Rivista Italiana di Onomastica» vol. IV (1998), nº 2

Transcript

Rivista Italiana di Onomastica» vol. IV (1998), nº 2
«Rivista Italiana di Onomastica»
Francesco Zardo
vol. iv (1998), nº 2
Saggi
Luca Lorenzetti, Appunti di storia dialettale e sociale
dai soprannomi dei Castelli romani
347
Beatrice Schmid, Méthodes en anthroponymie historique: à propos
des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille 371
Gianluca D’Acunti, Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri,
termini deonomastici in testi medici italiani del Settecento 389
Dieter Kremer, Le Dictionnaire des changements de noms
et son intérêt pour une socio-onomastique et la linguistique 407
Carlo Alberto Mastrelli, L’odonomastica nella legislazione
italiana 423
Massimo Angelini, Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure
tra i secoli XVIII e XX: nota sui nomi delle acque
449
Remo Bracchi, (M)andare alla… etimologia di “quel paese”
459
Varietà
Roberto Randaccio, Malibran: un’attestazione deonomastica
486
Carlo Alberto Mastrelli, Onomastica umoristica ii 490
Enzo Caffarelli, Due anacronismi onomastici nella Storia
di Elsa Morante 496
Cornelio Cesare Desinan, Formosus: un arcaismo
nella toponomastica friulana 498
Rubriche
M a t e r i a l i b i b l i o g r a f i c i / Schede
• Wolfgang Schweickard, Deonomasticon Italicum (di).
Dizionario storico dei derivati da nomi geografici e da nomi di persona.
i. Derivati da nomi geografici [Paolo D’Achille] 502
• Franco Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese
[Enzo Caffarelli]511
• Bruno Porcelli, Il Nome nel Racconto. Dal Novellino
alla Commedia ai novellieri del Trecento [Franco De Vivo]
516
• Maria Giovanna Arcamone, Bruno Porcelli, Davide De Camilli,
Donatella Bremer (a cura di), Onomastica & Letteratura 1997
RIOn, iv (1998), 1
I
[Luigi Sasso]521
• Lidia Flöss (a cura di), Dizionario Toponomastico del Trentino,
4. I nomi locali dei comuni di Bolbeno, Bondo, Breguzzo, Roncone,
Zuclo [Sergio Raffaelli]
• Antonio Taddei, Stefano Vassere (a cura di), Bré sopra Lugano –
Repertorio toponomastico ticinese [Giulia Mastrelli Anzilotti]
532
537
• Pavle Merkù, Toponomastica dell’Alta Val Torre [Giovanni Frau]
• Natale Argentina, Riccardo Ferlazzo Ciano, A ’ngiuria. Repertorio
dei soprannomi di Gioiosa Marea [Enzo Caffarelli]
• Consuelo García Gallarín, Celeste García Gallarín, Deonomástica
Hispánica. Vocabulario científico, humanístico y jergal
[Ángel Iglesias Ovejero]
549
Segnalazioni
– Monografie e miscellanee
– Dizionari, repertori e bibliografie
– Riviste di onomastica
– Articoli in altre miscellanee e in altre riviste
– Riedizioni e ristampe
– Dissertazioni
– Onomastica divulgativa
557
576
588
595
602
603
604
Incontri
– Casale Monferrato, i Convegno nazionale sulla Storia
di Famiglia, 27-28 giugno 1998
– Eivissa, xxiv Col·loqui de la Societàt d’Onomàstica,
10-11 ottobre 1998
– Bari, xii Colloquio PatRom, 15-17 ottobre 1998
– Lyon, Le Patronyme: Histoire, Anthropologie, Société,
7-9 dicembre 1998
– San Francisco, Annual Meeting of American Name Society,
27-30 dicembre 1998
– Los Angeles, Special Session on Onomastics (Linguistic Society
of America), 7-10 gennaio 1999
– Pisa, 5º Incontro di studio Onomastica & Letteratura,
febbraio 1999
– Caen, 7e Colloque International de Dialectologie et de Littérature
du Domaine d’oïl occidental, 18-20 marzo 1999
– New York, 38th Annual Names Institute, 1º maggio 1999
– Brest, 15e Congrès National Français de Généalogie,
13-16 maggio 1999
541
545
607
607
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608
610
610
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611
611
611
– Trondheim, Conferenza in onore di Oluf Rygh nel centenario
Francesco Zardo
della morte, 13-15 maggio 1999
– Santiago de Compostela, xx Congresso internazionale
di Scienze onomastiche (icos), 20-25 settembre 1999
611
612
Attività
Il Congresso internazionale di Santiago de Compostela 613
La toponomastica barbaricina di Heinz Jürgen Wolf
616
Onomastica & Letteratura: novità per il 5º incontro
617
PatRom al Colloquio di Bari
618
Monumenta onomastica romana medii aevi618
Uno studio sull’antroponimia medievale della Galizia
619
Premio “Albert Dauzat” a François de Beaurepaire
620
I primi due anni della Scottish Place-Name Society620
La scomparsa di Lurline H. Coltharp e la sua collezione onomastica 621
