Il collezionismo mondiale alla riscoperta del Libano

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Il collezionismo mondiale alla riscoperta del Libano
PLUS24 1 Il Sole 24 Ore
Sabato 2 Giugno 2012
18 ArtEconomy24
LETTERA
DA WALL STREET
di Mario Platero
Paesi emergenti. Tra guerra e pace il Paese mediorientale diventa fucina dell’arte internazionale
Eventi. L’8-11 luglio
Il collezionismo mondiale
alla riscoperta del Libano
Beirut Art
Fair ricca
e trendy
Internet?
È come
il Far West L
H
o passato due giorni
alla All Things Digital Conference, un brainstorming senza sosta incentrato sull’ultima frontiera dell’economia digitale. Vale a dire di quel
settore che ci tiene ancorati al futuro. E che dà,
soprattutto all’America
(non so per quanto), una
superiorità tecnologica
sulla concorrenza in arrivo dal pianeta cinese. In
questi due giorni mi ha
colpito una cosa: la litigiosità. Tutti litigano, anzi si fanno causa, si accusano di furti di idee, di
copyrights, di brevetti. E
quando si litiga troppo
c’è un pericolo di freno/inefficienza.
Chi litiga? Apple Computer fa causa a Samsung e Samsung ricambia il complimento. Ho
visto Tim Cook, il ceo di
Apple alla sua prima apparizione pubblica e mi
ha colpito il livore, dietro la sua calma apparente, contro coloro che "rubano" le idee ad Apple.
Ho visto Larry Ellison, geniale, un grande della
vecchia guardia: è furibondo con Sap e con
Hewlett Packard, soprattutto è furibondo con
Leo Apotheker l’ex amministratore delegato di
entrambe le aziende. Sono in causa. E Sean
Parker, fondatore di Napster, ex promotore di Facebook che oggi lavora
con Spotify, attacca Apple iTune: «Hanno cercato di boicottare il nostro
sbarco in America».
erché questi litigi? Perché su internet, ormai un settore maturo,
regna ancora il Far West.
L’atteggiamento è quello
del passato: tutto libero,
tutto senza pagare, non
solo l’informazione ma
anche un programma.
L’ho visto in sala. Nathan
Myhrvold, che ha fondato Intellectual Ventures,
un fondo che acquista
brevetti per sviluppo e
per internet è stato fischiato dal pubblico. «Lei
rovina l’innovazione» gli
ha detto uno dal pubblico. Vero? Falso? Secondo
me, falso. Ci vuole ordine. Le idee – e siamo
nell’economia delle idee
– sono una proprietà
chiave. E vanno regolate. Myhrvold è perplesso
dall’accoglienza e mi fa
un esempio: nel Far
West i pascoli erano liberi, le praterie erano libere. Poi arrivarono paletti
recinti e proprietà. E i
pionieri senza pascoli
protestavano: si sarebbe
ucciso lo spirito della
nuova frontiera, dicevano. Come sappiamo,
non è stato così.
P
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a primavera araba e l’attenzione del mondo occidentale su
queste regioni ha favorito l’internazionalizzazione dell’arte del Medio Oriente. «Ma è sbagliato pensare che la scena artistica in Libano
si sia sviluppata ora» dice Saleh M.
Barakat, proprietario dell’Agial
Art Gallery di Beirut, attivo da 22
anni. «Il mercato dell’arte c’è sempre stato: negli anni 70 artisti come Alexander Calder, Max Ernst e
Georges Mathieu esponevano normalmente a Beirut, e gli autori locali avevano un mercato solido.
