Bibliografia disagio nelle professioni di aiuto

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Bibliografia disagio nelle professioni di aiuto
“ Il disagio nelle professioni educative”
Breve bibliografia ragionata
L' esperienza emotiva nel processo di insegnamento e di apprendimento
di Isca Salzberger-Wittenberg, Gianna Williams Polacco, Elsie L. Osborme, Liguori
In questo libro si analizza, da un punto di vista psicoanalitico, la relazione fondata sull'insegnamento e
l'apprendimento. Infatti, nel corso dello sviluppo, l'apprendimento si svolge all'interno dei rapporti di dipendenza
la cui qualità è di fondamentale importanza. Gli insegnanti, d'altro canto, possono giovarsi in modo considerevole
della consapevolezza dei fattori emotivi e relazionali connessi al processo di apprendimento. I saggi che
compongono questo volume fanno riferimento alla lunga esperienza maturata nell'ambito della Tavistock Clinic di
Londra da parte di professionisti e docenti coinvolti in un lavoro di consulenza e ricerca con allievi e insegnanti.
Le risorse emotive nella scuola.
Gestione e formazione nella scuola dell'autonomia
di Giorgio Blandino, Bartolomea Granirei, Raffaello Cortina, 2001
Gli autori esplorano i risvolti emozionali e affettivi delle vicende vissute da docenti e dirigenti nella scuola degli
ultimi anni. Mostrano così quanto siano importanti non solo le dotazioni tecniche, ma soprattutto le risorse
emotive intrinseche nel lavoro educativo, come la capacità di tollerare le frustrazioni, di ascoltare e comunicare.
Un percorso professionale e umano che può interessare non solo la scuola ma anche altre organizzazioni
attraversate da problemi analoghi.
Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi
di Gustavo Pietropolli Charmet, Laterza, 2013
Percorre il passaggio dall'infanzia alla vita adulta affrontando rischi e utilizzando mappe e travestimenti molto
diversi da quelli sperimentati dalle generazioni precedenti, guarda al futuro e mai al passato, teme la noia e la
vergogna, fa della creatività uno strumento di crescita. È un Narciso il nuovo adolescente, insieme spavaldo e
temerario, delicato e fragile, in tutto diverso dai ragazzi degli scorsi anni. Non è stato allevato in un modello
educativo rigido e autoritario, non lotta con un onnipresente senso di colpa verso qualunque istinto possa
allontanarlo dal gruppo familiare. Al contrario, viene da un'infanzia privilegiata e fatica a lasciarla. Anche se è
cresciuto alla ricerca di una mamma spesso troppo impegnata, è comunque abituato a considerare i suoi
genitori come gli alleati per eccellenza e, libero dal complesso edipico, può riversare la rabbia verso altri
obiettivi. Lavora sul suo corpo in trasformazione con il piercing, lo sport ossessivo, la ricerca morbosa di
magrezza e ne fa un potente simbolo di proiezione nel futuro. È fatto così: lavora molto nella propria mente,
ma se attacca nella realtà è incapace di identificarsi con il dolore che provoca, perché nessuno gli ha insegnato
cosa significa immedesimarsi nell'altro da sé.
Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre
Di Massimo Recalcati, Feltrinelli, 2013
Edipo e Narciso sono due personaggi centrali del teatro freudiano. Il figlio-Edipo è quello che conosce il
conflitto con il padre e l'impatto beneficamente traumatico della Legge sulla vita umana. Il figlio-Narciso resta
invece fissato sterilmente alla sua immagine, in un mondo che sembra non ospitare più la differenza tra le
generazioni. Le nuove generazioni appaiono sperdute tanto quanto i loro genitori. Questi non vogliono smettere di
essere giovani, mentre i loro figli annaspano in un tempo senza orizzonte. Telemaco, il figlio di Ulisse, attende il
ritorno del padre; prega affinché sia ristabilita nella sua casa invasa dai Proci la Legge della parola. In primo piano
una domanda inedita di padre, una invocazione, una richiesta di testimonianza che mostri come si possa vivere
con slancio e vitalità su questa terra. Il processo dell'ereditare, della filiazione simbolica, sembra venire meno e
senza di esso non si dà possibilità di trasmissione del desiderio da una generazione all'altra e la vita umana
appare priva di senso. Eppure è ancora possibile, nell'epoca della evaporazione del padre, un'eredità
autenticamente generativa: Telemaco ci indica la nuova direzione verso cui guardare, perché Telemaco è la figura
del giusto erede. Il suo è il compito che attende anche i nostri figli: come si diventa eredi giusti? E cosa davvero si
eredita se un'eredità non è fatta né di geni né di beni, se non si eredita un regno?
