Albicocca vesuviana - Parco nazionale del Vesuvio

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Albicocca vesuviana - Parco nazionale del Vesuvio
I prodotti del Parco Nazionale del Vesuvio
Frutta
Albicocca vesuviana
La Storia
Una delle prime testimonianze precise della presenza di albicocchi in Campania è dovuta a Gian Battista
Della Porta, scienzato napoletano, che, nel 1583, nell'opera “Suae Villae Pomarium” distingue due tipi di
albicocche: bericocche e crisomele, più pregiate. Da questo antico termine deriverebbe, quindi il
napoletano “crisommole” ancora oggi usato per indicare le albicocche, e da cui sarebbero derivate,
inoltre, le crisomele alessandrine, che ancora esistono nell'area vesuviana. Nel secolo scorso il testo ad
opera di autori vari, ”Breve ragguaglio dell'Agricoltura e Pastorizia del Regno di Napoli”, del 1845,
riconosce l'albicocco come l'albero più diffuso, dopo il fico, nell'area del napoletano, e precisamente in
quella vesuviana, “dove viene meglio che altrove e più maniere se ne contano, differenti nelle frutta …”.
Evidentemente vi era già una discreta varietà di ecotipi che offrivano frutta diverse a seconda delle
caratteristiche della varietà di appartenenza, di cui oggi si riconoscono oltre 40 nella sola area
vesuviana..
Area di produzione
Il territorio interessato alla produzione è compreso nei seguenti comuni della provincia di Napoli:
Boscotreale, Boscotrecase, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, S. Anastasia, S.
Sebastiano al Vesuvio, S. Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Trecase, Torre
Annunziata e Torre del Greco. La Campania è la regione più importante, nella coltivazione di albicocche,
con quasi 50.000 tonnellate di prodotto, proveniente per la maggior parte dal Parco nazionale del
vesuvio, che rappresenta circa l'80% della produzione regionale. Nell'area del Parco del Vesuvio
attualmente vi sono circa 2000 ettari di albicoccheti, con una produzione che in condizioni climatiche
normali si dovrebbe attestare sui 400.000 quintali. La maggior parte è destinata al consumo
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fresco. Una quota variabile di anno in anno viene trasformata in nettari, ossia in succo e polpa, mentre
una piccola parte viene trasformata in confetture, essiccati e canditi, e in ultimo una quota molto limitata
è trasformata in prodotti surgelati e sciroppati.
Descrizione
Con il termine “albicocca Vesuviana” si indica un insieme di oltre quaranta diversi biotipi tutti originari
dello stesso luogo. I più diffusi sono: Ceccona, Palummella, S. Castrese, Vitillo, Fracasso, Pellecchiella,
Boccuccia Liscia, Boccuccia Spinosa e Portici. La coltivazione è attualmente estesa a tutto il territorio
dell'area vesuviana, dove infatti è nota la particolare fertilità dei terreni, che, essendo di natura vulcanica,
sono ricchi di minerali e in particolare di potassio, elemento noto per la sua influenza sulla qualità
organolettica dei frutti e dei vegetali in genere, e che, in questo caso contribuisce a conferire alle
albicocche un gradevole e caratteristico sapore. Data la variabilità degli elementi che caratterizzano le
numerose varietà, si potrebbe generalizzare la loro descrizione definendole come varietà per la maggior
parte a maturazione precoce e medio-precoce: Sono apprezzate sul mercato per le loro caratteristiche
organolettiche,soprattutto per sapidità e dolcezza. Si distinguono dal punto di vista estetico per la
presenza di un sovracolore rosso sfumato o punteggiato sulla base giallo- aranciata della buccia di una
buona parte di esse.
Stagionalità del prodotto
Si raccolgono verso metà giugno.
Frutta
Ciliegia del Monte”
La Storia
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In Campania esiste una grande tradizione per la coltivazione delle ciliegie in particolare in provincia di
Napoli. La zona vesuviana, alle pendici del Monte Somma, è rinomata per la produzione della cosiddetta
“ciliegia del Monte” o “Durona Del Monte”, che ha fatto la storia della cerasicoltura di quest‟area.
La coltivazione del ciliegio è concentrata soprattutto alle falde del Monte Somma dove è sicuramente
presente, come tipologia colturale di rilievo, almeno sin dall'epoca della dominazione angioina.
