Il collezionismo mondiale alla riscoperta del Libano
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Il collezionismo mondiale alla riscoperta del Libano
PLUS24 1 Il Sole 24 Ore Sabato 2 Giugno 2012 18 ArtEconomy24 LETTERA DA WALL STREET di Mario Platero Paesi emergenti. Tra guerra e pace il Paese mediorientale diventa fucina dell’arte internazionale Eventi. L’8-11 luglio Il collezionismo mondiale alla riscoperta del Libano Beirut Art Fair ricca e trendy Internet? È come il Far West L H o passato due giorni alla All Things Digital Conference, un brainstorming senza sosta incentrato sull’ultima frontiera dell’economia digitale. Vale a dire di quel settore che ci tiene ancorati al futuro. E che dà, soprattutto all’America (non so per quanto), una superiorità tecnologica sulla concorrenza in arrivo dal pianeta cinese. In questi due giorni mi ha colpito una cosa: la litigiosità. Tutti litigano, anzi si fanno causa, si accusano di furti di idee, di copyrights, di brevetti. E quando si litiga troppo c’è un pericolo di freno/inefficienza. Chi litiga? Apple Computer fa causa a Samsung e Samsung ricambia il complimento. Ho visto Tim Cook, il ceo di Apple alla sua prima apparizione pubblica e mi ha colpito il livore, dietro la sua calma apparente, contro coloro che "rubano" le idee ad Apple. Ho visto Larry Ellison, geniale, un grande della vecchia guardia: è furibondo con Sap e con Hewlett Packard, soprattutto è furibondo con Leo Apotheker l’ex amministratore delegato di entrambe le aziende. Sono in causa. E Sean Parker, fondatore di Napster, ex promotore di Facebook che oggi lavora con Spotify, attacca Apple iTune: «Hanno cercato di boicottare il nostro sbarco in America». erché questi litigi? Perché su internet, ormai un settore maturo, regna ancora il Far West. L’atteggiamento è quello del passato: tutto libero, tutto senza pagare, non solo l’informazione ma anche un programma. L’ho visto in sala. Nathan Myhrvold, che ha fondato Intellectual Ventures, un fondo che acquista brevetti per sviluppo e per internet è stato fischiato dal pubblico. «Lei rovina l’innovazione» gli ha detto uno dal pubblico. Vero? Falso? Secondo me, falso. Ci vuole ordine. Le idee – e siamo nell’economia delle idee – sono una proprietà chiave. E vanno regolate. Myhrvold è perplesso dall’accoglienza e mi fa un esempio: nel Far West i pascoli erano liberi, le praterie erano libere. Poi arrivarono paletti recinti e proprietà. E i pionieri senza pascoli protestavano: si sarebbe ucciso lo spirito della nuova frontiera, dicevano. Come sappiamo, non è stato così. P [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA a primavera araba e l’attenzione del mondo occidentale su queste regioni ha favorito l’internazionalizzazione dell’arte del Medio Oriente. «Ma è sbagliato pensare che la scena artistica in Libano si sia sviluppata ora» dice Saleh M. Barakat, proprietario dell’Agial Art Gallery di Beirut, attivo da 22 anni. «Il mercato dell’arte c’è sempre stato: negli anni 70 artisti come Alexander Calder, Max Ernst e Georges Mathieu esponevano normalmente a Beirut, e gli autori locali avevano un mercato solido. Con la guerra il paese è diventato più periferico, ma una luce indiretta è stata proiettata dopo l’attacco alle Torri gemelle, l’opinione pubblica ha cominciato a osservare le dinamiche nazionali del Medio Oriente. Nel frattempo è tramontato l’eurocentrismo, mentre nei paesi ricchi del Golfo la ricerca di un’identità culturale ha portato alla nascita di musei che aumenteranno il grado di esposizione internazionale». L’attuale situazione di pace in Libano – seppure piena di compromessi – ha