Ricerca sui cognomi svedesi in Finlandia
622
Nuove attività per l’Associazione delle Società di genealogia ebraica 623
Ricostituita la South African National Naming Authority623
F r e q u e n z e o n o m a s t i c h e – Gli odonimi più ricorrenti
negli 8.100 comuni italiani [Enzo Caffarelli]
625
Note ai margini
662
P o s t i l l e a RIOn, iv (1998), 1
667
Bibliografia onomastica italiana 1997
673
«Rivista Italiana di Onomastica» (RIOn), vol. iv (1998)
Indice generale
687
Riassunti degli articoli
691
Norme per i collaboratori
694
RIOn, iv (1998), 1
III
Gli autori di RIOn, vol. iv (1998), n° 2
Massimo Angelini
Polo Etno-botanica e Storia
Dipartimento Storia moderna
e contemporanea
Università di Genova, via Balbi 6
I-16126 Genova
Remo Bracchi
Facultas Litterarum Christianarum
et Classicarum, Pontificium Institutum
Altioris Latinitatis
piazza Ateneo Salesiano 1
I-00139 Roma
Enzo Caffarelli
via Tigrè 37
I-00199 Roma
Paolo D’Achille
Dipartimento di Italianistica
Università degli studi di Roma Tre
piazza della Repubblica 10
I-00185 Roma
Gianluca D’Acunti
via Pompeo Trogo 4
I-00136 Roma
Cornelio Cesare Desinan
Società Filologica Friulana
via Manin 18
I-33100 Udine
Franco De Vivo
Dipartimento Filologia e Storia
Università degli studi di Cassino
via Zamosh
I-03043 Cassino (Frosinone)
Giovanni Frau
Dipartimento di Lingue e Letterature
germaniche e romanze
Università degli Studi di Udine
vicolo Florio 2/B
I-33100 Udine
Ángel Iglesias Ovejero
Faculté des Lettres Langues
et Sciences Humaines
Université d’Orléans
rue du Tours
F-45072 Orléans cedex 2
Dieter Kremer
Fachbereich ii Romanistik DM 314
Universität Trier
D-4286 Trier
Luca Lorenzetti
Dipartimento di Storia e culture
del testo e del documento
Università della Tuscia
via San Camillo de Lellis
I-01100 Viterbo
Carlo Alberto Mastrelli
Dipartimento di Linguistica
Università degli Studi di Firenze
piazza Brunelleschi 4
I-50121 Firenze
Giulia Mastrelli Anzilotti
via Bolognese 100/B
I-50139 Firenze
Sergio Raffaelli
Dipartimento di Letterature moderne
e Scienze dei linguaggi
Università degli studi di Siena
piazza del Praticino 7
I-52100 Arezzo
Roberto Randaccio
via Boito 112
E-09045 Quartu S. Elena (Cagliari)
Luigi Sasso
via Ravasco 1/12
I-16128 Genova
Beatrice Schmid
Romanisches Seminar
Universität Basel
Stapfelberg 7-9
CH-4051 Basel
Sommari
Luca Lorenzetti, Appunti di storia dialettale e sociale dai soprannomi dei Castelli
romani, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 347-70.
Uno “stato delle anime” del 1896, in un paese alle porte di Roma (Albano), include tra le generalità registrate circa 230 soprannomi. Una ricca serie di soprannomi
viene analizzata sul piano della conservatività fonologica e lessicale. I numerosi
lessemi documentati ormai solo dai soprannomi permettono (a) di confermare
ipotesi puntuali di carattere etimologico e (b) di impostare ipotesi generali sui
rapporti tra dinamiche sociologiche e demografiche, evoluzione della cultura materiale e decadenza delle terminologie tradizionali. Infine, il contributo esamina le
modalità di trasmissione dei soprannomi di famiglia ad Albano, trovando diverse
deviazioni rispetto al modello dominante, quello patrilineare agnatizio, e riconducendo tali deviazioni alla struttura sociale particolarmente aperta ai rapporti con
Roma che caratterizza i Castelli romani dalla metà dell’Ottocento ad oggi.
Beatrice Schmid, Méthodes en anthroponymie historique: à propos des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille, «Rivista Italiana di Onomastica», iv
(1998), 2, pp. 371-87.
L’obiettivo del contributo è prima di tutto di carattere metodologico. Attraverso
lo studio dei cognomi delessicali Boucabeille, Bocabeille e simili, provenienti dalla
zona di confine dell’occitano con il catalano, si tende a dimostrare la necessità di
conoscere l’origine geografica dei vari nomi di famiglia per determinarne l’etimo
diretto. Nello stesso tempo si espongono, progressivamente, le potenzialità legate
a un’utilizzazione sistematica e ragionata dei dati onomastici quantitativi, quali
quelli offerti dai censimenti o dalle guide di utenti telefonici in combinazione con
i relativi dati geolinguistici.
Gianluca D’Acunti, Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri, termini deonomastici in testi medici italiani del Settecento, «Rivista Italiana di Onomastica», iv
(1998), 2, pp. 389-406.