L' epoca delle passioni tristi
di Miguel Benasayag, Gérard Schmit, Feltrinelli, 2004
I servizi di psichiatria vedono crescere il numero di giovani che accusano forme di disagio psichico. Un fatto
allarmante, che più che il segnale di un aumento delle patologie, è il sintomo di un malessere generale che
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permea la società. Un fenomeno che costringe a interrogarci su che cosa si basi la nostra società, su quali
siano le cause delle paure che ci portano a rinchiuderci in noi stessi. I problemi dei più giovani sono il segno
visibile della crisi della cultura occidentale fondata sulla promessa del futuro come redenzione laica. Si continua
a educarli come se questa crisi non ci fosse, ma la fede nel progresso è sostituita dal futuro cupo, dalla
brutalità che identifica la libertà con il dominio di sé, del proprio ambiente, degli altri.
Cosa farò da grande? Il futuro come lo vedono i nostri figli.
di Gustavo Pietropolli Charmet, Laterza, 2012
Cosa fa sì che nei paesi occidentali si rifiuti, in sostanza, la prospettiva di un vero passaggio all’età adulta? Un
tempo ottimisti e ansiosi di crescere, oggi gli adolescenti vivono in un eterno presente.
La favola dei caldomorbidi
di Claude Steiner, Edizioni Artebambini, 2009
La favola dei caldomorbidi è una metafora del bisogno umano di contatto e di riconoscimento. La favola situa
nella relazione la speranza dello sviluppo e i pilastri dell’identità personale. E’ la relazione calda e diretta con gli
altri che ci permette di crescere.
La fragilità che è in noi
Di Eugenio Borgna, Einaudi, 2014
Qual è il senso di un discorso sulla fragilità? Quello di riflettere sugli aspetti luminosi e oscuri di una condizione
umana che ha molti volti e, in particolare, il volto della malattia fisica e psichica, della condizione adolescenziale
- con le sue vertiginose ascese nei cieli stellati della gioia e della speranza, e con le sue discese negli abissi
dell'insicurezza e della disperazione -, ma anche il volto della condizione anziana, lacerata dalla solitudine e
dalla noncuranza, dallo straniamento e dall'angoscia della morte. La fragilità, negli slogan mondani dominanti,
è l'immagine della debolezza inutile e antiquata, immatura e malata, inconsistente e destituita di senso; e
invece nella fragilità si nascondono valori di sensibilità e di delicatezza, di gentilezza estenuata e di dignità, di
intuizione dell'indicibile e dell'invisibile che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con piú facilità e
con piú passione negli stati d'animo e nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi.
Metodi dialogici nel lavoro di rete
Di Tom Erik Arnkil e Jaakko Seikkula, Erickson 2013
Tutte le persone nascono e si muovono all’interno di relazioni, e sono queste relazioni che organizzano la vita e
la psiche di ogni uomo: partendo da questo semplice – ma nient’affatto banale né scontato – presupposto, gli
autori del volume tentano di focalizzarsi su ciò che i professionisti della relazione di aiuto condividono con le
relazioni quotidiane, individuando questa base comune nel principio dialogico.
Assumendo la dialogicità non come un metodo in senso stretto ma come un atteggiamento, una disposizione
verso l’Altro fondata sulla reciprocità, sulla parità e sul riconoscimento della polifonia e dell’intersoggettività,
vengono descritte e promosse le pratiche relazionali dei Dialoghi Aperti e dei Dialoghi sul Futuro, sperimentate
con successo in contesti diversi, dalla psicoterapiadi gruppo, ai servizi sociali e alla didattica.
La pedagogia degli oppressi
di Paulo Freire, Edizioni Gruppo Abele, 2011
In questo libro Freire affronta gli interrogativi di sempre: cosa significa educare? Chi educa chi? Quali rapporti
esistono tra educazione e società e tra educazione e cambiamento? Le risposte sono nette: non c’è educazione
se non attraverso la liberazione degli uomini dall’oppressione. Il radicalismo di Freire, pur con le ingenuità
evidenziate dalla storia, resta, infati, una provocazione salutare, soprattutto in epoca di “pensiero unico” e di
malgoverno delle parole.
Rintracciare Parole
Di Maria Cristina Albertazzi ed altri, Edizioni Pendragon, Bologna, 2007
Un libro veramente sorprendete, scritto da un gruppo di operatori dei SerT emiliani, con una miniera di
citazioni e suggestioni sulle emozioni e i problemi del lavoro con le persone.
Marcello Macario (settembre 2016)
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