Con la guerra il paese è diventato
più periferico, ma una luce indiretta è stata proiettata dopo l’attacco
alle Torri gemelle, l’opinione pubblica ha cominciato a osservare le
dinamiche nazionali del Medio
Oriente. Nel frattempo è tramontato l’eurocentrismo, mentre nei paesi ricchi del Golfo la ricerca di
un’identità culturale ha portato alla nascita di musei che aumenteranno il grado di esposizione internazionale». L’attuale situazione di
pace in Libano – seppure piena di
compromessi – ha favorito l’aumento del numero delle gallerie,
dei collezionisti e dei centri espositivi d’arte contemporanea. «Alcuni artisti hanno visto salire i propri
prezzi in modo vertiginoso» dichiara Rose Issa, curatrice di origini libanesi-iraniane, da 30 anni
esperta d’arte del mondo araboiraniano e gallerista a Londra, «primo tra tutti Ayman Baalbaki
(1975). Un suo quadro di 2 x 1,5
metri è passato da 10mila-12mila
euro a 45mila in tre anni, e c’è già
una lista d’attesa. La sua è una
famiglia di artisti, anche suo fratello Said (1974) e suo cugino Oussama (1978) sono emergenti: le ope-
I COLLEZIONISTI
«2:15 pm» 2007 di Ayman Baalbaki,
acrilico su tela, 2007, cm 200 x 160
Una dinamica
generazione
under 40
scambiata sotto
i 50mila dollari
re di Said sono passate da 10mila
a 25mila euro. «I Baalbaki hanno
vissuto gli orrori della guerra – continua Rose Issa, – Ayman è nato
nell’anno dell’inizio della guerra civile e i suoi quadri riproducono
con pennellate libere e materiche
le immagini di palazzi distrutti e
scene di guerra; spesso dipinge su
Johnny e Nadine Mokbel
tessuti floreali tipici del sud del
Libano. Non gli piace la tela bianca». In Italia è rappresentato da
Luce Gallery a Torino. Suo fratello, invece, dipinge con uno stile
più lineare, pile di valigie che rimandano alla necessità di essere
sempre pronti a scappare. Un’altra giovane artista molto amata è
Tagreed Darghouth (1979), da
Agial Art Gallery le sue opere quotano tra 5mila e 12mila euro. Nomi più noti all’estero sono quelli
di Walid Raad (1967), autore del
collettivo fittizio «The Atlas
Group», che ha già esposto a Documenta 11, alla Whitechapel Gallery di Londra, alle biennali di Venezia e Whitney ed è nelle collezioni di MoMA, Tate e Pompidou. E poi Marwan Rechmaoui
(1964), che nel 2010 ha esposto
alla Serpentine Gallery ed è nelle
collezioni Saatchi e Tate, e Akram
Zaatari (1966), di cui il MoMA ha
appena acquistato un’opera e tra
un anno gli dedicherà una personale. «Anche Abdulrahman Katanani (1983) sta ricevendo molte
attenzioni internazionali» prosegue il gallerista Barakat. «L’artista
è nato in un campo di profughi
palestinesi; le sue opere sono fatte con materiali trovati nel campo
profughi e rappresentano bambini che giocano felici». I prezzi vanno da 8mila a 12mila euro.
A differenza degli artisti emergenti visibili dai collezionisti internazionali, per i moderni l’incontro
con il grande pubblico avviene solo ora. Saleh M. Barakat organizza
ogni anno una retrospettiva su un
artista moderno libanese, andando a supplire alla mancanza dei
musei di contemporaneo, assenti
in Libano. «La prima retrospettiva
Libano? Come si è evoluta negli ultimi decenni?
È molto interessante. La qualità è molto alta e i prezzi sono
ancora accessibili.
Chi sono i collezionisti in
Libano? Collezionano principalmente arte libanese o anche arte internazionale?
I libanesi sono aperti a tutte
le culture e collezionano a livello internazionale. Nella nostra
raccolta abbiamo deciso di dare
un segno di distinzione e concentrarci solo sul Libano.
Il pubblico internazionale
s’interessa all’arte libanese?
Sì, lo possiamo osservare dalle ultime aste di Christie’s a Dubai, in cui un acquirente europeo che vive a Hong Kong ha
comprato la maggior parte dei
pezzi importanti in catalogo.
Qual è il ruolo delle istituzioni in Libano? Ci sono musei pubblici che
collezionano?
Praticamente non esistono! I
maggiori sforzi sono fatti dai
privati.
Chi sono i giovani più interessanti da seguire?
Ayman, Said e Oussama
Baalbaki e Tagreed Dargout.
