La Sicilia resta fuori dall`Europa
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La Sicilia resta fuori dall`Europa
ISSN 1974-2932 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Dr/CBPA - Catania 9 771974 293002 11 0 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 003 40 5 1 w w w. i v e s p r i . i t gior ni di Cronaca, Politica, Spor t e Cultura N. 30 anno VI - 30 Luglio 2011 - € 1,50 - In abbinamento con la Gazzetta del Sud - € 1,00 Operazione Iblis Le carte in mano al Csm Bellini Festival Tre i progetti. Si sfiora il ridicolo Messina Un nuovo commissario per l’ Atm Favara Le mani della mafia sull’aeroporto (che non c’è) La Sicilia resta fuori dall’Europa L’asse ferroviario Berlino-Palermo rischia di saltare: niente Ponte Ennesimo scippo tra la solita indifferenza della nostra classe politica Cronaca 2 Cronaca 3 Sommario Sommario w w w. i v e s p r i . i t gior ni di Cronaca, Politica, Spor t e Cultura Vignetta Editoriale 3 7 Rubriche 8 Opinione 11 Primo piano 13 Catania 16 Catania 18 Catania 20 Catania 22 Catania 23 Catania 24 Messina 26 Messina 29 Palermo 30 Palermo 32 Trapani 34 Agrigento 36 Messina 38 Sacrifici necessari. Bere o affogare, di Nunzia Scalzo Ve lo diamo noi il voto, a cura di Thor L’Italia tra crisi politica e finanziaria, di Maurizio Ballistreri Corridoio 1, forse non si fa più. E’ allarme, di Giovanni Iozzia Dedicati a Bellini, non uno, ma ben tre Festival, di Fabio Tracuzzi Inchiesta Iblis, il Csm chiede gli atti. La situazione è sempre più calda e sfuggente, di Nunzia Scalzo Centri commerciali naturali: arrivano 25 milioni di euro, di Antonio Borzì Cannizzo, un assessore che nessuno vuole, di M.T. Sommario Adesso Fontanarossa ha un respiro europeo, di Melania Tanteri Tassisti sul piede di guerra: “Pronti ad abbandonare l’aeroporto”, di Simone Rausi Atm, ultima fermata piazza Pugliatti?, di Giovanni Frazzica Scuole siciliane, addio 1584 posti, di M.C. Mission possible: riscontrare Ciancimino Massimo, di Virginia Di Leo Palermo: burocrazia elefantiaca, di Fabio Sortino Quel cranio “trapanato”, ma 2000 anni prima di Cristo, di Enzo Tartamella La mafia di Favara gestiva anche gli appalti non ancora fatti, di Franco Castaldo Sapore di Sal...ina, di Massimiliano Cavaleri 4 13 18 76 Sommario 40 Siracusa 42 Il progetto internazionale di A.RE.S. Film & Media Festival, di Rosa Tomarchio Avola: rabbia e disperazione tra i coltivatori, di Ro.To. Enna Palazzo Varisano riconsegnato alla città, di Maria Cristina Graziano Regalbuto Sostegno agli imprenditori e alle famiglie in difficoltà, M.C.G Il fatto Sanità siciliana: situazione precaria, di Popularis Fatti e fattacci L’ “arvulu rossu. Ovvero, forse: un duello durato dieci secondi, di Gaetano Marino Acireale Le Terme di Acireale a... Ferro e fuoco, di Marco Militello Eventi Successo per la terza edizione di “Teatri Riflessi” Mostre Gioco e storia in un Museo, di Ada Fichera L’intervista “Il Capitano Morello - Una vita per l’Italia, di Alberto Bucchieri Libri “Il comune sentire”, di Angelo Mattone Cinema “Harry Potter” e i doni della morte, di Rosario Lizzio Televisione Esercizi di stile. E forse non solo, di Canaletto Offerte di lavoro Attualità Attenti alle “tigri”... anche se sono zanzare, di Fabrizio Grasso Beach volley 44 45 46 48 Iscrizione al Tribunale di Catania n. 7/2006 del 3 marzo 2006 Iscrizione al R.O.C. N° 14257 DIRETTORE RESPONSABILE NUNZIA SCALZO e-mail: [email protected] PRESIDENTE Carmelo Rapisarda e-mail: [email protected] COORDINATORE redazione di trapani Ignazio Crimi REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via Vecchia Ognina 142/B - 95127 Catania tel. 095.7110894 - fax: 095.387171 e-mail: [email protected] UFFICIO DI CORRISPONDENZA DI PALERMO Via Siracusa 1/E (Ang. via Libertà) 50 55 57 UFFICIO DI CORRISPONDENZA DI TRAPANI Via G. Marconi, 198 Erice - cap 91016 UFFICIO DI CORRISPONDENZA DI MESSINA Via Giordano Bruno, 106 isolato 146 cap 98123 - Messina VIGNETTE Riccardo Guardone FOTO Leo 60 GRAFICA E IMPAGINAZIONE Hi-Res Computer Graphics, Tel. 320.8918547 e-mail: [email protected] sito internet: www.grafica-italia.it 62 CONTATTI Redazione: [email protected] Foto: [email protected] Lettere al direttore, quesiti: [email protected] 63 65 70 72 75 76 Pallanuoto, la “catanesità” vincente della Strano Light Nuoto Catania, di Umberto Pioletti Manoscritti, foto, disegni ed altro materiale inviato non verranno restituiti, anche se non pubblicati. Prezzo di una copia € 1,50 - In abbinamento con la Gazzetta del Sud € 1,00 - Arretrati il doppio Abbonamento annuale € 80,00 Le copie sono inviate entro 24 ore dalla stampa, il recapito avviene a mezzo posta. 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Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DR/CBPA Catania STAMPA Grafiche Cosentino - via delle Balatazze 106/108 - 95041 - Caltagirone (CT), Tel: 093.327307 - E-mail: [email protected] Questo numero è stato chiuso in redazione il 19/07/2011 alle ore 17 HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Maurizio Ballistreri, Antonio Borzì, Alberto Bucchieri, Canaletto, Franco Castaldo, Stella Castelli, Massimiliano Cavaleri, Ada Fichera, Giovanni Frazzica, Pietro Frazzica, Fabrizio Grasso, Maria Cristina Graziano, Giovanni Iozzia, Rosario Lizzio, Gaetano Marino, Angelo Mattone, Marco Militello, Umberto Pioletti, Popularis, Simone Rausi, Fabio Sortino, Melania Tanteri, Enzo Tartamella, Thor, Rosa Tomarchio Per la foto del direttore a pagina 7, si ringrazia Foto Mary, Via Duca degli Abruzzi, 18 Catania Focus 78 Rubrica 82 (Ventitrè siti di cultura e bellezza). I teatri millenari per coltivare futuro, di Enzo Trantino I Vespri sito internet: www.ivespri.it EDITING I VESPRI, SOCIETA’ COOPERATIVA Grande successo della tappa catanese del campionato femminile, di U.P. Sport Sommario Siracusa Avviso agli abbonati: qualora il giornale non dovesse arrivarvi potete inviare una segnalazione all’indirizzo e-mail [email protected] 5 Cronaca Editoriale S di Nunzia Scalzo Sacrifici necessari Bere o affogare e oggi qualcuno si azzarda a criticare i signori della Casta che hanno rotto ogni argine sia nel concedersi privilegi da nababbi sia nell’imporre sacrifici assurdi ai cittadini che li mantengono, è considerato una specie di Anticristo, un mostro, un nemico della democrazia della quale i politici e i partiti sono considerati gli insostituibili pezzi da Novanta. In passato, di fronte agli sprechi e ai vantaggi dei politici ci si indignava e basta, adesso l’indignazione si è trasformata in rabbia e se il Parlamento e il Governo non corrono ai ripari e non si adoperano per qualche misura correttiva, non si arriverà alla rivoluzione solo perchè gli italiani sono gente pigra, ma al linciaggio ci si approssima ogni giorno di più se è vero che un fantomatico precario, su Facebook, sta spopolando per i suoi messaggi contro la Casta. E non è certo un fatto da prendere sottogamba. L’aria che si respira e il clima che si va creando assomiglia sempre più a quello d’inizio anni Novanta, quando la Prima Repubblica subiva le prime picconate da Mani pulite. A pagare fu soltanto Bettino Craxi. A beneficiarne tutti gli altri. Solo che a differenza di allora oggi c’è una mobilitazione che parte anche o forse soprattutto dalla Rete e gli effetti, come è già successo, potrebbero essere superiori a qualsiasi previsione o immaginazione. Come non bastasse, la gente è a dir poco inferocita per la manovra finanziaria del governo che ruba a chi non ha e fa prosperare chi ha, e si colgono le prime avvisaglie di uno stato d’animo molto esasperato. Poi sono davvero ridicoli i politici e i giornalisti che continuano a ripetere che la colpa di tutto questo malcostume non va ascritta all’attuale esecutivo. Infatti non è così. Ma cosa ha fatto l’attuale esecutivo per cambiare le cose? Una benemerita mazza. La replica indignata di un politico è stata: “ma è sempre stato così! Non capisco perché tutto questo clamore”. Ah beh, allora. Se non capisce il perché del clamore è inutile anche parlarne. Stando così le cose non ci sono molte alternative. Anzi ce n’è una sola: o bere o affogare. Il nostro Parlamento ha deciso che è meglio bere. E giustamente. Peccato però che dall’amaro calice colmo di veleno dobbiamo bere soltanto noi cittadini. Loro, i politici, si guardano bene dal posarci le labbra. E questa è una cosa difficile da digerire, forse la cicuta si digerisce, ma la presa per i fondelli no. Stupirsi del fatto che la gente sia furibonda significa vivere in una dimensione altra che non ha nulla a che fare con la realtà e con questo Paese. Quella dei politici appunto. Completamente scollati dai problemi reali del Paese come quelli che propongono di tagliare il numero dei parlamentari, dimenticando o forse non sapendo neppure che è un’operazione difficile da praticarsi dovendosi modificare la Costituzione. C’è poi chi si batte per ridurre l’indennità di carica, di tagliare i privilegi, di dimezzare le auto blu, tutte cose fattibili, utili, ma forse non immediatamente praticabili e probabilmente si troverebbero sempre i soliti trucchi per mantenere lo Status quo ante. Alla gente che grida vendetta bisogna dare segnali di buona volontà, per cominciare si potrebbe smantellare tutta la macchina burocratica sopra le nostre spalle e sopprimere gli enti inutili. Abbiamo un governo europeo, un governo nazionale, un governo regionale, un governo provinciale, un governo comunale, circoscrizioni varie, comunità montane e una selva di enti inutili da tutti considerati tali, ma mai ufficialmente soppressi. E’ naturale che tutti questi passaggi si ripercuotono sui cittadini che sono costretti a fare i conti con una burocrazia da esaurimento nervoso e spese allucinanti a causa di uno Stato che non investe, e invece spreca. La gente è stanca. Ma stanca davvero. L’allarme è già suonato. Ignoralo è da suonati. “ L’aria che si respira e il clima che si va creando assomiglia sempre più a quello d’inizio anni Novanta, quando la Prima Repubblica subiva le prime picconate da Mani pulite 7 Rubriche 4 Voto Giulio Tremonti – Thor ride di gusto nella sua residenza pensando al ministro dell’Economia “Giulietto” Tremonti, che aveva dichiarato “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”. La nuova manovra comporterà una spesa aggiuntiva per le stremate famiglie italiane di oltre 1000 euro al mese e Thor esclama “alla faccia del bicarbonato di sodio, per dirla con Totò, il quale avrebbe perentoriamente ammonito Tremonti: “ma mi faccia il piacere, se ne vada!”. 0 Voto a cura di Thor 1 0 – improbabile Nino Rizzo Nervo – Thor legge un blog su internet in cui un internauta, in risposta ad una dichiarazione di tale Nino Rizzo Nervo, consigliere di amministrazione della Rai, che aveva affermato” La Rai è morta, lo dico da anni”, ha detto “mai vista una Signora defunta che continua a pagare fior di milioni ai propri consiglieri di amministrazione”. E Thor “parole vere, ma perché sto’ Rizzo Nervo non si dimette?”. Franco Battiato – Afflitto, Thor dice alla moglie Sif “il mondo dello spettacolo e la cultura in Italia si sono omologati alla politica, con saltimbanchi e cialtroni, guarda i cosiddetti ‘intellettuali’ impegnati, che fanno gli anti-politici e guadagnano montagne di soldi”. Poi, Thor, leggendo un’intervista all’Espresso del cantautore siculo Franco Battiato si rasserena. Dice Battiato riferito alla politica “Non si può sparare nel mucchio. In generale, la detesto. Alcuni politici spendono in trucchi e illusionismi e negano le pensioni sociali. Quando vedo famiglie che risparmiano 5 euro mi sento male…Il Paese si divide in tre micronazioni. Una schifosa, un’altra disillusa, che se ne frega di chiunque e l’ultima, che è eccezionale. È incredibile che nessuno abbia fatto una rivoluzione per liberarsi di manigoldi e cricche…Quella è gente capace di buttare via trenta milioni di euro per una piscina il cui tetto crolla ancor prima dell’inaugurazione o stanziarne seicento per un G8 mai realizzato. La moglie di un noto gentiluomo di Sua Santità attingeva direttamente ai finanziamenti statali. Non so se è chiaro. Se mi sono spiegato”. E il dio del tuono grida “finalmente un intellettuale italiano serio!”. 8 – serio e fuori dai denti 8 Voto 1 – contraddittorio 8 José Manuel Barroso – Thor dice ai suoi amici Hogun il Fosco, Fandrall lo Spadaccino e Volstagg il Vanaglorioso “quel Barroso non mi è mai piaciuto, sempre prono ai ‘poteri forti’ e poi con quella faccia, sembra uno degli alieni di Star Trek!”. E gli amici chiedono “ma perché, o dio del tuono, c’è l’hai con lui?”. E Thor “leggete cosa gli ha scritto giustamente Il Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, in una lunga lettera, per scongiurare il pericolo del definitivo isolamento dell’Italia meridionale dal resto d’Europa”. L’allarme è scattato dopo l’analisi del progetto di bilancio comunitario per il 2020 presentato lo scorso 29 giugno a Bruxelles, che prevede - per l’Italia meridionale - una radicale rivisitazione dell’assetto del sistema di comunicazione. La Commissione propone di cancellare il vecchio “Corridoio 1” Berlino-Palermo, per sostituirlo con un nuovo “Corridoio 5” Helsinki-La Valletta. “Sempre contro la bella e magica Sicilia” dice Thor! 1 – brutto e malevolo (per la Sicilia!) 7 Voto Ferdinando Latteri – All’improvviso un velo di tristezza cala sugli occhi di Thor, che dice a Odino “ l’onorevole Ferdinando Latteri è morto a 66 anni dopo una lunga malattia. La sua città, Catania, ha reso omaggio a un personaggio poliedrico, impegnato su tanti fronti, da quello politico a quello della ricerca universitaria. Proprio la sua lunga carriera accademica, iniziata nel 1975 con una cattedra presso la facoltà di Medicina etnea e culminata con il doppio mandato di rettore sino al 2006, è stata ricordata con particolare affetto dai colleghi e dalle tante generazioni di chirurghi che il professore ha formato. Un gran signore, che con la politica ci ha rimesso, un bon vivant, tutto diverso dai quei politici grigi, che vivono con l’avarizia del potere, un uomo di rara educazione, capace di sorridere senza rancore anche quando qualche politicante minacciava di ‘prenderlo a pedate’”. E Thor conclude chiedendo a Odino “Padere di tutti gli dei del Nord, prendilo nel Walhalla”. 10 – alla memoria 10 Voto Massimo D’Alema – Uno spot del vecchio e bellissimo carosello aveva come protagonista Calimero, a cui tutti davano addosso e che sconsolato diceva “c’è l’hanno tutti con me perché sono piccolo e nero!” e, ai giorni nostri, dice Thor a Balder, “sembra la metafora di Massimo D’Alema. Da Pippo Civati, consigliere regionale Pd della Lombardia e leader dei “rottamatori” con Matteo Renzi, che ha detto “D’Alema è patrimonio dell’Unesco” a Carlo De Benedetti “con i suoi comportamenti ammazza il Pd”, passando per Marco Travaglio che sul Fatto Quotidiano segnala “che ogni volta che scoppia uno scandalo salta fuori il suo nome o quello di un suo amico”. E Balder replica: “quello è sulla breccia dai tempi di Togliatti, 7 volte parlamentare, capogruppo del Pds, presidente del Consiglio e più volte ministro e, oggi, presidente del Comitato per i servizi segreti, ma chi lo ammazza (politicamente) quello?”. 7 – inossidabile (acciaio inox sovietico…) Voto Rubriche 1 9 OPINIONE Opinione WWW.IVESPRI.IT Informazione quotidiana Attualità, Politica, Cultura, Economia Scienza & Salute, Hi tech, Sport, Dossier Informazione quotidiana 10 8 10 Opinione L’Italia tra crisi politica e finanziaria In Europa non esistendo alcuna forma di unità politica, ma solo monetaria, sono i singoli governi a dover dimostrare la loro credibilità C' di Maurizio Ballistreri è ancora qualche osservatore politico che si at- “Mondo” di Pannunzio”, scopriva i trucchi della contabilità dello tarda in vecchie e stereotipate analisi sulla crisi Stato fascista: il divario tra i bilanci di competenza, di cassa e il del sistema economico nazionale e dei suoi ri- conto dei residui dal 1922 al 1929. schi di default, cercandone le cause nel cosid- Il punto è che l’attuale crisi non è finanziaria ma politica, così detto “keynesismo italiano” degli scorsi anni come è stato in Grecia e Portogallo, in Spagna e Belgio: gli Stati ‘70”, come se il grande economista inglese fosse stato l’antesi- Uniti sono ad un passo da un nuovo ’29, ma nessuno pensa che gnano di quelle politiche pubbliche fondate su alto indebitamento l’Amministrazione-Obama non prenderà decisioni, nonostante il pubblico, privilegi, malaconflitto con il Congresso. burocrazia, alta tassazione In Europa invece, non esiverso il basso, tutto per stendo alcuna forma di unialimentare il clientelismo tà politica, ma solo monepolitico. Dimenticando, taria, sono i singoli governi tra l’altro, che la crisi ecoa dover dimostrare la loro nomica dei giorni nostri credibilità, con il risultato in Italia è stata alimentata che la speculazione attacca dalla “finanza virtuale”, i titoli pubblici e quelli banfatta di cartolarizzaziocari dei Paesi che abbinano ni, dell’attuale ministro alti deficit e debiti sovrani dell’Economia Giulio con i problemi politici e Tremonti, durante la preistituzionali. Il caso dell’Itamiership di Berlusconi nel lia è emblematico. Prima le 2001-2006. Già, le “cartosconfitte della maggioranza larizzazioni creative”, atnelle elezioni amministratraverso le quali Tremonti, tive e nei referendum, il oggi severo custode del crescente scontento sociarigore di Maastricht, cercò le, gli scandali e la rottura di monetizzare parte del della coesione interna al patrimonio immobiliare governo. pubblico: un espedienL’Italia dunque, ha bisogno, te per sanare il debito, per fronteggiare i problemi un’operazione tecnica virfinanziari, di risolvere la tuale perché è servita solo sua crisi politica. a prendere un po’ di fiato, Forse l’ipotesi, che circola a tamponare la falla, ma in con insistenza nei palazzi Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti realtà ha rimandato semromani, di un accordo su plicemente il problema, con entrate una tantum come i condoni di grande convergenza, con un governo politico qualificato da e lo scudo fiscali , che hanno premiato gli evasori. I buchi del significative presenze tecniche, con la fissazione sin da adesso bilancio pubblico italiano e l’aumento del nostro già stratosferico delle elezioni anticipate in primavera, appare lo strumento per debito sovrano, ci rimandano alle dure critiche di Ernesto Rossi una risposta all’altezza della situazione. Un nuovo governo con sulle colonne della “Riforma sociale”, dove il giovane economi- due obiettivi: fare, purtroppo, la manovra-bis e cambiare la legge sta e futuro esponente del Partito d’Azione e collaboratore del elettorale. Il rischio è davvero il Titanic. 11 Opinione 12 Primo piano Corridoio 1, forse non si fa più. E’ allarme A parte qualche intervento nessun segnale è giunto dai siciliani che sono attualmente ministri, sottosegretari e parlamentari di Maggioranza.Un altro disimpegno, l’ennesimo, che porterà a nuovi “scippi” nei confronti dell’Isola? di Giovanni Iozzia I l Corridoio 1 dei collegamenti ferroviari europei, l’asse Berlino – Palermo, rischia di non essere più realizzato secondo il progetto originale. L’allarme è scattato nel momento in cui è stata resa pubblica la lista dei progetti da finanziare acclusa alla comunicazione della Commissione europea sul budget 2014/2020. La linea, giunta all’altezza di Napoli, invece di continuare verso Messina, devierà in direzione Bari e poi, attraverso una “autostrada del mare” arriverà a La Valletta capitale dell’isola di Malta. Dalla Commissione europea fanno sapere che nulla è ancora deciso e un quadro più chiaro non si delineerà prima del mese di settembre quando l'esecutivo europeo presenterà una revisione dei Una linea ferroviaria ad alta velocità progetti prioritari, mettendo nero su bianco la riallocazione dei finanziamenti. Il Corridoio 1, nel progetto originale, dovrebbe essere lungo 2.386 chilometri, i lavori sono iniziati nel 1989 e dovrebbero concludersi nel 2015; costo totale oltre 51 miliardi di euro. Si tratta di uno degli assi prioritari inseriti nella lista dei Ten (Trans european network) elaborata dall’Unione Europea. Il corridoio unisce diversi importanti nodi europei lungo la direttrice Nord Sud assumendo un ruolo fondamentale per le comunicazioni con l’Europa centrale e orientale intersecando il Corridoio 5 Lisbona - Kiev. Il Corridoio Berlino - Palermo percorre verticalmente l’Italia, attraversando il Nord Est a partire dal Valico del Brennero e proseguendo, a circa metà percorso, lun- go le regioni tirreniche, fino a raggiungere la Sicilia. Le Regioni italiane interessate direttamente sono nove: Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. La sua realizzazione rappresenta, quindi, una grande opportunità anche per il Mezzogiorno e può essere fattore di avvicinamento e coesione fra le regioni meridionali dell’Italia e quelle dell’Europa settentrionale e centroorientale, nello spirito della politica europea di coesione economica e sociale. Ma il punto essenziale è che alla base della realizzazione del Corridoio 1 ci sono due progetti di fondamentale importanza per l’Italia: la galleria del Brennero e il Ponte sullo Stretto di Messina. Mentre il primo, di cui peraltro i lavori sono già comincia- 13 Primo piano Il commissario europeo Siim Kallas ti, non subirebbe nessuna ripercussione se il progetto venisse modificato; il secondo uscirebbe dall’elenco prioritario delle opere infrastrutturali da realizzare. E oltre a perdere il Ponte, la Sicilia andrebbe incontro al rischio reale di non possedere mai alcuna linea ad alta velocità. Infatti, oltre al prolungamento verso Palermo del progetto prioritario Berlino-Monaco-Verona, quello che è più importante è che il progetto è anche finalizzato a realizzare una linea ad alta velocità Napoli-Battipaglia-Reggio Calabria in connessione con le linee Messina-Palermo e Catania-Palermo, includendo il progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Un vero e proprio disastro che la taglierebbe definitivamente fuori dai collegamenti con il resto dell’Europea relegandola ancora di più alla periferia. Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha scritto una lunga lettera al presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, proprio «Per scongiurare il pericolo del definitivo isolamento dell'Italia meridionale dal resto d'Europa». Lombardo ha poi chiesto un incontro urgente sia al Presidente della Commissione europea che a tutti i rappresentanti istituzionali che - in questa fase - hanno la possibilità di esprimere un parere utile a modificare questa scelta: dal rappresentante italiano, Antonio Tajani, al commissario dei trasporti Siim Kallas; dal commissario alle relazioni esterne Catherine Ashton, al responsabile 14 Una ricostruzione del Ponte sullo stretto di Messina delle politiche di vicinato, Stefan Fule, fino al commissario per le politiche regionali Johannes Hahn. Secondo Lombardo, non solo la proposta è contraria ai principi dell'ordinamento europeo, ma contrasta in maniera stridente con il regolamento comunitario 913, che disciplina dal 2010 il traffico merci. L'anno scorso, infatti, tenendo già conto delle adesioni nord europee, il Regolamento ha tracciato per le merci un "Corridoio 4" che corre da Stoccolma fino a Palermo. Ma le ripercussioni più gravi, sottolinea il Presidente della Regione Siciliana, riguardano il piano nazionale dei trasporti: senza un collegamento di primo livello, nessuna infrastruttura progettata a sud di Napoli avrebbe più un "fondamento" economico: dall'asse autostradale a quello dell'alta velocità, «passando per il ponte sullo Stretto, per finire alla rete di porti ed aeroporti di Calabria e Sicilia». Tutte le opere realizzate, appaltate o solo progettate, diverrebbero "antieconomiche" per definizione: uno scenario antitetico rispetto la programmazione nazionale, che prevede di dotare il mezzogiorno di un livello adeguato di infrastrutture. Una inversione di tendenza che vanificherebbe investimenti già fatti per miliardi di euro: dalle opere previste dalla legge obiettivo, all'appalto per la progettazione e la realizzazione del Ponte sullo stretto. Per scongiurare questo scenario, Lombardo ha deciso di sollecitare l'in- Primo piano Asse o progetto prioritario 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Rete TEN-T Asse ferroviario Berlino - Verona/Milano – Bologna – Napoli – Messina – Palermo[4] Rete ferroviaria convenzionale trans-europea Asse ferroviario ad alta velocità Paris – Brussels – Cologne – Amsterdam – London[5] Rete ferroviaria ad alta velocità trans-europea Asse ferroviario ad alta velocità dell’Europa sud-occidentale[6] Rete ferroviaria ad alta velocità trans-europea Asse ferroviario ad alta velocità dell’est[7] Rete ferroviaria ad alta velocità trans-europea “Betuweroute/Betuwe line”[8] Asse ferroviario Lione – Trieste – Divača/Koper – Divača – Lubiana – Budapest – confine ucraino[9] Rete ferroviaria convenzionale trans-europea Asse autostradale Igoumenitsa/Patras – Athens – Sofia – Budapest[10] Rete stradale trans-europea Asse multimodale Portugal/Spain – resto d’Europa[11] Asse ferroviario Cork – Dublin – Belfast – Stranraer[12] Rete ferroviaria convenzionale trans-europea Aeroporto di Malpensa[13] “Øresund fixed link”[14] Asse ferroviario/stradale del triangolo nordico[15] Asse stradale Regno Unito/Irlanda/Benelux[16] Rete stradale trans-europea “West Coast Main Line”[17] Sistema di posizionamento Galileo[18] Rete di posizionamento e navigazione satellitare trans-europea Asse ferroviario merci Sines/Algeciras - Madrid - Paris[19] Asse ferroviario Paris – Strasbourg – Stuttgart – Vienna – Bratislava[20] Rete ferroviaria convenzionale trans-europea Asse fluviale Rhine/Meuse – Main – Danube[21] Rete fluviale trans-europea Interoperabilità ferroviaria ad alta velocità nella penisola iberica[22] Asse ferroviario del ponte Fehmarn Belt[23] Autostrade del mare[24] Rete marittima trans-europea Asse ferroviario Athens – Sofia – Budapest – Vienna – Prague – Nuremberg/Dresden[25] Rete ferroviaria convenzionale trans-europea Asse ferroviario Gdansk – Warsaw – Brno/Bratislava – Vienna[26] Rete ferroviaria convenzionale trans-europea Asse ferroviario Lione/Genova – Basilea – Duisburg – Rotterdam/Anversa[27] (“il ponte dei due mari”) Rete ferroviaria convenzionale trans-europea Asse autostradale Gdansk – Brno/Bratislava – Vienna[28] Rete stradale trans-europea Asse ferroviario/stradale Ireland/United Kingdom/Europa continentale[29] Asse “Rail Baltica” Warsaw – Kaunas – Riga – Tallinn – Helsinki[30] “Eurocaprail” sull’asse ferroviario Brussels – Luxembourg – Strasbourg[31] Asse ferroviario del corridoio intermodale Ionio/Adriatico[32] Via navigabile Seine – Scheldt[33] tervento del governo nazionale, attraverso il Presidente del Consiglio dei ministri. Ma ha anche preannunciato che la Sicilia chiederà di partecipare a tutte le fasi di formazione del parere che il governo italiano dovrà esprimere sulla proposta della Commissione. Pesanti accuse partono anche dal segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava: «E' evidente – dichiara - come le scelte di Ferrovie dello Stato siano avallate dal Governo e condivise dall'Unione Europea che ha deciso di investire sul corridoio 1 sino a Napoli e poi dirottarlo a Bari per coprire i paesi dell'area balcanica. La Sicilia e la Calabria non possono sopportare di perdere il loro diritto alla mobilità». «La risposta deve essere forte - ha aggiunto il leader sindacale - e come Cisl, sia in Sicilia che in Calabria, chiameremo all'appello tutte le amministrazioni locali per impegnare Anas e Governo a