favorito l’aumento del numero delle gallerie, dei collezionisti e dei centri espositivi d’arte contemporanea. «Alcuni artisti hanno visto salire i propri prezzi in modo vertiginoso» dichiara Rose Issa, curatrice di origini libanesi-iraniane, da 30 anni esperta d’arte del mondo araboiraniano e gallerista a Londra, «primo tra tutti Ayman Baalbaki (1975). Un suo quadro di 2 x 1,5 metri è passato da 10mila-12mila euro a 45mila in tre anni, e c’è già una lista d’attesa. La sua è una famiglia di artisti, anche suo fratello Said (1974) e suo cugino Oussama (1978) sono emergenti: le ope- I COLLEZIONISTI «2:15 pm» 2007 di Ayman Baalbaki, acrilico su tela, 2007, cm 200 x 160 Una dinamica generazione under 40 scambiata sotto i 50mila dollari re di Said sono passate da 10mila a 25mila euro. «I Baalbaki hanno vissuto gli orrori della guerra – continua Rose Issa, – Ayman è nato nell’anno dell’inizio della guerra civile e i suoi quadri riproducono con pennellate libere e materiche le immagini di palazzi distrutti e scene di guerra; spesso dipinge su Johnny e Nadine Mokbel tessuti floreali tipici del sud del Libano. Non gli piace la tela bianca». In Italia è rappresentato da Luce Gallery a Torino. Suo fratello, invece, dipinge con uno stile più lineare, pile di valigie che rimandano alla necessità di essere sempre pronti a scappare. Un’altra giovane artista molto amata è Tagreed Darghouth (1979), da Agial Art Gallery le sue opere quotano tra 5mila e 12mila euro. Nomi più noti all’estero sono quelli di Walid Raad (1967), autore del collettivo fittizio «The Atlas Group», che ha già esposto a Documenta 11, alla Whitechapel Gallery di Londra, alle biennali di Venezia e Whitney ed è nelle collezioni di MoMA, Tate e Pompidou. E poi Marwan Rechmaoui (1964), che nel 2010 ha esposto alla Serpentine Gallery ed è nelle collezioni Saatchi e Tate, e Akram Zaatari (1966), di cui il MoMA ha appena acquistato un’opera e tra un anno gli dedicherà una personale. «Anche Abdulrahman Katanani (1983) sta ricevendo molte attenzioni internazionali» prosegue il gallerista Barakat. «L’artista è nato in un campo di profughi palestinesi; le sue opere sono fatte con materiali trovati nel campo profughi e rappresentano bambini che giocano felici». I prezzi vanno da 8mila a 12mila euro. A differenza degli artisti emergenti visibili dai collezionisti internazionali, per i moderni l’incontro con il grande pubblico avviene solo ora. Saleh M. Barakat organizza ogni anno una retrospettiva su un artista moderno libanese, andando a supplire alla mancanza dei musei di contemporaneo, assenti in Libano. «La prima retrospettiva Libano? Come si è evoluta negli ultimi decenni? È molto interessante. La qualità è molto alta e i prezzi sono ancora accessibili. Chi sono i collezionisti in Libano? Collezionano principalmente arte libanese o anche arte internazionale? I libanesi sono aperti a tutte le culture e collezionano a livello internazionale. Nella nostra raccolta abbiamo deciso di dare un segno di distinzione e concentrarci solo sul Libano. Il pubblico internazionale s’interessa all’arte libanese? Sì, lo possiamo osservare dalle ultime aste di Christie’s a Dubai, in cui un acquirente europeo che vive a Hong Kong ha comprato la maggior parte dei pezzi importanti in catalogo. Qual è il ruolo delle istituzioni in Libano? Ci sono musei pubblici che collezionano? Praticamente non esistono! I maggiori sforzi sono fatti dai privati. Chi sono i giovani più interessanti da seguire? Ayman, Said e Oussama Baalbaki e Tagreed Dargout. Silvia Anna Barrilà © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA è stata dedicata a