Anche in questo caso, così come accade spesso sul Vesuvio a causa dei frequenti incroci spontanei, si è
in presenza di una moltitudine di cultivar che, nella congiuntura specifica, non sono state ancora del tutto
censite.
La ciliegia Del Monte, anche conosciuta con il nome di Ciliegia di Montagna o Durona del Monte, è
considerata la migliore tra le ciliegie da tavola campane. Si presenta con frutti grossi, ma la colorazione
di questi ultimi è giallo-rosata, su un lato e rossa, con punteggiatura gialla, sull'altro. Si tratta di una
varietà più tardiva che si raccoglie tra la fine di maggio e l'inizio di giugno. La polpa è chiara, molto
succosa e soda fino ad essere quasi croccante. Notevole anche il profumo e il gradevole retrogusto
acidulo
Area di produzione
Il territorio interessato alla produzione è compreso nei seguenti comuni del Parco: Massa di Somma,
Ottaviano, Pollena Trocchia, , S. Anastasia, , Somma Vesuviana.
.
Descrizione
Il frutto si riconosce per la sua buccia di colore giallo-rosato su di un lato e rosso scuro dall‟altro, con
punteggiatura gialla. La polpa è giallastra, croccante e molto succosa; matura tra la fine di maggio e la
seconda decade di giugno.
Stagionalità del prodotto
Fine di maggio inizio di giugno
Frutta
Uva catalanesca
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La Storia
Questo frutto deve il suo nome alla sua origine geografica: fu importata qui dalla Catalogna, da Alfonso I
d‟Aragona nel XV secolo, e impiantato sulle pendici del Monte Somma, fra Somma Vesuviana e
Terzigno. Su questi fertili terreni vulcanici l‟uva fu presto sfruttata per vinificare dai contadini vesuviani
negli imponenti cellai delle masserie, dove ancora oggi è possibile trovare torchi che risalgono al „600.
Solo il prodotto eccedente veniva utilizzato come uva da tavola. Può permanere sulla pianta fino alla fine
dell‟anno: un tempo vi era la consuetudine di lasciare sulla pianta i grappoli più belli, eliminando via via
gli acini guasti, così da favorirne il mantenimento fino al periodo natalizio.
Area di produzione
Il territorio interessato alla produzione è compreso nei seguenti comuni: Somma Vesuviana,
Sant‟Anastasia, Pollena Trocchia .
Descrizione
L‟uva catalanesca ha un grappolo di grandezza media, acini di forma lievemente allungata ed una buccia
di colore verdastro, che vira al giallo dorato quando raggiunge la completa maturazione. La polpa e‟
bianca e carnosa e viene molto apprezzata per il suo sapore dolce, l‟elevato tasso zuccherino la rende
adatta alla vinificazione, eseguita solo localmente ed esclusivamente a livello familiare. Dal 2006 è stata
ufficialmente aggiunta all‟elenco delle uve da vino.
Stagionalità del prodotto
Si raccoglie tra ottobre e novembre
Ortaggi
“Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP”
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La Storia
La coltivazione del Pomodorino del Piennolo sulle falde del Vesuvio ha senza dubbio radici antiche e ben
documentate. Per limitarci alle testimonianze storiche più illustri, notizie sul prodotto sono riportate dal
Bruni, nel 1858, nel suo “Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli”, ove parla di pomodori
a ciliegia, molto saporiti, che “si mantengono ottimi fino in primavera, purché legati in serti e sospesi alle
soffitte”.
Altra fonte letteraria attendibile è quella di Palmieri, che sull‟Annuario della Reale Scuola Superiore
d‟Agricoltura in Portici (attuale Facoltà di Agraria), del 1885, parla della pratica nell‟area vesuviana di
conservare le bacche della varietà p’appennere in luoghi ombrati e ventilati. Francesco De Rosa, altro
professore della Scuola di Portici, su “Italia Orticola” del novembre 1902, precisava che la vecchia
“cerasella” vesuviana era stata via via sostituita dal tipo “a fiaschetto”, più indicato per la conservazione
al piennolo. Il De Rosa è anche il primo ricercatore che riporta in modo esaustivo l‟intera tecnica di
coltivazione dei pomodorini vesuviani, facendo intendere così che si stava sviluppando nell‟area
un‟intera economia intorno a questo prodotto, dalla produzione delle piantine da seme alla vendita del
prodotto conservato.Anche il prof. Marzio Cozzolino, della Facoltà di Agraria di Portici, nel suo testo del
1916, concorda con le fonti precedenti, sia sulla descrizione varietale che sui metodi di produzione,
dedicando intere parti del testo a descrivere minuziosamente la tecnica colturale e soprattutto fornendo
dati, anche economici, che aiutano a capire la laboriosità e la complessità di questa tipologia di prodotto.