Silvia Anna Barrilà
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è stata dedicata a Nabil Nahas
(1949), che ora ha un enorme successo internazionale e ha venduto
molto bene a Tefaf, Art Basel, Art
Basel Miami Beach e Frieze». È in
corso al Beirut Exhibition Center
poi una retrospettiva di Chafic Abboud (1926-2004), co-curata dallo
stesso gallerista. Nel 2011 l’artista
è stato esposto dall’Institut du
Monde Arabe di Parigi e i suoi
prezzi vanno da 20mila e 100mila
euro. Altri nomi importanti sono
quelli di Paul Guiragossian, i cui
prezzi in galleria variano in media
tra 20mila e 80mila euro, e della
scultrice Saloua Raouda Choucair
(1916), che nell’aprile 2013 avrà
una personale alla Tate Modern.
Le sue opere sono molto rare e in
galleria quotano da 20mila a
200mila euro. E poi su Aref Rayess
(1928-2004) uscirà un libro scritto
dalla curatrice Catherine David, i
suoi lavori in galleria quotano in
media 10mila-50mila euro.
Anche le aste di arte araba, iraniana e turca da Christie’s a Dubai concorrono ad aumentare il
grado di esposizione internazionale. «Ad aprile abbiamo offerto
due opere di Saliba Douaihy
(1915-1994), che visse a New York
influenzato da Mark Rothko. Le
sue opere sono molto rare, non
escono facilmente dalle collezioni – afferma Hala Khayat, specialist da Christie’s a Dubai – ed entrambe hanno raddoppiato le stime». «Mediterranea» da 40mila-60mila dollari è stata venduta
per 92.500 dollari, mentre «Regenaration», partita da 80mila-120mila è passata a 278.500
dollari. I Moderni recuperano.
Silvia Anna Barrilà
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Beirut
Raccolte private al posto dei musei
COURTESY THE MOKBEL ART COLLECTION
J
ohnny e Nadine Mokbel sono
due collezionisti di Beirut.
Hanno iniziato a collezionare arte libanese nel 1998 con lo scopo
di sostenere gli artisti già affermati e promuovere quelli più giovani. Per incrementare il grado di
esposizione di questi artisti, i Mokbel hanno un elenco completo
di tutte le loro opere con immagine sul proprio sito e si impegnano per la diffusione dell’arte libanese all’estero.
Collezionate solo arte libanese? Di che periodo?
Sì, a partire dall’inizio del
XX secolo. Bisogna far presente che la storia della pittura in
Libano e nell’intera regione, di
cui si possono ricostruire le
tracce, risale più o meno a 125
anni fa. Non è come in Europa
dove ci sono documenti di
centinaia di anni.
Chi sono gli artisti presenti
nella vostra collezione?
Abbiamo un buon numero
di opere meravigliose dei padri
fondatori della pittura moderna
libanese come Paul Guiragossian, Shafic Abboud, Aref
Rayess, Willy Aractinji e un
gruppo di opere impressionanti
di giovani artisti del dopoguerra
(s’intende la guerra libanese) come Ayman, Said e Oussama
«Le Depart (Melancholy)» 1975 di
Paul Guiragossian, olio su tela, cm 100x70
Trasparenza e
passione formano
un patrimonio
da 5 milioni di euro
Baalbaki e Tagreed Darghout.
Quali sono le caratteristiche dell’arte libanese?
Si sa che i libanesi sono aperti a tutte le culture, specialmente a quelle dei loro paesi adotti-
vi e a quelle in cui hanno condotto i loro studi o lavorato. In
questo senso l’Europa viene al
primo posto, quindi lo stile e la
tecnica risentono di queste influenze, ma il modo di esprimerle è unico e libanese.
Quante opere possedete e
quanto vale la collezione?
Più di cento, la stima è di
oltre 5 milioni di euro.
Quante ne acquistate e
quanto investite ogni anno?
Dipende da quante opere di
qualità riusciamo a vedere ogni
anno, si va da un semplice 20%
al 70% a volte, se necessario.
Avete intenzione di aprire
un museo privato?
Non è nei nostri piani per
ora.
In cosa consiste il vostro progetto Art Collectors Society?
Nasce con l’apertura della nostra collezione al pubblico, da
quel momento siamo diventati
mecenati. Lo scopo principale
dell’"Art Collectors Society" è incrementare la consapevolezza
del mercato dell’arte e la trasparenza tra i libanesi e combattere
casi di falsi e furti, ora che il
mercato nella regione si sta evolvendo rapidamente.
