproposte, un commissario
straordinario ed un sindaco che in due
giorni fanno e disfanno nomine, una gara
contestata dopo una proroga altrettanto
contestata, lʼUrega che dice la sua, due
dirigenti “contro”. E infine la Procura che
vuole vederci chiaro, acquisisce
documenti e dalle stanze del Comune di
Messina arriva ai cimiteri. E a quel
contestatissimo appalto di polizia
mortuaria che ha animato lʼestate di
palazzo Zanca.
CHI...BARA AL CIMITERO. Per anni,
quello di dirigenti ai Cimiteri è stato un
incarico per nulla ambìto, quasi punitivo.
Nel 2003 ci finisce Domenico Manna, che
il suo tempo “in purgatorio” lo sfrutta
redigendo, insieme al geometra del
Comune Letterio Morgana, il piano di
polizia mortuaria per mettere ordine in un
settore in cui, lontano dalle luci dei riflettori,
proliferava di tutto. Progetto accantonato
subito, e ritirato fuori nel 2007, quando
dalla gara dʼappalto per il servizio
quinquennale esce vincitrice la Servizi
Cimiteriali Scarl, società alla quale
lʼappalto è prorogato per un anno alla
scadenza del primo settembre del 2012.
Come mai? Le procedure di gara fissate
tramite determina dirigenziale dellʼallora
dirigente ai Cimiteri Maria Canale, il 31
luglio del 2012 vengono fermate per
mancata copertura finanziaria. Trascorre
lʼanno di proroga, e la Servizi Cimiteriali
perde pezzi: lʼassociata Barreca
Francesco manifesta, a maggio del 2013,
la propria indisponibilità a “ulteriori
proroghe o rinnovo” dellʼappalto. Che va
finalmente a gara. Anzi no. Perchè prima
accade lʼincredibile.
DIRIGI IO, NO TU NO. A scatenare la
catena di eventi che ha spinto la Procura
ad aprire un fascicolo è, il 10 giugno 2013,
la decisione del commissario straordinario
del Comune, Luigi Croce, di sollevare
Maria Canale ed il suo staff (Francesco
Giacoppo, Gaetano Scaldino e Maria
Gemelli) dal suo incarico, ed a riaffidare le
procedure di gara a Manna, tornato a
dirigere il settore. Manna si mette allʼopera,
di nuovo insieme a Morgana, e approva il
finanziamento per la gara in un milione e
700mila euro. Da quel punto in poi, tutto va
a catafascio: Croce, ventiquattrʼore dopo,
revoca “in autotutela” la determina che
aveva scalzato la Canale in favore di
Manna, e rimette in sella lʼarchitetto, che
torna responsabile del procedimento al
posto di Manna. Non solo: il ripensamento
sulla nomina porta Croce, nel suo ultimo
atto da commissario prima
dellʼinsediamento della nuova giunta, ad
centonove
annullare lʼapprovazione del progetto di
Morgana ed il finanziamento di Manna. E
la gara si blocca. Eʼ il 20 giugno. Tutto
finito? Nemmeno per sogno.
ARRIVA RENATO. E LA PROCURA. A
palazzo Zanca arriva Renato Accorinti,
che convoca Manna, ascolta le sue
doglianze, si rende conto che il grido
dʼallarme del dirigente deposto è
meritevole dʼattenzione (la garanzia del
servizio di sepoltura, in pratica), e come
primo atto da sindaco revoca le tre
delibere di Croce che già avevano
revocato precedenti decisioni dello stesso
commissario: al termine della girandola da
mal di testa, Domenico Manna torna di
nuovo Rup, sostituisce nuovamente Maria
Canale al dipartimenti Cimiteri e riprende
lʼiter della gara da 1,7 milioni di euro. La
Canale non ci sta, e in un esposto
denuncia anomalie. La Procura interviene
per la prima volta, ed acquisisce la
determina di approvazione e
finanziamento del progetto, firmata da
Manna e datata 12 giugno: quindi
precedente al “casino” scoppiato a partire
dal giorno successivo. Manna, dal suo
canto, si cautela e, in sette pagine
sottoposte al segretario generale Santi
Alligo ed al sindaco Accorinti, spiega la
sua versione dei fatti, ripercorrendo le
vicende dal 2003. La Procura bussa
nuovamente a palazzo Zanca, e ad inizio
agosto acquisisce entrambi i memoriali per
aprire un fascicolo sulla vicenda. Nel
frattempo, fra cento polemiche, le gare
vanno avanti. E il 28 agosto vengono
aggiudicate: quella per i servizi cimiteriali
va al raggruppamento Elettricagover e
Lutiviem. E scoppia un altro casino.
NOI NON CI STIAMO. A ricorrere al Tar è
la seconda classificata, quella Servizi
Cimiteriali nel frattempo diventata srl, che
si vede soffiare lʼappalto che ha gestito per
i cinque anni di contratto più la proroga di
un anno. Per quale motivo? Intanto per il
ribasso. Il raggruppamento vincitore della
gara ha offerto un ribasso del 10,5%
contro lʼ1,60 della Servizi Cimiteriali e
lʼ1,20 della terza classificata (PettinatoGalletta-Mondello). “Questʼimporto - scrive
Paola Carteri, legale rappresentante della
Servizi Cimiteriali - non è sufficiente
nemmeno a coprire il solo costo ordinario
della manodopera richiesta e sino ad oggi
utilizzata in virtù del contratto imposto dallo
stesso Comune. Tale importo si
riuscirebbe a conseguire solo con il
ricorso alla normativa fiscale sulle nuove
assunzioni, rendendo impossibile
mantenere gli stessi dipendenti”.
Dipendenti che, alla notizia, a fine agosto
hanno fatto chiassosamente irruzione a
TRIBUTI
La rivolta della Tares
salata della prima, che doveva coprire il 66% dei trentaquattro milioni di costo del servizio negli anni scorsi, mentre alla Tares toccherà lʼingrato compito di garantire il 100% del servizio. Che oggi,
con tutti i balzelli, costa al comune di Messina 45 milioni di euro.
Ad essere terrorizzati sono i commercianti, che, secondo stime di
Confcommercio, potrebbero vedere raddoppiata la cifra da lasciare alle casse del Comune quale tassa di smaltimento rifiuti.
Motivo per il quale Daniele Zuccarello per una settimana intera è andato in pressing sullʼassessore al Bilancio Guido Signorino perchè nel regolamento da
approvare sia direttamente inserito (e non lasciato alla discrezione della futura delibera sulla tariffazione)
uno sconto per chi differenzia i rifiuti. Il problema è che
regolamento Tarsu, tariffazione e previsioni dʼincasso
vanno necessariamente inserite nel bilancio di previsione del 2013. Quello che Signorino sta tentando disperatamente di far quadrare, tirato dalla giacchetta
da tutte le parti. (A.C.)
Daniele Zuccarello
Regolamento in consiglio, ma i commercianti
terrorizzati dagli aumenti. E l’amministrazione...
MESSINA. Settanta percento il consumo domestico,
trenta percento quello commerciale. La prossima tassa sui rifiuti grossomodo si pagherà così.Tutto il resto,
dalle cifre agli sgravi, dalla ripartizione a come trovare coperture per i quarantacinque milioni di euro del
costo annuale per i servizi di igiene cittadina, è un mistero. Inestricabile. In consiglio comunale, per una settimana intera, va al voto la delibera che istituisce il regolamento sulla Tares, la nuova imposta sui rifiuti che
sostituisce la Tarsu. Solo questione di sigle? Nientʼaffatto, perchè la tassa di cui si discute sarà molto più
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centonove
Politica
8 NOVEMBRE 2013
SOTTO LA LENTE. Arriva lo studio su Renato Accorinti
Il fenomeno
Il nuovo sindaco e la democrazia partecipata in un report.
Redatto da ricercatori che ne hanno sostenuto la candidatura
Maria Canale
Domenico Manna
palazzo Zanca. Ma in dieci pagine di
esposto, la Servizi cimiteriali solleva
interrogativi sulla condotta di Manna e
Morgana, arrivando pesantemente ad
affermare che “non hanno affatto bandito
una gara per lʼaffidamento del servizio nel
rispetto delle norme, ma hanno proceduto
ad una illecita e contraddittoria procedura
di gara e ad una consegna dei lavori fuori
dalle regole del codice degli appalti”. E giù
di contestazioni. Contestazioni che però
non sono arrivate solo dallʼimpresa uscita
sconfitta dalla gara.
LʼUREGA HA DA RIDIRE. Contro la gara
dʼappalto, infatti, non sono solo gli
“sconfitti” ad avere qualcosa da
recriminare. Ad alzare la manina
segnalando qualcosa che non va ci pensa
anche lʼUrega, lʼufficio regionale delle gare
dʼappalto che ha competenza sui bandi
che superino lʼimporto di un milione e
250mila euro. A metà luglio, lʼufficio di via
Geraci segnala la propria competenza alla
gestione della gara, dal momento che la
base dʼasta per lʼappalto del servizio di
polizia mortuaria ammontava a un milione
e 369mila euro. Dal Comune fanno sapere
che lʼappalto era da classificare come
“servizio”, e che la competenza dellʼUrega
sarebbe scattata solo in caso in cui fosse
classificato come “lavoro” e così, in punta
di diritto, si procede. Passa un mese, e
lʼUrega torna a farsi sentire. “Le
determinazioni assunte ormai non
possono più essere sospese”, scrive però
Manna il 26 agosto, due giorni prima
dellʼaggiudicazione, motivando la
decisione con i sessanta giorni che il
dirigente sostiene sarebbero trascorsi se
tutto fosse passato sotto lʼegida
dellʼUrega. E ciò comporterebbe “una
sicura interruzione di pubblico servizio con
conseguenti gravissimi inconvenienti di
carattere igienico-sanitario e
problematiche non gestibili di ordine
pubblico e sociale. Pertanto si conferma -
conclude Manna - che le operazioni di
gara in corso continueranno regolarmente
ad essere espletate”. DallʼUrega
rispondono il 6 settembre, a gara
ampiamente espletata. “Si prende atto”,
scrivono i dirigenti Clemente DʼAveni e
Marco Messina, ribadendo però che la
gara dʼappalto avrebbe dovuto essere
espletata dallʼUrega, riservandosi il
“veleno in coda”: “Riguardo lʼinvocata
tempistica - rimproverano i due dirigenti la gara sarebbe stata aggiudicata
provvisoriamente entro la prima decade di
settembre se solo il comune di Messina
avesse risposto positivamente allʼinvito di
trasmissione del bando e del disciplinare
richiesto il 24 luglio”. E la croce la rigettano
sulle spalle di Domenico Manna. Che si
difende.
LA DIFESA DI MANNA. Il dirigente non si
sottrae alle forche caudine della quinta
commissione consiliare, e chiamato in
causa da qualche consigliere decide di
controbattere alle accuse siegando la sua
versione. E attaccando. “Quando mi sono
insediato mi sono impegnato ad evitare
ulteriori proroghe, ma il bando che era
stato preparato presentava una serie di
lacune, a cominciare dallʼassenza del
piano di sicurezza”. E la premura di
imbastire ed aggiudicare la gara, Manna la
spiega con “lʼimpossibilità di prorogare
ulteriormente il precedente appalto e il
pericolo di una denuncia per interruzione
di pubblico servizio”. E poi rivela il suo
sentirsi “accerchiato”, anche per il fatto che
il commissario Croce aveva ritenuto di
bloccare tutti i suoi atti da Rup. Poi,
conquistata la fiducia della nuova giunta,
Manna ha “tirato diritto” con la gara. Motivi
che hanno convinto qualche consigliere,
che in commissione ha spiegato che “Il
dirigente ha dimostrato di saper operare
con celerità, in una città abituata alle
lentezze burocratiche”. Ma la parola fine è
ancora lontana.
IL COMMENTO
La pace non è solo una bandiera
MESSINA. Il vicesindaco Guido Signorino che ammette “ce la possiamo fare, ma
garanzie proprio non ne posso dare”, riferendosi alla possibilità di evitare il default
del Comune. Renato Accorinti sempre più teso e sensibile alle critiche, fino ad accusare un malore mercoledi 6 mattina. Poco dopo il giro di boa dei cento giorni, allʼamministrazione guidata dal professore pacifista è arrivato tra capo e collo il risultato di anni di condotte dissennate, sottovalutazioni di avvertimenti e pericoli,
approssimazioni burocratiche, menefreghismi politici e incapacità a trecentosessanta gradi di amministrare decentemente. Tutti problemi ai quali oggi, senza che
ne abbiano nessuna colpa, sono chiamati a far fronte Accorinti ed i suoi. Lʼultimo
episodio, la bandiera della pace esposta alla commemorazione dei caduti, il nervoso abbandono del generale dei Carabinieri Ugo Zottin e le polemiche (ma anche
i complimenti) che hanno investito Accorinti non hanno fatto altro che esasperare
il clima. Per riuscire nella missione impossibile di tentare di salvare Messina servirebbe un poʼ di pace. Invece ci si accapiglia su una bandiera. Della pace. (A.C.)
TUTTO OK. Il sindaco di Messina Renato Accorinti
MESSINA. Renato
Accorinti?
Stravincerebbe, cento
giorni dopo la sua
clamorosa elezione.
Anche se “i cerchi più
vicini ad Accorinti
cominciano ad
evidenziare alcune
criticità”, “il perimetro
fuori dal centro manifesta
una grande fiducia e
sembra essere
consapevole delle
difficoltà presenti”. Sono
le ultimissime righe delle
trentotto pagine di
indagine condotta
dallʼOsservatorio sulla
democrazia partecipata”,
un gruppo di studio
guidato da Tonino
Perna, docente della
facoltà di Scienze
politiche dellʼUniversità di
Messina (vera “fucina” di
assessori per la giunta
Accorinti, dato che Guido
Signorino e Patrizia
Panarello insegnano
nella stessa facoltà) e
coordinato dai ricercatori
Milena Meo e Pierluca
Marzo. Lo studio sul
fenomeno Accorinti era
stato annunciato a luglio,
subito dopo lʼelezione
che ha portato il
professore pacifista a
vestire la fascia tricolore.
A che conclusioni è
arrivato? A Nessuna.
Perchè lo studio, ci tiene
a sottolineare Perna, è in
itinere. Che parte da una
domanda. “Come è stato
possibile che Messina,
lʼultima città dʼItalia
secondo le classifiche di
vivibilità date dalla
stampa, sia diventata un
laboratorio sulla
pagina 11
partecipazione politica al
punto da scomodare
lʼattenzione nazionale ed
internazionale?”, si
domandano i ricercatori.
E si rispondono tirando in
ballo, per prima cosa,
lʼimmaginario che
Accorinti ha incarnato per
Messina. “Accorinti ha
incarnato quel connubio
imprescindibile tra
politica ed immaginario
riuscendo, in tal modo, a
costruire quella
suggestione collettiva
che ha fatto da cassa di
risonanza al desiderio di
cambiamento già
presente,allo stato
latente, in realtà
eterogenee della città”, si
legge nel report. A quale
immaginario fa
riferimento Accorinti?
Quello nonviolento di
Ghandi e Martin Luther
King, ma anche la politica
antagonista e anarchica,
quello delle tradizioni
spiritualistiche orientali
ma anche lʼimmaginario
evangelico, spiegano i
ricercatori. Da Buddha a
san Francesco, in
pratica, dal Dalai Lama
alla Vara. Nel fenomeno
Accorinti, però, non cʼè
solo Renato: “gli attivisti
riescono, da gennaio fino
a maggio, a organizzare
una serie di tavoli tecnici
tematici da cui nasce e
prende forma in maniera
condivisa lʼintero
programma di governo”,
spiega la sezione
dedicata alla
partecipazione. Dal punto
di vista prettamente
elettorale, i ricercatori
riconoscono che
“Lʼopinione diffusa era
che Accorinti poteva
avere un buon risultato
solo “al centro”; nei
quartieri, “il vero luogo
dove si vince davvero la
partita”, il voto dʼopinione
non poteva incidere su
logiche e meccanismi
consolidati. Lʼelezione
del 26\6\2013 ha
dimostrato che non era
vero”. E sul campione di
popolazione intervistata,
“quasi tutti vedono in
Accorinti “una persona
onesta”, “uno del popolo”,
“una persona umile”,
“uno pulito”. Quasi tutti
interpretano Accorinti
come una grande voglia
di cambiamento e la sua
storia personale, ha
polarizzato tutte le
risposte. Tutto bene,
quindi? No. Lʼazione
amministrativa non è
stata incisiva e qualcuno
la ritiene non allʼaltezza
delle aspettative, tanto
che, si ammette,
“Nessuno parla della
giunta, o del movimento
Cambiamo Messina dal
basso. La figura di
Accorinti polarizza lʼintero
discorso politico”.
Come nota a margine,
Fabio Mostaccio e
Pierpaolo Zampieri, due
dei coordinatori dei
gruppi di studio, sono
stati, insieme a Tonino
Perna, tra i firmatari del
“manifesto” di studiosi,
artisti e professionisti che
hanno supportato la
candidatura di Renato
Accorinti nella trionfale
cavalcata verso palazzo
Zanca.
(A.C.)
Politica
8 NOVEMBRE 2013
centonove
TAORMINA. L’ex sindaco autonomista si iscrive al Partito democratico. E scoppia la polemica
Passalacqua, il rosso
A fare il gran salto anche l’ex assessore Antonella garipoli e Marcello Muscolino.
«Matteo Renzi e Graziano Del Rio sono miei amici», spiega il medico. Ma c’è chi protesta
DI
ENRICO SCANDURRA
TAORMINA. A volte ritornano…, ma sotto
altre vesti. Dopo mesi di stand-by, Mauro
Passalacqua, Antonella Garipoli e
Marcello Muscolino tornano alla ribalta e lo
fanno con una mossa un poʼ a sorpresa.
Lʼex sindaco di Taormina e i suoi
fedelissimi ex assessori hanno fatto la loro
scelta. Quella di iscriversi al circolo del
Partito Democratico della città del
Centauro è stata unʼoperazione
squisitamente politica. Una scelta che ha
fatto e farà discutere per molto tempo,
soprattutto allʼinterno di una formazione
politica in cui le anime sono davvero poco
assortite. Anime che si sono divise anche
quando è arrivato il momento di rieleggere
il nuovo direttivo e i delegati provinciali.
Tutti in linea, invece, al momento della
scelta del nuovo segretario del circolo
taorminese. Risponde al nome di Christian
Coslovi il coordinatore della coalizione di
centrosinistra, che ha così visto lʼingresso
di nuovi soggetti politici al suo interno. Uno
fra tutti, appunto, Passalacqua che, in
nome della personale amicizia che lo lega
al candidato nazionale alla guida del
partito, Matteo Renzi, ha sposato la sua
causa assieme agli eterni compagni di
viaggio. «Lʼidea di costruire un Partito
Democratico aperto che abbia al suo
interno delle fazioni, non per forza
ancorate al passato, mi ha incuriosito
molto – ha dichiarato lʼex primo cittadino - .
E poi la mia amicizia con Matteo Renzi e
con il ministro Graziano Del Rio, anche lui
renziano, mi ha spinto a fare questo
importantissimo e vitale passo in avanti.
Sono stati loro i veri fautori del mio
ingresso nel Pd». Un Pd che, dunque, si
prepara a cambiare volto in breve tempo,
tra il disappunto delle vecchie guardie, la
voglia di cambiamento dei molti iscritti e
soprattutto di un delegato provinciale, la
cui elezione ha fatto discutere
particolarmente. Si tratta di Giuseppe Lo
Turco (anche lui in area renziana), 27 anni
Antonella Garipoli
Mauro Passalacqua
e già con un bagaglio politico di rilievo alle
spalle. Iscritto prima nellʼMpa e
successivamente nel Centro Democratico
di Bruno Tabacci, Lo Turco è uno dei più
giovani iscritti del circolo. «Mi tuffo in
questa nuova avventura che sicuramente
mi darà grosse soddisfazioni – ha detto - .
Il mio candidato? Sicuramente Matteo
Renzi. È giovane capace e sta tentando in
tutti i modi di convogliare quanti più
soggetti politici possibili per creare un
grande partito. Sta a noi crederci fino in
fondo». Assieme a lui, come delegati
provinciali, sono stati eletti anche Lisa
Bachis (anche lei pro Renzi) ed Alberto
Ponturo, sostenitore invece di Filippo
Civati. Lʼaltro volto nuovo ( ma non troppo)
del Pd taorminese risponde al nome di
Antonella Garipoli, ex assessore alla
Cultura e ai Servizi Sociali della Giunta di
Passalacqua. Iscritta già in tempi non
sospetti, dopo lʼavventura politica a
Palazzo dei Giurati, è entrata già a far parte
del direttivo. Una new-entry, dopo anni di
assenza tra le fila dei democratici, trascorsi
soprattutto tra gli impegni da assessore e
una vita distante dalla politica dei partiti. A
spingerla in questa nuova avventura, lo
stesso ex sindaco e, soprattutto, Marcello
Muscolino. Lʼex membro della Giunta della
passata amministrazione, giunta al
capolinea proprio circa cinque mesi fa, ha
raccolto anche lui il monito dellʼattuale
sindaco di Firenze verso un partito più che
mai aperto. «Sono stato sempre vicino al
centrosinistra – ha sostenuto Muscolino - .
Renzi rappresenta il nuovo e per questo
abbiamo deciso di aderire al suo progetto».
