Intervento Dottor Picco

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Intervento Dottor Picco
STATUS E GESTIONE DEGLI
UNGULATI SELVATICI I
PIEMONTE
Luca Picco – Osservatorio regionale sulla fauna selvatica
Qualche accenno di storia …
Sino alla metà del XVIII gli ungulati selvatici erano
ampiamente diffusi in tutta Italia, soprattutto sull’arco
alpino.
Successiva graduale contrazione delle popolazioni fino
al minimo storico degli anni successivi alla II Guerra
Mondiale: soltanto il camoscio resisteva con piccole
popolazioni isolate e lo stambecco resisteva con
poche decine di capi nell’area del Gran Paradiso.
Cervo, capriolo e cinghiale erano praticamente estinti.
A partire dalla fine degli anni ’60 si assiste ad una
inversione di tendenza, dovuta anche a numerose
operazioni di reintroduzione, oltre a migrazione naturale
dalla Francia nel caso del cinghiale.
Le operazioni di immissione a scopo venatorio dei decenni
passati, spesso non giustificate da esigenze ecologiche,
hanno interessato anche due specie alloctone: il DAINO e il
MUFLONE.
Il daino è un cervide di origine mediterranea, introdotto
nelle aree appenniniche e pedemontane della nostra
Regione, mentre il muflone è una pecora rinselvatichita
tipica della sardegna introdotta in diversi settori delle Alpi e
degli Appennini , dove esercita una certa competizione con
le popolazioni di camoscio.
Per entrambe le specie le Linee guida regionali prevedono il
congelamento degli effettivi attuali e il divieto di apertura della
caccia in nuovi distretti
LA GESTIONE DEGLI UNGULATI IN PIEMONTE
Ogni specie per la quale sia previsto un piano di gestione
e/o di prelievo dovrà essere sottoposta a valutazione critica
delle popolazioni da attuarsi tramite periodici censimenti o
indici cinegetici d'abbondanza, con metodiche
standardizzate e ripetibili nel tempo.
Obiettivo primario da raggiungere attraverso
l'applicazione della caccia di selezione è quello di tendere
ad una struttura di popolazione equilibrata. Una
popolazione è equilibrata quando la sex-ratio e la
distribuzione delle classi di età è paragonabile a quella
naturale.
Per quanto concerne la densità, gli obiettivi devono
tendere a consistenze di popolazione adeguate ad un loro
razionale utilizzo (garanzia di conservazione a lungo
termine delle popolazioni e massimizzazione dei prelievi
in termini sia qualitativi che quantitativi).
LA CACCIA DI SELEZIONE
I piani di prelievo annuali vengono redatti in base a precisi criteri,
delineati dalle Linee guida regionali in materia. Essi devono tenere
conto:
a) degli obiettivi delineati e delle diverse valutazioni critiche espressi
nei documenti di programmazione quinquennali dei C.A. e degli
A.T.C. (Piani di programmazione per la gestione degli ungulati) .
b) dei risultati dei censimenti e delle stime di consistenza e all'analisi
delle dinamiche di popolazione (serie storiche);
c) dei risultati del prelievo della precedente stagione venatoria, con
particolare riferimento alla distribuzione degli abbattimenti per sesso
e classi d’età e ad eventuali sforamenti;
d) allo sforzo di caccia.
Alla base di una corretta gestione venatoria quindi troviamo
la corretta esecuzione dei CENSIMENTI. Essi si possono
distinguere in:
•
censimenti esaustivi che riguardano il conteggio
completo degli animali presenti in una determinata
superficie in un dato momento;
•
censimenti per aree-campione che riguardano il
conteggio completo degli animali presenti in una porzione di
una data superficie in un dato momento;
•
conteggi relativi per indici: da utilizzarsi per rilevare
indici di presenza del cinghiale, espressi come valori relativi
per unità lineari o di superficie sottoposta a conteggio.
Dal momento che le caratteristiche
eco-etologiche delle varie specie
presentano delle differenze, le
tecniche di censimento devono
ovviamente tenerne conto…
I BOVIDI frequentano aree aperte
spesso oltre la vegetazione
arborea, iniziano a muoversi
all’alba, facilitando il compito dei
rilevatori
I CERVIDI prediligono
aree con buona
copertura forestale e
sono attivi soprattutto
nelle ore crepuscolari
CAMOSCIO
Osservazione diretta da percorsi e da punti fissi previamente
individuati.
Periodo: dalla metà di giugno alla metà di luglio. In questo periodo
l’accesso alla montagna è facilitato ed è possibile valutare il successo
riproduttivo della popolazione, inteso come numero di piccoli per
femmine adulte.
E’ possibile anche censire i camosci in novembre: i maschi adulti sono
più contattabili (accoppiamenti) ma è più alto il rischio di non poter
raggiungere le aree di censimento
CERVO
Osservazione diretta da percorsi e da punti fissi previamente
individuati;
Conteggi notturni con faro;
Ascolto ed individuazione dei maschi "al bramito" e ricostruzione della
struttura della popolazione a partire da osservazioni diurne a campione.