Com’è la scena dell’arte in
F
orte di una generazione
che dalla seconda metà del
900 ha catalizzato gli sguardi
del mondo occidentale con Saloua Rouada Choucair (1916),
Saliba Douaihy (1915-94) e
Paul Guiragossian (1926-1993)
il Libano si presenta nell’arena
del mercato internazionale
dell’arte con credenziali solide,
rafforzate dai risultati delle aste
e da un crescente interesse dello star system. Che guarda con
attenzione soprattutto alle generazioni emergenti.
Il trend degli scambi
nell’area Manasa (Middle East,
North Africa, South Asia) è in
crescita e lo conferma ad «ArtEconomy24» Laure d'Hauteville,
direttore di Beirut Art Fair
(BAF), giunta alla terza edizione, prevista quest’anno dal 5
all’8 luglio con la partecipazione di 40 gallerie (lo scorso erano 25). «Lavoriamo con un budget di 2,5 milioni di dollari –
precisa d'Hauteville – (+20%
sul 2011) e tra i nostri sponsor
della prima ora ci sono Bank
Med (che possiede una vastissima collezione tra cui grandi tele di Guiragossian), la compagnia d’assicurazione Bankers
(con una grande collezione) e
Chronora, distributore di orologi di lusso che sta creando un
board di giovani collezionisti
d’arte contemporanea».
Gli artisti libanesi emergenti
si esprimono con media differenti. Video, tanta fotografia, la
pittura tiene. «Moltissimi artisti
libanesi lavorano sul concetto
di "memoria della guerra": –
chiarisce Pascal Odille, direttore artistico di BAF – è un modo
di elaborare il loro passato recente e riflettere su quello che
sta accadendo nel Medio
Oriente, poiché negli ultimi decenni non vi è una generazione che abbia vissuto senza la
guerra. E l’indagine nella memoria diventa ricerca artistica
come per Ayman Baalbaki
(1975)». Infatti i collezionisti a
BAF hanno a disposizione molti autori su cui puntare. Nomi
solidi come Akram Zaatari
(1966), cofondatore dell’Arab
Image Foundation, le sue foto
sono nella collezione della Tate
di Londra. Alfred Tazazi (1980),
Rita Awn, Mohamed Said Baalbaki (1974), presente alle fiere
Scope e Art Miami: un suo «Untiltled» da Christie’s ha raddoppiato la stima aggiudicato a
27mila $. Mounira al Solh
(1978), Tagreed Darghout
(1979), Zeina Abirached (1980),
che lavora anche con il medium degli strip cartoon; Johana Hadjithomas & Khalil Joreige (1969), vincitori dell’Abraaj
Capital Prize. «Quest’anno proporremo un focus sulla Street
Art, molto diffusa e praticata in
Libano da giovani artisti e porteremo i collezionisti a visitare
i graffiti più interessanti in città. BAF è visitata da molti libanesi della diaspora (14 milioni
vivono fuori dal Paese) – conclude Odille – che acquistano
opere di autori libanesi che meglio di altri si confrontano con
il resto del mondo: la loro capacità di spesa è tra 20mila e
80mila dollari. Ma collezionisti
arrivano anche da Dubai, Siria
e Marocco».
Riccarda Mandrini
COURTESY THE MOKBEL ART COLLECTION
PLUS24 1 Il Sole 24 Ore
Sabato 2 Giugno 2012
ArtEconomy24 19
LE QUOTAZIONI DELL’ARTE CONTEMPORANEA LIBANESE
Moderni
già consolidati
I «nuovi» poco
costosi e per ora
solo in galleria
N
ella tabella sono analizzate alcune opere di artisti libanesi. Ogni opera
presentata con una scheda
tecnica viene stimata attraverso i valori incrociati del
mercato primario (galleria)
e di quello secondario (case
d’asta). Bisogna ricordare
che ogni opera è un unicum
e che per spiegarne il prezzo sarebbe necessario analizzarla. Qui diamo i prezzi
resi noti e offriamo al lettore dei commenti al fine di
comprenderne le performance. Non dimenticando
che i valori sono determinati anche dalla qualità
dell’opera, dalla reputazione dell’artista e dall’importanza della sua galleria
Ayman Baalbaki
(Adaisse, 1975)
Opera Al Mulatham, 2011.
Tecnica Acrilico su tela, cm 184
x 129,5.
