Corriere di Romagna - Unindustria Rimini

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Corriere di Romagna - Unindustria Rimini
UNINDUSTRIA RIMINI
Sabato, 11 aprile 2015
UNINDUSTRIA RIMINI
Sabato, 11 aprile 2015
Stampa Locale
11/04/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 5
MANUEL SPADAZZI
Fulgor, giù la maschera: «Nel 2016 riapre»
11/04/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 7
SPADAZZI MANUEL
La Fondazione frena sulla richiesta dei danni ai vecchi amministratori
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Della Valle: «Gli imprenditori sono grandi se fanno del bene»
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Rabbia per gli allagamenti Il sindaco: «Usciremo da Apea»
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Discarica inerti, «Si valuti l' impatto sulla salute»
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Tribunale, ecco il nuovo piano sicurezza con metal detector, telecamere...
ANDREA ROSSINI
Commistioni tra banca e politica? Dai nominati dagli enti pubblici ai...
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Fulgor, primo film a marzo 2016
11/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 38
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Sui milioni in cassa è scontro: «Piano...
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Fumi dall' inceneritore il Comune prepara studi complementari
«Ventena, una fogna»
11/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 44
«Discarica, danni al turismo»
11/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 45
Banche, nessun segreto con l' Italia
11/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 12
Banca Cariin congela l' azione di responsabilità
11/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 12
Progetto Rimini Con Zamagni e Focchi
11/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 12
LA PROSSIMA MOSSA IL RINNOVO DEL CDA
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Rifiuti abbandonati "E' uno spettacolo impietoso"
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Congelata l' azione di responsabilità
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Fallita la Cmv group, tremano le altre società dell' impero di...
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THOMAS DELBIANCO
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Il Resto del Carlino (ed.
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Fulgor, giù la maschera: «Nel 2016 riapre»
di MANUEL SPADAZZI LE IMMAGINI di
Amarcord sul grande schermo e nella sala.
Magari (è uno dei progetti di palazzo Garampi
per il taglio del nastro) col premio Oscar Dante
Ferretti e l' ex presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano in prima fila, a godersi la
riapertura del Fulgor.
Sì perché se non ci saranno altri inconvenienti,
nel marzo 2016 il cinema immortalato da
Fellini in Amarcord sarà di nuovo aperto al
pubblico. Con due sale cinematografiche, il
centro di studi dedicato al Maestro, e l'
affascinante Museo Fellini p r o g e t t a t o d a
Ferretti, che ha anche curato il progetto per la
facciata e la hall del Fulgor.
Che sarà, secondo l' idea di Ferretti, «un luogo
romagnol­hollywodiano», come quello che
fece innamorare Fellini della settima arte.
PER VEDERLO finito ci vorrà ancora del
tempo. Il cantiere, partito nell' ottobre 2012, ha
subito qualche ritardo a causa dei rinvenimenti
fatti durante gli scavi archeologici, protrattisi
oltre il doppio rispetto al tempo previsto, in
seguito ai primi resti ritrovati.
Sotto al Fulgor giaceva un' immensa domus di epoca romana, e sono stati ritrovati un paio di mosaici
(uno sarà esposto al Museo).
Sono stati rinvenuti anche alcuni resti importanti di età medievale, tra cui 57 tombe. «A Rimini, appena
si va a scavare un po', è normale trovare reperti osserva l' assessore alla Cultura Massimo Pulini Ma noi
non ci immaginavamo di trovare resti così importanti.
La campagna degli scavi archeologici volge al termine. D' accordo con la Soprintendenza, tra una
decina di giorni gli scavi finiranno, e si riprenderà con il cantiere anche nella parte interessata dai
ritrovamenti», quella del piano interrato che ospiterà i locali per impianti e servizi. Va avanti invece il
resto del Fulgor, completato per due terzi. «Se tutto va bene incrocia le dita il sindaco Andrea Gnassi
sarà inaugurato nella primavera 2016, magari proiettando Amarcord». Insieme al Fulgor, destinato a
diventare «la nuova casa del cinema di Rimini», sede della Cineteca (158 posti, più la galleria da 32) e
di un' altra sala (da 52) e del Museo Fellini progettato da Ferretti, si aggiungerà anche l' ala moderna
del Museo della Città, che ospiterà dentro e fuori, nel giardino, il ricco patrimonio di Fellini (disegni,
bozzetti, soggetti, oggetti dal set) ereditato dal Comune dopo la chiusura della Fondazione. «Anche la
piazzetta San Martino, una volta terminati i lavori, diventerà un luogo felliniano, anzi fellinesco'. E sarà
un' altra nuova piazza per la città». Con questo grande quartiere Fellini' disseminato tra Fulgor e Museo
della Città, Gnassi ne è certo, Rimini può fare un salto di qualità anche nel turismo. «Tanti vengono a
Rimini per ammirare i luoghi del Maestro. Una volta terminato il Fulgor, possiamo avere un indotto di
500­600mila presenze turistiche in più all' anno, legato proprio al nome e ai luoghi di Fellini».
MANUEL SPADAZZI
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La Fondazione frena sulla richiesta dei danni ai
vecchi amministratori
Per ora votata soltanto la messa in mora.
E' SUCCESSO tutto e il contrario di tutto.
P r o p r i o q u a n d o l a Carim s e m b r a v a
intenzionata a chiedere i danni a molti dei 26
indagati eccellenti della banca, accusati dalla
Guardia di finanza per vari reati (dal falso in
bilancio all' indebita acquisto di azioni), la
Fondazione Carim azionista di maggioranza,
ha ribaltato le carte in tavola e frenato l' azione
di responsabilità nei loro confronti. Risultato?