completare le infrastrutture e il sistema mobilita' per evitare l'emarginazione della Sicilia e della Calabria. Mi preoccupa che non vi sia una parola da parte della politica. Forse non si comprende come i trasporti siano strategici per lo sviluppo di un'area». Poi, a parte l’intervento del capogruppo all’Ars dell Udc, Giulia Adamo che ha tuonato «Siamo pronti a scendere in piazza e protestare» e quello del segretario nazionale di Noi Sud, Arturo Iannacone «Il Ponte sullo Stretto è un'opera fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno, chiediamo al Governo di adoperarsi in sede europea af- finché venga scongiurata l'ipotesi prospettata di una sua eliminazione dalle grandi opere da realizzarsi nei prossimi anni», il resto della politica non ha detto nulla. Nessun segnale è giunto dai siciliani che sono attualmente ministri, dai sottosegretari e dai parlamentari di maggioranza. Un altro disimpegno, l’ennesimo, che porterà a nuovi “scippi” nei confronti dell’isola? Intanto, mentre per il Ponte non si sa bene come sta andando e come finirà, il lavori al Brennero sono partiti e procedono seguendo una rigorosa tabella di marcia con l’impegno di tutti. Un’Italia sempre più a due divisa e diversa: al Nord con i treni ad alta velocità, al Sud con le littorine scassate che viaggiano più lente di un vecchio mulo. 15 Catania Dedicati a Bellini, non uno, ma be Solite storie di Sicilia. Una rassegna teatrale, il Bellini Opera Festival di Enrico Castiglione (l’unico che andrebbe sostenuto) e e da tenere a Giardini Naxos: siamo al ridicolo. Un esempio di come da noi in Sicilia i soldi vengono spesi senza alcun criteri C di Fabio Tracuzzi ome non ricordare la famosa scenetta della lettera nel film “Totò Peppino e la malafemmina”. Il “letterato” Totò che detta una lettera “capolavoro” allo scrivano Peppino De Filippo. “Punto, punto e virgola, punto, punto e virgola, punto punto e virgola….ma si fai vedere che abbondiamo, poi pensano che noi del Sud siamo tirchi”. E la stessa cosa sembra succedere adesso con il Bellini Festival, non uno, non due, ma tre. Tre addirittura. “Facciamo vedere che abbondiamo”. Ma facciamo, invece, un po’ d’ordine. Una rassegna teatrale, non proprio un festival quindi, in onore e memoria di Vincenzo Bellini è stata già annunciata dall’assessore alla Provincia regionale di Catania Ciampi. Un secondo lo sta organizzando il maestro Alberto Veronesi, direttore per anni dell’Orchestra Sinfonica Siciliana (spesso salvata da fallimento da contributi speciali della Regione) e adesso Veronesi, sostituito, vuole continuare a lavorare con la Regione Sicilia con questo festival dedicato a Vincenzo Bellini che si dovrebbe svolgere, se otterrà i finanziamenti (ma sembra proprio di si) niente poco di meno che a Giardini Naxos, ridente località turistica ma che non si capisce che cosa abbia in comune con Vincenzo Bellini. E ultimo, ma non ultimo, il festival organizzato e diretto dal maestro Enrico Castiglione giunto al suo terzo anno di vita. 16 L’interno del Teatro “Bellini” di Catania. A destra, Enrico Castiglione Il primo anno si svolse a Catania e fu un successo straordinario, lo scorso anno in Francia, a Puteaux, cittadina dove Bellini è morto, e quest’anno torna a Catania dal 3 al 23 settembre dopo un’apertura con una serata di gala dedicata a Vincenzo Bellini e al 150 anniversario dell’Unità d’Italia che si svolgerà al Teatro Antico di Taormina inserito nel cartellone di Taormina Arte di cui Enrico Castiglione è direttore artistico per la sezione musica e danza. Una serata alla quale parteciperanno i più grandi interpreti della lirica. Che dire? I soliti pasticci alla siciliana, dove tutto si butta in politica senza mai pensare a razionalizzare la spesa e le idee. A Torre del Lago si svolge ogni anno, da anni, un grande festival dedicato a Puccini. Ma è uno e unico. E nessuno pensa a crearne un altro in alternativa e se, diciamo di più, qualcuno ci pensasse sarebbero le stesse istituzioni a fargli cambiare idea. Come? Semplice: niente appoggio morale e soprattutto finanziario. Qui in Sicilia invece tutto è diverso, c’è spazio per tutti e per tutto. Basta essere nelle grazie di questo o quel politico, basta avere la spinta giusta e tutto diventa realizzabile anche a costo di rendersi ridicoli. E, infatti, la realizzazione di un festival dedicato a Bellini, finanziato dalla Regione (Assessorato al Turismo?) e realizzato a Giardini oltre che improponibile lo troviamo ridicolo. Senza alcun dubbio pensiamo di poter affermare che l’unico Festival che andrebbe sostenuto è quello ideato, diretto e organizzato dal maestro Enrico Castiglione e dovrebbe essere messo in condizioni come in qualche modo hanno fatto a Taormina, di poter programmare a lunga scadenza e dare un senso anche turistico alla manifestazione.E Castiglione che ha comunque avuto l’idea di far nascere il festival, nato nel corso di una colazione di lavoro nell’estate del 2008 tra lo stesso Enrico castigliane e l’allora sovrintendente al Bellini Antonio Fiumefreddo. E, in effetti, nella prima edizione del Bellini opera festival fu trovata collaborazione tra tutti gli Enti istituzionali che riuscirono a mantenere, economicamente parlando, il festival. Cosa che invece non si verificò lo scorso anno tanto è vero che Castiglione fu costretto a dei tagli e si optò solo per le rappresentazioni in Francia. E quest’anno ci saranno i soldi? Chi può dirlo. Castigliane dice: “Il Festival sarà organizzato in collaborazione con tutti gli enti istituzionali, Regione, Provincia, Comune Camera di Commercio, Teatro Bellini”: Ma Castiglione, lo conosciamo bene, è un gran- Catania a ben tre Festival tenuto) e uno organizzato da Veronesi cun criterio: basta una raccomandazione politica e il gioco è fatto de entusiasta e soprattutto un grande ottimista. In effetti, di questa collaborazione con gli Enti ci sono ancora ben poche certezze. Lo stesso Teatro Bellini, pur essendoci stato già un primo incontro tra lo stesso Castiglione e il sovrintendente Rita Gari, non ha ancora deciso se e come interverrà. Rita Gari sui tre festival belliniani preferisce non prendere posizione. Una sola frase: “I fatti si commentano da soli, non devo aggiungere altro”. Ci sembra sin troppo evidente che la signora Gari non gradisce questa speculazione nel nome di Vincenzo Bellini. Enrico Castiglione è invece più sarcastico”Ho sentito dire di una manifestazione balneare che si svolgerà a Giardini Naxos nel nome di Bellini. Scherzi a parte non abbiamo per niente gradito che il maestro Veronesi abbia usato per la sua manifestazione lo stesso nome già scelto da me e fatto legalmente registrare, Bellini Opera Festival. Non glielo consentiremo e ci faremo sentire. E comunque per me non ha senso organizzare un secondo festival belliniano, non ha proprio alcun senso” - Se è per questo ce ne sarebbe anche un terzo “Gli spettacoli teatrali organizzati dalla Provincia non costituiscono un problema. Non si tratta di un festival, ma una semplice rassegna. E l’assessore Ciampi rispondendo a un mio invito li ha già spostati in avanti”. - Avrà la collaborazione del teatro Bellini per il suo Festival? In effetti viene un po’ difficile pensare a un Festival dedicato al Cigno catanese senza il coinvolgimento del Teatro dell’opera della città. “Ci stiamo lavorando. Il Bellini ha grosse difficoltà finanziarie dopo i tagli della Regione e stiamo cercando quindi una soluzione che possa stare bene a tutti”: Gatta ci cova. Conosciamo bene Castiglione e una risposta così diplomatica non è da lui. Staremo a vedere anche perché, ma in questo Castglione non c’entra, quanti sono gli Enti che oltre ad aderire moralmente all’invito metteranno poi mano al portafogli E il Festival dovrebbe cominciare tra due mesi. Un festival belliniano organizzato nei tempi giusti potrebbe essere un ottimo elemento di promozione turistica, come sono i festival dedicati a Verdi e a Puccini. Ma, e ci dispiace dirlo, in quelle regioni i soldi li spendono, ma bene. Qui magari ne spendiamo anche di più ma con l’unico scopo di accontentare il raccomandato di turno. Viva Bellini. Viva la Sicilia. 17 Catania Inchiesta Iblis, il Csm chiede gli atti. La situ Questo processo è stato usato come un grimaldello per giochi politici e di potere che definire spo quelle voci ficcanti, icastiche, tacitiane, ma vere, che l’hanno sempre considerato un mezzo assai ef L' L’aula dove si siunisce i Consiglio superiore della magistratura. A de di Nunzia Scalzo inchiesta Iblis, quella che vede indagato tra gli altri il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo, la cui posizione è stata recentemente stralciata per volontà dei vertici dell’ufficio della Procura della Repubblica di Catania, il facente funzioni dottore Michelangelo Patanè e il dottore Carmelo Zuccaro, torna a rubare la scena e ad agitare le sue catene come un fantasma. Il Consiglio superiore della magistratura ha richiesto gli atti dell’inchiesta attraverso i quali si è pervenuti allo stralcio della posizione dei fratelli Lombardo e alla revoca della delega agli assegnatari del processo. Non sono chiari i motivi. O forse sì. L’unica cosa incontrovertibile, alla luce dei nuovi fatti, è che questa inchiesta è sempre stata usata come un grimaldello per giochi politici e di potere che definire sporchi è voler es- 18 sere ottimisti, e trovano conferma quelle voci ficcanti, icastiche, tacitiane, ma vere, che l’hanno sempre considerata come un mezzo assai efficace per colpire il Presidente della Regione e toglierselo di mezzo. Tale circostanza fa luce anche sulle posizioni di tanti aspiranti mezzi uomini di potere, politici o pseudopolitici che tentano e lottano per piazzare l’uomo giusto al posto giusto e curare gli interessi. Ovviamente i loro. Del tutto incuranti delle conseguenze che tali vicende si portano dietro non soltanto per l’uomo Raffaele Lombardo, con cui si può empatizzare oppure fregarsene di meno, quanto piuttosto per i siciliani tutti, costretti a subire umiliazioni e a vivere dei ritardi che questa terra per un motivo o per un altro si porta dietro come una zavorra. Se dunque, al di là di ogni posizione ufficiale c’è sempre stato chi ha escluso categoricamente qualsiasi possibile interferenza con le vicende della nomina del Procuratore Capo, adesso sembra che questo stesso qualcuno non soltanto si sia già ricredu- to, ma addirittura si è convinto che è proprio così. E’ indubbio che sulla testa di qualcuno incombe una affilatissima spada di Damocle, la sfida è capire su chi: sui vertici dell’ufficio della Procura della Repubblica di Catania, Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro? O su quella degli ex titolari del processo Iblis e in particolare del Sostituto dottore Giuseppe Gennaro, candidato alla corsa per la poltrona di procuratore Capo? Il tempo e i giochi sotterranei faranno luce. Una cosa comunque è certa: che il Consiglio chieda gli atti è un segnale forte e importante, e denuncia anche estrema fluidità nella situazione che riguarda la nomina del nuovo procuratore alla procura etnea. Quello che sembrava un panorama già definito nella corsa alla poltrona di Capo e metteva a confronto solo due grossi big della magistratura, come l’attuale Procuratore generale Giovanni Tinebra e il sostituto Giuseppe Gennaro, è improvvisamente cambiato. Già la situazione iniziale, anche se con notevoli sfor- Catania situazione è sempre più calda e sfuggente nire sporchi è voler essere ottimisti. Nello stesso tempo trovano conferma assai efficace per colpire il Presidente della Regione e toglierselo di mezzo tura. A destra, Giuseppe Gennaro e Giovanni Tinebra zi, dava la possibilità di formulare qualche delucidazione in ordine alla vicenda, ma ora, con la scesa in campo di Giovanni Salvi, il quadro si è del tutto modificato. Sul nome di Giovanni Salvi, esponente di Md (Magistratura democratica), si rincorrono numerose voci e dicerie, tutte comunque lo indicano come fortemente interessato a ricoprire il posto di Procuratore distrettuale a Catania. Ma forse non sono soltanto dicerie se a quanto pare lo stesso Salvi, già designato dalla V commissione del Csm (quella preposta all’assegnazione degli incarichi direttivi), al posto di Procuratore aggiunto niente poco di meno che alla procura di Milano, pare abbia chiesto al Csm di soprassedere nel passaggio al plenum per non pregiudicare le sue possibili chance per Catania. Se tutto questo fosse vero, come sembra sia, rappresenta già di per sé una grossa anomalia che esporrebbe Giovanni Salvi, se nominato, a sicuri ricorsi da parte di tutti gli altri concorrenti per via del trattamento che ha tutto il sapore di essere un favore. Non si riesce a immaginare, infatti, sulla base di quale criterio o di quale determinante argomento, il Consiglio abbia potuto pretermettere una regola da sempre rigorosamente osservata secondo la quale i candidati, designati dalla Commissione a ricoprire un determinato posto, dispongono di un termine rigorosamente perentorio e scadenzario dalla ricevuta comunicazione per poter eventualmente rinunziare alla designazione. Si vede però che le strabilianti ed eccezionali qualità umane e professionali del candidato Salvi giustificano l’inosservanza di una regola tanto austera. Come dire: Parigi val bene una messa! In ogni caso, che si pervenga o no alla nomina di Salvi, la sua presenza impegnata nella corsa alla poltrona di Procuratore Capo rende incerto il panorama per gli altri due candidati, Giovanni Tinebra e Giuseppe Gennaro, ai quali oltre a sottrarre i voti di Magistratura democratica, sui quali ciascuno dei due avrebbe sicuramen- te potuto sperare, dirotta in altra direzione almeno altri due voti, cioè quelli dei componenti laici del Consiglio di aria di Sinistra, scardinando così i già fragili equilibri. Senza contare i voltafaccia palesi dei cosiddetti amici e i giochi sotterranei di amici e nemici, le cui conseguenze si colgono nell’assegnazione di posti e ruoli a personaggi improbabili e spuntati fuori quasi dal nulla. In ogni caso il quadro che ne deriva crea condizioni di possibile equivalenza numerica di voti tra i due candidati residui che, ovviamente, rende ardua ogni previsione e lascia immaginare o prevedere un risultato affidato al voto del traditore dell’ultima ora. Solo una cosa è certa allo stato, l’intrecciarsi di contatti, incontri (spesso maliziosamente mal organizzati e quindi non riusciti), mercanteggiamenti e promesse, scambi non sempre andati a buon fine, sono tutte grandi manovre consumate dietro le quinte e delle quali fortunatamente il Csm resta all’oscuro. Forse. 19 Catania Centri commerciali naturali: arri La Commissione Legislativa Attività Produttive dell’Ars ha approvato il finanziamento. Ma come cam I di Antonio Borzì centri commerciali naturali sono stati da tempo indicati da più parti come una delle vie principali per uscire dalla crisi del commercio in Sicilia. Una soluzione che ha convinto le diverse associazioni di commercianti che hanno invogliato i propri iscritti ad operarsi per creare dei consorzi. I diversi commercianti siciliani si sono associati fra di loro, il tutto in base alle varie zone di appartenenza, per poter usufruire dei futuri finanziamenti promessi dalla regione siciliana al fine di cercare di risollevare il settore. Somme che sono arrivate in questi giorni dopo l’incontro della Commissione Legislativa Attività Produttive dell’Ars che ha approvato un finanziamento da 25 milioni di euro. Delle risorse provenienti da fondi comunitari e che potranno aumentare del 30 per cento nel caso in cui la Regione vedrà un’ampia partecipazione al progetto. Ad aderirvi potranno essere tutti i consorzi già iscritti alle liste regionali per tempo e che hanno presentato i propri progetti legati alle zone di appartenenza. Quindi potrà essere divisa una torta complessiva di circa 32 milioni di euro. Ma cosa si dovrà fare con questa somma? Cosa sono veramente i centri commerciali naturali? Come cambieranno la fisionomia e il modo di approcciarsi del cittadino al commercio tradizionale? Delle domande che restano di difficile soluzione e che devono però ottenere delle risposte vista l’importanza data a questo mezzo per uscire dalla crisi. Una crisi, che è giusto ricordarlo quale premessa fondamentale, provocata in gran parte dalla proliferazione smisurata della grande distribuzione organizzata che con i suoi megastore ha completa- 20 L’ interno di un Centro Commerciale di Catania. mente attratto gran parte degli acquirenti che hanno preferito la grande concentrazione di firme e il comodo parcheggio alle difficoltà tradizionali del commercio in centro città. Delle difficoltà che i diversi amministratori isolani hanno affrontato con scarsa decisione e che adesso presentano il costo salato. Per capire bene in che modo dovrebbero intervenire i centri commerciali naturali si possono leggere le norme d’attuazione per gli stessi. Delle norme che stabiliscono come i centri commerciali naturali “sono l'insieme di attività terziarie private fra loro vicine e comunque ricadenti in un ambito urbano definito che, agendo in rete come soggetti di un'offerta commerciale integrata, hanno lo scopo di: riqualificare l'immagine e migliorare la vivibilità urbana negli spazi in cui opera, accrescere le capacità attrattive delle attività che ne fanno parte, migliorare il servizio offerto ai consumatori ed ai turisti”. Insomma con quei fondi dovranno essere anche offerti dei servizi concreti che non puntino soltanto al miglioramento della condizione lavorativa degli iscritti ma anche a quello delle condizioni del centro cittadino in cui operano. Delle soluzioni molto importanti visto anche il degrado che ampie fette di tessuto urbano conoscono a causa della carenza di fondi delle amministrazioni comunali. Fra le attività che possono essere promosse dai centri possono essere inseriti “eventi, creazione e registrazione del marchio, realizzazione delle vetrofanie, pieghevoli, calendari fotografici, registrazione del dominio internet, feste in occasione del Natale e di altre occasioni”. In particolare le norme di attuazione indicano attività Catania arrivano 25 milioni di euro ome cambieranno la fisionomia e il modo di approcciarsi del cittadino al commercio tradizionale? quali quelle di animazione per animare il territorio urbano di riferimento oppure la comunicazione pubblicitaria congiunta nei mezzi di informazione cittadini per la promozione delle attività proposte dalle attività commerciali. Un occhio di riguardo anche al miglioramento dell’arredo urbano e al turismo. L’attrazione di altri acquirenti, si pensa soprattutto ai crocieristi, potrebbe rappresentare un’importante soluzione per differenziare le fonti di finanziamento per le attività commerciali. Quindi un ampio ventaglio di possibilità d’intervento per questi consorzi. Ma se, come ha affermato nei giorni scorsi l’assessore regionale alle attività produttive Marco Venturi, sono più di 130 i centri commerciali naturali isolani le somme saranno sufficienti? Perché di cose da fare ve ne sono tante e soprattutto la via per ottenerle è difficile da compiere. La concertazione con l’ammi- nistrazione comunale di riferimento invece potrebbe essere la vera chiave di volta per tentare di vincere o almeno attenuare la crisi. Ben vengano i centri commerciali naturali ma le armi a disposizione dei consorzi per fronteggiare questioni ormai storiche come quelle dei parcheggi in centro città sembrano ben poche. Eppure le risposte ai problemi si ripetono da tempo, l’attuazione di un sistema di trasporto pubblico veramente efficiente è ormai un ritornello che si sente ma per cui poco o nulla si fa. Bisogna insomma permettere ai cittadini di recarsi nei negozi mentre gli stessi commercianti devono intervenire in modo concreto per attrarre gli stessi. Non rimane che aspettare cosa si farà con questi centri commerciali naturali da tempo annunciati e che adesso trovano finalmente le risorse, poche, stanziate dalla Regione grazie alla comunità europea. Marco Venturi 21 Catania Cannizzo, un assessore che nessuno vuole Il responsabile delle Attività produttive e la sua battaglia contro gli abusivi raccoglie critiche da tutti gli schieramenti. “Abusi da debellare, ma occorre un piano ben preciso”. E qualcuno comincia a parlare di mozione di sfiducia C e l’hanno proprio tutti con lui. Non c’è distinzione tra maggioranza e opposizione quando si tratta di polemizzare con l’assessore alle Attività produttive del Comune di Catania, Franz Cannizzo, bersaglio ormai da tempo di lamentele, accuse e strali lanciati da ogni parte dell’aula consiliare, da destra come da sinistra. L’esponente tecnico della giunta Stancanelli, titolare della delega al Commercio, avrebbe peccato, infatti, soprattutto nell’ultimo periodo, di quella sindrome dell’annuncio di cui è stato accusato tante volte lo stesso primo cittadino dai suoi detrattori, per aver avviato “finte” rivoluzioni, annunciato attività non seguite ad azione, per non aver, in particolare, fatto nulla, se non a parole, per rimettere in moto il commercio in città, già compromesso dalla concorrenza spietata dei numerosi centri commerciali e oggi letteralmente sopraffatto dalla crisi. E, mentre chiudono le attività commerciali e l’abusivismo sembra essere diventata l’unica arma per affrontare una situazione a tratti drammatica, l’assessore pare voler concentrare l’attenzione solo sulle paninerie ambulanti, i famosi camion dei panini che, certamente, hanno bisogno di una regolata (cento camion dei panini in città sembra davvero un numero eccessivo 22 Franz Cannizzo e senza alcun controllo sanitario), così come è bene, anzi benissimo, accertare la qualità dei cibi serviti ai clienti, spesso di dubbia provenienza o non conservati perfettamente, o le licenze di vendita, ma che non costituiscono certo, sicuramente non da soli, il principale problema da risolvere per risollevare la città dalla crisi nera. Questo quanto criticato a Cannizzo dai consiglieri comunali, insieme alla sua assenza dall’aula consiliare e all’evasività nelle risposte date alle interrogazioni. “Bisogna collegarsi a facebook, chiedergli l’amicizia, e poi forse si potrà interagire con l’assessore Cannizzo – ha ironizzato il capogruppo dell’Mpa a Palazzo degli Elefangti, Salvo di Salvo, nel corso di una recente seduta dell’assise cittadina. L’assessore non riesce ad avere un progetto sul commercio a Catania – ha continuato; siamo d’accordo con la lotta all’abusivismo, ma questa va fatta secondo un criterio, non a macchia di leopardo come si sta facendo”. Assenza di un progetto ma anche assenza di reali passi avanti, secondo Di Salvo, come dimostrerebbe la mancata presentazione di importanti regolamenti, fondamentali tentativo di regolamentare le attività produttive. “Sarebbe bene che la maggioranza presenti una mozione di sfiducia nei confronti di Cannizzo” – ha subito colto la palla al balzo il consigliere del gruppo misto, Francesco Montemagno ma, a dare una via di uscita all’assessore, è stato invece il consigliere del Pdl Manlio Messina, che ha ricordato come in programma vi sia una seduta di Consiglio comunale sull’argomento del commercio, richiesta da quasi l’unanimità dei consiglieri (42 su 45), al termine della quale si potrà decidere come muoversi. “Una seduta per capire proprio quali sono le attività poste in essere dall’assessore “sceriffo” – ha spiegato – che non risponde alle interrogazioni e non viene in Consiglio”. Ha parlato di politica degli annunci Messina e non ha escluso azioni di critica maggiore in caso di fallimento della seduta dedicata al commercio. Un velato riferimento alle dimissioni? Forse. In ogni caso, qualsiasi velo lo ha tolto Valeria Sudano, capogruppo del Pid, secondo cui a Cannizzo non resterebbe che dimettersi, dato il commissariamento della Regione per l’approvazione del piano commerciale. “Un assessore che non può fare programmazione perché questa è commissariata – ha affermato la Sudano – dovrebbe dimettersi”. Davanti a tutto questro, l’assessore non si scompone. “Questa opposizione strumentale da parte di qualcuno non aiuta il lavoro che stiamo portando avanti – ha affermato. C’è un momento recessivo – ha aggiunto – e stanno chiudendo parecchie attività commerciali, ma io sto creando tutte le premesse per potere agevolare queste attività, come fatto ad esempio con il centro commerciale naturale di via Etnea e come stiamo cercando di fare per il centro storico”. M.T. Catania Adesso Fontanarossa ha un respiro europeo Il nuovo piano presentato dalla Sac tende alla definitiva eliminazione del caos che regnava di fronte all’aerostazione. Soste razionalizzate grazie ai nuovi stalli a pagamento anche per i periodi brevi. Mancini:” Guardiamo all’immagine e al futuro” di Melania Tanteri U Un piano tutto nuovo che promette di adeguare lo scalo etneo agli standard europei. È il piano viabilità e parcheggi della SAC, attivo da appena cinque giorni, presentato dal presidente della società che gestisce l’aeroporto di Fontanarossa e che promette di eliminare il caos di fronte ad arrivi e partenze, dando ordine all’area aeroportuale. Sollecitato e approvato dall’Enac, il nuovo piano ha infatti come obiettivo la fluidità della circolazione dei mezzi, pubblici e privati, all’interno del sedime aeroportuale e la razionalizzazione dei parcheggi allineando così lo scalo di Fontanarossa - il più grande del sud Italia, Il nuovo parcheggio P1 sesto su scala nazionale (dopo Fiumicino, Malpensa, Linate, Venezia e Bergamo) con un numero sempre crescente di passeggeri agli standard di riferimento europei. Le novità. Il nuovo Piano viario prevede la razionalizzazione della sosta, con la realizzazione di nuovi stalli vicini all’ingresso dell’aerostazione, P1 e P2, destinati in particolare alla sosta breve di chi di reca in aeroporto per accompagnare o prendere i passeggeri: nel primo, in cui sono stati ricavati 90 stalli, la sosta massima è 24 ore, nel secondo, in cui gli stalli sono 205, la sosta massima è 7 giorni. Per quanto riguarda le tariffe, lasciare l’automobile in queste due aree per il primo quarto d’ora è gratuito, fino a un massimo di 35 euro per 24 ore. I due parcheggi, molto vicini all’ingresso dell’aeroporto, si sommano all’area di sosta delimitata dalle strisce blu – regolati dagli appositi parcometri e sorvegliate dal personale Sac Service - di fronte al vecchio scalo – ovvero il P3, e alle aree di sosta preesistenti, P4 e P5, più indicati per la sosta breve. Il primo dei due, provvisto di ben 1092, è a pagamento per gli utenti e, mentre il secondo, più piccolino (66 stalli, riservato in parte agli operatori aeroportuali . Per quest’ultimi, così come per gli Enti di Stato, saranno dedicati esclusivamente due parcheggi sinora destinati ai visitatori: PO1, provvisto di 120 stalli e il PO2, provvisto di 60 stalli. 