Stima 30.000£ + Iva.
Gallerie di riferimento Rose Issa
Projects, Londra (www.roseissa.
com); Luce Gallery, Torino
(www.lucegallery.com).
Quotazioni L’aggiudicazione più
recente è 98.500 $ battuti da
Christie’s Dubai, il 17 aprile
2012 per Yuk (Cupboard),
2012, acrilico su tela incorniciata con una credenza antica, cm
235 x 229,5. In asta i dipinti
quotano da 14mila a 200mila
dollari; in galleria i dipinti vanno da 30mila a 100mila sterline.
Top price 206.500 $ per Let A
Thousand
Flowers
Bloom
(2011), olio su rivestimento in
tessuto stampato su rame e
montato su vetro light box, cm
233 x 157 x 7, aggiudicato a tre
volte la stima da Christie’s Dubai, il 19 aprile 2011.
Commento Costretto a lasciare
il suo quartiere d’origine in seguito all’occupazione israeliana
(1982), Ayman si diploma all’Istituto di Belle Arti di Beirut
(1994-1998) e si laurea in ArtCOURTESY ROSA ISSA PROJECT, LONDRA
Al
Mulatham,
2011
Space all’ENSAD di Parigi
(2001-2002), dove si perfeziona
nel 2003. Attualmente vive e
lavora a Beirut. Le sue prime
mostre collettive sono del 1996,
quelle personali del 2002. Nel
2011 rappresenta il Libano alla
54a Biennale di Venezia nella
mostra «The Future of a Promise»; presente nei principali musei e collezioni del Medio Oriente (Libano, Giordania, Egitto,
Turchia, Emirati Arabi), in Francia, Gran Bretagna e Italia, dedica il suo lavoro ai temi della
guerra, descritta attraverso i volti anonimi di chi indossa la tradizionale kefiah o degli edifici
bombardati di Beirut. In asta
dal 2009, registra nove passaggi
con un venduto del 100%. Arti-
sta in ascesa e con ampi margini di crescita soprattutto sulle
piazze occidentali. (M.Moj.)
Ali Hassoun
(Sidone, 1964)
Opera Primavera Araba, 2012.
Tecnica Olio su tela, cm 60 x
75.
Stima 6.750 À.
Gallerie di riferimento Studio
Guastalla Arte Moderna e Contemporanea, Milano (www.guastalla.com); Agial Art Gallery,
Beirut (www.agialart.com); Biale Cerruti Art Gallery, Siena
(www.bialecerrutiarte.it).
Quotazioni L’aggiudicazione più
recente è la stessa del top price.
Da Pananti di Firenze, il 16 settembre 2011 è passato di mano
per 1.100 À Le muse inquietanti (2007), olio su tela, cm 50 x
60, che tre mesi fa, presso la
stessa casa d’aste, era stata battuta per 1.400 À. In galleria le
opere quotano da 6.000 a
12.000 À in base al formato.
Top price 5.000 À per Senza
titolo (2010), olio e semifresco su tela, cm 60 x 75, aggiudicato da Meeting Art, Vercelli, il 18 marzo 2012, al doppio
della stima.
Commento In Italia dal 1982 prosegue gli studi all’Accademia di
Belle Arti di Firenze, dove nel
1992 si laurea in architettura.
Pittore classico, sviluppa nel suo
COURTESY DELL’ARTISTA ALI HASSOUN
Primavera Araba, 2012
lavoro il tema del viaggio fisico
e mentale; vicino alla spiritualità sufi, Hassoun crea personaggi
di un Islam o di un’Africa tanto
vissuta quanto favolosa e le sue
composizioni vivono in un gioco
di citazioni colte e di rimandi
indiretti tra figura e sfondo. Giudicato troppo occidentale dalla
cultura arabo-mediterranea, è
definito un figurativo di matrice mediorientale dalla critica occidentale. Artista dalla doppia
nazionalità (libanese e italiana), nel suo lavoro propone i
valori di una fratellanza originaria che precede le divisioni
religiose e politiche. La città di
Siena, dove ha vissuto molti
anni, gli ha commissionato il
drappellone per il Palio 2010.