Contro i nuovi arrivati, accusati di aver
militato in partiti di centrodestra e, quindi,
incompatibili con le cariche appena
ottenute, ecco lʼattacco di alcuni membri
del circolo che hanno manifestato
perplessità anche sul loro gruppo
Facebook. La riunione per lʼelezione dei
nuovi vertici è stata apostrofata come
“Bazar-Assemblea” da qualcuno. Altri,
invece, hanno esposto i propri malumori
per la scelta dei nuovi rappresentanti,
disertando la prima riunione. Ma a calmare
le acque e a mettere le cose apposto ecco
Francesca Gullotta, ex candidata a sindaco
alle passate amministrative. «Non
potevamo precludere ad alcuni esponenti
di entrare nel partito – ha precisato la
Gullotta - . Questʼultimo è libero e chiunque
può iscriversi, rispettando però le regole
dello Statuto». Dello stesso avviso anche
Coslovi, che si è già messo a lavoro per
costruire un progetto e per supportare
lʼattuale amministrazione, considerato che
allʼinterno della minoranza consiliare vi
sono due membri del nuovo direttivo. Si
tratta di Piero Benigni e Graziella Longo.
Dunque un circolo che presenta con
Passalacqua and company delle novità di
rilievo, con nuove e giovani leve e alcuni
nostalgici che sognano ancora di cantare
“O Bella Ciao”…
PATTI
E Crisà preferisce Laccoto
L’esperto di Mario Aquino lascia il Pdl
e segue l’onorevole. Maggioranza in crisi
PATTI. Il sindaco Mauro Aquino continua a perdere pezzi. Dopo lʼabbandono del consigliere Achille Fortunato, il
quale aveva lasciato la maggioranza perché deluso dallʼattività amministrativa, ora si registra anche un passaggio ad un altro partito di Tanino Crisà, che alle ultime amministrative aveva raccolto un gran numero di preferenze
con il Pdl a sostegno di Aquino.
Crisà non era stato eletto solo perché la sua lista non aveva ottenuto il seggio necessario, ma lʼimpegno era stato
poi “ricompensato” con la nomina di esperto. Questa è solo lʼultimo segnale del calo di gradimento che sembra ave-
re indebolito Aquino perché in passato si erano registrate to da essersi pure candidato, nel 2008, alle elezioni progià insoddisfazioni manifestate dal consigliere Nico Giut- vinciali in quota Corona per il “Popolo delle Libertà- Bertari, il quale aveva chiesto un rimpasto in giunta ponendo lusconi Presidente”. Il sindaco Aquino aveva inserito Criquestʼatto come condizione per restare nel gruppo che so- sà, insieme ad altre persone di fiducia, in uno staff di colsteneva il sindaco, mentre di recente si è registrata la pre- laboratori nominandolo esperto in materia sanitaria e presa di posizione del consigliere Alessio Papa che non ave- sidente dellʼopera Pia “Sciacca Baratta”. Ma il tempo pasva nascosto la sua delusione in un comunicato
sa e le situazioni cambiano. «Sono libero e inin cui ha richiamato lʼattenzione del primo cittadipendente – dichiara Crisà – Tengo a precidino sostenendo che «Patti soffre di una totale
sare che non sono un politico di professione
mancanza di progettualità di scala e da ciò emerma faccio il medico, anche se la politica mi afge lʼimpossibilità di delineare quale sarà la città
fascina perché vorrei essere utile alla comudel domani e quali saranno gli assetti econominità. Mi sono convinto di questa scelta perché
ci che ne derivano». Ora il sindaco viene abnel quadro politico attuale, Renzi mi sembra il
bandonato da uno dei suoi esperti, il dottore Crinuovo e mi sono tesserato al Partito Demosà, che ha ufficializzato il suo passaggio nel Pd
cratico perché condivido le sue idee». Intanto,
nella corrente dell ʻonorevole Pippo Laccoto. Si
a Patti proseguono le grandi manovre per il testratta di un fatto inaspettato perché Crisà è semseramento del Pd che scade lunedì prossimo.
pre stato un uomo di punta del centrodestra tan- Tanino Crisà
(Pamela Arena)
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Sicilia
centonove
8 NOVEMBRE 2013
PROGRAMMI
Per una città
a misura di bambino
L’ingresso dell’Istituto Juvara a Casa Pia
MESSINA. Il cortile dell’Istituto di Casa Pia destinato ad uffici giudiziari
Scuole, Pala...ingiustizia
Il sindaco “toglie”con una delibera lo spazio che poteva servire ai bimbi delle materne
per far posto alle “scartoffie” di Palazzo Piacentini. Presto l’incontro col dirigente Rosso
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. Ha i contorni di una storia
infinita la vicenda del secondo
PalaGiustizia a Messina. Recentemente
lʼAmministrazione comunale ha messo una
pietra tombale sul vecchio progetto del
“fungo-satellite” che doveva sorgere nel
cortile interno di Palazzo Piacentini dando
parere negativo alla costruzione di una
torre alta oltre 22 metri che avrebbe
ospitato gli uffici attualmente in affitto.
Eppure, sulla questione, lʼattuale
Amministrazione, sta per diventare
protagonista di quello che sembra quasi un
ritorno al passato.
LA RICHIESTA. Al centro della diatriba
come qualche anno fa cʼè di nuovo una
scuola. Stavolta si tratta dellʼistituto
comprensivo “G. Pascoli- F. Crispi”. Alcune
classi sono infatti ospitate nella sede
“distaccata” di piazza Casa Pia e qualche
tempo fa il direttore, Gianfranco Rosso, su
sollecitazione di un gruppo di genitori,
aveva chiesto allʼAmministrazione
comunale di poter utilizzare altri spazi del
plesso “Juvara” e, in particolare, richiedeva
lʼaffidamento di due locali e di un piccolo
cortile (lasciati allʼabbandono da tempo)
soprattutto perché, per le aule concesse
alla “Crispi”, lʼarea esterna rappresenta
lʼunica via di fuga per i piccoli allievi che, tra
lʼaltro, non hanno a disposizione alcuno
spazio allʼaperto dove svolgere attività
motoria. I genitori si sarebbero resi inoltre
disponibili a provvedere direttamente alla
pulizia e alla manutenzione delle aree
richieste.
IL “NO”. Fiducioso che
PRECEDENTI
Quella petizione alla Cannizzaro
SE NON IN MANIERA completamente uguale, la storia, talvolta, si ripete. Sono
passati decenni da quando l'Amministrazione comunale affidò allo studio
Belgioso-Marino il progetto dell'ampliamento del Palazzo di Giustizia. Un progetto
che sfociò nella scelta di costruire il PalaGiustizia Satellite in unʼarea che era
occupata in parte dal plesso scolastico “Galatti-Cannizzaro”. Ai tempi era stata
prevista la demolizione della scuola con lʼobiettivo di realizzare successivamente
un nuovo istituto negli spazi rimanenti. Ma la scelta portata avanti da
quellʼAmministrazione non piacque per nulla anche ai genitori degli studenti della
“Galatti-Cannizzaro” che diedero luogo a unʼaccesa protesta per i disagi che
avrebbero subito gli allievi a causa del temporaneo trasferimento). Lʼiter intrapreso
fu, di fatto, bloccato quando con la variante al Prg approvata nel 2003 il plesso
“Galatti-Cannizzaro” veniva classificato come edificio di particolare pregio con
tanto di vincolo della Soprintendenza. Il vecchio progetto, fortemente spinto sin
dallʼinizio dallʼOrdine degli Avvocati, fu poi ripreso da una decina di consiglieri
comunali qualche anno fa, sostanzialmente senza alcuna possibilità di successo.
lʼAmministrazione comunale accogliesse
favorevolmente la richiesta, anche per
lʼestrema attenzione proclamata a gran
voce in primis dal sindaco Renato
Accorinti verso il mondo dellʼinfanzia, della
scuola e dello sport, il preside si è visto
invece rispondere picche perché con una
delibera di Giunta, lo scorso 27 settembre,
si è provveduto ad assegnare il piano
terra (parzialmente) e il piano cantinato
dellʼex edificio scolastico di piazza Casa
Pia allʼUfficio del Giudice di Pace che ne
aveva fatto richiesta il 17 giugno. Quelle
aree, secondo la delibera, dovranno infatti
accogliere alcuni uffici del tribunale e, in
particolare, dovranno essere destinate a
ospitare una parte degli archivi. A causa
delle condizioni in cui vengono “custoditi” i
vari archivi, tra lʼaltro, molteplici sono state
le rimostranze di dipendenti, avvocati e
rappresentanti sindacali di Palazzo
Piacentini. E più passa il tempo, più il
Comune, in assenza di una decisione
concreta e risolutiva sul secondo
PalaGiustizia, deve correre ai ripari.
MAMME IN PROTESTA. A rimetterci così
potrebbero essere anche i piccoli allievi di
una scuola materna. Ma alcune mamme
non ci stanno e, dopo la comunicazione del
diniego del Comune, si sono rivolte
nuovamente ad direttore Rosso che ha
chiesto un incontro col sindaco. Incontro
che, ad oggi, non si è ancora svolto, anche
se lo stesso preside fa sapere: “Sulla
questione non possiamo far altro che
confidare nelle decisioni del sindaco che,
per passato e storia, certamente dovrebbe
dare attenzione a quanto esposto”. Intanto i
genitori affermano di non volersi affatto
arrendere e hanno già manifestato
lʼintenzione di portare avanti una petizione
se il sindaco non dovesse rivedere la sua
posizione.
pagina 13
MESSINA. Ha puntato molto in campagna elettorale il sindaco Renato Accorinti, sostenendo la necessità di
creare “Una città a misura di bambino”. Certo, la delibera che destina parte dellʼedificio di casa Pia ad uffici giudiziari, cortile compreso, toglie molto
ai bimbi della materna (cinque classi)
che a quel cortile “puntavano” per
svolgere attività motoria e per avere
uno spazio allʼaperto. Paradosso: il 16
settembre, pochi giorni prima che Accorinti firmasse la delibera che sottrae questi spazi alla scuola Crispi per
ospitare le scartoffie di Palazzo Piacentini, nel Salone delle Bandiere di
Palazzo Zanca, lʼamministrazione comunale incontrava educatori, artisti,
creativi e tutti coloro disponibili a dare un contributo progettuale per la
creazione di “Luoghi per crescere”.
L'obiettivo - dicevano gli assessori alla pubblica istruzione, Patrizia Panarello, all'urbanistica, Sergio De Cola,
all'ambiente, Daniele Ialacqua, alle
politiche di integrazione, Sergio Todesco, e alle politiche sociali, Antonino Mantineo - era coinvolgere i sog-
Patrizia Panebianco e Sergio De Cola
getti interessati in un Laboratorio Urbano per la realizzazione di spazi pubblici destinati ai bambini, convinti che
“i primi anni di vita sono cruciali perché il bambino possa mettere in gioco tutte quelle potenzialità che educazione, istruzione e cultura trasformeranno in abilità cognitivo/emotive
e sociali che li renderanno uomini e
donne sani, maturi e consapevoli”. Altre frasi “celebri” in quellʼoccasione:
“Investire nellʼinfanzia è coltivare la
vita”. Il rischio ora è che quelle frasi
diventino solo slogan. Così come
quelle scritte nel programma elettorale. Che di seguito ricordiamo:
G Sostegno alle donne sole e alle lavoratrici attivando gruppi di auto aiuto
opportunamente formati, asili-nido e
luoghi di gioco, lettura ed animazione
per bambini (progetti Nati per Leggere
e Nati per la Musica allʼinterno della
“Città a misura di bambino”), anche
tramite convenzioni con organizzazioni di volontariato, associazioni di famiglie, cooperative sociali giovanili;
G Supporto allʼattività motoria di base, in particolare nelle scuole elementari (promuovendo convenzioni o
accordi con lʼUniversità, il Coni, le società sportive, ecc.).
Sicilia
8 NOVEMBRE 2013
centonove
UNIVERSITA’ DI MESSINA. La decisione della Commissione europea
Veterinaria bye bye
L’Eaeve non approva l’accreditamento del corso di laurea. Storia di una facoltà già
nell’occhio del ciclone per i concorsi truccati. Che ancora oggi, “premia” i condannati
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. Dopo
parentopoli e i concorsi
truccati, con docenti mai
effettivamente allontanati
dal proprio ruolo, anzi in
alcuni casi addirittura
“premiati” con altri incarichi,
arriva dallʼEaeve
(European Association of
Establishments for
Veterinary Education)
lʼultimo motivo di
“imbarazzo” per la facoltà di
Veterinaria di Messina ed è
dovuto alla recente
mancata approvazione
dellʼaccreditamento del
Dipartimento peloritano da
parte dellʼorgano europeo.
Con la Facoltà di
Veterinaria che risulta
lʼunica, tra le circa 20
presenti in Italia, a non
possedere questo
requisito.
Il team della Commissione europea a Messina
LʼISPEZIONE A MARZO.
La “bocciatura” è stata
dellʼUniversità, per poter riconoscere il
decretata a seguito delle risultanze di
unʼispezione avvenuta dal 4 allʼ8 marzo del possesso di tutti gli standard richiesti. Eʼ,
dunque, stata rinviata lʼapprovazione
2013 nei locali del Dipartimento di Scienze
temporanea al dicembre 2013 quando un
Veterinarie. E lʼapprovazione, con il
team ristretto, composto esclusivamente
conseguente accreditamento, oltre che
da due esperti, certificherà definitivamente
fortemente sperati, sono anche stati
lʼapprovazione temporanea del
“pagati” dallʼAteneo. Per “candidarsi” ad
Dipartimento nellʼattesa
ottenere la certificazione Eaeve, infatti,
dellʼaccreditamento definitivo che avverrà
lʼUniversità di Messina sborsa 1.500 euro
quando sarà ultimato lʼospedale per grossi
lʼanno. Senza considerare i 6mila euro
animali”. In questi termini, subito dopo la
spesi lo scorso marzo per ospitare i
full immersion di quattro giorni del team
valutatori giunti nello Stretto.
dellʼEaeve, lʼUniversità si premurò di
PRIMA “RIMANDATI”. A seguito di quella
divulgare il risultato dellʼispezione.
visita “La Commissione Europea per
POI “BOCCIATI”. Dicembre non è ancora
lʼaccreditamento della Veterinaria non ha
giunto, ma entro lʼanno non ci sarà alcuna
potuto dare la sua approvazione per una
nuova visita dei commissari per
carenza già nota, lʼassenza dellʼOspedale
lʼapprovazione temporanea, nè alcun
per grandi animali, ed ha stabilito di
accreditamento definitivo, perché lo scorso
ritornare a Messina, dietro richiesta
Antonio Germanà
30 ottobre gli esperti dellʼEaeve hanno
“stroncato” nuovamente il plurinaugurato
(per ben tre volte, lʼultima lo scorso
maggio) Ospedale veterinario. Adducendo
quattro motivazioni alla decisione: il
numero insufficiente di necroscopie sia in
animali grandi che in animali da compagnia
risultanti dalla poca esperienza pratica;
mancanza di unʼunità di isolamento, in
particolare, per animali grandi; mancanza
di una clinica mobile; pochi casi registrati
nellʼospedale per piccoli animali.
LE CONSEGUENZE. Gli attuali vertici di
Veterinaria sostengono che da
quellʼispezione molti sono stati i passi in
avanti fatti dallʼOspedale veterinario e che
la “bocciatura” da parte dellʼEaeve non
comporti alcuna conseguenza per i corsi di
laurea, anche se fino a qualche tempo fa
non avere la certificazione Eaeve
L’INTERCETTAZIONE
«Ci vogliono patti tra galantuomini»
"Estratto di un'intercettazione telefonica del professor Salvatore Giannetto inserita dal gip Massimiliano Micali nella sentenza di primo grado depositata nel
Luglio 2009"
“Io ormai su questa roba ciò messo passione ma non…, la passione ce… io
glielʼho messa, non per il figlio di Macrì, perché me ne sto fottendo del figlio
di Macrì che è asino, lʼhanno bocciato, hanno fatto bene. Io la passione gliela metto perché quando si è fra galantuomini e prendo un patto e ti dico io vo
…lo voglio portare ad associato e poi ti libero un posto e… e da galantuomini e tu non puoi… non si può giocare così… non si può giocare così! Me io me
ne sto fottendo pure dei telefoni controllati. Io so che ci vogliono patti tra galantuomini!”.
LA LETTERA
Oggi come allora
I PROCESSI CHE SI consumano nelle
aule di Giustizia lasciano tracce indelebili
che molto ci dicono circa la natura delle
umane vicende sulle quali si dibatte e
circa la statura dei personaggi che ne
sono coinvolti. Del professor Salvatore
Giannetto, ad esempio, insieme alla
condanna in primo grado a due anni per
abuso d'ufficio, resta agli atti la
stupefacente trascrizione di un colloquio
telefonico nel corso del quale costui in
prima persona rivendicava una “passione”
per i “patti tra galantuomini” che deve
essere sfuggita ai colleghi che di recente
hanno eletto il professore Giannetto
coordinatore del Dottorato in Scienze
Veterinarie. Una “passione” che non ha
impedito al Magnifico Rettore professor
Pietro Navarra di chiamare il professor
Giannetto a far parte della Commissione
che si occupa della Federazione tra
l'Università di Messina e l'Università
Mediterranea. La domanda che sorge
spontanea è come possano ( in un Ateneo
che ha pagato e continua a pagare un
pesante tributo in termini di immagine ai
fatti di cronaca che periodicamente le
forze dellʼordine e la Magistratura portano
alla luce) essere conferiti incarichi di
rappresentanza a chi, incurante della
possibilità di essere intercettato, si
produceva nella appassionata apologia di
un certo tipo di “patto tra galantuomini”.
Una pratica non del tutto bandita dalla
necessaria presa di coscienza da parte
nostra Università, almeno a giudicare da
della comunità accademica, bensì un
quanto una recente operazione della
processo di vera e propria rimozione
Guardia di Finanza, non a caso
collettiva. Una rimozione che nulla ha a
denominata "pacta servanda sunt”, ha
che vedere con il rispettabile e sano
portato alla luce. Qualora le ipotesi di
garantismo, poiché nella attesa che in
reato ravvisate dagli inquirenti trovassero
altra sede venga stabilito un quarto grado
conferma in sede processuale, dovremmo giudizio, è bene ricordare che la Corte
amaramente riconoscere che lʼesperienza Suprema di Cassazione si è già espressa
non ci ha insegnato nulla.
in maniera estremamente
Se le ipotesi
Sulle incresciose vicende che
severa. A fronte di tutto ciò
di reato ravvisate
si sono consumate ai margini
oggi, mentre si preannunciano
del concorso del 2006,
trovassero conferma, provvedimenti da parte della
ampiamente documentate
dovremmo amaramente Commissione Disciplinare nei
dalla cronaca e oggetto di
confronti dei concorrenti in
riconoscere
numerose sentenze, al vigore
aventi condanna
che l’esperienza non ci reato
giustizialista delle reazioni a
passata in giudicato, si
ha insegnato nulla
caldo non fece seguito la
conferisce una nomina a colui
pagina 14
“
”
centonove
Sicilia
8 NOVEMBRE 2013
significava perdere finanziamenti dal Miur.
E non soltanto perchè la scadenza del
2013 è stata inoltre definita "fondamentale"
perchè lo stesso Miur potrebbe non
autorizzare immatricolazioni alle Facoltà
non avranno chiesto una visita Eaeve,
anche con approvazione condizionata.
Qualche tempo fa un comunicato diramato
dalla stessa Università di Messina, sempre
a proposito del sopralluogo dellʼorgano
europeo, recitava testualmente “scopo
della visita della Commissione è quello di
verificare lo stato dei lavori per la
realizzazione dellʼOspedale Didattico
Veterinario, la cui assenza, unitamente ad
altre carenze, quali la Clinica Mobile o il
Pronto Soccorso, renderebbe impossibile
lʼapprovazione dei corsi di Medicina
Veterinaria da parte dellʼEaeve, con la
conseguente disattivazione”.
SECONDO APPELLO. Eppure
nonostante i “molti passi in avanti”, se
andrà bene, la prossima visita dellʼEaeve
verrà richiesta fra un paio dʼanni. In
sinergia, il direttore del Dipartimento,
Antonio Panebianco, e il prorettore
allʼInternazionalizzazione, Ninì Germanà,
escludono la possibilità che, nel frattempo,
il corso di laurea possa essere disattivato e
affermano di avere a disposizione altri 5
anni per chiedere un nuovo sopralluogo
senza alcuna conseguenza per lʼAteneo se
non un minore potere decisionale nei
“tavoli che contano”. Intanto, sempre
secondo Germanà e Panebianco,
lʼapprovazione definitiva dellʼEaeve potrà
giungere quando sarà assegnata la gara
dʼappalto per la realizzazione dellʼemiciclo,
il cui progetto definitivo è stato approvato
recentemente. Importo totale
dellʼoperazione 1,8 milioni di euro.
QUANTO MI COSTI? Lʼultima goccia su
un vaso traboccante di denaro, forse. Per il
plurinaugurato Ospedale veterinario sono
stati già spesi, infatti, un mare di soldi.
Tanto che il direttore Panebianco, afferma
“candidamente” di non conoscerne
lʼammontare totale. Spulciando si trovano
solo negli ultimi anni oltre un milione di euro
spesi per lʼospedale per piccoli animali, la
Tac e la creazione di una Azienda
Zootecnica. Quattro contratti da circa
sessantamila euro per il personale esterno
impiegato nei turni ospedalieri. E proprio lʼ
Ospedale Veterinario, recentemente, è
stato al centro di un colloquio tra il Rettore
Pietro Navarra e il presidente della
Regione, Rosario Crocetta a cui è stata
chiesta “collaborazione” per proiettare
lʼOspedale Veterinario al centro di un
modello di gestione di riferimento per tutta
lʼarea del Mediterraneo. Senza nemmeno
lʼaccreditamento europeo.
il quale, condannato in primo grado per i
medesimi reati, fece registrare una
sconcertante apologia del patto tra
galantuomini.
Il solo sospetto che, fatti salvi i differenti
protagonisti, le diverse poste in gioco e
lʼesito concorsuale, la storia del 2006
possa essersi ripetuta nel 2012,
costituisce la rappresentazione plastica
della disfatta dell'etica nel nostro Ateneo.
Una disfatta le cui responsabilità, in
misura proporzionale al ruolo che
ciascuno di noi esercita, non possono che
ricadere per intero sulla comunità
accademica.
