allegato n - Provincia di Cagliari

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allegato n - Provincia di Cagliari
ALLEGATO N. 3
POR SARDEGNA FSE 2007-2013
AD ALTIORA
FORMULARIO DI DESCRIZIONE DEL PROGETTO
SOGGETTO PROPONENTE (così come indicato nell’allegato 1): PROVINCIA DI CAGLIARI
____________________________________________________________________________
INFORMAZIONI GENERALI SUL PROGETTO
AREA TEMATICO/TERRITORIALE: Area 1.c 2: Adulti sottoposti a misure restrittive: Progetti
territoriali per la Provincia di Cagliari, Medio Campidano, Carbonia Iglesias
TITOLO DEL PROGETTO: “Il cammino delle madri detenute: bambini senza sbarre TIPOLOGIA DEL PROGETTO
X Inserimento lavorativo
X Formazione
X Orientamento
X Progetti speciali sperimentali (specificare): Percorsi specifici per il reinserimento
socio-lavorativo di detenute madri inserite in Istituto di custodia attenuata (ICAM)
Altro _______________
ABSTRACT
Breve presentazione del protetto (max 10 righe, font Arial 10)
1
Il progetto intende promuovere azioni e percorsi di riconoscimento occupazionale e sociale
rivolti a donne in attesa della sentenza definitiva e nella possibilità di essere ammesse in
misure alternative alla detenzione. Le donne in tale condizione, ospitate in strutture protette,
saranno coinvolte in percorsi di jail coaching, formazione, counselling e mentoring che
avranno un duplice obiettivo: da un lato si lavorerà per sostenere e favorire le donne
beneficiarie del progetto nel loro ruolo di donne, di madri, e dall’altra si favorirà l’acquisizione
di competenze con carattere professionalizzante spendibili in futuro nel mercato del lavoro. In
molti casi durante il periodo della detenzione le donne madri si sono dovute separare dai
propri figli, favorire il “ricongiungimento” in una struttura protetta può sostenere le donne nella
ricostruzione del rapporto madre/figlio interrotto dalla detenzione e prevenire il disagio infantile
tramite interventi di volti al reinserimento sociale delle donne e all'integrazione anche
scolastica dei minori.
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ANALISI DI CONTESTO
Descrivere lo scenario corredato da dati e documenti sulle condizioni socio-economiche del territorio e sulle cause
dell’esclusione delle persone interessate, definendone con precisione il fabbisogno cui il progetto intende rispondere;
specificare anche se il progetto va a completare altri servizi già presenti nel territorio.
Il progetto si propone di intervenire su due bisogni: il primo è quello definito dall’oggetto del
Bando, realizzare azioni e percorsi per favorire l’occupabilità di donne con provvedimenti
restrittivi
attraverso la realizzazione di percorsi che portino le beneficiarie del progetto all’acquisizione di
competenze spendibili nel mercato del lavoro; il secondo bisogno è rappresentato dalla
necessità di de-contestualizzazione l’esperienza detentiva , dando vita ad un contesto di
quotidianità il più possibile vicino alla normale condizione di vita.
L’idea progettuale è mutuata da esperienze consolidate in diverse parti d’Italia, in cui le
detenute con bambini vengono accolte in strutture alternative al carcere e si cerca di favorire un
percorso di reinserimento socio lavorativo. Inoltre, poiché in molti casi durante il periodo della in
detenzione le donne madri si sono dovute separare dai propri figli, favorire il “ricongiungimento”
una struttura protetta può sostenere le donne nella ricostruzione del rapporto madre/figlio
interrotto dalla detenzione e prevenire il disagio infantile tramite interventi di volti al
reinserimento sociale delle donne e all'integrazione anche scolastica dei minori.
In Italia non sono molte le donne in regime di detenzione (poco più del 4% della popolazione
carceraria). D’altra parte le donne, rispetto agli uomini, hanno maggiori problemi
materiali e psicologici nella detenzione: la loro personalità e la loro sensibilità sono più
complesse, soffrono per l’assenza di affettività, per la lontananza dai figli, dalla famiglia e dalla
vita normale e tendenzialmente hanno più sensi di colpa verso l’esterno e verso la famiglia che
rimane fuori dalle loro quattro mura. Il carcere è un istituzione totalmente modellata sulle
esigenze maschili. Anche il migliore istituto è comunque un luogo di grande sofferenza che
provoca crisi d’identità, rende impotenti, umilia, indurisce gli animi e crea un forte sentimento
di rabbia contro la società.
I motivi di detenzione delle donne sono per la maggior parte relativi a reati sulla droga, reati
contro il patrimonio, “sulla prostituzione” con l’aggravante del favoreggiamento e l’induzione alla
Prostituzione. Spesso sono immigrate africane o dell’Europa dell’Est e dei Paesi Balcanici.
La ridotta incidenza statistica della delinquenza femminile comunque, ha determinato uno
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scarso interesse alla detenzione e alle fasi successive a questo che ha portato a trattare i
problemi e le difficoltà delle donne allo stesso modo in cui vengono trattati quegli degli uomini,
con una carente analisi della differenziazione dei loro bisogni e con la propensione a
generalizzare anche gli eventuali problemi.
Le Comunità di accoglienza appaiono al momento le uniche che possano alleviare le
condizioni delle donne che sono in attesa di accedere alle misure alternative alla pena.
Diventa quindi significativo vivere questa dimensione in un contesto che,
preveda la possibilità di valorizzare i diversi aspetti rieducativi,
contemplando possibilità di espiazione della pena in contesti strutturati e finalizzati
prioritariamente al recupero e riscatto della persona.
Il setting che si viene a creare all’interno della casa di accoglienza permetterebbe una
personalizzazione dell'intervento, una attenzione maggiore alle diverse problematiche che
riguardano l’inserimento socio lavorativo delle donne, favorirebbe un piano di intervento in grado
di aiutarle ad elaborare un nuovo progetto di vita e lavorativo proiettato verso il futuro.
Il progetto a tal fine promuove un percorso "formativo allargato", non finalizzato solo alla
costruzione di specifiche prestazioni professionali delle detenute ma anche teso ad incidere
sulla “ricostruzione” di cultura del lavoro e del sociale delle stesse.
Risulta forte la convinzione che una persona che affronta l'uscita dal carcere ha bisogno di
riconquistare, riguadagnare, riscrivere la propria storia evidenziando una serie di aspetti:
quelli delle competenze socialmente orientate in senso positivo.
Questo si ritiene possa rappresentare il metodo per un cambiamento di prospettiva rispetto
alla finalità della pena, passando attraverso il fare e la sperimentazione di un “positivo” che può
essere orientato verso il futuro. Forse questa è la logica vera di una giustizia "riparativa",
piuttosto che di una giustizia "punitiva", (la nostra Costituzione, d’altronde, prevede che le pene
non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e pertanto le strutture
carcerarie non possono essere considerate un semplice e asettico luogo dove si espiano le
condanne, ma devono rispondere, necessariamente, ad una finalità educativa) cercando
di passare dall'attuale unicità della fase dell'accertamento di responsabilità, all'attribuzione
e promozione di responsabilità, perché il lavoro possa essere vissuto come momento di
riscatto e di rilancio della propria esistenza, come momento-luogo di promozione delle proprie
competenze, di costruzione/ricostruzione della propria identità personale e sociale, di
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valorizzazione delle proprie capacità.
Questo progetto si propone inoltre di aiutare le donne che si sono dovute separare dai propri
figli a trovare soluzioni per un “ricongiungimento” prevenendo le forme di disagio minorile
Inoltre si cercherà tramite azioni di pubblicizzazione dell’iniziativa e di diffusione dei risultati in
itinere di sensibilizzare tutto il tessuto istituzionale e sociale affinché si attivi una rete, che
possa dare vita a una serie di iniziative/servizi rivolti maggiormente ad un target come quello
ospitato dalla casa.
Nella realizzazione del progetto sarà di primaria importanza la complementarietà delle azioni
previste e il continuo monitoraggio e valutazione sull’efficacia delle proposte progettuali.
L’azione formativa, le attività di supporto psicocriminologico (jail coaching), il trasferimento di
competenze professionalizzanti in situazione (coaching, counselling mentoring)
saranno determinanti per il percorso di reinserimento socio- lavorativo delle donne beneficiarie
del progetto.
