Barbus tetrazona

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Barbus tetrazona
Acquariforum
Barbus tetrazona
Inviato da Davide Ferrarotto
Quante volte mi sono sentito dire da mia madre: "Oh, finalmente hai portato a casa dei pesci che hanno un po' di colore!"
oppure: "Ma perchè tieni quei pesci lì?, perchè non rimetti quei bei pescetti rossi?"(che erano dei Portaspada); a dire la
verità ho provato a spiegarle più volte che i pesci non andrebbero scelti solo su base cromatica o per la forma curiosa, ma
tutto con scarsi risultati.
A me piace poter scegliere i pesci anche per... il carattere.
Fortunatamente c'è almeno una specie di pesce che combina il fattore cromatico con quello del carattere: mi riferisco al
Barbus tetrazona.
Facendo una breve descrizione di questo pesce (che bene o male almeno una volta tutti hanno visto, se non ospitato nel
loro acquario), si tratta di un piccolo ciprinide originario di Sumatra che vive nei corsi d'acqua dove la corrente non è
troppo impetuosa e si nutre di larve e piccoli insetti anche se in acquario accetta di tutto e mangia con una certa voracità.
Per quanto riguarda l'aspetto è un pesciolino che raggiunge al massimo i 7-8cm, la colorazione originale è arancione con
4 (tetra in greco significa 4) bande nere che gli attraversano il corpo verticalmente. Ci sono poi altre varianti di colore fra
cui quella arancione, dove, per albinismo, si è ottenuta una scomparsa delle bande nere, e quella opposta cioè blu-nera
in cui invece le bande sono state ampliate fino a far (quasi) scomparire la parte arancione.
Barbus tetrazona "varietà verde" foto by Roberto Posarelli
La forma del corpo è quella tipica del pesce che vive a mezz’acqua: corpo affusolato (ma non troppo), bocca
centrale rispetto alla testa e poco sopra l'occhio. Le pinne sono proporzionate al corpo e indicano la forte propensione di
questo pesce ad un nuoto mediamente veloce e molto agile.
Il barbo occupa preferibilmente il livello centrale della vasca, ma si spinge spesso a pelo d'acqua per afferrare un
boccone o gira esplorando il fondo con la testa rivolta verso il basso (sempre alla ricerca di cibo).
Proprio questa sua indole così famelica, fa si che il barbo tenda ad "ingrassare" (nel senso letterale del termina) qualora il
cibo somministrato fosse troppo abbondate. In particolare si nota questo gonfiore, soprattutto al ventre, quando vengono
somministrati Tubifex o altri alimenti molto nutrienti, che il barbo divora con una velocità sorprendente.
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foto di Davide Ferrarotto
Dalla famelicità del barbo, prenderò spunto per parlare del carattere di questo pesce che lo rende così interessante ma che
talvolta può causare problemi, anche abbastanza seri.
Innanzitutto la cosa che più rende famosi questi barbus è la tendenza a mordere le pinne più lunghe dei pesci,
soprattutto di scalari e guppy, causandone talvolta la morte. Va tenuto conto, però, che l'aggressività (presunta o reale) di
questi pesci, è inversamente proporzionale al numero di barbi che compongono il "branco".
Infatti un gruppo di 3 barbi è più aggressivo e fa più danni di uno di 5-7!
La tendenza di questi pesci è di formare branchi con ruoli abbastanza definiti: nel mio acquario ho un gruppo di 7 barbi
che ho preso quando erano ancora piccoli (1,5-2cm), e che ora sono cresciuti e misurano dai 4 ai 5cm.
La struttura gerarchica del branco varia a seconda della maturità dei pesci: barbi troppo piccoli si comportano ancora da
avannotti, movendosi in gruppi abbastanza compatti, "assalendo" un boccone assieme e sfuggendo un pericolo (il mio
pesce pulitore, in questo caso) un po' come si vede fare nei documentari ai banchi di sardine: quella specie di
"esplosione" di pesci che muovono all'unisono in una certa direzione. Ovviamente l'effetto non è lo stesso (anche per
questioni di numero) ma il meccanismo è quello e l'idea la rende molto bene.
Crescendo i barbi assumono una struttura gerarchica abbastanza definita e individuabile con uno o due esemplari a
capo (e spesso in conflitto fra loro) e un certo numero di gregari. Anche fra questi c'è una certa gerarchia, che fa si che
non ci siano due individui ad uno stesso livello.
In linea di massima l'ordine gerarchico si può determinare seguendo i seguenti criteri:
- Ai livelli più alti stanno quegli esemplari che hanno un aspetto più longilineo, senza però essere denutriti: il profilo del
corpo è regolare dalla testa alla coda, lo colorazione ha toni vivi le pinne sono portate erette (soprattutto la dorsale) e i
colori sono vivaci come quelli del corpo. Spesso rincorrono altri membri del gruppo e i bordi delle pinne sono di un rosso
più vivo rispetto a quelle degli altri barbi.
- I livelli intermedi sono costituiti da pesci un po' in "sovrappeso": il profilo del corpo è regolare nella parte superiore, ma
in quella inferiore è rigonfio all'altezza del ventre: da quasi un'idea di obesità. La colorazione è abbastanza vivida ma non
come quella di altri pesci del gruppo e le pinne talvolta vengono portate erette, anche se spesso vengono ribassate.
Possono essere rincorsi da altri membri del gruppo e, probabilmente, girano a coppie o terzetti in punti "più calmi"
rispetto al centro del branco.
- I pesci dei livelli più bassi hanno spesso un'aria denutrita: il profilo del corpo è concavo all'altezza del ventre, la
colorazione è decisamente smorta e le pinne sono portate erette per brevissimi tratti. Sono spesso rincorsi e spesso si
posizionano con la testa che punta al fondo della vasca e rimangono immobili in questa posizione mentre un altro
membro del branco si avvicina col muso al loro fianco. Talvolta le pinne possono essere un po' rovinate.
