Ascolto dei bambini e culture dell`infanzia
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Ascolto dei bambini e culture dell`infanzia
RAPPRESENTAZIONE SOCIALE Bambini • da social becoming • a social being DISUGUAGLIANZA GENERAZIONALE “Dare voce ai bambini non è infatti semplicemente, o non solo, una questione di “lasciarli parlare”, ma significa esplorare l’unicità del contributo che la loro prospettiva può offrire alla nostra comprensione e teorizzazione del mondo sociale.” (James, 2010, p.11) La Convenzione ONU sui diritti del fanciullo , 1989 Tradizionalmente si individuano tre gruppi di diritti promossi e tutelati dalla Convenzione: • provision, i diritti che si riferiscono all'accesso a servizi o beni materiali e immateriali (es. il diritto all'educazione o il diritto alla salute); • protection, diritti che prevedono la protezione da situazioni di rischio, danno e pericolo, (es. abuso e maltrattamento); • partecipation, diritti che riconoscono il ruolo attivo del bambino come agente di cambiamento e portatore di idee e opinioni che devono essere prese sul serio. Il diritto all'ascolto, sia in termini individuali che collettivi, rientra nel gruppo delle finalità collegate alla partecipation, la cenerentola dei diritti. L’abuso dell’ascolto • l'ascolto presuntuoso di colui che si rapporta al bambino in un modo che ne banalizza la storia, che di fatto lo nega come interlocutore competente; • l'ascolto illusorio, è quello che si struttura per difendere l'ascoltatore dal contatto con l'alterità del bambino e la sua sofferenza, è un ascolto che restituisce quindi una falsa percezione delle cose, condizionato da percezioni illusorie (l’illusione relativa ad una comunità umana sostanzialmente buona ed amorevole nei confronti dei bambini; l’illusione di una mente umana capace di mantenersi estranea ad atti perversi e distruttivi contro l'infanzia, ecc..); • l'ascolto autocentrato, è quello che riduce l'altro a mero oggetto di autocompiacimento, con un atteggiamento narcisistico che impedisce l'instaurarsi di qualsiasi relazione e scambio comunicativo, l'adulto congelato in una logica adultocentrica, sfrutta la sua posizione di ascoltatore come occasione di autoesaltazione. (Foti, 2003) L'ascolto dei bambini, delle loro storie dei loro desideri, della loro sofferenza, richiede la volontà di prenderli sul serio e la capacità di identificarsi con la loro alterità . • Un ascolto attivo, empatico mette in gioco non solo la parte cognitiva delle persone, ma anche quella emotiva, relazionale, intima. • Tutti coloro che svolgono un'attività di aiuto e protezione delle persone, avvenga questo nel settore sociale, sanitario, educativo o giudiziario – e ne siano consapevoli o meno sono chiamati a esercitare il loro sapere e le loro competenze all'interno di una relazione che sollecita anche un complesso mondo di emozioni. • L'emozione è qualcosa che crea un movimento (come ci indica la stessa etimologia della parola), che ci può spingere verso qualcuno o qualcosa oppure allontanare. La scelta di impegnarsi nella tutela e nella protezione dei bambini è di per sé scelta di stare in un servizio altamente vulnerabile perché si lavora costantemente a contatto con il dolore e la traumatizzazione. L’ascolto dei bambini richiede anche l’incontro con le dimensioni del limite: • con quella dei limiti personali connessi alla soggettività • con la dimensione dei limiti esterni connessi alla dimensione organizzativa • con la dimensione dei limiti interpersonali o relazionali connessi al “cliente”