L’azione di coaching e mentoring che verrà realizzato all’interno della casa, mediante la
“riproduzione della gestione di un micronido”, (progetto realizzato in diversi comuni attraverso la
legge 285/97dalla cooperativa sociale partner del progetto), consentirà ai bambini che si
ricongiungono con le madri di vivere una esperienza ricca di stimoli in un ambiente più
similmente familiare e alternativo”, mentre spetterà agli operatori coinvolti, trasferire alle
beneficiare del progetto, quelle competenze professionali, educative, ludiche e operative
proprie della genitorialità
Importante e non secondaria inoltre sarà la formazione rivolta a tutte le figure che a diverso
titolo opereranno all’interno della casa.
La realizzazione di azioni comuni e coordinate tra i partner rappresentano il mezzo più
adeguato e più efficace per affrontare situazioni diverse e complesse quali quelle previste dal
progetto. La cooperazione governata tra i responsabili degli organismi interessati consentirà
inoltre di poter contare su una varietà di esperienze, capacità e risorse che consentiranno di
perseguire con maggiore efficienza ed efficacia gli obiettivi previsti dal progetto, superando i
limiti e le restrizioni che spesso il riferirsi ad un solo settore, ambiente o regione, comporta. Un
approccio di rete consente di creare legami, connessioni, interazioni e integrazioni fra i diversi
attori ed affrontare quindi sfide più complesse che vanno ad incidere sia sulle politiche che sui
sistemi.
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PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
Descrivere i contenuti le finalità della proposta progettuale, gli obiettivi specifici e i risultati attesi; descrivere anche le
metodologie di intervento per la realizzazione degli obiettivi previsti dal progetto (se necessario aggiungere righe)
Il progetto nasce con la finalità ultima di rivalutare le condizioni detentive delle donne, di aiutarle nel
loro percorso di inserimento/reinserimento socio-lavorativo e di rispondere ai loro a bisogni rispetto
alla propria identità di donna, di madre, di lavoratrice.
A tal fine si coinvolgeranno le donne con misure alternativa alla pena detentiva con figli a carico e
non inserite in strutture alternative al carcere.
Le madri con bambino che saranno inserite nelle comunità verranno accompagnate in percorsi di
orientamento e professionalizzanti che valorizzino le risorse presenti e l'acquisizione di
competenze specifiche da utilizzare per il futuro inserimento sociale e nel mondo del lavoro.
Si tratta di una esperienza spesso totalmente nuova per questi soggetti che hanno vissuto
condizioni e scelte esistenziali ai margini della società.
Nella Comunità in cui le donne sono ospitate con pene alternative al carcere, si cercherà
di favorire una crescita serena dei bambini ospitati e accrescere in loro una maturità genitoriale
Responsabile. Le Mamme parteciperanno alla vita comunitaria e si occuperanno insieme agli
educatori, assistenti volontari, mediatori culturali della gestione del quotidiano.
I minori potranno usufruire dei servizi ludici ed educativi esterni.
Le Mamme saranno affiancate nel lavoro di cura rivolto ai propri figli dal personale educativo,
da operatori che avranno il ruolo di aiutarle a migliorare e potenziare le abilità proprie del ruolo
genitoriale ed educativo, che offriranno elementi di supporto per lo sviluppo degli aspetti relazionali
propri della diade mamma-bambino.
Inoltre, attraverso il progetto si intendono creare le condizioni per un collegamento progettuale,
programmatico, operativo stabile fra le diverse realtà del territorio, tra quelle promotrici del presente
progetto e altri soggetti pubblici e privati ( aziende sanitarie, servizi sociali degli enti locali, centri per
l’occupazione, operatori economici profit e no profit, l’associazionismo ed il volontariato). Il fine è
superare la frammentazione degli interventi a livello locale e dare vita ad una organizzazione
di supporto e sostegno all’inserimento lavorativo di soggetti quali le beneficiarie del progetto.
La metodologia scelta per la gestione del progetto privilegerà la strutturazione di uno staff
organizzativo e operativo chiamato ad operare in una logica incentrata sulla condizione
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partecipativa delle scelte operative e organizzative.
Ciascuna fase operativa prevista è definita dal soggetto che ne ha la responsabilità primaria e ne
esplicita la metodologia applicata e i principali parametri adottati per la verifica dei risultati.
I partner del progetto sono: la Provincia di Cagliari - l'Assessorato alle Politiche sociali,
alla Famiglia, all'Immigrazione e alla Condizione giovanile; l’Università di Cagliari – Dipartimento di
Psicologia; l’ENAIP (Ente Acli Istruzione Professionale) e la Soc Coop. Sociale IL MIO MONDO.
Il ruolo della provincia attraverso l'Assessorato alle Politiche sociali, alla Famiglia,
all'Immigrazione e alla Condizione giovanile sarà quello di gestire la realizzazione del progetto
svolgendo garantendo il servizio di supporto psicologico, azioni di inclusione sociale e coordinando i
partner per l’integrazione delle azioni.
La Provincia di Cagliari, con l'Assessorato alle Politiche sociali, è stata storicamente titolare di
competenze specifiche in materia di assistenza ai minori, in particolare di quelli esposti
all’abbandono o riconosciuti dalla sola madre.
Fin dalla fine degli anni ‘70 ha previsto, in risposta alla chiusura dell’IPAI (Istituti per minori), una
serie di soluzioni alternative alla degenza dei minori e delle madri in Istituto, predisponendo forme di
semiconvitto per minori, di sussidio economico e servizi alle madri nubili per la crescita dei figli, di
comunità alloggio (SAPE - struttura accoglienza prima età) , di Case Famiglia per minori e attivando
procedure di affido etero- familiare.
L'Assessorato ha anche attivato servizi di supporto alla famiglia con la gestione diretta di nidi per
l'infanzia; l'apertura del Centro per la famiglia, con interventi di supporto psicologico o mediazione
familiare alla coppia; lo Sportello informadonna nella duplice funzione di servizio di prevenzione
del maltrattamento alle donne e di orientamento al lavoro delle donne; il Numero Blu con
competenze nell'area del maltrattamento e abuso ai minori. Attualmente la Provincia continua a
gestire un nido aziendale a sostegno delle politiche di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro delle
famiglie, ed è partner gestore del Centro affidi interistituzionale. Con la L. R. 23/05 la Provincia
partecipa alla pianificazione sociale territoriale e l'esperienza acquisita nei servizi alla persona ne fa
un partner privilegiato e competente negli interventi a favore di donne e minori. Inoltre, dal 2004 con
il servizio di mediazione linguistico-culturale e il centro di accoglienza attiva per immigrati,
l'Assessorato ha acquisito competenza nell'area dell'immigrazione, ed anche in questo campo con
particolare sensibilità verso la condizione femminile. Le funzioni istituzionali e l'esperienza acquisita
nei servizi rendono l'attuale Assessorato alle Politiche sociali, alla Famiglia, all'Immigrazione e alla
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Condizione giovanile, interlocutore competente nell'area del supporto al disagio di donne, minori e
famiglie, Ente interessato a sostenere e sviluppare forme innovative di intervento in questa area del
disagio, in collaborazione con i soggetti pubblici e privati del territorio provinciale.
L’ENAIP che si occuperà principalmente della attività di orientamento al lavoro rivolto alle donne
coinvolte nel progetto: ENAIP si occupa da anni di fornire servizi di formazione professionale, è stato
fondato
dalle ACLI nel 1951, ed è un ente morale riconosciuto con DPR del 5 aprile 1961 e oggi risulta
accreditato dal Ministero del Lavoro con Legge 14 febbraio 1987 n.40. È certificato UNI EN
ISO 9001:2000 E opera negli ambiti della analisi organizzativa e del fabbisogno formativo,
dell’assistenza tecnica e della formazione professionale, su finanziamento pubblico e su commessa
di imprese, enti, associazioni e pubblica amministrazione. Offre servizi e prodotti specifici: per le
attività realizzate, gli utenti coinvolti, le strutture e la dotazione organizzativa, ENAIP è il più grande
ente di formazione presente sul territorio nazionale, è un sistema associativo a rete di cui fanno
parte le ACLI, le sedi Enaip regionali giuridicamente riconosciute e quelle regolarmente costituite
nei paesi dell’Unione Europea e in America Latina. Si tratta di un organismo aperto a cui possono
associarsi altri organismi che ne condividano finalità e obiettivi. ENAIP cura particolarmente le
attività di coordinamento, progettazione, studio, ricerca, consulenza e assistenza tecnica,
valutazione, sviluppo qualità, innovazione, documentazione, editoria, servizi on-line, presidio di aree
di intervento e contenuti strategici.