Antonella Arena, professore associato
Dipartimento di Ingegneria elettronica
Da sinistra,
Marianna Gensabella,
direttrice
del dipartimento,
Massimo Cacciari,
docente emerito
di Filosofia presso
lʼUniversità
San Raffaele
di Milano
e la professoressa
Caterina Resta,
ordinario
di Filosofia
teoretica
L’INTERVISTA. A tu per tu con Cacciari, a Messina per presentare il libro-omaggio alla prof. Resta
«La raccomandazione? Non è lo scandalo»
DI MARINA PAGLIARO
talmente di scarso programmato da parte
sempre di grande attualità in Sicilia.
della politica che, sommersa di
Ancora brucia la tragedia di Lampedusa.
provvedimenti, leggi, riforme, contro
LʼEuropa può davvero sottovalutare il
MESSINA. «Ormai investiamo su ricerca,
riforme... ogni anno cambiano le regole
Mediterraneo e con esso la Sicilia?
scuola, innovazione un terzo rispetto ai
tramite cui tu svolgi quella funzione
«Lʼunità europea è nata dimenticando il
Cinesi, la metà degli Indiani. Ma vogliamo
fondamentale che è il reclutamento di
Mediterraneo e questo è un vizio capitale
scherzare? Questi sono gli scandali. O lo
nuovo personale, tagli su tagli, sempre
dʼorigine. Si pensi a certe grandi forze
scandalo è che io ho un allievo che ritengo
lineari, questi sono i veri problemi, non che
politiche europee avevano come slogan
bravo e cerco di farlo vincere a un esame?
un docente, magari sbagliando, prenda il
“Non finiremo mica nel Mediterraneo”. Il
Ti sembra che sia questo lo scandalo? Non
telefono e raccomandi tizio o caio. Lo
Mediterraneo è stato vissuto dalle forze
è normale». Sbotta Massimo Cacciari,
scandalo è che la scuola italiana da
politiche maggioritarie del continente, le più
comʼè nel suo stile. Senza
ventʼanni è trattata come la
forti, come un vallo di Adriano ben prima
La scuola italiana cenerentola sul piano dei
mezze misure, accetta di parlare
dellʼimmigrazione, ben prima di tutto
da vent’anni
anche su Messina e le sue
finanziamenti, contro tutto quello
questo. Dallʼaltra parte cʼera il petrolio e
ombre, a margine dellʼincontro
che fanno i paesi in via di
basta. Cʼera la Libia con il petrolio e stop. A
è trattata come
che si è svolto allʼUniversità per
sviluppo».
quello erano interessati e basta. LʼEuropa è
la cenerentola
la presentazione del volume
E i professori, qual è il loro
analfabeta sulle questioni mediterranee. Ed
sul piano dei
“Lʼevento dellʼospitalità tra etica,
ruolo in questo contesto.
è un peccato capitale perché è chiaro che
finanziamenti,
politica e geofilosofia. Per
«È chiaro che se cʼè una persona per i paesi latini, soprattutto la loro
contro tutto quello che ritengo che meriti cerco di
Caterina Resta” che, come recita
possibilità di competere, sta in un grande
che fanno i paesi promuoverlo. Quando mai è
il titolo stesso, rappresenta un
potenziamento delle relazioni culturali
in via di sviluppo
omaggio alla professoressa
successo qualcosa di diverso?
economiche commerciali con i paesi della
Caterina Resta, ordinario di
Solo che qui hai regole tali,
sponda mediterranea. Questa è la nostra
Filosofia teoretica, da parte dei
meccanismi concorsuali tali, che
chance. Probabilmente si sarebbe dovuto
suoi studenti, nonché dottori, Amato, Fulco,
incentivano cattive pratiche perché sono
fare nella costruzione dellʼunità economica
Geraci, Gorgone, Saffioti, Surace. Cacciari,
tanto ingarbugliati, talmente frutto di caste
e politica europea un sottoinsieme specifico
filosofo, accademico nonchè politico (è
burocratiche ministeriali decrepite che a
di unità di popoli latini che vivono sul
stato ex sindaco di Venezia) è ormai di casa volte sei quasi costretto per procedere, per
Mediterraneo che hanno come interesse
a Messina. «Ci sono venuto almeno 20
arrangiarti anche, a fare cose non proprio
vitale il potenziamento della dimensione
volte».
corrette. È un paese ingessato, che dentro il mediterranea dellʼEuropa. Cosa che non è
Ha un certo legame con la città.
gesso stacca il panno».
negli interessi strategici di Germania e della
«Beh, insomma, la conosco».
Parliamo dellʼomaggio alla
Mitteleuropa».
Le piace?
professoressa Resta. Una vocazione
Allora forse dovremmo rinunciare a
«Eh mi piace si! Non le case, ma il
per lʼinsegnamento.
unʼidea di Europa.
paesaggio».
«Il maestro è colui che percorre una propria
«Ma no! Bisogna creare una Europa più
Lei sa che da 5 mesi è iniziata la
via aprendo agli studenti nuovi percorsi di
articolata e non sul modello del macrostato.
“Rivoluzione Accorinti”. Lei da ex
pensiero che non ha in prima
Si è sbagliato tutto; bisogna
Il maestro è colui creare una Europa dei popoli e
sindaco, cosʼè una vera rivoluzione?
persona intrapreso e che non
che percorre una delle nazioni curando queste
Quali azioni possono veramente
sono i suoi, come il volume
cambiare una città?
stesso testimonia. Ed è in
propria via aprendo peculiarità. Si è fatta invece
«Dovrei conoscere meglio la situazione di
particolar modo compito del
agli studenti nuovi lʼunità economica, lʼunità
Messina per capire quali sono le
docente di filosofia porre
percorsi di pensiero commerciale. Ci si è cioè mossi
emergenze, i problemi più drammatici. Non
domande la cui risposta non sarà
con la logica dello Stato, una
che non ha in
sono in grado di dire cosa debba fare il
che una apertura agli allievi di
logica statalistica e quindi di
prima persona
sindaco.
ulteriori orizzonti di
unificazione omologante. Quindi
intrapreso e che non quel potenziamento delle
Non ci sono modelli da proporre».
speculazione».
sono i suoi
Torniamo allʼUniversità. Non solo a
Cosʼè la filosofia.
burocrazie, dei ministeri, di tutti i
Messina, è attraversata da scandali
«Eʼ amore per il sapere, ma è
mali dello stato nazionale. Si
forse dettati da un interesse privato che
necessario che diventi anche
sono trasferiti a livello
usurpa lʼinteresse pubblico...
sapere dellʼamore, cioè sapere della
comunitario tutte le sciagure dello stato
«Non so cosa a Messina sia successo. Di
profonda relazione dellʼuomo con lʼaltro
centralistico nazionale. Questa è la
certo cʼè che la scuola italiana, di ogni
uomo».
situazione per cui ora rimontare la
ordine e grado, da anni è in una situazione
Il libro affronta il tema dellʼaccoglienza,
situazione, correggerla... boh... non lo so».
“
”
“
”
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Sicilia
8 NOVEMBRE 2013
INIZIATIVE. Nasce a Messina l’Accademia che valorizza la “civiltà peloritana”
I cavalieri della ghiotta
Stocco e spada come metafora della “squisita” essenza della città in tutte le sue forme.
Così le prime iniziative: dai tornei di letteratura al lancio dell’Accia
MESSINA. Un gruppo di appassionati
cultori di storia e tradizione popolare,
capitanati dal politico-intellettuale con la
passione per le vignette, Corrado La Rosa,
ha dato vita allʼAssociazione di cultura e
identità civica “Accademia della Ghiotta Cavalieri di Stocco e Spada” che ha sede
in Messina, Corso Cavour 123.
LʼAccademia si propone di valorizzare la
Civiltà peloritana in ogni sua
forma ed espressione, anche
gastronomica, nellʼobiettivo di
riscoprire lʼessenza
“squisita” dellʼantica
messinesità e con essa il
senso smarrito di comunità.
La scelta della Ghiotta, in
senso proprio e
metaforico, nasce dalla
convinzione che la cultura
del gusto e della buona
cucina non sia di rango
inferiore, ma educhi ad
una esistenza più vera ed
autentica. I “Cavalieri di Stocco
e Spada”, nel suggestivo
richiamo allʼutopico sogno
donchisciottesco, lanciano il guanto
di sfida allo scirocco ed allʼindolente
filosofia di vita che condiziona e mortifica,
la natura gentile della nostra città.
ATTIVITA. LʼAccademia della ghiotta che
vanta tra i suoi fondatori anche il
professore Franco Puglisi, il
commercialista Domenico Santamaura,
lʼex provveditore agli Studi di Messina,
Gustavo Ricevuto, lo sportivo Pino De
Lorenzo e lʼesperto di
gastronomia Pietro
Bonanno, è
dellʼ“Accia di sfida” deve avvenire davanti a
testimoni; il Cavaliere che non la raccoglie
sarà accusato di fellonia. I duelli possono
essere al primo assaggio o allʼultimo sugo
e si svolgono, in presenza dei padrini
assaggiatori, allʼAve Maria
(allʼ eʼmmaria)
nel…cucinino della sede,
intitolato a “don Pitruzzu
allʼOpira”.
organizzata
come un ordine
cavalleresco. Il suo motto è
“Sine macula, Ghiotta”.
Il titolo di Cavaliere di
Stocco e Spada viene
conferito nel corso della
“Cerimonia della Chiappira” e
può essere utilizzato solo in
occasioni private é perpetuo e
non è cedibile ; passa di in
linea di diritto al figlio o alla figlia
primogeniti. Sono contemplati:
tornei di letteratura, poesia,
pittura, musica, fotografia ed arte varia;
sfide in singolar tenzone di Ghiotta; lancio
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centonove
OBIETTIVI
➢ Difendere la
purezza del dialetto
messinese
studiardone le
peculiarità
fonetiche. e
linguistiche.
➢ Catalogare le
espressioni
idiomatiche, i detti , i
motti, i proverbi e i
modi di dire.
➢ Richiedere il
marchio di qualità
per la “Ghiotta”
come piatto di forte
identità civica.
➢ Recuperare la
tradizione orale della
piscistuccata nei suoi
aspetti privati, sociali
e rituali.
➢ Raccogliere in un
testo unico le ricette
tradizionali di
Ghiotta delle
famiglie messinesi,
con piccoli segreti,
varianti ed
innovazioni.
ELOGIO. Egoismo e
diffidenza creano la solitudine
che è il male oscuro del
nostro tempo; per
combatterla i Cavalieri di
Stocco e Spada propongono
occasioni di incontro e di socialità
conviviale con lo slogan: Ghiotta, il
“gusto”…della compagnia. La Ghiotta è
democratica, interclassista,
intergenerazionale, ecosostenibile ed a
centonove
Sicilia
8 NOVEMBRE 2013
CATANIA
Se l’artigianato sposa il gusto
L’Academy voluta dall’Associazione Spighe d’oro e Ristoworld
Corrado La Rosa
chilometri zero; riconcilia lʼio con il se e
ricompone il dissidio fra corpo e spirito;
riunifica cultura e natura, fa convivere
Boccaccio e Dolce stil novo. Per la sua
composizione la Ghiotta è una metafora
del mondo nuovo; basti pensare a come
ingredienti così diversi per origine e
caratteristiche sappiano fondersi in un
unicum sublime ed allearsi in una armonia
di gusti e profumi , che non mortifica i
singoli in una abusiva gerarchia di valori,
ma ne esalta il ruolo sinfonico. Il pesce
stocco è verdiano: leale, “masculu”
sfrontato, in più è “stomacale” e … “rinforza
la carina”; il pesce stocco stuzzica i
ferormoni e… ci parla di passione. Il pesce
spada è pucciniano : si scioglie in bocca
con i profumi azzurri e spumeggianti del
nostro mare… ci racconta di noi, del
nostro sogno, della nostra leggenda ; il
pescespada è tenero e … ci parla dʼamore
La Ghiotta, di stocco o di spada,
riappacifica lʼessenza con lʼesistenza, la
poesia con la prosa, la scienza con lʼarte .
Eʼ antidepressiva , fa aumentare le
endorfine , riunisce le famiglie e le
comunità, rinforza la voglia di vivere ed è
lʼunico piatto al mondo che sappia
trasformare un giorno qualunque in un
giorno di festa.
Per tutto questo, ma anche per il
messaggio di pace fra gli uomini che
trasmette, la Ghiotta è universale e merita
il riconoscimento di patrimonio dellʼumanità
da parte dellʼUnesco.
CATANIA. Quando si parla di Artigianato si pensa all'abilità del singolo individuo, che, grazie alle sue doti, riesce a creare un prodotto, un oggetto. Da affiancare alla dote, per raggiungere degli obiettivi vi è però la creatività, la manualità,
ma soprattutto la volontà. La creatività è presente in ogni persona: attraverso
lʼallenamento e la tecnica può essere sviluppata e finalizzata, fino a diventare
una risorsa fondamentale a cui attingere nelle diverse occasioni della vita personale e professionale. Stimolare il proprio potenziale creativo è un passo indispensabile per far nascere nuove idee e per esprimere la propria creatività al meglio. Nella categoria artigianato poi, chi ha volontà troverà sicuramente la possibilità d'imparare un'arte. Eʼ proprio per questo motivo che nasce a Catania
“Academy Arte & Gusto”, dalla collaborazione tra Associazione Spighe DʼOro
e Ristoworld Italy, nei locali concessi dal Consorzio Agrario al Polo Regionale
dellʼAgricoltura e dellʼArtigianato di via Zia Lisa n.153 Catania, di cui le associazioni sono partners. LʼAcademy ha come scopo quello di diffondere e promuovere la cultura artistica ed artigianale e non solo, come mezzo di formazione e di comunicazione sociale, di valorizzare e promuovere lʼarte in generale e
lʼartigianato in particolare, non tralasciando delle attività che riguardano il mondo della ristorazione, come mezzo per il mantenimento e la prosecuzione di tradizioni e valori che fanno parte del patrimonio culturale della comunità. Lʼidea
è quella della ricerca, lo studio e lʼinsegnamento di quelle attività prevalentemente “Artigianali”, arti considerate ingiustamente, a nostro parere, minori; vi
è infatti, una ricchissima offerta di corsi, artigianali e culinari, i cui destinatari
possono essere soggetti interessati ad acquisire competenze professionali per
entrare nel mondo del lavoro, oppure semplicemente, delle persone che desiderano imparare qualcosa di nuovo, desiderano mettere alla prova le loro doti e
le loro passioni.
La varietà dei corsi è appunto rivolta a tutti, bambini, giovani e adulti: Cucito
Creativo, Swarovski, Miniature in Fimo, Craft, Uncinetto, Maglia, Disegno, Pittura, Decoupage per quanto riguarda lʼ Artigianato, mentre per la ristorazione corsi di Caffetteria, Barman, Cioccolato, Cake design, Degustazione, Cucina Varia,
Cucina a domicilio, Degustazione Birra, Intaglio vegetale ed Event planner. I corsi sono cominciati i primi di novembre e saranno seguiti da docenti qualificati
che appartengono all'Associazione Spighe DʼOro e a Ristoworld Italy.
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Sicilia
8 NOVEMBRE 2013
L’INAUGURAZIONE DEL CENTRO SOCIALE ALLA PRESENZA DEL VESCOVO DI MESSINA, CALOGERO LA PIANA
IL CASO. La Caritas apre un centro per accogliere gli “ultimi”. Il sindaco non gradisce
Roccalumera teme i clochard
Gaetano Argiroffi teme l’invasione di “senza tetto” per le vie del paese danneggiando il settore turistico.
La replica del direttore, padre Francesco Patì: «Non porto odio, ma a casa mia accolgo chi voglio»
DI GIUSEPPE PISTONE
ROCCALUMERA. La Caritas diocesana
apre un centro di accoglienza allʼinterno
dellʼex orfanotrofio e il sindaco dice “no” ai
clochard e ai senza tetto. Per
l'amministrazione, infatti, la struttura non
avrebbe i requisiti poiché si trova al centro
del paese. «L'offerta è lodevole – spiega il
sindaco Gaetano Argiroffi - se si tratta di
accogliere anziani malati e soli, sono
pronto a mettere a disposizione la mia
professione di medico, ma il paese è a
vocazione turistica e non può diventare un
punto di riferimento per i senza tetto». La
nuova casa di accoglienza è sorta
allʼinterno di un edificio concesso dalle
suore cappuccine allʼassociazione di
volontariato diocesana “Santa Maria della
Strada” di Messina. A pochi giorni
dallʼinaugurazione della struttura dedicata
a “Padre Francesco Maria di Francia”,
scoppiano già le prime controversie tra il
comune e la Chiesa che ha concesso i
locali nellʼex orfanotrofio. In paese si è
scatenata una sorta di psicosi tra i cittadini
- quasi certamente ingiustificata - che
temono lʼarrivo di profughi, barboni e
senza fissa dimora. Qualcuno pensa di
costituire un comitato di protesta. In realtà
la struttura ufficialmente dovrebbe
accogliere adulti e anziani in difficoltà ma
in realtà darebbe aiuto e sostegno a chi è
malato, solo e povero. Praticamente porte
aperte a tutti. Senza alcuna distinzione.
«Non vogliamo essere un centro di
assistenza sterile, ma di promozione della
persona – spiega Padre Francesco Patì,
sacerdote e direttore delle case di
accoglienza diocesane – chiunque essa
sia, immigrata, povera, malata e senza
fissa dimora. Perché sono tutti uguali.
Sono persone, solo un poco meno
fortunate di noi. Unʼassociazione di
volontariato per statuto ha la libertà di
gestire i propri beni nel rispetto della
propria cittadinanza, ma soprattutto della
povera gente. Non voglio portare odio e
guerra a Roccalumera, ma una cosa è
certa – chiarisce il religioso - a casa mia
posso accogliere chiunque, lʼimportante
che non crei problemi alla collettività». Il
sindaco Gaetano Argiroffi, dopo il pressing
serrato ricevuto dai residenti, si dice altresì
contrario ad ospitare clochard e profughi di
diverse nazionalità. «Roccalumera è una
Gaetano Argiroffi
centonove
cittadina turistica e non può diventare un
grande centro di accoglienza per tutti i
senza tetto della provincia o meglio ancora
della Sicilia. Sono molto critico sulla loro
presenza in paese». Con questa
motivazione il sindaco Argiroffi avrebbe
invitato la madre superiora a destinare
lʼistituto solo agli anziani e agli indigenti.
nello stesso tempo ha assicurato di essere
pronto «a mettere a disposizione la mia
professione di medico per questi
ammalati» e che sottolinea di «non volere
interferire su quella che è di fatto la
“missione umanitaria” della Caritas». Ad
inaugurare la nuova casa di accoglienza è
stato lʼarcivescovo di Messina Mons.
Calogero La Piana il quale ha presieduto la
celebrazione eucaristica nel santuario di
SantʼAntonio, alla presenza tra gli altri
anche di padre Gaetano Tripodo, direttore
della Caritas, al termine della quale ha
infine benedetto i locali della nuova casa
posti al primo piano dellʼex orfanotrofio. La
struttura dispone di 5 stanze per un totale
di 12 posti letto, salotto, bagni ed una
grande cucina. Al secondo piano invece
già dal 2011 venne inaugurata una
comunità alloggio (con 10 posti letto) per
minori che hanno avuto problemi con la
giustizia, il cui recupero è affidato a degli
educatori professionali. Lo stabile, posto
alle spalle della chiesa, è stato concesso in
comodato dʼuso dalle suore cappuccine
allʼassociazione di volontariato diocesana
“Santa Maria della Strada”. Lʼedificio è
stato ristrutturato e arredato per una parte
con i fondi della Caritas diocesana di
Messina (oltre 90 mila euro) e per unʼaltra
con le donazioni private. «La finalità della
casa è quella di accogliere e sostenere con
amore tutte le persone bisognose, dai
malati agli anziani, agli stranieri, agli ultimi –
dichiara il vescovo Calogero La Piana –
una struttura che nel suo complesso
completa e arricchisce la sfera dei servizi
che la Caritas diocesana di Messina».
“Questa è la nona casa che inauguriamo in
provincia di Messina, fedele al carisma del
suo padre fondatore, Francesco Maria di
Francia – chiarisce Padre Patì – che
accoglieva chi era malato, povero e solo.
Non cʼè alcuna retta da pagare, ma solo
una condivisione da fare – spiega il
religioso - cʼè chi stira, chi lava, chi cucina,
chi pulisce. Ognuno contribuisce con
attività a portare avanti la casa e chi può
invece mette a disposizione parte della
propria pensione a disposizione dei bisogni
degli ospiti». Poi assicura: «Non porteremo
nè delinquenti né clandestini, ma solo
cittadini che hanno bisogno. Accoglierli è
un nostro dovere civile, come quello della
stessa comunità in cui opera la struttura».
ZOOM
“E Berta filava”...senza euro
civico 92 della stessa via Umberto. A sostegno dellʼiniziativa don
Domenico Manuli, sacerdote di Mandanici e Rocchenere il quale
si è fatto carico di un contributo di 200 euro mensili per lʼaffitto del
locale. Ma non bastano. «Sono un piccolo parroco e non mi interesso per niente di politica – esordisce - scendo in campo solo per
una giusta causa in difesa dei più poveri e degli emarginati. Lo smista usato è diventato
punto di riferimento della Riviera Jonica in cui
ognuno può trovare un indumento, un pezzo
di arredamento e anche un sorriso, una parola ed un gesto di conforto”. Adesso bisogna
trovare 500 euro al mese per pagare lʼaffitto.
“Sono certa che ce la faremo – spiega Teresa
– lo faremo con lʼofferta che ci lasceranno i nostri assistiti”. La saracinesca rimarrà alzata solo di nelle ore diurne perché al momento lʼassociazione che gestisce il servizio, non ha i solDon Domenico Manuli
di per lʼallaccio della corrente elettrica. (G. P.)
