Lo sport nelle Aree marine

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Lo sport nelle Aree marine
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi
Anno IV - n.158  martedì 16 settembre 2008
Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore responsabile: Enrico Fontana • Comitato editoriale: Giuseppe Trepiccione, Gianpaolo Silvestri (inserto Mappe) • Editore: undicidue srl, via R. Fiore, 8 - Roma
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Estate 2008, temperature record
Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti quella appena trascorsa è l’ottava più calda da 200 anni a questa parte
Andrea Drudi
Elida Sergi
[email protected]
[email protected]
Gli allarmi siccità
che si ripetono negli
anni sul territorio
nazionale sono
la dimostrazione
degli effetti dei
cambiamenti
climatici anche
in Italia dove il
51,8 per cento del
territorio è diventato
potenzialmente
a rischio
desertificazione
 a pagina 2 
Scuola, i Verdi si mobilitano
Proteste in tutta Italia contro la Gelmini. Ma è solo l’inizio: oggi nuovo sit-in al ministero
Diego Carmignani
[email protected]
D
Lo sport
nelle Aree
marine
Consapevole, certificato e condiviso:
così lo immaginano gli studiosi di
un Forum che si è
svolto a Siracusa
2
Immigrati,
quel clima
d’odio da
spegnere
i solito si fa la corsa al
banco, cercando di accaparrarsi quello migliore, più o meno vicino alla
cattedra a seconda della tipologia di studente. Quest’anno
le cose sono andate in altro
modo, con un primo giorno di scuola in cui, ad essere
sotto esame, già certa però
della bocciatura, è il ministro
dell’Istruzione Gelmini, con
genitori, professori, studenti
e addetti ai lavori a protestare
in coro perché finisca dietro
la lavagna. La caratteristica
caccia al banco è così passata
in secondo piano, lasciando il
posto al diffuso malumore intorno all’audace riforma della
scuola. Maestra unica, tagli al
personale docente, chiusura
delle graduatorie, caro-libri,
il ritorno al voto in condotta
e del grembiule: novità dif-
Una tassa per diminuire la produzione di
rifiuti della Francia: è questo il senso della “tassa pic-nic”, un prelievo fiscale così
soprannominato perché sarà applicato a
piatti e posate usa e getta.
“La Francia produce 360 kg di spazzatura
per persona all’anno - ha ricordato il ministro dell’Ecologia e dello Sviluppo sostenibile Jean-Louis Borloo - è necessario
ridurre questa cifra”. Per questo, “piuttosto che di una tassa, preferisco parlare di
un contributo per bilanciare i prodotti
che generano più rifiuti”. Il nuovo sistema di incentivi e disincentivi tributari
calibrati sull’impatto ambientale dei prodotti è stato messo a punto dal governo
francese sul modello di quello già in vigore per le automobili.
La tassa, ha detto Borloo, “sarà nell’ordine dei 90 centesimi di euro per ogni chilo
di stoviglie non riciclabili”.
Il ministro ha confermato proprio ieri,
durante un’intervista alla radio francese
Rtl, che ‘”la tassa sul pic-nic si farà”. Ma,
ha tenuto a precisare, “i parametri esatti
non sono ancora stati fissati’.
Genitori e docenti con un
simbolico lutto al braccio per dire
“no” al ritorno al passato, girotondi
spontanei, azioni dimostrative e
vistose orecchie d’asino per tutti.
Oggi alle 11 a manifestare davanti
al ministero sarà il Sole che ride con
la portavoce Grazia Francescato
ficili da mandare giù, da comunque si guardi la faccenda.
Ecco perché davanti alle scuole è montata ieri l’annunciata
protesta: genitori e docenti
con un simbolico lutto al
braccio per dire “no” al ritorno al passato proposto dalla
Gelmini, girotondi spontanei,
azioni dimostrative di fronte
al ministero dell’Istruzione
Francia, il ministro
dell’Ambiente: troppi rifiuti,
ecco la “tassa picnic”
Per il momento la “lista verde”, l’elenco
delle categorie di prodotti che dovrebbero essere sottoposti al tributo ambientalista, è ancora segreta: mancano gli ultimi esami tecnici e l’esecutivo deve negoziare con i vari protagonisti chiamati in
causa. Ma stando a quanto riportato dal
quotidiano francese Le Figaro, sarebbero
in tutto 19 categorie di oggetti da tassare.
Tra queste, oltre alle stoviglie monouso,
anche i mobili di legno e - a sorpresa - i
cellulari.