I testi medici italiani del Settecento offrono diversi spunti per ricerche di carattere
onomastico. Le denominazioni eponime, tratto caratteristico del lessico attuale
dell’anatomia e della patologia, sono ben rappresentate nei testi di medicina pratica, ma solo in àmbito farmaceutico. I cognomi dei medici stranieri risultano di
regola adattati, pur con qualche significativa eccezione. Il lessico settecentesco
della patologia e della farmaceutica presenta inoltre alcune interessanti formazioni
deonomastiche d’ascendenza greco-latina (venereo, priapismo), di tradizione alchemica (Giove, Marte, Saturno) o di conio moderno (onanismo).
Sommari
Dieter Kremer, Le Dictionnaire des changements de noms et son intérêt pour une
socio-onomastique et la linguistique, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2,
pp. 407-22.
Il contributo offre una breve presentazione di una fonte onomastica fin qui poco
esplorata: l’inventario dei cambiamenti legali di cognomi in Francia dai tempi
della Rivoluzione ai nostri giorni. I circa 16.500 casi abbracciano una popolazione
composita: francesi e stranieri, tra i quali particolarmente rappresentata risulta la
minoranza degli Ebrei tedeschi, polacchi, ecc. Viene qui proposto il tentativo di
una sistematizzazione – del tutto provvisoria – delle motivazioni (probabili) e dei
mezzi linguistici impiegati (sostituzione e troncamento, adattamento fonetico,
accorciamento o traduzione delle forme straniere). Si insiste sull’importanza di un
trattamento monografico: l’interesse di questo genere di documentazione va ben
oltre un singolo dominio linguistico o la sola linguistica onomastica.
Carlo Alberto Mastrelli, L’odonomastica nella legislazione italiana, «Rivista
Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 423-47.
Con questo contributo si è voluto dare una rassegna completa di tutte le disposizioni legislative e di tutta la normativa che direttamente o indirettamente disciplinano
in Italia l’onomastica stradale (odonimia). Lo Stato italiano ha cominciato i suoi
interventi legislativi nel 1923, preoccupato soprattutto di arginare i mutamenti che
a partire dalla seconda guerra di indipendenza si erano manifestati nelle denominazioni delle strade cittadine e di porre un freno alla tendenza di intitolare vie e piazze
a persone senza il filtro di uno spazio temporale sufficiente per garantire la durevolezza della fama. Queste due preoccupazioni sono ancora presenti nella normativa,
ma nuovi interventi legislativi (anagrafe e codice della strada), in maniera meno diretta, ma significativamente, comportano aggiustamenti che, prima o poi, dovranno
sfociare in una revisione generale di tutta la normativa in materia.
Massimo Angelini, Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure tra i secoli XVIII
e XX: nota sui nomi delle acque, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp.
449-58.
L’analisi dei nomi attribuiti negli ultimi due secoli a un corso d’acqua dell’entroterra di Levante offre un esempio della profonda diversità che può esistere tra un
modo locale e uno cartografico di conoscere e descrivere il territorio. Il confronto
tra la mappa di un proprietario terriero di fine secolo XVIII e una carta catastale
realizzata pochi anni più tardi fa emergere due sistemi radicalmente differenti –
uno vernacolare, l’altro ufficiale – di rappresentare lo spazio e ordinare le sue emergenze; analoghe sono le conclusioni a cui conduce l’esame dell’idronomastica dialettale riguardante quello stesso corso d’acqua in rapporto all’odierna cartografia.
Sommari
Remo Bracchi, (M)andare alla… etimologia di “quel paese”, «Rivista Italiana di
Onomastica», iv (1998), 2, pp. 459-84.
Inseguendo argute assonanze, alcuni nomi di località sono entrati in locuzioni
furbesche, che spesso alludono a esperienze di marginalità sociale. Dal punto di
vista strutturale le frasi sono per lo più costituite da un verbo di moto (mandare,
andare a, passare per, venire da), ma anche indicante origine (essere nato a, essere di),
seguito da un riferimento geografico apparentemente reale. L’intervento paretimologico che colpisce questo secondo segmento del sintagma crea un gustoso doppio
senso nella proposizione, che svela e insieme cela il vero messaggio che s’intende
contrabbandare in sottofondo. Lo studio cerca inoltre di individuare il periodo di
massima fioritura del tipo fraseologico e di coglierne i legami letterari e sociali.
Varietà
Roberto Randaccio, Malibran: un’attestazione deonomastica, «Rivista Italiana di
Onomastica», iv (1998), 2, pp. 486-89.
Analizzando l’opera dello scrittore Carlo Collodi, si è potuto riscontrare un raro
uso deonomastico, indicante il nome di un tipo di carrozza, derivato dal nome
della celebre cantante Maria Malibran, attestazione che troverà solo molti anni più
tardi una definitiva registrazione sui lessici di fine Ottocento.
Carlo Alberto Mastrelli, Onomastica umoristica ii, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 490-95.
Con questa “varietà” si è voluto individuare e prospettare un diverso filone di onomastica umoristica (cfr. RIOn, ii [1996], 2, pp. 378-83), caratterizzato da una serie di
cognomi utilizzati – in questo caso da Costante Costantini e da Mario Praz – per uno
scherzoso gioco di allusioni al linguaggio settoriale gastronomico tipico dei menù.
Enzo Caffarelli, Due anacronismi onomastici nella Storia di Elsa Morante, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 496-97.