Detto questo c'è da fare una considerazione: questi livelli valgono durante la giornata, ma non durante il pasto (almeno
se il branco è abbastanza numeroso): infatti appena viene gettato il cibo i barbi pensano a nutrirsi e lasciano perdere le
gerarchie. In ogni caso i membri più forti riusciranno a mangiare di più e più in fretta degli altri ed è anche in base a
questo che si determina la gerarchia.
L'altro modo per decidere chi è il capo è... lottare.
Nel mio "branco" ci sono infatti due esemplari (penso due maschi) che vedo spesso lottare fra di loro, e solo e sempre fra
di loro! Gli altri membri stanno intorno e non vengono coinvolti minimamente nella mischia se non con qualche "codata"
accidentale perchè si sono avvicinati troppo.
La lotta dei barbi è simile a quella che si vede fare ad alcuni ciclidi quando si contendono una tana: con la bocca serrata
su quella dell'avversario si spingono e girano vorticosamente su se stessi, inseguendo l'avversario se molla la presa.
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Solitamente lo "scontro" inizia con una reciproca dimostrazione di forza in cui i due contendenti si "schierano" uno a
fianco all'altro con la testa dell'uno in corrispondenza della pinna caudale dell'altro. I colori si fanno più intensi: il fondo
arancione della livrea diventa più brillante e le bande scure diventano più scure, talvolta a causa di questo intensificarsi
dei colori, compaiono macchie scure fra una banda e l'altra (i miei esemplari hanno la colorazione originale della specie).
Come è probabile, nessuno dei due si fa intimorire dall'altro e quindi inizia una serie di provocazioni reciproche che si
sviluppa in una serie di colpetti dati col muso sul fianco dell'avversario, il tutto durante un vorticoso nuotare dei due.
Man mano che le provocazioni si susseguono, gli attacchi si fanno più intensi e si arriva al punto in cui i due avversari
iniziano la lotta vera e propria, quella in cui si afferrano per la bocca. Comunque vada nessuno dei due pesci ne esce
ferito.
Il combattimento, può durare anche un ventina di minuti e si conclude con la fuga da parte di uno dei due contendenti e
l'inseguimento da parte dell'altro, oppure... perchè decido di interromperlo io battendo (letteralmente) sul mobile.
A che scopo? Bhè, molti pesci sono facilmente soggetti ad "imprinting" e i barbi in particolare.
Ho l'abitudine di dare un paio di colpetti con le dita al mobile dell'acquario provocando un "toc-toc" che evidentemente
viene riconosciuto dai miei pesci. Così, giorno dopo giorno, pasto dopo pasto, ticchetto sul mobile e faccio arrivare le
pappe... ora mi basta ticchettare e appoggiare il dito sul vetro dell'acquario per avere un effetto "calamita" sui pesci, che
si avvicinano al mio dito appoggiato sul vetro e lo seguono se lo sposto. Con un po' di pazienza li si può abituare a venire
a mangiare dalle mani appoggiandole con un boccone (per es. i tubifex, di cui sono molto ghiotti) a filo d'acqua. In
quanto a coraggio non scarseggiano proprio. Penso che solo i Poecilia Velifera li superino in quanto a sfacciataggine in
questa attività!
La voracità con cui i barbi mangiano è anche un indice della loro salute: se uno di questi pesci è in buone condizioni
fisiche non si farà certo pregare quando gli verrà presentato un buon boccone. Ma se qualcosa non va, e solitamente non
si nota molto dall'aspetto fisico, la prontezza con cui il cibo verrà mangiato non sarà poi molta. Sempre che il pesce mangi.
In quanto a caratteristiche dell'acqua, il barbo non è certo un pesce esigente, anzi, e ha fama di essere molto resistente
a sbalzi termici e malattie. Tuttavia si tratta pur sempre di un pesce di dimensioni abbastanza ridotte e, se non i membri
più forti (quelli ai livelli gerarchici più alti), i gregari possono rapidamente debilitarsi e morire.
Può essere di grande aiuto un cambio parziale dell'acqua ogni settimana (o almeno ogni due), con una buona pulizia del
filtro. Infatti, essendo così voraci, questi pesci producono una certa quantità di "rifiuti" che non sempre la vasca in cui sono
ospitati può smaltire.
Non attenersi a questo piccolo accorgimento può portare alla formazione di alghe sui vetri e sugli arredi dell'acquario (oltre
che sulle foglie delle piante) e soprattutto può debilitare (come già detto) i pesci. Quando questo succede si assiste
(purtroppo) ad un’escalation di morti (o scomparse, se avete un Ancistrus) di pesci che vanno dai più deboli ai più
forti.
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La riproduzione poi, è un argomento del quale si trova un parere diverso su ogni libro di acquaristica che si consulta.
Chi dice sia facile, chi difficile. Personalmente non ho ancora avuto modo di assistere ad alcuna deposizione di uova o
almeno a qualche atto di corteggiamento fra barbi.
Comunque volendo riportare qualche notizia che ho letto, pare che le uova vengano deposte su piante tipo Cabomba
(con foglie sottili e molto ramificate) e qui fecondate. Proprio per la modalità con cui avviene, le uova deposte sono
numerose ma fortemente esposte al pericolo di essere mangiate, anche dai barbi che hanno deposte.
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Per questo alcuni testi suggeriscono due modalità: la prima di togliere i genitori dalla vasca in cui si trovano le uova, la
seconda di mantenere sazi i genitori, magari somministrando cibo vivo.
Di Davide Ferrarotto (15-03-2004)
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