Per ora non sarà chiesto alcun risarcimento
agli ex amministratori per come hanno gestito
l a banca causando ingenti perdite, ma ci si
limiterà a evitare che finiscano in prescrizione i
termini per un' eventuale azione di
responsabilità, riservandosi poi se agire o
meno. Eppure la relazione illustrata ieri dal
presidente d e l l a Carim S i d o B o n f a t t i a l l '
assemblea dei soci, in cui si doveva votare se
chiedere i danni agli ex amministratori
indagati, aveva toni piuttosto duri. La banca
aveva deciso di chiedere ai soci di fare causa
contro chi sedeva ai vertici di Carim fino all'
aprile 2010, ovvero Giuliano Ioni, Luciano
Liuzzi, Fabio Bonori, Roberto Ferrari, Mauro
Gardenghi, Mauro Ioli, Vincenzo Leardini, Raffaele Mussoni, Franco Paesani, Gianfranco Vanzini,
Ulderico Vicini. Stessa decisione per l' ex direttore della banca Martini e per Deloitte & Touche, la
società di revisione. Secondo Carim invece non ci sono le condizioni per chiedere i danni agli
amministratori della banca rimasti in carica per pochi mesi, dall' aprile al settembre 2010 (poi iniziò il
commissariamento della banca), così come per l' ex vice direttore Grossi. All' assemblea di ieri, la
Fondazione Carim ha però chiesto e ottenuto di votare solo di fermare la prescrizione nei confronti degli
ex amministratori in carica fino all' aprile 2010, di Martini e della Deloitte. L' azione di responsabilità sarà
eventualmente votata in futuro, in un' altra assemblea, dopo «i dovuti approfondimenti». In caso si vada
al rinvio a giudizio per gli indagati, a quel punto «inviteremo gli azionisti spiega Massimo Pasquinelli,
presidente della Fondazione a costituirsi parte civile». Forte la rabbia tra i piccoli azionisti, coi quali
durante l' assemblea Bonfatti si è scusato per alcune sue dichiarazioni («Lo scantinato vale come il
superattico»). «Eravamo venuti per votare l' azione di responsabilità, e ci è stato chiesto di votare solo
sulla prescrizione, cosa che invocavamo da mesi tuona Davide Lombardi, del comitato dei piccoli soci
Avevamo chiesto alla Fondazione di non votare, per conflitto di interessi, e invece ha stravolto tutto!».
Molti piccoli azionisti di Carim non hanno votato per protesta. Infuriato Enrico Cecchi, ex generale della
Guardia di finanza, il grande accusatori di Carim con i suoi esposti. «Molti degli indagati della banca
sono soci della Fondazione e alcuni hanno ancora degli incarichi. La Fondazione così non ha fatto altro
che salvarli...».
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Manuel Spadazzi.
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LA SENTENZA.
Fallita la Cmv group, tremano le altre società dell'
impero di Nicolini
Una donna in lacrime dai carabinieri: denunciato un giovane.
FALLITA una delle società più importanti del
gruppo Cmv. L' ha deciso il 30 marzo scorso il
Tribunale di Rimini, che ha pubblicato il
verdetto qualche giorno fa. La società fallita è
la Cmv group srl, quella che era stata creata
d a l p a t r o n d e l l a cooperativa m u r a t o r i d i
Verucchio Sauro Nicolini (nella foto) per
gestire i vari servizi delle imprese del gruppo,
compresa la contabilità. La Cmv group, che
prima della crisi che ha travolto il gruppo di
Nicolini era arrivata ad avere una trentina di
dipendenti, nel 2012 aveva chiuso con ricavi
per 1 milione e 950mila euro, mentre le perdite
ammontavano (al 31 dicembre 2013) a 8
milioni e 938mila euro. Come per il gruppo
Cmv, anche per questa società Nicolini aveva
presentato nel 2014 con i suoi avvocati una
richiesta di concordato. Ma il piano p e r
risollevare la società non è mai stato
depositato, e nel frattempo due dei creditori
hanno chiesto e ottenuto di fallimento dal
Tribunale. «Era purtroppo un esito segnato
ammette Sauro Nicolini Essendo Cmv ripartira
con una nuova società e un' attività molto più
limitata, la Cmv group, che era la nostra azienda di servizi, non ha più potuto contare sulle stesse
risorse. Il fallimento di questa società non dovrebbe però pregiudicare il concordato attuato per l' intero
gruppo», che ha accumulato debiti per 250 milioni. In realtà, dopo il fallimento della Cmv group, è a
rischio anche il buon esito del concordato del gruppo, visto che non pochi dei creditori sono gli stessi.
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DAL FORUM DI SANPA IL PATRON DI TOD' S PUNGE I COLLEGHI.
Della Valle: «Gli imprenditori sono grandi se fanno
del bene»
«LA grandezza di un imprenditore n o n s i
misura con il suo successo, ma con la
capacità di fare del bene per gli altri». Parola
di Diego Della Valle (foto) che è arrivato
giovedì sera a San Patrignano per cenare con
i ragazzi della comunità, in occasione del
Forum sull' economia positiva. «A volte ha
proseguito il patron di Tod' s e Hogan ­ siamo
troppo concentrati sul lavoro per riuscire a
pensare agli altri, quando invece la cosa più
importante è il rapporto con la gente. Spero
sia una cosa sempre più naturale per i giovani
imprenditori.
Purtroppo, a volte, quando si raggiunge un
certo benessere ci si allontana dalla vita
quotidiana. Invece dobbiamo ricordarci che è
questo il momento in cui possiamo fare di più
per gli altri. E' incredibile che le persone più
solidali sono quelle che hanno minore
possibilità economica. Le aziende devono
riuscire a sostenere chi è intorno a loro,
iniziando dai propri dipendenti, arrivando al
territorio». Noi italiani' il movimento lanciato da
Della Valle, «non è un partito politico ma un
progetto di solidarietà. Abbiamo scelto di dedicare a questo progetto ogni anno l' 1% degli utili netti del
gruppo». In occasione della seconda giornata del forum era presente tra i relatori anche Sido Bonfatti,
presidente Carim Rimini, che ha sottolineato il successo dei social bond adottati negli ultimi due anni.
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Rabbia per gli allagamenti Il sindaco: «Usciremo da
Apea»
«La società ha promesso una vasca, ma è stata solo una burla»
IL COMUNE di Riccione esce da Apea
Raibano, società formata con Coriano e
Misano per snellire la viabilità, risolvere il
problema degli allagamenti e realizzare le
infrastrutture per i capannoni industriali d a
costruire in zona. Ad annunciarne l' uscita,
giovedì sera nel centro di Buon vicinato di
Raibano, di fronte a un centinaio di persone
arrabbiate per il susseguirsi di allagamenti e
danni non risarciti, è stato il sindaco Renata
Tosi. Con indignazione il sindaco sbotta:
«Apea al nostro Comune (che detiene il 24%
ndr delle azioni) è già costata 500mila euro,
senza nulla produrre in tanti anni. Il mio primo
atto in assemblea è stato quello di dichiarare
ai sindaci di Coriano e di Misano (entrambi
soci con il 38%) che ce ne andremo, senza più
mettere un euro e che compenseremo i crediti
che Apea deve avere nella liquidazione della
nostra quota. L' uscita, oltre che per motivi
economici, è dovuta a una presa di posizione
politica: non intendiamo avvallare una società,
costituita anche per essere un poltronificio, che
prevede nuovi edifici, quindi cemento su aree
libere. Oggi, infatti, non c' è motivo di costruire altri capannoni, visto che quelli intorno sono in gran parte
vuoti.