Pur attentissima alle ricostruzioni storiche e al realismo onomastico, in un suo
famoso romanzo Elsa Morante confonde le date a proposito della Rossella cinematografica di Via col vento e battezza con un nome anagraficamente inverosimile il
personaggio della “plebea” Patrizia.
Cornelio Cesare Desinan, Formosus: un arcaismo nella toponomastica friulana,
«Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 498-500.
L’aggettivo latino formosus ‘bello’ è stato sostituito in alcune lingue romanze da
bellus. Anche in friulano attualmente si dice biél, ma la toponomastica fornisce indizi che testimoniano una sopravvivenza fino a pochi secoli fa della voce formosus.
Luca Lorenzetti
Appunti di storia dialettale e sociale
dai soprannomi dei Castelli romani
Luca Lorenzetti
abstract. (Notes of dialectal and social history from the nicknames of Castelli Romani) A census for the year 1896 found in a town near Rome (Albano) included among its data around 230 nicknames. This rich series is here analysed from a
lexical and phonological view-point. Few dialectal lexemes, today documented only
through nicknames, allow both to validate etymological hypotheses and to figure more
general links between modern sociodemographic trends, the evolution of local culture
and the decay of traditional folk-nomenclatures. Finally, the article deals with the patterns of transmission of family nicknames in Albano, which show several deviations
from the dominant, agnatic male-inherited one. It is suggested that such deviations arise
from the open social structure proper to “Castelli romani” since 1850.
1. Nel corso di una ricognizione sui vo­lumi dell’ar­chivio del duomo di Albano, effettuata qualche anno fa alla ricerca di tracce dialettali in testi latini
o volgari dei secoli XVI-XIX, ho esaminato uno “Stato della popolazione di
Albano” del 1896 nel quale, per molte delle persone regi­strate, accanto ai
normali dati ana­grafici (nome, cognome, data e luogo di nascita o di provenienza, paternità, occu­pa­zione) i due parroci che si sono avvicendati nel
com­pilare il registro hanno ritenuto utile indicare il so­prannome.1 Ci è
pervenuta così una documenta­zione consi­stente: 237 occorrenze totali per
159 ovvero 176 tipi onoma­stici, a se­conda che si calcolino solo i lessemi
base oppure che si distinguano i de­rivati dalle basi (cioè il tipo Canaletto dal
1
Sulla
costola del volume (cartaceo, discretamente conservato, di circa 400 fogli tra
numerati e bianchi) si trova l’indicazione «Index 1821-1855», riferita alla «Rubricella
Mortuorum | ab Anno 1821 | usque ad Annum 1851 [sic]» che occupa le prime 63
carte del volume. Lo «Stato | della Popolazione di Albano | 1896.» si trova di seguito
alla detta rubrica, su 320 fogli numerati per carta, a penna e a matita, sull’angolo superiore sinistro del verso (la numerazione si interrompe tra c. 80 e c. 81, dove in 20 fogli
non numerati vengono registrati gli abitanti della via principale di Albano, via Plebiscito). Nelle 32 carte successive alla 300, non numerate, si trova l’indice del censimento.
Lo stato delle anime è stato compilato da due mani, la prima, anonima, dall’inizio a c.
136, la seconda, da c. 137 fino alla fine dell’indice, dell’arciprete Bongianni.
RIOn, iv (1998), 2
347
RIOn, iv (1998), 2, 347-70
Beatrice Schmid
Méthodes en anthroponymie historique: à propos
des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille
Beatrice Schmid
abstract . (Methods in historic anthroponymy: about the family names
Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille) The aim of the article is essentially methodological. Through the study of the delexical surnames Boucabeille, Bocabeille and the like,
originating from the border zone of Old Provençal and Catalan, the author aims to
demonstrate the necessity of knowing the geographic origin of the different family names
in order to determine their direct etymon. At the same time, the potentialities connected
to a systematic and reasoned use of quantitative onomastic data, such as those offered by
censuses or telephone books, in combination with the relative geolinguistic data, are
progressively explained.
1. Introduction
1.1. Comme le signale le titre de la présente contribution, celle-ci veut être
un prolongement de l’article de Jean-Pierre Chambon, Méthodes en anthroponymie historique: cinq noms de famille bas-auvergnats (Chassa[i]gnon,
Vorilhon, Torrilhon, Fayon, Chandezon), paru dans RIOn, ii (1996), où
l’auteur plaide pour un affinement de l’investigation étymologique en anthroponymie. Cette dernière devrait «forger ses propres méthodes, adaptées à ce que son objet a de spécifique» (Chambon 1996: 263). Une des
“forges” méthodologiques en l’anthroponymie historique romane est le
projet PatRom, dont l’équipe de rédaction s’est proposé de mettre en pratique une investigation étymologique scientifique, basée sur des données
anthroponymiques (historiques et contemporaines) solides, une analyse
linguistique (diatopique et diachronique) rigoureuse et une manière de
procéder méthodique (v. les premiers résultats dans le volume de présentation, VdP).
