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“Il genitore è di solito meno convincente della televisione. Però ha
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“Il genitore è di solito meno convincente della televisione. Però ha una
forza in più: il legame affettivo. Il bambino, anche ridotto al grado più
infame di videodipendenza, vuole bene alla mamma e al papà e non
alla televisione. Nonostante tutto ama i suoi genitori, quelli che sono
seduti vicino a lui, e non quelli perfettissimi e sorridentissimi della
pubblicità. Certo, sta poi ai genitori veri il mostrare al figlio che sono
veri sul serio, e migliori di quelli finti. Una qualità, per esempio, che
manca sempre ai genitori pubblicitari è l’intelligenza. Quella
intelligenza che si esprime con la tenerezza al momento giusto, con la
protesta al momento giusto, con la capacità di raccontare, di
interpretare, di divertirsi o no, di proporre, di inventare. Non ci vuole un
gran che a essere miglior degli sbalorditivi genitori teletrasmessi, però
bisogna esserci, in carne ed ossa, e muniti di un sufficiente bagaglio d
pazienza e di affetto per vivere col bambino l’avventura televisiva.”
M. Bernardi, Gli imperfetti genitori, cit., p.247
Dott.ssa Nadia Todaro
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SCEGLIERE INSIEME I PROGRAMMI IN ANTICIPO CON L’AIUTO DI
UNA BUONA GUIDA TV, per esempio il “radiocorriere tv”
Perché?
1. PER STABILIRE LE REGOLE NELLA SCELTA DEI PROGRAMMI
Chiediamoci: è un programma adatto all’età di mio/a figlio/a?
Se e cosa può imparare da tale programma?
È in grado di capire ciò che vede? Collega il finale con il resto della storia? Sa
seguire la sequenza dei passaggi? Ha colto la caratterizzazione dei personaggi? Sa
apprendere le sfumature dei dialoghi?
Le storie sono interessanti, divertenti, spiritose oppure insipide, inutili o
addirittura violente, volgari e stupide?
2. STABILIRE LE REGOLE DEI TEMPI DI ESPOSIZIONE
Capita spesso, a noi come ai nostri figli, di farci “trascinare” dal flusso continuo e
dopo aver visto un programma finiamo per vedere anche quello immediatamente
successivo e quello dopo ancora, senza esserne effettivamente interessati. Per
evitare di venirne “risucchiati” è importante stabilire poche regole, ma chiare:
QUANDO POSS0 GUARDARE COSA E PER QUANTO TEMPO?
Se ne parla con i bambini/ragazzi spiegando loro che ci sono molte altre cose
stimolanti e interessanti da fare. Naturalmente dobbiamo offrirli delle alternative:
la lettura, il gioco, il movimento, l’esplorazione, la curiosità, il disegno, la musica,
il dialogo, le attività domestiche, ecc.
“Se un ragazzo ha come unica fonte di informazione il televisore, sarà un ragazzo
povero. Se invece, accanto al televisore, ha la possibilità di incontrare libri, giornali,
dischi, film, parole, musica, attività di vario tipo, quel ragazzo sarà ricco. Egli avrà
infatti la possibilità di confrontare ciò che vede sullo schermo con ciò che sperimenta
direttamente nel mondo. ”
O. Ferraris, Tv per un figlio,cit., p.19.
3. STABILIRE LE REGOLE SULLA MODALITA’ D’USO DELLA TV
La tv non dovrebbe essere usata come un piacevole e rassicurante rumore di
fondo che ci tiene compagnia durante la giornata. Per un bambino, ma anche per
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un adulto, è difficile farsi coinvolgere da altre attività oppure far affiorare la
fantasia se viene continuamente distratto dal teleschermo.
Durante i pasti è meglio evitare l’esposizione televisiva, visto che spesso e
volentieri la tv funge da alibi per evitare il dialogo e gli scontri. Ciò che dovrebbe
agevolare la comunicazione diviene paradossalmente un mezzo per evitarla. (i
conflitti e le tensioni, se non risolti, comunque affiorano prima o poi, solo in
modo più virulento.)
Attenzione allo zapping: che sia un gioco deciso insieme, in occasioni particolari
e in tempi contenuti! Altrimenti si corre il rischio di guardare tutto e di non
capirci niente!
“L’educando ha bisogno di punti di riferimento stabili, di ordine e di chiarezza per
potersi orientare in una realtà a lui del tutto sconosciuta e che gli appartiene senza
confini”
P. Lombardo, Il ponte. Passaggi educativi, cit., p.96.
GUARDIAMO LA TV INSIEME AI NOSTRI FIGLI: NON LASCIAMOLI
SOLI DAVANTI ALLO SCHERMO!
Perché?
1. STIMOLA E FACILITA LA COMUNICAZIONE
Facciamoci raccontare dai nostri figli ciò che hanno visto e ciò che hanno provato.
I programmi non sono mai neutri, lasciano sempre delle tracce nei sentimenti e
nelle emozioni!
Inoltre, l’abitudine di riassumere la trama del programma alimenta la capacità
narrativa e la capacità di sintesi del bambino.