Esco dalla società anche perché non voglio usare i soldi di Hera un milione e mezzo che mette in Apea
per asfaltare strade, che in gran parte rovinano i camion, diretti al suo inceneritore». Lo sfogo della Tosi
parte dalle lamentele dei residenti che, in ansia anche per l' inceneritore, in tanti anni di reclami non
hanno ottenuto neppure la deviazione dello scolo, né la vasca di contenimento, che raccoglie l' acqua in
caso di abbondanti piogge. La paura è tale che tra i presenti c' è chi dice: «Quando piove, in famiglia
facciamo i turni per non farci cogliere dell' acqua nel sonno». Ma c' è anche chii si è trovato sommerso
all' improvviso. La Tosi, affiancata dalla giunta, sbotta: «La vasca promessa da Apea è stata una burla».
Ora però fa sapere che il Consorzio di Bonifica (che nel 2010 ha sottoscritto il programma con la
Provincia, Herambiente e Agenzia di promozione) costruirà finalmente la vasca. Pressata dalle
lamentele per i viali sporchi, la Tosi fa sapere che da Hera ora pretende i report sui passaggi della
spazzatura e pulizie dei tombini «cosa che nessuno in Comune controllava».
A proposito tuona: «Abbiamo il contratto per 5.300 caditoie (che non sono tutte), le 1.400 all' anno
vengono pulite sopra la ferrovia, ma per ripulirne una devono passare anni, per cui nel tempo vengono
murate. Quanto accade è allucinante. Tentiamo di uscire da questo contratto, c' è Sis che può fare le
pulizie in modo più puntuale ed economico. Hera intanto da lunedì lavorerà per rifare circa 70 metri di
fogne in viale Oberdan. In autunno è prevista una seconda tranche che interesserà la tratta fra gli incroci
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dei viali Gorizia e Trento Trieste. Nives Concolino.
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SAN LEO.
Discarica inerti, «Si valuti l' impatto sulla salute»
IL COMUNE di San Leo ha chiesto delle
integrazioni alla documentazione, già
p r e s e n t a t a d a l l ' azienda C a b e s r l a l l a
Provincia e agli altri enti interessati, sul
progetto di realizzazione di un impianto di
recupero di rifiuti inerti e di discarica di rifiuti
speciali non pericolosi, in Pian della Selva.
«Chiediamo alla ditta scrive l' Amministrazione
i n u n a n o t a d i p r e s e n t a r e u n piano d i
informazione e divulgazione pubblica dei
dettagli dell' impianto. E anche una valutazione
di impatto sulla salute preventiva/prospettiva,
da condividere con Arpa e Ausl, per stimare,
con sufficiente certezza, gli eventuali effetti
sulla salute dei cittadini leontini e dei territori
vicini. Chiediamo infine alla Cabe che esponga
se intende indennizzare le amministrazioni
coinvolte dagli eventuali impatti dell' impianto.
I contributi dovranno sostenere gli interventi di
prevenzione per ridurre o eliminare gli impatti
ambientali, svolgere la manutenzione delle
strade soggette a maggiore traffico a causa
dei mezzi diretti all' impianto, e intervenire sul
traffico veicolare per migliorare il flusso in
accesso all' impianto e minimizzare rumore ed emissioni.
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Dopo i morti a Milano, incontro in prefettura per tutelare il Palazzo di Giustizia. Il questore ha già
firmato l' ordinanza per rafforzare i controlli all' esterno.
Tribunale, ecco il nuovo piano sicurezza con metal
detector, telecamere e rinforzi
Palomba: «Sopralluoghi in fretta». Il Comune: gestione, Roma ci deve 5,8 milioni.
RIMINI. Videocamere, metal detector all'
ingresso, aumento dei controlli all' interno, con
possibile incremento della vigilanza privata e
intensificazione delle pattuglie delle forze dell'
ordine all' esterno. Il piano di battaglia per
tutelare l' incolumità del tribunale riminese è
finito al vaglio di un tavolo in prefettura,
convocato ieri d' urgenza dopo i fatti
sanguinosi di Milano, dove un uomo, imputato
per bancarotta, ha ucciso con una pistola tre
persone dopo essere entrato armato nelle aule
del Palazzo di Giustizia.
Ma intanto dal Comune lanciano un appello in
direzione di Roma sulle spese di gestione
anticipate e mai restituite dal ministero:
«Ormai ammontano a 5,8 milioni, tutti soldi
messi a bilancio che però non abbiamo mai
visto nonostante le promesse».
La situazione non è quindi delle migliori ma la
tragedia milanese ha fatto scattare il
campanello d' allarme anche a livello locale,
dove come ha precisato il presidente d e l
tribunale, Rossella Talia, i sistemi di sicurezza
non sono ottimali. per niente.
E non c' è tempo da perdere, insomma.
Ecco spiegato perché già dalla prossima
settimana, «un gruppo tecnico farà degli
appositi sopralluoghi per capire come
migliorare e implementare i sistemi di protezione». La spiegazione arriva direttamente dal prefetto
Claudio Palomba, al termine dell' incontro che ha visto riuniti al tavolo, oltre alla stessa Talia, anche i
vertici delle forze dell' ordine e l' amministrazione comunale con il sindaco Andrea Gnassi e l' assessore
alla Municipale Jamil Sadegholvaad.
Via alle ispezioni, quindi, e poi, «nel giro di mas simo quindici giorni passeremo all' attuazione delle
proposte migliori».
Al momento le ipotesi al vaglio riguardano proprio quel metal detector da sistemare all' ingresso
principale del tribunale e il cui progetto è in realtà fermo da quasi 10 anni. Il costo si aggirava attorno ai
90mila euro, Non certo pochi spiccioli.
Nessun preventivo è stato comunque ancora fatto su quanto costerà l' intero piano di tutela del
tribunale. L' attenzione sarà però posta sul «potenziamento e miglioramento dell' attuale sistema di
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video sorveglianza», chiari sce ancora Palomba, «inoltre siamo in contatto con alcuni istituti di vigilanza
per capire se e come implementare l' organico». Ora c' è una sola persona che «tra l' altro non è messa
all' ingresso, e già su questo punto miglioreremo».