Dans l’article mentionné, Chambon expose en détail et de façon exemplaire, en examinant cinq noms de famille détoponymiques, ce procédé
qui combine systéma­ti­que­ment l’étude linguistique avec l’exploitation de
la documentation historique et l’étude cartographique de la distribution
RIOn, iv (1998), 2
371
RIOn, iv (1998), 2, 371-87
Gianluca D’Acunti
Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri, termini
deonomastici in testi medici italiani del Settecento
Gianluca D’Acunti
abstract. (Eponyms, treatment of foreign surnames, deonomastic terms in
Italian medical texts of the 18th century) Italian medical texts of the 18th century
offer several different cues for onomastic researche. Eponymous denominations, characteristic of the current lexicon of anatomy and pathology, are well represented in texts of
practical medicine, but only in pharmaceutic ambit. Even if there are some significant
exceptions, the surnames of foreign doctors are usually adapted. The eighteenth-century
lexicon of pathology and pharmaceutics shows some interesting deonomastic formations
of Greek-Latin origin (venereo, priapismo), of alchemical tradition (Giove, Marte,
Saturno) or of modern creation (onanismo).
Quelle che seguono sono annotazioni nate in margine a uno studio sulla
lingua di alcuni testi medici settecenteschi in lingua italiana. Si tratta quindi di spigolature che non ambiscono ad avere nessun carattere di sistematicità, anche per l’eterogeneità degli argomenti toccati: le definizioni eponime (§ 1.), l’adattamento dei cognomi stranieri (§ 2.), i deonomastici
d’uso specialistico (§§ 3. e 4.).
1. Le definizioni eponime (teorema di Pitagora, principio di Archimede)
rappresentano un settore interessante del lessico della scienza contemporanea e in particolare del lessico medico: fenomeni di scottante attualità
hanno reso familiari anche al grande pubblico espressioni quali malattia di
Creutzfeld-Jakob o morbo di Alzheimer. Come fa notare l’Altieri Biagi,1 il
modulo, non solo in àmbito medico, ha conosciuto una fortuna ininterrotta attraverso i secoli, in quanto soddisfa egregiamente alcune esigenze
proprie della terminologia scientifica: oltre a quella di ridurre i margini di
evocazione che conservano le parole anche se promosse al rango di “termini”, la scarsa penetrabilità da parte del profano e l’assoluta perspicuità per
1
Cfr.
Maria Luisa Altieri Biagi, Aspetti e tendenze dei linguaggi scientifici nel corso del
Novecento, in Ead. L’avventura della mente. Saggi sulla lingua scientifica, Napoli, Morano 1990, pp. 339-90, in partic. pp. 354-59.
RIOn, iv (1998), 2
389
RIOn, iv (1998), 2, 389-406
Dieter Kremer
Le Dictionnaire des changements de noms et son intérêt
pour une socio-onomastique et la linguistique1
Dieter Kremer
abtract. (The Dictionnaire des changements de noms and its interest for socioonomastics and linguistics) The contribution offers a short presentation of an onomastic source little examined till now: the inventory of the legal changes of surname in
France from the Revolution period to nowadays. About 16,500 cases refer to a composite population: Frenchmen and foreigners, among which the minority of German and
Polish Jews is particularly represented. An attempt at a systematization –
completely provisional – of the (probable) motivations and of the linguistic means
adopted (substitution and apocopation, phonetic adaptation, shortening or translation
of foreign forms) is proposed here. The importance of a monographic treatment is
underlined: the interest of this kind of documentation goes far beyond a single linguistic
dominion or the simple linguistic onomastics.
1. Nous vivons aujourd’hui une curiosité croissante pour les noms de personne (ou plutôt les noms des personnes). Cet intérêt est notable. Non seulement il dépasse les discipli­nes qui traditionnellement s’occupent de l’onomastique, mais il a tendance à se populariser. Le grand succès de quelques dictionnaires en témoignent et en mon­trent en même temps le danger: expliquer un
nom de personne est une chose souv­ent ex­trêmement délicate, qui demande
un effort, une connaissan­ce, une documenta­tion, une méthodologie et une
patience considérables. S’il est vrai qu’un nom est, à l’origi­ne, un mot, donc
un signe linguistique – et n’oublions pas le phénomène du nom propre qui
devient nom commun et ferme ainsi le cercle –, il est aussi évident que l’indivi­dua­li­sa­tion de ce mot compor­te bon nombre de critères et
fortuités extralinguistiques dont les détails nous échap­pent bien souvent.
Notre “nom de personne” d’aujourd’hui représente une unité officielle
qu’il est difficile de changer, à moins qu’on n’ait recours à la surnomination
(type hypocori­sti­que, sobriquet ou pseudonyme). Des deux composantes
du nom offi­ciel, les pré­noms peuvent montrer une certaine vitalité, selon
1
Nous
reproduisons ici textuellement une communication orale présentée au xixth International Congress of Onoma­stic Sciences (Aberdeen, août 1996).
RIOn, iv (1998), 2
407
RIOn, iv (1998), 2, 407-22
Carlo Alberto Mastrelli
L’odonomastica nella legislazione italiana
Carlo Alberto Mastrelli
abstract. (Odonomastics in Italian legislation). This contribution wants to
offer a complete survey of all legislative dispositions and of all the rules which directly
or indirectly regulate the onomastics of roads (odonomastics) in Italy. The Italian state
started its legislative interventions in 1923, mainly with the aim of stopping the
changes in the names of town streets which had begun after the Second War of Independence, and of curbing the tendency to name streets and squares after people
without the filter of a temporal space sufficient to guarantee that their fame would
last. These two principles are still present in the regulation, but, less directly
yet significantly, new legislative interventions (highway register and code) imply
adjustments which, sooner or later, must lead to a general revision of the whole body
of legislation in this field.