Nabil Nahas (1949), che ora ha un enorme successo internazionale e ha venduto molto bene a Tefaf, Art Basel, Art Basel Miami Beach e Frieze». È in corso al Beirut Exhibition Center poi una retrospettiva di Chafic Abboud (1926-2004), co-curata dallo stesso gallerista. Nel 2011 l’artista è stato esposto dall’Institut du Monde Arabe di Parigi e i suoi prezzi vanno da 20mila e 100mila euro. Altri nomi importanti sono quelli di Paul Guiragossian, i cui prezzi in galleria variano in media tra 20mila e 80mila euro, e della scultrice Saloua Raouda Choucair (1916), che nell’aprile 2013 avrà una personale alla Tate Modern. Le sue opere sono molto rare e in galleria quotano da 20mila a 200mila euro. E poi su Aref Rayess (1928-2004) uscirà un libro scritto dalla curatrice Catherine David, i suoi lavori in galleria quotano in media 10mila-50mila euro. Anche le aste di arte araba, iraniana e turca da Christie’s a Dubai concorrono ad aumentare il grado di esposizione internazionale. «Ad aprile abbiamo offerto due opere di Saliba Douaihy (1915-1994), che visse a New York influenzato da Mark Rothko. Le sue opere sono molto rare, non escono facilmente dalle collezioni – afferma Hala Khayat, specialist da Christie’s a Dubai – ed entrambe hanno raddoppiato le stime». «Mediterranea» da 40mila-60mila dollari è stata venduta per 92.500 dollari, mentre «Regenaration», partita da 80mila-120mila è passata a 278.500 dollari. I Moderni recuperano. Silvia Anna Barrilà © RIPRODUZIONE RISERVATA Beirut Raccolte private al posto dei musei COURTESY THE MOKBEL ART COLLECTION J ohnny e Nadine Mokbel sono due collezionisti di Beirut. Hanno iniziato a collezionare arte libanese nel 1998 con lo scopo di sostenere gli artisti già affermati e promuovere quelli più giovani. Per incrementare il grado di esposizione di questi artisti, i Mokbel hanno un elenco completo di tutte le loro opere con immagine sul proprio sito e si impegnano per la diffusione dell’arte libanese all’estero. Collezionate solo arte libanese? Di che periodo? Sì, a partire dall’inizio del XX secolo. Bisogna far presente che la storia della pittura in Libano e nell’intera regione, di cui si possono ricostruire le tracce, risale più o meno a 125 anni fa. Non è come in Europa dove ci sono documenti di centinaia di anni. Chi sono gli artisti presenti nella vostra collezione? Abbiamo un buon numero di opere meravigliose dei padri fondatori della pittura moderna libanese come Paul Guiragossian, Shafic Abboud, Aref Rayess, Willy Aractinji e un gruppo di opere impressionanti di giovani artisti del dopoguerra (s’intende la guerra libanese) come Ayman, Said e Oussama «Le Depart (Melancholy)» 1975 di Paul Guiragossian, olio su tela, cm 100x70 Trasparenza e passione formano un patrimonio da 5 milioni di euro Baalbaki e Tagreed Darghout. Quali sono le caratteristiche dell’arte libanese? Si sa che i libanesi sono aperti a tutte le culture, specialmente a quelle dei loro paesi adotti- vi e a quelle in cui hanno condotto i loro studi o lavorato. In questo senso l’Europa viene al primo posto, quindi lo stile e la tecnica risentono di queste influenze, ma il modo di esprimerle è unico e libanese. Quante opere possedete e quanto vale la collezione? Più di cento, la stima è di oltre 5 milioni di euro. Quante ne acquistate e quanto investite ogni anno? Dipende da quante opere di qualità riusciamo a vedere ogni anno, si va da un semplice 20% al 70% a volte, se necessario. Avete intenzione di aprire un museo privato? Non è nei nostri piani per ora. In cosa consiste il vostro progetto Art Collectors Society? Nasce con l’apertura della nostra collezione al