Un braccio di ferro oppone attualmente
il ministero dell’Ecologia - che sta cercando di fare rientrare la fiscalità ecologica nella finanziaria del 2009 - a quello
dell’Economia, preoccupato per le conseguenze che potrebbero ripercuotersi
sulle casse dello Stato. 
promosse dall’Unione degli
Studenti, che all’apertura di
questo anno scolastico ha distribuito nelle scuole di tutto
il Paese il volantino “Jurassic
School. Benvenuti nella scuola del passato” e delle vistose
orecchie d’asino per tutti. La
protesta ha preso le forme
più diverse da regione a regione, come a Firenze dove
di nero erano completamente
vestite mamme ed insegnanti,
o a Roma, dove la scuola elementare Iqbal Masih è stata
occupata con attività teatrali
e musicali autogestite e organizzate subito dopo le lezioni. Non meno forti gli slogan:
dal lapidario “No ai tagli, no
al maestro unico”, al colorito
“Il futuro dei bambini non fa
rima con Gelmini”, a “Non
è che l’inizio. Mobilitazione studentesca nazionale 10
ottobre ‘08”, che prelude alle
iniziative previste nel mese
prossimo su tutto il territorio
nazionale.
La risposta del ministro
dell’Istruzione non si è fatta attendere: “è vergognoso
strumentalizzare i bambini
per cavalcare proteste che
sono solo politiche”. Una frase contraddittoria, giacché
strumentalizzare i bambini significa anche utilizzarli
come pretesto impietoso per
far dimenticare il tremendo
futuro che aspetta la scuola
italiana. Insomma, se “il primo giorno di scuola è una
festa, un momento di gioia
e allegria, non un’occasione
per terrorizzarli”, come afferma il ministro, è anche vero
che è quest’anno si è trattato
del primo giorno per affermare, con forza e coesione,
il sacrosanto diritto di avere
una scuola pubblica che funzioni e guardi al futuro. La
protesta non finisce certo al
primo giorno. Già oggi sono
annunciate nuove importanti iniziative: dalle ore 11 un
sit-in organizzato dai Verdi,
con la presenza della portavoce Grazia Francescato, si
troverà davanti al ministero
dell’Istruzione. La neo-leader
del Sole che ride ha denunciato le novità proposte per
la scuola pubblica italiana
come “un attacco devastante
e senza precedenti, dovuto a
motivazioni esclusivamente
contabili”. E l’anno scolastico
è appena iniziato. 
Usa, la minaccia elettronica
3
Nella lotta tra John
McCain e Barack
Obama spunta lo
spettro “fallibilità”
del voto informatico
Stiamo diventando razzisti? è questa la domanda
chiave, visto che la cronaca
delle ultime ore riporta alla
luce un problema ultimamente sopito, superato a
livello di importanza da
altre drammatiche situazioni (soprattutto a livello
economico) che il nostro
Paese sta vivendo da tempo.
Ecco i fatti: è l’alba di domenica mattina, a Milano. Un
giovane di colore, cittadino
italiano ma originario del
Burkina Faso, entra in un
bar a gestione familiare in
via Zuretti. Abdoul, questo il nome del giovane, è in
compagnia di alcuni amici
e viene inaspettatamente
ricoperto di insulti razzisti e
infine ucciso a sprangate. Le
forze dell’ordine ricostruiscono l’accaduto in breve
tempo e fermano i gestori
del bar, padre e figlio, con
l’accusa di omicidio volontario aggravato da “futili
motivi”. Già, i motivi razziali
vengono giustamente derubricati nella sfera dei “futili
motivi”, cioé di quelle ragioni per le quali non è lecito in
alcun caso uccidere. Perché
in ogni Paese civile che si
rispetti (il nostro ci prova
soltanto ad esserlo, perché
fatti come questo rappresentano passi indietro insanabili) la multiculturalità è
vissuta come una ricchezza,
da “imbrigliare” certo nelle
corrette regole del vivere
sociale ma pur sempre una
ricchezza. In Italia, invece,
immigrato in quanto tale
è sinonimo di problema.