L’“odonomastica” – che può anche chiamarsi “onomastica stradale” –
rientra nella toponomastica, ma per alcuni aspetti se ne distingue. Infatti,
per quanto entrambe si occupino di nomi propri di luogo, l’odonomastica
corrisponde a delle esigenze particolari che sono proprie dei nuclei più
densamente abitati (città, paesi, frazioni) e quindi organizzati su un reticolo stradale che ne consenta anche la circolazione interna.
Un tempo il confine era più netto in quanto spesso i nuclei urbani
erano muniti da cinte murarie e la separazione del territorio circostante
era fortemente marcata; allora i toponimi – o meglio alcune categorie
toponimiche – si potevano manifestare anche all’interno di nuclei abitati; ma mai l’odonomastica aveva la possibilità di uscire dall’ambito
edificato ed estendersi nel territorio esterno. Attualmente invece l’urbanizzazione del territorio si è fatta più diffusa, e quindi l’odonomastica
ha varcato i confini dei nuclei abitativi originari. E se l’odonomastica
aveva assunto particolari connotazioni, nei nostri tempi ne ha dovuto
acquisire delle altre.
L’odonomastica è solitamente raccolta nei cosiddetti stradari, e gli
“stradari storici” consentono di vedere come gradualmente ogni spazio
urbano aperto abbia ricevuto un nome, per cui oggi è addirittura impensaRIOn, iv (1998), 2
423
RIOn, iv (1998), 2, 423-47
Massimo Angelini
Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure
tra i secoli XVIII e XX: nota sui nomi delle acque
Massimo Angelini
(Local glance and cartography in Eastern Liguria between the 18th
and
centuries: notes on the names of watercourses) The analysis of the names
given to a watercourse in the Eastern Liguria hinterland in the last two centuries offers
an example of the deep difference which may exist between a local and a cartographic
way of knowing and describing a territory. The comparison of the map of a landowner
of the end of the 18th century and a land register map realized few years later shows
two radically different systems – one vernacular, the other official – of
representing space and organizing its emergencies; the exam of the dialectal hydroonomastics concerning the same watercourse in relation to modern cartography leads to
analogous conclusions.
abstract.
20th
1. Proviamo a immaginare, sulla carta, la rappresentazione di un fiume
noto a tutti, com’è il Po: in modo più o meno stilizzato il suo corso si potrebbe raffigurare come una linea, sottile a ponente, più spessa in prossimità dell’Adriatico; ai suoi lati, quasi nervature di una foglia, alcune linee più
sottili indicherebbero i fiumi di minore portata, quelli che, confluendo,
cedono le acque al Po e con esse il proprio nome.
Vorrei che ci fermassimo a riflettere su questo punto: si pensa sia il Po
a ricevere le acque, non i suoi affluenti, e per ciò abbia buon diritto a
mantenere inalterato il nome fino al mare; gli affluenti, d’altra parte,
conservano il proprio nome solo fino a quando non incontrano il Po, nel
frattempo avendo dimenticato quello dei corsi che li alimentano; e così a
ritroso, secondo uno schema gerarchico ovvio, apparentemente imparziale, appreso, con le più elementari tassonomie del mondo, fin dalla
scuola primaria. Qualunque altro schema – in cui, per esempio, si mostrasse il Po gregario del Ticino e il Tevere dell’Aniene – certamente apparirebbe insolito e contraddirrebbe un modo convenzionale di nominare e leggere le carte così radicato da precedere e disciplinare l’esperienza
dello spazio e delle sue rilevanze, sebbene sub specie aquæ ciò sia del tutto
ininfluente.
RIOn, iv (1998), 2
449
RIOn, iv (1998), 2, 449-58
Remo Bracchi
(M)andare alla… etimologia di “quel paese”
Remo Bracchi
abstract. (Sending up etymology: play on place names) Pursuing witty
assonances, some place names have become part of cunning locutions which often allude to
experiences of social marginality. From a structural point of view, these sentences are
mainly constituted by a verb of motion (send, go to, go through, come from), but also
indicating the origin (be born in, come from) followed by an apparently real geographic
reference. The para-etymological intervention on this second segment of the syntagma creates
an amusing double meaning in the sentence, which at the same time reveals and hides the
true underlying message. The paper also tries to individuate the period of maximum
development of the phraseological type and to understand its literal and social links.
I nomi di luogo possono essere chiamati in causa nel discorso a diverso titolo. La loro evocazione è alle volte reale, senza sottintesi particolari, con
riferimento diretto alla sola collocazione geografica, benché la proverbialità del dettato conferisca alla predicazione un risvolto che tende a diventare
universale. Tali sono, ad esempio, i numerosi proverbi imbastiti intorno
alla città di Roma: it. mandar più su che a Roma ‘liberarsi di qualcuno’,
espressione glossata dal Tommaseo con l’enunciato corrispondente ‘voler
liberarsi d’uno o presente o anche assente, facendogli intender chiaro che
non vuolsi più sapere de’ fatti suoi’ (gdli 9/1975: 624); andare a Roma per
Mugello ‘scegliere la via più lunga’, in senso figur. ‘pigliare un partito poco
adatto al fine che ci si è proposti’ (gdli 1/1961: 455). Per altre tipologie
analoghe cfr. lei 2/1987: 682.