A rischio chiusura l’attività dell’associazione benefica
ROCCALUMERA. A rischio lʼattivitò dellʼassociazione “E Berta filava” che gestisce lo smista usato. Il comune lʼha sfrattata dal piano terra del palazzo municipale perché, secondo i
dirigenti dellʼAsp, i locali erano non agibili. Ma
indiscrezioni rivelano che i motivi sarebbero di
natura politica. I locali del piano scantinato
vennero concessi dallʼex sindaco Gianni Miasi a titolo gratuito. E dopo mesi di battaglie a
colpi di carta bollata tra il presidente Teresa
Brancato ed il neo sindaco Gaetano Argiroffi,
alla fine lʼassociazione ha dovuto lasciare i locali, riaprendo alla periferia sud del paese al
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Economia
8 NOVEMBRE 2013
SVILUPPO. Authority e Comune lanciano la Zona economica speciale. Ma...
Zes...in ritardo
DI ALESSIO CASPANELLO
Gioia Tauro - continua la delibera potrebbe garantire vantaggi economici,
ma permetterebbe il consolidamento delle
attività di transhipment che rimangono il
motore primario di tutto lo sviluppo
dellʼarea”. Cosa prevede la delibera?
Intanto la creazione di un soggetto
giuridico di capitale misto pubblico privato che dovrà amministrare la Zes con
un impegno di spesa di 160 milioni di
euro, quindi la richiesta al Governo di
particolari agevolazioni per gli investitori:
regime fiscale facilitato per le piccole e
medie imprese, esenzione dalle imposte
sui redditi (Ires) per i primi otto periodi di
imposta, esenzione dall'imposta regionale
sulle attività produttive (Irap) per i primi
ZONA FALCATA
Dalla riqualificazione
alla centrale bio-masse
I porti cittadini in rete con quello di Gioia Tauro per il rilancio delle attività e fiscalità
agevolata per le imprese. Ma la regione Calabria ci ha già pensato. Senza Messina
MESSINA. Lʼultima spiaggia si chiama
Zes, uno di quegli acronimi di cui la
pubblica amministrazione si pasce e
sforna a getto continuo, ma che per
Messina può rappresentare lʼunica via di
uscita da un tunnel economico alla fine del
quale non si intravede più alcuna luce. E
la “Zona economica speciale” è la risposta
che, congiuntamente, stanno studiando il
Comune e lʼAutorità portuale. Di cosa si
tratta? Di una rete legata alla portualità.
Ma non solo.
SAREMO SPECIALI... La proposta lʼha
lanciata Antonino De Simone, il
presidente dellʼAutorità portuale: facciamo
“sistema” tra i porti di Messina e Milazzo,
che ricadono sotto la giurisdizione
dellʼAuthority messinese, e quello di Gioia
Tauro, uno dei maggiori porti in Europa
per movimentazione merci che da
qualche tempo, però, ha sentito più di altri
scali il morso della crisi. Il primo incontro
propedeutico sarebbe dovuto avvenire in
settimana tra De Simone, il sindaco di
Messina Renato Accorinti ed i colleghi di
Villa san Giovanni e Reggio Calabria, per
gettare le basi della proposta che, di fatto,
sancirebbe la fine dellʼanacronistico e mai
attuato punto franco nella zona falcata,
istituito con legge del 1951, mai realizzato
o oggi sostanzialmente inutile. Il
problema? Che Messina è arrivata tardi.
Perchè il consiglio regionale calabrese ha
già deciso che Gioia tauro diventerà una
Zes. Senza Messina.
...ANCHE SENZA DI VOI. Alla fine di
maggio, una delibera di giunta ha deciso
che “La Zes appare la ricetta ideale per
rilanciare gli investimenti esteri in Italia
catalizzando l'interesse di grandi gruppi
internazionali che oggi non sono in Italia
creando dunque occupazione e sviluppo
economico. La costituzione di una Zes a
centonove
cinque anni e dellʼesenzione dall'Imu e
dalla Tarsu per altrettanti anni, la
riduzione dellʼIrap al 50% e lʼannullamento
del carico Iva sulle merci trattate, taglio
del 50% sul pagamento dei contributi sulle
retribuzioni. In cambio, la Regione
obbligherà le imprese a mantenere la loro
attività per almeno un quinquennio, con la
previsione del 90% di impieghi di
personale locale. Le Zes hanno ottenuto
un certo successo in Cina e India, e in
Europa sono state replicate in Russia,
Polonia e Kazakistan. Quello di Gioia
tauto (e Messina, forse, al seguito) è il
primo esperimento in Italia. Sempre che
Governo e comunità europea diano il via
libera.
MESSINA. Sui tavoli dei dirigenti dell’autorità portuale di Messina è arrivata ora una
proposta della società russa Yuro Rusi di
Wladimir V. Dimitriev: sondano la possibilità di fare una centrale di bio-masse nell’area della Zona Falcata. Ma perchè la zona falcata?
Un aperto controsenso con la proposta di
riqualificazione urbana e turistica avanzata da anni, che prevede la firma di un protocollo di intesa con la Regione per ripulire
e disinquinare una delle aree paesaggisticamente più belle della città per anni lasciata ai veleni delle aziende petrolifere e
agli oli inquinanti delle aziende portuali.
Ma ora il presidente dell’Autorità Portuale,
De Simone, lancia l’idea della Zes, una zona ad economia speciale, che se approvata dalla Presidenza del Consiglio darebbe
la possibilità di defiscalizzare la presenza
di alcune aziende, permettendo anche l’esenzione dell’Iva. Era questa la funzione
del Punto Franco, previsto da una legge del
51, ancora legge dello Stato; ma sprovvisto
del regolamento attuativo che ha invece
fatto la fortuna di altre aree del Paese come Trieste. Il progetto prevede la creazione di un’unica area integrata dello Stretto,
da Milazzo a Gioia Tauro, un modo per rivitalizzare le attività di import-export che
portano molti operatori in viaggio dal canale di Suez ad aggirare la Sicilia, per indirizzarsi verso portii lontani come Rotterdam, Anversa o Amburgo: su 100 navi che
attraversano il Mediterraneo, 80 stimano
gli operatori del settore puntano direttamente al Nord Europa, le altre vanno verso
l’Egitto o la più accogliente Turchia destinata sempre più ad essere cerniera tra
Oriente e Occidente. Un gap infrastrutturale quello dei Porti che aggravato dalla mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto,
rende sempre meno appetibile le costruzione delle infrastrutture di trasporto previste nel famoso corridoio Berlino Palermo.
In pratica Sicilia, secondo queste prospettive, nonostante i favori della Posizione
geografica rischia di essere l’Isola dal punto commerciale “più isolata” di tutto il Mediterraneo. In barba alle norme europee che
puntano sulle autostrade del mare.
IN COMPENSO...
Autorità portuale, quanto ci costi
L’analisi della Corte dei Conti sugli stipendifici.
La Spezia guida la classifica. Messina non sfigura
Antonio De Simone
MESSINA. Lʼautorità portuale di Trapani non cʼè più dal 2008, ma dai rilievi
della Corte dei Conti costava 420mila euro lʼanno il compenso del
presidente e 370 mila lʼintero personale. Ma i dati aggiornati dai giudici
contabili di Roma fotografano una realtà, quelle delle autorità portuali, dove
gli stipendifici sono ancora a livelli altissimi e i profili professionali lasciano
spesso molto a desiderare: in molti porti, come a Napoli con il senatore
Villari fioccano i ricorsi sui titoli e le competenze: può un medico chirurgo
occuparsi di porti. In Italia, spesso, sì. Perché si considerano le Autorithy
Posti di sottogoverno. Secondo la legge nazionale i compensi dei
presidenti delle autorità portuali dovrebbero attestarsi su 250mila euro
lʼanno. Ma la macata residenza nelle città dove sio è chiamati a prestare
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servizio , fa schizzare in lati i rimborsi. Che spesso raddoppiano la cifra
prevista dalla legge. A guidare la classifica nazionale è il presidente
dellʼautorità di La Spezia, Giovanni Lorenzo Forceri, che porta a casa
emolumenti per 550mila euro. In “soldoni”, quasi un miliardo e centomilioni
di vecchie lire. Il presidente dellʼAutorità portuale di Cagliari, Piergio
Massisa, porta a casa “solo” 470mila euro lʼanno e quella di Genova, Luigi
Merlo, che non è da meno, si ferma a “solo” 461mila euro. Al confronto si
mostra più parco il presidente dellʼautorità portuale di Gioia Tauro,
Giovanni Grimaldi con 400.000 euro tondi torni.
E i presidenti siciliani? Non sfigurano. Il presidente dellʼautorità portuale di
Messina e Milazzo, Antonio De Simone si attesta su 322.000 euro,
appaiato al funzionario regionale già pensionato a 53 anni, Cosimo Aiello,
che su 1.300.000 euro di costo complessivo di personale “arrotonda” anche
lui con uno stipendio di 322.000 euro lʼanno. Più contenuto il compenso di
Vincenzo Cannatella, ex presidente dellʼAmap, la società municipalizzata
di Palermo, insediatosi al posto dellʼingegnere Bevilacqua, che porta a
casa “appena” 220.000 euro lʼanno. Costo complessivo delle 24 autorità
portuali 8,3 milioni di euro.
Economia
8 NOVEMBRE 2013
SANT’AGATA MILITELLO. Aumentano i furti di bestiame sui Nebrodi
C’è crisi, torna l’abigeato
Secondo Coldiretti il settore subisce un danno di oltre un milione di euro l’anno. Gli ultimi casi
a Raccuja, San Fratello, Cesarò. L’allevatore Antonio Amata: «Così nessuno vorrà più investire»
DI NINO DRAGOTTO
SANTʼAGATA MILITELLO.
Oltre un milione di euro. Eʼ
questa lʼentità del danno che
gli allevatori nebroidei
subiscono nellʼarco di un anno
a causa dei sempre più
frequenti furti di bestiame
messi a segno dal crimine
organizzato che opera nel
territorio. Eʼ questa la
denuncia fatta dalla sezione
provinciale di Messina di
“Donne Impresa”, organismo
operativo della Coldiretti. Il
furto di bestiame nel territorio
negli ultimi periodi ha
registrato un progressivo
incremento, e gli allevatori con
i proprietari degli animali sono
preoccupati per il ritorno del
reato dellʼabigerato, un antico
fenomeno criminale
organizzato di cui si erano
perse le tracce. Lʼultimo caso
qualche settimana fa. Ventotto
suini di cui due scrofe pronte a
partorire sono stati trasferiti di
notte, a fine ottobre, dal
recinto della contrada
collinare “Blandino
Gambanera” (al confine del
territorio di SantʼAgata e
Militello Rosmarino), dove si
Allevamento di suino nero sui Nebrodi
trovano le stalle ed i terreni di
produzione della cooperativa
fondata nel 1920 e che oggi fa
agricola “La Terra”. «Abbiamo subito un
riferimento ad oltre 350 soci. I furti
danno di oltre 25 mila euro,ricavabili
sarebbero stati messi a segno
valutando i prodotti di nostra produzione
soprattutto ai danni di allevamenti privi di
dalla trasformazione delle carni di suini
sistema di allarme, scegliendo animali
rubati, ma soprattutto lʼazione portata a
nella maggior parte dei casi, già pronti
termini da criminali ben organizzati , ci
per la macellazione. Per gli allevatori
demoralizza nel momento di rilancio
sorge il problema che nessuno vuole
dellʼattività dellʼazienda», sostiene il
fare investimenti per comprare nuovo
presidente Antonio Amata che gestisce
foraggio per alimentare gli animali ed
con il lavoro ed il sacrificio di tutti, la
ingrassarli per poi essere sotto mira di
realtà della storica cooperativa agricola,
chi impunito porta a termine azioni di
abigeato. Gli allevatori sono costretti a
vendere sottopeso e sottoprezzo gli
animali rimasti in stalla. Settimane
addietro 28 mucche pezzate rosse sono
state rubate in località Furiano,
allʼimprenditore agricolo Alfonso Collura,
già messo in preavviso giorni prima dai
ladri che nella sua azienda avevano
rubato un grande quantitativo di formaggi
di diversa pezzatura. “Venti maiali adulti
centonove
pronti ad essere trasformati in prosciutti
e salami sono stati rubati a Salvatore
Manasseri , coraggioso imprenditore di
San Fratello che riesce a competere nei
mercati del nord Italia con la sua
azienda “Roccaforte”, grazie ad una sana
gestione familiare. Per allargare il loro
predominio la criminalità organizzata si
comporta con atteggiamenti intimidatori,
agendo prima con il furto di diverse
forme di formaggi, per poi ritornare,
uccidendo sul posto due vitelloni.
Rimanendo nellʼambito di San Fratello un
imprenditore ha rischiato di essere
denunciato dai Carabinieri, per aver
inseguito e sparato a salve , cercando di
intimorire i ladri che poco prima avevano
rubato mezzi ed attrezzatura agricola.
«Se gli allevatori vengono in
commissariato a denunciare i furti
commessi dai ladri di bestiame attiverò i
servizi per cercare di arginare il cancro
dellʼabigerato», afferma il dirigente del
commissariato della polizia di Stato.
Proprietari di animali ed allevatori si
vedono costretti, a malincuore, licenziare
gli operai che accudiscono gli animali.
Lʼelenco dei reati di abigeato nellʼultimo
periodo si è sempre più incrementato.
Sessantacinque mucche di razza
“Modicana” sono state rubate in località
“Mazzaporro” (Cesarò) allʼimprenditore
Iraci. Due torelli di razza e 100 pecore
sono stati rubati ad allevatori di San
Fratello. A fine settembre i carabinieri di
Cesarò, con mirati servizi perlustrativi
ed investigativi, sono riusciti a
localizzare, in località Santa Lucia, 46
capi bovini il cui furto era stato
denunciato da un allevatore di Raccuja.
Alcuni allevatori fanno riserva nel
denunciare il furto di animali subito
perche sperano di rientrare in possesso
dei capi di bestiame rubati. Gli allevatori
hanno intenzione di organizzare apposite
ronde di sorveglianza, soprattutto in
questo periodo prenatalizio in cui la
macellazione degli animali e dei caprini si
organizza per le richieste del mercato. Gli
allevatori confidano in una maggiore
presenza delle forze dellʼordine nelle
zone rurali e nei crocevia stradali, per
stroncare quei reati di abigeato che
sovente non vengono neppure
denunciati. La criminalità organizzata che
opera nelle zone rurali «incide più a
fondo nei beni e nella libertà delle
persone, perché, a differenza della
criminalità urbana, può contare su un
tessuto sociale e su condizioni di
isolamento degli operatori e di mancanza
di presidi di polizia immediatamente
raggiungibili.
ZOOM
Rete Nebrodi all’Expo
Il consorzio di sindaci aderisce al progetto della Regione
“Born in Sicily”. Un marchio per volare a MiIano nel 2015
Carmelo Sottile
SANTʼAGATA MILITELLO. L'accordo prevede un sistema
unico di promozione del territorio e delle sue eccellenze
enogastronomiche in vista della partecipazione della Regione
Siciliana all' Expo 2015 dedicata all' agricoltura e
all'alimentazione. Gli amministratori dei 41 comuni di "Rete
Nebrodi Città aperta", presieduti dal sindaco capofila Carmelo
Sottile, invece di presentare singolarmente l' adesione a “Born
in Sicily”, il progetto di promozione della Regione, hanno
affidato l'incarico di predisporre lo studio e lʼelaborazione di un
progetto unitario alla governance della Rete. La delega
operativa sarà a cura del Comune di Tortorici. La relazione è
pagina 20
stata affidata allʼagronomo Emanuele Galati Sardo,
allʼarchitetto Corrado Galati Casmiro ed a Giuseppe
Baiamonte (tutti esperti gratuiti), che l' hanno illustrata all'
assemblea. All' iniziativa hanno aderito 24 su 41 comuni della
Rete, 14 attività imprenditoriali, 7 aziende agricole e
zootecniche e solo 2 scuole di Tortorici. «L' idea progettuale si legge in una nota - è quella di attuare delle strategie mirate a
incentivare la produzione e la commercializzazione dei prodotti
di qualità e implementare nuovi servizi a vantaggio della
amministrazioni e dei cittadini. Valorizzazione dei prodotti
locali; implementazione di strategie per il potenziamento dell'
agricoltura sostenibile, turismo rurale promozione dell'
agricoltura». Allʼincontro hanno partecipato anche il neo
presidente dell' Ente Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, il
vice presidente dell'Associazione "Strade dei sapori" Giacomo
Fabio, il segretario generale del comune di Sant'Agata Militello
Roberto Ribaudo, il direttore dell' Ufficio di Piano della Rete,
ingegnere Giuseppe Contiguglia.
centonove
Economia
8 NOVEMBRE 2013
MESSINA. Parte dallo Stretto il cammino verso l’assemblea nazionale
Nella rete di Confimprese
L’obiettivo è creare un network per rafforzare le piccole e medie imprese.
L’appello di Santalco per un tavolo che affronti le emergenze credito e burocrazia
MESSINA. Parte da
Messina il cammino che
condurrà
Confimpreseitalia
allʼAssemblea Nazionale
di Cassino, dal 7 al 9
febbraio. Un
appuntamento, quello
laziale, che sarà soltanto
lʼesito di un lungo viaggio
nel territorio, unʼazione di
sintesi fra le istanze
provenienti dalle
diciannove sedi regionali e
dai sessantamila
associati. Lʼidea di fondo
che anima il progetto è
creare una rete di
supporto, un network
indispensabile per
rafforzare le piccole e
medie imprese che, ad
Un momento dell’incontro a Messina
oggi, costituiscono il
94,8% del tessuto
spunti di convergenza e ad allontanare i
produttivo italiano.
punti di frizione”. Eʼ quanto afferma Guido
Gli appuntamenti sul territorio serviranno
DʼAmico, presidente nazionale, che in
a leggere i desiderata di ciascuna realtà
occasione della conferenza stampa
locale, consentendo lʼindividuazione del
messinese ha posto lʼaccento sulle reali
“file rouge che serve ad accentuare gli
accesso al credito
complicato; un cuneo
fiscale impietoso che
alimenta lo spauracchio
della delocalizzazione.
Evidenziando come le
criticità emergano ancor
più drammaticamente
nello scenario
meridionale, dal palco del
Jolly Hotel DʼAmico ha
voluto ribadire la necessità
di rinnovare la Camera di
Commercio di Messina:
“Occorre mostrare una
volontà chiara di invertire
la tendenza, per tornare
ad essere il centro delle
strategie dʼimpresa
cittadine”.
Da qui lʼappello di
Giuseppe Santalco,
presidente provinciale, al
sindaco Accorinti, affinché
apra un tavolo tecnico per
sciogliere i nodi
istituzionali che
impediscono alle imprese
di sprigionare le proprie
energie arricchendo il
territorio. “Nellʼazione di
partenariato non bisogna
trascurare alcun ambito”,
ha affermato Santalco,
chiedendo un contributo
programmatico in termini
di idee alle organizzazioni
no profit, alle cooperative,
alle associazioni dei consumatori e ai
sindacati dei lavoratori. “Il futuro non si
aspetta, il futuro si prepara”: è un indirizzo
che ha la valenza di un progetto.
CONFIMPRESEITALIA
nata nel 1996 è federata con
Confapi e con
Confcooperative,
organizzazione presente nel
Cnel. Tre le linee guida:
lʼopera di tutela
la fornitura di efficienti
servizi
la definizione e la
proposizione di progetti di
sviluppo per il territorio
Lʼambizione ultima dei
promotori di
ConfimpreseItalia, è quella
di creare una Confederazione
Etica che dia vita ad un
modello condiviso ampio, in
cui convivono e partecipano
non solo imprese e
professionisti, ma anche il
mondo No-Profit delle
Imprese Sociali, le ONG, le
cooperative sinanco i
lavoratori stipendiati, i
pensionati, le casalinghe i
consumatori tutti impegnati a
creare un circuito virtuoso
con al centro il valore
dellʼuomo, le sue
responsabilità ed il mercato.
Confimpreseitalia può
contare su oltre 60.000
associati, con più di
1.000.000 di addetti. Eʼ già
presente con 19 sedi
regionali.
problematiche di fondo che hanno
depresso la nostra economia. La
disamina è impietosa: una burocrazia
eccessiva, con 92 incombenze
giornaliere nella fase dello startup; un
Giuseppe Lombardo
L E GA L M E N T E
AZIENDA SANITARIA
PROVINCIALE DI PALERMO
AVVISO DI GARA
E’ indetta procedura aperta, per la fornitura ed installazione di attrezzature,
apparecchiature ed impianti, previa progettazione e realizzazione del Complesso Operatorio dellʼU.O.C. di Ostetricia e Ginecologia del P.O. “S.Cimino” di
Termini Imerese. Lʼimporto complessivo presunto dellʼappalto ammonta ad Euro 1.130.000,00 oltre I.V.A.
Gli atti di gara possono essere scaricati dal sito internet: www.asppalermo.org.
Il termine di presentazione delle offerte è fissato per le ore 12,00 del 16.12.2013.
Il bando e` stato inviato alla G.U.E. il 16.10.2013.
IL DIRETTORE
U.O.C. PROVVEDITORATO
Avv.to Fabio Damiani
TRIBUNALE DI PATTI
G.E. Dr. A. La Spada
Rif. RGE 114/90
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pagina 21
Economia
8 NOVEMBRE 2013
AMBIENTE. Il Consiglio di Stato boccia il ricorso dei comuni di Pace e San Filippo del Mela
centonove
UOMINI&BUSINESS
Scarpari, «Terna» al lotto
CONSULENTI DEL LAVORO
A Catania riconfermato Barbaro
L’ex prorettore dell’Università Ca Foscari prende casa a Venetico, testimonial
insieme ai cittadini contro l’elettrodotto. Le contromosse degli ambientalisti
CATANIA. Vincenzo Barbaro è stato riconfermato alla presidenza del consiglio provinciale dell' Odine dei consulenti del lavoro.