Area di produzione
L‟area tipica di produzione e conservazione del pomodorino del piennolo coincide con l‟intera estensione
del complesso vulcanico del Somma-Vesuvio, includendo le sue pendici degradanti sino quasi al livello
del mare. In particolare, la zona di produzione e condizionamento prevista dal disciplinare del
“Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP” comprende:l‟intero territorio dei seguenti comuni della
provincia di Napoli: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa Di Somma, Ottaviano, Pollena
Trocchia, Portici, Sant‟Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al
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Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, la parte del territorio
del comune di Nola delimitata perimetralmente: dalla strada provinciale Piazzola di Nola – Rione Trieste
(per il tratto che va sotto il nome di “Costantinopoli”), dal “Lagno Rosario”, dal limite del comune di
Ottaviano e dal limite del comune di Somma Vesuviana.
Descrizione
Il Pomodorino del Vesuvio viene apprezzato sul mercato sia allo stato fresco, venduto appena raccolto
sui mercati locali, che nella tipica forma conservata in appesa -“al piennolo”-, oppure anche come
conserva in vetro, secondo un‟antica ricetta familiare dell‟area, denominata “a pacchetelle”, anch‟essa
contemplata
nel
disciplinare
di
produzione
della
DOP.
Ordinariamente la raccolta viene effettuata recidendo i grappoli interi, quando su di essi sono presenti
almeno il 70% di pomodorini rossi, mentre gli altri sono in fase di maturazione. Questa antica pratica
consente di procrastinare il consumo delle bacche, integre e non trasformate, per tutto l‟inverno
successivo alla raccolta, fino a sette-otto mesi, utilizzando locali areati e senza il supporto delle moderne
tecnologie di conservazione. Le peculiarità del “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP” sono la
elevata consistenza della buccia, la forza di attaccatura al peduncolo, l‟alta concentrazione di zuccheri,
acidi e altri solidi solubili che lo rendono un prodotto a lunga conservazione durante la quale nessuna
delle sue qualità organolettiche subisce alterazioni. Tali peculiarità sono profondamente legate ai fattori
pedoclimatici tipici dell‟area geografica in cui il pomodorino è coltivato dove i suoli, di origine vulcanica,
sono costituiti da materiale piroclastico originato dagli eventi eruttivi del complesso vulcanico SommaVesuvio.
In quest‟ambiente di elezione, la qualità del pomodorino raggiunge punte di eccellenza. Proprio la
ricchezza in acidi organici determina la vivacità o “acidulità” di gusto, che è il carattere distintivo del
pomodorino del Vesuvio. Ciò, oltre a derivare da una peculiarità genetica, è indice di un metodo di
coltivazione a basso impatto ambientale e con ridotto ricorso ad acque d‟irrigazione, che rende tale
coltura particolarmente adatta ad un‟area protetta, quale quella del Parco Nazionale del Vesuvio. Il
“Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP” per le sue qualità è un ingrediente fondamentale della
cucina napoletana e campana in generale, ed ha una grande versatilità in cucina. Accanto ai tradizionali
spaghetti alle vongole e agli altri frutti di mare, gli chef locali si impegnano ad utilizzarlo in tanti altri piatti,
tra cui una variante alla prelibata pizza napoletana.
Stagionalità del prodotto
Si raccoglie in estate
Produttori :
Az. Agricola "Casa Barone"
Via Panoramica Fellapane- Massa di Somma,
Via Delle 4 Giornate, 35 - Torre Annunziata,
Tel: 081/3621048, Fax: 081/3621049,
www.casabarone.it, [email protected].