pubblico, da quel momento siamo diventati mecenati. Lo scopo principale dell’"Art Collectors Society" è incrementare la consapevolezza del mercato dell’arte e la trasparenza tra i libanesi e combattere casi di falsi e furti, ora che il mercato nella regione si sta evolvendo rapidamente. Com’è la scena dell’arte in F orte di una generazione che dalla seconda metà del 900 ha catalizzato gli sguardi del mondo occidentale con Saloua Rouada Choucair (1916), Saliba Douaihy (1915-94) e Paul Guiragossian (1926-1993) il Libano si presenta nell’arena del mercato internazionale dell’arte con credenziali solide, rafforzate dai risultati delle aste e da un crescente interesse dello star system. Che guarda con attenzione soprattutto alle generazioni emergenti. Il trend degli scambi nell’area Manasa (Middle East, North Africa, South Asia) è in crescita e lo conferma ad «ArtEconomy24» Laure d'Hauteville, direttore di Beirut Art Fair (BAF), giunta alla terza edizione, prevista quest’anno dal 5 all’8 luglio con la partecipazione di 40 gallerie (lo scorso erano 25). «Lavoriamo con un budget di 2,5 milioni di dollari – precisa d'Hauteville – (+20% sul 2011) e tra i nostri sponsor della prima ora ci sono Bank Med (che possiede una vastissima collezione tra cui grandi tele di Guiragossian), la compagnia d’assicurazione Bankers (con una grande collezione) e Chronora, distributore di orologi di lusso che sta creando un board di giovani collezionisti d’arte contemporanea». Gli artisti libanesi emergenti si esprimono con media differenti. Video, tanta fotografia, la pittura tiene. «Moltissimi artisti libanesi lavorano sul concetto di "memoria della guerra": – chiarisce Pascal Odille, direttore artistico di BAF – è un modo di elaborare il loro passato recente e riflettere su quello che sta accadendo nel Medio Oriente, poiché negli ultimi decenni non vi è una generazione che abbia vissuto senza la guerra. E l’indagine nella memoria diventa ricerca artistica come per Ayman Baalbaki (1975)». Infatti i collezionisti a BAF hanno a disposizione molti autori su cui puntare. Nomi solidi come Akram Zaatari (1966), cofondatore dell’Arab Image Foundation, le sue foto sono nella collezione della Tate di Londra. Alfred Tazazi (1980), Rita Awn, Mohamed Said Baalbaki (1974), presente alle fiere Scope e Art Miami: un suo «Untiltled» da Christie’s ha raddoppiato la stima aggiudicato a 27mila $. Mounira al Solh (1978), Tagreed Darghout (1979), Zeina Abirached (1980), che lavora anche con il medium degli strip cartoon; Johana Hadjithomas & Khalil Joreige (1969), vincitori dell’Abraaj Capital Prize. «Quest’anno proporremo un focus sulla Street Art, molto diffusa e praticata in Libano da giovani artisti e porteremo i collezionisti a visitare i graffiti più interessanti in città. BAF è visitata da molti libanesi della diaspora (14 milioni vivono fuori dal Paese) – conclude Odille – che acquistano opere di autori libanesi che meglio di altri si confrontano con il resto del mondo: la loro capacità di spesa è tra 20mila e 80mila dollari. Ma collezionisti arrivano anche da Dubai, Siria e Marocco». Riccarda Mandrini COURTESY THE MOKBEL ART COLLECTION PLUS24 1 Il Sole 24 Ore Sabato 2 Giugno 2012 ArtEconomy24 19 LE QUOTAZIONI DELL’ARTE CONTEMPORANEA LIBANESE Moderni già consolidati I «nuovi» poco costosi e per ora solo in galleria N ella tabella sono analizzate alcune opere di artisti libanesi. Ogni opera presentata con una scheda tecnica viene stimata attraverso i valori incrociati del mercato primario (galleria) e di quello secondario (case d’asta). Bisogna ricordare che ogni opera è un unicum e che per spiegarne il prezzo sarebbe necessario analizzarla. Qui diamo i prezzi resi noti e offriamo al lettore dei commenti al fine di comprenderne le performance. Non dimenticando che i valori sono determinati anche dalla qualità dell’opera, dalla reputazione dell’artista e dall’importanza della sua galleria Ayman Baalbaki (Adaisse, 1975) Opera Al Mulatham, 2011. Tecnica Acrilico su tela, cm 184 x 129,5. Stima 30.000£ + Iva. Gallerie di riferimento Rose Issa Projects, Londra (www.roseissa. com); Luce Gallery, Torino (www.lucegallery.com). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è 98.500 $ battuti da Christie’s Dubai, il 17 aprile 2012 per Yuk (Cupboard), 2012, acrilico su tela incorniciata con una credenza antica, cm 235 x 229,5. In asta i dipinti quotano da 14mila a 200mila dollari; in galleria i dipinti vanno da 30mila a 100mila sterline. Top price 206.500 $ per Let A Thousand Flowers Bloom (2011), olio su rivestimento in tessuto stampato su rame e montato su vetro light box, cm 233 x 157 x 7, aggiudicato a tre volte la stima da Christie’s Dubai, il 19 aprile 2011. Commento Costretto a lasciare il suo quartiere d’origine in seguito all’occupazione israeliana (1982), Ayman si diploma all’Istituto di Belle Arti di Beirut (1994-1998) e si laurea in ArtCOURTESY ROSA ISSA PROJECT, LONDRA Al Mulatham, 2011 Space all’ENSAD di Parigi (2001-2002), dove si perfeziona nel 2003. Attualmente vive e lavora a Beirut. Le sue prime mostre collettive sono del 1996, quelle personali del 2002. Nel 2011 rappresenta il Libano alla 54a Biennale di Venezia nella mostra «The Future of a Promise»; presente nei principali musei e collezioni del Medio Oriente (Libano, Giordania, Egitto, Turchia, Emirati Arabi), in Francia, Gran Bretagna e Italia, dedica il suo lavoro ai temi della guerra, descritta attraverso i volti anonimi di chi indossa la tradizionale kefiah o degli edifici bombardati di Beirut. In asta dal 2009, registra nove passaggi con un venduto del 100%. Arti- sta in ascesa e con ampi margini di crescita soprattutto sulle piazze occidentali. (M.Moj.) Ali Hassoun (Sidone, 1964) Opera Primavera Araba, 2012. Tecnica Olio su tela, cm 60 x 75. Stima 6.750 À. Gallerie di riferimento Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea, Milano (www.guastalla.com); Agial Art Gallery, Beirut (www.agialart.com); Biale Cerruti Art Gallery, Siena (www.bialecerrutiarte.it). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è la stessa del top price. Da Pananti di Firenze, il 16 settembre 2011 è passato di mano per 1.100 À Le muse inquietanti (2007), olio su tela, cm 50 x 60, che tre mesi fa, presso la stessa casa d’aste, era stata battuta per 1.400 À. In galleria le opere quotano da 6.000 a 12.000 À in base al formato. Top price 5.000 À per Senza titolo (2010), olio e semifresco su tela, cm 60 x 75, aggiudicato da Meeting Art, Vercelli, il 18 marzo 2012, al doppio della stima. Commento In Italia dal 1982 prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove nel 1992 si laurea in architettura. Pittore classico, sviluppa nel suo COURTESY DELL’ARTISTA ALI HASSOUN Primavera Araba, 2012 lavoro il tema del viaggio fisico e mentale; vicino alla spiritualità sufi, Hassoun crea personaggi di un Islam o di un’Africa tanto vissuta quanto favolosa e le sue composizioni vivono in un gioco di citazioni colte e di rimandi indiretti tra figura e sfondo. Giudicato troppo occidentale dalla cultura arabo-mediterranea, è definito un figurativo di matrice mediorientale dalla critica occidentale. Artista dalla doppia nazionalità (libanese e italiana), nel suo lavoro propone i valori di una fratellanza