Pennuti molto speciali.
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Pennuti molto speciali.
IL SARTO La specialità dell’uccello sarto è quella di costruire un nido “cucito”. Sceglie una grossa e robusta foglia, la piega fino a far combaciare i margini, e con il becco inizia a cucire: pratica dei fori sui bordi e fa passare un filo resistente, che ha preparato con fibre ricavate da bozzoli di insetti. Prima di deporre le uova, l’uccello sarto arreda la sua casa imbottendola con peli e piume. I METEOROLOGI Se nei pressi della costa tutti i gabbiani si dirigono verso terra, mentre nessuno si spinge al largo, vuol dire che le piogge sono imminenti. Quando sta per arrivare il temporale, le rondini e i passeri volano a bassa quota. C’è anche un profeta, il merlo. Quando i suoi fischi d’amore (che in genere si fanno sentire alla fine dell’inverno) risuonano già ai primi di gennaio, vuol dire che la primavera arriverà in anticipo. Nel regno animale esistono esseri capaci di fare quello che fa l’uomo senza dover frequentare scuole o corsi particolari. Nel mondo degli uccelli ci sono il fornaio, che costruisce il nido simile a un forno; il sarto, che con il becco riesce a cucire le foglie; il voltapietre, che passa tutta la giornata a rivoltare le pietre alla ricerca di cibo. Ogni uccello ha la sua specializzazione. Ci sono i tessitori, i pescatori, i muratori, i carpentieri… I RE DEGLI ESIBIZIONISTI In un eventuale concorso di bellezza due uccelli conquisterebbero il titolo di mister: il pavone e il quetzal. Con quelle cento piume occhialute, lunghe fino a un metro e mezzo che s’innalzano verso il cielo, il pavone è il classico simbolo della vanità e della superbia e può essere considerato il re degli esibizionisti. Rivaleggia con lui come “il più bello” il quetzal, un uccello dell’America centrale, con piume splendidamente colorate di verde e di rosso e con una coda che si estende oltre un metro. I Maya e gli Inca lo consideravano sacro e le piume della sua coda ornavano i copricapo dei sacerdoti e dei nobili. In un concorso di bellezza non sfigurerebbe neppure il cigno reale con le sue candide piume. I VELOCISTI I tre “recordbirds” sono l’oca striata, che raggiunge gli 8.600 metri di altitudine; il gipeto, che arriva a 7.700; e la taccola, che vola a 6.500 metri. Il primato del volo più veloce è del rondone indiano, che raggiunge i 320 chilometri l’ora. Ma alcuni osservatori sostengono che il falcone pellegrino è ancora più veloce: quando si lancia in picchiata tocca la velocità di 350 chilometri l’ora. I MARATONETI DEL CIELO La sterna artica abbandona le zone di nidificazione in prossimità del Polo Nord per attraversare tutto il Pianeta: ogni anno compie un viaggio di oltre 30.000 chilometri che la portano sulle coste settentrionali dell’Antartide. Il record della tappa più lunga spetta però al piviere dorato americano, che si alza in volo dalle Isole Aleutine, al largo dell’Alaska, e percorre, senza compiere soste, i 3.200 chilometri che la portano a raggiungere le Hawaii, in pieno Oceano Pacifico. L’ASSISTENTE PIETOSA La rondine è uno dei pochi animali che aiuta i compagni in difficoltà. Può capitare, specialmente in campagna, di vedere rondini che zampettano accanto al corpo di una compagna ferita: la scuotono, cercano di sollevarla da terra, ma talvolta è un’impresa impossibile. Quando si convincono che non c’è nulla da fare, l’assistono in silenzio sino al suo ultimo respiro, poi raccolgono rametti, fili d’erba e di fieno e ne coprono il corpo, creando una piccola tomba. I GIARDINIERI Gli uccelli giardinieri, per attirare e corteggiare le femmine, raccolgono oggetti (pietre, rametti, pezzi di vetro e di metalli) e li dispongono in modo ordinato nel luogo prescelto. L’uccello di raso (appartiene anche lui alla famiglia dei giardinieri) va oltre: si fabbrica un pennello con un pezzo di corteccia, lo intinge in una “vernice” che prepara con delle bacche, e pittura la sua costruzione. IL PADRE BONTÀ Il padre che batte il record dell’amore verso i figli è il pinguino imperatore: per due mesi cova l’uovo deposto dalla femmina, senza mangiare, in un freddo rigidissimo (siamo prossimi al Polo Sud), mentre la femmina intraprende un viaggio lunghissimo per raggiungere il mare e tornare con un po’ di cibo. A questo punto anche il padre, che nel frattempo ha perso un terzo del suo peso, può andare alla ricerca di