MESSINA. La sesta sezione del consiglio
di Stato ha bocciato il ricorso dei Comuni
di Pace e San Filippo del Mela ritenendo
infondate alcune delle rimostranze
previste nei motivi di ricorso. In
particolare I giudici amministrativi non
hanno ritenuto fondato il principio di
“precauzione” che i dirigenti di Terna,
prima di chiedere lʼautorizzazione per la
Via, la valutazione di impatto ambientale,
accordato dal Ministero, hanno
comunque rispettato, coinvolgendo gli
amministratori dei Comuni interessati
allʼelettrodotto di Sorgenti Rizziconi, in
una serie di incontri istituzionali per
illustrare le caratteristiche dellʼOpera e il
rispetto delle norme sullʼinquinamento
elettromagnetico.
Ma se questa notizia ha creato malumore
presso le popolazioni della Valle del
Mela, tanto che lʼambientalista Giuseppe
Maimone studia ora la possibilità di un
ricorso al Consiglio di Giustizia europea, il
futuro dellʼopera che- secondo Terna
dovrebbe assicurare un risparmio del
35% sulle bollette elettriche e mettere al
sicuro la Sicilia da possibili black-out, “è
ancora lontano dallʼessere definito”.
La pensa così almeno lʼultimo
“testimonial” contrario alla devastazione
ambientale che lʼopera con tralicci aerei
CONFARTIGIANATO
Il professore Maurizio Scarpari
comporta, il professore Maurizio
Scarpari, ex prorettore dellʼUniversità Ca
Foscari di Venezia, che ha preso casa a
Venetico e lʼavvocato Nino La Rosa, che
assiste i cittadini della battagliera
comunità di Serro, insieme agli avvocati
Gianfranco Passalacqua e Giuliana
Colavecchio. Il pool di legale aspettano
ora di conoscere la data fissata, sempre
al Consiglio di Stato, per discutere, altri
due punti: le violazioni ambientali alla
Zps, la Zona protetta speciale dove
lʼopera ricade, e le violazioni a tutte le
norme per lʼAvifauna.
E mentre Terna continua a spedire
comunicazioni di esproprio ai cittadini i
cui terreni, in maggior parte uliveti,
ricadono nelle aree interessate
allʼElettrodotto, lasciando solo trenta
giorni per i possibili ricorsi contro le
liquidazioni decise dʼufficio, al Tar del
Lazio restano ancora da discutere i due
ricorsi “tecnici” presentati dalla Man,
lʼassociazione ambientalista alla quale
collabora attivamente Anna Giordano.
Specialista di ricorsi a difesa
dellʼAmbiente per conto del Wwf, Anna
Giordano, specialista nel bacchettare la
progettazioni di grandi opere, ha elencato
tutta una serie di violazioni alle leggi
paesaggistiche della Sicilia. Un fatto che
ha portato Terna a sospendere per ora i
lavori del traliccio che investe il territorio
di Gesso e Serro e che i ricorrenti
chiedono venga interrato.
CONVEGNO NAZIONALE
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Suolo e dissesto geologico
La Cia apre il confronto
Srl ad un euro, modificate le regole
LE NOVITA INSERITE NEL DECRETO Lavoro hanno reso più organica la disciplina
sulle Srl a 1 Euro, modificando nuovamente le regole e i requisiti per chi vuole aprire
una società a responsabilità limitata semplificata e di fatto rendendola accessibile a
tutti. Ferme restando tutte le agevolazioni in materia di minori costi di avvio e di statuto standard integrabile, sono stati aboliti il tetto massimo dei 35 anni di età per i soci e
il divieto di nominare uno o più amministratori non soci. Il capitale sociale è compreso
fra uno e 10mila euro e deve essere interamente
versato alla data della costituzione: lʼatto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico e contenere i dati anagrafici e requisiti della società ed il
conferimento del capitale deve essere effettuato in
denaro direttamente allʼorgano amministrativo. Bisogna dunque che la costituzione sia effettuata
presso un notaio, il quale, in caso di utilizzo dello
“statuto standard” pubblicato con Decreto Ministero della giustizia n. 138/2012, si limita a verificare
la sussistenza dei requisiti senza chiedere alcun
onorario, ed entro 20 giorni deposita lʼatto presso lʼUfficio del Registro Imprese, con
esenzione dal pagamento dei diritti di segreteria e bollo: gli unici costi previsti sono il
diritto annuale alla Camera di Commercio (circa 200 euro) e lʼimposta di registro, pari a 168 euro. Eʼ comunque possibile adattare lo statuto rispetto al modello standard
purché vengano rispettate le clausole minime essenziali. Parallelamente è stata soppressa la cosiddetta Srl a capitale ridotto, mentre quelle già esistenti sono automaticamente state trasformate, dal 28 giugno di questʼanno, in srl semplificate. Sarà dunque necessario effettuare il cambio di denominazione sociale in tutti gli atti societari,
mentre non sembra necessario dover apportare variazioni allo statuto e al registro imprese, a meno di ulteriori indicazioni ministeriali al riguardo. Una volta avviata, la società funziona rispettando tutte le norme ordinariamente previste per le Srl. Al fine di
sopperire alla ben nota difficoltà di accesso al credito per le società con un capitale
sociale molto basso è previsto un accordo fra il ministero dellʼEconomia e lʼAssociazione bancaria italiana “per fornire credito a condizioni agevolate ai giovani di età inferiore a 35 anni che intraprendono attività imprenditoriale attraverso la costituzione
di una società a responsabilità limitata semplificata”.
MESSINA. Presso la sala giunta del
Comune, mercoledì 6, il convegno
nazionale della Cia è stato presentato
dal presidente della Confederazione
Italiana Agricoltori di Messina, Luigi
Savoja; dal direttore provinciale,
Sebastiano Furnari; e dai professori
Giuseppe Giaimi e Maurizio
Lanfranchi. "Custodi del suolo e
dissesto idrogeologico" è il tema dei
lavori che si svolgeranno giovedì 14,
dalle 9 alle 13.30. Obiettivo del
seminario è un momento di riflessione
sui temi del dissesto idrogeologico per
dimostrare quanto la prevenzione
attuata attraverso convenzioni con
imprese agricole sia più efficace nel
contrastare il fenomeno del dissesto.
In un periodo di spending review e di
scarsità di risorse, per poter
assicurare un'adeguata prevenzione,
occorre trovare soluzioni alternative.
La Cia intende evidenziare
l'esperienza messinese sottolineando
l'importanza dei necessari
miglioramenti e semplificazioni da
realizzare nel nuovo PSR 2014-2020,
ponendosi come interlocutore verso le
istituzioni in un percorso a supporto
alle imprese. Al convegno
parteciperanno numerosi esperti e i
Ministeri dell'agricoltura e
dell'ambiente e le Regioni.
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Ribisi confermato a guida Sicilia
PALERMO. Filippo Ribisi è stato confermato alla guida di Confartigianato imprese Sicilia. Ribisi, nato a Marineo nel
1957, è imprenditore nel settore dell'impiantistica.
FIEDAMO
Il palermitano Garofalo presidente
PALERMO. Il medico palermitano Piernicola Garofalo è il nuovo presidente
della Fiedamo (Federazione Intersocietaria di Endocrinologia, Diabetologia, Andrologia, Metabolismo e Obesità).
CGIL CALATINA
Brigadeci nuovo segretario
CALTAGIRONE. Salvatore Brigadeci,
55 anni, nativo di San Cono, è il nuovo
segretario generale della Cgil del Calatino. Succede all' uscente Pasquale Timpanaro.
CONSUMATORI
Abuso d’immagine
LʼIMMAGINE di una persona non può
essere esposta, riprodotta o messa in
commercio senza il suo consenso. Non
occorre il consenso della persona ritratta
quando la riproduzione dell'immagine è
giustificata dalla notorietà o dall'ufficio
pubblico coperto da necessità di giustizia o di
polizia, da scopi scientifici, didattici o culturali,
quando la riproduzione è collegata a fatti,
avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o
svoltisi in pubblico. In ogni caso lʼimmagine
non può essere esposta o messa in
commercio, quando l'esposizione o messa in
commercio rechi pregiudizio all'onore, alla
riputazione od anche al decoro nella persona
ritrattata. In caso di violazione della normativa
di legge sul diritto allʼimmagine delle persone,
è possibile chiedere che venga cessato
lʼabusivo utilizzo del ritratto ed anche il
risarcimento dei danni che può senzʼaltro
trovare accoglimento, per come stabilito da
alcune recenti sentenze. In particolare, con
riferimento all'esposizione dell'immagine di un
minore in una fotografia esposta nella vetrina
di un negozio, il Tribunale ha accolto la
domanda di risarcimento dei danni avanzata
dai genitori esercenti la potestà rilevando che
deve senza dubbio ritenersi dato personale
l'immagine fotografica esposta nella vetrina di
un negozio al fine di conseguire un profitto.
Secondo il Tribunale è legittimo il diritto dei
genitori di agire in giudizio al fine di veder
risarcito il danno derivante dalla lesione.
Francesco Suria
Esperto legale Messina
poster
centonove
8 NOVEMBRE 2013
MURALES DI UMANITA VARIA
AurettaSterrantino e Vincenzo Quadarella
STORIE. Una coppia di artisti torna a Messina dopo tanti anni con una rassegna teatrale
Premiata ditta Auretta e Vincenzo
Lei regista e drammaturga, lui compositore e scrittore. Insieme danno vita
alla “Quasi Anonima Produzioni” che debutta con dieci appuntamenti al Savio
MESSINA. Per investire in cultura, di
più, per investire i propri risparmi in
cultura in questo periodo serve come
minimo coraggio. Per investire in cultura
a trent'anni e tornare a “casa”, a
Messina, per restituire qualcosa a una
città, a un territorio, a una gente che ti
ha dato tanto, serve oltre che coraggio
anche un pizzico di follia e tanta, tanta
fiducia nel futuro. Per molti può
sembrare uno scherzo, se non fosse
che a questo scherzo c'è qualcuno che
ci crede. Davvero. Tanto da dedicarcisi
anima, cuore e tasche.
Questo qualcuno ha un nome e due
volti. Il nome, già tutto un programma, è
QuasiAnonimaProduzioni. I volti sono
quelli di Auretta Sterrantino e Vincenzo
Quadarella. E se è vero che come
coppia artistica sono quasi anonimi,
singolarmente vantano storie
professionali ricche e sfaccettate.
Drammaturga, regista e consulente alla
drammaturgia messinese lei,
compositore, sound designer e scrittore
siracusano lui, dopo parecchi anni
passati sui gradoni del Teatro Greco di
Siracusa per le produzioni dell'Istituto
Nazionale del Dramma Antico (INDA),
hanno pensato che questo fosse l'anno
giusto per il grande salto. E da operatori
teatrali si sono trasformati in produttori,
per realizzare una rassegna teatrale
totalmente autoprodotta a Messina. Con
un obiettivo ambizioso: portare sulla
scena volti e testi nuovi, riscritture di
autori antichi e moderni, drammaturgie
originali che riescano a “parlare” al
pubblico. Senza più aspettare niente e
nessuno.
Nasce così “Atto Unico. Scene di Vita.
Vite di Scena”, una rassegna teatrale in
dieci appuntamenti domenicali tra il 24
novembre e il 30 marzo al Teatro Savio.
Dieci spettacoli legati da una linea
ideale: l'azione scenica senza tracce
che svelino la finzione, affreschi
realistici agiti in scena per mostrare
quanto in comune c'è tra "vite di scena"
e "scene di vita", svelando di queste
ultime gli aspetti di drammatica finzione,
talvolta senza celare toni di denuncia.
E per realizzare questo sogno la
QAproduzioni chiama a raccolta
compagnie, musicisti e drammaturghi
messinesi, reggini e siciliani. I figli
migliori di questa terra per popolare uno
spazio condiviso, il teatro, che diventa
terreno comune di dialogo.
La cosa più difficile? Trovare il nome
giusto per cominciare questa avventura.
«Quando abbiamo deciso di buttarci e di
passare all'azione – raccontano
Sterrantino e Quadarella – sapevamo
che avremmo dovuto scegliere un nome
che dicesse qualcosa di noi. Così,
partendo dalla Q di Quadarella, ci è
venuto in mente l'incipit di una poesia di
Pessoa inserita nello spettacolo “Le
Muse e l'InCanto” (regista e
drammaturga la Sterrantino nda):
“Quasi anonima sorridi/e il sole indora i
tuoi capelli./Perché per essere felici/è
necessario non saperlo?”. Ci è
sembrata perfetta e abbiamo scelto,
contro tutto e tutti, di chiamarci
QuasiAnonimaProduzioni. Perfetta per
l'acronimo QA, che richiama i nostri
nomi. Perfetta per il senso esplicito,
perché in effetti Quasi Anonimi lo siamo
davvero. Perfetta per il riferimento a
Pessoa – aggiunge Auretta – che amo
tanto e che mi ha insegnato mio padre.
Perfetta – continua Vincenzo – perché
la felicità del fare teatro è una felicità
inconsapevole, che si comprende solo
nel momento in cui il teatro ti manca.
Perfetta perché ci ha fatto ripensare al
lavoro corale, quasi anonimo, di chi fa
teatro: tecnici, macchinisti, scenografi,
musicisti, attori, registi. Tutti uniti,
assorti, felici, per trasformare un
pensiero in azione e offrire questa
azione al pubblico”.
Con questo spirito la
QuasiAnonimaProduzioni ha cominciato
a progettare “Atto Unico”, che verrà
presentata al pubblico mercoledì 13
novembre, dalle 18.30, al Krithè (locali
ex Cinema Olimpia) in un appuntamento
che più che una conferenza stampa si
annuncia come una festa, un
happening. Perché le prime volte vanno
festeggiate e condivise, con i
protagonisti e con i pubblico.
IL CARTELLONE
Da Pro Testo a Matrioska
MESSINA. Atto Unico comincia ufficialmente il 24 novembre con
lo spettacolo “ProTesto” (QuasiAnonimaProduzioni), un debutto
che mette in campo tutte le tematiche che verranno affrontate a
cascata all'interno della rassegna. A seguire, il I dicembre, “La
lunga notte del dott. Pennac” (Compagnia DAF – Teatro
dell'esatta fantasia), uno spettacolo che è in qualche modo un
vero e proprio debutto, perché approda a Messina in una veste
rinnovata, abbandonando la formula della lettura teatrale per
trasformarsi in concerto-spettacolo. Il terzo appuntamento, il 15
dicembre, è con “Spunti di Vista” (di e con Luca Fiorino), che torna
in scena ampliato e si trasforma da reading in una vera e propria
performance teatrale. Il quarto spettacolo, il 29 dicembre, è
“Ritratti (anche le iene sono fotogeniche)” (Teatro di Morman 2),
tre monologhi noir sul rapporto di tre donne con l'atto violento e
criminoso. La quinta messinscena, il 12 gennaio, è “Erostrato”
pagina 23
(diretto e interpretato da Alessio Bonaffini), un monologo denso e
fortissimo, una parabola ascendente attraverso cui si sviscera il
pensiero sartriano. Il sesto spettacolo, il 26 gennaio, è un altro
debutto in cartellone: “Pinter e a capo” (di Massimo Tuccitto),
un'analisi, in quattro quadri di un personaggio strano, sprezzante
della realtà, moralista e integralista. La settima pièce, il 16
febbraio, è “Il mondo offeso” (Mana Chuma Teatro), liberamente
tratto da “Conversazioni in Sicilia” di Elio Vittorini. L'ottavo
appuntamento, il 2 marzo, è con “D.U.E.” (Il Clan degli attori), un
nuovo esperimento di drammaturgia al debutto, un'altra ricerca,
un altro studio sull'uomo e le sue reazioni, condotto attraverso le
dinamiche che si stabiliscono tra due uomini chiusi in una stanza.
Il nono spettacolo in cartellone, il 16 marzo, porta sulle scene un
inedito di Clelia Lombardo, “Andromaca”, un monologo doloroso e
disperato, ma forte e lucido. Chiude la rassegna, il 30 marzo, un
ultimo debutto: “Matrioska” (QuasiAnonimaProduzioni), uno
spunto di indagine sul rapporto tra identità, sui contrasti, le ombre
e i chiaroscuri.
8 NOVEMBRE 2013
postertoponomastica
centonove
STORIA&STORIE. Un toponimo coniato sotto la dominazione musulmana è giunto fino a noi
Elicona? Era il fiume dell’emiro
Il corso d’acqua che nasce sulle alture di Montalbano ha ricevuto almeno tre denominazioni.
Un vocabolo sopravvissuto grazie alla tradizione orale che racconta una grande storia
DI GIUSEPPE PANTANO
MONTALBANO ELICONA. Come
spesso accade in toponomastica, un
luogo cambia il proprio nome in funzione
della lingua delle popolazioni che nel
corso dei secoli si sono succedute nella
frequentazione o nel dominio di un
determinato sito. I nomi geografici, come
quelli indicanti contrade, fiumi, fontane,
monti e simili, in quanto più stabili nel
tempo rispetto ai vocaboli della lingua
parlata, sono da considerare tracce
importanti del passato di una certa
località e possono servire a ricomporre
più nel dettaglio il grande quadro storico
di un determinato territorio o di una data
regione.
In questo contributo sullʼevoluzione del
nome del fiume oggi chiamato Elicona, si
vuole evidenziare come, nel tempo,
questo corso dʼacqua (che nasce sulle
alture di Montalbano e sfocia nel mar
Tirreno ad est di Tindari, tra i comuni di
Oliveri e Falcone) abbia ricevuto almeno
tre distinte denominazioni, in relazione
alle diverse lingue delle principali culture
dominanti nellʼIsola. Oltre, cioè, ai già
conosciuti nomi di Elicona e di Oliveri,
rispettivamente di origine greca e latinonormanna, si vuole qui dimostrare che
durante il periodo musulmano il fiume era
stato ribattezzato con un nome arabo.
Il nome più antico che si conosca riferibile
al nostro fiume è, appunto, Helicon, dal
greco Helikòs, traducibile con ʻsinuoso,
vorticosoʼ. Tale nome viene menzionato
per la prima volta dal geografo
alessandrino Claudio Tolomeo, nella cui
Introduzione geografica, già nel II secolo,
la foce dellʼElicona viene indicata tra
Tindari e Abaceno. Un nome certamente
carico di riferimenti classici e mitologici, in
quanto ripropone il più famoso monte
omonimo dellʼEllade che si erge ad oltre
1500 metri, al confine tra la Beozia e la
Focide, in vista del golfo di Corinto.
Lʼorigine di un nome siffatto in Sicilia non
può che essere fatto risalire alla
colonizzazione greca e messo in
relazione con Tindari, città fondata su una
parte del territorio della sicula Abaceno
(presso lʼodirna Tripi), da Dionisio il
Vecchio di Siracusa nel 396 a.C., che vi
insediò una colonia di mercenari
provenienti dalla Messenia. A quellʼepoca
questo fiume costituì linea di confine
geografico e politico, ma anche luogo di
scambio tra due culture, quella più
evoluta greca e quella più conservatrice
dei Siculi.
La chance di questa ricerca nasce dal
recupero di un toponimo corrispondente
al nome di una contrada situata sulla riva
orientale del fiume, in prossimità della
frazione Casale di Montalbano (ma
ricadente oggi nel comune di Falcone), la
cui etimologia indica in maniera
inequivocabile che ci troviamo di fronte a
un idronimo in lingua araba e, quindi,
possibile relitto del nome dato al fiume
durante la dominazione musulmana.
È importante notare che questo vocabolo
è sopravvissuto – in assenza di una
specifica documentazione scritta sul
luogo – grazie alla semplice tradizione
orale e, soprattutto, in virtù di un
interessante passaggio, un transfert, da
idronimo a toponimo, da nome indicante
un fiume, cioè, si è avuta la
trasformazione nel nome indicante
unʼarea con esso confinante. È come se,
pagina 24
con linguaggio figurato, il nome di questo
fiume si fosse salvato dalla “piena”
linguistica romanza susseguente, che ha
cancellato i molti nomi arabi di fiumi
siciliani, abbarbicandosi e tenendosi
tenacemente ancorato ad una riva di
esso (lʼunico tra i corsi dʼacqua siciliani ad
aver mantenuto il suo vecchio nome
arabo di Al-Qantar ʻil ponteʼ è il fiume
Alcantara).
Il toponimo di cui ci occupiamo è reso, nel
dialetto locale, con Guadimiri che si
alterna, sempre preceduto dallʼarticolo
determinativo, con la variante Vadimiri.
Etimologicamente si tratta di un nome
composto, risultante dalla fusione delle
voci arabe wadi, con il significato di
ʻfiume, corso dʼacquaʼ, e amir che può
indicare sia ʻprincipeʼ, quanto ʻcapo
militare, comandanteʼ, da cui deriva
centonove
postertoponomastica
ʻemiroʼ. Quindi lʼElicona, durante il
periodo musulmano, era verosimilmente
denominato Wadi al-Amir ʻil fiume
dellʼemiroʼ, una definizione che abbina a
questo fiume il titolo di un personaggio di
rango, in perfetta sintonia con lo stile,
retorico e poetico insieme,
dellʼonomastica islamica.
Ampiamente presente in ambito
linguistico arabo, wadi si trova infatti
impiegato come primo elemento in molte
denominazioni geografiche riguardanti i
fiumi, come ad esempio, tra i tanti, Wadi
el Kibir, in Algeria, Wadi et-Tangi, Wadi
Tamet in Libia etc. È possibile ritrovarlo
ancora in paesi europei di passata
tradizione araba, come Malta, dove wiedindica il primo elemento dei nomi di
numerosi torrenti, o la Spagna, dove wadi
sopravvive nella forma guad-: come in
Guadalquivir e Guadiana. Parecchi e
interessanti furono anche nella Sicilia
araba i nomi fluviali con wadi, menzionati
da geografi, poeti o colti viaggiatori
musulmani (Edrisi, ʻIbn Giubayr, ʻIbnʼalAtir, ʻIbn Hawqal) e riportati nei vari
documenti arabo-siculi dallʼAmari o dal
Cusa. Vale certamente la pena ricordarne
alcuni, anche per spiegare il sistema di
formazione degli idronimi arabi,
essenzialmente connesso a nomi e titoli
personali o a caratteristiche fisiche dei
corsi dʼacqua.