ENAIP rielabora costantemente la propria offerta formativa per adeguarla alla evoluzione della
società civile e del mercato, alle trasformazioni delle politiche del lavoro, sociali, scolastiche e
formative per essere agente di innovazione e sviluppo e promotore di socialità. Tra le sue aree
prioritarie di intervento si evincono: formazione, orientamento, assistenza all’inserimento lavorativo
ed alla creazione d’impresa. Risulta importante per questo progetto, l’esperienza maturata da ENAIP
nei percorsi comunitari NOW che hanno favorito l’adozione di un approccio di genere che della
differenza di genere fa un elemento di conoscenza, esperienza e sapere. Ciò ha comportato un
ripensamento radicale di metodologie e strumenti che vengono utilizzati nella progettazione e nella
realizzazione delle attività.
L’ENAIP (Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale) si avvarrà per alcune attività progettuali, con
particolare riferimento alle azioni formative, di Enaip Sardegna, in virtù del possesso della
organizzazione associata dei requisisti di accreditamento per questo tipo di attività, nel rispetto
dall’articolo 4 dello Statuto ENAIP che recita “l’ENAIP programma, progetta e realizza le proprie
Attività affidando ai propri Enti associati specifiche elaborazioni e la gestione di attività nell’ambito
del territorio di competenza “ ed in quanto tale, la collaborazione non costituisce delega di attività in
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quanto avviene in ottemperanza della circolare ministeriale n.130/95 pubblicata nel supplemento
ordinario n.99 della G.U., S.G n.188 del 12/08/95 che non “… considera delega l’affidamento della
realizzazione delle attività da parte di una associazione o consorzio agli associati o consorziati,
ovvero da parte di una impresa ad altra impresa facente parte dello stesso gruppo”
La presenza dell’Università di Cagliari – Dipartimento di Psicologia è particolarmente significativa e
segnala una forte considerazione del mondo scientifico a questo tipo di esperienza . Il Dipartimento
attraverso i suoi consulenti, si propone di rinforzare le azioni progettuali aiutando le donne a
“riorganizzarsi” nella propria identità di donne e madri, incentivandole a percorsi di responsabilità nei
confronti delle proprie azioni. Attraverso i vari percorsi di Jail Coaching e il metodo della ricerca
scientifica si cercherà di dare un contributo atto a migliorare i percorsi per il reinserimento sociolavorativo delle donne detenute, aiutandole e supportandole nell’elaborazione di un nuovo repertorio
di strategie comportamentali.
Il coinvolgimento della Cooperativa Sociale “Il Mio Mondo” trova motivazione nella pluriennale
esperienza da questa maturata nella progettazione, nella realizzazione e gestione di attività e
servizi, anche a carattere innovativo e sperimentale, rivolti alla prima infanzia, e a soggetti deboli o
svantaggiati. In particolare, la cooperativa ha progettato e gestisce già dal 2002 per il Comune
di Cagliari il Servizio dei “Micronidi a domicilio”.
Il progetto Micronidi, ormai consolidato e superata la fase sperimentale, presenta caratteristiche
decisamente innovative rispetto alle classiche tipologie di servizi dedicati alla cura ed alla custodia
dei bimbi. L’idea alla base del progetto viene focalizzata nella riscoperta della valenza sociale della
maternità, dimensione ormai quasi scomparsa nella quotidianità della vita metropolitana che,
piuttosto che favorire lo scambio, la condivisione ed il “mutuo soccorso” tra le madri, le isola
nell’ambito del loro ristretto sistema familiare che, di solito, non è più in grado di supportare
efficacemente le nuove esigenze insite nella maternità, soprattutto per la donna / madre che deve
misurarsi anche con la dimensione lavorativa.
Il sistema dei Micronidi riscopre il valore del socializzare e condividere le esigenze e le
problematicità della maternità, trovando risposte efficaci nel mutuo aiuto e nel reciproco
supporto tra madri, così come sino a non molto tempo fa accadeva nelle comunità rurali e nei
contesti di nuova inurbazione.
In breve, il progetto supporta l’organizzazione di piccoli gruppi, di solito 4 / 5 nuclei familiari con
bimbi, che mettono alternativamente a disposizione le loro abitazioni per accogliere il
“nido” e condividere l’esigenza di affidare a soggetti terzi la cura dei propri figli nelle ore di impegno
lavorativo. Il nido è affidato ad un operatore/educatore che oltre ad occuparsi della custodia e della
cura dei bambini, con il supporto di uno staff professionale favorisce la socializzazione e
l’interscambio tra i vari nuclei familiari, oltre al supporto pedagogico quando necessario.
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A partire da queste esperienze, oggi iniziano a trovare spazio nuove iniziative che propongono
tipologie di servizi alternativi, quali le “Mamme Accoglienti”, che ottengono considerazione e
riconoscimento nei programmi e nei piani normativi istituzionali (vedi L.R. n. 23/05, i piani socioassistenziali comunali ed i programmi di alcuni PLUS territoriali).
Attraverso questo tipo di esperienza che offre sostegno alla genitorialità e rinforzo delle competenze
nella gestione e cura dei bambini da zero a tre anni si attueranno le azioni di Coaching, counselling
e mentoring previste nella fase di realizzazione del progetto al fine di sostenere le detenute nel loro
progetto di vita e di reinserimento sociale e lavorativo.
Il progetto si svolgerà all’interno delle “case” dove l’associazione DONNE AL TRAGUARDO ONLUS
ospita donne con bambini, donne che aspettano il ”ricongiungimento” con i propri bambini, offrendo
loro accoglienza, favorendo il loro benessere fisico e psicologico che è alla base del lavoro di
reinserimento sociale. Offre a queste donne la possibilità di risiedere con i propri/e figli/e per periodi
più o meno lunghi.
ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO: Il progetto sarà articolato in macrofasi che saranno
complementari tra loro.
Le finalità generali del progetto si possono riassumere nelle seguenti macrovoci:
•
migliorare le condizioni di vita delle madri con pene alternative e dei loro banbini
•
migliorare le condizioni di vita delle donne che hanno vissuto l’esperienza carceraria
•
prevenire forme di disagio affettivo e cognitivo nel bambino ospite
•
favorire l’apprendimento di competenze in materia di cura alla persona per favorire il
successivo reinserimento socio-lavorativo delle donne;
•
creare reti di collaborazione con il territorio e con i servizi di competenza.
Le azioni che si svolgeranno tenderanno a perseguire i seguenti obiettivi:
• realizzare un contesto di convivenza di tipo familiare-comunitario a favore dei bambini
• sostenere le madri nei compiti di cura dei figli e sviluppare forme di attaccamento madre
bambino più adeguate;
• fornire competenze teorico-pratiche per il successivo reinserimento socio-lavorativo delle
donne beneficiarie delle azioni;
• supporto, sostegno alla genitorialità
• supporto ed integrazione sociale dei bambini
• sperimentare sinergie e collaborazioni con gli enti e i servizi del territorio.