Qualcuno che si rifiuta a
priori, che si respinge senza cercare il dialogo, che si
cerca di escludere e non di
includere. E in questo certo
non aiutano i proclami della
Lega nord, che ha impostato l’ultima campagna elettorale interamente sul tema
della “fobìa dell’immigrato”,
strumentalizzando episodi
brutali come quello dell’uccisione a Roma di Giovanna Reggiani ad opera di un
rumeno. Se la paura è lecita
a seguito di avvenimenti di
tale crudeltà, non lo è gettare benzina sul fuoco, vendicare la violenza subìta con
altra violenza. Ha ragione
Grazia Francescato, portavoce dei Verdi, quando afferma che “la sconcertante
uccisione di Abdoul Guibre
è il frutto di un clima d’odio
razziale che si sta spargendo
a macchia d’olio nel nostro
paese e che bisogna spegnere prima che sia troppo
tardi”. Ma d’altra parte che
cosa ci si attende da un Paese che, unico in Europa, ha
proposto la schedatura dei
rom? Le ultime notizie dicono che Roma è la città più
impaurita del mondo, e la
soluzione al problema della
sicurezza non è certo quella
di militarizzare i luoghi più
“sensibili” ma semmai dettare a regole chiare e rispettose della diversità.
2
martedì 16 settembre 2008
Regioni del Sud, è emergenza siccità
Gli invasi sono a livelli minimi. La diga Capaccio contiene solo 2 milioni di metri cubi d’acqua contro i 25 di capacità
dalla prima
L’
estate del 2008 si è
posizionata all’ottavo posto tra le
più calde degli ultimi 200
anni a conferma dei cambiamenti climatici in atto
anche in Italia. È quanto
afferma la Coldiretti sulla
base dei dati dell’’Istituto
di Scienze dell’Atmosfera
e del Clima del Consiglio
Nazionale delle Ricerche di
Bologna. Osservando i dati
emerge anche che la stagione estiva è al venticinquesimo posto per ridotta
piovosità. Le temperature
medie dell’estate 2008 sono
state superiori di 1,59 gradi
rispetto alla media di confronto del periodo 19611990. Ad influenzare il ri-
Bilancio
negativo anche
per i ghiacciai
alpini italiani:
quello dei Forni,
il più grande, e
lo Ciardoney
sul Gran
Paradiso sono
in difficoltà.
Secondo gli
esperti sono
destinati a
scomparire nel
giro di vent’anni
sultato stagionale è stato
soprattutto il mese di agosto che è al sesto posto per
scarsa piovosità e al sedicesimo per le temperature
medie rilevate negli ultimi
due secoli.
Nelle regioni meridionali, secondo la Coldiretti, è
emergenza siccità con gli
invasi nelle regioni Basilicata, Puglia e Sardegna a
livelli minimi, secondo le
rilevazioni dell’Associazione Nazionale Bonifiche e
Irrigazioni. Le principali dighe pugliesi e lucane sono
quasi vuote: senza acqua la
diga di Monte Cotugno, in
Basilicata, la cui capacità di
invaso arriva a 500 milioni
di metri cubi. A Pertusillo
vi sono 24 milioni su una
disponibilità di 142, la metà
circa di quanto si registrava
un anno fa. A San Giuliano
si raggiungono i 40 milioni
contro i 90 di capacità e i 53
del 2007. A Camastra la situazione è migliore, ma i 15
milioni di metri cubi sono
comunque la metà della
capacità. In Puglia la condizione più critica è quella
in cui versa la diga di Occhito che ha 35 milioni di
metri cubi, contro i 38 dello
scorso anno, quasi il 10 per
cento della capacità; quasi
vuota la diga Capaccio con
2 milioni contro i 25 di capacità; basso anche il livello
degli altri due invasi, San
Pietro con 7 su 14 milioni
e Capacciotti che ha fatto registrare 4,6 contro 48
milioni di litri. In Sardegna l’emergenza riguarda
la zona del Sulcis che può
contare solo su 7,5 milioni
contro i 76,95 di capacità.
Gli allarmi siccità che si ripetono negli anni sul territorio nazionale sono la
dimostrazione degli effetti
NUCLEARE
Bonelli: Berlusconi
dica subito dove vuole
fare le centrali
“Il presidente Berlusconi dica subito agli italiani
dove vuole realizzare le centrali nucleari. Questo
governo irresponsabile sta portando il nostro paese dentro un’avventura pericolosissima che avrà dei
costi sociali ed ambientali enormi. Così il governo
Berlusconi rischia di triplicare le bollette dei cittadini, senza considerare che nessun paese al mondo ha
ancora trovato un sistema per lo smaltimento delle
scorie radioattive”. Lo ha dichiarato Angelo Bonelli
dei Verdi commentando le dichiarazioni rilasciate
dal premier Silvio Berlusconi ieri sera durante la registrazione di Porta a Porta.