23 Catania Anche la viabilità ha subito, con il nuovo piano, una piccola rivoluzione: da lunedì, infatti, sono interdetti al transito nella zona degli arrivi, i mezzi privati e non autorizzati, proprio per evitare quel groviglio di automobili in doppia fila che, oltre a intasare la circolazione nella zona aeroportuale, offriva anche un immagine pessima della città ai turisti in arrivo a Catania. La zona degli arrivi, quindi - come in quasi tutti gli aeroporti, è diventata un’area di transito esclusivo per mezzi pubblici - taxi, autobus urbani, extraurbani e turistici – per gli enti di Stato e i mezzi di soccorso. A rendere evidente le nuove regole, una sbarra automatica che negherà, fisicamente, l’accesso ai soliti allergici a regole e cartelli. Per quanto riguarda la zona delle partenze e viabilità e sosta sulla rampa, è invece stato istituito il divieto di sosta delle auto private e sarà consentito solo il carico e scarico veloce dei bagagli; in realtà una regola già esistente che, però, fino a ieri, nessuno sembrava voler rispettare, conscio della difficoltà che i pochi uomini della Polizia Municipale, preposti alla sorveglianza, incontravano nel verbalizzare tutti gli Il cartello che indica i prezzi del nuovo parcheggio P1. A destra Mancini e Cannizzo a Tassisti sul piede di guerra: “Pronti ad abbandonare l’ae Iniziato il test del nuovo piano di viabilità aeroportuale. I tassisti denunciano la sicurezza del e scendono in piazza coi sindacati. Quello spazio è una trappola e non è stato nemmeno coll Inutili i tentativi di mediazione dell’assessore Cannizzo e del presidente della Sac, Gaetano M di Simone Rausi ettimana caldissima, e non di certo a causa delle temperature torride di Luglio, per l’aeroporto catanese. Iniziato il test per il nuovo piano di viabilità e la rimodulazione dei parcheggi è scattata la protesta dei tassisti che promettono addirittura di abbandonare lo scalo di Fontanarossa. Prima di addentrarci nei meandri della contestazione facciamo un doveroso passo indietro. Lo scorso Maggio il presidente Sac Gaetano Mancini aveva salutato il progetto di riqualificazione con entusia- Parcheggi dei taxi vuoti 24 smo: «fermeremo gli abusivi e allineeremo Fontanarossa agli standard europei». Accesso vietato ai mezzi privati, zona arrivi delimitata da una sbarra, nuovi parcheggi per incentivare la sosta breve e un nuovo terreno trasferito da Comune a Sac per lo stallo dei taxi. E qui nascono i problemi. Il terreno in questione si trova in uno spiazzale del quartiere di S. Maria Goretti in una zona adiacente l’aeroporto. Otto autovetture possono sostare dinanzi la zona arrivi alimentando il ricambio coi Catania Cannizzo alla presentazione del nuovo piano re l’aeroporto” zza del nuovo parcheggio eno collaudato” etano Mancini nuovi taxi in arrivo dal suddetto parcheggio ogni qual volta un automobile parte con un cliente. Una soluzione che sulla carta sembra poter funzionare ma che secondo gli 80 tassisti che lo scorso 8 Luglio hanno indetto una giornata di sciopero è assolutamente improponibile. Gli interventi dell’assessore Cannizzo e dello stesso Mancini non sono serviti a placare gli animi degli autisti che, dopo quasi un mese, sono ancora sul piede di guerra. «Il parcheggio che ci è stato dato non è all’ae- indisciplinati della sosta. Non sarà più cosi, adesso, però, dal momento che i Vigili Urbani, in seguito alla convenzione siglata fra SAC e Comune proprio in occasione dell’istituzione del nuovo piano della viabilità, avranno un ufficio a disposizione all’esterno dell’area arrivi, che consentirà ai vigili di rendere più efficaci la prevenzione e i controlli per fronteggiare le ripetute infrazioni al codice stradale. Sempre in seguito alla convenzione, inoltre, all’interno dell’aerostazione sarà operativo un desk accoglienza del Comune – fino a oggi assente nonostante l’importanza dello scalo di Fontanarossa - con personale bilingue che informerà i viaggiatori. “L’intervento che abbiamo realizzato – ha spiegato il presidente della Sac, Gaetano Mancini, in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo piano – ha come finalità quella di evitare tutto ciò che, fino a ieri, avveniva davanti agli arrivi e alle partenze, che provocava, oltre a un danno alla circolazione nei pressi dell’aerostazione, anche un danno all’immagine della città. Le previsioni – ha aggiunto – ci dicono che, nel 2014, all’aeroporto di Fontanarossa, atterreranno 7 milioni e mezzo di visitatori in più e, roporto ma noi all’aeroporto lavoriamo» ci dice un autista. «Come possiamo alimentare il ricambio se dal parcheggio non riusciamo a vedere i taxi che partono? Non possiamo svolgere il nostro lavoro come si deve. Noi vendiamo chilometri e perdiamo soldi, i nostri clienti invece perdono un sacco di tempo». «Quel parcheggio è un inferno» prosegue un collega «è uno spazio in mezzo al nulla. Non è stato nemmeno collaudato e non è neanche a norma. I taxi sono tutti incolonnati in mezzo alle sterpaglie, se dovesse scoppiare un incendio si arriverebbe al disastro. Il torrente porta zanzare, topi e scarafaggi, le canne bloccano lo scarico refluo e quando piove è peggio di una piscina. Non ci sono servizi igienici adeguati, il caldo in estate è insopportabile. C’è solo un vigilantes se questo è vero, è indubbia la valenza socioeconomica dello scalo etneo e come questo sia fonte di sviluppo, non solo per Catania, ma per tutte le provincie che serve”. Ancora da sciogliere, però, il nodo taxi, ovvero la protesta montata dagli operatori delle auto gialle a causa del trasferimento nell’area di accumulo, fino a ieri posizionata davanti agli arrive e oggi, proprio in seguito al nuovo piano, spostata di qualche centinaio di metri dall’aerostazione. Una protesta ancora in corso, dovuta principalmente, alla lontananza dell’aera di accumulo e al sistema elettronico che dovrebbe regolare la rotazione dei taxi di fronte agli arrivi, dove, le auto hanno a disposizione una loro corsia preferenziale con alcuni stalli dedicati. “Mi spiace davvero – ha concluso Mancini - soprattutto dopo gli incontri, le trattative e gli accordi condivisi e sottoscritti nel corso di più di un anno di lavoro e mi auguro che prevalga il buon senso, dal momento che questo Piano della viabilità è stato approvato dall’Enac e da qui non si può tornare indietro”. Sulla questione, però, sembrano esserci alcuni spiragli di apertura che potrebbero portare, nei prossimi giorni, a un accordo. che è pagato per sorvegliare il nulla». I tassisti si sono mobilitati con il sindacato di riferimento e hanno già raccolto centinaia di firme per opporsi al dislocamento nel S. Maria Goretti. Attaccano la stampa accusata di sottovalutare il problema e manipolare le informazioni e si scagliano con le amministrazioni e la Sac, accusata di aver tolto lo spazio taxi precedente solo per poter fatturare più soldi con i parcheggi a pagamento. Alla protesta dei tassisti si aggiunge anche quella degli Nnc, mini pullman adibiti al trasporto di turisti. «Noi possiamo parcheggiare solo negli stalli a pagamento» ci dice un autista. «Come li faccio arrivare fin lì i clienti anziani con le valigie? Oggi aspettavo 16 persone alle 12 ma il loro volo è ritardato fino alle 15. Ha idea di quanto mi costa il parcheggio? Stanno chiedendo il pizzo a chi lavora!». E mentre ci si avvicina al mese più caldo dell’anno in termini di traffico aereo e veicolare in quel di Fontanarossa, i tassisti minacciano un ultimatum: «Se non ci verrà proposta una soluzione migliore e non ci metteranno in condizione di lavorare, abbandoneremo in massa lo scalo di Fontanarossa. Vogliamo fare rumore, vogliamo l’attenzione della stampa nazionale». Risaliamo nella nostra autovettura e ci rechiamo alla cassa automatica del nuovo parcheggio. La macchinetta non ha resto a sufficienza e, mentre andiamo in cerca di un’anima pia in grado di scambiarci la maledetta banconota, il prezzo della nostra sosta continua a salire. A Fontanarossa il tempo è denaro… 25 Messina Atm, ultima fermata piazza Puglia Il sindaco Buzzanca vorrebbe liquidare l’Azienda e aumentare il contributo ai servizi pubblici. Alligo V di Giovanni Frazzica enerdì, 15 luglio, nel corso di un incontro con i capigruppo ed i rappresentanti sindacali dell'Atm, il sindaco Giuseppe Buzzanca, ha annunciato la nomina del nuovo Commissario straordinario dell'Atm: il dottore Santi Alligo, attuale segretario generale del Comune di Messina che, per questa nuova incombenza, non percepirà alcun emolumento aggiuntivo e che già in passato, come si evince dal suo curriculum, ha diretto l'Azienda trasporti di Taormina, che è comunque un’esperienza nel settore. Il segretario generale quindi sostituirà il dottore Giuseppe Russo, attuale commissario, che il 30 giugno aveva ultimato (indenne) il suo mandato ed aveva fatto sapere che “non intendeva beneficiare di ulteriori proroghe". A rendere non appetibile l’incarico di capo della più importante municipalizzata messinese è la grave situazione finanziaria ed il groviglio di situazioni pregresse, mai risolte, che si trascinano nel tempo. Per questo, riferendosi al futuro dell'Atm, pare che Buzzanca abbia detto più volte che "la soluzione passa dalla liquidazione dell'Azienda”, ma questo suo dire non ha incontrato il gradimento dei sindacati, anche di quelli che non gli sono 26 pregiudizialmente ostili. “Siamo delusi e preoccupati – hanno detto a caldo i sindacalisti appresa la volontà di liquidare l’Azienda - perché riteniamo che la politica dei pannicelli caldi proposta dall’Amministrazione comunale non entra nel merito vero del problema che, alla luce dell'incontro, diventa ancora più drammatico”. “Bisogna fare chiarezza – sostiene Tonino Genovese, segretario generale della Cisl di Messina – non basta cambiare il commissario, con tutto il rispetto per il dottor Alligo, in questa situazione occorre un piano finanziario e organizzativo per rilanciare l’attività lavorativa ed i servizi, ricordando in ogni momento che stiamo parlando di un’Azienda pubblica”. E Lillo Sturiale aggiunge: “L'aumento del contributo annuo da parte del Comune e il cambio del commissario straordinario non possono certamente bastare a salvare un'Azienda che affonda, sommersa da circa 50 milioni di euro di debiti. L'Atm ha bisogno di un manager che, nelle more del riassetto dei conti, sappia governare la riorganizzazione interna ottimizzando le risorse ed eliminando gli sprechi e i privilegi che ancora sopravvivono all'interno dell'azienda stessa”. Già a fine giugno Pino Foti e Silvio Lasagni erano intervenuti in rappre- sentanza della Cgil e della Uil indirizzando una nota all’assessore Regionale Trasporti, al sindaco di Messina, al prefetto ed al commissario straordinario Atm per aprire la cosiddetta “vertenza Atm Messina”. “I bilanci di quell’azienda, come è noto, maturano da anni disavanzi, ma chi è preposto non li certifica né li approva – scrivevano i rappresentanti di Cgil e Uil nel loro documento -. Sia perché è impossibile certificare servizi resi senza uno straccio di contratto sia per il timore che anche questi, come dovrebbero, finiscano nel bilancio comunale. Ma questa prassi produce, come si è visto, due effetti complementari e pericolosissimi, da un lato una deresponsabilizzazione dell’Azienda, ov- Giuseppe Buzzanca vero la rinuncia da parte della proprietà di fissare obiettivi di risanamento e quindi di effettuare seri controlli ed imporre conseguenti sanzioni, e dall’altro un aumento incontrollato dei costi che una Messina gliatti? i. Alligo nuovo commissario azienda abbandonata a se stessa in queste condizioni logicamente produce”. In effetti nel momento in cui ha comunicato il nome del nuovo commissario ed ha parlato di liquidazione, il sindaco Buzzanca ha anche annunciato che “secondo un percorso già stabilito attingendo ai finanziamenti, per garantire i lavoratori e aumentare il numero degli autobus, il contributo garantito all'azienda passerà dai 13 milioni di euro di quest'anno ai sedici per l'anno prossimo". Questa offerta, che ha lasciato praticamente indifferenti, almeno in apparenza, i sindacati, ha ricevuto il plauso immediato dell’assessore provinciale Maria Rosa Cusumano che ha scritto: “In riferimento all’intervento del sindaco di Messina, Giuseppe Buz- I servizi pubblici a Messina hanno proprio bisogno di aiuto zanca sulla vertenza Atm esprimo grande apprezzamento circa l’operato del primo cittadino messinese su una difficile situazione com’è quella che investe ormai da tempo l’azienda trasporti. Buzzanca mostra ancora una volta concretezza riuscendo ad attivarsi per tempo e dando così risposte immediate alle esigenze della città. L’aumento del contributo in favore dell’Atm, che passerà da 13 a 16 milioni di euro C’era una volta il tram… Messina ha una consuetudine antica col tram. La prima linea tranviaria, infatti, è datata 1887. Il sevizio collegava Messina a Barcellona Pozzo di Gotto, poi la linea subì diverse contrazioni fino alla definitiva soppressione avvenuta nel 1952. La ripresa di interesse nei confronti del tram inizia il 13 settembre del 1996 allorché la Provincia e il Comune, con un accordo, stabiliscono di ripristinare la linea tranviaria. La pubblicazione del bando di gara del concorso internazionale per la progettazione di massima della linea tranviaria è del 30 aprile 1997. La posa della prima pietra avviene nel luglio 1998, poi 57 lunghi mesi di attesa. Il progetto finanziato con i fondi dell’Unione Europea, ha superato tutte le pastoie burocratiche ottenendo tutti i visti necessari e i pareri favorevoli. I lavori sono iniziati a fine luglio 1998 mentre era sindaco Franco Providenti, ex magistrato, eletto nel 1994, fervido sostenitore del tram, convinto che avrebbe rivoluzionato e risolto i problemi della viabilità cittadina. P.F. per l’anno prossimo, è un segnale importante che l’Amministrazione comunale ha saputo dare senza tentennamenti”. Una boccata d’ossigeno, in un momento in cui ognuno porta al sindaco un cerino acceso sperando che si bruci. E l’Atm non è l’ultimo, anche se è grave perché nessuno riesce a capire come si è formato il mega-deficit: sono stati i parcheggiatori o i lavoratori Lsu posti a carico dell’Azienda a far peggiorare i conti? I sindacati giurano di no. E’ stato il tram? Su questo tema la città nei prossimi mesi si dovrà interrogare profondamente, perché i costi eccessivi del tram, cui non corrispondono adeguati ricavi, stanno affossando l’Atm e, nei prossimi anni potrebbero affossare anche il Comune. Ma questa è un’altra storia. 27 Messina 28 Messina Scuole siciliane, addio 1584 posti A rischio le sedi decentrate. Nella Città dello Stretto si perdono 328 unità. Mozione urgente di Picciolo (Pd) per salvare in extremis le classi A llarme rosso per il prossimo anno s c o l a s t i c o, perché per molte sedi decentrate o disagiate si profila il rischio chiusura o l’accorpamento in barba a tutti i programmi di numero massimo di allievi per classe e agli impegni di decentramento sul territorio. E’ uno dei tanti frutti della riforma Gelmini su cui ha posto l’attenzione il deputato regionale Giuseppe Picciolo che ha già presentato una mozione d’urgenza, condivisa dagli onorevoli Galvagno, Gucciardi e Laccoto, allertando la Quinta Commissione legislativa dell’Ars che data l’assoluta priorità della questione si è già attivata per trattare l’argomento subito. In pratica, nell’ambito della riorganizzazione degli organici del personale Ata (assistenti tecnico-amministrativi) e del personale docente sono stati operati tagli con una perdita complessiva di 1584 posti di lavoro di cui 1173 collaboratori (bidelli), 322 assistenti amministrativi e 89 assistenti tecnici. Siccome i plessi scolastici raggruppano più sedi e complessivamente avranno a disposizione 3-4 bidelli, chi aprirà la scuola nelle sedi decentrate; e nelle isole minori o in quelle montane considerate sedi disagiate? Risulterà carente anche il personale di segreteria come quello per i laboratori. Solo per fare un esempio, a Messina sono stati tagliati 328 posti. Alla fine ci sarà necessità di accorpare le classi (mentre la norma prevede il massimo di 30 alunni per classe); quindi classi sovraffollate; vigilanza da esternalizzare; laboratori senza assistenti tecnici; uffici amministrativi decimati. La Sicilia può far valere le sue prerogative razionalizzando le rete scolastica in forza della legge regionale 6 del 2000 e in questo senso l’on. Picciolo richiama l’attenzione del presidente della Regione Raffaele Lombardo e della Commissione competente dove ha formalizzato la mozione. A proposito della recente notizia sulle assunzioni annunciate con esultanza, il deputato Picciolo, dichiara indignato: “Ma di quali assunzioni parliamo? La Sicilia sarà la Regione, assieme alla Puglia, più pena- Giuseppe Picciolo lizzata dai tagli previsti per i posti in organico del personale docente e Ata già dal prossimo anno scolastico. I circa 100.000 precari storici che già da 10 anni occupano questi posti vacanti negli organici, verranno spediti tutti a casa dai tagli del Governo nazionale. A fronte di ciò, le 67.000 immissioni in ruolo, forse in tre anni, in base alle carenze organiche e ai posti vacanti avverranno, prevalentemente, al Nord, viste le disponibilità storiche regionali e provinciali”. Conclude il deputato del Pd: “Purtroppo, anche questa volta, probabilmente, subiremo la sopraffazione dello strapotere politico della Lega Nord che comporterà la chiusura di moltissimi plessi scolastici in Sicilia, in particolare, nelle piccole sedi disagiate e nelle isole minori. A seguito dell’approvazione della mozione da parte di tutto il Parlamento auspichiamo una fortissima presa di posizione del Governo Regionale avversa a tale ‘modus operandi’ del Ministro Gelmini“ . M. C. 29 Palermo Mission possible: riscontrare Ciancimin Il neo pentito Stefano Lo Verso dovra’ deporre su un episodio fondamentale per il processo, che ruota attorno al mancato A di Virginia Di Leo Al processo al generale dei Ross Mori, che si celebra dinanzi alla 4° sezione penale dei tribunale di Palermo, sulla trattativa Stato/mafia, è stata ammessa la deposizione di due pentiti di mafia: il già ascoltato Giovanni Brusca e il nuovo pentito di mafia di Stefano Lo Verso. e ha deciso di ascoltare anche il neocollaboratore di giustizia Stefano Lo Verso. Il pentito Giovanni Brusca proprio di recente era stato interrogato a Roma dai pm del processo Mori. Ma dopo l’audizione all’aula bunker di Rebibbia l’ex boss di San Giuseppe Jato ha fatto sapere di avere ricordato altri particolari sul cosiddetto ‘papello’, cioè la lista delle richieste avanzate dai boss allo Stato e alcuni particolari sull’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino e per tale motivo i pm che sostengono l’accusa nei confronti di Mori hanno chiesto di risentirlo. Il neo pentito Stefano Lo Verso dovrà deporre su un episodio fondamentale per il processo, che ruota attorno al mancato blitz per la cattura di Provenzano dell’ottobre del ’95; infatti costui ha riferito di avere saputo dal boss di Corleone che il giorno della mancata cattura aveva incontrato il mafioso Luigi Ilardo, l’ex boss poi divenuto confidente dei carabinieri: fu proprio lui a parlare del summit con Provenzano che – per la procura – avrebbe potuto portare alla cattura del capomafia. Secondo gli inquirenti, invece, il blitz non scattò perché tra il Padrino Binnu e l’Arma era in corso una trattativa, parte del più ampio dialogo tra mafia e Stato, in nome della quale Provenzano doveva restare libero. Questo è quanto dovrebbe entrare formalmente agli atti del processo. Il Tribunale ha anche ammesso alcune carte, sequestrate dalla procura negli archivi del maxi processo, appartenute all’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, uomo chiave tra i protagonisti della trattativa, che ne dimostrerebbero i saldi rapporti con esponenti delle istituzioni tra i quali l’ex generale del Ros Antonio Subranni che, invece, ha sempre negato di averlo conosciuto. Brusca verrà quindi sentito il 10 ottobre in videoconferenza a Palermo. con le stesse mo- 30 dalità deporrà, il 25 ottobre, Stefano Lo Verso. Lo Verso viene sentito perche’ avrebbe raccontato agli inquirenti di avere gestito, per alcuni anni, la latitanza del boss mafioso Bernardo Provenzano, arrestato nel 2006 a Corleone (Palermo). Lo Verso ha raccontanto è sta raccontando fatti ed episodi che riguardano molti politici siciliani tra cui l’attuale Ministro Saverio Romano, ma questa è un’altra storia. Per quello che riguarda il processo Mori Lo Verso ha detto ai magistrati di un incontro avvenuto nel 1995 tra lo stesso Provenzano e l’informatore Luigi Ilardo, proprio a Mezzojuso. Questa diverrà quindi la verità “vera” di Giovanni Brusca. Brusca fornirebbe particolari che collocherebbero con certezza attorno al 16 luglio 1992, dunque tre giorni prima della strage di via D’Amelio dove perse la vita il magistrato Borsellino e gli agenti della scorta, la consegna del cosiddetto “papello”. Brusca intende così riscontrare saldamente la versione del dichiarante Massimo Ciancimino a proposito della presunta consegna del documento detto il “papello” nel periodo compreso tra le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Invece l’ex uomo d’onore di Bagheria Stefano Lo Verso, vivandiere del boss Bernardo Provenzano e suo uomo di fiducia per due anni, tra il 2003 e il 2004, durante la latitanza, dovrà deporre su un episodio fondamentale per il processo “Mori” , incentrato - stando al capo d’imputazione originario, mai modificato nonostante da tempo l’accusa punti sulla “trattativa” - sulla mancata cattura di Provenzano, possibile (secondo il confidente Luigi Ilardo e il suo referente Michele Riccio, colonnello del Ros) già il 31 ottobre del 1995: il nuovo collaboratore sostiene infatti che Provenzano gli parlò di un proprio incontro con Ilardo, avvenuto giusto quel 31 ottobre di sedici anni fa. Per l’accusa rappresentata dai magistrati palermitani Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo, dopo le torrenziali dichiarazioni di Massimo Ciancimino (che in atto si trova agli arresti domiciliari) che hanno portato il processo verso altri obiettivi, sarebbe un punto fondamentale, visto che proprio attorno alle dichiarazioni “incrociate” di Ilardo e Riccio sul mancato A sinistra Massimo Ciancimino. A destra, Mario F blitz di Mezzojuso ruota il dibattimento. Il confidente Ilardo fu poi ucciso, alla vigilia dell’avvio ufficiale della propria collaborazione, ma Riccio ha deposto a lungo nel processo. L’accusa sostiene dunque che Provenzano aveva una sorta di “salvacondotto” (parole di Ciancimino jr che in tal modo viene pienamente riscontrato nel suo racconto) proprio in virtù della cosiddetta trattativa e della “gratitudine” del Ros per la cattura di Totò Riina, propiziata - sostiene sempre il figlio di don Vito - dallo stesso “Binu” ( che cosi’ facendo avrebbe tradito e consegnato Riina alla giustizia dello Stato). I giudici del Tribunale di Palermo hanno ammessa anche la produzione documentale: in particolare, agli atti del processo entreranno i documenti sequestrati a Vito Ciancimino dopo il suo arresto avvenuto nel 1994. All’interno della 500 pagine ci sono anche biglietti di auguri, tra cui due del generale dei carabinieri, in pensione, Antonio Subranni. Il Tribunale “ritenuta la rilevanza delle prove documentali” ha ammesso la documentazione. I documenti sono stati ritrovati dai pm. Ingroia e Di Matteo negli archivi dell’aula bunker dell’Ucciardone. La questione non è da poco per i Subranni considerato che la fa- Palermo mino Massimo mancato blitz per la cattura di Provenzano a, Mario Fontana in alto e Antonio Ingroia sotto miglia continua a frequentare assiduamente le stanze del potere nazionale. Infatti il figlio del generale, Ennio, è un membro del Roc, il Reclutamento operativo centrale dei nostri servizi segreti; mentre la figlia del generale Subranni e’ la portavoce ufficiale del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, oggi segretario nazionale del PDL. Sicuramente avrete notato quella biondina che con ansia e tensione sta guardinga accanto e in bella vista del già Ministro della giustizia in tutte le interviste tv . Bene. E’proprio lei Danila Subranni. Ricorderemo di avere letto, lo scorso agosto 2010, sui maggiorenti quotidiani nazionali, di un’infuocata polemica sulla portavoce del ministro della Giustizia, oggetto d’interrogazioni parlamentari a Strasburgo (Sonia Alfano) e a Roma (Peppe Lumia). Il colonnello Michele Riccio, il principale accusatore, degli imputati Mori e de Donno, ha parlato chiaramente delle sue difficoltà nelle indagini per la cattura di Provenzano, aggiungendo che queste difficoltà avevano anche un nome e cognome: Mario Mori e Antonio Subranni ( all’epoca diretto superiore del Mori) . Sarebbero stati loro, secondo il colonnello Riccio, a creare difficoltà dopo che lo stesso Riccio aveva fornito le informazioni confidenziali ricevute dal boss di Caltanissetta Luigi Ilardo. La materia è dunque assai bollente! e per questo alcuni parlamentari hanno ritenuto inopportuno che Da- nila Subranni, la voce del ministro Guardiasigilli, continui a ricoprire il suo ruolo. Intanto il processo al colonnello Mori è stato rinviato, come detto, al prossimo 20 settembre , per l’audizione dei consulenti grafologici della difesa di Mori, che dovranno riferire sui documenti forniti da Massimo Ciancimino, oggi scarcerato e posto agli arresti domiciliari dopo che dal 21 aprile con l’accusa di calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e successivamente per detenzione di esplosivi era stato posto in stato di custodia cautelare in carcere. Nel frattempo il neo pentito Lo Verso per provare la sua attendibilità ha fatto scoprire agli inquirenti un cimitero di mafia a Ficarazzi. Le dichiarazioni del pentito hanno infatti permesso ai carabinieri di scoprire ( è il caso di dirlo) , sotto uno spesso strato di terra, un cimitero di mafia a Ficarazzi, nel palermitano. Da quando, l’11 febbraio scorso, il boss Lo Verso si è presentato alla caserma dei carabinieri di Ficarazzi, letteralmente con il sacro libro della Bibbia sotto braccio, non ha più smesso di parlare. E il ritrovamento di resti umani è la prima conferma della sua attendibilità. Al dunque il piatto processuale è servito e si può andare in scena con le nuove audizioni autunnali che si presentano come una rivincita dell’attendibilità del giovane Massimo sui suoi detrattori che lo vogliono fanfarone e pallonaro ad ogni costo. 