Attualmente vive e lavora a Milano. Pittore di nicchia, ha un
mercato dal passo lento ma costante. In asta dal 2003 registra 10 passaggi e un venduto
del 70%. Negli ultimi dieci anni le sue quotazioni sono cresciute del 100%, ma hanno ancora ampi margini di crescita
sia di scambi che di prezzi, in
Italia e all’estero. (M.Moj.)
Jeffar Khaldi
(Palestina, 1964)
Opera Predators 01, 2001.
Tecnica Mista su carta, polittico
di 9 pezzi, cm 29,5 x 42 (l’uno).
Stima 34.000 $.
Gallerie di riferimento Gallery
Isabelle van den Eynde, Dubai
(www. ivde.net); The Saatchi
Gallery, Londra (www.saatchigallery.co.uk); B21 Progressive
Art Gallery, Dubai ([email protected]).
Quotazioni L’aggiudicazione più
recente è anche il top price. In
asta le opere, sia su tela che su
carta, quotano da 8 mila a 29mila dollari; in galleria passa la
prima scelta che costa fino a
34mila dollari.
Top price 29.738$ per Go Where (2008), olio su tela, cm 240 x
220, aggiudicato da Sotheby’s
Londra, il 20 ottobre 2010.
Commento Lascia il Libano per il
Texas e dalla fine degli anni 90
vive a Dubai. La sua prima collettiva è alla Biennale di Sharjah
(1997), cui seguono numerose
mostre, da Charles Saatchi a
COURETSY GALLERY ISABELLE VAN DEN EYNDE
Predators 01, 2001
Londra, al Mathaf di Doha (il
più importante museo arabo di
arte moderna), a New York, in
Messico, Olanda e Cina. Sue
opere sono nella Pierre Huber
Collection di Ginevra e nella
Enrico Navarra Collection di Parigi. Non si considera un artista politico, anche se nel suo
lavoro si riflette il dramma
dell’occupazione della Palestina, mentre la forma si ispira
alle antiche miniature persiane. In asta dal 2007 registra
quattro passaggi con un venduto del 75%. Artista raro sul
secondo mercato, ha un ottimo
potenziale di crescita sulle piazze occidentali. (M.Moj.)
Oussama Baalbaki
(Beirut, 1978)
Opera Untitled, 2012.
Tecnica Acrilico su tela, cm 150
x 180.
Stima 13.500 $.
Gallerie di riferimento Agial Art
Gallery, Hamra-Beirut (www.
agialart.com); Verde Art Gallery,
Dubai e Kingston ([email protected]).
Quotazioni L’aggiudicazione
più recente è 2.160 $ per Untitled (2011), acrilico su tela,
cm 50 x 60, battuta da Ayyam
Auctions, Beirut, il 17 gennaio 2012. In asta le sue tele
recenti, sia di paesaggi che di
figure (soprattutto autoritratti), quotano da 2mila a 10mila dollari. In galleria passa la
prima scelta e i prezzi vanno
da 1.800 $ a 13.500 $, a seconda del formato.
Top price 10.800 $ per Untitled
(2010), acrilico su tela, cm 180
x 150, battuta da Ayyam Auctions, Beirut, il 15 luglio 2011.
Commento Laureato con lode
nel 2002 presso la Scuola Università Libanese di Belle Arti, Oussama Baalbaki presenta la sua prima personale nel 2004. Il tema
della guerra è presente nella sua
pittura, espressa con una tavolozza grigia, dove una macchia
di colore è un segno di speranza;
COURTESY AGIAL ART GALLERY
Untitled, 2012
nel 2009 riceve il Premio internazionale «Jeux de la Francophonie» per il secondo posto con
medaglia d’argento. In asta dal
2009, registra 10 passaggi con
un venduto del 100%. Tra le
stelle nascenti del nuovo colle-
zionismo mediorientale, ha
scambi prettamente libanesi e
un mercato occidentale tutto
da costruire. (M.Moj.)
Nadine Kanso
(Beirut, 1968)
Opera Makan 1, 2011.
Tecnica Collage su stampa
Lambda, cm 96 x 72.
Stima 7.000 $.
Gallerie di riferimento Cuadro
Fine Art Gallery, Dubai (cuadroart.com); Isabelle Van den Eynde, Dubai (www.ivde.net).