Intanto giovedì sera è arrivata l' ordinanza del questore per «maggiori controlli delle forze dell' ordine all'
esterno del Palazzo di Giustizia». E già ieri due pattuglie dei carabinieri hanno presidiato la zona.
Il problema principale potrebbe comunque essere rappresentato dai costi.
E da chi metterà mano al portafoglio. Dubbio che arriva soprattutto considerando la situazione del
Comune, che ha sì confermato la propria disponibilità a una eventuale partecipazione alle spese, ma ha
anche ricordato un altro aspetto non certo trascurabile. Tradotto: un credito nei confronti del ministero di
Giustizia da 5,8 milioni e che attende da anni di essere riscosso.
Ma non è arrivato niente, nonostante le promesse.
Già perché secondo una legge del 1941, la gestione dei tribunali per riparazioni, manutenzione, pulizia,
illuminazione, acqua, riscaldamento e custodia, deve essere pagata in anticipo dai Comuni, che poi
devono avere indietro da Roma la quasi totalità di quanto versato. A Rimini si veleggia attorno a 1,2
milioni annui, che nel corso del tempo sono lievitati appunto a quasi 6 milioni.
Le ultime rassicurazioni di pagamento sono arrivate nel marzo del 2014 e pochi mesi fa. Tutto inutile.
Unica consolazione, dal 1° settembre cambierà tutto: i tribunali saranno gestiti direttamente dal
ministero. Sui debiti in sospeso, però, tutto tace.
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Commistioni tra banca e politica? Dai nominati dagli
enti pubblici ai meccanismi da voto di scambio
Gli organi della Fondazione e della banca: ecco come si formano La convenienza
economica non sempre è l' unico faro nella gestione.
RIMINI. La convenienza economica è l' unica
logica che sostiene le decisioni di una
f o n d a z i o n e o d i u n i s t i t u t o d i credito?
Dovrebbe essere così, ma a volte, capita che
certe scelte, viste dall' esterno, in qualche
occasione possano sembrare ispirate ad altre
logiche, magari anche legittime in un più
ampio quadro di visibilità e potere. Ci si può
esimere dal sottostare, in qualche caso, per
esempio, a indicazioni di carattere
genericamente "politico"? Le attività delle
fondazioni e quelle delle banche sono così
nettamente distinte, così come le finalità, come
dovrebbe essere? In realtà sono proprio certi
meccanismi che regolano gli organi statutari
ad alimentare il dubbio di una certa
commistione. Molte delle nomine sono di tipo
politico. Nel Consiglio Generale, (l' organo che
detta l' indirizzo, le linee guida, i bisogni pri
mari e gli obiettivi dell' attività della
Fondazione Carim), ad esempio, nove dei
diciotto membri vengono nominati da enti
pubblici, associazioni di categoria e istituzioni
( u n o a testa direttamente dal sindaco di
Rimini, dal presidente della provincia, dal
presidente della Camera d i commercio e dal
vescovo).
Le persone designate dalla "politica" hanno
quindi un ruolo diretto e importante nel determinare ogni decisione del Consiglio generale che per
statuto nomina il Cda della Fondazione. Quest' ultimo organismo, nomina a sua volta, i componenti del
consiglio d' amministrazione della banca, a dimostrazione di un "filo rosso" che raggiunge i quadri e la
gestione dell' istituto. Particolari sono anche le regole seguite per la nomina dei nove membri privati del
consiglio generale. A sceglierli sono i cento soci che compongono l' assemblea della Fondazione,
personalità che spiccano per im pegno sociale e istituzionale, danno lustro alla comunità e
contribuiscono al suo sviluppo. Non ha diritto di voto chi ricopre incarichi negli organi sindacali o nel
Cda della Fondazione, mentre possono votare quelli che ricoprono incarichi sia nel Cda della banca sia
nel collegio sindacale. Un' incongruenza che la guardia di finanza di Rimini, nel corso dell' inchiesta
sulla Carim, non ha mancato di sottolineare in quanto il meccanismo assomiglia a qualcosa come una
specie di voto di scambio istituzionalizzato: "io ti nomino oggi, perché domani tu mi voti qui". Un sistema
certo non riconducibile solo quello che qualcuno ha definito il sistema Rimini e tutt' altro che
straordinario in Italia, forse addirittura largamente comune, ma non per questo esemplare. Commistioni,
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potere, visibilità, interessi anche legittimi, ma non puramente economici. I meccanismi tecnici per la
composizione dei vari organi sono gli stessi che, per fatti che riguardano il passato, hanno portato sotto
inchiesta ventiquattro tra ex amministratori, manager e membri del collegio sindacale di Banca Carim,
assieme a due commissari della Banca d' Italia, nell' ambito di un' inchiesta sulla gestione più "politica"
che prettamente contabile dei finanziamenti, secondo l' accusa, non sempre assistiti da adeguate
garanzie. Amici degli amici? La Banca Ca rim, tormentata dagli strascichi giudiziari dell' era pre
commissariamento, soltanto lo scorso anno era tornata a distribuire un dividendo, ha chiuso invece il
2014, come si ricorderà, con un segno rosso: meno 9,1 milioni. Una sofferenza imputabile, è stato
spiegato, alla crisi, ma soprattutto di quei cento milioni che rispondono al nome tecnico di "rettifiche sui
crediti" e in realtà sono finanziamenti destinati a non tornare in cassa.
ANDREA ROSSINI
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Banca Carim. L' assemblea approva solo la messa in mora degli amministratori in carica fino al
2010. Esclusi dalle richieste danni gli altri ex vertici.
Congelata l' azione di responsabilità
La Fondazione, socio di maggioranza, sceglie per il rinvio: «Servono altri elementi di
valutazione»
RIMINI. L' azione di responsabilità sociale non
passa alla Carim, la Fondazione fa pesare il
proprio voto: i componenti del vecchio
Consiglio di amministrazione sono salvi, tutti,
almeno per il momento. La concitata
assemblea ordinaria dei soci azionisti della
banca ­ durata ieri per oltre tre ore nella sala
Manzoni in via IV Novembre ­ ha infatti deciso
per non chiedere i danni né agli ex
amministratori, né agli ex sindaci revisori; e
nemmeno all' ex direttore, ex vicedirettore ed
ed ex società di revisione.
Ma non per tutti c' è stata la "totale amnistia".