1
I risultati attesi:
• la messa a punto di un modello organizzativo e di trattamento esportabile su altri territori che
possa diventare in seguito una metodologia di riferimento; La messa in rete e lo scambio di
esperienze concrete di educazione degli adulti al fine di creare un modello comune di
intervento che sia in grado di stimolare i sistemi delle pene alternative e a costruire prassi
"riabilitative" e formative con modalità comuni, condivise e verificabili dal punto di vista
dell'efficienza e dell'efficacia;
• l’assunzione di responsabilità sia come madri che come persone inserite nella società da
parte delle donne beneficiarie del progetto;
• realizzazione di un contesto che permetta al minore di vivere accanto alla madre con pene
alternative in un ambiente non totalizzante;
CRONOGRAMMA PROGETTO:
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Periodo
Attività
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
X
II
m
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X I
III V
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VI II
XVI
II
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X
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Macrofase A
1
Attivazione del progetto
Individuazine delle
beneficiarie
Jail coaching
Supervisione
scientifica/monitoraggio
valutazione
Macrofase B
orientamento e bilancio
competenze
formazione teorica
specifica /sostegno alla
genitorialità
Macrofase C
Gestione dei
micronidi/Azione di
Coaching, counselling e
mentoring
Transnazionalità
Diffusione dei risultati
1
Macrofase A
che comprende tutte le azioni trasversali al progetto
Avvio progetto
La prima fase del progetto è dedicata all’Individuazione di donne in attesa della sentenza definitiva e
nella possibilità di essere ammesse in misure alternative alla detenzione. Il progetto è rivolto a 8
donne con figli o in attesa di “ricongiungimento” ai propri figli che si trovano in questa condizione e
che sono ospitate in strutture protette.
In seguito si costituirà un équipe del progetto che lavorerà alla formalizzazione degli obiettivi e alla
pianificazione delle attività così come previste nel progetto.
Supervisione scientifica, Monitoraggio, Jail coaching
Il progetto attraverso i consulenti dell’Università di Cagliari – Dipartimento di Psicologia, prevede di
porre in essere azioni di supervisione scientifica, monitoraggio e valutazione dell’efficacia che
saranno complementari e trasversali ad alcune azioni previste (saranno di supporto alla formulazione
di obiettivi didattici della formazione) e che indagheranno le seguenti dimensioni anche a carattere
criminologico: livello di responsabilizzazione, stile attribuzionale, dimensioni del Sé - legate in
particolare al cambiamento del Sé deviante - progettazione futura e adeguamento degli
atteggiamenti e dei valori delle donne beneficiarie del progetto.
Tali dimensioni, individuate a partire dai più recenti modelli scientifici nella ricerca criminologica
internazionale, saranno prioritariamente indagate attraverso colloqui individuali tesi a delineare il
profilo delle donne in attesa della sentenza definitiva e nella possibilità di essere ammesse in misure
alternative alla detenzione e le loro potenzialità. L’attività delinquenziale che ha condotto le donne in
carcere è spesso realizzata tramite l’uso di competenze che possono essere ri-orientate, valorizzate
e meglio espresse in azioni socialmente accettabili. Questo tipo di azione sarà di sostegno alle
attività formative.
Alla definizione del profilo seguono le attività di supporto psicocriminologico (jail coaching) finalizzate
sia al potenziamento delle capacità e delle competenze, sia alla riduzione delle tendenze antisociali
presenti nelle madri.
Jail coaching:
L’intervento sarà realizzato attraverso:
Colloqui individuali in profondità per la costruzione del profilo;
Colloqui di Supporto psicocriminologico teso alla ridefinizione degli atteggiamenti antisociali;
Colloqui psicocriminologici finalizzati alla ridefinizione del ruolo sociale e della progettazione futura;
Il Monitoraggio prevederà
La verifica bimestrale dell’efficacia delle azioni in relazione ai modelli applicati
La verifica bimestrale del potenziamento delle capacità/competenze nelle donne beneficiarie del
progetto.
Il monitoraggio permetterà di individuare e quindi effettuare azioni correttive ove necessarie al
raggiungimento degli obiettivi prefissati, nonché evidenziare gli elementi di riproducibilità in altri
contesti.
La Supervisione scientifica permetterà:
L’identificazione dei modelli scientifici di intervento a partire dalla tipologia di reato commesso e dalle
caratteristiche individuali delle ex detenute
Verranno realizzati strumenti predisposti ad hoc per la rilevazione dei seguenti aspetti:
griglie per produzione di dati relativi alle singole azioni dell’intervento (es. rapporto numerico donne
coinvolte/operatori coinvolti, caratteristiche dei soggetti coinvolti, dati demografici, anni di
permanenza in carcere, precedenti partecipazioni ad azioni trattamentali finalizzate all’inserimento).
Al termine di ciascun percorso e di ciascuna fase verrà effettuata una valutazione relativa ai seguenti
aspetti: acquisizione e certificazione delle competenze acquisite; presenza di fattori protettivi che
riducono la probabilità di recidiva.
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Mediazione linguistica e culturale
Con lo specifico fine di garantire pari opportunità di successo delle varie fasi progettuali, la provincia
di Cagliari assicura, durante alcune fasi progettuali (dove non previste dai partner per competenze
specifiche) la disponibilità di interventi programmati, a secondo della necessità, a supporto dl
personale impegnato nella gestione della casa, di mediatrici afferenti al Centro di Mediazione
linguistica e culturale della Provincia, di origine straniera appartenenti a differenti aree linguistiche.
La loro principale funzione è di fungere da catalizzatore della comunicazione. Si tratta di soggetti
attivi non solo nella costruzione di relazioni positive ma anche nella prevenzione e nel superamento
delle situazioni di conflitto che inevitabilmente si producono nell’interazione tra differenti universi
culturali.
Supporto psicologico
la provincia di Cagliari assicura, durante alcune fasi progettuali (dove non previste dai partner per
competenze specifiche) la disponibilità di interventi programmati, a secondo della necessità di
supporto psicologico alle donne beneficiarie del progetto.
Diffusione dei risultati
Diventa di assoluto interesse pubblico la diffusione dei risultati del progetto. A tal fine si prevede la
divulgazione dell’iniziativa, periodicamente attraverso il mezzo stampa, e alla fine del progetto si
realizzerà un convegno pubblico di sensibilizzazione e informazione sulla istruzione e funzionamento
del progetto, sulle problematiche relative alla detenzione di donne. Inoltre verranno pubblicizzati i
risultati ottenuti attraverso i percorsi di formazione, jail coaching, di formazione e di mentoring attivati
per garantire una delle priorità del bando quali le azioni positive e l’inserimento socio lavorativo.
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Macrofase B
La fase B si sostanzia in azioni di formazione rivolte alla beneficiarie del progetto: L’azione formativa
ha un importanza rilevante, infatti è attraverso il percorso formativo che le donne ex detenute
saranno protagoniste del proprio cambiamento.
La formazione B2
L’azione formativa avrà diversi ambiti di intervento:
a)l’ambito del rinforzo linguistico che avrà lo scopo di fornire competenze pratiche nell’uso della
lingua italiana e avrà come obiettivo quello di potenziare il loro lessico o addirittura se straniere
migliorare la conoscenza della lingua italiana. Il risultato atteso sarà quello di favorire il loro
inserimento nel mondo lavorativo e sociale italiano. Il corso toccherà anche tematiche inerenti i
rapporti sociali e interpersonali, verranno fornite generiche informazioni di storia, geografia e
letteratura italiana. Si cercherà di ottenere risultati sia sul fronte dell’acquisizione di elementi
linguistici basilari, sia sul fronte della socializzazione, attraverso lavori di gruppo guidati dal docente.
Il percorso avrà una durata di 80 ore
La formazione sarà curata dalla Provincia
b). formazione di base all’informatica che avrà lo scopo di fornire competenze pratiche nell’uso del
computer e avrà come obiettivo quello di far acquisire a chi non ne è ancora in possesso le
competenze necessarie all’uso del PC e della rete Internet, strumenti utili per un inserimento sociale
e lavorativo.
Il percorso avrà una durata di 50 ore.
La formazione sarà curata dalla Provincia
c).l’ambito della formazione rivolta all’orientamento e l’accompagnamento al lavoro, che ha
come obiettivo:
Far acquisire alle partecipanti del percorso maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità,
attitudini, necessità formative;
Supportare le beneficiarie nella progettazione di un piano personale e professionale;
Far acquisire conoscenze tecniche specifiche per la ricerca operativa del lavoro
Il percorso avrà una durata di 80 ore.
La formazione sarà curata da Enaip Sardegna
Metodologie
Si privilegerà l’utilizzo delle metodologie attive, che valorizzino le esperienze dei partecipanti e
favoriscano la crescita personale e l’autostima, che permettano di sviluppare la capacità di
individuazione dei problemi e quindi di effettuare uno studio di fattibilità del proprio progetto di vita e
professionale.
Si privilegeranno momenti di confronto e esercitazioni individuali e di gruppo, attraverso simulazioni,
ecc.
