CORRI RAGAZZO CORRI
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CORRI RAGAZZO CORRI
CORRI RAGAZZO CORRI Il giorno 25/1/2017 , le classi 2G e 2E hanno assistito ad uno spettacolo cinematografico, in occasione della Settimana della Memoria, intitolato "Corri Ragazzo Corri".Film proposto nei giorni successivi anche ad altre classi. Il film parla di un bambino ebreo che riesce a sfuggire ai soldati tedeschi, che lo volevano deportare insieme alla sua famiglia, nei campi di concentramento della Polonia.Jureck Staniak, protagonista del film, dopo aver attraversato una forte bufera, riuscì finalmente a trovare una casa dove venne accolto da una donna, ma non sarebbe potuto rimare lì molto a lungo, perchè si sapeva che prima o poi sarebbero arrivati i soldati e lo avrebbero portato via con loro. Il bambino, passò insieme alla donna dei bellissimi giorni, dove imparò come comportarsi davanti alle altre persone, per non essere riconosciuto come ebreo. Una mattina la donna si svegliò con tanta fretta e paura perchè durante la notte aveva sentito dei rumori di passi di persone, allora insieme al bambino, prese la decisione di farlo andare via perchè quello lì non era più un posto molto sicuro. Prima di andare via, però, la donna gli regalò un paio di scarpe e un rosario, perchè il bambino aveva preso l'abitudine di pregare appena sveglio, all'ora di pranzo e prima di andare a dormire. Jureck partì in cerca di un nuovo villaggio per essere ospitato e per nascondersi dai nazisti. Per strada incontrò un gruppo di ragazzi ebrei che erano scappati come lui. Lo accolsero e insieme andarono in cerca di fattorie dove procurarsi da mangiare, e per dormire si rifugiavano nel bosco, perché sapevano che i soldati non sarebbero andati lì, perché avevano paura dei partigiani. Una mattina però i soldati si decisero ad entrare nel bosco e quindi i ragazzi vennero visti, si misero a correre più che poterono, ma nel correre si divisero e Jureck si ritrovò in un piccolo villaggio. Lì una famiglia, con due figli maschi, lo ospitò. Un giorno però, mentre Jureck, i due fratelli e i loro amici giocavano, videro che il bambino era circonciso e capirono che era ebreo. Così Jureck fu costretto a scappare per l’ennesima volta, ma finalmente, dopo una lunga camminata, riuscì a trovare un villaggio che lo accolse, in cambio però lui avrebbe dovuto lavorare. Una mattina, mentre il bambino lavorava, si schiacciò la mano con un attrezzo agricolo e la donna che viveva in quel villaggio corse subito da lui per portarlo all’ ospedale. Una volta all’ ospedale il medico che lo avrebbe dovuto operare, si accorse che il bambino era ebreo, quindi si rifiutò di occuparsi del caso. Il tempo passava e durante i vari litigi tra il dottore e la donna, la malattia di Jureck continuava a crescere. Il giorno seguente, il dottore si decise ad operarlo, ma ormai era tardi, quindi fu costretto a amputargli il braccio. Il povero bambino dovette così imparare a vivere la vita solo con un braccio e ad aiutarlo ci fu un anziano signore, anche lui con una parte del corpo mancante (la gamba). Il dì successivo l’ospedale fu visitato dai nazisti, ma per fortuna Jureck riuscì a fuggire in tempo, grazie all’ aiuto del marito della donna che lo aveva accompagnato all’ospedale. Ma purtroppo non si nascose abbastanza bene, quindi fu trovato dai soldati, che lo portarono dal loro capo, che sembrava una persona molto gentile, ma si fece conoscere subito, perché gli diede uno schiaffo in faccia e lo prese per un orecchio per portarlo in una cella. Il giorno seguente, mentre il carceriere stava aprendo la cella, Jureck lo spinse chiudendolo dentro, tutti i soldati iniziarono a sparare, ma durante la sua fuga, riuscì a ritrovare la casa della prima donna che lo aveva accolto, ma insieme a lui arrivano i nazisti, che prendendo la donna per i capelli gli chiesero informazioni su dove fosse il bambino, ma lei continuò a negare che ci fosse nessuno, invece Jureck si trovava nel nascondiglio che gli aveva preparato la donna e rimase lì in silenzio, comunque, per essere sicuri che non ci fosse nessuno, i nazisti diedero fuoco alla casa della povera donna. La signora allora prese tutta l’acqua che aveva e fortunatamente riuscì a spegnere l’incendio e a salvare il bambino. Jureck fu costretto a scappare di nuovo, ma per fortuna trovò un’altra fattoria che lo accolse con amore; in questa famiglia viveva una bellissima bambina bionda con gli occhi azzurri di nome Alina, il padre, la madre e il nonno. Fin dai primi giorni il nonno di Alina ebbe dei sospetti sul bambino, ma non disse nulla perché vide che la bambina era felice con Jureck. I suoi dubbi però continuarono a crescere, quindi un giorno decise di chiamare un ragazzo che l’avrebbe portato in un orfanotrofio insieme ad altri bambini ebrei. Il povero bambino però non voleva abbandonare quella famiglia, ma fu convinto, quindi salì in macchina con il gentile ragazzo, e si avviarono verso l’istituto per orfani, ma prima si fermarono in un negozio per ebrei, dove la proprietaria era una conoscente di Jureck e della sua famiglia. Il bambino riconobbe subito la donna e gli raccontò tutta la sua storia, e parlando gli venne in mente un Flashback di suo padre, dove vide la morte di quest’ultimo e sentì le sue ultime parole che dicevano di non dimenticarsi mai di essere ebreo. Dopo questo ricordo, il bambino e il ragazzo furono costretti a ripartire per l’orfanotrofio. Quando finalmente Jureck ebbe 14 anni, uscì dall’ istituto per orfani e dopo vari studi tornò in Israele, dove dopo vari anni trovò la donna della sua vita, si sposarono, ebbero 2 figli e 6 nipoti. In questo film ci sono molte situazioni di suspense ed è un film molto riflessivo ed educativo, infatti ci fa capire quanto siamo fortunati a vivere tutti insieme in pace e senza doverci difendere da nemici armati e insensati. Tutti ci siamo emozionati e ci ha colpito molto la forza d’animo di questo bambino che, nonostante la giovanissima età, ha lottato per sopravvivere e fortunatamente è stato aiutato anche da persone buone e generose. SMAKAJ BRIKENA & MASSARELLI LAVINIA 2^G