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LaRegione 18.10.2013 TEATRO DEI FAUNI ‘Piume’ e il canto riconquistato di Nicoletta Barazzoni La scena iniziale dello spettacolo ‘Piume’ del Teatro dei Fauni si apre su un angolo della foresta amazzonica. Strumenti musicali a percussione sparsi sul palco, come lo xilofono in legno, il flauto, il gong, le maracas e il tamburo africano, con le loro forme, riproducono il canto e il suono degli uccelli della foresta del Sud America. Il colibrì, chia- mato dagli abitanti del villaggio sangue di bue, il gufo, il pappagallo, l’airone, il cuculo raccontano la storia malvagia di Avatisu che voleva rubare la loro voce. La narrazione, il teatro d’oggetti, la musica e i canti hanno richiamato l’attenzione del piccolo pubblico, a cui era dedicato lo spettacolo, accorso all’oratorio Don Bosco di Tenero. Anche in questa occasione Santuzza Oberholzer e Vicky De Stefanis, con la regia di Walter Broggini, sono state abili nel mettere in scena pupazzi e parole costruiti con una sapiente ricerca, evocando pensieri filosofeggianti e mitologici, come il sogno o l’avidità dell’uomo di volere quello che non gli appartiene. Il canto rubato, nel quale si cela vagamente il rimando al mito di Prometeo, il quale rubò il fuoco agli dei (o anche al mito dell’uomo alato e a quello dell’uomo uccello), simboleggia la forza inappellabile della Natura. Alatisù, l’uomo uccello malvagio, dovrà battersi con l’intelligenza assembleare degli uccelli pensanti e saggi della foresta, i quali riconquistano con astuzia e ingegno la loro voce. Nell’assemblea degli uccelli (che lontanamente ci ha ricordato ‘La fattoria degli animali’ in cui la parodia della comunità è l’utopia stessa dell’umanità) ognuno ha un compito definito che la natura sovrana gli ha affidato. Come in ogni storia che si rispetti il bene e il male vengono personificati dalle caratteristiche della storia stessa e dai suoi personaggi alati. Ogni uccello ha la sua particolare inclinazione a mettersi a disposizione per la collettività. Questa lezione di sapienza destinata ai bambini, costruita su conoscenze precise, spazia tra il divertimento e la tensione del male, intercalati nella recitazione di Santuzza Oberholzer. Sul finire dello spettacolo la ragnatela e la tempesta decretano la vittoria. E il richiamo esplicito alla fratellanza, all’amicizia e alla giustizia, con i bambini invitati a tenersi tutti per mano.