Az. Agricola “L'Orto del Vesuvio”
di Laura Guidone,
Via Panoramica 43 - S. Sebastiano al Vesuvio (NA),
Tel: 081/7714392, Fax: 081/7711688,
www.ortodelvesuvio.com, [email protected].
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Az. Agricola “Sapori Vesuviani”
di Pasquale Imperato
Strada Prov.Le Pugliano, 16 80055 Portici (NA)
Tel: 081/7753949,
www.saporivesuviani.it/, [email protected].
Miele
La Storia
Tra i boschi del Somma Vesuvio viene prodotto uno dei migliori mieli d‟Italia Il miele è un alimento dalle
origini remote, noto già agli antichi egizi per le sue proprietà antisettiche e perché ritenuto simbolo di
purezza e genuinità, grazie al suo aspetto limpido e trasparente. colore e il profumo del miele dipendono
dalla pianta frequentata dalle api, e quindi, dal tipo di polline utilizzato per produrlo; la ricca e variegata
vegetazione vesuviana ha fatto sì che nei secoli fiorisse una gran produzione di diversi tipi di miele, che,
oltre a essere consumato fresco, è anche l‟ingrediente principale di numerosi piatti della tradizione
dolciaria, si pensi solamente al torrone o agli struffoli, prodotti con il miele di acacia. Quest‟ultimo è una
specialità di tutta la Regione.
Area di produzione
Il territorio interessato alla produzione è compreso nei seguenti comuni: Somma Vesuviana,
Sant‟Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio.
Descrizione
Ricavato dal nettare dell‟acacia: ha un colore molto chiaro e un profumo leggero ma caratteristico; il suo
sapore ricorda il profumo vanigliato dei fiori. Il miele di acacia viene raccolto manualmente tra aprile e
ottobre e viene lasciato a maturare per 3-4 settimane; è poi confezionato in contenitori di vetro e posto in
commercio non oltre l‟autunno dell‟anno successivo a quello di raccolta. Anche il miele di castagno è
antichissimo e occupa un posto importante nella tradizione alimentare campana, poiché costituisce,
spesso accompagnato dalla frutta essiccata, un ingrediente fondamentale nell‟artigianato dolciario
tradizionale. Derivato dal nettare di fiori di castagno, questo miele ha un colore che varia dall‟ambrato al
marrone scuro. Ha un odore molto tipico, forte e penetrante e un sapore pungente lievemente amaro.
Anche il miele di castagno non cristallizza e viene raccolto tra aprile e ottobre per poi essere
confezionato in contenitori di vetro e posto in commercio entro l‟autunno dell‟anno successivo a quello di
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raccolta. Degno di rilievo è anche quello di melata di bosco, in questo caso il miele deriva da melate
prodotte da molte specie vegetali diverse parassitizzate da un unico insetto. E' di colore ambrato scuro,
talvolta
quasi
pece
e
viene
presentato
quasi
ovunque
allo
stato
liquido.
Il profumo è intenso, vegetale, fruttato, ha un sapore dolce ma non troppo, con retrogusto salino appena
percettibile. L'aroma, mediamente intenso, di malto d'orzo, caramello, è poco persistente.
Produttori :
Antichi Sapori Vesuviani di Pierfrancesco Ammendola
Via S Leonardo 93, S. Giuseppe Vesuviano (NA)
Tel: 081/ 8279330, Fax: 081/8279330
[email protected].
Apicoltura "La Fattoria" di Nocerino Santina
Via Bisignano, 13 - Barra (NA)
Tel: 081/5721508, Fax: 081/5721508
[email protected]
Azienda Agricola Biologica La Goccia di Sole di Paco Castaldi
Via Rosanea , 63, 80049 Somma Vesuviana (NA)
Tel: 081/19713133, Fax: 081/19713133
www.lagocciadisole.com, [email protected].