Il Guadalami, composto dallʼar. Wadi
ʻfiumeʼ e come secondo elemento da ayn
ʻsorgente, fonteʼ, situato in un feudo
dellʼantica diocesi di Monreale, ora in
territorio di Piana degli Albanesi; il Wadi
Zaydun ʻfiume di Zaydunʼ, originante da
nome personale, corso dʼacqua citato da
Edrisi nel Libro di re Ruggero, situato tra
Siracusa e Catania, presso lʼattuale
Brucoli; il Wadi at-tin ʻfiume del fangoʼ ora
Dittaino; il Wadi ʻAbbud ʻfiume di Abbudʼ
corrispondente con il vicino Saponara; il
Wadi al-malih, il ʻfiume salatoʼ,
corrispondente con il fiume Salso. Il Wadi
ʻabbas, definito ʻil grande fiumeʼ,
corrispondente allʼantico fiume Oreto di
Palermo, famoso per il magnifico ponte
(visibile ancora oggi) detto
dellʼAmmiraglio, in quanto fattovi costruire
nel 1113 da Giorgio di Antiochia,
musulmano convertito ed intimo
collaboratore di Ruggero II. E, appunto,
Giorgio di Antiochia ebbe conferito il titolo
altamente onorifico di amiràs
ʻammiraglioʼ, termine pure questo
derivato dallʼarabo amir ʻcomandanteʼ
che, per diverse vie e con svariati
adattamenti, si diffuse con fortuna in tutte
le lingue europee, dopo aver assunto,
proprio alla corte normanna, lʼaccezione
specifica di ʻcomandante della flottaʼ e di
ʻammiraglioʼ. Il Wadi Musa è invece il
nome del fiume Simeto, letteralmente ʻil
fiume di Musaʼ. Da questo nome
personale semitico Musa/Mosè, deriva
quindi il nome arabo del fiume. Se ne ha
notizia in un documento medievale di
epoca normanna riportato dal Garufi:
«Nel 1158 la contessa Adelicia di Adernò
dona a S. Lucia sempre di Adernò, la
chiesa di S. Maria non lontana dal casale
Bulichel, sulle sponde del Wadi Musa, il
Simeto». E anche se in Sicilia il nome
Wadi Musa non esiste più, è interessante
riscoprirlo oggi in Medio Oriente: in
Giordania è infatti il nome di una grande e
profonda vallata che porta verso
lʼimportante sito archeologico di Petra.
Sarà anche utile a questo proposito
evidenziare che Musa è pure il nome di
8 NOVEMBRE 2013
“Saitta” di un mulino
sullʼElicona. In basso
Su unʼantica moneta
(hemilitron) in bronzo
di Abaceno è
raffigurato un mezzo
toro dal volto umano
barbato, simbolo del
fiume Elicona.
Nella foto grande
dellapagina accanto
dei numerosi mulini
sul fiume Elicona
(citati da Edrisi),
questo è quello più a
valle, quasi alla foce,
ricadente nel comune
di Oliveri.
Sempre nella pagina
ccanto, in basso a
destra, restaurato di
recente, il magnifico
Ponte dellʼAmmiraglio
di epoca normanna
(prima metà del XII
sec.) fu fatto costruire
da Giorgio di
Antiochia sul Wadi
ʻabbas, nome arabo
dellʼantico fiume
Oreto di Palermo. In
questo stesso luogo
Garibaldi e i suoi
soldati si scontrarono
con le truppe
borboniche nel
maggio 1860.
A sinistra, nella foto
piccola
Wadi al Amir…il fiume
dellʼemiro
unʼaltra contrada lungo il “nostro” fiume,
non distante da Guadimiri. Per di più, se
oltre a quelli menzionati, si aggiungono
altri toponimi di etimo arabo, come
Mustafi o Tafuri, pure presenti in questo
territorio, si può ipotizzare che la zona
corrispondente allʼantico feudo di
Casalvisco ʻCasale del Vescovoʼ, di cui
rimane oggi semplicemente il nome di
Casale, frazione prospiciente il fiume e
situata a quota molto più bassa rispetto la
roccaforte del centro abitato di
Montalbano, abbia costituito durante il
periodo musulmano un habitat fortemente
arabizzato, sia dal punto di vista etnico
che linguistico (non è casuale che i
Normanni lo avessero donato
allʼarcivescovo di Messina con evidenti
scopi di cristianizzazione).
Ma è soprattutto il nome di Misilmeri ad
offrire un confronto significativo con il
Guadimiri del territorio di Montalbano, sia
perché etimologicamente esso è il Manzil
al-Amir ʻil casale dellʼemiroʼ e sia in
quanto il suo fiume (oggi Eleutero) viene
citato da Edrisi come Wadi al-Amir ʻil
fiume dellʼemiroʼ (lʼemiro eponimo
sarebbe il citato Giorgio di Antiochia, a cui
Misilmeri era stato dato in feudo). Ai fini di
questa ricerca ciò è particolarmente
importante per vari motivi. Principalmente
perché ci consente di avere il conforto di
una attestazione storica sul toponimo che
ci interessa, pur se riferito ad altra
località, ma anche in quanto permette di
asserire che mentre il fiume del
Palermitano conserva traccia del proprio
nome solo attraverso lʼantica
documentazione scritta, il nome di quello
montalbanese si è mantenuto vivo nel
tempo grazie alla tradizione orale,
realizzando una sorta di
complementarietà e continuità storica “a
distanza” tra i due fiumi. Nella
monumentale opera sullʼonomastica
siciliana del Caracausi, alla voce
Eleutero, lʼAutore conferma che tale
corso dʼacqua viene menzionato da Edrisi
con il nome arabo di wadi al-amir in
quanto «il fiume scende dal territorio di
Misilmeri, ovvero dal Manzil al-amir
ʻcasale dellʼemiroʼ».
E così il nostro fiume sembra aver avuto
tre diversi nomi: nellʼantichità Helycon,
nel periodo arabo Wadi al-Amir e
successivamente Oliveri (dal nome
personale francese Olivier, che ricorda
anche il famoso personaggio del ciclo
carolingio). Dal Cinquecento in poi, grazie
al Fazello che identifica lʼElicona descritto
da Tolomeo con questo fiume, si assiste
allʼalternanza Elicona/Oliveri durata
alcuni secoli e protratta anche dopo
lʻUnità dʼItalia. Tuttavia, a datare dal
pagina 25
1862, divenendo fisso lʼabbinamento tra
Montalbano ed Elicona come nome di
comune, è divenuto anche più stabile – e
direi anche sempre più definitivo – il
legame tra il fiume e il suo antico nome
greco.
Ricomporre le variazioni toponomastiche
di un luogo, come ho detto allʼinizio,
equivale a ricostruire una parte della sua
storia che, in questo caso, ha permesso
di segnalare una insospettabile presenza
araba nel territorio di Montalbano non
facilmente dimostrabile per altre vie
(anche se ricerche archeologiche mirate
potrebbero dare risultati sorprendenti).
Una storia che si identifica con quella
della vallata dellʼintero bacino fluviale,
che ha avuto inizio già nellʼantichità,
come via di penetrazione verso lʼinterno,
ma che trovò nella cultura e nelle
tradizioni arabe, insieme ad una certa
concezione sacrale per le acque, la sua
massima valorizzazione e fruizione. In
breve, spettano agli Arabi le importanti e
positive trasformazioni intervenute in
questo periodo nellʼeconomia e nellʼuso
del territorio. Si pensi alle opere di
bonifica agraria e di sfruttamento idrico,
alle canalizzazioni per impianti di
irrigazione, al conseguente fiorire
dellʼorticoltura e dellʼarboricoltura,
allʼintroduzione di nuove colture
(cannamele, cotone, lino, gelso) ed alla
costruzione dei mulini ad acqua,
espressamente citati da Edrisi lungo
questo fiume, le cui “saitte” svettanti
ancora oggi tra la vegetazione sono un
bene archeologico da salvare e tutelare.
E il piccolo villaggio di Casale, con le sue
coltivazioni intensive e le sue
sopravvivenze culturali, ne è ancora oggi
fedele testimone.
posterlibri
8 NOVEMBRE 2013
centonove
NOVITA’. L’insegnante palermitano in libreria con “Cose che nessuno sa”
150 ANNI DALLA NASCITA
I segreti di D’Avenia
Colloqui dannunziani
Nel libro edito da Mondadori l’autore non riesce a celarsi tra i personaggi:
il bullo Giulio e Margherita. Ma c’è una nonna che tutti vorremmo avere
MESSINA. Full immersion in
Gabriele D'Annunzio, a cogliere in
molteplice declinazione colori e
sfumature varie delle imprese e
delle opere del poliedrico
personaggio del Vate, poeta,
scrittore, drammaturgo, giornalista,
aviatore, uomo d'armi e di politica,
ed eroe di guerra in età del
Decadentismo, in 3 pomeriggi
novembrini, a 150 anni dalla sua
nascita nel 1863: i Colloqui dottorali
"150 anni di D'Annunzio: il
personaggio, le imprese, le opere".
Ossia il programma di 3 giorni di
lavori dall'11 al 13 novembre, dalle
14:30 che si terrà alla Sala Mostre
del Dipartimento di Civiltà antiche e
moderne, ex Facoltà di Lettere e
Filosofia presso il Polo
Universitario dell'Annunziata di
Messina. Su iniziativa del Dottorato
di ricerca in Storia delle forme
culturarli euro-mediterranee: Studi
storici, geografici, religiosi,
linguistici e letterari, coordinato dal
professor Santi Fedele
dell'Università degli Studi di
DI MARIA DʼASARO
PALERMO. Con i libri è come
con le persone: deve essere
amore, o almeno simpatia, a
prima vista. Con le prime pagine
di Cose che nessuno sa,
dellʼinsegnante scrittore
palermitano Alessandro
DʼAvenia (Mondadori, Milano,
2013, € 13.00), il colpo di
fulmine non cʼè stato. Poi, come
accade anche nelle relazioni
umane non esaltanti, un poʼ per
senso del dovere, un poʼ perché
qualcosa di positivo cʼè sempre
e comunque, la lettura/relazione
è stata portata avanti. E del
romanzo sono stati colti anche i
pregi, che compensano tre
evidenti difetti. Primo: il
presenzialismo dellʼautore.
DʼAvenia non riesce a
nascondersi nei personaggi
che, a tratti, risultano quasi
burattini al servizio della sua
weltanschauung: Giulio e
Margherita, i protagonisti della
storia, non mi pare abbiano
unʼevoluzione psicologica reale
e credibile. Il primo si trasforma
quasi magicamente da bullo
solo e triste a
innamorato
(quasi) maturo e
romantico; la
seconda, da
adolescente
informe a eroina
coraggiosa.
Anche gli altri
personaggi sono
piuttosto statici e
sembrano
rispondere più a
stilemi etici che a figure reali:
nonna Teresa, la madre di
Marta e Stella incarnano la
saggezza, il buon senso, la
disponibilità verso il prossimo e
la capacità di amare. Donne un
poʼ troppo perfette per essere
vere. Anche per la
sovrabbondanza di queste
figure positive, il romanzo - ecco
il secondo limite – a tratti risulta
zuccheroso. Terza pecca, lo
stile, talvolta appesantito
dallʼuso triadico degli aggettivi,
infarcito di citazioni letterarie più
o meno scoperte e pieno di
notazioni psicologiche a buon
mercato, non sempre ben
amalgamate alla trama. Non
renderei però giustizia al libro se
non ne elencassi anche i pregi:
la staticità narrativa, che a mio
avviso caratterizza inizialmente
il romanzo, ha una netta
inversione di rotta da pag. 151:
tutto il capitolo ottavo è ben
confezionato, assai delicato e
godibile è lʼordito dei dialoghi ivi
presenti. Da lì, il seguito del libro
non difetta di azione e colpi di
scena. Non mancano poi
pagine di pura poesia: “La
mattina intanto era esplosa
come un soffione
investito dai desideri
di un bambino e si
disperdeva in ogni
angolo della città”;
“Ogni città ha il suo
genio, la devi
strusciare contro,
toccare i muri,
annusare le strade,
ascoltare i nomi
delle vie e delle
persone”. E nel libro
A CURA DI CARMELO CELONA
cʼè nonna Teresa, che,
accidenti, è la nonna che tutti
avremmo voluto avere. Sebbene
personaggio tutto di un pezzo,
nonna Teresa ti affascina e
cattura: perché è intelligente, è
saggia, perché parla in dialetto
siciliano, la lingua della mia
anima. Perché dice alla nipote
Margherita e a ognuno di noi
delle verità stupende sullʼamore:
“Gioia mia. Lʼamore è fatto di
carne. Lʼuomo desidera la
donna e la risveglia: lei si sente
voluta, amata. Quando un uomo
tocca una donna ci tocca
lʼanima. Non tutti gli uomini
arrivano a sentire lʼanima sotto
le dita, alcuni ʻvastasiʼ si fermano
alla scorza. Una carezza sulla
pelle di una donna è capace di
allisciarci lʼanima, uno schiaffo di
frantumarla… ”.
LA CLASSIFICA
CERTE INGIUSTIZIE dovrebbero essere studiate con
attenzione. Ci si può trovare la traccia che ci permette di
svelare certe congreghe perniciose per il vivere civile,
trasversali ad ogni istituzione e ad ogni sentimento. “Dalla
storia per quanto possa essere succinta, dʼun
avvenimento complicato, dʼun gran male fatto senza
ragione da uomini a uomini, devono, necessariamente,
potersi ricavare osservazioni generali e dʼun utilità.”
Ingegni perversi capaci di stravolgere la verità
maneggiando grida e corti fanno prevalere irreali legittimità
sulla giustizia.
“Per respingere il vero che ricompariva ogni momento,
in mille forme, e da mille parti, con caratteri chiari
comʼora, come sempre, dovettero fare sforzi dʼingegno,
e ricorrere ad espedienti, dei quali non potevamo
di Felice Irrera
Rossana Dedola, Giuseppe Pontiggia. La letteratura e le cose
essenziali che ci riguardano, Avagliano 2013, Pag. 200 € 14,00
In occasione del decennale della scomparsa di Giuseppe Pontiggia, esce
questa lunga intervista dellʼautrice, unita ad un suo saggio che ne passa
in rassegna le opere, mentre cʼè pure una sezione del volume dedicata
alle parole di coloro che lo hanno conosciuto o frequentato, che ne danno una testimonianza viva e toccante. Nellʼintervista, Pontiggia affronta
temi personali, come lʼhandicap del figlio, e argomenti di cui non ha mai
parlato prima, come lʼuccisione del padre o il suicidio della giovanissima
sorella: la voce dello scrittore risuona, come una lezione ininterrotta sia
sulla letteratura che sulla vita.
Casati Modigliani - PalazKhaled Hosseini - E lʼeco riSogliano - Sperling & Kupfer
spose - Piemme
1zoSveva
4
M. Manfredi - Il mio nome è
Joël Dicker - La verità sul canessuno. Il ritorno - Mondadori
so Harry Quebert - Bompiani
2Valerio
5
Giampaolo Pansa - Sangue,
Benedetta Parodi - È pronto! Salva
sesso, soldi. Una controstoria 6la cena con oltre 250 nuove ricette
3
d'Italia dal 1946 a oggi - Rizzoli
semplici e veloci - Rizzoli
wuz.it
LACERTI DI LETTURE
Uomini oscuri
La tre giorni di studi all’Università di Messina
Messina, la tavola rotonda, patrocinata
da Confartigianato Impresa Messina,
aprirà la sua prima sessione, dopo i
saluti del rettore, Pietro Navarra, di
Marianna Gensabella, direttore del
Dipartimento, e del vicepresidente
provinciale Confartigianato Maria
Grazia Bonanno, con l'introduzione del
coordinatore del Dottorato, Fedele,
seguita dall'intervento di Andrea Noto
su "D'Annunzio e il mondo balcanico",
Florinda Aragona su "L'amarissimo
Quarnaro: Ferruccio Parri e la
questione fiumana", Marco Boncoddo
con "La filibusta al potere: l'esperienza
del Quarnaro dannunziano (19191920)" e Alessandra Grasso con
"L'arditismo dopo Fiume: Arditi d'Italia
e Arditi del popolo", con il professor
Pasquale Fornaro dell'Università
messinese come "discussant". Il 12
novembre sarà la volta di Pietro Di
Pietro a relazionare su "Teneo te
Africa: la seconda gesta d'oltremare.
D'Annunzio e la retorica dell'Impero",
di Biancamaria Rotondo con "La
Brigata Sassari nella storia del
sardismo", di Katia Trifirò con "La
seduzione dell'eccesso.
Sperimentalismi teatrali di
D'Annunzio", di Marco Papasidero su
"La tipologia agiografica della Vita di S.
Pantaleone", di Alessia Ruggeri su
"Gabriele D'Annunzio tra letteratura e
cinema" e moderatore Fabio Rossi. Il
13 novembre "D'Annunzio traduttore: i
quattro Inni Omerici di Primo Vere" di
Anna Maria Orlando, a seguire "Fra le
braccia magre del giornalismo: la
lingua di D'Annunzio cronista" di Dalila
Tassone, "Spunti linguistici dalle
pagine de La contessa d'Amalfi di
D'Annunzio" di Stefania Guarneri, "Il
teatro dannunziano: analisi linguistica
di "Più che l'amore" di Valentina Allia,
ed "Oltre ogni confine: il mondo ricorda
D'Annunzio" di Angela Nucera, e
"discussant" il professor Carmelo
Scavuzzo. Agli studenti partecipanti
sarà riconosciuto un credito.
Maria Tiziana Sidoti
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
ignorare lʼingiustizia.” Applicazione costante e
attaccamento ossessivo, per produrre atti iniqui e
discrezionali ma anche la triste condizione che nulla di
meglio, nella vita, li attira che lʼaver miopi vantaggi personali
facendo male altrui. “Gli atti iniqui prodotti da che, se
non da passioni perverse?” Le leggi complesse sono
concepite solo con lʼintento di far di coloro che le applicano
o che le debbono interpretare, veri e propri estemporanei
legislatori, demandandogli un feroce potere discrezionale.
“Complessi di leggi composte con intento generale,
che gli interpreti si facean legislatori. Giacché quando
le cose necessarie non son fatte in maniera di poter
servire ugualmente, in alcuni il pensiero di farle, negli
altri la disposizione ad accettarle, da chiunque sian
fatte.” Gruppi di uomini organizzati possono fare delle
istituzioni lʼarma più potente per annientare senza rischi
qualsiasi nemico. Costoro non si appalesano mai, anzi
appaiono con noi proprio quando sono contro.
pagina 26
“Uomini oscuri e privati, con tristissimo raffinamento
ridussero a sistema e gravemente pubblicarono la
scienza di tormentare altri uomini con quella
tranquillità medesima con la quale si descrive lʼarte di
rimediare ai mali del corpo umano.” Si dà compito di
gestire in grande a coloro che nel piccolo delle loro mediocri
esistenze danno continuamente prova di non saper fare.
Sicché questi adopereranno ogni scorrettezza e scorciatoia
per cancellare il merito altrui, abili come sono nello sfacciato
servilismo e nel gregariato più pietoso. “Ma come mai ad
uomini oscuri e ignoranti potè esser concessa tanta
autorità.” Lʼinnocente che capita sotto il giudizio è esposto
al rischio dellʼerrore giudiziario, è quindi ha da perdere,
diversamente per il colpevole che dallʼerrore giudiziario ha
tutto da guadagnare. “I patimenti e i terrori
dellʼinnocente sono una grande cosa.”
Lacerti tratti da: “La colonna infame ” - 1842
Alessandro Manzoni
centonove
posteranniversari
8 NOVEMBRE 2013
SIRACUSA. A pochi mesi dal centenario del prestigioso istituto
Inda, caos calmo
Si pensa già alle celebrazioni ma nulla appare al proprio posto.
Dal soprintendente “scaduto” alle diffide del sindaco al ministro Bray
DI PAOLO RANDAZZO
SIRACUSA. Di pochissime cose
il siracusani, pensando alla vita
pubblica della loro città, sono
intimamente sicuri e tra queste ci
sono, tra maggio e giugno di ogni
anno, le rappresentazioni
classiche organizzate nel Teatro
greco dallʼIstituto Nazionale del
Dramma Antico. Una certezza
granitica, a prescindere, quasi
metafisica, una certezza che
anche nel 2014 non verrà
smentita ed anzi sarà confermata
dalla prossima stagione Inda.
Sulla qualità artistica degli
spettacoli e sulla reale utilità
culturale delle attività collaterali
per la città e il territorio poi magari
si potrà discutere, ci si
interrogherà e dividerà più o
meno folkloristicamente, ma una
cosa è certa: gli spettacoli ci
saranno, le pietre del teatro greco
risuoneranno ancora dei versi dei tragici,
al debutto ci si metterà eleganti e si
commenterà, criticherà, applaudirà, si
conteranno le migliaia di biglietti venduti.
