GARRA RUFA: VALUTAZIONE DELLO STATO SANITARIO DI

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GARRA RUFA: VALUTAZIONE DELLO STATO SANITARIO DI
GARRA RUFA: VALUTAZIONE DELLO STATO SANITARIO DI ALCUNE PARTITE
IMPIEGATE IN CENTRI ESTETICI
Prearo M., Arsieni P., De Vita V.*, Di Donfrancesco B., Righetti M., Giorgi I., Saragaglia C.,
Amato G.* & Pavoletti E.
Laboratorio Specialistico di Ittiopatologia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte,
Liguria e Valle d’Aosta – Torino; * La Casetta in Canada – Settimo Torinese (TO)
Garra rufa è un piccolo ciprinide, diffuso in Medio Oriente, nelle acque dolci dell’Anatolia,
Siria, Giordania e nei bacini idrografici del Tigri e dell’Eufrate, dove vive in acque con
temperature comprese tra i 15°C e i 28°C. E’ una specie bentopelagica, che vive in branco.
Presenta un corpo relativamente tozzo, allungato, con pinne robuste; la bocca è in posizione
ventrale, con la presenza di caratteristici barbigli. Si nutre prevalentemente di fitoplancton e
detriti animali. Da centinaia di anni questa specie viene utilizzata nei Paesi asiatici ed in
particolare in Turchia, nella zona di Kangal, nell’ittioterapia per cure podologiche e per il
trattamento di alcuni disturbi dermatologici. Alcuni studi scientifici sono stati condotti per
valutare l’effettiva efficacia dell’ittioterapia nel trattamento controllato della psoriasi, con
benefici temporanei che si possono prolungare anche per alcuni mesi. Caratteristica di questa
specie è quella di cibarsi anche della pelle malata o morta, senza intaccare le restanti parti del
derma, asportando piccole porzioni di cute. Controversi appaiono ancora gli studi sulla presenza
o meno di un enzima presente nella saliva di questi pesci, il ditranolo, efficace nel trattamento
della psoriasi, ma che può avere degli effetti collaterali, quali irritazioni cutanee, dovute a
sensibilità individuale. Grazie a queste sue capacità, questa specie ittica nei paesi d’origine ha
fatto fiorire un florido mercato relativo al trattamento di patologie dermatologiche. Negli ultimi
anni questa tendenza si sta diffondendo su scala mondiale all’interno di centri termali e, in molti
Paesi, la pratica denominata fish pedicure, che consiste nell'immergere i piedi in una piccola
vasca condizionata con questi pesci, si sta sviluppando anche in alcuni centri estetici.
Attualmente in Italia questa pratica è poco diffusa, anche per la difficoltà oggettiva di
intraprendere tale attività e la totale mancanza di controlli atti a verificarne l’idoneità. Da
ricordare come in molti Stati americani e in Svizzera, l’utilizzo di questi pesci nei centri estetici
è vietato per questioni igieniche. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare lo stato
sanitario di alcune partire di Garra rufa acquistate da alcuni centri estetici di Torino
direttamente da rifornitori europei. Da giugno 2010 sono state analizzate con cadenza mensile,
11 partite diverse di Garra rufa provenienti da 3 diversi rifornitori. I pesci sono giunti al
laboratorio vivi, in sacchetti da trasporto e sono stati sottoposti alle analisi routinarie, previa
anestesia profonda e spinalizzazione di tutti i soggetti. Sono stati condotti su tutti i soggetti gli
esami parassitologico e anatomopatologico, seguiti da un esame colturale su terreni di primo
isolamento. Inoltre, da tutti i soggetti si è condotto un esame colturale su terreni specifici per la
ricerca di eventuali micobatteri atipici. In alcuni casi i soggetti sono apparsi estremamente magri
e le lesioni maggiormente frequenti sono da ricondursi ad una sofferenza branchiale aspecifica.
L’esame parassitologico è risultato sempre negativo, mentre all’esame colturale è stato possibile
isolare, in alcuni soggetti, Aeromonas hydrophila, senza però riscontrare dei segni caratteristici
all’esame autoptico. La ricerca di micobatteri atipici ha sempre dato esito negativo. Nel mese di
febbraio 2011 inoltre, è stata inviata al laboratorio una partita, già testata in arrivo ed utilizzata a
scopo estetico per circa un mese, in cui si è segnalata una lieve mortalità in vasca. Dalle analisi
condotte si è potuto osservare un eccessivo dimagramento dei soggetti, con intestino totalmente
privo di alimento ed un quadro di anemia epatica; è stato inoltre possibile isolare Aeromonas
sobria da un esemplare. Tale quadro è senz’altro da ricondurre ad una eccessiva densità, ad una
scarsa alimentazione dei soggetti e a fenomeni di stress ambientale. I risultati ottenuti da questo
studio preliminare permettono, seppur con una certa riserva, di affermare che le partite in arrivo
godono di un buono stato di salute; non è stato possibile però stabilire l’effettivo mantenimento
di tale stato di salute nel tempo. Regolamentare quindi tale attività, effettuando anche maggiori
controlli sanitari e igienici delle partite utilizzate, renderebbe certamente tale pratica più sicura.