“C’è il rischio che si mettano a repentaglio anche le
riserve idriche: in Francia per il raffreddamento delle
centrali nucleari viene utilizzato ben il 40% dell’acqua potabile e secondo studi dell’Aiea le scorte di
uranio basterebbero per soli altri quarant’anni per
le centrali attualmente in funzione: quindi si passerà
dal caro petrolio al caro-uranio - spiega l’esponente
del Sole che ride -. Non sono i Verdi a dire questo ma
famosi scienziati e premi Nobel per la fisica”.
“Mentre altri paesi come la Germania hanno deciso di uscire da questa vera e propria follia il governo italiano vuole realizzare delle centrali il cui
costo graverà interamente sulle tasche dei cittadini. Il presidente Berlusconi, invece, spieghi perché
il nostro paese è assente dalla ricerca sulla fusione
fredda e perché sono stati tagliati i fondi per lo sviluppo delle energie rinnovabili, che rappresentano
le energie del futuro”.
dei cambiamenti climatici
anche in Italia dove il 51,8
per cento del territorio è
diventato potenzialmente
a rischio desertificazione,
in base ad elaborazioni climatiche e pedoclimatiche
effettuate dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria. In particolare le analisi
dell’Inea evidenziano che il
21,3 per cento del territorio Italiano è interessato da
fenomeni di degrado delle
terre che individuano aree
a rischio di desertificazione
con il 4,3 per cento del territorio che ha già caratteristiche di sterilità funzionale,
il 4,7 per cento è sensibile a
fenomeni di desertificazione
e il 12,3 per cento può essere
considerato vulnerabile alla
desertificazione.
Il bilancio dell’estate che sta
per terminare è negativo
anche per i ghiacciai alpini
italiani: quello dei Forni, il
più grande, e lo Ciardoney
sul Gran Paradiso, che fa da
riferimento per i ghiacciai
sotto i 3.500 metri, sono in
difficoltà: secondo gli esperti sono destinati a scomparire nel giro di massimo
vent’anni. A fornire un primo bilancio sono alcuni dati
delle campagne di misurazione appena terminate, che
fanno da termometro della
situazione generale. Secondo il presidente della Società
meteorologica italiana Luca
Mercalli “il ghiacciaio Ciardoney sul Gran Paradiso
nell’estate 2008 ha perso 1,5
metri di spessore, un dato
molto preoccupante, e in
generale sui ghiacciai italiani si registrano arretramenti
sul margine frontale, anche
di 20-40 metri”. Lo stesso
quadro arriva dal presidente del Comitato glaciologico
italiano, Claudio Smiraglia,
secondo cui “il ghiacciaio dei
Forni, il più grande italiano,
nella parte più bassa ha toccato quasi due metri di riduzione dello spessore”. 
Lo sport nelle Aree marine
Consapevole, certificato e condiviso: così lo immaginano gli studiosi di un Forum che si è svolto a Siracusa
Floriana Bulfon
[email protected]
N
egli ultimi anni si è registrato
un trend in crescita del turismo sostenibile e dello sport
ecocompatibile. Milioni di persone
hanno scelto come “impianto sportivo” l’ambiente, le Aree Protette,
i Parchi, un patrimonio del nostro
territorio del quale possiamo fruire
ma che necessita di tutela, rispetto e cura. Nella splendida cornice
dell’hotel Valle di Mare di Fontane
Bianche in provincia di Siracusa, si
è svolto, nel fine settimana appena
trascorso, un Forum per discutere
dell’impatto dello sport nelle Aree
marine protette, Parchi fluviali ed
acque interne, e della necessità di
regolamentazione attraverso una
Certificazione Ambientale che definisca linee guida e buone pratiche
da seguire. A confrontarsi, seduti su
un prato, uomini politici, dirigenti di Aree marine protette e riserve
naturali, biologi ed esperti di ambiente, atleti, turisti e cittadini. L’idea
è stata promossa da Carlo Ferrari,
presidente del M.E.S., il movimento
Ecosportivo nazionale Sportchallengers. Il movimento, nato sette
anni fa, conta tra i suoi membri atleti olimpici e semplici appassionati
che vivono lo sport in armonia con
la natura, come occasione di dialogo
ed incontro. Il M.E.S. è un’ associazione ambientalista, riconosciuta dal
ministero dell’Ambiente, presente in
nove regioni italiane, che promuove
eventi a basso impatto ambientale, progetti innovativi e uno sport
ecocompatibile per tutti. Obiettivo
delle iniziative di Sportchallengers, e
segnatamente del forum di Siracusa,
è quello di valorizzare la conoscenza della natura attraverso lo sport e
di permettere agli sportivi, ai turisti,
agli appassionati di godere della natura, rispettandola sempre.