Più spesso alla base delle locuzioni si trova un fatto storico ben circoscritto, tramandato dalla tradizione come esemplare per i secoli che seguiranno.
È il Lippi (5-13) il primo che attesta il modo di dire andare a Buda per indicare ‘morire’: «per far sì che Baldon dia volta a dreto, | ed anche, se si può,
ch’ei vada a Buda». L’espressione sembra collegata a una precisa circostanza
storica. Ne ricaviamo informazioni dettagliate dalle Note al Malmantile (513): «Vada a Buda, vada via per non tornar più. Proverbio nato dalla guerra,
che già fece il Turco contro Ludovico re d’Ungheria, quando acquistò Buda,
circa l’anno 1626, che vi morirono quasi tutti i Cristiani che vi andarono, ed
il medesimo Re. E però da quel tempo in qua, dicendosi il tale è andato a
RIOn, iv (1998), 2
459
RIOn, iv (1998), 2, 459-84
Rivista Italiana di Onomastica
Malibran: un’attestazione deonomastica
Ci sono parole che, nell’opera di uno scrittore, possono fare la loro comparsa una
e una volta sola, parole che, solitamente, vengono catalogate come hapax; ma nel
caso che intendiamo analizzare preferiamo definirle come unicum: quasi un’eccezione nel vocabolario personale dell’autore e al contempo una rarità linguistica
scarsamente documentata dai lessici. Analizzeremo dunque il caso di un singolare
passaggio deonomastico riscontrato nell’opera di Carlo Lorenzini, noto Collodi.
Carlo Collodi, come ogni scrittore umorista, ma soprattutto, come ogni buon
giornalista, fece un grande uso di parole originali, di vocaboli inventati lì per lì, di
neologismi d’occasione, prelevando a piene mani dal campionario della lingua
parlata, dalle terminologie tecniche di varia origine e dal calderone ribollente dei
termini stranieri (quel lessico dell’infima e corrotta italianità tanto disprezzato da
puristi come il Fanfani, l’Arlìa o il Tommaseo, nella seconda metà del XIX secolo).
Per quanto riguarda la parola che intendiamo esaminare, oltre che catalogabile
come unicum, si potrebbe definire “parola fantasma” (Bruno Migliorini indicava
con tale termine quei vocaboli che, per un “fraintendimento”, non avevano mai
avuto un effettivo uso, ma risultavano registrati in qualche dizionario o nell’opera
di qualche scrittore): dopo una fugace apparizione la nostra parola è infatti scomparsa dal lessico dello scrittore toscano. Il termine in questione è Malibran.
Niente di così misterioso all’apparenza: Maria Felicia Garcia Malibran (18081836) fu un celeberrimo soprano, d’origine spagnola, morta giovanissima nel pieno
della sua fama universale, per i postumi di una caduta da cavallo. La Malibran era un
mito vivente: acclamata dalle folle, adorata dai musicisti, corteggiata dagli impresari
che per lei mettevano a disposizione teatri e denaro (fu una delle cantanti più pagate
del suo secolo), lasciò una indelebile impronta sulla scena culturale della prima metà
del XIX secolo contrassegnando fortemente l’immaginario collettivo.
Ma non è nostra intenzione parlare della celebrata Malibran-cantante, piuttosto della misconosciuta Malibran-carrozza... La Malibran carrozza fa la comparsa
nel primo lavoro letterario di Carlo Lorenzini Un romanzo in vapore (Firenze, Tipografia Mariani 1856), più precisamente nel quarto capitolo intitolato Una riflessione in Fiacres!, dove vengono elencati i mezzi di trasporto a trazione animale in
attesa davanti alla stazione delle strade ferrate di Firenze.
Non so se il lettore abbia fatto un’osservazione; cioè, che le persone, che ordinariamente vanno a piedi, quando per un dato bisogno o capriccio si servono qualche volta di
una vettura, adoprano, nel raccontare questo avvenimento, un frasario che varia, a
RIOn, iv (1998), 2, 486-89
486
Rivista Italiana di Onomastica
Onomastica umoristica - ii
Come avevo scritto al termine della nota Onomastica umoristica, pubblicata nella
«Rivista Italiana di Onomastica», ii (1996), 2, p. 383, è uscito nel gennaio 1997
l’annunciato libretto di Costante Costantini intitolato Menù Fiorentino e illustrato
con tre xilografie: è stato stampato dalla tipografia B. Pochini per conto del ristorante Buca di S. Francesco ad Arezzo (Costante Costantini mi dice che un breve
menù del genere lo aveva veduto in anni ormai lontani consultando carte settecentesche alla Biblioteca Nazionale di Firenze: sarebbe interessante ritrovarlo!).
