rdl 02 doc interno completo

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rdl 02 doc interno completo
U S I
E
C O S T U M I
«A Beirut ho lasciato frenesia
e… il mio cibo preferito!»
di Francesco Vigliante
IN UNA SPLENDIDA GIORNATA DI FINE ESTATE
ABBIAMO INCONTRATO LAYA SAMAHA. «LEA»,
COME LA CHIAMANO GLI AMICI, HA 24 ANNI E
PROVIENE DAL LIBANO, PIÙ PRECISAMENTE DA
BEIRUT. SI È TRASFERITA A LUGANO NEL SETTEMBRE DEL 2012 PER PROSEGUIRE GLI STUDI.
È ISCRITTA AL MASTER IN COMMUNICATION
MANAGEMENT & HEALTH ED È IN PROCINTO DI
CONCLUDERE IL SUO PERCORSO. ATTUALMENTE
STA REDIGENDO LA TESI.
Perché hai scelto di fare tappa a Lugano?
«Appena terminato il mio percorso di bachelor a
Beirut, avevo voglia di fare un’esperienza al di
fuori del mio Paese. Mia mamma è stata determinante nella mia scelta, in quanto lavora ad
Abu Dhabi presso l’ambasciata svizzera ed è
sempre in contatto con il territorio elvetico. Mi
ha detto che il tenore di vita è ottimo e che il sistema scolastico è serio. Inoltre l’Usi era una delle poche università che offriva un master in
communication management & health, l’area di
studio che mi interessava approfondire».
La famiglia è stata dunque decisiva nella
tua scelta? «Direi di sì. La cultura araba prevede che un genitore ti guidi nelle scelte di vita fino al matrimonio. In Libano, come in tutto il
Medio Oriente, questo modo di accompagnare i
figli è visto in maniera favorevole. Non è una forma di controllo su di noi, ma semplicemente un
aiuto a prendere le migliori decisioni».
Che ricordo hai del tuo primo giorno a Lugano? «Sono venuta con mia madre e devo dire che il primo impatto non è stato positivo. Arrivavo da una città talmente grande e affollata
che qui ho faticato a ritrovarmi. Solo dopo un
anno ho cominciato a sentirmi a mio agio».
Come hai gestito la solitudine iniziale?
«Con l’inizio della scuola ho potuto conoscere
molti compagni e di conseguenza si sono create
amicizie. Appena avevo la possibilità, uscivo con
gli amici per conoscere la città e prendere così
maggiore confidenza con la nuova realtà».
Come trascorri il tempo libero? «Con i miei
compagni organizziamo spesso uscite, all’Oops,
al Choco-Late Club o al Mojito. Ma le nostre serate e i nostri fine settimana non si limitano al
solo Ticino: siamo ad esempio stati spesso nella
Svizzera tedesca, in Italia e in Spagna. Ci piace
fare queste trasferte tutti assieme».
16
3 ottobre 2014
Ritieni facile muoverti in città? «Decisamente.
Qui i mezzi di trasporto sono affidabili. In Libano
invece la gente utilizza la propria auto o piuttosto
preferisce pagare un taxi. I bus sono in cattivo stato e addirittura non esiste una tabella oraria. Da
questo punto di vista siamo piuttosto indietro».
Il tuo luogo preferito di Lugano? «Sicuramente il lago: è un luogo fantastico! Inoltre amo
parecchio la chiesa, che frequento spesso».
Capiamo che sei molto religiosa: com’è la
situazione in Libano da questo punto di vista? «Il governo libanese è diviso per religioni.
C’è quindi un’evidente spaccatura ai vertici.
Non c’è una religione unica e questo il popolo lo
percepisce. Di conseguenza si creano delle tensioni all’interno del Paese fra tre diverse religioni: quella cristiana, quella musulmana e quella
dei durzi. La situazione non è delle migliori, ma
tutti sono ormai abituati».
Cosa ti manca maggiormente del tuo Paese? «La cosa che mi manca di più è il cibo. Le
due specialità di cui non posso fare a meno sono lo Shawarma e il Meghleh. Il primo è un sandwich composto da pollo, cetrioli, patatine fritte e salsa all’aglio. Un pasto davvero leggero (ride). Il secondo è un dolce di riso composto da
anice, cannella, mandorle, cumino, noci, cocco
e pistacchi. Un dessert davvero squisito»!
Hai da raccontarci un aneddoto che ricordi
ancora oggi? «Sì (ride)! Un ragazzo dell’Usi,
per conquistare il mio cuore, ha creato un gioco
davvero romantico. Ogni settimana nascondeva
nei dintorni dell’università una scatola di latta
contenente dei bigliettini e dei dolci. Stava poi a
me andare a trovarla e vederne il contenuto. Ripeteva questo gioco ogni settimana e dopo tre
mesi di assidui corteggiamenti ho deciso di concedergli un primo appuntamento (ride). Oggi
stiamo insieme e siamo felici».
Cosa pensi della nostra cultura? «È molto diversa da quella libanese. Qui i giovani sono meno calorosi e più riservati. Inoltre i ritmi di vita
sono più lenti. A Beirut c’è maggiore frenesia e
questo ti permette di svolgere più attività durante una giornata».
Ti piace il carnevale? «Certo! È l’avvenimento
che mi entusiasma di più. Trovo il fatto di travestirsi davvero divertente. Quest’anno sono stata
a Bellinzona e mi sono travestita da cheerleader.
È stato bello»!
Come hai pianificato il tuo futuro? «Terminata la tesi di master lavorerò a Lugano per un
anno in un’organizzazione non profit nel campo
della salute. Finito lo stage mi trasferirò ad Abu
Dhabi, dove risiedono i miei genitori, per lavorare nello stesso settore».