Sulla necessità di una Certificazione
Ambientale per gli eventi sportivi è
intervenuto Enzo Incontro, Direttore dell’AMP del “Plemmirio”, che ha
sottolineato quanto sia importante
permettere un’accessibilità ed una
fruizione consapevole delle Aree
Protette.
Dello stesso avviso Giuseppe Castellana, Commissario Straordinario dell’Ente parco fluviale dell’Alcantara, che ha posto l’attenzione su
quanto sia necessaria la creazione di
un Forum in cui vengano ascoltate
le parti sociali. “I divieti, o meglio
le regole di un parco, se condivise e
spiegate – ha detto - non sono viste
come restrizione, ma sono comprese e rispettate”.
Sul tema della divulgazione è intervenuto Filadelfo Brogna, direttore
della Riserva naturale di “Vendicari”, R.N.O. “Cava Grande del Cassibile” e R.N.O., “Pantalica Valle
dell’Anapo”, spiegando quando sia
importante conoscere le leggi per
migliorare la qualità della fruizione.
La Certificazione ambientale permette infatti di classificare tutte le
attività sportive che si possono svolgere in queste aree e di diffondere
buone pratiche di comportamento.
Marino Giacometti, presidente della FSA (Federation for Sport at Altitude), ha riportato l’esperienza di
una certificazione già in atto per gli
eventi sportivi nei parchi in montagna, che potrà essere un punto
di riferimento per le AMP. Si tratta
di un primo livello di certificazione
che ha portato alla creazione di una
lista di buone regole e che condurrà
fino alla certificazione Iso ed Emas.
Le problematiche degli eventi e del-
Un importante incontro, promosso
dall’associazione Sportchallengers, ha
affrontato il tema della necessità di una
regolamentazione e di un miglioramento
della fruizione delle Aree Protette Marine.
L’obiettivo è quello sì di godere della natura,
ma rispettandola
le manifestazioni sportive in montagna sono legate principalmente
ai rifornimenti, all’inquinamento
acustico, alle scritte segnaletiche indicanti i percorsi.
Per quanto riguarda le Aree Marine
Protette, invece, come ha sottolineato il moderatore del Forum Gianni Milano, occorre aggiungere che
la modalità di gestione è molto più
complicata. Se è vero, come ha precisato Antonino Munafò, Comandante della Capitaneria di Porto di
Siracusa, che si è anche assistito
ad un incremento delle iniziative,
delle regate e delle manifestazioni
perché più sicure, spesso le persone
“non sono preparate ad andare per
mare”. Occorre infatti notare che
la legislazione italiana non regolamenta l’accesso in mare attraverso
una patente nautica. è possibile infatti prendere una barca sotto i 20
cavalli senza aver assolutamente
sostenuto alcun esame che spieghi
come riconoscere le boe segnaletiche delle Aree Protette. Dal confronto di questo convegno è emerso
come i Parchi, le Aree protette siano
e debbano essere un luogo fruibile
da tutti e che sia necessario condividere la regolamentazione per
far sì che tutti vi possano accedere
tutelando il patrimonio. Al termine
del convegno è stata presentata la
guida “Alla scoperta delle 26 Aree
marine protette italiane” curata da
Gianni Milano, grande appassionato di mare e curatore di un’apposita
rubrica su Notizie Verdi. L’opera,
realizzata con la collaborazione di
giornalisti, esperti, tecnici del settore e in particolare della biologa marina Paola Lucchetti, sotto l’egida
del ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare,
rappresenta un interessante viaggio virtuale attraverso il patrimonio
ambientale delle isole, delle coste e
del mare d’Italia. 