31 Palermo Palermo: burocrazia elefantiaca Secondo Mario Fillippello, presidente di Assoconfidi Sicilia, la Camera di Commercio di Palermo e’ l’unica a dovere ancora fornire all’assessorato regionale all’Economia circa 100 certificati camerali. Una situazione che crea stallo e problemi agli imprenditori siciliani I di Fabio Sortino casi di malaburocrazia si moltiplicano a dismiusa e siccome, come si sa, piove sempre sul bagnato adesso ci si mette anche la Camera di Commercio di Palermo a creare difficoltà e a rallentare il lavoro di imprenditori. Infatti è “l’unica a dovere ancora fornire all’assessorato regionale all’Economia circa 100 certificati camerali: questo ritardo blocca il pagamento di otto milioni di euro, cioè l’anticipo dei 24 milioni di contributi relativi al 2008 per ‘abbattimento interessi sul credito ottenuto con garanzia dei Confidi’, per i quali le imprese siciliane hanno presentato circa 35 mila istanze”. Lo dice Mario Filippello, presidente di Assoconfidi Sicilia. Mario Filippello, il presidente dell’associazione che raggruppa circa centomila imprese sul territorio siciliano, ha denunciato il ritardo della sola Camera di Commercio nella presentazione di cento certificati camerali all’assessorato regionale all’Economia. Certificati che consentirebbero alle imprese che lo hanno richiesto, lo sblocco di otto milioni di euro di contributi. Solamente un anticipo, rispetto ai 24 milioni complessivi relativi al 2008, che interesserebbero ben 35 mila istanze. Una vicenda che secondo il massimo vertice di Assoconfidi non potrebbe definirsi in altro modo se non paradossale. Un’altra piaga sulla pelle degli imprenditori, che oltre alla malaburocrazia, si vedrebbero privati anche di queste agevolazioni economiche. Impossibile, dunque, che “anche chi dovrebbe stare dalla parte delle imprese – accusa Filippello – , ne ostacoli l’attività a causa di ostacoli e disservizi”. Il presidente della Camera di Commercio di Palermo Roberto Helg ha replicato che sarebbe la legge a creare questi ritardi. Legge che da sola, la Camera di Commercio di Palermo, non può superare: “Filippello – ha detto Helg – avrebbe fatto bene a chiedere prima a noi dei chiarimenti. La Regione ha 32 Da sinistra Mario Filippello e Roberto Helg chiesto 1600 certificati. Su questi, la mancata presentazione di 99, e non cento, è avvenuta perché queste aziende non sono in regola con i pagamenti camerali. I pagamenti - continua Helg – sono dettati da decreti ministeriali. La legge ci obbliga a non poter dare questi certificati in assenza dei pagamenti. Se c’è una legge, la devo rispettare: dura lex, sed lex”. Ma la situazione dovrebbe essere presto sbloccata. Helg ha prospettato una risoluzione in tempi brevi, facendo appello agli organismi nazionali della Camera di Commercio: Ma sentiamo cosa ne pensa il Presidente di Assoconfidi Mario Filippello. “E’ dal 2009 che 34.000 istanze di iscrizione sono bloccate alla camera di Commercio di Palermo. Ma la cosa più grave – dice Filippello – è che da sei mesi sono erogate col contagocce, col cosiddetto metrodo a campione circa 1600 iscrizioni”. “Se si dovesse procedere secondo le regole, queste iscrizioni dovrebbero essere annullate e rifatte nuovamente, il che comporterterebbe enormi danni a queste imprese al già morente tessuto imprenditoriale siciliano”. Ma cerchiarmo di capire le cause e soprattutto i danni. “La mancata erogazione di 100 certificati camerali – afferma ancora il Presidente provoca una paralisi di una buona parte del tessuto imprenditoriale siciliano, per un danno di circa 8 milioni di euro e tutto questo, ripeto, solo per una burocrazia elefantiaca e inerte. Ma quali sono le motivazioni? “Intanto carenza di dipendenti e di organizzazione. Poi alla Camera di commercio sostengono per 99 di queste iscrizioni camerali non sono stati pagati i diritti annuali e sarebbe questo il motivo per cui non vengono erogati i certificati. Ora, a questo punto, continua il Presidente di Assoconfidi la Camera di commercio dovrebbe aprire un contenzioso contro queste imprese, cosa che nessuno si assume la responsabilità di fare. Così si resta in questa fase di stallo e vengono bloccate 34.000 istanze. Intanto da Palermo stanno facendo istanza alla camera di Commercio di Roma. Le cifre parlano chiaro, circa 20 mila e 20 imprese in meno nel 2009, con gravi crisi un po' in tutte le provincie. Si salva in parte solo Ragusa. Si nota una pesante crisi anche nel settore delle imprese individuali e delle imprese artigiane. E se la burocrazia contribuisce la situazione non può che peggiorare. Siracusa TRAPANI CATANIA Progettazione civile e industriale direzione lavori e collaudi bonifiche di inquinamento ambientale sicurezza del lavoro 30 Via Vecchia Ognina 142/B - 95127 (CT) - Tel/Fax 095.387171 www.iassicilia.it - Email [email protected] 33 Trapani Quel cranio “trapanato” ma 2.000 anni prima di Cristo Nel museo di Partanna l’esposizione di un reperto senza precedenti: è la prova di un itervento chirurgico del tutto eccezionale. Ci si chiede: ma i chirurghi dell’epoca avevano la consapevolezza di ciò che facevano? E' stata la musealizzazione (finalmente) soprattutto di un cranio “particolare” e di tanti altri interessanti reperti risalenti tra l’antica e la tarda Età del bronzo a rilanciare una scoperta avvenuta a Partanna (nel Belìce) agli inizi del XIX secolo. “Particolare” nel senso che si tratta del cranio “trapanato” di un uomo (vissuto XXII-XI secolo a.C.) in Sicilia in una comunità situata in una zona mistica per via della presenza di numerose sorgenti e in una enclave di grande suggestione naturalistica. “Trapanato”, comunque, non equivale alla perforazione della testa di un essere umano con un attrezzo assimilabile a quelli attuali. Più sconvolgentemente si tratta dell’asportazione di una parte della parete ossea effettuata con un tecnica e una attrezzatura oggi inaccettabili e nemmeno immaginabili, con attrezzi litici (molto verosimilmente selci) o metallici. (Il termine “trapanato” fu usato da Ippocrate per indicare un attrezzo utile ad intervenire sul cranio.) Praticamente, il reperto archeologico di Partanna oltre alla straordinarietà della data alla quale risale, è la prova di un evento chirurgico ancora oggi assolutamente eccezionale. La prima domanda che si 34 di Enzo Tartamella pongono oggi archeologi e osservatori è quella se i “chirurghi” del tempo avessero la consapevolezza di ciò che facevano, ovvero se si trattava di un rito quindi in totale assenza di “scientificità”. Esami relativamente recenti effettuati con attrezzature moderne e di laboratorio propendono per la volontarietà, nel senso che il “medico” era perfettamente cosciente e consapevole di ciò che andava facendo. Si consideri che il cuore fino alla soglia del Rinascimento era considerato con il congegno organico in assoluto più importante del corpo umano, sia come deposito del sentimento, sia della ragione; insomma di tutto. La testa era ritenuta una parte del corpo quasi secondaria. Dunque, era il cuore l’organo “sacro” e non violabile di un essere umano; sulla testa no si poteva intervenire chirurgicamente alla stregua di un arto fratturato o di una qualsiasi parte del corpo. Si tratta di eventi di portata internazionale che stupiscono e sembrano inverosimili. Per cui il “trapananto” del Belìce appartiene al nostro territorio, ma di fatto è il testimone di un fenomeno universale suscettibile di interesse da parte di qualsiasi cittadino della Terra. Di tanto in tanto vengono diffuse notizie che potrebbero far riconsiderare completamente parte della storia umana antica, come l'amputazione di un brac- cio. Questo intervento chirurgico ha avuto successo, ed è stato compiuto da uno dei talenti più straordinari che la storia medica ricordi. Soprattutto considerando gli strumenti a disposizione in quel tempo. Quello che però viene da chiedersi è: possibile che questo chirurgo ante litteram non sia stato un genio, ma solo un utilizzatore di una conoscenza medica che spesso non riteniamo possibile per l'uomo del Neolitico? Nella tomba di ButhiersBoulancourt, risalente al Neolitico e collocata a circa 60 chilometri da Parigi, gli archeologi hanno ritrovato segni di una conoscenza medica utilizzata circa 6900 anni fa per effettuare l'amputazione di un avambraccio. Il paziente sembra essere stato anestetizzato, e non ci sono segni di infezione. Il taglio è stato pulito e la ferita è stata medicata, secondo quanto afferma il French National Institute for Preventive Archaeological Research (Inrap). C’è da aggiungere che in realtà sono stati ritrovati altri esempi di amputazioni simili, in Germania ed nella Repubblica Ceca. Ritorniamo adesso a Partanna. Per quanto riguarda contrada Stretto, la tomba classificata T1 fa parte di una vasta necropoli che interessa tutta la zona e i cui reperti archeologici sono ascrivibili a quella che è stata denominata “Cultura del Bicchiere campaniforme siciliano”. Una stanza del museo. In alto, una immagine ester Trapani o magine esterna e notturna del museo di Partanna Si tratta dei resti frammentati di una ventina di individui di ambo i sessi (ma soprattutto uomini), di età compresa tra i venti e i quaranta anni, trasferiti dalla loro collocazione originaria. I teschi sono stati definiti di “elevata capacità cranica”. Una notizia delle abitudini alimentari del tempo è stata ottenuta dall’osservazione dell’apparato masticatorio che evidenzia una alimentazione a base di carni crude o semi-crude e di graminacee; accertata anche la deficienza di ferro e le anemie conseguenti. Il cranio trapanato fu rinvenuto nel 1988 a seguito di uno scavo disposto dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani con la collaborazione del professore Sebastiano Tusa. Fu trovato in una tomba a grotti celle artificiale. A fianco ai reperti ossei furono ritrovati al elementi di corredi funerari di terracotta e di selci. Scattò una lunga serie di indagini rilevando anzitutto le caratteristiche del reperto. La trapanazione era stata praticata in forma ovale e con una linea continua senza zig-zag nel parietale destro di 72 x 59 millimetri. Particolare importante: l’esame TAC ha evidenziato che i bordi sono ricoperti da tessuto osseo neoforato (formatosi subito dopo l’asportazione), indice di un processo di guarigione in atto. Più pratica mente, non solo l’uomo aveva superato senza patire infezioni i postumi dell’intervento operatorio, ma il suo apparato si era adoperato ricostruendo il tessuto osseo e quindi consentendo (come accertato scientificamente in casi analoghi) il reinserimento del soggetto nella vita sociale della comunità. Un esito che sa di fantascienza o di miracolo. Con l’inaugurazione dei locali dove vengono custoditi i reperti (alla presenza tra gli altri dell’On. Sebastiano Missineo assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, del direttore della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali Sebastiano Tusa, del sindaco Antonio Cuttone e del vice presidente della Provincia Regionale di Trapani, On. Enzo Culicchia) Partanna definisce un proprio percorso. “Si apre una lunga stagione turistica di tipo culturale- Dice il sindaco Cuttone- Nella zona insistono Selinunte ed altre realtà archeologiche antiche e arcaiche come il Monte Polizzo Salemi, nonché la vicinissima Gibellina con la sua fama di avanguardia mondiale. Si spera di convogliare nel Belìce un flusso di visitatori che potranno anche beneficiare di un territorio quasi incontaminato ricco di tradizioni agricole e culturali” Partanna (in provincia di Trapani) ha un territorio che si estende tra i fiumi Modione e Belìce. Il Centro abitato si erge su una collina a circa 414 metri. Secondo i dati dell’ultimo censimento, conta 11.471 abitanti. Il territorio comunale misura circa 82,42 chilometri quadrati. Il paesaggio è prevalentemente collinare, coltivato a vigneto ed uliveto. “Nell’ultimo decennio il Comune ha promosso una fattiva collaborazione con la Facoltà di Archeologia dell’Università di Cordoba (Spagna) e grazie al supporto di alcune cooperative specializzate nel settore, vengono organizzati, nel periodo estivo campi-scuola e campagne di scavo con attività didattiche formative e seminariali rivolte a studenti e ricercatori universitari” -sottolinea l’onorevole Enzo Culicchia già sindaco per quattordici anni di Parttanna. Non possiamo non constatare un sempre maggiore afflusso di visitatori e un collaterale aumento di B&B. I nostri giovani hanno uno spazio dove potersi investire”. Ne è già una prova la costituzione del PAM (Prima Archelologia del Mediterraneo). E’ un’associazione Onlus, presieduta da Sebastiano Tusa, sorta d’intesa con il comune di Partanna, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, l’Università di Cordoba e con le Soprintendenze del Mare e di Trapani. L’associazione, oltre alla promozione, la conoscenza e la valorizzazione dei siti archeologici del territorio, intende rilanciare gli studi di archeologia mediterranea in una prospettiva multi-areale, multi-disciplinare e con una prospettiva antropologica comparativa tra passato e presente, in modo che si possa far avanzare gli studi sulla conoscenza della comune civiltà mediterranea. Nel 2010 la Provincia Regionale di Trapani ha aderito all’associazione, assegnandole anche la consulenza scientifica e la redazione della prestigiosa rivista “Sicilia archeologica”, che sarà a breve di nuovo in edicola. “L’Associazione si è particolarmente impegnata per la realizzazione, a Partanna, di due realtà prestigiose quali il Museo Archeologico Preistorico del Basso Belice, ubicato nel castello Grifeo, e l’area archeologica di contrada Stretto” -dice con orgoglio il vice presidente Vito Zarzana. 35 Agrigento La mafia di Favara gestiva anche Decapitata la nuova famiglia mafiosa favarese e azzerato il nucleo di favoreggiatori dell’ex latitante, Giuseppe Falsone. Le attenzioni anche sull’aeroporto di Agrigento, lavori mai cominciati ma già nelle mani dei clan. I verbali delle intercettazioni telefoniche I di Franco Castaldo l blitz della Squadra Mobile di Agrigento ha arrestato dieci persone per mafia e tra i catturati c’è pure chi ha falsificato i documenti di identità del boss di Campobello di Licata per garantirgli una sicura latitanza. Questi gli arrestati: Carmelo Cacciatore, Francesco Caramazza, Liborio Parello, di Agrigento; Carmelo Marotta e Giovanni Vinti, di Ribera; Giuseppe Maurello, di Lucca Sicula, Antonino Perricone, di Villafranca Sicula; Salvatore Morreale, Calogero e Antonino Pirrera, di Favara. Solo per Antonino Pirrera sono stati disposti gli arresti domiciliari, in considerazione della sua età (73 anni). Dalle carte dell’inchiesta emergono particolari interessanti soprattutto attraverso le intercettazioni. Come questa: Francesco Caramazza e Antonino Pirrera, ritenuti esponenti della mafia di Favara come contestato loro con l’ordinanza Maginot avevano le idee chiare e volevano sfruttare al meglio le grandi occasioni di impresa che il territorio agrigentino aveva (ed ha) a disposizione. Ed avevano “puntato”, con fameliche attenzioni, i lavori di realizzazione dell’aeroporto di Agrigento, mai operativamente iniziati e già oggetto degli appetiti mafiosi. Ma non solo: sono chiari riferimenti a lavori progettati o in via di realizzazione in provincia di Agrigento quali il centro commerciale di Villaseta, il raddoppio della Strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta, e appunto la realizzazione di un aeroporto in provincia di Agrigento. Questo il colloquio intercettato: Pirrera: …inc… ma vi siete mossi… per là? Qua.. Caramazza: per dove? Pirrera: di questo lavoro che deve iniziare?…inc… i mezzi tuoi… Caramazza: ma dove? quali lavori sono? Pirrera: con i mezzi che hai … inc… Caramazza: c’era… c’era questo lavoro del paese e l’hanno bloccato. Pirrera: ah… chi l’ha bloccato? Caramazza: 36 A sinistra, Antonino Pirrera e Francesco Caramazza. A destra, un l’hanno bloccato …inc… gli è arrivata una lettera all’U.R.E.G.A. di Agrigento… tanta… i Carabinieri l’hanno mandata… dice che facendo lavori grossi, si incrementa… (pausa) quella settimana quando hanno bocciato l’aeroporto era riportato sul giornale… non ne fanno più aeroporto… era scritto sul giornale… Pirrera: perché? Caramazza: bocciato! Nell’altro giornale, che noi non prendiamo mai, che è quello “il ventiquattro ore” non l’ho preso mai questo giornale io, che ci sono tutte le leggi… lo sa quando fanno le leggi? Pirrera: si, si Caramazza: l’ha letto l’ingegnere Pullara e mi ha detto “lo sai” dice “che gli hanno revocato i progetti dell’autostrada?” dico “e perché ingegnè?” Pirrera: “per non dare spazio… chissà” dice… Caramazza: “per non dare spazio… tant’è, tant’è…” Pirrera: minchia …inc… (si accavallano le voci) Caramazza: questo ponte che stanno sistemando, ziu Nì, deve essere abbattuto Pirrera: ah! Caramazza: per progetto… se fanno l’autostrada… questo ponte va a terra… ponte non ce ne deve essere più là perché hanno calcolato che deve venire così quell’autostrada… perché lo stanno sistemando Ziu Nì? Pirrera: e perché lo stanno sistemando… perché non l’abbattono! Sempre così è… Caramazza: perché è incremento per loro… è incremento Pirrera: …inc… per te stesso… inc… Caramazza: è da cinque anni che perdono tempo (cugliunianu) là Pirrera: minchia qualcuno si era fatto i mezzi nuovi… Caramazza: se li può infilare nel culo! (pausa) Pirrera: qualcuno si era fatto i mezzi nuovi Caramazza: minchia… mezzi nuovi Pirrera: …inc… chiacchiere… Caramazza: no …inc… per loro… no… chiacchiere non lo so… Pirrera: … inc… incominciare là… Caramazza: un poco di lavoro qua c’era… un poco di lavoro… che qualche padre di famiglia …inc… dice che lo devono dividere in cinque lotti perchè è tre milioni questo lavoro Pirrera: si …inc… Caramazza: …inc… là sotto la stazione… lo sà là… hanno preso e l’hanno fermato, figli di puttana! Quella settimana l’hanno fermato, basta lavoro! Pirrera: …inc… Caramazza: questi… eh, questi, questi della D.D.A., quelli di Palermo… gli hanno Agrigento che gli appalti non ancora fatti telefoniche destra, un cartello pubblicitario che esorta all’impegno per l’aeroporto di Agrigento scritto… Pirrera: …inc… che capiscono che …inc… (ci sono cani che abbaiano) Caramazza: …inc… l’aeroporto ...inc… ziu Nì… che c’era dieci anni di lavoro! Pirrera: lo so. Caramazza: dieci anni. Pirrera: s’arricchivano qua tutti arricchivamo! Caramazza: solo solo tutti questi alberghi che c’erano al Villaggio Mosè. Pirrera: al Villaggio Mosè Caramazza: perché un albergo quante persone fa lavorare ziu Nì, camerieri, macellai… Pirrera: camerieri …inc… minchia ne mette commesse di tutte cose… si aprono negozi, altre cose… Caramazza: …inc… Pirrera: …inc… minchia, perciò …inc… Caramazza: a Villaseta hanno fermato il centro commerciale, quante persone dovevano lavorare? C’è una fame nera… c’è una crisi da noi, una cosa paurosa… in questi giorni sono andato quattro giorni a Milano per lavoro… ma ne ho visti lavori ziu Nì, tantissimi, non hai dove girarti prima che vedi cantieri da qua all’altra parte… facevano palazzi, ziu Nì… non gli posso dire, non gli posso dire come, camion, trattori, impastatrici, le persone sembravano formiche… e quanti paler- mitani ci sono che lavorano ziu Nì, catanesi, di tutti questi paesi nostri di queste montagne, calabresi …inc… tutti Pirrera: …inc… calabresi Caramazza: eh, eh, quante persone ci sono, quante persone mancano… minchia quello mi ha detto “la Calabria è rimasta sola” Pirrera: … inc… calabresi Caramazza: tutto là che facevano i carpentieri… Caramazza: loro avevano fatto all’inizio… come mezzi no… perché quel cornuto ce l’ha i mezzi! C’è stato uno di questi Brucculeri che è fallito… Nella suddetta conversazione, Pirrera chiede a Caramazza se per i lavori di realizzazione del progettato aeroporto in provincia di Agrigento questi si era mosso per ottenere l’eventuale appalto, ma in realtà Caramazza riferisce che il progetto di costruzione dell’aeroporto non verrà realizzato. In effetti, per come emerge dalla informativa delle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento, alla data dell’ottobre 2008, i lavori più significativi in provincia di Agrigento in corso d’opera o di progettazione erano il centro commerciale di Villaseta e quello di Castrofilippo, non- ché il raddoppio della SS 640 Agrigento – Caltanissetta e l’aeroporto; per successive scelte di natura politico-amministrative il progetto di realizzazione dell’aeroporto in provincia di Agrigento non ha avuto più seguito. Pirrera e Caramazza nella conversazione in esame fanno una dettagliata ricostruzione dei possibili guadagni che imprese operanti in provincia di Agrigento possono, in astratto, ricavare dall’aggiudicazione d’importanti commesse come quelle sopra riferite. Per altro, risulta ormai accertato processualmente che in occasione dei lavori del centro commerciale di Castrofilippo, si è realizzata una piena infiltrazione mafiosa sia nella fase della progettazione, che nella fase della realizzazione del centro, attraverso esponenti mafiosi o imprese ricollegabile direttamente a Giuseppe Falsone, tra cui le imprese riconducibili ai fratelli Morreale di Favara; Trattasi pertanto di un colloquio avente ad oggetto la pianificazione di interventi da effettuare in provincia di Agrigento anche mediante l’utilizzo di imprese riconducibili all’organizzazione mafiosa. 37 Messina Sapore di Sal...ina Ricco weekend per l’isola eoliana fra convegni di Marevivo, TeleThon e Confartigianato, l’anteprima nazionale di un film e la selezione provinciale di Miss Italia. Varie iniziative a Santa Marina in occasione dell’arrivo della nave scuola “Vespucci” di Massimiliano Cavaleri M are, musica, cinema, ambiente, solidarietà, dibattito politico, artigianato, bellezza siciliana, patriottismo: Salina non ha dimenticato proprio nulla pochi giorni fa in un week-end particolarmente ricco grazie ad una serie di iniziative promosse dal Comune di Santa Marina insieme con associazioni e privati, in occasione del passaggio dell'Amerigo Vespucci, fra le navi più celebri e belle della Marina italiana. L'isola eolina ha mescolato bene la visita della nave scuola da parte di circa un centinaio di studenti con il saluto – cocktail delle autorità a bordo del veliero, che ospita circa 350 persone fra marinai cadetti e ufficiali e più volte si è avvicinato al porto per farsi ammirare 38 meglio dai salinoti, date le difficoltà per attraccare, come ha ricordato il suo comandante Giacomo Paolo Reale. A seguire una serata dedicata ai 150 anni dall'Unità d'Italia, festeggiati in piazza con un concerto della banda locale con pezzi sulla storia del paese, che ha preceduto l'anteprima nazionale del film “Win win” di Thomas McCarthy, con Paul Giamatti e Amy Ryan prodotto dalla Miramax, sul tema della durezza e disprezzo per le regole capace di cambiare la vita di una famiglia di periferia del New Jersey e portare fortuna a un team di wrestling. Nel pomeriggio nel Salone delle Conferenze del Comune l'associazione ambientalista Marevivo, che quest'anno compie 26 anni di attività con comune denominatore la tutela del mare, delle coste e del paesaggio, ha promosso insieme con Bnl per Tele- Thon un convegno dal titolo “Mediterraneo: un'area di risorse”. Coniugare ambiente e solidarietà, ma anche riflettere sui nuovi scenari nel “mare nostrum” con le potenzialità che si aprono per scambi più proficui e intese utili all’obiettivo di politiche comuni nella tutela ambientale e della risorsa pesca e nella valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico, in cui la nostra legislazione può rappresentare un solido caposaldo. E in questo ambito, la straordinaria peculiarità dell’arcipelago eoliano, un tempo crocevia di fiorenti traffici di alcune mercanzie e oggi sinonimo di bellezza paesaggistica, di mare incontaminato, terra di testimonianze storiche uniche, di tesori museali: un patrimonio universale riconosciuto dall’Unesco. Questi gli spunti emersi dall'incontro – dibattito cui hanno preso parte il presidente regionale di Marevivo Mario Cavaleri, sindaco e vicesindaco di Santa Marina Massimo Lo Schiavo e Luigi Follone, la responsabile Club Unesco Salina Valeria Piccinini, il deputato Ars Beppe Picciolo, lo storico ed esperto di emigrazione dell'Università di Messina Marcello Saija e il soprintendente ai Beni Culturali di Messina Salvatore Scuto. Fra gli ospiti, giunti sull'isola grazie alla collaborazione del comm. Vittorio Morace e del suo delegato di area Nunzio Formica di Ustica Lines, anche l'ingegnere capo del Genio Civile e commissario straordinario del Consorzio Autostrade Siciliane Gaetano Sciacca, direttore Area Sud Italia Bnl per TeleThon Luigi Leonetti e il suo coordinatore siciliano Angelo Saeli. L'indomani incontro promosso da Confartigianato sul tema “Turismo, innovazione e identità: quale futuro per un nuovo sviluppo delle isole Eolie”, che ha visto la partecipazione di numerosi Messina Le premiate insieme col sindaco Lo Schiavo, il giornalista Cavaleri e l’assessore Armao esperti fra cui il presidente regionale e il segretario generale di Confartigianato rispettivamente Filippo Ribisi e Cesare Fumagalli, il vicepresidente di Confartigianato Imprese Messina Maria Grazia Bonanno, l'assessore provinciale Sviluppo economico e Attività Produttive Giuseppe Martelli, il presidente della Camera di Commercio di Messina Antonino Messina, il presidente dell'associazione siciliana Paese Albergo Salvatore Scalisi e il direttore di Confartigianato Messina Carlo Canzonieri, promotore dell'evento, moderato da Mario Cavaleri della Gazzetta del Sud. Si sono accesi i riflettori su diversi aspetti del futuro delle sette isole: a cominciare dalla necessità di una “rivoluzione culturale” capace di portare un turismo che si riconosca con l'identità siciliana; investire sulla formazione dei giovani (e non solo parrucchieri ed estetisti); il problema trasporti ancora insufficienti; favorire piccole e medie imprese volano dell'economia, soprattutto nel settore agro-alimentare, nautico e turistico, in particolare quello crocieristico. Contestualmente via Risorgimento, corso principale di Santa Marina, si è trasformato per una giornata in una piccola fiera dell'artigianato con l'esposizione di prodotti e varie lavorazioni tipiche del “made in Sicily”. In piazza anche l'inaugurazione del locale “Le Papagaye” dello scultore e pittore Sergio Santamarina. Tra lo sfondo azzurro del mare eoliano e il profumo di gelsomino del Rapanui, storico ristorante e disco club di Salina immerso nel verde, la selezione provinciale di Miss Italia è stata un tripudio alla bellezza, quella del paesaggio, dell’accogliente resort e naturalmente delle splendide quindici candidate capaci di mettere in difficoltà la giuria presieduta dall’assessore regionale Gaetano Armao e di cui hanno fatto parte anche il sindaco Lo Schiavo, il giornalista Cavaleri, l'artista Santamarina, l'organizzatore d'eventi Sergio Occhino, il dentista Alberto Micalizzi e la psicologa Simonetta Longo. Poi il verdetto ha comunque dovuto farne primeggiare una e la prescelta Chiara Salvo, miss Rapanui 2011, ha avuto l’approvazione dell’intera platea a conferma di un giudizio condiviso che ha accomunato anche le altre premiate Miss Rocchetta Emanuela Bartolone (collega giornalista), Miss Peugeot Giusy Napoli, Miss Wella Manuela Giunta . La manifestazione è stata organizzata da E-Motion per la Sicilia Eventi di Salvatore Gentile, esclusivista del concorso nazionale per la Sicilia Est e da oltre trent’anni a fianco di Enzo Mirigliani patron di una selezione che coinvolge oggi come ieri, rappresentando per le potenziali miss una passerella di assoluto rilievo non solo nazionale. La 23enne Salvo è una studentessa universitaria di Villafranca Tirrena con l’ambizioso progetto di riuscire a fare la fotomodella nella speranza che sia trampolino per passare poi al mondo del cinema. Le potenzialità ci sono tutte... Ottima la conduzione della serata da parte delle giornaliste Patrizia Casale e Marika Micalizzi che hanno interrogato via via le candidate per farle conoscere e apprezzare meglio dal pubblico e dalla giuria. La serata ha coinvolto anche Telethon e Marevivo, che hanno raccolto fondi per la ricerca scientifica e distribuito gadget al ricco parterre. Per il Rapanui, anfitrione Domenico Giuffrè, la conferma di aver realizzato nell’isola un riferimento di prestigio capace di offrire un valore aggiunto a ogni iniziativa anche per le prelibatezze tipiche che si accompagnano a questi eventi e la conclusione, d’obbligo, in malvasia per gustare meglio il sapore di sal...ina. 39 Siracusa Il progetto internazionale di A.RE All’Antico Mercato di via Trento, in Ortigia a Siracusa, dal 27 luglio al 2 agosto, si animerà un percorso multise S di Rosa Tomarchio i ripropone con sette mesi di anticipo, sperimentando una vetrina estiva, A.RE.S. Film & Media Festival, evento di caratura internazionale che si caratterizza per la capacità di connettere film di frangia, di ricerca, giovane e sperimentale, con uno sguardo nuovo sulla contemporaneità, agli ambiti dell’Innovazione Tecnologica e della Responsabilità Sociale. All’Antico Mercato di via Trento, in Ortigia a Siracusa, dal 27 luglio al 2 agosto, si animerà un percorso multisensoriale per diffondere sul territorio il valore della più innovativa cultura visiva e cinematografica e dei linguaggi multimediali come veicolo di coesione sociale e creando al contempo un contenitore culturale capace di generare un circuito virtuoso di scambio e confronto con altri partner locali ed internazionali. La scrematura è d’obbligo, ma i pubblico non è di nicchia tout court. “Il concorso