Valutazione
Ogni azione formativa sarà monitorata e valutata attraverso strumenti che saranno studiati ad hoc e
saranno realizzati in collaborazione con i partner per permettere letture più ampie dei risultati
ottenuti.
1
Macrofase C
Coaching, counselling e mentoring
Nell’ambito del presente progetto, alla coop. Il Mio Mondo vengono affidate le azioni di Coaching,
Counselling e Mentoring, finalizzate ad indirizzare, sostenere e preparare le donne, donne/madri
beneficiarie del progetto verso la possibilità di un nuovo inserimento sociale e lavorativo. L’intervento
si svilupperà attraverso la gestione di un micronido all’interno della struttura ospitante, dove le ex
detenute saranno coinvolte nella programmazione e gestione di servizi dedicati alla prima infanzia. Il
trasferimento delle competenze utili ad un saper fare professionale e la rielaborazione del sé
operativo sarà cura dello staff degli operatori impegnati in questa fase. L’apprendimento operativo e il
saper fare professionalizzante passeranno attraverso le seguenti azioni:
Il coaching è il processo attraverso il quale si aiutano individui e gruppi di persone a realizzare
obiettivi che da soli non potrebbero raggiungere ed a dare il meglio per produrre risultati in modo
veloce ed efficace, sostenendo le loro scelte e offrendo loro gli strumenti per ricercare in sé stessi le
risorse necessarie ad attuare precisi e mirati piani d’azione per il raggiungimento degli obiettivi
prescelti.
Il termine coach deriva dall’inglese “coche” che corrisponde al moderno “wagon” (carro) o “carriage”
(carrozza), quindi allude all’idea di trasporto. Furono poi degli studenti universitari ad attribuire
l’appellativo di Coach ai loro tutor migliori, proprio a sottolinearne il ruolo di supporto. Nel linguaggio
sportivo la parola Coach indica infatti l’allenatore con il duplice ruolo di “tecnico” esperto dello sport in
questione ma anche motivatore, capace di infondere ai suoi atleti l’energia, l’entusiasmo e la carica
necessari ad affrontare la sfida della gara.
Il coaching è dunque un veicolo di cambiamento e di crescita: trasporta una o più persone da uno
stato di partenza alla meta desiderata grazie alla definizione degli obiettivi e di un piano d’azione (la
vittoria nel caso sportivo, il raggiungimento di determinati obiettivi come trovare lavoro o le giuste
motivazioni e competenze per iniziative di nuova imprenditorialità, nel caso del coaching personale o
aziendale). Il suo obiettivo principale è far emergere le capacità personali, a differenza dei modelli
formativi tradizionali, non cerca solo di infondere nel soggetto competenze e informazioni, ma
“accende” quelle che già sono presenti dando modo di attingere ad esse per ottenere i risultati
prefissi.
L’azione di coaching riferita al presente progetto ha lo scopo e la finalità di aiutare i singoli e l'intero
gruppo a rafforzare il livello delle proprie capacità di performance per:
• Trasformare le potenzialità in possibilità
• Valutare obiettivamente le competenze
• Determinare il risultato desiderato tramite l’elaborazione di un piano di sviluppo
• Individuare i punti deboli
• Gestire situazioni difficili
• Perfezionare competenze
• Sviluppare nuove abilità
• Superare i momenti di incertezza e di stress
• Verificare il risultato raggiunto
Counselling
Il termine counselling indica un'attività che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità
del singolo individuo promuovendone atteggiamenti attivi e propositivi, stimolando le capacità di
scelta. Esso aiuta a sconfiggere paure, stress, fobie, e disagi di varia natura che limitano l'agire
quotidiano e che compromettono il benessere psicofisico, offrendo risposte "concrete e pratiche" per
superare tali limiti e ridare serenità ed energia all'individuo.
Attraverso tale tecnica di supporto, il progetto intende sostenere le singole beneficiarie verso un
processo mirato a:
• Conoscere se stesse
• Auto valorizzarsi
• Risolvere i problemi
• Maturare il cambiamento personale
nell’esperienza pratica di apprendimento
1
Mentoring
Il termine deriva dal greco antico e con esso si definisce l'attività con la quale il mèntore, persona di
buon senso, ricca di esperienze di vita e di lavoro, trasferisce ad un'altra persona chiamata mentee che liberamente le accetta - le proprie conoscenze ed esperienze di lavoro e di vita per favorirne la
crescita umana e professionale.
Il mentor quindi, trasmette alla mentee le sue conoscenze, la incoraggia, le da’ consigli e la sostiene
nel suo sviluppo personale. Nel caso del presente progetto, le offre la possibilità di approciarsi, sia
pure in “simulata” date le circostanze oggettive dovute alla condizione di restrizione, con le
dinamiche del lavoro e dell’impresa, stimolandola attraverso il trasferimento e lo scambio di
esperienze, a riflettere sul proprio approccio verso il mondo del lavoro e sulle proprie competenze,
permettendole così di svilupparle al meglio.
Nello specifico, l’azione di mentoring viene finalizzata a:
•
Definire un progetto personale di ricerca e inserimento lavorativo
•
Sostenere, ove si rilevino le potenzialità, con consulenze mirate e supporto tecnico
specialistico, la progettazione di nuova impresa sociale finalizzata all’auto occupazione
•
Acquisire le informazioni e le conoscenze necessarie a “muoversi” professionalmente nel
settore dei servizi sociali dedicati all’infanzia
•
Acquisire le competenze specifiche per la gestione e la promozione di un’impresa
sociale
•
Acquisire le competenze necessarie alla programmazione ed alla gestione di un
“servizio”
Le azioni sopra descritte vengono affidate ad uno staff pluridisciplinare, composto da operatori con
pluriennale esperienza nella gestione di servizi per l’infanzia, uno psicologo del lavoro ed un
manager dell’imprenditoria sociale. E’ assicurata inoltre la presenza di operatori della mediazione
culturale che cercheranno di intervenire sulle problematiche relative alle diverse culture e sulla
gestione di alcune dinamiche che possono essere frutto della diverse culture che si confrontano su
un tema come quello della cura del bambino e della sua crescita.
Lo staff opererà coordinando gli apporti specialistici con interventi mirati secondo i bisogni e le
propensioni rilevate, utilizzando una metodologia di affiancamento individuale delle singole donne
coinvolte, ma valorizzando al contempo le potenzialità dell’agire del gruppo verso obbiettivi comuni e
condivisi.
FASE TRASNAZIONALITA’
L’obiettivo generale della fase transnazionale è quello di sperimentare nuove strategie di intervento
in grado di innovare le politiche per l’occupazione rivolte alle detenute madri che si trovano in
situazione ristretta. Il trasferimento delle buone prassi tra l’agenzia individuata come partner
transnazionale permetterà di aprire riflessioni comuni e contemporaneamente di elaborare un
modello per il trasferimento delle esperienze di entrambi i partner.
Data prevista di inizio del progetto:_01_/_10_/ 2009
Periodo di
realizzazione
Data prevista di conclusione del progetto:
_31_/_03_/_2011
NB:Tutte le attività di progetto devono concludersi entro venti mesi
dalla data di inizio del progetto.
1
DESTINATARI DEL PROGETTO
Descrivere il numero e la tipologia dei destinatari delle diverse azioni progettuali (persone con disabilità fisica o
intellettiva, persone con disturbo mentale, adulti sottoposti a misure restrittive, giovani di età compresa tra i quindici e i
venti anni, minori sottoposti a misure giudiziarie, persone sotto la soglia di povertà, persone che vivono condizioni
profonde di degrado, altro) (se necessario aggiungere righe)
Azione progettuale
Individuazione delle
beneficiarie
Supervisione scientifica e
monitoraggio
Jail coaching
Supporto psicologico
Counselling, orientamento e
formazione alla ricerca attiva
del lavoro
Formazione pratica:
Coaching, counselling e
mentoring
Intervento psico-pedagogico e
ludico ricreativo.