martedì 16 settembre 2008
Stagione venatoria
20 e 21 settembre
a Vicenza Lav, Lac, Enpa
e No alla Caccia
Il 21 settembre riapre, anche nelle poche Regioni che non
hanno effettuato alcuna pre-apertura, la stagione venatoria. Per manifestare l’opposizione alla caccia, a favore della vita e della sicurezza sociale, Lav, Enpa, Lac e No alla
caccia, hanno organizzato un week-end contro la caccia
(20 e 21 settembre). “Da domenica prossima, quindi, scrive la Lav - quasi 800mila cacciatori si muoveranno
alle prime luci dell’alba per mettere in pratica il loro “sanguinario” passatempo, uccidendo milioni di animali, riversando migliaia di tonnellate di piombo nell’ambiente,
procedendo indisturbati anche sui terreni di proprietà
altrui, mettendo in pericolo la tranquillità e l’incolumità dei cittadini”. “In Parlamento sono già state depositate numerose proposte di modifica alla legge sulla caccia
che, se approvate, permetteranno di abbattere sempre
più animali, per periodi dell’anno sempre più estesi - dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale Lav settore caccia e fauna selvatica. Le Regioni, poi, legiferano
nonostante i pronunciamenti della Corte Costituzionale,
nascondendosi dietro il paravento del federalismo e delle
tradizioni, consentendo ai cacciatori italiani di sterminare milioni di uccelli protetti in tutta Europa”. “I cacciatori,
poi, dichiarano di essere ambientalisti, sostenendo che la
loro azione è necessaria per mantenere gli equilibri fra le
specie - prosegue Vitturi - ma tali argomentazioni servono solo per giustificare il massacro di milioni di animali,
compresi gli uccelli insettivori, questi sì utilissimi all’agricoltura e all’equilibrio ambientale, cacciabili grazie alla
truffa della caccia in deroga alle specie di uccelli protetti
dalle Direttive europee”. Dal primo settembre, inoltre, si
è già iniziato a sparare in 15 regioni su 20. Per legge la
stagione venatoria dovrebbe cominciare la terza domenica di settembre, ma le pre-aperture di fatto consentono
ai cacciatori di allungare il periodo di caccia di ben 20
giorni, seppur con l’autorizzazione a sparare a un numero limitato di specie selvatiche. “Con un agente venatorio
ogni 213 cacciatori (fonte: Istat 2005), però, risulta evidente - conclude Vitturi - come il rispetto delle norme
venatorie e, nel caso, delle specie abbattibili o meno, sia
difficilmente verificabile, garantendo così l’impunità ai
cacciatori che trasgrediscono alle disposizioni regionali”.
Usa, la minaccia elettronica
Nella lotta tra John McCain e Barack Obama spunta lo spettro “fallibilità” del voto informatico
Rosanna Calabrò
I
[email protected]
rischi di manomissioni del
complesso sistema elettorale americano esistono, e
sono piuttosto elevati. David
Dill – docente di computer
science alla Stanford University – è uno dei tanti a denunciare le falle presenti nel sistema di voto elettronico. Come
nelle elezioni del 2000, e poi
del 2004, qualcosa potrebbe
andare storto. La terza volta
sarebbe troppo. La richiesta
di produrre almeno un elemento cartaceo di verifica al
voto elettronico è stata messa
nero su bianco in forma di petizione. Migliaia di persone e
centinaia di esperti hanno firmato; 31 Stati hanno appoggiato la richiesta, già 5 hanno
applicato la proposta e molti
altri hanno promesso di farlo entro il 2010, nelle diverse
elezioni che verranno.
Ma la partita grossa sarà quella di novembre; un inghippo
o una manipolazione per elezioni federali, locali o statali
sarebbero operazioni gravi,
ma pur sempre nulla in confronto al rischio di problemi
per le elezioni del Presidente
che possiede la facoltà di agire
sulle sorti di tutto il mondo.
La lotta all’ultimo voto tra
Obama e McCain complica ulteriormente le cose; gli
swing States, gli Stati che da
un’elezione all’altra oscillano,
cambiando
orientamento,
sono parecchi, e nessuno di
questi ha mostrato interesse
per la petizione di Dill.
Nel 2000 lo Stato dello scandalo, nella partita tra Bush e
Gore, fu la Florida; nel 2004
in Ohio, Kerry perse nonostante gli exit poll l’avessero
dato vincitore fino all’ultimo
al 54%. Nel 2008, gli Stati a rischio, indicati da molti esperti, e quindi da tenere d’occhio,
sembrano essere Pennsylvania e Virginia.
Molti costituzionalisti americani, parlando delle elezioni,
amano ricordare che i 50 Stati
hanno meccanismi diversi; ci
sono quelli come l’Oregon,
dove tutti votano per posta,
ed altri come la Virginia, dove
ognuna delle 95 contee decide molto liberamente se usare
la scheda elettorale, il touch
screen o lo scanner.
