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POLITICA Segreto bancario ed etica sostenibile C'era una volta il segretario bancario… Inizialmente sem- per non danneggiare ulteriormente l'immagine della loro piazza finanziaria. Sotto questo punto di brava un temporale ma poi si è trasformato in uragano. di Luciano Alban, vice presidente ACLI Svizzera Il primo segnale di un cambiamento d'immagine si è avuto nel 1997 quando Christoph Meili dell'UBS ha fatto conoscere al mondo che si distruggevano gli indirizzi degli ebrei che avevano un conto nella banca, ma che poi erano morti nell'olocausto. È noto che se non si rivendica più il conto, i soldi rimangono alla banca stessa. In un primo momento le organizzazioni ebraiche americane, forse la lobby più potente degli Stati Uniti, aveva chiesto un indennizzo forfetario di 250 milioni di dollari, ma le due maggiori banche svizzere, arrogantemente, risposero picche, questo fu il primo grande errore di valutazione: invece di 250 milioni dovettero poi essere pagati un miliardo e duecentocinquantamila dollari. Il secondo segnale, questa volta dirompente, fu la lista di evasori che lo Stato tedesco venne in possesso, sembra utilizzando anche i servizi segreti, che tenevano clandestinamente soldi nello Stato del Lichtenstein per evadere il fisco al proprio Paese. Un alto ex funzionario della banca del Principato avrebbe "venduto" alle autorità tedesche una lunga lista di nomi di persone che hanno esportato in Svizzera denaro in modo irregolare. Le autorità del Principato hanno gridato allo scandalo perché sarebbero stati utilizzati dei mezzi "illegali" per scovare gli evasori tedeschi. Poi però hanno immediatamente aperto delle trattative: sia con i tedeschi che con gli americani, per trovare degli accordi sull'imposizione fiscale, tutto questo vista sono stati più accorti degli Svizzeri, perché hanno capito subito che la musica per le banche, sotto il profilo del segreto bancario, era cambiata. Tutti questi avvenimenti hanno provocato un vero e proprio tsunami sul sistema finanziario, la cui onda lunga arrivò presto anche in Svizzera e negli Stati Uniti d'America. Le autorità tedesche stimano in cento miliardi di Euro la somma che i cittadini tedeschi avrebbero in deposito nelle banche svizzere per evadere il fisco in Germania. Dal punto di vista mediatico, è sul fronte SvizzeraGermania dove c'è più sensazione, non passa giorno senza che i giornali della Svizzera tedesca riportino le esternazioni, peraltro non tanto diplomatiche del Ministro delle finanze tedesco, Peer Steinbrück, il quale continua a dire che con la Svizzera bisogna usare la frusta. Questo Ministro tedesco è attualmente senz'altro una delle persone più detestate dalla stampa svizzera. Sull'aspetto sostanziale però, gli effetti di questa "guerra", perché di guerra finanziaria si tratta, come ha affermato un parlamentare svizzero, è sul fronte Svizzera-Stati Uniti dove le conseguenze si fanno maggiormente sentire. Le autorità americane hanno fermato tempo fa un alto dirigente della banca UBS che operava in America e questo sembra abbia vuotato il sacco, in quale misura non si sa, ma è un dato di fatto che le autorità americane hanno in mano dati concreti provenienti anche da diverse intercettazioni telefoniche. In seguito a questi fatti gli USA hanno preteso una prima lista con i dati di circa 285 persone. Tra queste persone c'è già stato il primo arresto, e si tratta di un cittadino americano. Evadere il fisco in America può diventare molto pericoloso. Vale la pena di ricordare che il famigerato mafioso Al Capone non venne arrestato per i suoi innumerevoli ed efferati delitti, ma bensì per frode fiscale. Le autorità americano hanno ora alzato il tiro: chiedono all'UBS una lista di ben 52'000 nominativi di cittadini americani. Sembra, sempre da intercettazioni telefoniche, che alcuni funzionari di questa banca istruissero facoltosi contribuenti americani a come evadere il fisco. Sul fronte europeo, nel periodo antecedente il continua alla pagina successiva 6 il dialogo 2/09