E non per ultimo ci permette di capire quali passaggi gli sono rimasti più impressi
e quali, invece, non ha compreso o afferrato solo in parte.
2.LA FINZIONE NON VIENE SCAMBIATA CON LA REALTA’
Spesso i bambini (a volte anche i ragazzi) confondono il vero con il verosimile.
Cosa fare dunque?
Quando vengono trasmesse scene irreali, ad esempio personaggi che si
trasformano, chiarite la differenza tra fiction e realtà. Paragonate ciò che avete
visto con la vita reale, fate notare la bravura degli addetti ai lavori nel realizzare
gli effetti speciali.
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Scegliete un cartone animato e ragionate insieme al/alla vostro/a figlio/a in che
cosa rispecchiano la realtà e che cosa, invece, è irreale.
Ai bambini più grandi (7-11 anni) si può chiedere di nominare programmi in
cui ci sono :
persone reali che parlano di fatti autentici
attori che recitano eventi o fatti accaduti realmente
attori che recitano eventi o fatti inventati.
Le risate sono vere o preregistrate? Qual è il loro scopo? Gli applausi sono spontanei
o a comando? Perché? Che compito hanno i figuranti (il pubblico in sala)? E perché
vengono pagati per assistere alle trasmissioni?
3. STIMOLA LO SPIRITO CRITICO
La presenza di un adulto consente al bambino di riconoscere ed interpretare il
linguaggio simbolico che spesso la tv usa. Essa tende a semplificare, generalizzare
(per accedere a un pubblico più vasto possibile) e, a volte, anche a distorcere la
realtà.
“Se a scuola o in famiglia i bambini non trovano il modo per analizzare i
messaggi che ricevono, discuterli e valutarli, se non hanno l’opportunità di
‘smontare’ alcuni programmi e spot pubblicitari per capire le finalità e gli
obiettivi di chi opera in televisione, rischiano di rimanere influenzati in modo
acritico.” O. Ferraris, Tv per un figlio, cit., p. 18.
La capacità critica si rivela particolarmente utile quando i nostri figli si trovano di
fronte a scene violente oppure quando vengono bombardati dagli spot pubblicitari.
Chiedetegli/le di indovinare quanto costa uno spot e poi, insieme, informatevi
sul prezzo reale. Chi paga lo spot? Perché sono disposti a pagare una somma
così salata per un prodotto che singolarmente costa una sciocchezza?
LA PUBBLICITA’ USA UN LINGUAGGIO CHE FA LEVA SULLA COMPONENTE
EMOTIVA
I prodotti vengono volutamente affiancati a persone particolarmente
attraenti e a scenari da sogno per indurre e persuadere la gente
all’acquisto. Provate a riflettere con vostro/a figlio/a se una pubblicità
che associa gli stessi prodotti a persone poco attraenti o a scenari
decisamente poco invitanti avrebbe lo stesso effetto. A che cosa è
dovuto il successo: alla qualità e funzionalità del prodotto oppure ad
un’abile e ben studiata presentazione? Che differenza c’è fra
informazione e persuasione?
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Di fronte a un cartone animato che propone delle soluzioni violente per risolvere un
problema (spesso e volentieri ne fanno uso anche gli eroi e i “buoni”), chiedete se
sarebbe possibile risolvere tale situazione anche in modo non violento. E ancora,
quali delle soluzioni proposte è la più efficace e duratura nel tempo?
Ai bambini dai 9-10 anni in poi possiamo chiedere di calarsi nei panni del regista: se
volessi far prendere in odio un determinato personaggio, quali tecniche useresti?
Oppure, le uccisioni e gli spargimenti di sangue mostrati in questo programma
avrebbero potuto essere evitati? Quali altri comportamenti, decisioni, atteggiamenti
avrebbero potuto usare?
Ti sembra disegnato bene questo cartone animato?
Questo personaggio come ti sembra?
Questo conduttore di talk show ti sembra imparziale o patteggia per
qualcuno? Lascia spazio agli ospiti? Interrompe spesso? Fa uso di un
gobbo?
Domande simili, poste con costanza e in modo giocoso posso diventare un rituale al
quale i nostri bambini si potrebbero anche affezionare. Ma cosa ancora più
importante porteranno luce nelle giovani menti!
• Un modo divertente per scoprire quale programma è particolarmente interessante
è quando tutti in casa possono esprimere la propria opinione a riguardo dando un
voto a ciò che viene trasmesso. Il bambino comprenderà che ci sono delle
trasmissioni che lo appassioneranno più di altre. Naturalmente, non tutti i
programmi che ottengono il massimo punteggio da parte dei bambini, sono quelli
maggiormente consigliabili. È importante che anche i genitori diano un voto ai
programmi che vedono i figli e ne diano la motivazione.
• Ai più piccini, invece, si può fra scoprire la tecnica su cui si basa il cartone
animato. Essenzialmente esso consiste nello scorrimento veloce di una sequenza
di disegni simili, nei quali viene progressivamente modificata la posizione dei
particolari in movimento.
• Ci sono, poi, dei momenti particolari, in cui noi genitori abbiamo la necessità di
distrarre i nostri figli e non possiamo nemmeno contare sull’aiuto di altre persone.