Nel New Mexico, dopo gli
incidenti del 2004, i touch
“Tropic Thunder” è il nuovo film di Ben Stiller, nelle sale dal 24 ottobre. Nel mirino il mondo del cinema
H
ollywood sa ridere di se stessa ed ancor più son capaci di
farlo le sue stelle. Ne è un
esempio lampante “Tropic Thunder”
la nuova fatica dietro la macchina da
presa di Ben Stiller, uno tra gli attori
comici statunitensi di maggior successo e bravura, qui nelle vesti di regista, appunto, e di attore. Sette anni
dopo il demenziale “Zoolander”, che
dileggiava dichiaratamente il mondo
della moda, Stiller si cimenta con
un’opera che prende in giro il mondo cui appartiene, ovvero quello del
cinema. Col supporto di un cast davvero stellare (su tutti, spiccano Jack
Black, Robert Downey Jr., Nick Nolte, Tom Cruise e Matthew McConaughey), Stiller narra le disavventure di una troupe impegnata a girare
un film sulla guerra del Vietnam a
grosso budget, in un qualche paese
nel bel mezzo del Sudest asiatico.
Quando, causa limiti del regista ed
eccesso di stravizi, capricci e personalismi da parte dei componenti la
troupe, il film va troppo fuori budget,
le star del film vengono abbandonate
nella foresta e costrette ad affrontare
vari pericoli non annunciati, sotto
l’occhio di cineprese nascoste che riprendono tutto. La realtà però ha la
meglio sulla finzione e queste stelle
si ritrovano a dover davvero combattere per sopravvivere, tra l’altro
con delle armi finte, contro una banda di produttori di eroina, che li ha
erroneamente presi per agenti della
Drug Enforcement Administration,
la Dea, e vuole conseguentemente
ucciderli.
“Tropic Thunder”, non è solo un film
velenosissimo su Hollywood ma
sull’essenza stessa del cinema e di chi
di questo universo fa parte. Realtà
o finzione? Essere od apparire? Nel
film nulla è mai propriamente come
lo vediamo e, sistematicamente, tutti i protagonisti cercano di apparire
diversamente da quello che sono,
recitando più o meno scientemente
una parte e nascondendo la loro vera
natura.
Ben Stiller è un attore, privo di talento, di film d’azione che tenta disperatamente di riciclarsi; Jack Black il
protagonista di una serie di commedie trash, in tutto e per tutto schiavo
della droga; Robert Downey Jr un
attore australiano, succube del Metodo Stanislavskij, che giunge a farsi
cambiare il colore della pelle per interpretare un marine afroamericano;
Nick Nolte lo sceneggiatore del film
che si finge un vecchio eroe di guerra, pur non avendo mai partecipato
ad un conflitto; Brandon T. Jackson
un rapper che maschera la propria
omosessualità dando l’impressione
di essere un tombeur de femmes;
Matthew McConaughey un agente che finge interesse per il proprio
assistito ma è disposto a tutto per
screen sono stati sostituiti
da schede di carta e lettori ottici per lo scrutinio; a
New York si continueranno
ad utilizzare delle vecchie
macchine azionate a leva.
Ma in 58 delle 67 contee della Pennsylvania e in 91 delle
95 della Virginia, il voto sarà
unicamente elettronico, e
dietro di sé non lascerà alcuna traccia cartacea.
Le principali aziende produttrici di macchine elettroniche elettorali, come Sequoia
- sei mesi prima delle ultime
presidenziali.
Un’esternazione quantomeno
inappropriata che ha portato
Dill a condurre delle verifiche
sulle macchine Diebold di ultima generazione, destinate
alle prossime presidenziali.
Il responso è stato il seguente: “I casi di malfunzionamento sono molto frequenti e se non c’è una copia di
sicurezza su carta, il voto è
perso”. Inoltre, tutti gli Stati –
eccetto Nebraska e Maine –
La tecnologia porta con sé rischi per la
democrazia. Molti esperti hanno sollevato
dubbi sulla sicurezza del voto telematico,
specie quando non assicura una testimonianza
cartacea. Nella partita all’ultimo voto, gli swing
States faranno la differenza
Hollywood ride di sé
Gian Lorenzo Masedu
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denaro, e Tom Cruise lo spietatissimo produttore che finge di essere
un duro e poi, come un bambino, dinanzi ad una buona notizia, si scioglie in una danza del tutto imprevedibile. Ognuno, appunto, appare o
cerca di sembrare davvero diverso
da quello che è.
D’altronde, il cinema e l’immagine in
generale sono questo: finzione. Ogni
immagine è manipolata o manipolabile e viene regolarmente utilizzata
per raccontare qualcos’altro da quella che è la sua essenza. Anche e soprattutto quando si pretende di fare
del cinema prossimo al reale.
