Dove il cambio sul “lato debole” fa più male delle

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Dove il cambio sul “lato debole” fa più male delle
Dove il cambio sul “lato debole” fa più male delle “imbucate”
Chelsea (4-2-3-1): Cech; Ivanovic, Cahull, Terry, Cole, Raul Meireles (Dal 88' Bosingwa), Obi
Mikel, Ramires, Lampard, Mata (Dal 74' Kalou), Drogba. All. Di Matteo.
Barcellona (4-3-3): Victor Valdes, Daniel Alves, Puyol, Mascherano, Adriano, Busquets, Xavi
(Dal 87' Cuenca), Iniesta, Sanchez (Dal 66' Pedro), Messi, Fabregas (Dal 78' Thiago Alcantara).
All. Guardiola.
Qualcuno lo ha definito “anticalcio”, altri “il muro blue”, ma, a mio modesto avviso, la prestazione
del Chelsea nella semifinale di andata di Champions league, nella gara svoltasi a Londra in data 18
Aprile 2012, è da incorniciare, dal punto di vista tattico e di organizzazione nei “tempi di gioco” ,
mai così sincroni come dimostrato dalla squadra di Di Matteo, contro lo schiacciasassi Spagnolo.
Il Barcellona scende in campo con un 4-3-3, che poi si plasma e si trasforma in moduli diversi
durante lo svolgimento della gara, non dando, come al solito alcun punto di riferimento agli inglesi.
La coppia centrale in difesa è formata da Puyol e Mascherano, mentre da esterni “arretrati” si
dispongono Dani Alves da una parte (destra) e Adriano (sinistra) dall’altra. Centrocampo con il faro
Xavi centrale, a dettare tempi e giocate, Bosquets ed Iniesta, rispettivamente a destra e sinistra, con
quest’ultimo che mantiene una posizione sempre più decentrata e larga, rispetto al collega, per
chiamare fuori il difensore di zona, riuscendoci molte volte; Ivanovic e Cahill, infatti, sembrano,
nella prima parte di gara ed in alcuni frangenti del secondo tempo, essere in balia del n. 8 Catalano.
In avanti si collocano in posizione più laterale Sanchez e Fabregas, con Messi che galleggia tra il
limite dell’area di rigore avversaria e la linea mediana, non dando punti di riferimento ai centrali dei
blues.
Chelsea con schieramento, ma solo per avere il concetto di copertura della propria zona di campo,
4-2-3-1, con Drogba lasciato praticamente solo ad infastidire la coppia centrale catalana, che se
puntata in velocità non è il massimo. Limite che però viene messo in evidenza solo in qualche
sporadica occasione, in cui gli inglesi mettono il naso fuori dalla propria metà campo. Ashley Cole
sfodera nella sua zona (parte destra del fronte d’attacco spagnolo) di competenza, una prestazione di
altissimo livello, annullando praticamente ogni iniziativa di Dani Alves e supportando le offensive
della propria squadra con delle ottime giocate. Il resto della squadra londinese, invece, si preoccupa
di non dare spazi a Messi e compagni, soffocando praticamente ogni tentativo di imbucata
“partorito” dal tichi taca del Barcellona. Risultato dal punto di vista dello spettacolo: partita con il
freno a mano tirato e con poche occasioni da gol. Risultato dal punto di vista pratico: 1-0 per il
Chelsea e catalani mandati a casa con le pile nel sacco.
Andiamo adesso ad analizzare dal punto di vista puramente tattico le fasi salienti della gara,
prendendo in considerazione le due vere palle gol (palo colpito al 90 escluso; a mio avviso
circostanza un pò fortuita) avute dal Barcellona e l’azione che ha portato al vantaggio di Drogba.
La prima vera azione del Barcellona è costruita sull’asse Messi – Iniesta – Sanchez, con movimento
incontro di Messi che scarica su Iniesta all’altezza della trequarti, con passaggio in profondità a
servire Sanchez, che sbuca alle spalle dei difensori del Chelsea e si presenta solo davanti a Chech. Il
suo pallonetto, però, colpisce la traversa ed il Chelsea si salva.