Per altro ci si avvia ad assistere ad un
ciclo di spettacoli che segnerà la
ricorrenza del centenario della prima
rappresentazione (Agamennone),
organizzata nel 1914 al Teatro Greco
dallʼIstituto allora diretto dal Conte
Gargallo: facile prevedere unʼesplosione
di retorica identitaria - i politici siracusani
vantano spesso la naturale vocazione
teatrale della città, ma dimenticano
sempre che a Siracusa il Teatro
Comunale è ancora chiuso, che da
decenni i cittadini siracusani non godono
di una civile e pubblica stagione di
spettacoli e che artisti e teatranti
siracusani, se vogliono vivere di teatro,
devono lasciare la loro città -. Del resto
basta scavare un poʼ nella realtà
effettuale del Dramma Antico e farsi
appena qualche domanda ed ecco che la
situazione non si rivela normale e serena
come ci si sforza di rappresentarla e,
soprattutto, restano senza risposta
alcune domande che invece appaiono
pertinenti. Scaduto lʼincarico di
sovrintendente, ricoperto per due mandati
da Fernando Balestra, e scaduto il CdA
targato centro-destra ci si aspettavano,
da parte di vasti settori della città e un poʼ
da tutto il mondo teatrale italiano, dei
significativi cambiamenti nella
governance dellʼIstituto e una seria
ventata di novità, invece nulla è accaduto:
il precedente ministro Ornaghi, sʼè mosso
con non poca goffaggine bocciando le
candidature a sovrintendente (certo, in
gran parte discutibili) presentate in
extremis dal CdA ma lasciando poi tutto
in aria, il nuovo ministro invece è rimasto
Nella foto in alto
il ministro
Massimo Bray.
Sopra il sindaco
di Siracusa,
Giancarlo
Garozzo.
Nella foto
accanto una rappresentazione
teatrale
allʼInda
fermo, occupato probabilmente in affari
più urgenti. Eppure le domande che la
situazione suscita esigono risposte
immediate: perché il ministero dei Beni
culturali, recepiti i pareri del Ministero
delle Finanze, non avvia subito la riforma
dello statuto che riduce da otto a cinque i
componenti del CdA della Fondazione?
Perché il prefetto Alessandro Giacchetti,
che da Commissario del Comune di
Siracusa prima delle amministrative ha
assunto la guida dellʼInda (nella triplice
veste di presidente, consigliere delegato
e sovrintendente) non viene rimosso né si
dimette dallʼincarico commissariale (che,
seppur svolto a titolo gratuito, scade il 31
dicembre e con buone speranze dʼessere
riconfermato anche per i mesi a seguire,
come egli stesso candidamente ammette
e, in qualche modo, sembra auspicare)
visto che nel frattempo a Siracusa è stato
eletto sindaco Giancarlo Garozzo (Pd di
osservanza renziana) il quale,
legittimamente, reclama a sua volta di
poter svolgere il ruolo di Presidente della
Fondazione e annuncia di aver diffidato il
ministro Bray ad avviare le procedure per
sbloccare celermente lʼempasse? «La
richiesta dellʼ Amministrazione, volta al
rispetto della norma statutaria in base alla
quale la Presidenza dellʼInda spetta di
diritto al Sindaco di Siracusa, si fonda su
ragioni istituzionali e culturali - spiega
Alessio Lo Giudice, giovane assessore
alla cultura della giunta Garozzo -.
Garantire la rappresentanza
dellʼAmministrazione Comunale in seno
allʼInda consentirebbe la condivisione del
progetto culturale dellʼIstituto da parte
dellʼintero territorio. Tale condivisione è
ancor più necessaria in questa fase in cui
si sta programmando una stagione e un
ciclo di eventi celebrativi del centenario
Inda. Una stagione così importante deve
essere opportunamente elaborata e
condivisa dalla città e dalle sue migliori
intelligenze, poiché va intesa come
unʼoccasione di valorizzazione e
promozione della nostra comunità». Ed
ancora cʼè da chiedersi: chi, a quale titolo
e con quali competenze specifiche si
assumerà, o sta assumendosi, la
responsabilità delle scelte che porteranno
agli spettacoli e alle attività culturali della
prossima stagione (rumors cittadini
danno in ascesa le candidature dei registi
Luca De Fusco e Daniele Salvo)? Basta
in tal senso la struttura burocratica
dellʼIstituto? E ammesso che basti, è
concepibile che a decidere in ambiti
artistici ed a livelli altissimi (data la
tradizione Inda) siano dei funzionari? È
davvero sufficiente la nomina
Alessio Lo Giudice
pagina 27
dellʼarchitetto e regista siracusano
Manuel Giliberti come consulente artistico
di Giacchetti? Non rappresenta questa
nomina un modo per mettere al riparo da
ogni critica di merito (e quindi
confermare) questo strano
commissariamento? Fino a che punto
questa vicenda è condizionata anche da
una più vasta partita nazionale che ruota
intorno alle nomine nei maggiori teatri
italiani? Da questo punto di vista la
politica siracusana appare
complessivamente distratta, divisa,
incapace di far blocco: i parlamentari del
Pdl (il senatore Alicata e la
Prestigiacomo) hanno ad esempio, sia
pur con qualche distinguo e qualche
generico apprezzamento allʼazione del
Sindaco, dichiarato pubblicamente che,
per quanto li riguarda, Giacchetti può
gestire anche la stagione del centenario,
mentre quelli del Pd, con interrogazioni,
proposte di legge ed ordini del giorno
(prima firmataria Sofia Amoddio), dopo
un qualche periodo di stasi, si sono mossi
e si muovono in direzione opposta,
ovvero sollecitando il ministro Bray a
prender posizione, a comprendere
lʼimportanza che lʼ Inda riveste per la
cultura della città e, dunque, a risolvere la
questione. Ma, come dicevano i latini:
dum Romae consulitur, Saguntum
expugnatur.
Sofia Amoddio
8 NOVEMBRE 2013
postermusica
centonove
Lillo
Alessandro
durante
una premiazione
PROTAGONISTI. A tu per tu col patron di Scala Maggiore
Piparo:torno a scuola
«Dare ai piccoli l’imprinting della bellezza». L’obiettivo
del musicista-manager e i progetti per Messina col jazz club
MESSINA. Alessandro Piparo,
47 anni, di recente ha avviato
un “jazz club”, Scala
Maggiore, che è anche una
associazione civica che vuole
fare e diffondere cultura.
Perché Piparo partire dalla
musica per arrivare alle
scuole?
Io penso che la musica fa
parte della nostra vita e le note
DI ANGELO SAVASTA
come le stagioni di
accompagnano nella nostra
esistenza. Ma la scuola è il
MESSINA. Reduce dal “Primo Festival
fulcro di tutto. Se non diamo
del Peperoncino” che si è svolto a
cultura ai ragazzi, che vuoi
Messina con una serie di eventi che
avere di bello? Se diamo da
vanno dalla musica jazz alle tarantelle
piccoli lʼimprinting della
fino alle tradizioni più popolari come “la
bellezza, crescerà un uomo
battaglia dei bastoni” di Roccalumera,
diverso che vorrà il bello: vorrà
Lillo Alessandro è pronto per un altro
informazioni, il sapere, e
appuntamento importante, quello col
quantʼaltro.
premio Colapesce che si svolgerà lʼ11
Quali idee avete in serbo
novembre al Palacultura di Messina. Un
per Messina?
Alessandro Piparo
riconoscimento “inventato” da Lillo
Oltre quello che già facciamo
Alessandro per i concittadini illustri. Lui,
abbiamo aperto Scala
selezione perché tutti i cittadini che
invece, il riconoscimento più “alto” lo ha
Maggiore jazz club con lʼobiettivo
portano la spazzatura riciclata ricevano
già ricevuto: è presidente emerito a vita
principale di fare conoscere i musicisti di
dallʼamministrazione un buono sulle
dellʼIgf (International Group Folklore),
Messina che sono di livello, ma non
tasse. Sarebbe questo una maniera
organismo mondiale che coordina
hanno avuto finora una piattaforma dove
virtuosa, a costo zero, che darebbe un
lʼattività di tutti i gruppi folklorici del
la gente possa ascoltarli. Tantʼè il palco
pratica da seguire a tutti.
mondo. Un riconoscimento una carriera
del club è il punto principale del locale,
E poi?
fatta di tenacia, passione e competenze
che comunica con i tavoli, in tutte le
Organizzerei con le scuole una task-force
chi chi ha portato con orgoglio il nome di
direzioni.
di cervelli, per trovare delle soluzioni
Messina in giro per il mondo.
Come coniugate musica e cultura?
condivise per lo sviluppo di Messina. La
Come ha intrapreso la strada del
Le nostre pareti sono libere per quanti
freschezza delle idee è quella che non va
folklore?
portatori di idee vogliano proporre
smarrita. E se Messina muore ogni giorno
A dieci anni andavo a scuola e
iniziative: mostre fotografiche, di pittura,
è perché cʼè un giovane, una fresca
contemporaneamente lavoravo in una
presentazioni di libri e quantʼaltro
intelligenza che lascia la sua città per
salumeria. Poi ho scoperto il bar e rimasi
rappresenti arti espressive e comunque
portare la sua storia e il suo sapere
affascinato da questo luogo che
cultura.
altrove. Ma così il mondo si arricchisce,
accomunava gente di tutte le estrazioni
Possiamo raccontare qualche
Messina si impoverisce. Sempre più.
sociali, e nel bar appunto, ho cominciato
esperienza?
E.B.
a lavorare da garzone. Ebbi delle
Abbiamo avuto Claudio DʼAudino che ha
presentato un suo libro di aforismi e poi
abbiamo avuto pittori e naturalmente
musicisti, molti artisti anche di fuori, che
hanno assicurato la loro performance.
E la città come risponde?
Quando ci conosce benissimo, ma la
nostra posizione anche geografica, che è
allʼangolo tra via Garibaldi e viale della
SANTʼAGATA MILITELLO. LʼAssociazione “La Via del Mare – Incontro con” proLibertà, assicura la discrezione e quindi
pone con lʼArgentina una tre giorni dʼarte (8-9-10 novembre) a SantʼAgata di Misiamo orientati a crescere piano e bene.
litello. Lʼevento è imperniato sulla mostra “Immagini-Immaginario” al centro culAltre idee in cantiere?
turale Castello Gallego, con estensione nelle cornici eleganti del Frantoio Rizzo
Lo sviluppo di una web Tv per veicolare
lʼ8 e del Museo Etnoantropologico dei Nebrodi domenica 10. Si tratta di una rasaltri messaggi culturali sul Web e tre cose
segna di artisti italo-americani contemporanei relativi agli anni ʼ60 e ʼ70, con un
per la città da fare sapere anche al
programma arricchito di spunti anche musicali che accrescono le sensibilità arsindaco Accorinti, che già da adesso
tistiche del pubblico, già coinvolto dagli artisti che in quel tratto di costa sono noinvitiamo a farci visita: la spazzatura ad
toriamente da qualche anno in attivissimo e corale movimento, creativo ed espoesempio da problema si potrebbe
sitivo. Il programma prevede, oltre alle mostre, momenti preziosi di canto e mucambiare in risorsa. Basterebbe
sica con Caruana, Mario Ferrara, Elisa Pezzuto e Micaela Chaque, che della muorganizzare un centro di raccolta e
sica argentina comunica la marcata influenza dellʼimponente immigrazione italiana in Sudamerica agli inizi del secolo scorso. Promotore della macchina organizzativa questa volta è lʼAtelier Linea dʼOmbra dellʼartista Ettore Merlinoi.
L’INTERVISTA
“Il mio folklore? E’ nato tra le prostitute”
A tu per tu con il patron dei Canterini, Lillo Alessandro
APPUNTAMENTI D’ARTE
Sant’Agata Militello, canto... tra i quadri
pagina 28
esperienze incredibili che hanno contribuito
alla mia crescita sia come uomo che come
professionista. Allʼepoca erano ancora
aperte le case di tolleranza e diverse volte
mi è toccato di portare il caffè alle
prostitute. A contatto con queste donne ho
scoperto un grande senso di umanità ed ho
sempre riservato nei loro confronti un
particolare rispetto. In seguito, mi capitò di
lavorare anche come commesso dai fratelli
Piccolo dove, per mia fortuna, grazie alla
sensibilità di uno di loro, Mario per essere
precisi, potetti coltivare con una certa
continuità lʼhobby del ballo.
Ma come sei giunto ai Canterini
peloritani?
Quando divenni ballerino presso
lʼaccademia di danza di Messina, il mio
amico Pippo Carbone, mi invitò a
frequentare i Canterini peloritani che allora
erano stati fondati nel 1935 da alcuni
studenti universitari del tempo e accadde
così, con molta naturalezza direi, che ci
scambiammo le due culture di danza. Io
acquisii i canoni della danza folklorica e
Pippo quelli della classica che poi, come
molti sanno, lo ha portato ai massimi fasti
delle più importanti platee nazionali e
internazionali.
Per rimanere in tema, le mie interviste
sono sempre di carattere musicale e tu
in tal senso hai tante cose da
raccontare...
Si, è vero. La canzone, o meglio, la musica
per me, è stata unʼ esigenza per dar luogo
a un repertorio dei Canterini. Un repertorio
che potesse dare più un carattere di
originalità al gruppo. E da qui nacquero
varie composizioni di successo. In seguito,
dopo le tante apparizioni nei più importanti
programmi televisivi, rappresentammo la
Sicila a Canzonissima 1964 con Corrado
Lojacono risultando i vincitori con il 94% dei
consensi.
Cosa si dovrebbe fare per far conoscere
meglio i tesori della nostra terra?
Questa è una nota dolente per la quale mi
batto da diversi anni. Purtroppo la politica
siciliana, fino ad oggi, non ha adottato
alcun provvedimento per indirizzare i
giovani ad uno studio sulla cultura e sulle
tradizioni che possa farci riappropriare
delle nostre radici.
posterrubriche
centonove
PALERMO. Al via la 38esima edizione del Festival di Morgana del teatro di figura
I mille colori del teatro di figura
La rassegna al Museo delle marionette
Pasqualino. Tra miti e miracoli
DI PAOLO RANDAZZO
PALERMO. È difficile raccontare il fascino
del Museo internazionale delle marionette
dedicato ad “Antonio Pasqualino” e che si
trova a Palermo proprio accanto a Piazza
Marina. È difficile perché lʼinteresse e la
bellezza di questa struttura museale non
la si trova soltanto nella superficie del suo
aspetto o nella bellezza di ciascuna delle
opere e che conserva ma, per esser
percepita pienamente, la si deve cercare,
e la si trova, nella sorprendente profondità
multicolore delle mille e mille storie che
ogni suo pezzo custodisce e può
raccontare. Pezzi antichi e nuovi, pupi,
marionette, ombre cinesi, fondali, teatrini,
pupazzi dʼogni origine e dimensione:
pezzi che raccontano storie celebri e
sconosciute, miti, leggende, miracoli e
avventure, sapienze artigianali, pezzi che
raccontano eroi e divinità, raccontano
insomma le culture
popolari che nelle
loro forme si sono
sedimentate. Se un
sacrificio è richiesto
al visitatore è solo
quello di donarsi il
tempo necessario
per ascoltarle
queste storie. Un
museo fondato nel
1975, per volontà di
Antonio Pasqualino
(il benemerito
medico antropologo
palermitano il cui
valore non si
ricorda mai
abbastanza) a dieci dalla fondazione
dellʼ“Associazione per la conservazione
delle tradizioni popolari” che ne è ancora
lʼanima e il motore. Parliamo questa volta
di “Poikilia, variazioni sul tema”, ovvero la
LA MOSTRA
Transizione permanente a San Marco d’Alunzio
SAN MARCO dʼAlunzio. Saranno inaugurati, domenica 10 novembre 2013 a San
Marco dʼAlunzio la Gadam (Galleria dʼArte Antonino Meli) e il “Kilometro della cultura”, due importanti iniziative che rientrano nel nuovo piano per lo sviluppo economico del comune nebroideo. I due eventi collaterali inizieranno alle ore 16:30 allʼinizio di Via Aluntina. La nuova Gadam, ospitata nello storico palazzo di Casa Meli, abitazione dello scrittore Antonino Meli, ha il preciso impegno di riprendere e far
ripartire un periodo artistico e culturale che, a San Marco dʼAlunzio e nei paesi limitrofi, manca da tempo. Attraverso le raccolte artistiche, la Gadam diventerà uno
spazio in cui si troveranno le opere dei più importanti artisti italiani e stranieri insieme ai lavori dei giovani creativi, che troveranno un luogo stimolante e culturalmente attivo dove esporre le loro opere. Il 10 novembre 2013, in occasione dellʼinaugurazione, si svolgerà anche la mostra dʼarte contemporanea “Transizione Permanente: dal riscatto oggettuale della ʻPopular Artʼ allʼobliquo ritorno della figurazione”, che si concluderà il 15 dicembre 2013.
trentottesima edizione del Festival del
teatro di figura che annualmente il museo
organizza e ospita nel suo teatrino
interno. Ecco le date e gli spettacoli
dellʼedizione di questʼanno curata da
Rosario Perricone: venerdì 8 e sabato 9
alle 21.15 e domenica alle 18.30 “The
adventures of white-man” (teatro di
oggetti) dello statunitense Paul Zaloom;
martedì 12 alle 21.15 “The bag lady”
(teatro di oggetti), della compagnia
spagnola The bag lady theater; giovedì
14, venerdì 15 e sabato 16 alle 21.15 le
marionette “Toytur bootur” della
“Compagnia di attori e marionette” della
repubblica russa della Yacuzia; domenica
17 alle 18.30 è la volta della nostra opera
dei pupi col “Duello di Orlando e Rinaldo
per amore della bella angelica” della
Compagnia Carlo Magno di Enzo
Mancuso e alle 21.15 la compagnia “Sand
art” presenta “Pinocchio” di e con Stefania
Bruno; quindi martedì 19 e mercoledì 20
alle 21.15 le “Avventure di Fagiolino” con i
burattini del Centro teatrale Corniani;
infine sabato 23 e domenica 24, alle
21.30, le figure di “Freaks” della
compagnia francese “Les Remoulers”.
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Al mercato dei vignaioli indipendenti
UN ALTRO APPUNTAMENTO da non perdere si svolgerà dal 30
novembre e allʼ1 dicembre quando oltre 200 artigiani del vino
saranno a PiacenzaExpo per il Mercato dei vini dei vignaioli
indipendenti, organizzato da Fivi - Federazione Italiana Vignaioli
Indipendenti. Un viaggio attraverso i filari del nostro Paese: dalle
montagne della Valle DʼAosta al sole delle Sicilia. Per scoprire
oltre mille etichette, vitigni poco conosciuti, modi di pensare e
creare il vino diversi e, soprattutto, incontrare e conoscere piccoli
straordinari artigiani che curano i loro prodotti dalla vigna, alla
cantina. Fino ad accompagnarli sulla nostra tavola. E la nuova
immagine del mercato Piacentino, realizzata dallʼillustratrice
Monica Zani, fatta di bottiglie contenenti il volto di ognuno degli
oltre 750 vigneron Fivi, vuole comunicare la fatica, la passione, la
singolarità e diversità di ognuno di loro e dei loro vini. Volti che
diventano etichette, bottiglie che racchiudono le vite di grandi
artigiani della vigna e della cantina. Ogni bottiglia
custodisce un racconto. Stappare una bottiglia
significa lasciare fluire la storia di chi ha creato quel
vino e lo offre ai consumatori. Lo fa “mettendoci la
faccia”, perché è frutto unicamente del suo lavoro:
inizia in vigna e si conclude con una stretta di mano con chi lo
acquista. È questa la realtà dei Vignaioli Indipendenti. Prendersi
cura della vite e dei suoi grappoli, di territori e paesaggi patrimonio
di tutti noi. Significa credere nella terra e nelle proprie capacità di
valorizzarla, metterci impegno e farcela nonostante la burocrazia
soffocante, la crisi economica: nonostante tutto. Significa lavorare
la propria terra, investire in lavoro e risorse. Raccontare dentro
una bottiglia una storia, unʼidentità e offrirla agli altri. La presenza
di numerosi artigiani del cibo aprirà una finestra sulle tipicità
gastronomiche legate ad un modello di filiera alimentare in tutto e
per tutto simile a quella dei vignaioli Fivi, e renderà la
degustazione dei vini ancora più gustosa.
www.mercatodeivini.it
pagina 29
8 NOVEMBRE 2013
MUSICA
di Cesare Natoli
L’orchestra in casa
È UNA BELLA rassegna
storica il libro “La macchina
della musica. Lʼorchestra in casa”. Un
testo – edito da Rai Eri poco tempo fa –
agile e di facile consultazione, nel
quale lʼautore, Paolo Prato, traccia un
percorso tecnologico e sociale a un
tempo. Dal fonografo al registratore a
cassette, dal juke-box alla radio, dal
karaoke al walkman, dal lettore Cd
allʼiPod, infatti, le macchine musicali e i
loro supporti (cilindro, disco, nastro,
compact disc, mp3, e così via) hanno
segnato lʼevoluzione dellʼarte dei suoni,
condizionandone, da un lato,
lʼevoluzione del suo stesso linguaggio
e, dallʼaltro, rendendola fruibile a tutti in
spazi pubblici e privati: dallʼabitazione
domestica alla passeggiata con cuffie.
Lʼopera, che contiene una prefazione
di Renzo Arbore, affronta lo sviluppo
delle macchine per la riproduzione e la
registrazione di musica in una
prospettiva, dicevamo,
prevalentemente storica, scegliendo
una periodizzazione che riflette il tipo di
tecnologia dominante, dallʼera degli
automi a quella meccanica, dallʼera
elettrica a quella digitale, scoprendo di
volta in volta anche altri punti di vista,
strettamente intrecciati alla tecnica e
alla società: lʼeconomia, le oscillazioni
del gusto, i comportamenti e le
abitudini di ascolto. Il tutto condito,
opportunamente, da statistiche e
curiosità.
NUOVEVISIONI
di Marco Olivieri
Sacro Gra, Leone
d’oro a Venezia
INATTESO LEONE dʼoro allʼultima
Mostra del Cinema di Venezia, grazie
alla scelta della giuria presieduta da
Bernardo Bertolucci, il film “Sacro Gra”
conferma lʼimportanza dei documentari.