Generalmente i censimenti vengono effettuati nel mese di aprile-inizio
maggio, in concomitanza del ricaccio vegetativo sui prati-pascolo di
fondovalle
CAPRIOLO
Censimento in battuta per aree campione;
Osservazione diretta da punti fissi previamente individuati;
Conteggi notturni con faro.
Il capriolo è l’ungulato (escluso il cinghiale) più difficile da censire, in
virtù della sua predilezione per le aree boscate e per la scarsa
tendenza all’aggregazione.
Il periodo ideale per effettuare i conteggi comprende i mesi di marzo
e aprile, in concomitanza del ricaccio primaverile
DAINO
Osservazione diretta da percorsi e da punti fissi previamente
individuati;
Conteggi notturni con faro;
Ascolto ed individuazione dei maschi "al bramito" e ricostruzione
della struttura della popolazione a partire da osservazioni diurne a
campione
MUFLONE
Osservazione diretta da percorsi e da punti fissi previamente
individuati.
Il periodo più indicato è quello tardo primaverile, nei mesi di maggio
e giugno, in cui l’accesso ai siti è facilitato ed è possibile la verifica
del successo riproduttivo.
Andamento dei censimenti di camoscio in Piemonte
20000
18511
16453
15247
16007 16012
19160
19654 19409
18661
17499
16815
15000
10000
5000
0
2001
2002
2003
BI
2004
CN
2005
TO
2006
VC
2007
2008
VCO
2009
2010
TOT
2011
Carta della
distribuzione
del camoscio
Andamento dei censimenti del cervo in Piemonte
8000
CA
AFV
PARCHI
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
2007
2008
2009
2010
2011
Carta della
distribuzione
del cervo
Andamento dei censimenti del capriolo in Piemonte*
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
ATC
CA
* Consistenza minima certa da conteggi per osservazione diretta e transetti
notturni con faro
Carta della
distribuzione
del capriolo
Andamento dei censimenti del muflone in Piemonte
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
CN
TO
VC
VCO
In assenza di metodologie di censimento efficaci, la
stima delle popolazioni di cinghiale si affida a indici di
presenza INDIRETTI: carnieri, controlli, danni alle
colture, incidenti stradali
Carta della
distribuzione
del cinghiale
Camosci abbattuti in Piemonte rispetto a quelli assegnati
3000
N
%
2500
100
80
2000
60
1500
40
1000
20
500
0
0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
ASS
PREL
%
Caprioli abbattuti in Piemonte rispetto a quelli assegnati
6000
%
N
100
5000
80
4000
60
3000
40
2000
20
1000
0
0
2001
2002
2003
ASSEGNATI
2004
2005
2006
PRELEVATI
2007
2008
2009
2010
% PRELIEVO
Cervi abbattuti in Piemonte rispetto a quelli assegnati
%
N
1000
100.0
90.0
80.0
800
70.0
60.0
600
50.0
40.0
400
30.0
20.0
200
10.0
0
0.0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
ASSEGNATI
PRELEVATI
% PRELIEVO
ABBATTIMENTI CA
10000
9000
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
2005
BI
2006
CN
2007
TO
2008
2009
VC
VCO
2010
TOTALE
10000
ABBATTIMENTI ATC
9000
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
2005
AL
2006
AT
2007
BI
CN
2008
TO
2009
NO
2010
TOTALE
La verifica degli abbattimenti
La verifica dei piani di prelievo avviene nei centri
di controllo (più di 40 in tutto il Piemonte).
I cacciatori sono tenuti a conferire i capi presso
questi centri, dove un tecnico qualificato verifica
la conformità dell’abbattimento (specie, sesso,
età), il luogo dove è avvenuto e do vengono
registrate i dati biometrici dell’animale.