Transnazionalità
Diffusione dei risultati
Numero destinatari
Tipologia destinatario
n.8
donne in attesa della sentenza
definitiva e nella possibilità di
essere ammesse in misure
alternative alla detenzione
n.8
donne in attesa della sentenza
definitiva e nella possibilità di
essere ammesse in misure
alternative alla detenzione
n.8
donne in attesa della sentenza
definitiva e nella possibilità di
essere ammesse in misure
alternative alla detenzione
n.8
donne in attesa della sentenza
definitiva e nella possibilità di
essere ammesse in misure
alternative alla detenzione
n.8
donne in attesa della sentenza
definitiva e nella possibilità di
essere ammesse in misure
alternative alla detenzione
n.8
donne in attesa della sentenza
definitiva e nella possibilità di
essere ammesse in misure
alternative alla detenzione
Da identificare
Figli delle madri ospitate
5
Operatori dei diversi enti
coinvolti nel progetto.
Non quantificabile
Le istituzioni coinvolte, operatori
dei servizi in rete, il territorio
1
ARTICOLAZIONE INTERNA DEL PROGETTO
Specificare l’articolazione funzionale delle attività previste, l’attendibilità e la verificabilità dei risultati attesi attraverso la
proposta di indicatori per la relativa misurazione e monitoraggio (se necessario aggiungere righe)
Azione progettuale
M
a
c
r
o
f
r
a
s
e
A
Avvio progetto:
attraverso la
pianificazione condivisa
del lavoro tra i partner
del progetto e
formalizzazione degli
obiettivi, descrizione dei
compiti dei soggetti
della rete e
pianificazione
temporale,
accordi/protocolli
Madri e bambini inseriti
nella casa di
accoglienza
Jail coaching
Supervisione scientifica
M
a
c
r
o
f
a
s
e
B
M
a
c
r
o
f
a
s
e
Counselling,
orientamento e
formazione nell'area
attività di cura
(formazione
specialistica)
Formazione pratica
(attività
psicopedagogica):
intervento, coaching,
counselling e mentoring
Risultati attesi
condivisione del progetto e
delle sue finalità, stesura
della microprogettazione delle
azioni previste,avvio del
progetto.
Indicatori per la misurazione
dei risultati
Protocollo operativo
donne in attesa della sentenza
Individuazione delle
definitiva e nella possibilità di
beneficiarie del progetto e loro essere ammesse in misure
accoglienza
alternative alla detenzione
Tracciare il profilo delle
detenute e le loro potenzialità
Identificazione di modelli
scientifici e diffusione del
modello tra gli operatori
Competenze professionali
nell'area delle attività di cura
Azioni di sostegno alla
genitorialità
Stesura di un progetto
personalizzato di
accompagnamento al
reinserimento socio-lavorativo
Favorire l’organizzazione
autonoma del nucleo madrebambino mediante processi di
responsabilizzazione delle
madri,
Favorire la creazione di gruppi
gioco e la gestione da parte
delle madri (tipologia
micronidi)
n. colloqui individuali
n. colloqui di gruppo
Elaborazione del modello
scientifico con relativi indicatori
Grado di autonomia nel
svolgere un compito
N° azioni di gestione
autonoma e competente nella
cura della persona
Futuro inserimento sociolavorativo
Indicatori di Attaccamento
sicuro
N° azioni di gestione
autonoma e competente nella
cura del minore
C
2
Sensibilizzazione e
informazione del territorio: dei
soggetti pubblici e privati,
operatori del settore, cittadini
Diffusione dei risultati
Transnazionalità
N° incontri
N° partecipanti agli incontro
transnazionali
N° eventi pubblici
Diffusione buone prassi
Coordinamento
Monitoraggio fisico-finanziario
e Rendicontazione
N° partecipanti
N° pubblicazioni prodotte e
diffuse
Realizzazione integrata del
progetto
Correttezza delle procedure
applicate e degli atti prodotti
Comunicazione
interistituzionale tra i partner
Correttezza della funzione
tecnico-organizzativa
Rispetto delle procedure
N° atti prodotti
N° incontri realizzati
N° partecipanti agli incontri
N° atti prodotti
RETE DI COLLABORAZIONE / PARTENARIATO *
Organismi che collaboreranno in fase di progettazione e/o realizzazione del progetto (se necessario aggiungere righe)
Organismo
Ruolo nel progetto
Provincia di Cagliari
Capofila del progetto: Coordinamento – Monitoraggio
fisico-finanziario e Rendicontazione – Consulenza
psicologica - Formazione – Diffusione dei risultati –
Transnazionalità
ENAIP
Partner: Progettazione – Gestione attività di orientamento
al lavoro rivolte e alle donne beneficiarie del progetto
Cooperativa sociale
“Il mio Mondo”
Partner: attività di coaching, counselling e mentoring
rivolte alle donne beneficiarie del progetto
Università degli studi di CagliariDipartimento di Psicologia
Partner: Supervisione scientifica del progetto/Monitoraggio
qualitativo –azione di jail coaching
Donne al Traguardo ONLUS
Partner: struttura ospitante, coinvolgimento degli operatori
che gestiscono la casa. Supporto nella vita quotidiana alle
donne e ai loro bambini.
Mission de la Promotion Sociale
(MPS), organizzazione non
governativa con sede a Artiguesprès-Bordeaux
Rete – Scambio di prassi transnazionali
* Attenzione!
Rete di collaborazione: descrivere la capacità dei partner coinvolti di collaborare al processo di diffusione e
implementazione dei risultati; vanno obbligatoriamente allegati i protocolli di collaborazione, redatti liberamente.
2
Partenariato: identificare chiaramente i ruoli dei partner con riferimento ai principi della partecipazione attiva; va
obbligatoriamente allegato il piano di attività dettagliato e relativo budget con cui vengono sanciti gli impegni di ogni
partner nella realizzazione del progetto stesso.
RISORSE UMANE E STRUMENTALI MESSE A DISPOSIZIONE
Definire il numero di persone coinvolte e il ruolo ricoperto nel progetto mettendo in evidenza le competenze tecniche
e istituzionali atte a garantire la buona riuscita del progetto con riferimento a: esperienza e radicamento sul territorio,
in relazione al settore, al tema o ai destinatari. (se necessario aggiungere righe)
n°
Ente di
appartenenza
Ruolo
1
Università
Cagliari
Supervisione scientifica/
monitoraggio
1
Università
Cagliari
Jail coaching
Direttore del progetto:
Dipendente dell'Ente Funzionario
Amministrativo
Coordinatore:
convenzionato per le
attività di coordinamento;
segreteria tecnicoorganizzativo;
monitoraggio e
rendicontazione
Mediatori
linguistico
culturali
1
Provincia
1
Provincia
6
Provincia
1
Provincia
Mediatore per l'attività di
transnazionalità
1
Provincia
Psicologa
1
Provincia
Formazione
1
Provincia
Formazione
1
Cooperativa
Sociale Il Mio
Mondo
Manager del sociale
Breve descrizione delle competenze
Competenze consolidate nel campo
della supervisione e del monitoraggio
di azioni rivolte a soggetti in regime di
detenzione
Competenze in tecniche di Jail
coaching
Competenze amministrativo-contabile
Competenze amministrativo-contabile
e di gestione di gruppi di lavoro
Competenze di interculturalità, lingue
straniere, orientamento ai servizi
Competenze di comunicazione
interistituzionale e mediazione
culturale
Competenze psicologiche
Esperienza nel campo della
formazione rivolta a soggetti
svantaggiati, con competenza in
materia di educazione linguistica
Esperienza nel campo della
formazione rivolta a soggetti
svantaggiati, con competenza in
informatica
Trasferimento di buone prassi per la
formazione delle Mamme accoglienti
Formazione \ informazione su
imprenditorialità sociale
percorsi formativi individualmente
necessari
Definizione del percorso di inserimento
lavorativo
Rafforzamento competenze di base
2
Creazione di reti istituzionali e reti
sociali solidali di aiuto
Creazione e posizionamento d’impresa
Simulazioni attività d’impresa
1
Cooperativa
Sociale Il Mio
Mondo
Psicologo del lavoro
Competenze in Counselling orientativo
e lavorativo
2
Cooperativa
Sociale Il Mio
Mondo
Pedagogisti/educatori
Competenze in gestione micro nidi a
domicilio
Competenze in gestione della relazione
educativa genitore – figlio
Trasferimento di competenze
2
Cooperativa
Sociale Il Mio
Mondo
Mediatrici culturali
Competenze di interculturalità, lingue
straniere, e di servizi rivolti alla prima
infanzia
1
Enaip Sardegna
coordinatore
1
Enaip Sardegna
Collaboratore
amministrativo
1
Enaip Sardegna
Docente
Competenze di coordinamento
gestionale amministrativo-contabile, di
pianificazione strategica e di gestione
delle risorse umane
Competenza nel settore di gestione
amministrativa e contabile e di
rendicontazione di progetti finanziati
nell’ambito del POR Sardegna o Del
FSE
Esperienza nel campo della
formazione rivolta a soggetti
svantaggiati, con competenza in
materia di orientamento e
accompagnamento al lavoro
ELEMENTI DI COERENZA CON LA PRIORITÀ TRASVERSALE DEL POR FSE –
“INNOVATIVITÀ”
Descrivere i contenuti innovativi del progetto (processo, obiettivi, contesto) (se necessario aggiungere righe)
Il progetto che si realizzerà in Sardegna sarà per la realtà sarda un modello innovativo che
coniuga trattamento delle misure alternative alla pena e trattamento comunitario.