Liquori
Nocillo
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La Storia
L‟origine del nocillo si perde nei secoli e la sua preparazione è legata ad una metodologia precisa e
quasi rituale. L‟ingrediente principale da cui è costituito, le noci verdi, devono essere raccolte e tagliate
alla vigilia del giorno di San Giovanni, il 23 giugno; in quel giorno, infatti, si trovano nel loro momento
“balsamico” poiché il gheriglio, protetto dal mallo verde e dal guscio morbido, non presenta gocce
d‟acqua al suo interno ma è ricco di oli essenziali. Le noci, comprensive di mallo, vengono lasciate
macerare in alcool per trenta quaranta giorni in bottiglie di vetro ben tappate ed esposte al sole, che
devono essere agitate di tanto in tanto. Al termine del periodo di macerazione il composto viene filtrato e
diluito a freddo con uno sciroppo preparato a parte con acqua sterilizzata e zucchero, ed aromatizzato
con chiodi di garofano e cannella: dopo l‟imbottigliamento si lascia riposare per almeno due mesi prima
di consumarlo. Il nocillo prodotto originario delle aree interne della regione, più precisamente dell‟Irpinia
e del Sannio, ma da tempo la produzione si è diffusa anche ad opera di alcuni piccoli laboratori artigianali
vesuviani.
Area di produzione
Sant‟Anastasia
Descrizione
Il nocillo o nocino è un rosolio antichissimo, di colore scuro e gradazione alcolica molto elevata, intorno
ai 40°, dalle spiccate proprietà digestive e dal prelibato sapore amaro
Produttori :
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E' Curti,
Via Garibaldi, 57
80048 S. Anastasia (NA),
Tel: 081/5312797, Fax: 081/5313840
www.e-curti.it, [email protected].
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Pane
La Storia
I fornai dei comuni dell‟area vesuviana, sono considerati dei maestri nella produzione delle forme di
pane che hanno visto negli anni mantenere invariate le regole produttive e gli ingredienti utilizzati così da
rimanere un prodotto genuino e di altissima qualità.
Area di produzione
Tutti i comuni del Parco
.Descrizione
Quella della panificazione è una tradizione, che alle falde del Vesuvio si tramanda di padre in figlio. La
sua caratteristica è la lievitazione, che avviene in maniera naturale con il «criscito»: ovvero acqua, farina
e parte dell‟impasto delle precedenti infornate, lasciato a fermentare per oltre dieci ore.
Il tipico palatone ha forma allungata e altezza superiore alla base; per preparalo si utilizza farina di grano
tenero, lievito di birra, acqua, rigorosamente locale e la giusta dose di sale. La farina viene aggiunta al
lievito di birra sciolto in acqua tiepida e il composto viene lasciato lievitare per diverse ore. La pasta
viene poi modellata in forme dal peso che può variare dal mezzo chilogrammo a due kg che vengono
cotte in forno caldo a legna. Le caratteristiche del pane vesuviano sono la crosta sottile e dorata e la
deliziosa mollica bianca, che si conserva fragrante per parecchi giorni.
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Pasta
La Storia
La tradizione nella produzione di paste alimentari di Napoli e provincia ,risale agli ultimi decenni
dell'Ottocento, epoca in cui si affermò un vero e proprio distretto produttivo localizzato nel cuore dell'area
vesuviana.
Alla fine dell‟800 erano presenti nella provincia di Napoli circa 213 pastifici in grandissima parte
localizzati a Torre Annunziata e nei
comuni limitrofi. Sicuramente per motivi legati alla
commercializzazione via mare. Torre annunziata diventò uno dei centri commerciali più importanti
dell‟epoca assorbendo nella produzione della pasta tutta la manodopera locale e parte di quella dei
dintorni.
L‟avvento della meccanizzazione nei processi produttivi di tale settore, in particolare, nei processi
d'essiccamento comportò la perdita di competitività derivante dalle condizioni climatiche dell‟area
indispensabile per l'essiccamento della pasta effettuato, mediante ventilazione naturale.
Tuttavia la mancata trasformazione del settore in grande industria ha favorito nascita delle attuali
imprese "di pastai", eredi del grande sviluppo passato e ad esso strettamente connesse in relazione ai
caratteri di naturalità e tipicità del prodotto finito.
Le produzioni dei pastifici della costa Vesuviana hanno conosciuto momenti alterni ma hanno
sicuramente formato pastai con know how che continua ad essere la specificità della pasta.
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Negli ultimi anni pastifici con produzioni di riconosciuta qualità sono nati nei comuni del Parco Nazionale
del Vesuvio. I pastai sono di Torre Annunziata le tecniche di lavorazione e di essiccamento sono quelle
che hanno reso famosa la pasta nel mondo.
Area di produzione
Torre Annunzaita, Boscoreale.