In questi casi l’uso di videocassette o DVD può costituire una valida alternativa.
Possiamo visionare sia programmi televisivi particolarmente adatti ai bambini (e.s.
L’Albero Azzurro, la Melavisione) sia un DVD affine ai loro interessi e all’età.
Un ulteriore vantaggio deriva dal fatto che i bambini non vengono esposti alla
pubblicità.
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PERCORSI ADATTI ALLA SCUOLA
Ogni invenzione tecnologica deve essere elaborata e “digerita”, esplorata e provata
per imparare a farne buon uso.
Anche Platone ai suoi tempi si confrontò con le nuove tecnologie e giudicò
severamente l’invenzione della scrittura: “Una cosa è la potenza creatrice di arti
nuove, altra è giudicare quali gradi di danno e di utilità esse posseggano per coloro
che le useranno. E così ora tu, per benevolenza verso l’alfabeto di cui sei inventore,
hai esposto il contrario del suo vero effetto. Perché esso insegnerà oblio nelle anime
di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitarsi la memoria, perché, fidandosi dello
scritto richiameranno le cose alla mente non più all’interno di se stessi, ma al di
fuori, attraverso segni estranei: ciò che tu hai trovato non è una ricetto per la
memoria, ma per richiamare alla mente. Né tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma
ne dai solo l’apparenza perché essi, grazie a te, potendo avere notizie di molte cose
senza insegnamento, si crederanno di essere dottissimi, mentre per la maggior parte
non sapranno nulla; con loro sarà una sofferenza discorrere, imbottiti di opinioni
invece che sapienti.”
Cit. in Viganò, I sentieri della comunicazione. Storia e teorie, Rubbettino, Soveria
Mannelli (Cz) 2003, pp. 89-90.
• SCRIVERE, DISEGNARE E RECITARE UNA PUBBLICITA’ per un prodotto
difficile da vendere, per esempio un attaccapanni rotto oppure una minuscola
scatoletta di latta.
• ACCOMPAGNARE I RAGAZZI DIETRO E DENTRO LA TELEVISIONE
Scoprire ed analizzare un prodotto televisivo:
i tempi televisivi
il luogo delle riprese
le diverse metodologie impiegate
le diverse figure professionali coinvolte nel realizzare un
prodotto televisivo.
• INDIVIDUARE E RICONOSCERE I GENERI TELEVISIVI
Così come esistono diversi generi letterari, esistono anche diversi generi
televisivi. Aiutare i bambini ad individuare le caratteristiche che
accomunano lo stesso genere oppure quelle che ci permettono di
distinguere un genere dall’altro.
• PROVARE AD ANALIZZARE UN PROGRAMMA
Con l’aiuto di un DVD si può iniziare a ”smascherare il giocattolo”!
Durata del programma
Analizzare le inquadrature:
Quante inquadrature sono state usate?
Durata di ogni inquadratura.
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Descrizione dell’inquadratura, ovvero il video.
L’audio che accompagna ogni inquadratura (jingle, rumore,
dialogo, voce fuori campo,…)
Analizzare le scene:
Quante scene ci sono?
Come vengono usati colori, luce e fotografia?
Che tipo di musica è stata usata?
Se e quanti effetti speciali vengono usati?
Descrizione dell’ambientazione, dei personaggi e dei dialoghi.
Analizzare il “filo rosso” che accompagna e caratterizza il programma.
Infine, dedicarsi alla morale, ovvero al messaggio sotteso che il programma mi
vuole proporre.
Buona visione a tutti!
BIBLIOGRAFIA
Alberto Pellai (1996), Il (nuovo) bambino che addomesticò il televisore,
FrancoAngeli, Milano.
G.Baggio, M. Soprani, (2006) Mediante. Percorsi di media education a scuola, in
famiglia e in parrocchia, Effetà Editrice, Torino.
Oliviero Ferraris A. (1994), Grammatica televisiva. Pro e contro la tv, Cortina,
Milano.
Oliviero Ferraris A. (2006), Tv per un figlio, Editori Laterza, Bari.
Piermarco Arnoldi (2004), La tv risorsa educativa. Uno sguardo familiare sulla
televisione, edizione San Paolo, Milano.
Tizi M. (2000), Dietro la mela, Armando Editore, Roma.
Vincenzo Varagona (2007), Pollicino nel bosco dei media. Come educare i bambini a
un uso corretto dei mezzi di comunicazione, Edizioni San Paolo, Milano.
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LA TV
La televisione
è tutta un’emozione
dal cartone al telefilm
dalla fiction al film d'azione.
Può essere una compagnia
ma quando è troppa
diventa una grande monotonia.
Che il telegiornale e la pubblicità
non diventino l’unica verità
usa sempre la tua critica capacità!
La televisione
è pure un modo per imparare
basta che non ti lasci condizionare
con la tua testa devi
sempre pensare e
di ciò che vedi con i tuoi amici
ti puoi spesso confrontare!
Alla televisione il potere di
telecomandare la tua mente
e il tuo cuore
non devi mai lasciare:
ricorda che la TV
la governi
sempre e soltanto tu.
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