Nel programma d’intervento si intrecciano attività tipiche ed attività specifiche di supporto alla
persona responsabile in situazione di grave disagio Sociale
Particolare attenzione alle necessità del minore e alla predisposizione di un setting
operativo più idoneo a favorire percorsi di accompagnamento al reinserimento socio-lavorativo,
2
dove le beneficiarie del progetto saranno coinvolte come attrici protagoniste del proprio
percorso di esecuzione penale e futuro inserimento nel mondo del lavoro.
Elemento di innovatività va ricercato nell'intervento strutturato che i consulenti
dell'Università hanno appositamente studiato per il progetto: a partire dai più recenti modelli
scientifici nella ricerca criminologica internazionale, saranno prioritariamente indagate le
seguenti dimensioni anche a carattere criminologico: livello di responsabilizzazione, stile
attribuzionale, dimensioni del Sé - legate in particolare al cambiamento del Sé deviante -.
progettazione futura e adeguamento degli atteggiamenti e dei valori delle detenute madri, al
fine di delineare, attraverso colloqui individuali, il profilo delle detenute-madri ed elaborare le
azioni correttive necessarie alla definizione del modello esportabile.
Per quanto riguarda l’innovatività del processo si vuole sottolineare che l’approccio impiegato
mira ad un collegamento progettuale, programmatico e operativo con i promotori del progetto e
i diversi attori istituzionali e non del territorio, che a diverso titolo intervengono nell’inserimento
di persone con problematiche penali, al fine di promuovere una sensibilità maggiore sulla
cultura dell’integrazione e dell’inclusione sociale.
ELEMENTI DI COERENZA CON LE ALTRE PRIORITÀ TRASVERSALI DEL POR FSE,
CON LE POLITICHE DELLA REGIONE, NAZIONALI ED EUROPEE PER
L’INCLUSIONE SOCIALE
Descrivere il progetto in relazione alle priorità espressamente indicate dal POR FSE e dai documenti di
programmazione e di attuazione delle politiche per l’inclusione sociale. (se necessario aggiungere righe)
Il presente progetto si identifica nelle linee comunitarie 2007-2013 che si propongono di
accrescere il numero di soggetti che si affacciano al mondo del lavoro in maniera competitiva
e in particolare si riferisce ai soggetti deboli e svantaggiati ( Orientamento 3.1), in coerenza
con quanto definito nella “strategia di Lisbona”(2000) , rivisitata e rafforzata nel marzo 2005 ,
per fare dell’Europa, entro il 2010, la società più competitiva al mondo, con più posti di lavoro
e di migliore qualità, e realizzare una maggior coesione sociale, grazie allo sviluppo di
politiche complementari in grado di rispondere alle sollecitazioni della concorrenza e della
Globalizzazione, promuovendo progresso sociale, occupazione e sostenibilità ambientale.
Per ogni ambito di intervento sono stati inoltre individuati a livello comunitario obiettivi specifici
e in particolare per quanto attiene all’inclusione sociale tre sono le priorità :
−
imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale,
promuovendo la partecipazione al mercato del lavoro e lottando contro la povertà e
l’esclusione fra le persone e i gruppi più emarginati;
−
garantire accesso alle risorse, ai diritti e servizi;
−
garantire una partecipazione attiva di tutti i livelli di governo e degli stakeholders.
In perfetta coerenza il POR Sardegna 2007-2013: ASSE III - Inclusione Sociale che prevede di
2
“Sviluppare percorsi integrati e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati
per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro”; ASSE II “Migliorare
l’accesso delle donne all’occupazione e ridurre le disparità di genere”.
La proposta progettuale valorizza le azioni di formazione, implementazione delle competenze
specialistiche per rafforzare la presenza dei soggetti all’interno del mercato del lavoro. Allo
stesso tempo cerca di incidere sui processi di governance per migliorare le capacità di
intervento degli operatori dell’integrazione e dell’inclusione sociale.
Il progetto risulta coerente con le priorità trasversali del POR Sardegna specie con la priorità
non discriminazione, sia nella sua accezione di genere, occupandosi di ricostruire in profondità
l’entità femminile in persone che hanno vissuto un grave scacco esistenziale, sia nella sua
accezione più generale, dando l’opportunità di rientrare nella comunità sociale a persone con
fragilità specifiche. E’ da evidenziare inoltre, che nel progetto lavoreranno quasi
esclusivamente donne.
MAINSTREAMING
Trasferibilità dei risultati su organismi, sistemi, politiche; presenza del mainstreaming di genere
(se necessario aggiungere righe)
Il termine mainstreaming della prospettiva di genere esprime un principio che ha determinato
in modo importante la programmazione delle politiche europee dell'ultimo decennio sulle pari
opportunità tra uomini e donne. Pertanto questo progetto si realizza all’interno di questo tipo di
percorso, perché prende in considerazione le differenze tra le condizioni, le situazioni e le
esigenze delle donne e degli uomini in un contesto ben definito per far sì che la prospettiva di
genere si applichi all'insieme delle politiche e delle azioni nazionali e comunitarie.
Con le strategie di mainstreaming orizzontale si intende curare in particolare quei processi di
trasferimento di conoscenze e di pratiche relative alla sperimentazione, che potranno quindi
essere recepiti da altri soggetti istituzionali e in altri territori . Si intende quindi svolgere azioni
di sensibilizzazione e informazione sul territorio, per facilitare l’avvio di iniziative coerenti con il
progetto e per aggregare altri attori per aumentare le conoscenze rispetto al tipo di target a cui
è destinato il progetto stesso (ingegnerizzazione dei risultati e predisposizione di un cd rom
con gli esiti del progetto in termini di strumenti, metodologie e materiali didattici). Con le
strategie di mainstreaming verticale si tenderà a curare il trasferimento dell' esperienza
realizzata e l’integrazione di tutti o di parte dei risultati sul piano istituzionale, politico,
regolamentare o amministrativo, e ad incidere su strutture e/o sistemi equiparabili. L’intento,
è quello di promuovere questo tipo di cultura, sensibilizzare ancora e maggiormente i
legislatori.
2
ATTIVITÀ TRANSNAZIONALE
Descrivere l’azione di disseminazione e la motivazione della scelta del partner transnazionale coinvolto (se necessario aggiungere
righe)
Forte di un partenariato stabile e composto da membri esperti nel settore del reinserimento
socio-lavorativo di soggetti svantaggiati quali i detenuti uomini, donne e minori inseriti nel
circuito penale, Mission de la Promotion Sociale (MPS), organizzazione non governativa con
sede a Artigues-près-Bordeaux che si occupa di formazione professionale, è stato individuato
quale partner transnazionale ideale per la realizzazione del progetto ICAM in oggetto.
Considerando l'esperienza pregressa maturata da MPS nel quadro del progetto ANCRE,
acronimo di "Acquérir de Nouvelles Compétences pour un Retour à l'Emploi", strettamente
connesso al piano d'azione descritto nel progetto ICAM, è nostra intenzione avvalerci delle
competenze del partner transnazionale al fine di migliorare le nostre acquisizioni in materia di
cooperazione e di modalità di lavoro con soggetti svantaggiati caratterizzati da restrizione della
libertà personale.