internazionale di film esclude solo la fiction e non opera una distinzione di genere dei film partecipanti perché crediamo che un’opera, qualunque sia la forma attraverso la quale viene resa esplicita, vada valutata per la sua qualità, il suo valore, l’idea che l’ha generata, il linguaggio con cui è in grado di parlare al mondo. – spiega il direttore artistico Antonio Casciaro che lo scorso dicembre, in occasione della seconda edizione Ares, ha ricevuto la medaglia al merito da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitiano -. Per tali ragioni, il concorso prevede riconoscimenti trasversali che puntino a far emergere i caratteri di innovatività, di originalità, di capacità analitica e di pregnanza sociale dei diversi lavori a concorso”. “Il nostro progetto internazionale è legato a selezioni di opere sperimentali, di animazione, documentari, video-arte (Best of collections), da altri film festival 40 internazionali – aggiunge il sociologo Casciaro – ed in questa edizione 2011, A.RE.S. Film & Media Festival propone collezioni da tre film festival europei caratterizzati da una forte spinta alla sperimentazione (La Boca del Lobo, Madrid; Signes de Nuit, Parigi, BuSho Festival, Budapest) insieme ai quali abbiamo costituito un circuito transnazionale (Cine Trans Europe) che vuole resistere ad un cinema portatore di emozioni e concetti paludati e sempre uguale a se stessi, di modelli narrativi dominanti e riduttivi e che si impegna invece a difendere un ‘Cinema della differenza’ che guarda ai linguaggi audiovisivi più innovativi e articolati, capace di interpretare la complessità del reale”. Innovazione tecnologica e multimedialità. E’ il perno attorno a cui ruota Ares, Arte e Scienza dell’Immagine’, slogan della manifestazione che lancia la sfida epocale: coniugare l’arte al sociale. E’ l’essenza concettuale di un festival articolato e poliedrico che per sette giorni si proporrà di fecondare e rivitalizzare la città di Siracusa offrendo un inedito ed originalissimo intreccio tra cinema, linguaggi multimediali, nuove tecnologie applicate al settore dell’audiovisivo e del sociale, arti visive e sonore. A.RE.S. Film & Media Festival è una macchina di idee in continuo work in progress. Promuove processi e prodotti inediti, inerenti al campo dei nuovi media e dell'applicazione delle innovazioni tecnologiche all'arte filmica, con la selezione e la presentazione al pubblico di una mostra di installazioni multimediali dal titolo ‘Osmosi’ ed una rassegna internazionale di film Machinima e che quest’anno ha come titolo ‘Poesia Visiva’ e ‘Narrativa’. “Non a caso, la mostra multimediale invita ad incontrarsi artisti, scienziati, ricercatori ed operatori, in un’operazione che sia anche esperimento e momento di studio sul focus dell'osmosi – suggerisce il direttore artistico Casciaro -, osmosi riferita al fenomeno fisico della compenetrazione e fusione operante nei settori delle arti, dei media e delle tecnologie, delle scienze presente anche negli eventi sociali, urbanistici e nell'architettura”. Immagini/movimento e Musiche/ collaborazioni visive saranno invece le due tematiche che dettano le linee guida della rassegna di Machinima: film creati con software per videogames, che, anziché utilizzare un videogame per scopi ludici, ne ‘forzano’ i convenzionali modi d’uso per esplorare nuove possibilità di tipo narrativo. La scelta di presentare all'interno dell'edizione 2011 anche il best of del Rimusicazioni, Film Festival di Bolzano, nasce dall’interesse per l’aspetto sonoro spesso non adeguatamente valorizzato nella cultura cinematografica. Si proietteranno quindi film, già noti oppure rari, rimusicati da compositori, gruppi, sound-designers, performers e foley artists (rumoristi) di tutto il mondo, lavori che spazieranno dall’accompagnamento Siracusa .RE.S. Film & Media Festival o multisensoriale per diffondere sul territorio il valore della più innovativa cultura visiva e cinematografica Il progetto di A.RE:S. A destra Antonio Cappuccio ed Elio Casciaro classico al jazz, al rock, al rumorismo, alla sonorizzazione documentaristica, alla sintesi granulare in surround 5.1. Non mancano le chicche di questa edizione 2011. I laboratori di cinema con gusto: Stratificazioni ed intrecci identitari. Durante la manifestazione sarà realizzato un ciclo di laboratori volti a mettere in luce le affascinanti connessioni istituibili tra le arti visive, il cinema, il cibo, il paesaggio, le tradizioni agricole e di produzione agroalimentare del nostro territorio, come pure connessioni più metaforiche legate alla lentezza, alla meditazione, al piacere di rinnovare la memoria dei sapori locali. Tali laboratori si comporranno di ‘sperimentazioni culinarie’, con maestri pasticceri, panificatori e chef locali che inviteranno il pubblico alla riscoperta di cibi e gusti tipici delle nostre terre e di contestuali viaggi visivi (con opere documentaristiche dei maestri De Seta e Saitta, del siculo-americano John Turturro, del giovane emergente augustano Diego Panarello). Le suggestioni saranno legate alla Sicilia, le sue affascinanti tradizioni agricole, enogastronomiche, folkloristiche e musicali. Intensi i momenti di confronto pubblico. Animate le tavole rotonde sul liet motiv pregnante che è Responsabilità, Ambiente e Partecipazione volte a scandagliare, attraverso un dibattito aperto e la partecipazione di attori culturali di alto profilo, temi di responsabilità sociale, di sostenibilità ambientale, di democrazia deliberativa, come pure di sviluppare una discussione partecipata sul trittico memoria, radici e multiculturalismo e sugli inediti intrecci istituibili tra immagini, suono e spazi di riflessione intimistica e pensiero critico. “L’obiettivo – spiega Antonio Casciaro - è quello di far emergere quella linea trasversale che il Festival propone sin dalla prima edizione del 2009: la capacità di rispondere alle scottanti questioni della società contemporanea attraverso la ricerca di soluzioni complesse da non poter essere più lasciate a meri operatori del sistema politico tradizionalmente inteso. È necessario allargare la base attiva del pluralismo democratico, coinvolgendo differenti competenze in un percorso integrato volto ad un costante miglioramento della qualità della vita”. Importanti i partneriati di Ares. L’Ordine degli Avvocati di Siracusa, col presidente Sebastiano Grimaldi; il Collegio Siciliano di Filosofia col presidente Elio Cappuccio; l’Aics di Siracusa del presidente Liddo Schiavo, il Csve e Nuova Acropoli, i maestri del gusto siciliano doc Brancato di Siracusa e Andrea di Palazzolo. Tra gli ospiti eccellenti, il regista Pasquale Scimeca, presidente della commissione giudicatrice del concorso, composta da Carlo Truppi preside Facoltà di Architettura di Siracusa e Sebastiano Grasso caporedattore di Arte e Cultura del Corriere della Sera, recentemente premiato a Taormina col “Lingotto d’Oro”. L’ Ares Film e Media Festival verrà presentato ufficialmente in conferenza stampa nei prossimi giorni dall’assessore comunale alle Politiche Culturali Mariella Muti. 41 Siracusa Avola: rabbia e disperazione tra i coltivatori Mariano Ferro: “Non abbiamo nemmeno i soldi per comprare una corda da appendere al collo”. Prima la protesta al Campanile della Chiesa Madre, poi l’invasione pacifica di Messina P roprio come nel ‘68. O quasi. Avola rispolvera i suoi “fatti” e impugna i forconi alla volta di Messina. Mezzo secolo fa erano i contadini, i braccianti agricoli a protestare contro un governo iniquo. Oggi sono i piccoli proprietari terrieri, aziende familiari ad aver superato l’orlo della crisi. Andiamo per ordine. Iniziamo dalla protesta altisonante del Campanile della Chiesa Madre di Avola. La scena si ripete. Non è nuovo a gesti eclatanti il “Masaniello” dei coltivatori siciliani, Mariano Ferro, che annuncia azioni più forti se Roma non starà ad ascoltare. Perché la disperazione in Sicilia è così tanta e tale che nemmeno scioperare a Palermo, sotto Palazzo D’Orleans, ha alcuna efficacia. E, allora, si va a Messina, a bloccare i traghetti (ma non si arriverà a questo) con la speranza di attirare Rai e Mediaset ma, soprattutto, il popolo. “Oggi nessuno si indigna, la gente non esce più da casa per scendere in piazza a protestare – afferma Mariano Ferro -. Si accontenta crepare di fame, preferisce farsi sommergere dai debiti, rischiare la vita con gli strozzini (ma anche questa “istituzione” sta fallendo con la crisi che c’è!), far prostituire la propria moglie per cinquanta euro al giorno, pur di non urlare in faccia a Berlusconi, Ministri e sottosegretari (quasi tutto siciliani) il proprio sdegno. E’ una società malata, 42 che sta morendo”. Ferro ne ha una per tutti. Si scaglia contro il popolo siciliano che non si incazza. Contro i politici dal portafoglio gonfio. Contro i sindacati anch’essi politicizzati. “Altro che ’68! – sbotta Ferro - I nostri padri ebbero il coraggio di ribellarsi, sacrificando la propria vita per un futuro migliore da consegnare alle nuove generazioni”. Suona le campane Ferro insieme ai suoi pochi fidi irriducibili. “Non abbiamo nemmeno i soldi per comprare una corda per appendercela al collo!”. In realtà, mercoledì, la Caronte ha proseguito la sua spola tra le due sponde. “Non volevamo bloccare nulla – avverte Ferro – . Ma va da sè che Messina rimane il luogo di congiunzione con questa Italia che qualcuno vuole spaccare in due”. Al grande appuntamento agli imbarcaderi di Messina non c’erano tutti e 395 sindaci siciliani. O quanto meno, non c’erano quelli della provincia di Siracusa, impegnati in un summit Asp per la sanità. E, non ultima, non c’era nemmeno la Chiesa. “Che per il principio della distribuzione del pane e dei pesci, - dice Ferro - avrebbe tanto da dire a queste istituzioni, cattoliche nelle parole e poco cristiane nei fatti. Il vescovo di Noto, sua Eccellenza Staglianò fa sapere che non sarà a Messina per un impegno personale a Torino dove avrebbe dovuto presentare in conferenza il suo ultimo libro”. Ferro invita poi alla lettura di un recente articolo apparso sul web: “Tutti L’occupazione del Campanile della Chiesa Madre di Avola gli affari della Prestigiacomo”. Si apre un nuovo capitolo che nulla ha a che fare, o quasi, con la storia dei Forconi abbarbicati sul Campanile della Chiesa Madre di Avola? Partiamo da un dato. Cosa è il GSE? Come tutti sanno, sta per Gestori Servizi Elettrici. Cosa c’entra con gli agricoltori? “Molti piccoli imprenditori – ci spiega Ferro hanno pensato bene di affittare i loro terreni al fotovoltaico. E così il contadino, che può continuare a fare il suo lavoro nelle serre ombreggiate, va comunque iscritto nell’elenco dei grandi impianti. Di questi, il 90% è autorizzato. In Puglia. E in Sicilia? E qui casca l’asino. Chiaramonte Gulfi è stato tra i primi paesini siciliani a realizzare serre per il fotovoltaico, investendo di suo. Ma a tutt’oggi non ha l’energia per attaccare la rete. Lombardo, stavolta, non c’entra. “La colpa è tutta del ministro per l’Ambiente, la Prestigiacomo, - asserisce Ferro - che scopriamo essere figlia del titolare di uno dei più grossi impianti in Sicilia di fotovoltaico: una distesa di 14mila megawatt! Ripeto, la società è malata, ci sarebbe da avviare seriamente uno studio dal punto di vista socio antropologico”. I Forconi hanno una parola per tutti. Al Presidente Lombardo chiedono “di attuare lo statuto autonomo della Sicilia”. Sic et simpliciter. E di abolire ogni iniquità. Per esempio, ricordate il caso Corfilac di Ragusa? Un centro di ricerca per lo studio sul latte ed i formaggi degli iblei che riceve ogni anno un sostanziale aiuto da parte della Regione. “Uno “stipendificio” per 60 impiegati dediti alla promozione dei prodotti tipici locali – racconta Ferro -. Ogni anno il Corfilac viene rifocillato con 3 milioni di euro. Il latte che viene artatamente impacchettato e venduto nei supermercati a 1,40 euro, che non compra nessuno perchè troppo caro. Insomma, latte di nicchia per giunta finanziato dalla Regione”. Ro. To Redazionale a cura della Provincia Regionale di Catania 43 Enna Palazzo Varisano riconsegnato alla città L’iniziativa, avvenuta dopo 5 anni di chiusura dell’edificio, è stata inserita dalla Prefettura di Enna tra le celebrazioni promosse in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia R iconsegnato agli Ennesi il Palazzo Varisano, sede del museo interdisciplinare regionale “Giuseppe Alessi” e importante componente della ricchissima identità culturale del territorio provinciale. L’iniziativa, avvenuta dopo 5 anni di chiusura dell’edificio, è stata inserita dalla Prefettura di Enna tra le celebrazioni promosse in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. A renderla possibile un protocollo d’intesa tra la Prefettura, la Regione ed un partner privato, il “Sicily Fashion Village”, del Gruppo Percassi di Bergamo, che ha finanziato l’adeguamento dello stabile per una spesa di oltre 120 mila euro. È la prima volta che un accordo tra le Istituzioni ed un privato porta alla restituzione di un bene alla comunità, cui è stata ridata la possibilità di fruire di uno dei palazzi storici più preziosi del Comune capoluogo. Palazzo Varisano, infatti, costruito nel XVIII secolo sui resti di un antico palazzo Cinquecentesco e istituito dalla Regione come museo archeologico, viene menzionato nelle cronache storiche anche perché al suo interno Giuseppe Garibaldi nel lontano 1863, pronunciò il famoso discorso “…O Roma o morte”. La cerimonia di riapertura, che ha registrato una grande partecipazione da parte della cittadinanza, si è svolta alla 44 di Maria Cristina Graziano Il momento del taglio del nastro presenza del Prefetto Giuliana Perrotta, dell'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Sebastiano Missineo, delle massime autorità civili e religiose della provincia e dei rappresentanti del “Sicily Fashion Village”. In mostra una testa monumentale femminile di età augustea proveniente da Piazza Armerina, ritrovata dal nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri, in deposito temporaneo nel museo, e quattro tele appartenenti alla chiesa madre di Enna, datate 1672 e attribuite a Vincenzo Ruggeri, raffiguranti rispettivamente San Luca Basiliese che scaccia i musulmani, Sant’Antonio Basiliese che dona elemosina ai poveri, l'apparizione della Vergine a santa Caterina Basiliese e alle consorelle e il martirio di santa Barbara (i dipinti sono in attesa della ricollocazione nella chiesa madre, dopo un intervento di restauro, foderatura e rintelaiatura). Si possono ammirare anche i materiali provenienti dal sequestro della collezione Patanella di Centuripe, recuperati dall'Arma e di pertinenza del museo archeologico di Centuripe. A questi si aggiungono i materiali della bottega di un falsario, provenienti da un sequestro nell’officina Fichera di Centuripe, costituiti da strumenti, pezzi non completati, terre e colori. Inoltre, una sezione è dedicata a divise, documenti autografi, oggetti e cimeli risorgimentali, appartenenti alla collezione del colonnello dell'Arma Andrea De Martino. “Un risultato importante per la provincia di Enna – afferma il Prefetto Perrotta - che è stato il frutto della generosità, dell’altruismo e della cooperazione di tutti i soggetti coinvolti: della Prefettura che ha saputo creare le condizioni per dar vita al partenariato con lo sponsor privato, dell'assessorato regionale dei Beni Culturali con la locale Soprintendenza e la direzione del Museo e dei Carabinieri, la cui fruttuosa sinergia ha reso possibile la materiale riapertura del palazzo nel suo attuale allestimento. È la prova concreta – conclude - che di fronte ad obiettivi alti e condivisi, si riescono a superare le divisioni e tutti gli ostacoli”. Fattore questo che viene ribadito anche dall’assessore Missineo “La riapertura di palazzo Varisano – sono le sue parole dimostra quanto sia importante, indispensabile e sempre più auspicabile, la sinergia tra il pubblico e il privato, soprattutto nel settore dei beni culturali. In Sicilia disponiamo di un immenso patrimonio artistico, ma le risorse per valorizzarlo e tutelarlo non bastano mai. Gli sponsor possono assicurare un ulteriore contributo per il settore e una spinta per lo sviluppo del territorio – prosegue -. Oltre ai fondi già stanziati per il ritorno della dea di Morgantina, altri otto milioni di euro arriveranno dai fondi comunitari, 2,5 da quelli regionali e 1,5 dallo Stato. Il nostro obiettivo è di costituire il distretto siculo-greco-romano, mettendo a sistema Aidone e Morgantina, Caltagirone, la villa romana del Casale di Piazza Armerina, il cui restauro sta per essere completato, e gli altri siti del territorio – conclude -. La fruizione di Palazzo Varisano è, dunque, un altro tassello per portare più visitatori e creare economia in una zona della Sicilia, che si appresta a diventare uno dei poli culturali più prestigiosi del Mediterraneo”. Regalbuto Sostegno agli imprenditori e alle famiglie in difficoltà La giunta municipale, guidata da Gaetano Punzi, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Associazione Antiracket Antiusura Etnea S Una veduta di Regalbuto. A destra, Gaetano Punzi ostenere l’imprenditoria locale e le famiglie regalbutesi in difficoltà. Sono questi gli obiettivi che si è posta la giunta municipale della cittadina ennese, guidata da Gaetano Punzi, tramite la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra il Comune e l’Associazione Antiracket Antiusura Etnea, di cui è presidente Gabriella Guerini. Il documento prevede l’apertura giornaliera di uno sportello nei locali del nuovo quartiere Sant’Ignazio, messi a disposizione dal Comune, che si farà carico delle spese di funzionamento e impiegherà il proprio personale. All’incontro erano presenti anche il maresciallo Giovanni Puglisi, comandante della locale stazione dei Carabinieri, Saro Bellino, in qualità di componente del direttivo dell’associazione, gli amministratori comunali Calogero Meli e Franca Maugeri, il comandante della polizia municipale Raffaele Fagone Pulice, cui il sindaco dà il merito dell’iniziativa “perché è stato proprio il comandante Fagone a darmi questo suggerimento, in forza dei risultati ottenuti dall’associazione a Palagonia, comune etneo, di cui Fagone è dipendente e con il quale il nostro Ente ha stretto una convenzione per l’impiego del comandante – afferma il primo cittadino regalbutese -. Ritengo che l’apertura di uno sportello antiracket in paese, gestito interamente da personale comunale, adeguatamente formato, possa essere vantaggioso per l’intera collettività, che già beneficia dell’incisiva azione sul territorio dei carabinieri, al comando del maresciallo Puglisi – conclude Punzi -. Questa amministrazione intende creare le condizioni affinché possa essere messo in atto un programma di contrasto al racket ed all’usura, fenomeni questi che non devono essere sottovalutati o considerati aprioristicamente estranei al nostro territorio”. “La nostra Associazione – sono le parole della presidente Guerini - si propone il contrasto dei reati di racket ed usura e la promozione della cultura della legalità anche con opportuni interventi di prevenzione. È nata dalla consapevolezza che, anche nella fascia dei paesi etnei, il fenomeno del racket, dell'usura e dell'illegalità in genere, è presente in maniera massiccia, costituendo un freno al normale sviluppo delle attività imprenditoriali e commerciali – continua -. Siamo convinti che chi sia vittima di questi fenomeni non debba essere lasciato solo, per cui gli prestiamo assistenza e sostegno di tipo legale, fiscale e psicologico oltre a sostenere ed aiutare i soggetti economici ed i privati cittadini, vittime di richieste estorsive ed usuraie, anche attraverso la costituzione di parte civile nei procedimenti giudiziari – conclude -. Abbiamo subito accolto l’invito del sindaco Punzi per promuovere la cultura della legalità: solo conoscendo il territorio, dialogando con la gente, ciò è possibile. Siamo a disposizione anche per consigli e indicazioni. Ad esempio, sono diversi gli strumenti da utilizzare non solo per le imprese, vittime di usura, ma anche per le famiglie in difficoltà, eppure non si conoscono”. M.C.G 45 Il fatto Sanità siciliana: situazione precaria Le responsabilità dell’assessore, ad onor del vero, ci sono, certo non sono esclusive, caso mai ben condivise con il predecessore Giovanni Pistorio, che aveva inventato un potenziamento del servizio 118 dotandolo di 2.997 unità di personale unitamente a 267 ambulanze che, nel corso degli anni hanno aggiunto deficit al deficit U di Popularis na serie di circostanze, alcune casuali, altre frutto di un percorso politico, hanno portato l’assessore regionale alla sanità, Massimo Russo, a confrontarsi, martedì 12 luglio, a Sala d’Ercole, con la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni in un clima di totale caos, dove gli schieramenti, divisi al loro interno, non lasciavano intravedere maggioranze e minoranze omogenee, bensì trasversalismi che, alla resa dei conti, avrebbero favorito la sfiducia. La Maggioranza che sostiene il governo regionale, consapevole delle conseguenze, il rischio era quello della successiva caduta del governo, è corsa ai ripari attraverso l’”invenzione” di una pregiudiziale presentata da Antonello Cracolici e da Francesco Musotto, con la quale si rinvia a settembre la discussione per consentire nel frattempo di affrontare la conferenza delle regioni: questa è almeno la motivazione ufficiale. Per dovere di cronaca bisogna ricordare ai lettori de “i Vespri” che la mozione di sfiducia a Massimo Russo era stata presentata a febbraio dal Pdl, dal Pid e da Fds. Soltanto una serie di fatti hanno reso possibile la coincidenza della requisitoria annuale della Corte dei conti con il calendario assembleare, nel quale era stata messa all’ordine del giorno la discussione sulla mozione. Una serie di iniziative sindacali, a Catania in particolare avevano messo in luce la situazione precaria della sa- 46 nità siciliana, senza che, agli occhi del cronista, apparissero complotti contro l’assessore alla sanità siciliana. Purtuttavia anche l’increscioso episodio verificatosi al Policlinico di Messina di un paziente che si è ritrovato all’interno della cavità nasale larve di moscherino, mentre era ricoverato nel reparto di rianimazione, ha avuto la sua parte in questa estate siciliana, dove tra manovra economica nazionale, licenziamenti in atto, lavoro precario come unico sbocco per i giovani –l’ indagine Istat di alcune settimane or sono aveva segnalato lo stato di profondo disagio dell’economia isolana-, a questo si era aggiunta come un tornado la relazione della corte dei conti regionale che ha messo il dito in una ferita aperta, appunto la sanità. Le responsabilità dell’assessore, ad onor del vero, ci sono, certo non sono esclusive, caso mai ben condivise con il predecessore Giovanni Pistorio, che aveva inventato un potenziamento del servizio 118, dotandolo di 2.997 unità di personale unitamente a 267 ambulanze che, nel corso degli anni hanno aggiunto deficit al deficit. Russo, per la sua parte aveva contenuto i costi, almeno nel 2007, della sanità pubblica, con tagli considerevoli, mentre aveva aumentato gli stanziamenti per la sanità privata, sia nel 2007 che negli anni successivi. Tutto ciò non poteva sfuggire all’attenzione della Corte dei conti, almeno fino a quando non sarà approvata una legge nazionale per cui non Sopra Antonello Cracolici. Sotto da sinistra Fran sono più tollerati controlli sull’operato dei pubblici amministratori!, ma, ironia a parte, non è una norma che può interessare il governo. La spesa della sanità siciliana, ci fanno sapere i magistrati contabili, è lievitata nel 2010 del 4% rispetto al 2007, l’unico anno virtuoso, in quanto prevedeva un necessario rientro della spesa, pena tagli consistenti del finanziamento nazionale alla Sicilia. Se il 118 costa ai contribuenti siciliani 18 milioni in più rispetto al 2009, l’apporto di maggiorazione dei convenzionamenti esterni è visibilmente più consistente, ammontando a 55 milioni di euro, la stessa spesa dei farmaci ha subito un incremento di quasi 13 milioni, mentre i “viaggi della speranza” dei Il fatto nistra Francesco Musotto e Massimo Russo siciliani che vanno a farsi curare fuori dai confini dell’Isola segnano un saldo negativo di 187 milioni di euro. Se a questi numeri, di per sé significativi, si aggiunge che la stragrande maggioranza dei tagli operati nella sanità pubblica dall’assessore Massimo Russo hanno colpito nel mucchio, togliendo efficienza laddove c’era e lasciando proliferare gli sprechi, il quadro della situazione è tale per cui non vi è conferenza delle regioni che tenga per cui si dovesse rinviare a Sala d’Ercole un dibattito serrato sulla sanità siciliana. Raffaele Lombardo, a cui non sfuggono le piccole cose, imma- ginarsi il buco, ma anche il vuoto prodotto nella sanità da una politica inadeguata, ha dovuto salvare il suo governo senza poter cambiare l’assessore alla sanità. Ma le ragioni della politica e dei politici, lo tengano bene a mente i nostri amministratori, non trovano in questo frangente sociale la comprensione dei cittadini, degli elettori: e come potrebbe essere diversamente se lo spreco di almeno 400 milioni di euro nella sanità siciliana potrebbe finanziare la riforma di alcuni comparti della pubblica amministrazione siciliana, a partire dalla tanto vituperata formazione per finire alla scuola pubblica, che dio solo sa se non abbia bisogno, in sostituzione dei tagli operati dal ministero della pubblica istruzione, di un riordino e di finanziamenti della Regione. Nessuno in buona fede ha qualcosa contro l’assessore Russo che, peraltro, ubbidisce alle logiche del Presidente della Regione e della collegialità di governo, guai se così non fosse, ma la cosa inaccettabile per i tanti cittadini che non hanno il denaro per finire il mese è che ai maggiori costi sociali di tasse, rigore, balzelli, si aggiunge uno spreco di risorse che, nel caso della sanità siciliana, è pari alla metà del suo bilancio. Chiudiamo con un quesito per i nostri lettori: a quanto ammonta il bilancio annuale della regione e qual è la spesa sanitaria della Sicilia? Il Presidente della regione che, volere o volare, è il responsabile del tenore di vita dei siciliani, dei giovani precari, dei disoccupati, delle donne in cerca di lavoro, senza necessariamente essere obbligato a proseguire nella sua fatica politica, negli anni a seguire, che, tuttavia, auguriamo voglia affrontare per il bene comune, dovrà pur esaminare l’idea che così continuando la Sicilia non sarà più in grado di provvedere ai suoi figli, soprattutto a quelli più giovani! Presidente, almeno lei, ci pensi! 