L' esito, per certi versi inaspettato dopo la
relazione dell' attuale C da pubblicata in matti
nata sul sito web della Carim, ha infatti visto
una distinzione tra gli amministratori rimasti
incarica fino al 29 aprile 2010, data dell'
approvazione del bilancio 2 0 0 9 , e q u e l l i
subentrati proprio in quella data e ri masti in
carica fino al settembre successivo, quando è
piombato sull' istituto il commissariamento.
Per i primi e per l' ex direttore generale, infatti,
c' è stata «l' approvazione della formale
costituzione in mora, anche agli effetti
interruttivi della prescrizione, rinviando ad una
eventuale assemblea ogni deliberazione sulla
p r o m o z i o n e d e l l ' a z i o n e sociale d i
responsabilità». Salvi per il momen to, quindi, Giuliano Ioni, Luciano Liuzzi, Fabio Bonori, Roberto
Ferrari, Mauro Gardenghi, Mauro Ioli, Vincenzo Leardini, Raffaele Mus soni, Franco Paesani, Gianfranco
Vanzini, Ulderico Vicini, Alberto Martini.
Per il secondo gruppo, invece, gli ex amministratori durati l' arco di un semestre, c' è stata «l' esclusione
della promozione dell' azione di responsabilità». Salvi quindi Bruno Vernocchi , Gianluca Spigolon,
Attilio Battarra, Alduino Di Angelo, Giancarlo Mantellato, Claudio Semprini Cesari e i membri del
Collegio sindacale Giuseppe Farne ti, Massimo Conti.
Una conclusione non semplice e su cui non tutti i 300 presenti sono stati d' accordo. A cominciare dall'
attuale C da, che invece aveva proposto l' azione di responsabilità per gli amministratori rimasti in
carica fino al 29 aprile 2010. Ma la Fondazione, che detiene il 56 per cento, dopo un lungo e aspro
confronto ha fatto pesare il proprio voto. Il motivo di questo "cambio in corsa" sta nel fatto che la
Fondazione ha preferito attendere l' esito delle attuali indagini penali riguardanti la vicenda Aeradria e
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che vede indagati proprio gli ex vertici Carim. Solo una volta «in possesso di ulteriori elementi di
valutazione, l' assemblea dei soci potrà decidere su un eventuale azione di responsabilità».
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Il sindaco apre le porte del cantiere, fra sale cinematografiche, reperti archeologici, mosaici,
domus romane e una cinquantina di tombe.
Fulgor, primo film a marzo 2016
Gnassi: con Fellini e la cultura, 500mila presenze turistiche in più all' anno.
RIMINI. Quando ha aperto le porte del Galli in
ricostruzione (un paio di settimane fa), il
sindaco Andrea Gnassi ha dato appuntamento
a un altro cantiere in itinere, quello del Fulgor,
destinato a diventare la Casa del Cinema, il
luogo per celebrare Federico Fellini. Ma non
solo.
Il primo cittadino ieri ha illuminato Palazzo
Valloni per ribadire come una delle leve
turistiche sia sicuramente quella culturale. «Il
tasso di permanenza degli stranieri in Italia è
più basso rispetto e Spagna e Francia e vale
39 miliardi in meno all' anno» ha detto.
Bisogna creare «motivi per soggiornare un
giorno in più». E il «quadrilatero culturale» va
in questa direzione: Galli, Fulgor, Castel
Sismondo e piazza Cavour.
Gnassi ha un obiettivo: «Aumentare di 500mila
le presen ze annuali».
L' occasione per un viaggio al centro del
Fulgor è offerta da una sorta di scadenza: fra
una decina di giorni terminano gli scavi
archeologici, operazioni che hanno portato alla
luce brandelli di storia dall' epoca romana fino
al tardo Me dioevo. In particolare i depositi
sono riconducibili alle trasformazioni
architettoniche di una Domus di vasta
estensione. E' emerso un mosaico che la
Soprintendenza fa spostare nel Museo della Città. Dove c' era la chiesa di San Martino sono state
rinvenute più di cinquanta sepolture.
Ecco. I lavori veri e propri sono iniziati nel 2012 e terminata la fase archeologica caratterizzata del
lavoro manuale e certosino, si procede con il fabbricato. Entro la fine dell' anno si prevede il
completamento di tutte le operazioni. La prima proiezione è ipotizzata nella primavera del 2016: marzo.
Tutto l' intervento vale 5,1 milioni.
Al termine la Casa del Cinema disporrà di due sale cinematografiche da 158 e 52 spettatori. E di una
galleria con altre 32 poltroncine. Nei due piani superiori troveranno posto i locali della Cineteca
comunale.
Lo scenografo premio oscar, Dante Ferretti, ha inventato una sala definita da lui stesso in «stile Los
Angeles, un cinema romagnolo hollywoo diano» ispirato alle sale degli Anni trenta e Quaranta con uso
di legno e marmo.
Prevista una specie di succursale al Museo della Città, nell' ala nuova. Lo ha annunciato l' assessore
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alla cultura Massimo Pulini.
Si progetta una sorta di quartiere dedicato a Fellini dove insediare un' idea di museo che ha a che fare
con i luoghi dai quali Fellini ha attinto, in particolare il luna park e il circo.
Inoltre la Casa del Cinema, oltre a rappresentare qualcosa di concreto per quei turisti che vengono a
Rimini e chiedono di Fellini, diventerà una sorta di officina creativa, una residenza per chi vuole passare
tre, quattro, sei mesi a Rimini: studiosi, artisti, ricercatori che dedicano lavori e approfondimenti al
regista riminese.
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Sui milioni in cassa è scontro: «Piano investimenti
fatto male o chieste più tasse ai cittadini»
L' ORDINANZA Viale D' Annunzio i vigili rimuovono gli abusi edilizi.
RICCIONE. Il Comune rimuove un abuso in
viale D' Annunzio. Ieri mattina il personale dell'
Ufficio controlli edilizi, con l' ausilio della
Polizia municipale e in esecuzione di una
specifica ordinanza, ha demolito un manufatto
costituito da una tettoia e una pannellatura
esterna di un negozio, sprovvisto della
necessaria abilitazione edilizia.
L' intervento di rimozione è stato eseguito a
seguito di una segnalazione di abuso alla
quale sono seguiti una serie di controlli
effettuati dall' amministrazione, e che hanno
evidenziato la non conformità della copertura
esterna, «che a tutti gli effetti rappresentava un
a m p l i a m e n t o d e locale» , s p i e g a n o d a l l '
amministrazione.