Quotazioni L’aggiudicazione più
recente è anche il top price. Il
13 aprile 2012 è passato di mano per 1.800 $, da Bonhams
Dubai, la stampa fotografica su
metallo
Fashionista/Zayan
(2006), cm 69,5 x 100, tirata in
tre esemplari. In galleria passa
la prima scelta e le quotazioni
qui raddoppiano.
Top price 4.800 $ per Past...Present...Future (2012), collage e
foto su stampa Labda, cm 102 x
160, aggiudicato da Ayyam Auctions, Dubai, il 15 maggio 2012.
Commento Dopo due lauree
all’Università Libanese Americana
in Communication Arts Design e
in Pubblicità, si afferma come designer di gioielli e come fotografa. Nel 2006 espone al Victoria &
Albert di Londra nella collettiva
"Me Arabize" e alla galleria B21
quenta lo Studio Yarkon di Gerusalemme, poi si stabilisce in Libano, dove insegna pittura e nel
1953 sposa una sua allieva. Padre di cinque figli continua a
coltivare l’arte: nel 1956 è premiato alla Biennale di Venezia
con una borsa di studio che gli
permette di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
COURTESY THE PARK GALLERY
Les Amies,
ca 1988
Nel 1961-1962 è a Parigi grazie
a un’altra borsa di studio. Rientra in Libano, ma dal 1989 al
1991 torna i Francia con la famiglia e realizza i suoi più grandi
capolavori, esposti nel 1992 nella personale allestita alla IMA
(Institut du Monde Arab). È considerato artisticamente un libanese ed è una gloria nazionale.
In asta dal 2007, registra 108
passaggi con un venduto del
79%. Mercato soprattutto mediorientale e francese, esploso
tra il 2008 e il 2009, ha ampi
margini di incremento sulle piazze occidentali. (M.Moj.)
COURTESY CUADRO FINE ART GALLERY
Makan 1,
2011
di Dubai presenta una mostra di
ritratti di volti arabi sul tema
dell’identità araba contemporanea, che porta avanti da almeno
un decennio. Suoi collage e fotografie sono esposti in numerose
fiere: nel 2008 partecipa a Design Miami con la Sabah Art Gallery dove presenta «Bi Arabi», una
linea di gioielli ispirati alla grafia araba e nel 2010 crea per
Louis Vuitton una serie di immagini coordinate sul rapporto mare-sport-vela. In asta dal 2009
registra sei passaggi e un venduto dell’83%. Il suo mercato è
mediorientale, con ampi margini di crescita anche sulle piazze
occidentali. (M.Moj.)
Paul Guiragossian
(Gerusalemme 1926 - Beirut
1993)
Opera Les Amies, 1988 circa.
Tecnica Olio su tela, cm 100 x
70.
Stima Da 54.000 a 85.000 £.
Gallerie di riferimento The Park
Gallery, Londra (www. theparkgallery.com).
Quotazioni L’aggiudicazione più
recente è 74.500 $ per Intérieur
(1971-1972), olio su tela, cm
101 x 81,3, battuta da Christie’s
Dubai, il 18 aprile 2012, al doppio della stima. In asta i lavori
astratti della maturità (anni 80
e 90) sono i più richiesti e i più
pagati, tra i 100mila e i 240mila
dollari. In galleria i prezzi sono
allineati a quelli d’asta.
Top price 242.500 $ per Claire
Obscure (1987), olio su tela, cm
120 x 100, aggiudicato da Christie’s Dubai, il 26 ottobre 2010,
al doppio della stima.
Commento Cresciuto in collegio,
scopre subito di avere talento
per il disegno, ma questo viene
ostacolato dalla madre che non
vede nell’arte un futuro concreto, né redditizio. Nel 1942 fre-
Zena El Khalil
(Londra, 1976)
Opera Goats, 2010.
Tecnica Mista, cm 61 x 51.
Stima 6.000 À.
Gallerie di riferimento Galerie
Tanit, Monaco (www.galerietanit.com); Agial Art Gallery, Beirut (www.agialart.com).
Quotazioni L’aggiudicazione più
recente è 15.000 $ per Alice
Just Left The Building (2008),
tecnica mista, collage, plastica,
spugne sotto scatola di plexiglass, cm 110 x 66, battuta da
Christie’s Dubai, il 26 ottobre
2010. Il 9 novembre 2010 l’opera Donkey (2010), tecnica mista
tessuto, paillette, perle si tavoletta, cm 50,8 x 59,1, passata da
Bonhams New York per
5.000-7.000 $, è rimasta invenduta. I prezzi di galleria, dove si
trova la prima scelta, sono allineati a quelli d’asta.