originaria che precede le divisioni religiose e politiche. La città di Siena, dove ha vissuto molti anni, gli ha commissionato il drappellone per il Palio 2010. Attualmente vive e lavora a Milano. Pittore di nicchia, ha un mercato dal passo lento ma costante. In asta dal 2003 registra 10 passaggi e un venduto del 70%. Negli ultimi dieci anni le sue quotazioni sono cresciute del 100%, ma hanno ancora ampi margini di crescita sia di scambi che di prezzi, in Italia e all’estero. (M.Moj.) Jeffar Khaldi (Palestina, 1964) Opera Predators 01, 2001. Tecnica Mista su carta, polittico di 9 pezzi, cm 29,5 x 42 (l’uno). Stima 34.000 $. Gallerie di riferimento Gallery Isabelle van den Eynde, Dubai (www. ivde.net); The Saatchi Gallery, Londra (www.saatchigallery.co.uk); B21 Progressive Art Gallery, Dubai ([email protected]). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è anche il top price. In asta le opere, sia su tela che su carta, quotano da 8 mila a 29mila dollari; in galleria passa la prima scelta che costa fino a 34mila dollari. Top price 29.738$ per Go Where (2008), olio su tela, cm 240 x 220, aggiudicato da Sotheby’s Londra, il 20 ottobre 2010. Commento Lascia il Libano per il Texas e dalla fine degli anni 90 vive a Dubai. La sua prima collettiva è alla Biennale di Sharjah (1997), cui seguono numerose mostre, da Charles Saatchi a COURETSY GALLERY ISABELLE VAN DEN EYNDE Predators 01, 2001 Londra, al Mathaf di Doha (il più importante museo arabo di arte moderna), a New York, in Messico, Olanda e Cina. Sue opere sono nella Pierre Huber Collection di Ginevra e nella Enrico Navarra Collection di Parigi. Non si considera un artista politico, anche se nel suo lavoro si riflette il dramma dell’occupazione della Palestina, mentre la forma si ispira alle antiche miniature persiane. In asta dal 2007 registra quattro passaggi con un venduto del 75%. Artista raro sul secondo mercato, ha un ottimo potenziale di crescita sulle piazze occidentali. (M.Moj.) Oussama Baalbaki (Beirut, 1978) Opera Untitled, 2012. Tecnica Acrilico su tela, cm 150 x 180. Stima 13.500 $. Gallerie di riferimento Agial Art Gallery, Hamra-Beirut (www. agialart.com); Verde Art Gallery, Dubai e Kingston ([email protected]). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è 2.160 $ per Untitled (2011), acrilico su tela, cm 50 x 60, battuta da Ayyam Auctions, Beirut, il 17 gennaio 2012. In asta le sue tele recenti, sia di paesaggi che di figure (soprattutto autoritratti), quotano da 2mila a 10mila dollari. In galleria passa la prima scelta e i prezzi vanno da 1.800 $ a 13.500 $, a seconda del formato. Top price 10.800 $ per Untitled (2010), acrilico su tela, cm 180 x 150, battuta da Ayyam Auctions, Beirut, il 15 luglio 2011. Commento Laureato con lode nel 2002 presso la Scuola Università Libanese di Belle Arti, Oussama Baalbaki presenta la sua prima personale nel 2004. Il tema della guerra è presente nella sua pittura, espressa con una tavolozza grigia, dove una macchia di colore è un segno di speranza; COURTESY AGIAL ART GALLERY Untitled, 2012 nel 2009 riceve il Premio internazionale «Jeux de la Francophonie» per il secondo posto con medaglia d’argento. In asta dal 2009, registra 10 passaggi con un venduto del 100%. Tra le stelle nascenti del nuovo colle- zionismo mediorientale, ha scambi prettamente libanesi e un mercato occidentale tutto da costruire. (M.Moj.) Nadine Kanso (Beirut, 1968) Opera Makan 1, 2011. Tecnica Collage su stampa Lambda, cm 96 x 72. Stima 7.000 $. Gallerie di riferimento Cuadro Fine Art Gallery, Dubai (cuadroart.com); Isabelle Van den Eynde, Dubai (www.ivde.net). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è anche il top price. Il 13 aprile 2012 è passato di mano per 1.800 $, da Bonhams Dubai, la stampa fotografica su metallo Fashionista/Zayan (2006), cm 69,5 x 100, tirata in tre esemplari. In galleria passa la prima scelta e le quotazioni qui raddoppiano. Top price 4.800 $ per Past...Present...Future (2012), collage e foto su stampa Labda, cm 102 x 160, aggiudicato da Ayyam Auctions, Dubai, il 15 maggio 2012. Commento Dopo due lauree all’Università Libanese Americana in Communication Arts Design e in Pubblicità, si afferma come designer di gioielli e come fotografa. Nel 2006 espone al Victoria & Albert di Londra nella collettiva "Me Arabize" e alla galleria B21 quenta lo Studio Yarkon di Gerusalemme, poi si stabilisce in Libano, dove insegna pittura e nel 1953 sposa una sua allieva. Padre di cinque figli continua a coltivare l’arte: nel 1956 è premiato alla Biennale di Venezia con una borsa di studio che gli permette di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Firenze. COURTESY THE PARK GALLERY Les Amies, ca 1988 Nel 1961-1962 è a Parigi grazie a un’altra borsa di studio. Rientra in Libano, ma dal 1989 al 1991 torna i Francia con la famiglia e realizza i suoi più grandi capolavori, esposti nel 1992 nella personale allestita alla IMA (Institut du Monde Arab). È considerato artisticamente un libanese ed è una gloria nazionale. In asta dal 2007, registra 108 passaggi con un venduto del 79%. Mercato soprattutto mediorientale e francese, esploso tra il 2008 e il 2009, ha ampi margini di incremento sulle piazze occidentali. (M.Moj.) COURTESY CUADRO FINE ART GALLERY Makan 1, 2011 di Dubai presenta una mostra di ritratti di volti arabi sul tema dell’identità araba contemporanea, che porta avanti da almeno un decennio. Suoi collage e fotografie sono esposti in numerose fiere: nel 2008 partecipa a Design Miami con la Sabah Art Gallery dove presenta «Bi Arabi», una linea di gioielli ispirati alla grafia araba e nel 2010 crea per Louis Vuitton una serie di immagini coordinate sul rapporto mare-sport-vela. In asta dal 2009 registra sei passaggi e un venduto dell’83%. Il suo mercato è mediorientale, con ampi margini di crescita anche sulle piazze occidentali. (M.Moj.) Paul Guiragossian (Gerusalemme 1926 - Beirut 1993) Opera Les Amies, 1988 circa. Tecnica Olio su tela, cm 100 x 70. Stima Da 54.000 a 85.000 £. Gallerie di riferimento The Park Gallery, Londra (www. theparkgallery.com). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è 74.500 $ per Intérieur (1971-1972), olio su tela, cm 101 x 81,3, battuta da Christie’s Dubai, il 18 aprile 2012, al doppio della stima. In asta i lavori astratti della maturità (anni 80 e 90) sono i più richiesti e i più pagati, tra i 100mila e i 240mila dollari. In galleria i prezzi sono allineati a quelli d’asta. Top price 242.500 $ per Claire Obscure (1987), olio su tela, cm 120 x 100, aggiudicato da Christie’s Dubai, il 26 ottobre 2010, al doppio della stima. Commento Cresciuto in collegio, scopre subito di avere talento per il disegno, ma questo viene ostacolato dalla madre che non vede nell’arte un futuro concreto, né redditizio. Nel 1942 fre- Zena El Khalil (Londra, 1976) Opera Goats, 2010. Tecnica Mista, cm 61 x 51. Stima 6.000 À. Gallerie di riferimento Galerie Tanit, Monaco (www.galerietanit.com); Agial Art Gallery, Beirut (www.agialart.com). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è 15.000 $ per Alice Just Left The Building (2008), tecnica mista, collage, plastica, spugne sotto scatola di plexiglass, cm 110 x 66, battuta da Christie’s Dubai, il 26 ottobre 2010. Il 9 novembre 2010 l’opera Donkey (2010), tecnica mista tessuto, paillette, perle si tavoletta, cm 50,8 x 59,1, passata da Bonhams New York per 5.000-7.000 $, è rimasta invenduta. I prezzi di galleria, dove si trova la prima scelta, sono allineati a quelli d’asta. Top price 33.422$ per Al Bas (2006), tecnica mista, collage, carta, perline e spille, aggiudicata da Sotheby’s Londra, il 23 ottobre 2008 al triplo della stima. Commento Libanese nata a Londra, ha vissuto in Nigeria e Stati Uniti prima di tornare in Libano. Dopo il diploma alla Scuola di COURTESY GALERIE TANIT Goats, 2010 Arti Visive di New York, si perfeziona in Grafica e Design all’Università Americana di Beirut. Riconosciuta a livello internazionale, con mostre in importanti sedi museali di Francia, Germania, Giappone, a Miami e a Dubai e alla Fondazione Merz di Torino, si esprime con la pittura, la performance e l’installazione. Oggi vive tra Beirut e Torino. Scrittrice di successo, pubblica con l’editore Donzelli nel 2010 «Beirut I love You», il diario autobiografico dei 33 giorni di invasione israeliana del Libano (2006). Le sue opere con immagini di militari, Kalashnikov e kefiah ornate da fiori di plastica, brillantini, bambole Barbie, soldatini giocattolo, tessuti e altri oggetti raccolti per le vie di Beirut, sono volutamente disorientanti. Accanto alle sue mostre personali, promuove gli artisti arabi in numerosi progetti culturali. In asta dal 2008, registra soltanto quattro passaggi con un venduto dell’80%. Il suo secondo mercato ha ampi margini di crescita sia sulle piazza occidentali che orientali. (M.Moj.) Ziad Antar (Saida, 1978) Opera Roue De Beyrouth. Tecnica Stampa fotografica, cm 125 x 125, edizione 3 di 6. Stima 6.655 £. Gallerie di riferimento Selma Feriani Gallery, Londra (www.selmaferiani.com); Galerie Almine Rech, Parigi, Bruxelles (www.alminerech.com); The Plattform Gallery. Berlino (www.platformgallery.com). Quotazioni L’aggiudicazione più recente è la stessa del top price. In asta le sue foto a colori, tirate in edizioni di sei, quotano da 3.500 a 10.000 $; allineati i prezzi di galleria. Top price 11.549 $ per Coral Beach (2007), stampa fotografica a colori montata su alluminio, cm 118,5 x118, aggiudicata da Sotheby’s Londra, il 4 ottobre 2011. Commento Dopo la laurea in Scienze agrarie e Ingegneria, conseguita all’Università Americana del Libano (2000), si diploma alla Scuola Superiore di Cinematografia di Parigi (2003). La sua prima personale è del 2005, alla Plattform Gallery di Berlino, COURTESY SELMA FERIANI GALLERY Roue De Beyrouth cui seguono mostre in Gran Bretagna, Francia, alla Fondazione Pistoletto di Biella, a Taipei, in Giappone, Corea e negli Emirati Arabi. Presente con lavori in musei e collezioni importanti, dal Pompidou di Parigi, alla tedesca Nadour, alla svizzera Kamel Lazaar Foundation, esplora con humor la questione dell’identità, intercalando immagini di distruzione e desolazione della particolare realtà libanese. Attualmente vive e lavora tra Saida e Parigi. In asta dal 2009, registra soltanto quattro passaggi, un venduto del 25% e un mercato internazionale soprattutto vivace in galleria. (M.Moj.) Legenda 1 Stima: fatta sulle altre edizioni dell’opera in vendita, dal gallerista di riferimento o dall’art advisory. 1 Top price: cifra massima pagata in asta per un’opera. 1 Le aggiudicazioni d’asta dal 1990 o dal 1995 per gli artisti più giovani, espresse in $ o in Á, sono comprensive delle commissioni di vendita che si aggirano tra il 15% e il 25% sulla cifra battuta. Foto: Courtesy dei musei di riferimento e delle gallerie. Banche dati d’asta Artnet.com Artprice.com