Nelle aree limitrofe del negozio, che non ha
eseguito la rimozione di propria spontanea
volontà su richiesta del Comune, altre attività
hanno invece provveduto ad eliminare
coperture o verande abusive. «E' intenzione
dell' amministrazione assicurare in futuro
legalità e rispetto delle norme in vigore»,
concludono dall' amministrazione.
RICCIONE. Critiche le opposizioni sul bilancio:
«Il disavanzo di 3,7 milioni non è certo
sinonimo di efficienza», dice Vincenzo
Cicchetti (Movimento 5 Stelle), i milioni rimasti
nelle casse del Comune, «significano che sono state chieste ai cittadini più tasse di quelle che
servivano, oppure che gli investimenti non sono stati pianificati al meglio».
Per Marco Parmeggiani, segretario del Pd, «il sindaco Tosi è passato dalla triste fase #hocambiatoidea
a quella se possibile ancor più triste del #nonhoproprioidee. In campagna elettorale ha promesso l'
abolizione della tanto vituperata tassa di soggiorno, e così non è. L' agguerrita sostenitrice del "turismo
al centro del rilancio" riconferma anche per il 2015 le stesse risorse del 2014, dimostrando ancora una
volta di come il proprio delegato al turismo (l' assessore e albergatore Claudio Montanri, ndr) abbia
poche idee ma ben confuse sulla programmazione a lungo termine».
Il surplus da 3,7 milioni si riferisce alla gestione dell' ente nel 2014: «Meglio un avanzo che un disavanzo
­ prosegue Cicchetti ­ , ma va detto che il bilancio previsionale, a parte delle rettifiche minime, è quello
approvato dall' amministrazione Pironi. L' impianto del bilancio era già definito, ma il sindaco Renata
Tosi che è arrivata dopo le elezioni di giugno non ha saputo gestire le risorse a disposizione, e di fatto
sottraendo risorse ai contribuenti». Un parere della Corte dei conti stabilisce come «un avanzo di
bilancio risulti da un eccessivo prelievo fiscale, non coerente con le reali esigenze di spesa dell' ente
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locale».
Sul bilancio si è consumata «l' ennesima puntata con protagonista il sindaco "lady ho cambiato idea"».
Cicchetti spiega: «Un anno fa, quando la Tosi era consigliere di opposizione, si è servita dei grillini per
la sua attività, e chiedendoci cosa ci serviva per presentare delle osservazioni al bilancio, noi abbiamo
chiesto di farsi dare dal Comune il file in Excel con cui viene redatto il documento contabile, che
permette una lettura più strutturata e d' insieme dei dati. La Tosi lo ha richiesto alla dirigente dei Servizi
tributari Cinzia Farinelli che glielo ha dato. Quest' anno il Movimento 5 Stelle ha fatto la stessa richiesta,
ma la Tosi ce l' ha negata». La consegna del file non è obbligatori da parte dell' amministrazione.
«Questo dimostra che finché la supportavamo nel la sua attività come consigliere d' opposizione certe
richieste andavano bene, adesso non più».
Per Parmeggiani l' amministrazione «non ha una strategia di valorizzazione ad ampio raggio; spingere
sugli eventi come il Christmas village e il Greenpark, seppur di "impatto" mediatico, restano attività di
esclusivo intrattenimento e nulla più. Aiuta sicuramente gli esercizi pubblici e il commercio d' area, ma
non riposiziona la città come meta turistica a vocazione internazionale, arrivando invece a consolidare il
turismo mordi e fuggi dei week­end e dei ponti». A ben guardare, prosegue Parmeggiani, «il vero
problema è che si spende senza investire in opere e infrastrutture che possano migliorare il modello di
città. L' intera area portuale, impianto fondamentale e strategico per qualsiasi città turistica "di mare",
appare ancora come un vero porto delle nebbie. L' amministrazione nella propria azione politica
dimostra il più facile consenso popolare e non di affrontare le vere necessità della città».
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MONITORAGGIO RAIBANO.
Fumi dall' inceneritore il Comune prepara studi
complementari
RICCIONE. Per verificare gli effetti dei fumi
dell' inceneritore di Raibano nell' aria, «il
Comune farà redigere uno studio
complementare». Lo ha annunciato l'
amministrazione durante l' incontro "Riccione
bene comune" organizzato nel quartiere
giovedì sera.
«Sui contratti scaduti con Hera abbiamo
chiesto ad Atersir di redigere uno studio di
fattibilità per la gestione dell' acqua e dei
rifiuti», hanno detto il sindaco Tosi e la giunta.
Tra le richieste presentate dai residenti spicca
la moderazione della velocità in alcune strade
come nelle vie dell' Ecologia, Venezia e
Gradara. In tema di viabilità si è parlato anche
dell' ampliamento di via Venezia: «E' stato
inserito nel piano triennale degli investimenti
per un importo di 2 milioni e 800mila euro
hanno spiegato gli amministratori ­, verrà
realizzato un nuovo attraversamento di via
Empoli per favorire il deflusso del traffico di via
Berlinguer. Verrà realizzato anche un fosso
scolmatore, a cura del Consorzio di bonifica: si
tratta di una vasca di contenimento per il
raccoglimento dell' acqua».
Tra le richiese anche lo spazza mento delle
strade da parte di Geat, fino alla manutenzione
stradale per la quale è previsto un
investimento complessivo di 150mila euro.
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Ieri mattina una vongolare è rimasta bloccata nel canale del porto a causa dei materiali
depositati sul fondo.
«Ventena, una fogna»
I residenti: «La foce non verrà dragata, è uno scempio»
CATTOLICA. Dopo il motopeschereccio di
qualche giorno fa, ieri mattina anche una
vongolare è rimasta bloccata nel canale del
Porto di Cattolica, a causa dei fondali bassi
con l' accumulo di materiale. Episodi che si
ripetono con una certa frequenza, anche se il
Comune ha assicurato che prima dell' estate
verranno dragati altri 2 mila metri cubi di
detriti, oltre ai 3500 già smaltiti.