I dati degli abbattimenti forniscono importanti riferimenti per
approfondire la conoscenza delle caratteristiche eco-etologiche
delle popolazioni oggetto di prelievo:
%
40
>
40
0
060
60 0
08
8 0 00
01
10 00
00 0
-1
12 20
00 0
-1
14 40
00 0
-1
16 60
00 0
-1
18 80
00 0
-2
20 00
00 0
-2
22 20
00 0
-2
24 40
00 0
-2
60
0
>
26
00
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Ripartizione percentuale dei cervi prelevati nelle diverse fasce altimetriche
>
40
40 0
06
60 00
080 800
01
10 00
00 0
12 12 0
00 0
-1
14 4 0
00 0
16 16 0
00 0
18 18 0
00 0
-2
20 0 0
00 0
22 22 0
00 0
24 24 0
00 0
-2
60
0
>
26
00
40
0
06
>
%
25
>
40
40 0
060
60 0
080 800
01
10 00
00 0
-1
12 2 0
00 0
14 14 0
00 0
16 16 0
00 0
-1
18 8 0
00 0
20 20 0
00 0
22 22 0
00 0
-2
24 4 0
00 0
-2
60
> 0
26
00
60
25
00
080 80
0- 0
10 100
00 0
12 120
00 0
14 140
00 0
16 160
00 0
18 180
00 0
20 200
00 0
22 22
00 00
24 240
00 0
-2
60
> 0
26
00
40
CUNEO
TORINO
25
20
20
15
15
10
10
5
5
0
0
%
VERBANIA
%
20
15
10
5
0
oltre 6
da 4 a 6
da 2 a 3
1
0
30,0
20,0
10,0
0,0
% maschi
10,0
20,0
30,0
% femmine
Frequenza degli abbattimenti di cervo per classi di sesso ed età
VCO1-2-3
ARBUSTETICESPUGLIETI
9%
ALTRO 10%
Uso del suolo
PRATERIE
14%
BOSCHI DI
LATIFOGLIE
38%
TO1-2
ARBUSTETICESPUGLIETI
2%
ALTRO 11%
BOSCHI DI
CONIFERE
42%
PRATERIE
34%
BOSCHI DI
LATIFOGLIE
11%
BOSCHI DI
CONIFERE
29%
Il ruolo dei centri di controllo è importante anche ai fini di un
primo monitoraggio dello stato sanitario dei selvatici: quando
l’esame macroscopico evidenzia segni di patologie in atto o
pregresse il capo viene definito “SANITARIO” e, nei casi più
gravi, viene disposto il sequestro e viene sottoposto ad ulteriori
analisi
Per capo sanitario si intende un animale che presenti le seguenti
caratteristiche:
a) segni di malattia, lesioni o ferite pregresse (escluse quelle di giornata)
denunciate dal cacciatore al momento della presentazione del capo presso il
Centro di Controllo e di cui ne sia accertata l'esistenza e la rilevabilità a
distanza da parte del tecnico addetto al controllo;
b) peso inferiore del 35% rispetto al peso medio della corrispondente classe
di sesso ed età. Il peso medio verrà desunto dai dati biometrici riportati nel
PPGU;
c) con il palco ancora in velluto ad esclusione della classe maschio fusone
per cervo e daino fino al 31 ottobre.
UNGULATI E UOMO: QUALCHE PROBLEMA DI
CONVIVENZA…
E’ inevitabile che popolazioni così numerose di fauna
selvatica ungulata abbiano degli impatti sulle attività
antropiche, in alcuni casi anche rilevanti.
Per quanto riguarda i danni alle produzioni agricole, il
cinghiale è di gran lunga la specie più “ingombrante”.
Danni da
cinghiale alle
colture
Cereali
7%
Patate,
ortaggi
9%
ANNO
2004
2005
2006
2007
2008
2009
TOTALE
Frutteti,
vigneti,
noccioleti
8%
€ PERIZIATI
% SUL TOTALE
2.494.677
74,4
2.258.740
71,4
1.980.540
69,4
2.219.873
67,6
2.507.124
67,1
1.946.002
60,6
13.406.956
68,4
18,00
16,00
Altro 2%
14,00
12,00
10,00
8,00
6,00
Mais 31%
Pascoli e
prati
43%
4,00
2,00
0,00
Gen Feb
Mar
Apr Mag
Giu
Lug Ago
Set
Ott
Nov
Dic
RIVOLTAMENTO
DELLA COTICA
ERBOSA
ABBATTIMENTO
DELLA PIANTA E
ASPORTAZIONE
PRODOTTO
Cervo e capriolo invece esercitano una certa pressione
sulle colture arboree da frutto e la vite (circa 100.000
€/anno) e sul rinnovamento forestale, dovuta a
comportamenti di tipo alimentare e legati alla marcatura
del territorio.
esempi di “fregone”
L’IMPATTO SULLA VIABILITA’
STRADALE
CINGHIALE
CAPRIOLO
ALTRI UNG
UNG INDET
TOTALE
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 TOT 04-10
3194
499
612
481
451
471
329
351
4090
403
522
570
682
603
627
683
675
83
104
108
98
91
94
97
194
25
80
47
17
13
3
9
1010 1318 1206 1248 1178 1053 1140*
8153
*manca Prov Alessandria
700
600
500
400
300
200
100
0
2004
2005
2006
CINGHIALE
ALTRI UNGULATI
2007
2008
2009
2010
CAPRIOLO
UNGULATO INDET
ALTRI
UNGULATI
8%
CAPRIOLO
51%
UNGULATO
INDET 2%
CINGHIALE
39%
STAGIONALITA’ INCIDENTI PROVOCATI DA CINGHIALE
18,0
16,0
14,0
12,0
10,0
8,0
6,0
4,0
2,0
0,0
gen
feb
mar
apr mag giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Grazie per l’attenzione