cibo. IL GIGANTE CORRIDORE Tra gli uccelli il primato del peso massimo spetta allo struzzo: può superare i 150 chilogrammi. Date le sue dimensioni, non riesce a volare. Si è perciò trasformato in uccello corridore. Lo struzzo si è perfezionato nella corsa: può raggiungere e superare anche i 90 chilometri l’ora. LA SCORTICATRICE In Germania l’averla piccola è chiamata “nove volte assassina”, in Francia “scorticatrice”. Le sue vittime preferite sono grandi insetti e piccoli vertebrati (lumache, rane, pipistrelli e anche giovani uccelli). Per consumare il pasto con calma, l’averla infilza le sue prede su spine, rametti appuntiti e persino sul filo spinato. IL BABY Il colibrì, detto anche volgarmente “uccello mosca”, detiene il record del più piccolo volatile. Non è più grande di un calabrone. Questo uccello si nutre nelle corolle dei fiori, succhiando il nettare. Per raggiungere il suo scopo deve battere le ali molto rapidamente, in modo da rimanere immobile nell’aria (come un elicottero) di fronte ai fiori preferiti, e avere un becco sufficientemente lungo da poter penetrare nelle corolle. I MATUSALEMME È fantasia che ci siano pappagalli con più di cent’anni d’età. Il pappagallo che vive più a lungo (64 anni) è l’ara del Sud America. Di poco più longevi sono il gufo reale e il corvo reale, che arrivano ai 67-68 anni. Anche i condor delle Ande, i più grandi rapaci viventi, possono toccare i 68 anni. Supplemento a IL GIORNALINO n. 15 del 13 APRILE 2008 P.I. SPA-S.A.P. - D.L. 353/2003 - L. 27/02/04 N. 46 a.1 c.1 DCB/CN Illustrazioni di Ezio Giglioli - Testi di Alessandra Giordano PENNUTI MOLTO SPECIALI LA GUIDA OPPORTUNISTA L’indicatore è un uccello che non perde mai di vista il tasso del miele. Con i suoi potenti unghioni, il tasso riesce ad aprire gli alveari selvatici, ma non sa trovarli. A questo provvede l’indicatore, un uccello anch’esso ghiotto di miele, ma incapace di rompere gli alveari. Perciò l’uccello trova l’alveare e lo “indica” al tasso con le sue urla e le sue evoluzioni aeree. Il tasso frantuma l’alveare, si ciba di parte del miele e se ne va. All’uccello spettano gli avanzi del pasto. L’ARCHITETTO Il suo nido, appeso a un ramo di un albero, assomiglia a una cornamusa. È la casa del pendolino, un piccolo uccello che vive in Europa e in Asia. Per costruirla, l’uccello utilizza e intreccia filamenti vegetali e “peli” dei fiori. Il nido è talmente leggero che un lieve venticello lo fa oscillare come un pendolo. Ecco da dove deriva il nome scelto per questo “architetto” della natura. IL PARASSITA Il cuculo è l’uccello parassita per eccellenza. Depone le sue uova nei nidi di altri uccelli: 10-12 uova in altrettanti nidi, eliminando un uovo dei padroni di casa che non si accorgono della sostituzione. Il piccolo cuculo, appena nato, elimina le altre uova e rimane così padrone della situazione, nutrito dai genitori adottivi che in genere sono più piccoli di lui. LA RAPINATRICE Si dice che la gazza sia una ladruncola. È vero che s’impossessa di oggetti brillanti per poi nasconderli in un luogo segreto o nel nido. Ma questo comportamento è comune a tutti i corvidi. La gazza si è fatta questa fama perché vive vicino agli esseri umani. LE SENTINELLE Da formidabili cacciatori, i falchi si sono trasformati in preziose sentinelle al servizio dell’uomo. Accaduto in alcuni aeroporti, tra cui quello di Caselle a Torino, in cui stazionano colonie di uccelli (anatre, pavoncelle, corvi). Può accadere che un volatile venga risucchiato dalla turbina di un jet, causando problemi seri. Quando la torre di controllo segnala la presenza di corvi e cornacchie, si alzano i falchi che, addestrati da abili falconieri, mettono in fuga gli indesiderati uccelli. IL BUFFONE Con quel becco lungo un terzo del corpo, il tucano è considerato il “buffone” delle foreste tropicali: gracida come un rospo e con il suo incerto volo si esibisce in goffe esibizioni. Si tuffa in picchiata come fosse trascinato in basso dal suo grosso becco, e sembra schiantarsi al suolo. Ma all’ultimo momento si mette a volare. Si diverte a sbattere il becco giallo contro i rami per sentirne il suono. IL NOTTAMBULO La sua fama è piuttosto sinistra, tanto che alcuni lo definiscono “uccello del malaugurio”. In realtà il barbagianni è assolutamente innocuo. Con l’oscurità, il barbagianni comincia a volare leggero sulla campagna, a poca distanza dal suolo, in cerca di cibo.