Da un canale all' altro, i cittadini stanno
gridando alla vergogna per la situazione della
zona alla foce del Ventena. A quanto pare,
oltretutto l' area non verrà dragata per quest'
estate, per problemi burocratici ed economici,
con il mancato ormeggio delle barche. «Il
Ventena è una fogna a cielo aperto ­ afferma l'
albergatore, memebro dell' Aia, Massimo
Cavalieri ­. Sono riuscito a camminare sulle
acque e non faccio miracoli. Sono stati raccolti
con la tassa di soggiorno 1.070.000 euro,
credo che doveva essere doverosa la
riqualificazione di questa zona. Ci sono più di
1000 camere e un' attrazione importante come
l' acquario di Cattolica che in giornate come
Pasqua convoglia mi gliaia di persone e tutti
possono godere di questo scempio», conclude
ringraziando ironicamente il Comune. E nei
confronti di Palazzo Mancini arriva anche la
replica di Simona Gaudenzi dell' Ncd. «Riprendendo i buoni propositi del vice ­sindaco Cibel li e le sue
elencazioni, sono certa che tornerà in Regione per far valere le sue azioni politiche. ahimè ­ continua la
Gaudenzi ­ se la risoluzione del problema dipenderà solo da questo, bisogna augurarsi che il nuovo
governatore Bonaccini decida di investire sulla costa romagnola e che Cattolica rientri nelle priorità. Non
più finanziamenti spot, ma fondi destinati ogni anno al dragaggio e manutenzioni portuali, certezze delle
concessioni demaniali per dare alle attività esistenti il respiro dovuto. Cattolica é nata attorno al quel
porto, a quelle attività che ora paiono essere dimenticate».
THOMAS DELBIANCO
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San Leo. Incontro con la ditta. Nel mirino l' Unione Comuni Valmarecchia: «Non c' è stata
informazione»
«Discarica, danni al turismo»
I residenti: «Contrasti con la vocazione dell' area»
SAN LEO. Circa 200 persone hanno preso
parte all' assemblea indetta dal comitato "San
Leo dice no alla discarica di rifiuti speciali". Il
progetto, la cui esistenza è stata resa nota solo
qualche giorno fa, prevede un impianto di
trattamento e recupero di rifiuti inerti, una
discarica di rifiuti speciali non pericolosi. Gli
interventi hanno evidenziato «il contrasto con
la vocazione turistica dell' area, i dubbi degli
agricoltori biologici, la preoccupazione per la
viabilità dato che un numero imprecisato di
camion percorrerà la strada Leontina e la
Santarcangiolese». I residenti temono anche
«per il danno di immagine e le ripercussioni
turistiche, oltre al timore di perdere la
Bandiera Arancione per l' impatto sulla visuale,
in quanto la discarica sarà ben visibile dalla
fortezza». Nel corso dell' incontro è inoltre
emerso che la Cabe (la società che ha
presentato il progetto) ha optato per la
collocazione dell' impianto a San Leo in quanto
«unico Comune ad aver dimostrato una
preliminare disponibilità ad assumersi questo
ruolo a beneficio del contesto provinciale». Nei
giorni scorsi il comitato ha chiesto e ottenuto
un incontro con il presidente dell' Unione dei
Comuni Valmarecchia, Marcello Fattori, per
chiedere come mai neanche da parte dell'
Unione c' è stata informazione. Il presidente ha spiegato che la giunta dell' Unione «aveva appreso del
progetto dai giornali». Per cui il Comi tato chiede: «Il Comune ha davvero dimostrato una preliminare
disponibilità ad ospitare la discarica? Come è possibile che i Comuni limitrofi non siano stati
informati?». Il Comitato chiederà un incontro al sindaco di San Leo e intanto l' amministrazione
comunale, ieri, ha formalizzato la propria richiesta di integrazioni in merito alla documentazione
presentata dalla Cabe alla Provincia. Si richiede in particolare un piano di informazione e divulgazione
dei dettagli dell' impianto da destinare ai residenti e ai portatori di interesse oltre a una Valutazione di
impatto sulla salute per stimare gli eventuali effetti sulla salute dei cittadini di San Leo e dei territori
confinanti. (lucia paci)
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Disposizione prevista nella circolare applicativa, emessa dalla segreteria di Stato, dell' articolo
26 della Convenzione contro le doppie imposizioni.
Banche, nessun segreto con l' Italia
Possibile accedere, direttamente o indirettamente, alle informazioni detenute da istituti.
SAN MARINO. «Il segreto bancario non può
costituire motivo di rifiuto dello scambio di
informazioni» tra Italia e San Marino. E' una
delle disposizioni previste nella circolare
applicativa, emessa ieri dalla segreteria di
Stato per le Finanze, dell' articolo 26 della
Convenzione contro le doppie imposizioni
sottoscritta con l' Italia. La circolare specifica
che ai sensi dell' articolo 26 della Convenzione
sottoscritta con l' Italia, il Clo, Ufficio cen trale
di collegamento, ha il «potere di accedere,
direttamente o indirettamente, alle informazioni
detenute da istituti bancari o a l t r i i s t i t u t i
finanziari e di fornire tali informazioni all'
autorità richiedente italiana».
Nelle 23 pagine della circolare numero 10,
emessa ieri, sono fornite le indicazioni utili all'
applicazione dello scambio di informazioni su
richiesta tra Italia e San Marino, inviate a tutti i
direttori di dipartimento della Pa e del settore
pubblico allargato, all' ufficio Tributario,
Industria, Contabilità di Stato, così come alle
organizzazioni sindacali, categorie
economiche, ordini professionali e all'
associazione bancaria d e l T i t a n o . N e l l a
circolare si sottolinea inoltre che il contenuto
dell' articolo 26 della Convenzione contro le
doppie imposizioni sottoscritta con l' Italia è
«sostanzialmente conforme a quello dell' articolo 26 del Modello Oc se».
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(ed. Rimini)
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Banca Cariin congela l' azione di responsabilità
ASSEMBLEA ROVENTE La Fondazione invita ad approfondimenti. Avanti con la messa
in mora.
Se resa dei conti sarà, Banca C a r i m l o
deciderà solo dopo opportuni approfondimenti.
Più e splicitamente all' esito dell' indagine
penale avviata dalla Procura (26 le persone
sotto inchiesta). Intanto con la decisione di
procedere alla messa in mora degli ex vertici
dell' istituto di credito, come suggerito dalla
Fondazione, vengono automaticamente
congelati i termini di prescrizione per l'
eventuale azione di responsabilità (termini che
altrimenti scadrebbero tra appena venti
giorni). Assemblea dei soci turbolenta, com'
era immaginabile, quella convocata ieri
(presente il 60% del capitale sociale) p e r
affrontare la tanto discussa azione nei
confronti degli ex dirigenti. Ma alla fine, dopo
oltre quattro ore di confronto, si è convenuto di
procedere per tappe.
E con opportuni distinguo, come indicato
anche dal consiglio di amministrazione.