.Descrizione
Per quanto riguarda la metodica produttiva, la prima operazione che si esegue nella fabbricazione della
pasta consiste nell'impastare la semola di grano duro (prodotto granulare ottenuto dalla prima
macinazione del grano) con acqua calda. L'impasto, portato al giusto grado d'omogeneità, passa alla
fase della trafilatura. Con quest'ultima si conferisce alla pasta la forma voluta, comprimendola e
facendola passare attraverso delle piastre metalliche munite di fori. La forma dei fori corrisponde,
naturalmente, al formato di pasta che si vuole ottenere.
La pasta trafilata deve poi essere asciugata in modo da portarla al grado d'umidità previsto dalla legge
(Max 12,50%). L'essiccamento, che un tempo si praticava all'aria aperta, oggi è effettuato ponendo la
pasta in ambienti più o meno vasti, e ben ventilati, nei quali si fa circolare artificialmente una corrente
d'aria calda e secca.
Una buona pasta si riconosce, infine, per come "tiene la cottura", caratteristica, quest'ultima, connessa
alla quantità di glutine (la proteina che trattiene l'amido e non permette la sfaldatura del prodotto)
contenuta nella pasta stessa.
Produttori :
Cooperativa "Arte e Pasta", Via Brancaccio 75/a - 80041 Boscoreale (NA), Tel: 081/8594976, Fax: 081/8593959
www.arteepasta.it, [email protected].
“Stoccafisso e baccalà”
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La Storia
L'origine storica della lavorazione dello stoccafisso e baccalà è usualmente individuata tra la fine del
1500 e l'inizio del secolo successivo. Più incerta è, invece, l'individuazione dei motivi che portarono a
localizzare proprio nell'area del Vesuvio detta lavorazione che si presume sia legata alla presenza delle
vicine sorgenti del fiume Sebeto, ricco di acqua indispensabile per la lavorazione della materia prima
importata: il merluzzo.
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Secondo alcuni studiosi la ragione va individuata nel grande incremento della domanda di pesce, con
conseguente inadeguatezza dell'offerta locale, scaturente dalle prescrizioni della chiesa della
controriforma, circa l'astinenza dal mangiar carne nei giorni comandati. Tale assunto potrebbe essere
avvalorato dal divieto di mangiare carne durante i festeggiamenti delle Feste della Montagna che si
tengono a Somma Vesuviana dal primo sabato dopo Pasqua a Maggio e dove stoccafisso e baccalà
hanno un ruolo preponderante nell‟ambito dei convivi consumati durante i festeggiamenti.
Area di produzione
Somma Vesuviana,
.Descrizione
La lavorazione e la commercializzazione di questo prodotto, pone le sue radici sul Vesuvio, e
precisamente nella cittadina di Somma Vesuviana, sede delle più grandi aziende italiane operanti
nell'importazione e nella lavorazione del merluzzo, secondo un processo produttivo particolare:
innanzitutto, vi è l‟essiccazione naturale del merluzzo nordico, che avviene in Norvegia e tale processo,
permette un‟ottima conservazione del prodotto, dopodiché il pesce così trattato viene mandato intero
direttamente agli stabilimenti dove viene tagliato e selezionato. Il passaggio più importante, è quello
dell‟”ammollaggio” nell‟acqua del luogo, la quale, secondo antiche leggende possiede caratteristiche
particolari. Proprio le valide tecniche di lavorazione artigianali, unite all‟acqua ricca di calcio e ferro
magnesio, permettono la riuscita di prodotto eccellente. Inoltre, è un alimento ricco di proteine vitamine e
sali minerali, e nonostante sia concentrato e gustoso, è sicuramente un piatto altamente digeribile e
perfetto per ogni tipo di alimentazione.
Produttori :
Scanfish srl , Via S.Sossio, 80049 Somma Vesuviana (NA), Tel: 081/8996179/8933200, Fax: 081/8996252
www.scanfish.it, [email protected].
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LACRYMA CHRISTI del VESUVIO D.O.C.
La Storia
Il vino del vesuvio è un prodotto che entra a pieno titolo nella storia dell'enologia nazionale ed
internazionale; noto ed affermato in tutto il mondo. Haec iuga quam Nysae colles plus Bacchus amavit .
"Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa" (Marziale). Qui l'uva ha un sapore e un
profumo inconfondibile. La fama di questo meraviglioso angolo di mondo e del suo vino ha fatto fiorire
miti e leggende: "Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo asportato da Lucifero, pianse e
laddove caddero le lacrime divine sorse la vite del Lacryma Christi". Sulla leggenda ritornò Curzio
Malaparte
che
ne
La
pelle,
invita
a
bere
"questo
sacro,
antico
vino".
La zona di produzione comprende solo le aree a vocazione viticola di 15 comuni, in provincia di Napoli,
localizzati sulle pendici del Vesuvio, dove i vigneti ospitano varietà autoctone, da sempre coltivate in
questa zona, come il Caprettone, la Falanghina.
Area di produzione
Boscotrecase, Trecase, San Sebastiano al Vesuvio, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno,
Boscoreale, Torre Annunziata, Torre del Greco, Ercolano, Portici, Cercola, Pollena Trocchia,
Sant'Anastasia e Somma Vesuviana.
Descrizione
Lacryma Christi Bianco*
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Colore: dal paglierino tenue al giallo paglierino;
Odore: vinoso gradevole;
Sapore: secco, leggermente acidulo;
Vitigni: Coda di volpe bianca (loc. detta Caprettone) e/o Verdeca (min. 80 %), Falanghina e/o Greco
(max 20 %);
Gradazione alcolica min.: 12%vol;
Pietanze da abbinare : sautè di vongole veraci, zuppe di pesce, risotto alla scoglio in bianco, crostacei,
piatti di verdure con formaggi freschi e teneri; si sposa ottimamente con impepata di cozze o pomodorini
col pizzo del Vesuvio areganati.
Lacryma Christi Rosso
Colore: rosso rubino;
Odore: gradevolmente vinoso;
Sapore: secco, armonico;
Vitigni: Piedirosso (loc. detto Palummina) e/o Sciascinoso (loc. detto Olivella) (min. 80 %), Aglianico
(max 20 %);
Gradazione alcolica min.: 12%vol;
Pietanze da abbinare : selvaggina, arrosti, pollame nobile, formaggi piccanti; da privilegiare
l'abbinamento con ruspantino alla cacciatora con patate al forno e con spaghetti aglio e olio.
Lacryma Christi Rosato
Colore: rosato più o meno intenso;
Odore: gradevole;
Sapore: asciutto, armonico;
Vitigni: Piedirosso (loc. detto Palummina) e/o Sciascinoso (loc. detto Olivella) (min. 80 %),
Aglianico (max 20 %);
Gradazione alcolica min.: 12%vol;
Pietanze da abbinare : arrosti di carne bianche, soufflé e risotti, torte di verdure; è in eccellente armonia
con polipetti alla Luciana o affogati in sugo di pomodorini con il pizzo del Vesuvio e cavatelli con capperi.
Produttori :
Villa Dora
Via Nazionale, 26 - 80040 Terzigno (NA)
Tel. 081/5295016, Fax: 081/8274905,
www.cantinevilladora.it/, [email protected].
Industria Vinicola Campana di Gabriele De Falco
Via Figliola, 2 I° trav. - 80047 S. Sebastiano al Vesuvio (NA),
Tel: 081/7713755, Fax:: 081/5745510,
http://www.defalco.it, [email protected].
Fioravante Romano
Via Mozzoni, 25, 80044 Ottaviano (NA)
Tel: 081/8278389, Fax: 081/8278389
UFFICIO PROMOZIONE : 081/8653928 e-mail:[email protected]
http://www.fioreromanovini.it, [email protected].
Casa Vinicola Setaro
Via Bosco del Monaco, 34, Trecase (NA)
Tel: 081/8628956
www.casasetaro.eisuoivini.it, [email protected].
Azienda Vinicola Sorrentino
Via Casciello, 5 - 80042, Boscotrecase (NA)
Tel: 081/8584963, Fax: 081/8584963,
www.sorrentinovini.com, [email protected].
Terre di Sylva Mala
Mala Via Fruscio, 2, 80042, Boscotrecase (NA)
Tel: 081/8289480, Fax: 081/5298492
www.terredisylvamala.it, [email protected].
UFFICIO PROMOZIONE : 081/8653928 e-mail:[email protected]