Un cinema della realtà, dello sguardo
profondo sulla vita e i suoi risvolti meno
consueti, non più confinato in settori
marginali dei festival. La regia di
Gianfranco Rosi – già autore degli
apprezzati titoli internazionali
“Boatman”, “Afterwords”, “Below Sea
Level” ed “El Sicario Room 164” –
spicca per la capacità visionaria di
raccontare il Grande raccordo anulare
di Roma come un mondo a parte, tra
figure e psicologie che rimangono
impresse, studiate con capacità
analitica dalla macchina da presa.
Sofferenze individuali e marginalità
sulle quali Rosi indaga avendo come
modello le atmosfere magiche del
romanzo “Le città invisibili” di Calvino.
Non a caso “Sacro Gra” nasce da
unʼidea di un architetto e urbanista
Nicolò Bassetti, trasformata in cinema
grazie a due anni di riprese e
fascinazioni visive.
“Sacro Gra” al Cineauditorium
“Fasola” di Messina
8 NOVEMBRE 2013
posterlettere&...
MESSINADRASTICA di Fabio Amato
QUI SCUOLA di Andrea Smith
Obbligo per la scuola
di pubblicizzare tutti i documenti
TRASPARENZA DEL Palazzo e
pubblicità degli atti. Se ne è discusso alla
50ma edizione dello SMAU di Milano nella
tre giorni dedicata al mondo
dellʼinnovazione e delle tecnologie digitali.
Tra i numerosi workshop organizzati
dallʼIWA (International Webmasters Association) Italy
è stata presente la scuola con la “Comunità di Porte
aperte sul web” della Direzione regionale della
Lombardia, che ha approfondito gli obblighi, le
responsabilità e le sanzioni derivanti dal D. L.vo 33/13,
che vuole lʼAmministrazione pubblica trasparente e
aperta verso i cittadini. Sono stati autorevoli esponenti
della Comunità, quali Mario Varini, Paolo Bozzo, Nadia
Caprotti, Alberto Ardizzone e Marco Milesi -autore di
due plugin gratuiti in wordpress per la gestione delle
procedure - a esporre i requisiti dei siti web delle
scuole e gli obblighi di pubblicazione con lʼAlbo on line
o Albo pretorio e lʼAmministrazione Trasparente.
Allʼalbo on line, obbligatorio dal 1° gennaio 2011,
devono essere pubblicati tutti gli atti oggetto di
pubblicità legale, i bandi di concorso e i bandi di gara.
La mancata pubblicazione on line rende lʼatto nullo,
quindi privo di ogni effetto. Per la Trasparenza, il D.
L.vo 33/13 pone lʼobbligo ai dirigenti di pubblicare sul
sito web tutte le notizie e i documenti riguardanti la
gestione della scuola. Il cittadino ha diritto di
conoscere tutte le informazioni e i dati gestionali, di
fruirne gratuitamente e di utilizzarli e riutilizzarli con
lʼobbligo dellʼintegrità, citando la fonte. Sono, quindi, di
pubblico dominio, ad esempio, gli incarichi e le
consulenze esterne, gli importi liquidati, le spese
sostenute. Lʼomessa pubblicazione causa la nullità
degli atti e il pagamento del corrispettivo determina
la responsabilità del dirigente che l'ha disposto accertata all'esito del procedimento disciplinare - con
il pagamento di una sanzione pari alla somma
corrisposta, fatto salvo il risarcimento del danno del
destinatario. Insomma, come sottolinea Roberto
Scano – presidente IWA Italy e già componente della
Cabina di regia dellʼAgenda digitale per le competenze
digitali -, “la norma vuole il recupero della trasparenza
responsabilizzando il dirigente, che ha lʼobbligo di
pubblicare tutti i documenti on line, facendo diventare
lʼamministrazione una casa di vetro” e “assegna il
diritto-dovere al cittadino di vigilare in ordine alla
presenza di quanto previsto”. Il decreto è innovativo
perché impone obblighi, ma determina precise
sanzioni pecuniarie in caso di inadempienze.
Allʼamministrazione, quindi, il compito e lʼobbligo di
essere trasparente, al cittadino il diritto-dovere di
vigilare e intervenire.
ECOLOGIA&AMBIENTE
centonove
HERITAGE di Sergio Bertolami
Ode al Neon
Sui Mac la Sicilia di primo
Ottocento
MESSINA. Lunedì 28 ottobre ore 8.30, Messina si blocca, tutta
la Città è ferma. In Viale San Martino, all'altezza del Coin, 10
operai altamente specializzati con tute firmate Krizia stanno
cambiando un neon, più avanti, in Piazza Cairoli, 10 operai pittori vestiti Armani stanno rifacendo le striscie pedonali ed
in Via Garibaldi 10 operai- scultori stanno sistemando tutti i
marciapiedi dissestati, in aria 10 elicotteri controllano che i
lavori siano svolti nel miglior modo possibile. Una macchina
perfetta, un orologio Svizzero Peccato che la Città è bloccata.
Le macchine sono ferme in file interminabili e suonano i
clacson, le moto passano sui marciapiedi rompendoli ed i
Vigili Urbani dirigono il traffico dagli alberi ed i Cittadini
camminano sulle macchine. Una scena apocalittica, ma
bisogna portare a termine i lavori entro stasera altrimenti è un
casino. Ma ci rendiamo conto. La nostra Città è un casino
perenne, un cantiere aperto, e bloccano la Città per un neon!!!!
Stanno aggiustando la Via del mare, non ho ancora capito
cosa debbano fare , so solo che sarà chiusa fino a Dicembre!
I Cinesi hanno fatto la Muraglia Cinese in meno tempo e noi
per un Km. di strada e forse meno, ci stiamo 2 mesi .Vuoi
vedere che è un modo imprenditoriale per dare lavoro !? Del
resto abbiamo dato lavoro a 30 operai, cosa volete di più a
Messina i neon, le striscie pedonali creano lavoro. Pensate se
rompessimo tutti i neon della Città, quanto lavoro avremmo!!!!
Rompiamoli tutti questi cazzi di neon! Avevamo la chiave del
successo e non lo sapevamo. Grazie Neon ti amo! P.S. Ho
visto 3 famosi imprenditori della nostra città, rompere i neon
di notte per risollevare le sorti finanziarie delle loro aziende e
creare posti di lavoro!
W I NEONS !!!!
SICILIAN SCENERY, il libro di Peter De Wint che
molti, soprattutto negli Stati Uniti, hanno già scaricato
sui loro iPad, iPhone e iPod
touch, potrà essere aperto in iBooks su
tutti i Mac del mondo. Perché, col nuovissimo OS X Mavericks, «anche il Mac si dà
alla lettura». Fra due milioni di libri che si
possono condividere sui dispositivi Apple,
uno racconta il paesaggio siciliano dʼinizio Ottocento. In inglese, francese, ora
anche in italiano. Troverete Sicilian Scenery indicizzato in apertura di Google.
Cliccate. Sullo store di iTunes-Libri scoprirete che è gratis.Si fregia del bollino di
qualità controllata “made for iBooks”, essendo ottimizzato per la lettura interattiva.
In altre parole è un libro che, oggi, racconta il passato con le migliori tecnologie
del futuro. Per certi versi è un passato del
tutto particolare, visto che lʼautore delle
vedute non ha mai messo piede in Sicilia.
È rimasto a Londra a preparare incisioni,
diffuse dalla casa editrice Rodwell & Martin nel corso di tre anni, dal 1821 al 1823.
Il vero viaggiatore era, invece, William Light, militare in carriera di stanza in Sicilia,
che ebbe modo di raffigurare nel suo taccuino da disegno le località più apprezzate dellʼisola.
Di tali schizzi si servì Peter De Wint, fra i
grandi paesaggisti romantici inglesi.
Membro della Royal Academy Schools e
della Old Watercolour Society, raggiunse
la fama di illustratore con le suggestioni
naturalistiche pubblicate dalle maggiori
case editrici dell'epoca. Sicilian Scenery,
faceva parte di una collana di più ampio
respiro: un diario pittorico di viaggio intitolato European Scenery. Aveva lʼintento
di presentare angoli pittoreschi, non ancora contaminati dal progresso e dalle trasformazioni moderne. Grazie ad Experiences, senza sovvenzioni pubbliche,
questo libro non è più soltanto un bel pezzo di antiquariato per pochi, ma un prodotto offerto alla conoscenza di tutti. Una
dimostrazione di come le nuove tecnologie possano rendere più che sostenibile
la promozione culturale.
[email protected]
diAnna Giordano
Erosione, cause da rimuovere
ERRARE Eʼ UMANO, perseverare è diabolico. Forse ho
iniziato altri articoli così, ma è una costante del mio
quotidiano vivere da ambientalista e quindi mi permetto di
ripetermi. Ho scritto decine e decine di pagine agli enti,
tutti, sullʼerosione costiera, lettere in cui si chiedeva, come
Man, Wwf e Italia Nostra, di non approvare porticcioli a
destra e a manca, o promenade varie, o varianti al PRG
(Tono Mortelle, per dirne una) o Portorosa bis (Caronia
marina) o porti canali (via S.Cecilia e annessa isola
artificiale stile Dubai), e poi ancora, contro le ipotesi folli di
risolvere il problema buttando a mare materiale di cantiere
(ponte sullo Stretto versione 2012, inenarrabile) oppure di
dragaggio o qualsivoglia altro materiale. Di tutte le lettere,
tante, troppe, è arrivata solo una risposta con relativo
diniego agli enti e via strali contro le associazioni
ambientaliste, ree di impedire che agli
errori del recentissimo passato (case
autorizzate praticamente a ridosso del
mare, fiumare tombinate ovunque), si
potesse porre rimedio semplicemente
buttando a mare materiale, con buona
pace di tutti gli organismi viventi marini,
che con gli impressionanti torbide dovute ai sedimenti
buttati nel loro delicatissimo mondo, ne trarrebbero solo e
soltanto distruzione. Manco a dirlo, gli strali venivano da
chi non intendeva rimuovere le cause dellʼerosione, non
sia mai. Pagine e pagine sulla posidonia oceanica, pianta
importantissima che rallenta lʼenergia dellʼonda, unica vera
difesa contro lʼerosione insieme ad una intelligente
gestione della fascia costiera e delle fiumare, ma no,
ancora oggi e chissà per quanto ancora, chi da una parte e
chi dallʼaltra, invoca materiali da buttare a mare per
difendere case, ville, strade, casotti e tanto altro. Come se
pagina 30
il mare fosse diventata la nuova discarica autorizzata della
regione Sicilia chiunque abbia qualcosa da buttare, che sia
materiale innocuo o no, sempre danno fa. Ora abbiamo i
villaggi tirrenici che chiedono il materiale del porto di
Tremestieri, prima ancora si pensava, stesso materiale, di
spargerlo nelle tormentate acque dello Stretto fino a Capo
Peloro, poi pare lo si voglia buttare un poʼ più giù. Nel
frattempo gli scavi di Terna nella fiumara Gallo
(Villafranca) giacciono sotto la ex Pirelli, in attesa (si spera
di no), di essere buttati a mare, laddove 12 o più milioni di
euro già spesi (e buttati sotto forma di ripascimento
costiero) hanno in gran parte fallito. O vi mettete in testa
che si devono rimuovere le cause, in primis lʼarroganza
umana che porta ad occupare spazi che la natura voleva
liberi di interscambiarsi gli uni con gli altri e soprattutto
evitando interventi tampone di massi a destra e a manca,
oppure creerete solo il deserto dei tartari nel mare ed
erosione perenne. Come un cane che si morde la coda.
poster...commenti
centonove
8 NOVEMBRE 2013
IN MEMORIA di Renato De Luca*
ELIODORO
Quando De Pasquale mi regalò il libro “Lotte contadine”
La giustizia soffoca
MESSINA. Non considerare
lʼingiustizia sociale un dato
strutturale della società non è un
epitaffio, è la sintesi della storia
delle idee di un comunista.
Il bellʼarticolo di Peppino
Mangiapane pubblicato da
Centonove in ricordo di Pancrazio
De Pasquale, suscita emozioni, in
chi lʼha conosciuto, e sollecita
riflessioni ancora attuali.
Sgombro subito il campo dagli
equivoci. Non ho titoli per dire di
De Pasquale di più di quanto altri
abbiano già detto; non appartengo
a quella generazione eroica di cui
fa parte lo stesso Mangiapane che,
con Eli Conti e Emanuele Tuccari,
con De Pasquale condivise le
asperità dei tempi e la straordinaria
costruzione del partito gramsciano
di massa.
Tuttavia, ho il privilegio di avere
strettamente collaborato con
Pancrazio negli ultimi anni della
sua vita, gli anni della
Rifondazione comunista (come
dice bene Peppino, quella di
Garavini).
Anche quelli furono, in qualche
modo, anni eroici per la
straordinaria battaglia, di cui De
Pasquale fu uno dei dirigenti,
contro i missili a Comiso.
In occasione di un nostro viaggio in
quelle terre del ragusano, durante
il pranzo in una trattoria, non mi
seppi trattenere (ero ancora
giovane, allora) e gli chiesi,
dʼimpulso: «Pancrazio, per quale
motivo hai aderito a
Rifondazione?». Io, permeato della
mia formazione “sessantottina”,
non riuscivo a capire come
quellʼintellettuale sempre garante
delle Istituzioni fosse approdato a
Rifondazione che, nonostante il
Pds, ancora teneva sulla sua
bandiera rossa il simbolo della
falce e del martello.
Cʼera, forse, nella scelta di
Pancrazio (era appena stato
rieletto deputato con circa tremila
voti), una dose di opportunismo?
Voleva, forse, dare risposte
politiche a quel gruppo dirigente
del partito messinese che aveva
formato e lo aveva malamente
abbandonato?
Tante domande, forse capziose,
nella mia testa.
Non ebbi una risposta immediata,
mi disse solo: «la mia risposta la
avrai stasera, quando torneremo a
Messina e ti farò un regalo».
Quando tornammo a tarda notte,
mi invitò a salire a casa sua e dalla
sua biblioteca trasse un libro, mai
più rieditato dalla Editori Riuniti;
che mi regalò dopo avermelo
dedicato: Lotte contadine in Sicilia
Pancrazio De Pasquale
di Pio La Torre. E solo a quel punto
mi disse «leggilo, e capirai perché
sono e resto comunista».
Credo di avere capito che, con
quel gesto, mi indicasse un
percorso, meglio, il filo rosso che
univa le lotte dei contadini siciliani
che occupavano le terre incolte
con la nuova battaglia per la Pace
che si combatteva in quegli anni a
Comiso. E quanto fosse
fondamentale il ruolo dirigente dei
comunisti. Un ruolo dirigente che
serviva a costruire e pensare nuovi
orizzonti sociali e civili e non a
distruggere quanto si era fin lì
costruito al prezzo di enormi
sacrifici. Eccolo qui Pancrazio De
Pasquale: mai il tanto peggio tanto
meglio, perché il peggio ricade
sempre sugli sfruttati e sui deboli.
E, dunque, De Pasquale fine
paladino delle Istituzioni
repubblicane ed al tempo stesso
nelle piazze rivendicative.
Vero intellettuale organico.
Su questa linea di ragionamento
mi permetto di fare, per dimostrare
lʼattualità della lezione di
Pancrazio, una associazione tra
eventi e momenti diversi.
Avantieri le lotte per la terra, ieri
quelle per la Pace, oggi, pochi
giorni fa a Roma, la
manifestazione promossa, tra gli
altri da Rodotà e Landini, per la
piena affermazione della
Costituzione e quella successiva
per il diritto alla casa e contro il
precariato. Tutto si tiene, e la
lezione di De Pasquale e dei
comunisti come lui, è il collante.
Ancora un ricordo, quasi privato, di
Pancrazio. Eravamo stati delegati
al primo congresso di
Rifondazione comunista lui, io e la,
a noi, carissima compagna Ester
Colaianni. Si unì anche, in quella
occasione, Miriam Mafai, cognata
di Pancrazio, nel suo ruolo di
giornalista di Repubblica.
Hotel Ergife di Roma. Alla fine fu
intonata lʼInternazionale; lo vidi
piangere mentre teneva, come tutti
noi, il pugno chiuso levato al cielo.
Bravi i compagni di SEL ad avere
intitolato un loro circolo a
Pancrazio De Pasquale. Vorrei
che lo facessero anche i miei
compagni del Pdci e quelli di
Rifondazione e tutta la diaspora
comunista, ma non bastano le
intitolazioni, serve la
comprensione dei fatti e della
“fase” e la scelta faticosa ed
entusiasmante dellʼunità. Questo
mi ha insegnato Pancrazio De
Pasquale, per sempre.
*Segreteria provinciale Pdci
di Messina
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Un cucciolo sotto l’albero
L'INTENZIONE Eʼ QUELLA di regalare un amico a
quattro zampe per il prossimo Natale? E se fosse
possibile regalare un animale ad una persona cui
si vuole bene e, contemporaneamente, essere
utili ad una creatura in difficoltà? I volontari
dell'ex macello di Via Don Blasco, che a Messina
ospita e cura tantissimi randagi tra numerosi
disagi e poche risorse, hanno lanciato
un'iniziativa che potrebbe rappresentare la
soluzione ideale, Un regalo X 2. Un dono
veramente speciale: si adotta un cane a distanza
a nome di un proprio caro. Le immagini dei
quattrozampe da aiutare sono tutte disponibili
sulla pagina Facebook BAU Mercatino. La tariffa
è di almeno cinque euro per quanti mesi si voglia.
È di venticinque euro se si sceglie di
adottare per sei mesi, mentre per un
anno è di cinquantacinque euro. Si
otterrà poi una tessera con la foto
dell'esemplare prescelto, il proprio
nome e cognome e quello della
persona a cui destinare questo splendido atto di
sensibilità e generosità. Così, a Natale, un
cagnolino avrà sotto l'albero una cuccia calda,
tanto cibo e le cure necessarie, cose difficili da
garantire con continuità quando mancano i fondi
ed una persona cara proverà la soddisfazione di
avere ispirato un gesto capace di salvare una
vita. Chiunque intenda aiutare il rifugio dell'ex
macello a prendersi cura di un animale sfortunato
può scrivere direttamente sulla pagina pubblica o
mandare un messaggio privato all'indirizzo email
lary456@hotmail. com.
pagina 31
CATANIA. Alla giustizia
manca l'aria, letteralmente.
Nei giorni scorsi
un magistrato è stato colto
da malore ed ha sospeso
l'udienza: troppe persone
in un'aula troppo piccola, tra
avvocati, imputati, testimoni,
familiari, nell'ex Pretura di via
Crispi. Inadeguati anche
i nuovissimi locali, affittati
a peso d'oro dal sindaco
Stancanelli, in via Guardia
della Carvana: sono
sotterranei. Il sindaco Bianco
revoca il contratto e pensa di
trasferire magistrati e utenza
in una scuola in tutt'altra parte
della città. La giustizia
catanese è già frazionata in sei
siti: una via crucis nel traffico.
Il sogno di una cittadella, a
Librino o nell'ex Palazzo delle
poste di viale Africa, comprato
durante la precedente
sindacatura Bianco e
abbandonato a se stesso, è un
sogno. Anzi, un'utopia.
150 PAROLE DA PALERMO
Fa’ la cosa giusta …
A PALERMO, DA oggi al dieci novembre, i Cantieri Culturali
della Zisa ospiteranno per il secondo anno “Faʼ la cosa giusta”: fiera che presenta idee, pratiche e prodotti per il consumo critico e per uno stile di vita sostenibile. Ci saranno stand
dedicati ai beni comuni, al mercato equo e solidale, alla bioarchitettura, a viaggi e cosmesi meno inquinanti, laboratori per
fare in casa il pane e il sapone e consigli per costituire gruppi dʼacquisto. Sarà una bella kermesse: ma, ahimè, ci saranno sempre i soliti noti. Perché purtroppo, oggi più che mai in
tempi di crisi, le scelte ecologiche sono spesso pratiche di
nicchia, esercitate solo da elite di benestanti “illuminati”. Invece, come esortava Alex Langer, gli ecologisti dovrebbero
cercare di rendere le scelte verdi socialmente desiderabili e
possibili per tutti. Nella speranza che “fare la cosa giusta” non
sia appannaggio di una minoranza benestante, ma consapevole scelta nazional-popolare.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Il sindaco integralista
IL RICHIAMO ALLA Costituzione è sicuramente il modo più forte
ed esigente di riferirsi a un complesso di valori fondanti per tutti i
cittadini. Tanto più quando il richiamo viene fatto da
rappresentanti delle istituzioni. Così anche Accorinti, nella qualità
di sindaco di Messina, ha voluto ricordare, durante la cerimonia
del 4 Novembre, che “l'Italia ripudia la guerra”. Ma allora, si dirà,
perchè tante polemiche? Il riferimento all'articolo 11 è
sacrosanto, ma non può fermarsi alle parole iniziali. E' necessario
leggere l'articolo per intero: “L'Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in
condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia
fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo”. Insomma, la guerra come
strumento di difesa non viene affatto ripudiata in quanto l'opzione
pacifista della Costituzione non è assoluta. D'altra parte, se la
Costituzione escludesse la guerra sempre e comunque (il “senza
se e senza ma” di tutti gli integralisti) che senso avrebbe l'articolo
78? “Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al
Governo i poteri necessari”. Accorinti sa bene che la lotta al
nazifascismo fu condotta soprattutto militarmente e che quindi
l'uso delle armi, sempre sotto controllo parlamentare, può essere
ammesso anche se solo in casi estremi, quando cioè i metodi
nonviolenti non sono più sufficienti. Il discorso del 4 Novembre
conferma che la cultura politica di Accorinti è ispirata ad una
concezione etica, ma non procedurale della democrazia. La
democrazia è insieme di valori, ma incarnati in un sistema di
regole, procedure, senza di cui c'è spazio solo per visioni
integraliste della società. In definitiva, quindi, pacifismo assoluto e
Costituzione Italiana risultano incompatibili, per questo Accorinti
nella qualità di sindaco ha sbagliato.
[email protected]