Top price 33.422$ per Al Bas
(2006), tecnica mista, collage,
carta, perline e spille, aggiudicata da Sotheby’s Londra, il
23 ottobre 2008 al triplo della
stima.
Commento Libanese nata a Londra, ha vissuto in Nigeria e Stati
Uniti prima di tornare in Libano.
Dopo il diploma alla Scuola di
COURTESY GALERIE TANIT
Goats,
2010
Arti Visive di New York, si perfeziona in Grafica e Design all’Università Americana di Beirut. Riconosciuta a livello internazionale, con mostre in importanti
sedi museali di Francia, Germania, Giappone, a Miami e a Dubai e alla Fondazione Merz di
Torino, si esprime con la pittura,
la performance e l’installazione.
Oggi vive tra Beirut e Torino.
Scrittrice di successo, pubblica
con l’editore Donzelli nel 2010
«Beirut I love You», il diario autobiografico dei 33 giorni di invasione israeliana del Libano
(2006). Le sue opere con immagini di militari, Kalashnikov e kefiah ornate da fiori di plastica,
brillantini, bambole Barbie, soldatini giocattolo, tessuti e altri
oggetti raccolti per le vie di Beirut, sono volutamente disorientanti. Accanto alle sue mostre
personali, promuove gli artisti
arabi in numerosi progetti culturali. In asta dal 2008, registra
soltanto quattro passaggi con
un venduto dell’80%. Il suo secondo mercato ha ampi margini
di crescita sia sulle piazza occidentali che orientali. (M.Moj.)
Ziad Antar
(Saida, 1978)
Opera Roue De Beyrouth.
Tecnica Stampa fotografica, cm
125 x 125, edizione 3 di 6.
Stima 6.655 £.
Gallerie di riferimento Selma Feriani Gallery, Londra (www.selmaferiani.com); Galerie Almine
Rech, Parigi, Bruxelles (www.alminerech.com); The Plattform
Gallery. Berlino (www.platformgallery.com).
Quotazioni L’aggiudicazione più
recente è la stessa del top price.
In asta le sue foto a colori, tirate in edizioni di sei, quotano da
3.500 a 10.000 $; allineati i prezzi di galleria.
Top price 11.549 $ per Coral
Beach (2007), stampa fotografica a colori montata su alluminio, cm 118,5 x118, aggiudicata
da Sotheby’s Londra, il 4 ottobre 2011.
Commento Dopo la laurea in
Scienze agrarie e Ingegneria,
conseguita all’Università Americana del Libano (2000), si diploma alla Scuola Superiore di Cinematografia di Parigi (2003). La
sua prima personale è del 2005,
alla Plattform Gallery di Berlino,
COURTESY SELMA FERIANI GALLERY
Roue De Beyrouth
cui seguono mostre in Gran Bretagna, Francia, alla Fondazione
Pistoletto di Biella, a Taipei, in
Giappone, Corea e negli Emirati
Arabi. Presente con lavori in musei e collezioni importanti, dal
Pompidou di Parigi, alla tedesca
Nadour, alla svizzera Kamel Lazaar Foundation, esplora con humor la questione dell’identità,
intercalando immagini di distruzione e desolazione della particolare realtà libanese. Attualmente vive e lavora tra Saida e
Parigi. In asta dal 2009, registra
soltanto quattro passaggi, un
venduto del 25% e un mercato
internazionale soprattutto vivace in galleria. (M.Moj.)
Legenda
1 Stima: fatta sulle altre edizioni
dell’opera in vendita, dal gallerista di
riferimento o dall’art advisory.
1 Top price: cifra massima pagata in
asta per un’opera.
1 Le aggiudicazioni d’asta dal 1990 o
dal 1995 per gli artisti più giovani,
espresse in $ o in Á, sono comprensive delle commissioni di vendita che
si aggirano tra il 15% e il 25% sulla
cifra battuta.
Foto: Courtesy dei musei di riferimento e delle gallerie.
Banche dati d’asta
Artnet.com
Artprice.com