47 Fatti e fattacci L’ “arvulu” rossu. Ovvero, forse: un duello durato dieci secondi di Gaetano Marino P A sinistra, L’ “arvulu” rossu alla Villa Bellini. A destra, in via Dusmet er gli studenti di tanti anni fa l’arvulu rossu era quello vicino all’ingresso della Villa, dalla parte di Piazza Roma. E ce n’era effettivamente la ragione: quello, infatti, è sicuramente l’albero più grande che esista in città e, con tutte le sue radici e ramificazioni, rappresenta una vera, pregevole, scultura naturale. Ma l’arvulu rossu non è quello! È quello che si trova lungo la via Dusmet, all’incrocio con via Porticello, sotto il Palazzo Biscari. Il primo era innocuo punto di riferimento e luogo di incontro per gli studenti stessi. Il secondo…il secondo era testimone di violenze all’onore e di riparazione delle offese. Eh già! perché pare fosse lì che “offensore” ed ”offeso”, negli anni a cavallo fra Ottocento e Novecen- 48 to, si davano appuntamento per risolvere privatamente e clandestinamente,“col sangue”, una offesa alla dignità o all’onore. Certo fra i gentiluomini, se l’offensore avesse rifiutato di dar “soddisfazione” all’offeso con la ritrattazione, accettando invece il duello quale “riparazione” dell’offesa stessa, l’incontro avrebbe potuto avvenire in una infinità di luoghi: un ampio e poco esposto podere; la villa privata di uno dei due contendenti; dietro il convento delle carmelitane scalze, secondo una ben nota letteratura popolare. Ma sempre osservando le precise regole del Codice cavalleresco, il codice d’onore, e con le armi stabilite: spada, sciabola, o pistola. Chissà quanti personaggi anonimi hanno incrociato lì le loro lame. Anonimi, si! Perché prima il diritto canonico, poi il codice penale, hanno nel corso dei secoli ostacolato o vietato questo scontro, scagliando scomuniche o irrogando pene, sotto forma di sanzioni pecuniarie o di limitazione della libertà. Qualcuno però ha voluto raccontare questa esperienza. E’ il caso dello scrittore e critico letterario Sabatino Lopez (nato a Livorno nel 1867, morto a Milano nel 1951). Si trovava a Catania fra il 1894 ed il 1897 e, nei primi mesi di quest’anno, dirigeva la Gazzetta di Catania. Racconta lui stesso (V. Immagine di Catania – V. Consoli S. Nicolosi – Ed. Ites, pag. 88 e segg.) che, a causa di un articolo non gradito a “nostru patri”, l’on. Giuseppe De Felice Giuffrida, fu da questi qualificato sul settimanale l’Unione come “quel gran mascalzone…e spia della questura”. L’offesa era grave, e il professor Lopez, nonostante per nulla esperto d’armi, non potè esimersi dallo sfidare il De Felice. E fu duello, alla sciabola, nella precisa osservanza del codice cavalleresco. A Catania, in quell’epoca, fioriva un salotto letterario senza uguali. C’erano Mario Rapisardi, e Giovanni Verga, e Federico de Roberto, e Luigi Capuana, e Nino Martoglio; i quali furono testimoni, diretti o indiretti, dell’evento, che avvenne fuori di Porta, come afferma lo stesso professor Lopez, il quale però non ricorda di quale porta si trattasse. E che si trattasse della porta Uzeda,vicino alla quale c’era, e c’è ancora, l’arvulu rossu? Chissà! Forse no! Per la cronaca: al primo assalto l’on. De Felice restò ferito alla fronte e, alla presenza del “primo sangue”, i dottori dichiararono chiuso lo scontro che, a detta dello stesso Sabatino Lopez, durò appena dieci secondi. Attualità 49 Acireale Le Terme di Acireale a…Ferro e Il commissario liquidatore dello stabilimento termale alza la voce: “Forse qualcuno non che questa struttura è stata messa in liquidazione”. Tutte le perplessità del Partito dem Perché è stata persa la convenzione con la Regione? L’assessore Armao: ”Presto la nom che possa sondare il mercato”. E’ questa comunque un’altra occasione persa per il turis di Marco Militello "S e qualcuno non l'avesse ancora capito, le Terme di Acireale sono state poste in liquidazione”. Margherita Ferro replica così, stizzita, all'ennesimo fuoco di fila sventagliato dal circolo locale del Partito Democratico. Il commissario liquidatore dello stabilimento termale, in passato più volte assessore provinciale in quota Mpa, ha definitivamente perduto la pazienza. Nei giorni scorsi i democratici hanno alzato il tiro. Nel volgere di ventiquattr'ore, la Ferro ha dovuto leggere due comunicati stampa al curaro: giovedì 14 luglio il segretario cittadino del Pd Antonio Raciti ha esposto pubblicamente le proprie perplessità sulla riapertura del reparto di otorinolaringoiatria, avvenuta undici giorni prima, dopo un'interruzione delle attività durata diversi mesi (“Vengono praticate soltanto le visite specialistiche, senza l'uso dei fanghi termali; l'aver perduto la Convenzione con la Regione Siciliana, inoltre, sposta l'intero peso economico delle prestazioni sul paziente”). Come se non bastasse, ad incendiare i pozzi è poi intervenuta una seconda nota, con la quale Raciti e soci chiedono di visitare il Polifunzionale di via delle Terme, e di visio- 50 A sinistra, la struttura della Terme di Acireale. A destra, una manifestazione a favore de nare la documentazione che lo riguarda. “La Convenzione - spiega la Ferro - è stata persa dal precedente Consiglio di amministrazione, nel 2005, per carenza documentale nella richiesta. Io mi sono insediata nel 2009, e la richiesta è già stata riproposta”. Quanto alle cure? “Il metodo che abbiamo messo a punto – continua la Ferro – è semplice: prima effettueremo tutte le visite specialistiche già prenotate, poi accorperemo in pochi giorni i trattamenti prettamente termali, in modo da mettere in funzione i macchinari per un tempo prestabili- to e risparmiare sui consumi energetici”. Con riferimento alle istanze relative al Polifunzionale, la professoressa non ha ancora preso una decisione: “Ho dato mandato ai nostri legali di stabilire se un circolo di partito abbia diritto a consultare gli atti. Se otterrò il via libera, sarò felice di consegnar loro l'incartamento, di persona”. Le schermaglie sopra descritte dimostrano quanto Mpa e Pd sia lontani dal raggiungere un accordo sul termalismo in Sicilia. Un antefatto può aiutare a comprendere la profondità della frattura che separa le due principali forze sostenitrici del governo Lombardo. Nello scorso giugno, il Salone delle Terme ospitò un convegno dei democratici, mirato a promuovere il recepimento (tramite un ddl all'Ars) della normativa nazionale sul termalismo risalente ai primi mesi del 2000, un provvedimento firmato dall'allora Ministro Rosy Bindi. In quella sede, alla presenza della stessa Margherita Ferro, il segretario regionale Giuseppe Lupo sostenne con convinzione l'iniziativa del circolo acese. Lupo venne tuttavia smentito in modo eclatante da una Acireale o e fuoco uno non ha ancora capito to democratico. la nomina di un advisor r il turismo missiva recapitata ai convegnisti da Gaetano Armao, uomo di Raffaele Lombardo. L'assessore regionale all'Economia tratteggiò un percorso preciso: “Il primo passo sarà rappresentato dalla nomina di un advisor, con l'incarico di sondare il mercato; a seguire verrà la pubblicazione di un bando di evidenza internazionale mirato a privatizzare la gestione dell'Ente, mentre il patrimonio immobiliare dell'azienda rimarrà pubblico”. Dichiarazioni che il Pd incassò come una doccia gelata, e che invece furono apprezzate dal sindaco Nino Garozzo, del Pdl. E nella sezione acese, oggi, qualcuno intrasente odore di conventio ad excludendum: “Pur di non mettere a repentaglio la fragile alleanza palermitana con Lombardo – sussurra una fonte anonima interna al partito – la nostra deputazione regionale sta assumendo posizioni troppo sfumate, troppo dialoganti, troppo remissive. L'insoddisfazione del circolo è dovuta anche a questo”. Dietro l'angolo si profila dunque un nuovo “caso Caltagirone”? Si vedrà. Di certo, il momento attuale segna il punto più basso nella storia delle Terme di Acireale. Furono gli antiche Greci ad intuire per primi l'alto valore medicamentoso delle acque acesi, liquido inestimabile, mistura di vapori vulcanici e sali marini. Le Terme Xiphonie vennero in seguito ampliate dai Romani. Richard Wagner, Umberto I di Savoia (Re d'Italia), la regina Margherita, Benedetto Cairoli, Menotti Garibaldi, Federico II granduca di Baden, Ernest Renan. Sono i nomi di alcuni tra i più illustri pazienti transitati dalle Terme di Acireale nella seconda metà del 1800, epoca in cui lo stabilimento risorse per opera del barone Agostino Pennisi di Floristella. Nel primo dopoguerra, era il 1951, le prestigiose Terme di Acireale vennero acquisite al patrimonio della Regione Siciliana. Fu l'avvento del terzo grande popolo termale: i democristiani. Assieme all'agrumicoltura, lo stabilimento divenne il fulcro economico dell'intero hinterland, facendo leva sull'erogazione di un immenso ventaglio di servizi sanitari – con particolare efficacia nelle cure osteoarticolari, reumatiche e dermatologiche. Qualcuno ricorda il dominio democristiano come un'epoca di politicizzazione, sottogoverno, sfruttamento elettorale; altri narrano una fase di fioritura turistica e perfino aziendale, sullo slancio dell'imbottigliamento delle acque Pozzillo. Gli anni ottanta segnarono il primo rallentamento: nel 1987, tuttavia, venne inaugurato il secondo polo denominato Terme di Santa Caterina. Due anni dopo, Nanni Moretti scelse la piscina posta all'interno del parco come set del suo Palombella Rossa. I primi anni novanta certificarono la crisi dello stabilimento di via delle Terme. Prima arrivò la chiusura delle acque Pozzillo, dopo fu la volta del business principale, sgonfiato da un netto, imprevisto calo della domanda di prestazioni. Nel 1999 venne avviato un catastrofico tentativo di privatizzazione (marca Pdl). Oggi rimangono in piedi due possibilità: il rilancio dello stabilimento in tempi stretti, o la fine del termalismo acese. favore delle Terme 51 POLITICHE SOCIALI. MINEO: CONSEGNA DALLA PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE S A sinistra, gli alloggi del centro “Cara”. Al centro, il presidente Giuseppe Castiglione e i richiedenti asilo. A destra, un m ono 38 le nazionalità presenti all'interno del Centro C.A.R.A. di Mineo rappresentate da 25 immigrati, eletti attraverso una votazione democratica i quasi 2000 ospiti del residence degli Aranci. Saranno loro gli interlocutori privilegiati del presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, che ha preso ufficialmente in consegna il Centro, in qualità di Soggetto attuatore (designato il 6 luglio scorso dal capo dipartimento della Protezione Civile nazionale, prefetto Gabrielli). Il presidente Giuseppe Castiglione si e' recato a Mineo per consegnare tre spazi comuni di circa 280 metri quadrati ciascuno, insieme a Angelo Borrelli, Luca Odevaine, al vice prefetto vicario, Annamaria Polimeni, agli assessori provinciali, Pippo Pagano e Francesco Nicodemo, al dirigente delle Politiche sociali della Provincia, Giovanni Ferrera, al deputato regionale, Pippo Limoli, ai Sindaci del Calatino, ai Consiglieri eletti nel collegio, in presenza dei rappresentanti della Croce Rossa Italiana e delle Associazioni di volontariato. Nello specifico le tre costruzioni prefabbricate in monoblocchi saranno utilizzati: il primo come centro di accoglienza e identificazione, il secondo per attività ricreative e il terzo come centro 52 culturale. All’interno di ogni blocco, fornito di impianto di climatizzazione, oltre l’arredamento è stato installato un televisore con collegamento satellitare per permettere agli ospiti di seguire le emittenti televisive del loro Paese di provenienza. A breve sarà consegnato uno spazio più ampio per la consumazione dei pasti. "Siamo entrati in piena fase operativa - ha affermato il presidente Castiglione -. La giornata trascorsa a Mineo segna l'avvio del percorso che abbiamo condiviso con gli altri amministratori locali e la popolazione del territorio. E' un primo passo in direzione dell'accoglienza e dell'integrazione. Per questo in sinergia con la Prefettura abbiamo pensato di costituire una Commissione territoriale che agirà all'interno del Centro, seguita dalla dottoressa Loiacono, per accelerare attraverso audizioni le pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato politico. Inoltre da oggi avvieremo le procedure d'appalto per individuare il nuovo Ente gestore che espleterà tutti i servizi del Centro: dalla mediazione culturale e linguistica alla formazione, dato che la C.R.I. il 31 agosto lascerà la gestione a lei affidata. Ringrazio il personale della Croce rossa, nella persona della dottoressa Gabriella Salvioni, per quanto finora è stato fatto, così come le associazioni umanita- Redazionale a cura della Provincia Regionale di Catania GNATO IL “RESIDENCE DEGLI ARANCI” ALE AL SOGGETTO ATTUATORE estra, un momento della conferenza stampa rie internazionali, Save the children, l’UNHCR rappresentato da Giulia Laganà e l’IOM con le quali rafforzeremo sempre più la nostra collaborazione”. “Il nostro obiettivo principale resta comunque - sottolinea il presidente Castiglione - la realizzazione del Patto per la sicurezza, già firmato con tutti i Sindaci della zona, che colgo l'occasione di ringraziare per l'attività svolta in questi mesi. La Provincia di Catania e' inoltre capofila di un progetto, da finanziare con i fondi del PON Sicurezza, per garantire l'integrazione sociale degli immigrati con i Comuni del territorio". A seguire la firma del verbale di consegna del Centro al Soggetto attuatore, autorevoli interventi sono pervenuti dal dott. Borrelli e dalla dottoressa Anna Maria Polimeni. Presenze al “Cara” aggiornato al 18 luglio 2011 Afghanistan 160, Bangladesh 24, Burkina Faso 47, Ciad 18, Costa D’Avorio 133, Eritrea 116, Etiopia 49, Georgia 1, Ghana 136, Guinea 17, Iran 24, Iraq 11, Kenya 1, Libia 8, Mali 136, Niger 14, Nigeria 328, Pakistan 317, Senegal 54, Siria 1, Somalia 5, Sudan 36, Tunisia 6, Turchia 20, Camerun 7, Gabon 2, Liberia 5, Marocco 1, Mauritania 3, Guinea Bissau 2, Togo 37, Gambia 32, Sierra Leone 12, Benin 4, Congo 12, Egitto 2, Palestina 1. I dati forniti dalla Questura (sede all’interno del Cara) sono le presenze alla data odierna, ma variano giornalmente in virtù di nuovi arrivi o di spostamenti in altre sedi. Elezioni dei 25 rappresentanti degli immigrati Le elezioni sono state organizzate dall'UNHCR; che ha provveduto ad allestire il seggio, stampare le schede elettorali, effettuare lo scrutinio, ecc. Le comunità con membri di sesso femminile hanno potuto eleggere anche un rappresentante donna; quelli con più di 200 membri hanno due rappresentanti. 53 Eventi 54 Eventi Successo per la terza edizione di “Teatri Riflessi” S i è concluso con un grande successo e un pubblico numeroso la terza edizione di “Teatri Riflessi”, il concorso di corti teatrali in scena al Centro Fieristico Le Ciminiere di Catania, organizzato da IterCulture in collaborazione con la Provincia regionale di Catania. Nel corso della finale di domenica, presentata dagli attori Assya D’Ascoli ed Elio Sofia, alla presenza di centinaia di spettatori, sono stati assegnati i tre premi “Miglior Drammaturgia” per ciascuna delle tre categorie in gara - “il cibo”, quest’anno uno dei temi principali della kermesse, “riduzioni e liberi adattamenti di testi editi a tema libero” e “teatro danza” - del valore di 400 euro, nonché conferito l’ambito premio “Miglior corto”, del valore di 1.200 euro. Tutti i premi in denaro sono stati messi in palio da IterCulture, mentre le sculture consegnate agli artisti sono state realizzate, come ogni anno, da Mary Imbiscuso. A essere incoronato il re dei corti teatrali, conquistando il prestigioso premio per L’assegnazione del premio alla compagnia “Industria Indipendente” “per Crepacuore” il “Miglior corto” per l’edizione 2011, il lavoro della compagnia romana Industria indipendente “Crepacuore”, scritto da Erika Galli, diretto dalla regista Martina Ruggeri e interpretato dalla bravissima Diletta Acquaviva, che ha ottenuto il maggior numero di voti espressi dalla giuria tecnica e la menzione speciale della giuria dei giornalisti, novità di quest’anno. Per quanto riguarda i premi “Miglior Drammaturgia”, sono stati assegnati a Salvino Calatabiano, per il corto “Maladittu Idiota”, nella categoria “riduzioni e liberi adattamenti di testi editi a tema libero”; a Maria Elisa Corsaro e Tiziana Francesca Vaccaro de “La compagnia dell’agnello” per il corto “Agnus Day”, per la categoria “cibo“ e, infine, a Simona Miraglia per il corto “Il II sesso”, per la categoria “teatro danza”. Inoltre, una menzione speciale della giuria tecnica per l’interpretazione, è andata a Francesca Cecala, regista e attrice del corto "Zorro". 55 Presentazioni 56 Eventi Gioco e storia in un Museo Bambole di pezza, di cartapesta e meccaniche, soldatini di piombo, piccole automobili e modellini di navi, antichi libri di fiabe sono esposti al Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania H di Ada Fichera a recentemente riaperto, nella sede del Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania, il “Museo del giocattolo”. Fino a qualche mese fa sito nell’antico Palazzo Bruca di via Vittorio Emanuele, il Museo espone una collezione di giocattoli antichi, acquistati o donati, oggi di proprietà dell’associazione “Ioco”. Bambole di pezza, di cartapesta e meccaniche, soldatini di piombo, piccole automobili e modellini di navi, antichi libri di fiabe, quaderni e giornali, quadri del pittore Gaetano Calogero (appositamente realizzati per questo museo) che documentano gli antichi giochi “poveri”, cavalli a dondolo, splendidi giochi che risvegliano, in visitatori e collezionisti, ricordi nostalgici ed anche teneri ed emozionati sorrisi, testimoniando allo stesso tempo usi, costumi e storia della società di un tempo. Cultura, arte, tecnologia e mode della vita dei bambini dell’epoca, ma anche di quanti oggi vivono la loro infanzia: non mancano infatti nuovi giochi e pezzi da collezione protagonisti dei nostri giorni. Chi potrebbe però narrare al meglio le caratteristiche di tale esposizione, se non colei che si è occupata di allestire e assemblare tanti giochi da realizzarne un museo? Abbiamo dunque intervistato la signora Margherita Scuderi, responsabile dell’Associazione “Ioco” di Catania. Il Museo del giocattolo a Catania esiste già da tempo, ma da qualche mese è stato “trasferito” nella nuova sede del Centro “Le Ciminiere”. Quali sono i motivi che vi hanno portato a questa scelta? Al Centro “Le Ciminiere”, della Provincia di Catania, ci hanno dato ospitalità e abbiamo creduto che fosse una collocazione migliore per questo Museo, che così entra a fare parte di quel polo museale che già da anni è ormai un luogo turistico e di “formazione” della città. Lì infatti vengono molte scolaresche, ma anche gruppi dai paesi limitrofi, che così hanno più “mete” in uno stesso sito per le loro gite, diciamo che trovano concentrati qui più luoghi d’interesse. Perché un “Museo del Giocattolo”? Perché la nostra “sottocultura” ha ignorato il giocattolo precedentemente. In altri Paesi europei, vi sono altri musei di questo tipo; invece l’Italia, soprattutto meridionale, ha ignorato il gioco che non è solo strumento di divertimento ma anche di crescita per il bambino. Le faccio un esempio per tutti: a Montecarlo, il Museo Nazionale è un Museo del Giocattolo. Spesso inoltre si sottovaluta il relativo collezionismo, che invece è diffuso anche da noi in Sicilia, ma purtroppo qui ha una vena di possesso, non c’è la cultura della donazione, si tende a tener per sé e chiuso ciò che invece è un patrimonio di comunicazione agli altri…. Tuttavia, l’idea del museo è nata nel 1999, quando è stato fatto il “Patto Territoriale” finalizzato a creare luoghi d’interesse per la città e per i turisti. Poi il museo a Catania aprì a Palazzo Bruca nel 2002. Tutti i giochi erano legati al proprio stato sociale e alla propria epoca: come la casa delle bambole di una bimba, certamente nobile, la cui biancheria e le cui tendine riportano le iniziali ricamate della stessa bambina… Qual è il pezzo più antico esposto al Museo del Giocattolo di Catania e quale il più recente? Il più antico è un piccolo soldatino di cartapesta della metà dell’Ottocento, il più recente è la Barbie, che è della fine degli anni Cinquanta, alcuni modelli mi sono stati venduti da una collezionista. Essendo a gestione autonoma dell’Associazione “Ioco”, per visitare il Museo del Giocattolo, per i mesi estivi, si effettuano visite solo su prenotazione. Per informazioni: Tel. 095-539073. Alcuni giocattoli antichi esposti al museo 57 Arte 58 Arte I Vespri a Palermo Lo trovate nelle seguenti edicole: Amico Claudio, via Libertà, 197 Cappello, piazzale Ungheria, 28 Russo, piazzale Della Vittoria, 1 Oliveri Francesco, via Calatafimi, 14 Palazzolo Francesca, piazza San Domenico, 13 Bonura Francesco, via Francesco Crispi 138 Naccari R., via Filippo Turati Santacolomba Giovanna, piazza Ignazio Florio, 43 Cupitò Vilna, via P.pe di Belmonte, 104 Ferlazzo Rosa, via Ruggero Settimo, 51 “portici” Mercurio Ottavio, via Ruggero Settimo, 201 Serra Giuseppe, via Terrasanta, 5 Pirrone Antonio, via Maqeda, 420 Ferrara Angelo, piazza San F.co Di Paola, 61 Carella Francesco, piazza Vittorio Emanuele Orlando Bonura Giovanna, via Sammartino, 55 Scozzari Giusto, via Dante, 74 Elio S.A.S. & C., piazza Giovanni Amendola, 19/B F.lli Schillaci Giuseppe &C., via P.pe di Villafranca, 50/C Capizzi Iole, piazza Giulio Cesare, 44 Calò Eleonora, via P.pe di Villafranca/ angolo via Caltanissetta Patti Saverio, via Archimede La Tua Rivista di Testagrossa Rosalia, via Pasquale Calvi, 12 Aiello Simone, piazza Mordini Cricchio Marco, via Libertà, 91 Testa Benedetto, via Roma, 400 Bonura Maurizio, via Libertà, 56 Cuccia Francesco Luigi, via Laurana, 79 Edicolè di Piazza Annamaria, via Marchese di Villabianca, 89 Sicari Antonio, via Marchese di Villabianca, 111 Mercurio Marco, via Marchese di Roccaforte, 62 Catania Filippo, via Pirandello, 43 Cocco, via Sciuti, 50 Romano Maurizio, via Empedocle Restivo, 107 Cassaro Mario, via Alcide De Gasperi, 237 Cricchio Pietro, via Cilea, 30 Campora Domenico, via Cataldo Parisi, 102 Campora Adele, via Holm, 62 Campione Rosalia, via Uditore, 2/R Guarneri Camillo, via Ugo La Malfa, 31 Guttillia Roberto, viale Strasburgo, 445 Lino Francesco, via Principe di Palagonia, 14 Pantò Giuseppina, via Empedocle Restivo, 70 Cecchi Enrico & C., viale Campania, 60 Bonura Mario, via Trinacria, 125 Barravecchia, via Ausonia Manzella Salvatore, via Resuttano, 247 Catania, via Villa Sofia Grasso, via Enrico Albanese, 39 Catania Santo, viale Del Fante, 56 Amico Santa, via Leoni, 44 Gallo Salvatore, via Empedocle Restivo, 114 Edicolè di Stefano Claudio, via Autonomia Siciliana, 48 Sciara Biagio, via Ponte di Mare, 1 Cane, via Foro Umberto 1° Prestifilippo Antonio, via F. ppo Juvara, 38 Di Cesare Giuseppa edicola 1 Stazione C./Le, piazza Giulio Cesare Cotroneo Antonio e Giovanni & C. S.A.S, edicola 2 Stazione C./Le, piazza Giulio Cesare Capitò, via Cavour, 115 Voglia di Leggere di Mercurio Benedetta, via Pacinotti, 40, 42,44 Seidita Vito, via Leonardo da Vinci, 269 Di Trapani Girolama, via Sanfilipppo, 2 Gioia Emilio, via Carmelo Onorato, 26 59 L’intervista “Il Capitano Morello - Una vita per l’Italia” Giovanni Burtone rende omaggio col suo libro al partigiano capitano Morello, cosi’ negli anni della Resistenza fu chiamato suo padre Giuseppe E' un tributo al padre Giuseppe, quello che Giovanni Burtone, deputato nazionale Pd, rende col suo libro al partigiano capitano Morello, come negli anni della Resistenza fu chiamato Giuseppe. Il titolo del lavoro è “Il Capitano Morello - Una Vita Per L'Italia". Pagine 144, Bonanno editore. Lo incontriamo tra foto e manifesti che ricordano passato e presente della sua attività politica, ma questa volta indossa i panni dello scrittore. Quali sono le motivazioni di questo tributo a suo padre, perchè è nata la voglia di scriverlo, e quali sono gli argomenti trattati nel libro? La storia è di per se straordinaria: la vita di un giovane del Mezzogiorno, della Sicilia, partito da Militello che, prima studente a Catania tra mille difficoltà, viene chiamato alle armi perchè la sua Patria gli aveva chiesto di andare in guerra. E aderisce alla Resistenza, tra tante vicissitudini. In quel periodo suo padre quanti anni aveva, e quando è stato ambientato il libro? Parto dalla sua infanzia. Nato a Militello, si sposta a Catania da giovane e frequenta il liceo Spedalieri, e a diciotto anni, mentre è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Catania, viene chiamato alle armi e destinato prima a fare il corso allievo ufficiale a Civitavecchia, e poi mandato in Albania. Lì vive una esperienza militare piuttosto traumatica, poi rientra all'Aquila e nel 1943 viene spostato a Macugnaga nel nord Italia, alle pendici del monte Rosa. Comincia lì il suo attivismo come partigiano. Tenta di scendere in Sicilia quando l'esercito si scompone e c’è il “rompete le righe” determinato dall'armistizio, ma non riuscendoci perchè bloccato dai tedeschi, riesce a fuggire insieme con altri suoi amici che erano stati con lui nell'esercito e va in montagna in una baita. Comincia la sua Resistenza. Nasce il Gruppo Patrioti Ossola 60 di Alberto Bucchieri Giovanni Burtone con in mano il suo libro Sì, nasce questa prima cellula che poi man mano si svilupperà e darà vita alla Divisione Valtoce, che si impegnerà in quel territorio. Io scrivo questa storia perchè la trovo, straordinaria: un giovane che ama la propria patria, che fa il proprio dovere di militare prima, ma poi si impegna per liberare la nostra Italia dal dominio nazi-fascista. Ho voluto perpetuare il valore ideale di questa pagina così bella della storia italiana, e mi è sembrato giusto riscrivere alcuni episodi che fanno emergere l’amore che c'è nella lotta partigiana, per liberare la nostra patria, per renderla migliore, per avere un'Italia diversa. E il mio impegno politico si rifà proprio ai valori della Resistenza, dell’antifascismo, in una Italia libera e democratica. Leggendo il libro si nota un impegno nella ricerca iconografica, e addirittura lei arriva a descrivere persino la tesi di laurea di suo padre. Come ha svolto quest'approccio di ricerca, quale metodologia ha usato per le fonti? Sono un appassionato di storia, ma non mi sento uno storico. E’ un libro di storia che è frutto, oltre che di un'elaborazione collegata ai racconti che io ho ricevuto da mio padre, da amici suoi e da persone che ho sentito direttamente, anche di una ricerca approfondita che ho fatto e man mano che sono andato avanti, mi sono appassionato di quei luoghi, sono andato al centro studi della Resistenza di Ossola, ho acquisito la documentazione che ho poi rielaborato, soprattutto quella legata alla formazione delle varie brigate e dei gruppi e anche sulla Repubblica partigiana dell’Ossola. Ho fatto anche una ricerca sugli studi di mio padre, che mentre era allievo ufficiale venne a Catania per fare due esami, segno di un impegno rigoroso; era veramente la migliore gioventù quella dei nostri padri. Io credo che rispetto alle generazioni successive, abbiano dato veramente il meglio e questo traspare anche dal legame con la propria famiglia, con la propria terra. Io penso ai miei diciotto anni e ai diciotto anni di mio padre, e trovo sicuramente che la sua era sicuramente una generazione più forte, più tenace, più generosa. Si può dire che nel suo libro c'è anche un fine di recupero storico - didattico, oltre che politico, proprio nei confronti dei giovani, per poter far loro approfondire alcuni argomenti di quel periodo? Mi piace sottolineare che in occasione di alcuni incontri per la presentazione del libro sono stato anche in un liceo e ho trovato ragazzi attentissimi, molto colpiti da questa storia. Sono segni di risveglio e vedo con piacere che c'è un ritorno all'impegno civile e politico. Mi auguro che si possa continuare su questa strada perchè le nostre istituzioni hanno bisogno di un protagonismo nuovo delle giovani generazioni che tra l'altro si trovano in enormi difficoltà perché vivono una condizione sicuramente non favorevole, colpa non solo di una condizione generale ma anche delle inefficienze dell'attuale politica, che non ha al centro i problemi veri della gente. Io invece penso che il fine della politica debba essere quello di mettere come priorità i problemi reali che ci sono oggi ed avere un'ispirazione basata sull’ideale. In questa ispirazione, penso che l'Unità d'Italia e il Risorgimento, così come la Resistenza, siano pagine politiche fondamentali. L’intervista 61 Libri “Il comune