Nel secondo tempo, altra palla sulla testa dei difensori inglesi, e sempre per Alexi Sanchez, che
questa volta ha un controllo un po’ difficoltoso, e conclude a lato con il piatto destro. Il Barcellona,
per quel che concerne vere e proprie azioni manovrate che portano al tiro, finisce qui.
Per quel che riguarda la fase di attacco del Barcellona, in questa disamina, prendo in
considerazione solo un fotogramma dove si evince e si capisce in maniera netta, la sistemazione ed
il movimento dei giocatori del Barcellona
Si vede chiaramente la mezzaluna creata dai 5 giocatori del Barcellona 8/10 metri oltre la linea di
centrocampo, con 3 compagni sistemati in una sorta di 3>3 cinque metri fuori l’area di rigore
avversaria. Restano fuori da questa manovra solo i due centrali che, come rimangono a ridosso della
metà campo. Di Matteo ha studiato bene questa situazione tattica, facendo “galleggiare” Drogba tra
il più arretrato dei centrocampisti spagnoli e i due difensori centrali, valutando la possibilità di far
rimanere lo stesso Drogba solo, 1>2, ma con i difensori spagnoli abbastanza larghi e facilmente
perforabili centralmente in velocità. In Barcellona-Milan del girone eliminatorio, si verificò una
situazione analoga (che portò Pato per ben due volte solo davanti al portiere blau-grana) che
permise al Milan di passare in vantaggio “bucando” centralmente. A mio avviso è questa la
situazione tattica più sofferta dal Barca, insieme a quella di seguito illustrata e relativa al gol messo
a segno dal Chelsea.
Il gol del Chelsea e l’errore grave di Puyol
Nell’azione che da poi il la al gol di Drogba, il Barca imposta a centrocampo, con una linea
difensiva molto alta
Il pallone è ricevuto da Messi che pressato e poi raddoppiato, perde palla.
Di seguito fotogramma del posizionamento molto alto della
difesa catalana
Il Chelsea entra in possesso palla e riparte velocissimo, conoscendo il difetto più grande dello
schieramento del Barcellona in fase di impostazione, cioè il fatto che i due difensori centrali stanno
molto larghi, avendo centralmente un centrocampista (nella maggior parte dei casi Xavi) che si
schiaccia per prendere palla ed impostare. In aggiunta a ciò nei fotogrammi successivi si nota
Puyol, completamente fuori posizione e non in linea con il compagno di reparto, che non permette
al Barcellona nemmeno di abbozzare un piccolo pressing per lasciare in fuorigioco l’attaccante del
Chelsea scattato alle spalle del primo centrale spagnolo
A memoria, ed avendo sicuramente studiato a tavolino questa situazione, il giocatore del Chelsea
(Lampard) in possesso palla “cambia gioco” andando a cercare il “lato debole” del Barcellona,
dove si invola un suo compagno che poi, troverà solo, ed in un corridoio abbastanza complicato in
mezzo a tre uomini avversari, Drogba che metterà a segno il gol decisivo
Da rimarcare l’errore clamoroso di Puyol, che prima non sta in linea con il compagno, dopo gli
corre dietro per un improbabile raddoppio, ed infine continua a muoversi nella scia del compagno,
lasciando 50 metri di campo al Chelsea nella zona di centro destra difensiva
Le mie considerazioni finali si riassumono nel fatto di ritenere il Barcellona di Guardiola come la
squadra attualmente più forte al mondo, ma con dei limiti di “copertura di zona” durante la fase di
impostazione, che vede un centrocampista schiacciarsi all’altezza dei due centrali, per prendere
palla ed impostare. Alle spalle di questo centrocampista si crea un vuoto all’altezza del lato debole,
che può risultare letale se preso in velocità attaccando la profondità.
John Carrozza