“Tropic Thunder” è anche un film
spassoso, che diverte, con i trailer
iniziali che ci presentano i protagonisti, con le citazioni dei film sul Vietnam (su tutte, quella di “Apocalypse
Now” con Stiller che si trasforma in
Marlon Brando/Colonnello Kurtz) e
con i suoi interpreti tutti in una forma strepitosa. Una dimostrazione di
come si possa ancora far ridere, solo
smettendola di prendersi sul serio.
In fondo, è tutto un gioco. È tutta
finzione e nulla è realmente come
appare. 
L’attore narra le disavventure di una
sgangherata troupe impegnata a girare
un film sulla guerra del Vietnam a grosso
budget, in un qualche paese nel bel mezzo
del Sudest asiatico. Nel cast Jack Black,
Robert Downey Jr., Nick Nolte, Tom Cruise
e Matthew McConaughey
Voting Systems, ES&S o Premier Election Solution, sono
state spesso additate come
grandi società collegate
all’apparato politico repubblicano. La Premier Election
Solution, in particolare, è
stata scorporata di recente dalla Diebold, in seguito
ad una dichiarazione dell’ex
Ceo, Walden O’Dell, - “Farò
del mio meglio per assicurare l’Ohio al presidente Bush”
assegnano la totalità dei voti
a chi ottiene la maggioranza,
anche per un solo voto, secondo il principio definito
Winner-take-all: chi vince
piglia tutto. In una elezione
in cui i candidati sono così
vicini, la vittoria è determinata da una manciata di voti
degli swing States. Il rischio
di frode elettronica è molto
elevato, e determinabile da
poche e precise mosse. 
APPUNTAMENTI VERDI
26.09.2008 - ORE 09.00
Trento, Sala Don Guetti, Cassa Centrale Banca
Produzione energetica da biomasse: aspetti tecnici,
elementi gestionali, sostenibilità ambientale. L’evento
è organizzato dal Servizio Cooperazione della Provincia Autonoma di Trento e dalla Federazione Trentina
della Cooperazione, in collaborazione con il Servizio
Foresta e Fauna e il Servizio Energia della Provincia
Autonoma di Trento, con la Fondazione E. Mach e con
il CNR IVALSA. Info: www.ivalsa.cnr.it/Files/2008-09
-26Convegno.zip
29.09.2008
Roma, Via Lazzaro Spallanzani 36/A
Il Nuovo Fotovoltaico (29-30 settembre 2008)
Un corso sul nuovo fotovoltaico per manager, banche
e imprenditori. C’è anche la nuova vernice fotovoltaica
che sta per essere commercializzata dall’austriaca Bleiner, fra gli argomenti del corso sulle nuove tecnologie
fotovoltaiche dell’ISEM in programma a Roma il 29 e il
30 settembre. Il corso è rivolto a manager, banche e imprenditori ed è focalizzato sugli aspetti pratici e finanziari delle nuove tecnologie fotovoltaiche. Perché sono
questi che danno alle imprese l’opportunità concreta
di trarre benefici immediati delle nuove tecnologie per
l’elettricità solare.
Leggere, economiche e versatili, queste tecnologie
particolarmente adatte al sistema produttivo italiano e
consentono di utilizzare l’elettricita’ solare in contesti
in cui non e’ possibile ne’ conveniente utilizzare i pesanti pannelli al silicio.
In Italia, il costo sempre crescente dell’elettricità tradizionale e gli incentivi del “Conto Energia” - la vendita
allo Stato dell’energia elettrica fotovoltaica a prezzi altamente remunerativi - stanno funzionando così bene
che si viaggia al ritmo di oltre mille impianti al mese.
Con oltre 60 megawatt, nel 2007 si è installato fotovoltaico piu’ di quanto si sia fatto in tutti i 25 anni precedenti. La crescita è stata di oltre il 500% in piu’ in un
anno. Per la prima volta l’Italia compare nella classifica
dei primi cinque Paesi al mondo, con circa 100 MW
di installato, a fronte dei 1100 MW della Germania e
dei 512 MW della Spagna.Info: www.i-sem.net mario.
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1-02-2008
19:20
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ACCETTARE IL DENARO DELLE AZIENDE E DEI GOVERNI SAREBBE TRADIRE NOI STESSI.
Noi non lo faremo mai. Per non limitare, in nessun modo, le nostre azioni. Proprio per
questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Per rimanere quello che siamo sempre stati.
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