Il Ristorante “da Gigetto” a Miane
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Il Ristorante “da Gigetto” a Miane
• QUI VE NE TO • Il Ristorante “da Gigetto” a Miane Lo chef Marco Bor tolini opera nel solco della tradizione guardando con sapienza al futuro 24 • Giampiero Rorato U n “grande” ristorante è il felice risultato di una serie di situazioni ben governate ed è davvero grande non tanto se esplode per qualche anno e poi scompare, come è successo al Bulli di Ferran Adrià, ma se ha una continuità che rimane pur nel passaggio delle generazioni. Quanti ristoranti italiani, nel corso degli anni hanno ricevuto la stella Michelin e poi sono subito scomparsi? È da chiedersi a quale titolo siano stati gratificati, squalificando in tal modo il valore stesso delle stelle della guida rossa. Se, invece, nel trascorrere dei decenni, un ristorante mantiene alto il suo nome e il suo prestigio; se ha una cucina che attira clienti da ogni parte, anche dall’estero; se ha personale di cucina e di sala molto professionale, la sua eccellenza è data dai clienti che arrivano tutti i giorni dell’anno e vi escono felici e non certo da un signore spesso anonimo che arriva un giorno, mangia magari frettolosamente, vota e se ne va. Il ristorante “da Gigetto” a Miane appartiene alla categoria dei ristoranti amati e frequentati ormai da molti decenni da un pubblico di attenti e intelligenti buongustai e da qualche anno sta conoscendo una nuova evoluzione, grazie alla solida cultura gastronomica del figlio di Gigetto Bortolini, Marco, uno chef rampante che, dopo serie esperienze in Italia e all’estero, ha preso la guida della bella ed efficiente brigata di cucina. Questo ristorante ha una storia che risale ai tempi dell’unità d’Italia, se non addirittura prima. Era, infatti, la più importante locanda con cucina della vallata del Prosecco che da Conegliano, oltrepassata la sella di Combai, arriva a Valdobbiadene. Si chiamava, allora, • QUI VE NE TO • “Locanda alla Stella” con stallo di cavalli e cucina (con osteria, privativa di sali e tabacchi ed emporio di merci varie) e così è stata fin quasi alla metà del secolo scorso, quando fu distrutta da un incendio. Subito restaurata in forme nuove, ha progressivamente concentrato la sua attività nella ristorazione e ha conosciuto un forte rilancio quando in cucina, sostituendo la madre, è entrato Gigetto, il brillante allievo del grande Lino di Solighetto, che ha subito privilegiato la materia prima di alta qualità, dotando il ristorante di ampie e modernissime cucine e chiamando a collaborare dei giovani e bravi professionisti. Sommelier molto esperto, ha poi realizzato una favolosa cantina, pluripremiata, visitata e ammirata dai clienti non solo per la straordinaria quantità e qualità dei vini che contiene, ma per il perfetto ordine in cui sono tenuti dal maestro sommelier Roberto. Nella vasta cantina, Gigetto porta spesso i suoi ospiti per godere assieme un calice d’ottimo Prosecco o qualche altro vino importante, californiano, argentino o sudafricano che sia. In questo ristorante, caldo ed elegante, nel quale si respira una bella aria di famiglia, dotato di un servizio di assoluta qualità diretto da Monica, anch’essa figlia di Gigetto e della signora Elda, si arriva sempre molto volentieri. Incastonato nel paesaggio della vallata, ai piedi delle Prealpi, offre alla vista panorami di rara bellezza, con attorno le colline di Prosecco trapunte di borghi e antiche chiesette e, più in alto, oltre i boschi di latifoglie, malghe e casere che ospitano d’estate mandrie in villeggiatura, che regalano formaggi d’impensata bontà. Lo chef Marco Bortolini Da diversi anni Gigetto ha ceduto la guida della cucina al figlio Marco, arricchito dalla scuola paterna e da importanti esperienze presso cuochi famosi in Italia e all’estero, dove ritorna spesso nei periodi di ferie. Serio, intelligente, impegnato, vero cultore della cucina di qualità, Marco ai piatti della tradizione, sempre presenti, sta via via aggiungendo le sue creazioni. Egli segue la cucina delle stagioni e ora, in primavera, troviamo nei suoi piatti tante erbe spontanee di campo e asparagi, poi i doni degli orti, quindi i funghi autunnali, per finire, d’inverno, col radicchio rosso di Treviso. Fra i piatti della tradizione meritano una citazione le “Lumache alla Gigetto”, la “Soppressa di casa con radicchio in agrodolce”, i “Tortelli d’anatra”, la “Sòpa coàda”, la “Crema di fagioli di Lamon”, il “Fiocco di vitello al forno”, la “Faraona con la peverada” e ci sono piatti di ascendenza medioevale, come il “Coniglio in saòr”. Fra le novità di Marco, ho molto apprezzato i “Cappellacci di pasta al cacao, formaggio d’alpeggio in crema di mandorla brasiliana”, il “Petto d’anatra 65° su crema di radice di prezzemolo e verdurine wok” e il “Tiramisù su espresso ‘velluto d’arabica’ ristretto”. E di sfiziose novità Marco ne propone altre, dopo averle seriamente collaudate con sapienti amici. Più che citare i piatti credo vada sottolineata la bravura di Marco Bortolini, che è senza dubbio uno dei grandi cuochi attualmente attivi nella Marca Trevigiana, espressione vera d’una cultura gastronomica APRILE 2013 25 che già nel lontano Medioevo aveva reso “gioiosa et amorosa” la cucina di questa terra, una cucina che merita ancor oggi d’essere goduta, proprio perché legata al territorio e alle stagioni e figlia della storia, della cultura e del buon gusto. ••• Nella pagina precedente: Marco Bortolini, chef del ristorante da Gigetto. In questa pagina: la sala Ottoni e gli archi, un particolare della cantina del ristorante. Ristorante da Gigetto Via Alcide De Gasperi, 4 31050 Miane (TV) Tel. 0438-960020 [email protected] Chiuso lunedì sera e martedì