Innanzi tutto sui fatti, ma anche su ruoli e
tempi. Perché un conto sono le responsabilità
di chi si trovava in carica alla data di
approvazione del bilancio di esercizio 2009 ­ il
29 aprile 2010 un altro quelle di chi ha
ricoperto cariche di rappresentanza nei
successivi cinque mesi, quelli intercorsi da
quello stesso 29 aprile al commissariamento.
Con il voto quindi si è deciso di procedere alla "formale costituzione in mora, anche agli effetti interruttivi
della prescrizione, nei confronti degli amministratori e sindaci già in carica alla data di approvazione del
bilancio 2009, dell' ex direttore generale, della società di revisione e del socio responsabile della
stessa", rinviando ad un' assemblea successiva ogni eventuale azione. Nel documento redatto dall'
attuale cda e letto in apertura di seduta dal presidente Sido Bonfatti si fanno anche nomi e cognomi.
Alberto Martini, Giuliano Ioni, Luciano Liuzzi, Fabio Bonori, Roberto Fer rari, Mauro Gardenghi, Mauro
Ioli, Vincenzo Leardini, Raffaele Mussoni, Franco Paesani, Gianfranco Vanzini, Ulderico Vicini.
Ricordando che nei loro confronti "sono state mosse contestazioni formali da parte della Banca d' Italia
(a seguito degli accertamenti ispettivi di vigilanza condotti tra febbraio e giugno 2010)", con tanto di
sanzioni amministrative per aver "perseguito e attuato poco prudenti politiche di crescita, in assenza di
coerenti misure di rafforzamento dei processi e dei presidi organizzativi e di controllo, determinando il
progressivo deterioramento della qualità del credito e della complessiva situazione economico ­
patrimoniale".
Al tempo stesso ­ con il voto di ieri ­ si è escluso ogni procedimento nei confronti di chi ha gestito la
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11 aprile 2015
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(ed. Rimini)
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successiva breve parentesi, prima che scattasse l' ordinaria amministrazione. Quindi Bruno Vernocchi,
Gianluca Spigolon, Attilio Battarra, Alduino Di Angelo, Giancarlo Mantella to, Claudio Semprini Cesari, i
due componenti del collegio sindacale Giuseppe Maria Farneti e Massimo Conti. "Non possono essere
considerati responsabili o corresponsabili della gestione della Banca (o del controllo sulla gestione) fino
a quel momento". Nei loro confronti "l' adozione di iniziative potrebbe essere anche rinviata ad altra
occasione, dal momento che il termine quinquennale per l' eventuale esercizio dell' azione di
responsabilità scadrà soltanto in data 29 settembre 2015". Tra i "graziati", per gli stessi motivi, anche l'
ex vice direttore Claudio Grossi.
"Il parziale disallineamento dell' assemblea rispetto alle proposte del consiglio di amministrazione, per
ciò che concerne gli esponenti aziendali già in carica alla data del 29 aprile 2010 ­ si sottolinea in una
nota al termine dell' assemblea dimostra, per un verso l' autonomia del consiglio rispetto ai soci e in
particolare al socio di maggioranza, per un altro la correttezza della valutazione da sempre riservata da
parte del consiglio al tema dell' esercizio dell' azione di responsabilità, che la attribuiva e la attribuisce
alla totale discrezionalità ed iniziativa degli azionisti".
A margine dell' assemblea c' è stata anche un' occasione di chiarimento ­ con tanto di scuse ­ tra il
presidente Bonfatti e piccoli azionisti.
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L' INCONTRO .
Progetto Rimini Con Zamagni e Focchi
Oggi ­ nella sala Marvelli delle Provincia (in via
Dario Campana 65), dalle 17.30 ­ il secondo
incontro promosso dall' associazione culturale
Progetto Rimini sul futuro della città.
L' incontro porterà al centro del dibattito gli
aspetti che ruotano intorno alle nuove
problematiche e alle sfide che Rimini dovrà
affrontare e risolvere per il rilancio della sua
economia, un suo nuovo protagonismo
internazionale e le mutate esigenze del suo
welfare. A parlarne sono stati invitati il
professor Stefano Zamagni, ordinario di
Economia politica all' Università di Bologna
che terrà una sua relazione su "Quale modello
per lo sviluppo dell' economia riminese;
Maurizio Focchi, imprenditore e vicepresidente
d i Confindustria E m i l i a Romagna c h e
affronterà il tema "La città di fronte alla sfida
d e l l ' internazionalizzazione" ; e S i l v i a
Maraschio, vicepresidente di Volontarimini,
che traccerà le linee delle nuove esigenze
sociali con la sua relazione "Rimini e le sue
emergenze sociali". L' incontro sarà coordinato
dal giornalista Valerio Lessi.
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LA PROSSIMA MOSSA IL RINNOVO DEL CDA
Inevitabilmente intrecciato all' azione di
responsabilità contro gli ex vertici dell' istituto
di credito per Banca Carim c' è in ballo anche
un altro passaggio chiave, il prossimo rinnovo
delle cariche. L' assemblea dovrebbe essere
chiamata ad esprimersi il 28 aprile (data
ancora ufficiosa). Non è da escludersi che l'
attuale consiglio possa anche essere
riconfermato, ma solo in parte. Al fianco del
presidente Sido Bonfatti oggi siedono Vera
Negri, Attilio Gardini, Matteo Guaitoli, Michele
Marconi, Paolo Conti ed Enrico Montanari.
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SAN CLEMENTE.
Rifiuti abbandonati "E' uno spettacolo impietoso"
Sono diverse e ricorrenti le lamentele
pervenute da parte dei residenti di San
Clemente in merito ai disservizi nella raccolta
dei rifiuti, al punto che Alfonso Scala della lista
Civica San Clemente chiede al sindaco Mirna
Cecchini di fissare un incontro con i dirigenti
del Gruppo Hera, per mettere in atto tutte
quelle soluzioni idonee a scongiurare l'
abbandono dei rifiuti vicino ai cassonetti,
spesso non funzionanti, da u na parte e l'
immobilismo nella raccolta degli stessi dall'
altro. "Questo spettacolo impietoso ­ sottolinea
Scala sta arrecando un danno all' immagine
ed al del decoro del comune non più
tollerabile". Al fine di permettere agli stessi
cittadini, che si impegnano nella raccolta
differenziata, si chiede di rendere noto l'
ubicazione dei cassonetti e dei relativi giorni e
orari in cui verrà effettuato il servizio .
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