Ci si propone di attuare uno scambio di buone prassi e una riflessione comune sulle
problematiche inerenti il supporto al reinserimento socio-lavorativo e lo stato di reclusione in
istituti penitenziari di donne detenute o donne ex detenute.
Il progetto ANCRE, finanziato dall'UE Equal, ha visto la partecipazione di MPS, Direzione
Regionale dei Servizi Penitenziari dell'Aquitania, diverse Agenzie di Formazione deputate
all'insegnamento diretto ai formatori in carcere o direttamente ai detenuti.I beneficiari sono stati
3000 detenuti di 9 istituti di pena, il personale di polizia penitenziaria e i formatori interessati.
Nato dalla constatazione di un aumento sensibile del numero di detenuti e dalla vulnerabilità
sociale, psicologica e professionale dei soggetti sottoposti a misura giudiziaria, ANCRE ha
ideato delle azioni progettuali miranti alla preparazione all'uscita dal carcere, cercando di
rafforzare le competenze dei detenuti, indirizzare le loro capacità verso corsi di formazione
specializzati e trasmettere piena consapevolezza nei loro mezzi e nelle possibilità di riuscita, al
fine di agevolarne un reinserimento meno difficoltoso nel mondo del lavoro e di arginarne il
senso di impotenza e di perdita di identità che maturano all'interno dell'istituto carcerario. Per
questo, come si vede nello schema proposto, le azioni di formazione si sono svolte anche al di
fuori delle mura carcerarie. Quanto descritto si trova in linea con la proposta progettuale
individuate,
peraltro rivolta a soggetti ancor più esposti a discriminazioni e difficoltà di reinserimento, le
2
donne detenute con figli, per le quali appare doveroso attivare specifici processi di
mainstreaming
* Attenzione!
L’attività transnazionale è necessaria e va obbligatoriamente allegata copia dell’accordo di cooperazione transnazionale
2
VARIE ED EVENTUALI
Inserire altre annotazioni ritenute rilevanti per la valutazione del progetto
NON PERTINENTE
CONTO ECONOMICO PREVENTIVO
Cod.
Macrovoce e voce di spesa
Euro
2
A
RICAVI
A.1
Contributo pubblico richiesto
A.2
Eventuale cofinanziamento privato
A
TOTALE RICAVI (A.1 + A.2)
B
COSTI DIRETTI
B.1
PREPARAZIONE
€ 8.400,00
B.1.1
Progettazione dell'intervento
€ 4.400,00
Personale dipendente
€ 4.400,00
Risorse esterne
Altre spese (specificare)
B.1.2
Elaborazione testi didattici o dispense
€ 2.000,00
Personale dipendente
Risorse esterne
Materiale di consumo
€ 2.000,00
Altre spese (specificare)
B.1.3
Pubblicizzazione e promozione dell'intervento
Specificare
B.1.4
Selezione e orientamento dei partecipanti
Personale dipendente
Risorse esterne
Altre spese (specificare)
B.1.5
Formazione personale docente
Personale dipendente
2
Risorse esterne
Altre spese (specificare)
B.1.6
Spese per garanzie e per servizi legali
€ 2.000,00
Spese di costituzione ATI/ATS
€ 1000,00
Spese fideiussione
€1.000,00
Spese per perizie
Altre spese (specificare)
B.1.7
Viaggi e trasferte relativi alla voci B.1.1 - B.1.2 - B.1.3 B.1.4 B.1.5
B.2
REALIZZAZIONE
€ 162.634,00
B.2.1
Spese per i destinatari (indennità partecipanti, trasporto,
vitto ed alloggio)
Indennità di frequenza
€ 65.700,00
Indennità di viaggio
Mensa
Convitto
Borse di studio e ricerca
Borse lavoro
Stage e tirocini
Reddito allievi
Assicurazioni allievi
Altre spese (specificare)
B.2.2
Docenza
€ 12.600,00
Personale dipendente
Risorse esterne
€ 12.600,00
Altre spese (specificare)
B.2.3
Tutoraggio
€ 3.600,00
Personale dipendente
€ 3.600,00
3
Risorse esterne
Altre spese (specificare)
B.2.4
Ricerca, erogazione del servizio
€ 69.834,00
Personale dipendente
€ 18.234,00
Risorse esterne
€ 51.600,00
Altre spese (specificare)
B.2.5
Viaggi e trasferte relativi alla voci B.2.1 - B.2.2 - B.2.3 B.2.4
€ 3.100,00
B.2.6
Utilizzo locali e attrezzature per le attività programmata
€ 4.300,00
Affitto immobile
Ammortamento immobile
Leasing immobiliare
Locazione beni mobili e attrezzature
Forniture di servizi
Ammortamento attrezzature
€ 4.300,00
Leasing attrezzature
Manutenzioni ordinarie immobili/attrezzature
Manutenzioni straordinarie immobili/attrezzature
Utenze dirette
Altre spese (specificare)
B.2.7
Utilizzo materiali di consumo per le attività programmata
€3.500,00
Materiale didattico in dotazione collettiva
€ 1.500,00
Materiale didattico di uso individuale
€ 2.000,00
Altre spese (specificare)
B.2.8
Esami
B.3
DIFFUSIONE RISULTATI
€ 7.700,00
3
B.3.1
Predisposizione report
Personale dipendente
€ 3.200,00
Risorse esterne
Altre spese ( Allestimento e realizzazione di un convegno +
stampe+ CD Rom)
€ 4.500,00
B.4
DIREZIONE E CONTROLLO INTERNO
€ 60.360,00
B.4.1
Direzione e valutazione finale del progetto
€ 16.630,00
Personale dipendente
€ 5.580,00
Risorse esterne
€ 10.550,00
Altre spese (specificare)
B.4.2
Coordinamento
€ 14.530,00
Personale dipendente
€ 1.540,00
Risorse esterne
€ 12.990,00
Altre spese (specificare)
B.4.3
Segreteria tecnica organizzativa
€ 14.250,00
Personale dipendente
€ 1.260,00
Risorse esterne
€ 12.990,00
Altre spese (specificare)
B.4.4
Monitoraggio fisico-finanziario, rendicontazione
€ 14.250,00
Personale dipendente
€ 1.260,00
Risorse esterne
€ 12.990,00
Altre spese (specificare)
B.4.5
Viaggi e trasferte relativi alla voci B.4.1 - B.4.2 - B.4.3 B.4.4
€ 1.000,00
3
€ 239.094,00
B
TOTALE COSTI DIRETTI (B.1 + B.2 + B.3 + B.4)
C
COSTI INDIRETTI (max 20% del totale costi diretti)
C.1.
Personale ad imputazione indiretta di progetto (CdA,
Presidente, Direttore Generale, Portiere, ecc.)
Altre spese generale (uffici, utenze, servizi di contabilità
generale, cancelleria, spese postali, ecc.)
€ 2.500,00
C
TOTALE COSTI INDIRETTI (C.1 + C.2)
€ 10.804,00
D
TOTALE COSTO DELL'OPERAZIONE (B + C)
€ 249.898,00
E
COMPLEMENTARIETÀ (max 15% del contributo al netto del punto F)
E.1
Acquisto immobili
E.2
Acquisto attrezzature
E.3
Altre spese (specificare) Manutenzione straordinaria immobile
E
TOTALE COSTI COMPLEMENTARIETÀ
F
TOTALE COSTO DELL'OPERAZIONE (D + E)
€ 249.898,00
G
€ 16.000,00
G.1
ATTIVITÀ TRANSNAZIONALE (max 16.000,00 euro) da
inserire come progetto Betti
Personale dipendente
G.2
Risorse esterne
G.3
Viaggi e trasferte
€ 11.200,00
G.4
Predisposizione report per diffusione
€ 3.840,00
G.5
Materiale di consumo
G.6
Spese generali
G.7
Altre spese (specificare)
G
TOTALE COSTI ATTIVITÀ TRANSNAZIONALE
C.2
€ 8304,00
€ 960,00
€ 16.000,00
3
3
Data
Firma del legale rappresentante
NB: le pagine intermedie, compresa la prima, vanno siglate dal legale rappresentante del soggetto attuatore
singolo o dal legale rappresentante della capofila del costituito o costituendo raggruppamento
3