sentire” Il cardinale Carlo Maria Martini esprime la sua consapevolezza che migliorare la società e l’uomo è compito della chiesa e del sistema politico "I di Angelo Mattone l comune sentire”, Rizzoli, euro 17,50, è l’ultima fatica, in ordine di tempo, del cardinale Carlo Maria Martini, figura chiave della chiesa cattolica nel mondo e, ancora di più filosofo e teologo che è riuscito, nell’arco della sua vita intensa a coniugare il magistero di fede con l’impegno sociale. Martini è da tempo affetto dal morbo di Parkinson e le sue condizioni di salute lo hanno costretto a rientrare, già da diversi anni da Gerusalemme, dove si era ritirato per dedicarsi ai suoi studi di esegesi biblica e alla preghiera, appena alcune settimane dopo le sue dimissioni da pastore dell’arcidiocesi di Milano, accolte da Giovanni Paolo II con disappunto. Dagli ovattati e discreti ambienti vaticani è trapelato, pur a distanza di anni, che l’udienza privata che precedette, dopo ventidue anni di guida della chiesa meneghina, l’abbandono di Carlo Maria Martini, l’11 luglio 2002, con il Papa, avesse la magia di un’empatia umana e spirituale tra due uomini di chiesa straordinari per istinto e per fede. Martini si era sottoposto da qualche giorno ad un controllo medico che aveva ravvisato il sopraggiungere della sindrome parkinsoniana e, dopo attenta riflessione, si era deciso al passo delle dimissioni; nello stesso periodo Giovanni Paolo II, per un imprevedibile gioco del destino, aveva subito un aggravamento della sua malattia, proprio in quei giorni lo stesso Parkinson che si affacciava nella vita di Martini aveva raggiunto il secondo stadio nella forte fibra di Wojtyla; l’annuncio che il cardinale, che guidava il cartello dei “progressisti”, avesse scelto di ritirarsi dal magistero attivo per problemi di salute cambiava l’intero quadro sinottico dei delicati equilibri vaticani, che sicuramente erano presenti nella mente e nel cuore di Giovanni Paolo II. Martini, in sostanza, si era chiamato fuori rispetto a qualsiasi incarico; ritornava ai suoi studi di teologia, di filosofia, di esegesi per gli anni che gli rimanevano da vivere. I due uomini, comunque, non accennarono affatto agli equilibri sinodali, al contrario il Papa abbracciò il fratello cardinale e gli chiese di affrontare la malattia con la forza della fede e l’aiuto della Madonna, di cui Wojtyla era devotissimo; Giovanni Paolo II, al momento del congedo, sussurrò all’orecchio di Martini di non aver paura delle sofferenze che avrebbe patito, di lì a qualche anno, sul 62 letto di morte lo stesso Papa. Martini, visibilmente turbato lasciò la stanza delle udienze private. Di tutto questo, ovviamente non vi è traccia nel libro, l’abbiamo riportato nella speranza che qualche letterato, narratore o scrittore che sia, decidesse di scrivere alcune pagine di un romanzo storico che ripercorra quegli anni di fervida e, per alcuni versi tumultuosa attività della chiesa, tra l’estate del 2002 e il 28 aprile 2005, data dell’elezione di Benedetto XVI. L’introduzione a “Il comune sentire” è di Ferruccio De Bortoli, il quale, nella qualità di direttore del “Corriere della Sera” offrì al cardinale Martini una rubrica mensile di comunicazione con i lettori tra il 2009 e il 2010. La raccolta di quesiti e di risposte di Martini, ordinata per argomenti, islam, nuove povertà, la fede, scienza ed etica, per citarne soltanto alcune, mostra la capacità teologica del cardinale, che, tuttavia si trasforma in empatia di fronte alla sofferenza umana, alla solitudine, alla morte, per approdare all’impegno di carità, di fede, civile e sociale. Tre atteggiamenti, non sono affatto giudizi!, emergono da questo libro che consiglio di leggere a credenti ed atei, la scelta nitida di campo di Martini per la democrazia, la sua consapevolezza che migliorare la società e l’uomo è compito della chiesa e del sistema politico, l’etica individuale e collettiva, dalla quale non si può derogare, agendo sul libero arbitrio per allontanare la “bugia”. Infine, e soltanto all’interno della scelta di etica sociale, Martini rivolge, indirettamente, un richiamo ai mass-media, alla comunicazione, relativa ad evitare che la società venga indirizzata verso le eccezioni e, mai verso la normalità, che non è fatta di giovani, uomini e donne, che si drogano, delinquono o uccidono, ma di tanti individui che aiutano i più sfortunati, come sanno e possono. Martini è figura storica complessa, sintesi di fede e impegno sociale, di cui la chiesa, almeno in questo secolo, appena trascorso, è priva; potrebbe servire soltanto, con l’ausilio della letteratura, tracciarne il profilo che assuma la profondità di cambiamento teologico, rispetto all’ attualizzazione della fede, come chiave di lettura del l’impegno profuso dal cardinale, che tanto ricorda il Federigo Borromeo, appunto arcivescovo di Milano nel 1595. Cinema “Harry Potter” e i doni della morte Il contorno, le atmosfere, l’attesa, l’ansia della fine, da sole valgono il film di David Yates che non è pero’ meglio del precedente di Rosario Lizzio In sala dal 23 luglio Per chi ama i supereroi CAPTAIN AMERICA di Joe Johnston, con Chris Evans, Stanley Tucci, Tommy Lee Jones, Dominic Cooper da vedere perché... Una scena del film “Harry Potter” e i doni della morte E alla fine siamo arrivati alla fine. La saga del maghetto Potter ci ha tenuto incollati ai prossimi appuntamenti, sapientemente dilazionati per motivi commerciali, per ben undici anni. Più di una decade, tanto abbastanza da farci affezionare al punto da giungere alla conclusione sicuri che mai più il cinema riuscirà a creare una storia altrettanto familiare e appassionante, e ciò aldilà di eventuali meriti di registi e sceneggiatori e attori che si sono succeduti nei vari film. Il regista David Yates, che non ha avuto particolari meriti artistici, è solo quello che è riuscito a portare a termine gli ultimi episodi senza particolare gloria né onore, ma anche senza particolari demeriti. Il film, lo sappiamo, si nutre del romanzo di origine, dell’atmosfera ovattata di Hogwarts, della lotta infinita tra buoni e cattivi, tra il bene e il male che si annida in ognuno di noi. E se la fine è nota, l’epico abbraccio tra i protagonisti, il bacio che suggella l’amore più che l’amicizia, le lacrime che sgorgano a liberatoria conclusione: tutto fa parte dello spettacolo e soprattutto la guerra che si scatena sotto il castello con maghi, mostri e artifici di ogni genere. Lo sappiamo, si doveva per forza esagerare. Che non siano passati invano ben undici anni di spasmodica attesa. Anche se la recitazione langue un poco, la sceneggiatura è carente, l’azione ogni tanto si perde, bastano pochi momenti giusti per lasciare lo spettatore affezionato alla saga con il fiato in gola. Il contorno, le atmosfere, l’attesa, l’ansia della fine, da sole valgono il film, che non è meglio del precedente se non fosse proprio per il fatto che va a chiudere tutti i buchi lasciati aperti dai racconti precedenti. La trama non ha molta importanza, ovvero non importa come si arriva all’agognato finale. Importa, eccome, che ci siano gli effetti speciali e la lotta, che buoni e cattivi passino dalle scaramucce all’atto finale, che la guerra divampi, che si pianga e che si rida. Da questo punto di vista l’ultimo capitolo mette a frutto tutto ciò che è stato seminato in precedenza, il che non è poco se si pensa ai sette film disseminati in oltre un decennio. Non un film da recensire quindi, ma una saga da chiudere, un capitolo finale con cui dare addio a tutti i personaggi, con rimpianto e dolore ma anche con la gioia della possibilità di rivedere, in una maratona di due o tre giorni, tutto insieme il racconto di formazione che ha appassionato più generazioni. C’è ancora fame di supereroi, ed ecco arrivare anche il povero aspirante soldato Steve Rogers che viene continuamente dichiarato inadatto alla vita militare finché un programma speciale fa di lui un supersoldato. Da un celebre fumetto ormai d’epoca arriva Capitan America, capostipite di tutta una serie di superuomini molto ricercati sul grande schermo. Per chi ha nostalgia di Russ Meyer BITCH SLAP di Rick Jacobson, con Julia Voth, Erin Cummings, America Olivo da vedere perché... E’ un tentstivo di remake di un celebre film di Russ Meyer, noto regista di erotici soft caratterizzati dalle misure delle attrici. Qui tre ragazze molto dotate si ritrovano nel deserto alle prese con una trama sgangherata che le vuole alla ricerca di alcuni diamanti. Con un occhio a Rodriguez e Tarantino e un altro alle generose scollature. Per gli amanti degli animali AFRICAN CATS IL REGNO DEL CORAGGIO di Alastair Fothergills da vedere perché... Si tratti di un documentario o di un film, racconta la storia di tre mamme: una leonessa che si dedica alla formazione della figlia, una mamma ghepardo che senza il suo compagno difende cinque cuccioli troppo curiosi, e una mamma leopardo che è leader di un branco che deve cacciare un leone troppo ivnadente. 63 Libri 64 Televisione Una scena della fiction “Agrodolce” Esercizi di stile. E forse non solo La fiction siciliana “Agrodolce” non riprende a causa di problemi finanziari e di produzione. Per i lavoratori è scattata la Cassa integrazione. La Regione Siciliana garantira’ il 40 per cento della spesa R EDAZIONALE: ANSA – Palermo, 15 Luglio 2011. La fiction non riprende e per i lavoratori addetti alla produzione della fiction “Agrodolce” scatta la cassa integrazione. L'accordo è stato raggiunto tra il ministero del Lavoro, i sindacati e la società Btl (cui fa capo la produzione della serie di Raitre). Le riprese si sono fermate nel mese di marzo a causa di problemi finanziari e dell'aumento dei costi di produzione. Per la Cassa integrazione in deroga la Regione Siciliana garantirà di Canaletto il 40 per cento della spesa che coprirà il periodo compreso tra l'11 marzo e il 31 luglio. L'intervento della Regione trova motivazione nel fatto che, con la Rai, già finanzia la fiction con i fondi Fas destinati allo sviluppo delle aree svantaggiate. Oltre ai lavoratori, anche gli attori di “Agrodolce” sono in agitazione. In un incontro con il sindaco della città in cui si realizza la fiction, Termini Imerese, Vincenzo Ferrera e Orio Scaduto, a nome di tutto il cast, hanno sollecitato un intervento perché si decida una volta per tutte se proseguire o meno l'esperienza di “Agrodolce”. Gli attori hanno firmato un contratto di 26 mesi ma la lavorazione è stata caratterizzata dalla instabilità finanziaria. Proprio a causa di un aumento dei costi la società Einstein, che cura la produzione, ha fermato le riprese. “Per chi fa il nostro mestiere - hanno detto Ferrera e Scaduto - non si può aspettare una decisione che non arriva: nel frattempo si perdono altre occasioni”. È bene precisare che i dati d'ascolto della fiction sono sempre stati assai inferiori alle attese e non ha mai riscosso neanche apprezzamenti lusinghieri dalla critica. 65 Televisione ESORNATIVO: Nel bel mezzo della torrida estate sicula, una lieta novella raggiunge le indefesse maestranze che con abnegazione e maestria hanno fatto sì che in mesi or sono uno splendido elaborato artistico in forma filmica, avente titolo “Agrodolce”, potesse essere goduto da una torma innumerevole di abbonati alla più gloriosa azienda culturale del Paese. Un lungimirante accordo tra le parti in causa, assai coscienziose in verità, consente alle suddette maestranze di percepire, a parziale riconoscimento dei propri meriti, quel surrogato di salario denominato “cassa integrazione” fintantoché la lavorazione del prodotto artistico di cui sopra, redditizio e di successo, non riprenda il suo normale svolgimento come da più parti auspicato. Ma cosa sarebbe un capolavoro del genere senza il fondamentale apporto di quegli istrionici artisti dell'arte recitativa? Cosicché anche loro hanno ossequiosamente fatto rilevare la propria esistenza chiedendo, al contempo, di poter far rivalere i loro sacrosanti diritti. Due fra questi, i celeberrimi e valenti Vincenzo Ferrera e Orio Scaduto, incontratisi con il primo cittadino della ridente località dove vengono effettuate le superbe riprese, hanno rispettosamente fatto presente come sarebbe d'uopo addivenire ad una sollecita e risoluta decisione circa l'avvenire, al momento incerto, dell'intera operazione. “Per amore dell'arte – hanno detto - siamo disposti ad immolarci con dedizione ma potremmo trovarci in condizioni di indigenza tali da dover cedere al richiamo di altre fonti di lucro... com'è nel costume della nostra dannata razza di istrioni”. Invero, non si può celare ai più come non vi fossero masse esorbitanti fedelmente affezionate allo sceneggiato seriale e neanche la circostanza di un assai ampio novero di detrattori e denigratori che non ne apprezzavano l'eccelsa qualità! ONOMATOPEICO: Aaah... che caldo! Gulp, che notizia. Ssshhh... ora ve la racconto. “Agrodolce”... sluurp... la fiction, ve la ricordate? A marzo ha chiuso i battenti – sdang – per mancanza di soldini... dindin! E tutti si sono ritrovai a spasso a fischiettare... fiut-fiiiut... ma ecco che, a sorpresa, – ooooh! - giunge la notizia che i pezzi grossi – pomp pomp – si son messi d'accordo – yeeaah – per far avere ai lavoratori della fiction la cassa integrazione... clap clap clap! Ma anche gli attori sono in agitazione – mumble mumble – e due di loro a nome di tutto il cast hanno piantato i pugni – sbam! - chiedendo una de- 66 cisione rapida, lampo e stampo – flash – sul da farsi. “Per chi si fa il c... - mmmh! – con questo lavoro – hanno detto – non si può perdere tempo – tic tac tic tac – e lasciarsi sfuggire via – swwiiissh! – altre occasioni per... gnam gnam!”. In confidenza, sssshh, questa fiction la vedono in pochi – ops - e non è che faccia impazzire... flop! INGIURIOSO: Odio l'estate, specie se leggo 'ste notizie del cavolo: quella stradannata fetecchia che hanno il coraggio di chiamare “Agrodolce” (“Agro-amaro” dovrebbero chiamarla”) ha chiuso... e bene hanno fatto a chiuderla! Bene.. anzi, male... adesso per i cosiddetti lavoratori (Lavoratooriii?! Prrrrrr.... quei mangiapane a tradimento) hanno fatto la fregnaccia di far scattare la cassa integrazione … la cassa da morto dovevano far scattare, altroché! Si son messi (quando mai?) d'accordo, a nostre spese, il Ministero del Lavoro (tsè... 'sti scansafatiche!), i sindacati (bboni quelli) e la Btl (che nome cretino!). Le riprese s'erano fermate a marzo perché s'erano già mangiati tutti i soldi e si son ritrovati col culo per terra... glie pòssino! E la Regione Sicilia, invece di farsi una padellata di affaracci suoi e pensare a cose più serie, ci mette il 40% in deroga... tanto, dice, li prendiamo dai fondi Fas, ecchisene- frega! Ma pure quei frocioni degli attori (ché lo sappiamo, gli attori sono tutti froci e le attrici bu... bulimiche, va'!) han fatto caciara. Sono andati da quel pusillanime del sindaco a fare gli arroganti e a pretendere chissà che! “Decidetevi – hanno detto – perché noi, a furia di aspettare, perdiamo altre occasioni!”... e 'sticazzi, non ce lo metti? Che poi 'sta boiata nun la vedeva manco mi' nonno in carrozzella ed era meglio d'un lassativo! GASTRONOMICO: Luglio, fa un caldo umido che par d'essere dentro a una brodaglia. Bah, 'sta notizia mi pare una bufala! Non tutte le ciambelle riescono col buco e così “Agrodolce”, titolo azzeccato come il cacio sui maccheroni, ha chiuso a marzo ed è stato un bel pasticcio! I lavoratori, quando già pensavano d'esser fritti, si sono ritrovati incartocciati nella cassa integrazione. Coloro che avevano le mani in pasta hanno sfornato questa bella pensata. Le riprese s'erano fermate perché non c'era più trippa per gatti. La Regione Siciliana raschierà i rimasugli dalla pentola del fondo Fas per dare qualche briciola ai lavoratori del polpettone televisivo, una soluzione logica come i cavoli a merenda. Ma anche gli attori hanno il grosso spaghetto d'esser licenziati definitivamente, e si rodono il fegato. Due di loro, sono an- Televisione Vincenzo Ferrara ed Orio Scaduto dati a parlare con quel bollito del sindaco di Termini Imerese, buono come il pane, per vedere di risolvere la frittata. “Non fate i pesci in barile – hanno detto – noi siamo surgelati in una situazione del tipo... o ti mangi 'sta minestra, eccetera... ci sentiamo carne da macello, mastichiamo amaro e temiamo di cadere, da un momento all'altro, dalla padella alla brace”. C'è da dire che i dati d'ascolto della fiction erano di porzioni assai modeste (tipo “nouvelle cousine”) e c'era chi la giudicava un minestrone indigesto, anche noioso... da esclamare “che pizza”! MINIMALISTA: Uff... Chee? Beh... ma va'? Con chi? Ah... certo... sì, sì, ricordo. Che cosa? Non mi dire.... ah, sicuro! Bah! Pure!? Dove dove? Eh, giusto! Mmmh... Già, già... eccome! Mmh... sì, in effetti... ONIRICO: Nel bel mezzo d'un deserto africano, mi parve d'imbattermi in un foglio di giornale d'un dì futuro. I caratteri sembravano danzare sopra la pagina e rimasero sospesi a mezz'aria a formare una notizia olografica. “Agrodolce” campeggiava sullo sfondo d'una duna, e poi parole alla rinfusa: “cassa”, da una parte, evocava la figura d'un becchino e il becchino, metaforicamente, si caricava sul dorso un immenso televisore di quelli anni '60... più in là, ecco spuntare il termine “integrazione” e un uomo di colore cantava “Pittore ti voglio parlare...”! Poi, la duna d'un tratto assunse una forma triangolare, d'una regione arida come una duna... “ariduna”! Scoppiai a ridere senza sapere il perché. Poi, figura tremolante, un carro con una luminaria... leggo una scritta: “Tespi”... boh, sarà la marca d'una nuova bevanda! Dal carro scendono due esagitati che urlano ripetutamente, ostinatamente, “chessadafàppecampà”... boh, sarà uno strano dialetto africano. E poi di nuovo il deserto intorno a me... e il televisore, sulla cima d'una duna, abbandonato a se stesso... click! PERSONALE: Perché ci pensano adesso? A luglio? Sono anni che si trascina questa penosa questione di “Agrodolce”... una fiction annunciata come la rivoluzione copernichiana della televisione in salsa sicula, rivelatasi un megalitico flop. Ricostruire la vicenda economica che sta alle spalle di questa operazione è un garbuglio da settimana enigmistica. Certo, le maestranze sono state illuse d'aver trovato la mecca televisiva a Termini Imerese e dintorni. Il progetto nelle intenzioni appariva lodevole ma, purtroppo in questa terra, quando di mezzo ci stanno i soldi, un'oscura cortina di fumo si alza a velare sporcare tutto. Pare inverosimile e buffo sentir parlare di “cassa integrazione” per un prodotto artistico. Certo ci sarebbero dei contratti da rispettare e bla bla blà... la verità è che, odio ripetermi (già lo dissi in tempi non sospetti per altre fiction), un prodotto artistico dovrebbe rimanere ben lungi dalle logiche della catena di montaggio. E questo gli attori, specialmente, dovrebbero ben saperlo... dovrebbero ben sapere di essere condannati al “precariato a vita”, l'hanno scelto, è il loro destino! È giusto richiedere rispetto, ci mancherebbe, ma quando si scioglie, fallisce o, semplicemente, termina le repliche una compagnia... via, verso nuove avventure. È anche questo il fascino di 'sto male-benedetto mestiere! Ai tanti amici che conosco, impegnati in questa sventurata operazione, mi sento di suggerire: andate oltre! Come nella settimana enigmistica, completate la frase: “Per chi fa il nostro mestiere non si può aspettare una decisione che non arriva: nel frattempo si perdono altre occasioni”...dai, è facile, basta aggiungere: “quindi, arrivederci e grazie!”... E poi, mi sia consentito dirlo, artisticamente... non è che vi perdiate un granché! P.S. Si ringrazia il buon Raymond Queneau, che Dio l'abbia in gloria, per l'ispirazione! 67 Televisione 68 Rubrica L’avvocato risponde Questa settimana parliamo del cosiddetto “decreto sviluppo” e della malasanità. L a scorsa settimana questa rubrica ha richiamato l’attenzione dei lettori sul raddoppio del contributo unificato (la tassa che si paga per intentare un giudizio) in materia di appalti, passato dalla già esorbitante cifra di € 2.000,00 a quella proibitiva di € 4.000,00. Tale è oggi la cifra da pagare ogni volta che si impugna un atto del procedimento di gara. Alcuni lettori (non addetti ai lavori) hanno obiettato alla nostra critica che 4.000,00 euro sono una piccola cifra quando si parla di appalti pubblici. Questi lettori non considerano tuttavia che le cifre in gioco sono in realtà multipli di € 4.000,00. Cercherò quindi di spiegarmi con un esempio di pura fantasia. Tizio è un dirigente corrotto di una Azienda Sanitaria Provinciale; Caio è un disonesto manager di una multinazionale che produce strumenti chirurgici. L’onesto Sempronio è anch’egli un produttore di strumenti chirurgici, ed è concorrente di Caio. Cicero è l’avvocato dell’onesto Sempronio. Il piccolo Salvuccio è un bambino affetto da una malformazione spinale. Tizio deve bandire una gara per l’acquisto di una partita di strumenti per la chirurgia spinale per gli ospedali della provincia, del valore complessivo di € 200.000,00. Caio, venutolo a sapere, è preoccupato, perché sa che i suoi prodotti, fatti di acciaio, sono più scadenti di quelli di Sempronio, che sono in titanio. Caio offre quindi a Tizio del denaro perché il bando di gara sia concepito in modo da tagliare fuori gli strumenti in titanio, benché migliori e più economici. Tizio accetta, e il bando viene pubblicato. Sempronio, ingiustamente escluso dalla competizione è determinato ad ottenere giustizia; dunque si reca dal suo avvocato Cicero, che gli prospetta il seguente scenario. Sempronio dovrà impugnare il bando e i provvedimenti successivi, ossia il provvedimento di esclusione, l’aggiudicazione provvisoria (quest’ultima non obbligatoriamente, ma comunque per cautela) e l’aggiudicazione definitiva, e ogni altro eventuale provvedimento connesso. L’operazione costerà non meno di € 16.000,00 di tasse, oltre alle spese e agli onorari di avvocato, che Cicero acconsente a contenere in € 4.000,00, in ragione dell’amicizia che lo lega a Sempronio. Se vince, Sempronio otterrà l’utile di gara (pari al 10% del valore), o il risarcimento del danno per equivalente (la gara ha un valore di € 200.000,00; l’utile è pari a € 20.000,00), e probabilmente gli saranno rifuse le spese. Ma se perde, con ogni probabilità dovrà pagare le spese di lite all’amministrazione e Caio (che assume la veste processuale di “controinteressato”). In altre parole, Sempronio dovrebbe spendere 20mila euro, e rischiarne almeno il doppio, per recuperarne (in caso di vittoria) non più di 20mila. Il ricorso non è conveniente, e Sempronio, da un imprenditore oculato qual è, preferisce desistere. Caio quindi si aggiudica la gara al minimo ribasso, e il piccolo Salvuccio sarà curato con materiale di bassa qualità. I lettori possono inviare domande, quesiti o semplicemente chiedere un consulto. Gireremo le vostre domande all’ avvocato Mauro Di Pace che risponderà sulle pagine de I Vespri. I quesiti potranno essere inviati all’e-mail [email protected] 69 Offerte di lavoro a cura del Centro Orizzonte Lavoro (e-mail: [email protected]) affiliato a Confcooperative ATTENZIONE. Facciamo presente che, nonostante l’impegno che mettiamo nel selezionare con cura per voi le opportunità lavorative, resta purtroppo sempre possibile che qualcuna di esse risulti truffaldina. A ciascuno il compito di effettuare le opportune verifiche e di tenerci informati, nel caso che se ne riscontri qualcuna ingannevole. Circa i call center, bisogna verificare se le condizioni economiche sono vantaggiose o si tratta di sfruttamento Opportunità di lavoro NEGOZIO MISS SIXTY cerca commessa, con esperienza, max 25 anni. Portare CV in corso Italia 206 (Catania). H&B DIFFUSION cerca personale responsabile di negozio e addetti alle vendite per prossima apertura primi settembre di pv negozio abbigliamento uomo sportswear total look Harmont & Blaine Sport Jeans presso C/Comm.le Sicilia di Catania.Si richiede comprovata esperienza nel settore vendita al pubblico abbigliamento, bella presenza, uso pratico pc e sistemi informatici di cassa e gestione del pv, motivazione e disponibilità alla mobilità. Sarà motivo preferenziale la conoscenza della lingua Inglese e l’eventuale iscrizione alle liste di mobilità. Inviare dettagliato CV con foto esclusivamente via mail con autorizzazione al trattamento dati. Rispondere collegandosi al sito www.subito.it. CERCASI addetta alle vendite full time presso c.c. Etnapolis. Si richiedono serietà, motivazione e possibilmente con legge 407. Mandare CVcon foto a www. kijiji.it CERCASI commessa per gioielleria con esperienza nel settore, massimo 24 anni, qualificata e referenziata. Per colloquio contattare il numero 095.7158907 solo a partire da lunedì 11/07 ore 16:30 alle 18:00. CERCASI ragazza per tabaccheria ricevitoria Lottomatica e Sisal con precedente esperienza nel gioco del Lotto. Inviare CV a [email protected]. D.P.&V. cerca 1 merchadiser disponibile ad effettuare caricamento di frigo vetrina su Ipersimply Acireale (CT) Gradita esperienza nel settore del merchandising. 70 Inviare CV a [email protected] indicando nell’oggetto gdo acireale. CERCASI a Tremestieri Etneo lavapiatti donna ore 14.30 - 22.30. Per info, contattare il numero 095.7255232. CERCASI cameriera/e con esperienza come lavapiatti e di sala a Catania centro. Inviare CV a [email protected]. Per info, contattare il numero 348.3684044. CERCASI persona seria per lavoro di collaboratrice domestica con i seguenti requisiti: residente a Belpasso o paesi limitrofi, autofornita, disponibile da lunedì a sabato per lavoro da svolgere dalle ore 7,00 alle ore 12,30. 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[email protected] Le candidate selezionate saranno chiamate a sostenere un colloquio conoscitivo e motivazionale. I candidati di entrambi i sessi, i cui dati saranno trattati e conservati esclusivamente per attività inerenti questa o future selezioni, godono dei diritti ex art. Dlgs. 276/2003, come da informativa sulla privacy. (Vedi: www.gazzettaufficiale.it) LOMBARDIA I.U.S.S. –ISTITUTO UNIVERSITARIO DI STUDI SUPERIORI DI PAVIA- Concorso pubblico, per titoli ed esami per l’ammissione al corso di dottorato di ricerca internazionale in meccanica computazionale e materiali avanzati- XXVII ciclo, per N.4 posti. Scad. 29 luglio 2011. Fonte: G.U.R.I. N.33 del 26-04-2011. CATANIA CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE ISTITUTO DI SCIENZE NEUROLOGICHE - Bando di concorso per N.1 ricercatore universitario. Scad. 04 agosto 2011. Fonte: G.U.R.I. N.53 del 05-07-2011. CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE ISTITUTO DI SCIENZE NEUROLOGICHE - Bando di concorso per N.1 ricercatore universitario. Scad. 04 agosto 2011. Fonte: G.U.R.I. N.53 del 05-07-2011. AZIENDA OSPEDALIERA ‘CANNIZZARO’ DI CATANIA - Bando di concorso per N.3 programmatori. Scad. 04 agosto 2011. Fonte: G.U.R.I. N.53 del 05-07-2011. AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI CATANIA Bando di concorso per N.1 direttore struttura complessa fisica e riabilitazione. Scad. 04 agosto 2011. Fonte: G.U.R.I. N.53 del 0507-2011. CONSIGLIO NAZIONALE PER LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE IN AGRICOLTURA ISTITUTO SPERIMENTALE PER L’AGRUMICOLTURA DI ACIREALE - Bando di concorso per N.1 tecnologo. Scad. 28 luglio 2011. Fonte: G.U.R.I. N.51 del 28-06-2011. PALERMO AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA POLICLINICO ‘’P. GIACCONE’’ DI PALERMO - Bando di concorso per N.2 personale laureato. Scad. 08 agosto 2011. Fonte: G.U.R.I. N.54 del 08-07-2011. (Con la collaborazione di Giuseppe Marco Corsaro, Gaetano Amore, Paolo Lazzaro e Alessandra Mercurio) 71 Attualità Attenti alle “tigri”… anche se son I consigli del dottore Francesco Benanti dell’unità operativa del reparto di Malattie Infettive dell’ di Fabrizio Grasso M Sopra una zanzara “tigre” e gli effetti causati dai suoi morsi. In alto a destra, il dottore Francesco Benanti osche, moscerini, api, cavallette, calabroni, formiche, vespe, zanzare ed altri piccoli insetti, in estate ci fanno spesso compagnia. Sentiamo un ronzio nell’aria e… dopo qualche minuto (pur quando prendiamo mille precauzioni e ci spruzziamo di repellenti per gli insetti), ci grattiamo un braccio o una gamba, così, ci accorgiamo d’essere stati punti. Ma quest’anno, sembra che dovremmo fare attenzione anche ai morsi delle “tigri”. Infatti, è notizia di questi giorni che il meteo zanzare, sviluppato da Vape Foundation, prevede proprio in Sicilia, un aumento del 46 per cento della presenza della famigerata zanzara tigre. Il morso di questo insetto, può provocare maggiori fastidi rispetto al morso di una zanzara comune. Ci siamo rivolti al dottore Francesco Benanti dell’unità operativa del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Garibaldi – Nesima, per conoscere meglio il nemico da cui dobbiamo difenderci. Il morso della zanzara tigre si differenzia dal morso della zanzara comune? Quello della zanzara tigre è un morso abbastanza aggressivo. Inoltre dal punto di visto clinico è possibile osservare sulla cute un eritema particolarmente intenso, un tonfo ed una reazione edematosa particolarmente importante. 72 Cosa bisogna fare, dopo aver sventuratamente subito il morso di questa zanzara? Cominciamo col dire che la cosa migliore, è tentare di prevenire il morso. Questo, può essere fatto, utilizzando degli indumenti di colore chiaro, perché sono i colori scuri ad attirare le zanzare. Poi c’è da aggiungere che la zanzara tigre, vola basso e preferisce colpire nelle ore più fresche, in particolar modo al mattino presto ed al tramonto, perciò può essere utile indossare le maniche lunghe ed i pantaloni lunghi, così da coprire le zone di pelle che solitamente in estate lasciamo più scoperte soprattutto, considerando il fatto che, questa zanzara, punge di più nelle zone delle caviglie e dei piedi. Poi, sempre per prevenire, è meglio evitare l’uso dei profumi, perché possono attirare la zanzara. Questi sono tutti dei piccoli accorgimenti per evitare il morso. Comunque, dopo essere stati morsi, si può ricorrere all’applicazione di pomate a base di cortisone o antistaminici. Chiaramente, se il quadro clinico, dopo due tre giorni non migliora, è opportuno rivolgersi ad un medico. I sistemi normali, quindi zanzariere, citronella e spray sono utili anche per prevenire il morso d’una zanzara tigre? Questi sono sistemi che valgono negli ambienti chiusi. Ma se si soggiorna in stanze di albergo è sempre importante accertarsi che siano ben climatizzate. In assenza dei climatizzatori, comunque, Attualità sono zanzare ive dell’Ospedale Garibaldi – Nesima questi sistemi funzionano bene come deterrenti. Ci sono luoghi nei quali è più facile essere punti? La zanzara tigre predilige delle zone particolari. Laddove sono presenti acque stagnanti è più facile che possa esserci un ambiente di coltura favorevole per le uova di queste zanzare. Ma questo insetto, vive bene soprattutto nei climi caldo-umidi. Nell’ambito italiano, non è proprio la Sicilia l’ambiente ideale per queste zanzare. Infatti in Italia i casi più importanti di morsi di queste zanzare si sono avuti nelle zone centro settentrionali, pensiamo alla zona della pianura padana, che sicuramente favorisce lo sviluppo delle uova e la nascita delle larve. Quali sono i rischi per la salute? Il rischio più pericoloso è dovuto al fatto che questa zanzara, rappresenta il vettore principale per determinate virosi di tipo esotico. In particolare, la malattia trasmessa dalla zanzara tigre è la malattia di Chikungunya, è un virus appartenente alla famiglia delle togaviridae, che è endemico in alcune zone dell’Africa e dell’Asia. I casi che si vedono in Italia ed in Europa, solitamente sono casi di importazione, cioè persone che vengono infettate perché si trovano fuori per lavoro o per vacanza e che poi sviluppano la malattia quando rientrano nel paese di appartenenza. Come facciamo a capire di aver contratto la malattia di Chikungunya? Questa malattia è caratterizzata essenzialmente da tre sintomi. Febbre. Manifestazioni cutanee di genere maculo-papuloso, che possono poi evolvere in forme di chiazze emorragiche benigne, ed in ultimo dalla presenza di dolori articolari. Infatti, nella lingua swahili, il termine chikungunya, significa “colui che si contorce”. Comunque c’è da dire, che è una malattia virale benigna, infatti ha una mortalità inferiore all1%, ma può essere pericolosa per pazienti particolari, per coloro che sono sottoposti a chemioterapia, per i diabetici, per i bronco-patici cronici o per i cardiopatici ci sono più rischi per la salute. Ci sono interventi che si possono mettere in atto per ridurre la presenza di questa zanzara? Certamente. Ci sono interventi da fare sia in ambito pubblico che in ambito privato. In ambito pubblico, bisognerebbe fare attenzione alla manutenzione di caditoie e tombini ad esempio, perché, sono queste le zone favorite dalla zanzara per deporre le uova, quindi evitare che in questi posti, ristagni l’acqua; inoltre devono essere utilizzati dei larvicidi. Mentre, in ambito privato, penso ai giardini o alle fontane, che possono conservare il ristagno e quindi favorire lo sviluppo dell’insetto… quindi, anche nello spazio domestico, si può e si deve fare attenzione. 73 Rubrica 74 Beach volley Grande successo della tappa catanese del campionato femminile E si punta a creare una vera e propria cittadella dello sport alla Plaja. Michele Gualtieri: “servono programmi ben definiti. Intanto abbiamo presentato la nuova arena beach” I l beach volley a Catania regala sempre grandi emozioni. La città etnea ha ospitato la terza tappa del campionato nazionale femminile ed il bilancio è stato senza dubbio positivo. Michele Gualtieri, direttore del Villaggio Le Capannine della Plaja, stabilimento balneare teatro delle partite è soddisfatto ed in occasione della kermesse tricolore è stata presentata la nuova arena beach. “Questo è solo l’inizio - afferma Michele Gualtieri -. Il progetto prevede la creazione di una cittadella dello sport all’esterno della struttura. Tutto è possibile, ma serviranno programmi ben definiti”. Le gare sulla sabbia dorata delle Capannine hanno regalato spettacolo ed emozioni al numeroso pubblico presente sugli spalti. Il successo è andato alla collaudata coppia formata da Silvia Fanella e Barbara Campanari. In finale (arbitro la catanese Chiara Santangelo), la coppia laziale ha avuto la meglio su Lara Dal Canto e Carlotta Casadei per 2-0 (21-13, 21-16 i parziali). Un successo, però, non scontato per le campionesse d’Italia, che proprio nei turni precedenti, avevano ceduto a Casadei-Dal Canto, pro- tagoniste di un eccellente torneo, valso la prima finale in carriera. Sul gradino più basso del podio sono salite le catanesi Graziella Lo Re e Nellina Mazzulla, beniamine di casa, che contro Francesca Giogoli e Giulia Toti, si sono riscattate dalla parziale delusione della mancata finalissima, vincendo per 2-1 (21-17, 22-24, 15-13 i parziali). “Purtroppo - spiegano le due giocatrici catanesi -, l’emozione di giocare davanti al pubblico amico ci è costata cara in semifinale contro Del Canto-Casadei. Saremo più brave in futuro. Il terzo posto è, comunque, un risultato importante anche se vincere a Catania sarebbe stato fantastico”. Hanno chiuso al quinto posto Pini-Bulgarelli e Chiavaro-Peluci Xavier, protagoniste nella scorsa tappa della finale per il 3°e 4° posto. Settima piazza per la giovane coppia azzurra, formata da Viktoria Orsi Toth e Giada Benazzi, pari merito con Lucilla Perrotta e Roberta Marini. Questi i risultati della tappa etnea. 9° posto: Banella-Carraro – Campanari-Fanella 0-2 (6-21, 12-21); Marini-Perrotta – Malerba-Ribeiro Holland 2-1 (26-24, 19-21, 15-12); Scardigno-Menon – Orsi Toth-Benazzi 0-2 (21-23, Margherita Chiavaro e la brasiliana Raquel 18-21); Camarda-Fiorin – Pini-Bulgarelli 0-2 (14-21, 14-21). 3° Turno: Dal Canto-Casadei – Giogoli-Toti 1-2 (19-21, 22-20, 10-15); Chiavaro-Peluci Xavier – Mazzulla-Lo Re 0-2 (14-21, 15-21). 7° posto: MariniPerrotta - Campanari-Fanella 0-2 (14-21, 11-21); Orsi Toth-Benazzi – PiniBulgarelli 1-2 (16-21, 22-20, 12-15). 5° posto: Campanari-Fanella – Chiavaro-Pelu- ci Xavier 2-0 (21-15, 21-6); Pini-Bulgarelli – Dal CantoCasadei 0-2 (16-21, 16-21). Semifinali: Giogoli-Toti – Campanari-Fanella 0-2 (1721, 12-21); Mazzulla-Lo Re – Dal Canto-Casadei 1-2 (22-24, 21-19, 8-15). Finale 3°-4° posto: Giogoli-Toti – Mazzulla-Lo Re 1-2 (17-21, 24-22, 13-15). Finale 1°-2° posto: Campanari-Fanella – Dal Canto-Casadei 2-0 (21-13, 21-16). U. P. Marco Spinnicchia: buon sangue non mente Silvestro Spinnicchia nel beach volley era più che un esempio. Un modello da seguire, una vera icona. Lo vedevi e potevi solo pendere dalla sue labbra. Nel 2003 un grave incidente, purtroppo, ha segnato la sua vita. L'eredità è ben riposta. Il figlio Marco è diventato, da un anno, arbitro internazionale. Ha diretto già i Campionati Mondiali di Roma e ha vissuto di recente l'esperienza in Ucraina. Proprio alla Plaja di Catania, durante la tappa del beach volley femminile, è stato insignito di un riconoscimento: a consegnarlo Pippo Leone e Antonio Raucea, vice presidente della Fipav. Si fa strada anche la sorella Giorgia: direttore di competizione nella tappa del campionato italiano. Buon sangue davvero... non mente. 75 Sport Pallanuoto, la “catanesità” vincente d La squadra presieduta da Antonio Iuppa è tornata in serie A/1. E anche l’anno prossimo punte D di Umberto Pioletti ue anni di Purgatorio sono bastati. La Strano Light Nuoto Catania è tornata prepotentemente nella serie A/1 di pallanuoto maschile e si gode la meritata promozione colta tre stagioni dopo la retrocessione in A/2. Catania è nel Paradiso della pallanuoto maschile e sogna un campionato 20112012 di grande livello. Alla piscina di Nesima non si correrà il rischio di annoiarsi. La Nuoto Catania e la “mitica” Formoline Orizzonte del presidente Nello Russo in campo femminile, sapranno regalare spettacolo ed emozioni intense ai tifosi rossazzurri, che sempre numerosi e calorosi seguono le sorti della pallanuoto etnea. L’obiettivo del team allenato da Giuseppe Dato è quello di ben figurare, di togliersi soddisfazioni importanti e di arrivare il più lontano possibile. Mantenere la categoria è l’imperativo in casa Strano Light. Nessuno vuole rivivere l’esperienza di tre anni fa quando la squadra etnea precipitò in A/2 (grazie anche ad alcuni risultati sorprendenti nelle ultime giornate) al termine di un torneo molto travagliato e difficile. I festeggiamenti per il salto di categoria sono stati archiviati in fretta. E anche le vacanze per lo staff catanese saranno brevi. Non c’è tempo da perde. Bisogna lavorare duramente e senza sosta per programmare la prossima importante stagione agonistica. Niente, in casa Nuoto Catania, verrà lasciato al caso. La programmazione è alla base della squadra rossazzurra presieduta da Antonio Iuppa. Il direttore generale Francesco Scuderi è già impegnato nella campagna acquisti. “L’emozione della promozione, colta a spese del Bologna, è stata incredibile - afferma Scuderi -. Ci siamo ripresi quello che tre anni fa ingiustamente ci era stato tolto. Ma forse da li è cambiata la nostra storia, la nostra politica: siamo tornati in A/1 con tutti ragazzi catanesi, David Zoltan a parte. Tre anni fa dopo la retrocessione abbiamo modificato i nostri obiettivi e soprattutto abbiamo deciso di 76 A sinistra, la Strano Light Nuoto Catania al completo. A destra, la grinta dei comp A sinistra, l’ungherese David Zoltan al tiro. A destra, la squadra catanese fes investire sui giovani. Giocatori della nostra terra, così come il nostro allenatore, Giuseppe Dato, anima della Nuoto Catania. La promozione non muterà minimamente i nostri piani: punteremo ancora una volta sui giovani, lotteremo per questo”. L’ossatura del gruppo non verrà quindi intaccata. Quasi tutti i protagonisti di questa stagione verranno riconfermati. Ci sarà, comunque, qualche innesto per rendere ancor più competitivo e solido l’organico a disposizione di coach Giuseppe Dato. Il trainer etneo si “coccola” i suoi ragazzi e ringrazia la società per l’ottima annata disputata: “Lo spareggio contro il Bologna è stato duro. La squadra, nell’ultima sfida, ha giocato alla grande. Ho visto tutti i ragazzi concentrati e determinati. Un ringraziamento speciale va fatto alla società sempre al nostro fianco, così come al nostro fian- co è stato Raffaele Marino, qualcosa di più di un semplicissimo preparatore atletico”. Il capitano Aleksandr Nikolic, al quinto anno di militanza nella Nuoto Catania, è raggiante: “Siamo un gruppo unito, omogeneo e compattato. Abbiamo meritato la promozione e siamo felicissimi. Dopo tanti sacrifici finalmente siamo tornati in serie A/1. Nel 2009 non avevamo per niente digerito la retrocessione. Adesso ci siamo ripresi quello che ci spetta”. Questo l’organigramma della Strano Light Nuoto Catania. Presidente: Antonio Iuppa; vicepresidente: Tommaso D’Arrigo; consiglieri: Mario Torrisi, Ignazio La Mantia e Carlo Barbagallo; direttore generale: Francesco Scuderi. Dirigenti: Umberto Zingales, Carmelo Dato, Massimo Vittoria, Sebastiano Garozzo e Gabriella Campagna. Allenatore prima squadra e under 20: Giuseppe Sport te della Strano Light Nuoto Catania mo punterà sui giovani etnei seppur con qualche innesto importante Sedici giocatori protagonisti del trionfo L’organico del team etneo è composto da giocatori esperti e da giovani molto promettenti, che quest’anno hanno ben figurato con la formazione under 20. Nella rosa della Nuoto Catania spiccano i giocatori catanesi a dimostrazione del fatto che la società crede molto nel vivaio. Il capitano è, invece, Aleksandar Nikolic, classe 1977 centro boa di Belgrado. Questi i sedici protagonisti della promozione in massima divisione. Portieri: Giorgio Patti, Sergio Arnaud e Cristiano Vittoria. Difensori: Giuseppe Iuppa, Alessandro Seminara, Giovanni Erbicella e Cristiano Torrisi. Attaccanti: David Zoltan, Giorgio La Rosa, Alessio Privitera, Aurelio Scebba e Giorgio Torrisi. Centro boa: Aleksandar Nikolic e Luciano Ordile. Mancini: Brian Torrisi e Roberto Riccioli. a dei componenti la panchina etnea atanese festeggia la promozione Dato; responsabile giovanile e under 17: Rosario Scorza; allenatore Under 15: Rosario Scorza e Luigi Marano; allenatore Under 13: Luigi Marano; preparatore atletico: Raffaele Marino; istruttore scuola di pallanuoto: Salvo Munzone; direttore settori agonistici: Massimo Vittoria; medico sociale: dottor Stefano Palazzo; fisioterapista: dottor Alessandro Mazza; addetta alla segreteria: Eleonora Chiarenza; responsabile piano vasca: Fabrizio Vaccalluzzo; Fotografo ufficiale: Santo Scardace; addetto comunicazione e stampa: Peppe Di Stefano; psicologo: Emilio Riccioli; centro medico di diagnostica di riabilitazione: professore Mauro San Marco; addetto servizi audio: Satya Ferrari. 77 78 Focus 7 Ecco il costume da bagno di PacMan Nel bel mezzo della stagione estiva, la “Black Milk” propone un costumino davvero originale che ripercorre le avventure di “PacMan”. Disegnato da Kames Lillis, si tratta di un singolo pezzo ed è perfetto per qualsiasi geek (possibilmente di sesso femminile). Questo costume da bagno viene distribuito nelle taglie XS, S, M e L. Il prezzo è di ben 90 dollari quindi adatto solo agli appassionati di vecchi videogiochi anni’80. L’articolo da bagno può essere acquistato direttamente sul sito internet della “Black Milk”. Gli appassionati sono già pronti al click e all’qcquisto di questo particolarissimo costume. I grandi predatori del pianeta sono al collasso L’uomo sta progressivamente distruggendo il pianeta Terra. La notizia non è certo nuova, ma l’ultimo allarme lanciato dal professor Jim Estes e dai suoi colleghi dell’Università della California a Santa Cruz, evidenzia un rapido declino dei grandi predatori, con drammatici effetti sugli ecosistemi. Secondo gli esperti si tratta del più profondo impatto che l’uomo abbia mai avuto sulla Terra. Dalla terraferma agli oceani, i grandi predatori del pianeta, come leoni, leopardi, lupi e squali sono al collasso: gli esemplari delle singole specie stanno diminuendo drasticamente al punto che Estes ritiene sia in corso la “sesta estinzione di massa della storia del pianeta”. La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Science”, ha preso in esame i dati più recenti sugli ecosistemi, rilevando che gli effetti del declino dei predatori sono catastrofici e a cascata su tutti gli ecosistemi. Un braccialetto per monitorare le proprie condizioni fisiche La compagnia americana “Jawbone” si accinge ad introdurre sul mercato un apparecchio innovativo che sembra destinato a far parlare di sé. Si tratta di un braccialetto di gomma dotato di numerosi sensori, in grado di registrare l’andamento delle funzioni vitali nell’arco delle 24 ore. L’accessorio si chiama Up e promette il miglioramento di tutti i parametri vitali in virtù del costante monitoraggio del corpo, analizzando i movimenti durante il sonno, i più piccoli cambiamenti nella pressione sanguigna a seconda dell’alimentazione e delle ore del giorno, gli effetti dello sport e via dicendo. Un’applicazione (per iOS e Android) analizzerà i dati e restituirà dei consigli su come migliorare la propria salute e le proprie abitudini. Dalla Toscana la nuova auto a idrogeno A dispetto delle risorse sempre più scarse destinate alla ricerca, l’Università di Pisa continua a proporre innovazioni di rilievo internazionale. Nell’ambito del progetto H2 Filiera Idrogeno, la regione Toscana aveva infatti accordato 3 anni fa un finanziamento di 5 milioni di euro per lo studio dei motori a idrogeno, e finalmente a settembre il primo prototipo uscirà dalle fabbriche. Il modello di prova del motore sarà montato su un Piaggio Porter, avrà emissioni zero e si porrà come esempio da imitare per il futuro, sperando di compiere (e far compiere) quel salto di qualità necessario per abbandonare i combustibili derivati dal petrolio. 12 79 Focus 7 Bebé in arrivo per Federica Ridolfi e Giuliano Giannichedda Federica Ridolfi fa il bis. Dopo essere diventata mamma della piccola Giulia nel dicembre del 2009, adesso la compagna dell’ex calciatore di Udinese, Lazio e Juventus, Giuliano Giannichedda è di nuovo incinta. Secondo quanto riporta il settimanale “Chi”, la bella showgirl, che un tempo faceva impazzire con le sue curve il pubblico della trasmissione televisiva “Quelli che il calcio”, aspetta il secondo figlio. Federica, infatti, è da poco entrata nel terzo mese di gravidanza. Presto quindi Giuliano Giannichedda sarà papà per la seconda volta. Riappare “Salvator Mundi”, capolavoro scomparso di Leonardo da Vinci Un capolavoro perduto di Leonardo da Vinci è stato ritrovato in una collezione privata americana. Si tratta di un dipinto a olio su tavola raffigurante Cristo con la mano destra alzata benedicente, mentre nella mano sinistra regge un globo celeste. L’opera, che misura 66 centimetri di altezza per 46 di larghezza, si intitola “Salvator Mundi” e sarà presentato per la prima volta in pubblico, dopo secoli di oblio, dalla National Gallery di Londra, che lo esporrà dal 9 novembre al 15 febbraio 2012 in una mostra dedicata all’attività di Leonardo alla corte del duca Lodovico Sforza di Milano. A settembre il nuovo disco di James Morrison Il cantante James Morrison torna con un nuovo album, che s’intitola “The Awakening” ed uscirà il prossimo mese di settembre. Prodotto da Bernard Butler e con la collaborazione di Jessie J “I won’t let you go” è il singolo che lo anticipa. Il disco è il terzo di James Morrison dopo i successi dei due precedenti che insieme hanno venduto più di 4 milioni e mezzo di copie nel mondo. Nel 2006, il suo album di debutto “Undiscovered” è arrivato al top della classifica inglese, così come nel 2008 “Songs For You, Truths For Me”. I suoi fan sono già in febbrile attesa, pronti ad acquistare il nuovo album. Brad Pitt ed Angelina Jolie sposi entro l’estate per accontentare i figli Sara Tommasi è tornata a parlare e stavolta l’ha fatto dalle pagine di “Top”. La showgirl, a quanto pare, si sta riprendendo dal periodo buio che ha contrassegnato la sua vita in questi ultimi mesi: “Ho avuto un forte esaurimento - ha raccontato - e per un periodo mi sono sentita persa, sfiduciata e incapace di relazionarmi, ma fortunatamente, grazie alla mia famiglia e alla mia inarrestabile voglia di vivere, sono riuscita a reagire e sono pronta a una nuova vita”. E le proposte lavorative non si sono fatte attendere: “Sarò una delle protagoniste - ha rivelato Sara - di un film che gireremo a settembre, ma non posso dire altro. Come vedete, ho imparato, quando serve, a tenere un segreto”. 79 Meteo 80 Gli astri di Stella Oroscopo Dal 25 al 31 Luglio Ariete Il settore finanziario è sollecitato da transiti positivi. Ecco perché è possibile l’inizio di un ciclo di solidi assestamenti con condizioni favorevoli per incrementare i profitti. Usate le energie della settimana per sollecitare entrate, sistemare questioni inerenti un’eredità o un lascito. Gemelli Ultimi giorni in compagnia di Marte, da sfruttare al massimo. I nati di giugno sono spinti verso la chiusura di trattative professionali e finanziarie. Mercurio diventa provocatorio dal 28 in poi, attenzione ai rapporti di coppia. Toro E’ un momento splendido in tutti i settori. E’ una settimana soddisfacente, la Luna consente di concludere progetti e percorsi finanziari con ottimi risultati. Mercurio entra in Vergine il 28 e suggerisce mete vacanziere rigeneranti. Cancro Venere lascia il segno del Cancro il 28, vale la pena di prestarle attenzione fino all’ultimo minuto, facendo cadere l’oggetto del desiderio nella rete lunare. Anche per voi inizia una buona fase di recupero dopo la pesantezza degli ultimi mesi. Domenica di riposo. Vergine Leone Il 28 Venere arriva in Leone, ecco la segnalazione più significativa per il cuore e non solo, che vede in pole position i nati di luglio e quelli di agosto dopo. Weekend marino, in compagnia della Luna. Bilancia Non mancano segnali positivi su tutti i fronti, a condizione di stabilire una tabella di marcia che preveda svago e riposo. Marte per i primi giorni facilita partenze e viaggi in compagnia degli amici di sempre! Sagittario E’ bene non peccare di impulsività nei primi giorni della settimana, pericolosi per le critiche personali e nei rapporti interpersonali, data l’alleanza di Marte con la Luna. Venere in Leone dal 28 è dolcissima per il cuore. Acquario Primi giorni intensi, forse troppo, con qualche ricaduta energetica in direzione del fine settimana. La prudenza, ad ogni modo, non è mai troppa e a tal proposito il consiglio delle Stelle è di non lasciarvi condizionare da persone all’apparenza docili che, alla prima occasione, potrebbero tramutarsi in lupi affamati. Segnali celesti favorevoli per chi affronta prove di esame, viaggia per lavoro, medita su nuove proposte di collaborazione. Mercurio dal 28 in Vergine consente ritocchi di stipendio. Scorpione Nonostante la settimana inizi con una Luna avversa, le giornate promettono tenerezza e comprensione in grado di guarire le ferite dell’orgoglio scorpionico e mantenere una certa serenità nella vita di relazione. Capricorno La Luna è perfetta per pensare alla salute, agli hobby e al benessere psicofisico. Se accusate qualche malessere prima di partire per le vacanze, fate un check-up eliminando ogni dubbio. Buoni aspetti anche il campo delle finanze e del lavoro, specie se operate alle dipendenze altrui. Pesci Clima mutevole, l’intuito pescino avverte la presenza di Mercurio in Vergine, dal 28, come monito ad anticipare le mosse in campo finanziario. Il settore pratico vede la realizzazione di progetti per un weekend rilassante, con gli amici. 81 Rubrica Senza Rete (Ventitrè siti di cultura e bellezza) I teatri millenari per coltivare futuro E' di Enzo Trantino una buona notizia: finalmente qualcosa sta ferma e produce effetti positivi. Non è l’invocazione naturale tra una scossa e l’altra di terremoto, ma da noi che conviviamo (altro che Giappone) con manifestazioni sismiche applicate alla politica, il risultato di alcuni personaggi è stato compiutamente raggiunto. Non c’è più severità di giudizio per gli scandali, dato che essendo essi diventati metodo, riesce a scandalizzare l’ordinarietà. Non è predica bacchettona né qualunquismo da sala di attesa: è indagine molto sommaria su un fenomeno nato col regime parlamentare, ma ieri in termini di contenuta patologia. Ci riferiamo al cambio di casacca da una formazione all’altra, con tale vorticosa disinvoltura, che, data la velocità, confonde sagome e nomi (escludiamo le facce notorie più che note alle sole clientele), al punto che, in crisi di anemia le valutazioni valoriali, non desta più impressione quella che ieri era vergogna diffusa e contestazione vibrata. Non c’è motivo. 82 Anzi, se meraviglia può esserci è vedere la .. staticità di altri, ancora tenaci nella lealtà verso l’elettorato. Dopo tanta premessa, approdiamo all’argomento che consideriamo “buona notizia”, avente ad oggetto panorami che stanno fermi, anche per essere .. pietrificati. Ci riferiamo al bellissimo censimento dei “Teatri di Pietra”. I siciliani, alcuni siciliani irrequieti e geniali, dopo avere scoperto il mondo (o meglio, il sapore del pane del mondo) hanno scoperto.. la Sicilia! Si sono detti: nei millenni trascorsi, cultura, spettacolo, società, bellezza convivevano nei teatri sparsi per l’isola, con posti ricavati dalla roccia, e arena circolare, in funzione di palcoscenico sotto le stelle. Poi rovine, vandali, erbacce, incuria, ottusa ignoranza hanno coperto di silenzio quei tesori: ora è tempo di rimediare; è tornare alla pietra che racconta. Così si scoprono teatri notissimi, meno noti e ignoti, e si definisce una mappa impressionante: dopo le “divine creature” di Siracusa, Taormina e Segesta, ecco Morgantina ad Aidone, la Necropoli di Realmese a Calascibetta, il tempio di Hera di Castelvetrano , Selinunte, il Chiostro di San Francesco a Castelbuono, la Chiesa di Sant’Ippolito a Piazza Armerina, il teatro antico di Heraclea Minoa, Monte Iato a San Cipirello, l’ex convento dei Gesuiti a Noto, la cava di pietra “Franco” a Modica, Villa Lucrezia di Villarosa, l’Orto dei Cappuccini a Nicosia, il bellissimo teatro antico di Palazzolo Acreide, il parco archeologico di Kaukana di S.Croce Camerina, il teatro Kalos di Termini Imerese, il parco delle Miniere di Montedoro (Caltanissetta), il teatro Pietra Rosa di Pollina di Palermo, il suggestivo teatro antico di Tindari (Messina) e la preziosa Rocca di Cerere a Enna, custodita dal Castello di Lombardia. Ventitre siti a testimoniare la storia (quattrocento, quelli minori, in attesa di luce!), per consentire il ritorno di siciliani di adozione (Eschilo,Sofocle, Euripide, Seneca e tanti altri di stirpe sacra per giacimenti di fosforo sociale). Perché questa è l’intelligenza benefica, quella che aiuta a crescere, assistiti dalla bellezza. Perché “siciliani di adozione”? Per lasciare da parte molti dei presenti, intenti agli intrallazzi, e trovarsi soli con una folla che si pigia in un tunnel infinito per uscire. E correre verso i teatri di pietra.. Cronaca 83