Questo Menù Fiorentino è stato «composto con i cognomi degli abitanti di
Firenze» ed è interessante riportarne la breve prefazione:
«Questo lavoretto è un divertissement letterario di un pittore incisore fiorentino
che, per riposarsi dal lavoro artistico, si è messo per un po’ a giocare con i cognomi dei
propri concittadini.
Ad eccezione di quelle stampate in “corsivo” tutte le altre parole non sono che
cognomi di persone che figurano nell’Elenco Ufficiale degli Abbonati al Telefono –
Rete di Firenze 1991-1992, edito dalla Società Italiana per l’esercizio delle Telecomunicazioni.
Si evidenzia così quanti sono i nostri cognomi derivanti dal regno animale e vegetale, dal campo alimentare, culinario e gastronomico.
Come i cognomi sono autentici e riscontrabili, altrettanto reali sono i piatti compresi nel “Menù”. Si dimostra altresì, ancora una volta, quanti giochi si possono fare
con le parole, oltre a quelli ben conosciuti dagli enigmisti, come anagrammi, rebus,
indovinelli e tanti altri. Attività del resto ben conosciuta e apprezzata dall’uomo fino
dall’inizio della lunga storia della civiltà».
Ed ecco qualche esempio tratto dalle varie portate:
Anti · Pasti
Rustici Fiorentini Alla Milza
Bruschettini Agliati degli Oliveti Toscani
Crescentini Salati con La Coppa
Ricotta Abbruzzese
Frutti di Mare In·guscio al Limone
Pesciolini Marinati
Ricca Pagnottella con Salami Toscani
RIOn, iv (1998), 2, 490-95
490
Rivista Italiana di Onomastica
Due anacronismi onomastici nella Storia
di Elsa Morante
Elsa Morante (1912-1985) amava in modo straordinario i gatti, e di gatti e di molti
altri animali, talvolta ai limiti dell’antropomorfizzazione, ha riempito le pagine della
sua narrativa. Nel romanzo La Storia (1974), in particolare, hanno un ruolo di primo
piano i cani Blitz e Bella detta Pelozozzo (ma ci sono anche Fido e Lupo) e gli animali
che popolano, accanto a uomini, donne e bambini, lo stanzone della borgata romana
di Pietralata, dove un gran numero di persone si è rifugiata dopo il bombardamento
di San Lorenzo del 19 luglio 1943. Più volte sono ricordati per esempio Peppiniello e
Peppiniella, i canarini di Giuseppe Cucchiarelli ovvero Giuseppe Secondo o Eppetondo, alias il partigiano Mosca, così battezzati «per onorare il compagno Giuseppe Stalin!!» (cito da Elsa Morante, La Storia, in Opere, a cura di Carlo Cecchi – Cesare
G a r b o l i , Milano, Arnoldo Mondadori [I Meridiani] 1990, vol. i i ,
pp. 261-1031, p. 511); e la gatta Rossella, proprietà del medesimo personaggio.
In realtà questa gatta, che si macchierà del delitto di uccidere i canarini prima
di darsi alla fuga, ha un nome pubblico, ufficiale, Rossella appunto, ma anche un
nome ufficioso, segreto, Russia, di cui Rossella parrebbe essere il diminutivo «diciamo così, governativo... meno compromettente... per intenderci» (ivi, p. 509). Ma
c’è un curioso anacronismo, legato proprio al nome dell’animale, come emerge da
una discussione che si anima nello stanzone di Pietralata:
«La Russia è la Russia, e va buono!» rinforzò nonna Dinda, «però, per una
femminella, a me Rossella mi pare più carino».
Giuseppe Secondo si strinse nelle spalle, con un senso di lieve mortificazione,
ma anche di superiorità definitiva e incompresa.
«Rossella...» notò a questo punto una delle cognate, «non è pure il nome di
quell’attrice, in quel film... com’era?»
«Via col vento!» esclamò Carulina, «Vivia Leik, in Via col vento!»
«Era quella che si sposava con lui, e poi moriva?»
«No, la figlia moriva», precisò la cognata napoletana, «e invece lui s’era spusato
a quell’altra...» (ivi, p. 510).
Il dialogo è ambientato agli inizi dell’autunno del 1943: ma il film sarebbe stato
distribuito in Italia soltanto nella stagione 1949-50, come mi conferma, dopo
un’accurata ricerca, l’amico Sergio Raffaelli. Evidentemente si ha qui un cortocirRIOn, iv (1998), 2, 496-97
496
Rivista Italiana di Onomastica
Formosus: un arcaismo nella toponomastica friulana
L’aggettivo formosus/formosa/formosum in latino significa ‘bello’, propriamente
‘fornito di forma’, cioè ‘fornito di bellezza’. È stato sostituito, in parecchie lingue
neolatine, da bellus più popolare, a sua volta di benulus, un vezzeggiativo da bonulus, a sua volta da bonus. In spagnolo si dice tuttora hermoso, in portoghese formoso, in romeno frumoş; invece in italiano diciamo bello e in francese beau.
In friulano attualmente si dice biél, ma vi sono indizi che la voce formosus sia
rimasta in auge a lungo, forse fino a pochi secoli fa: infatti sopravvivono ancora
numerosi nomi locali, relativi a piccoli ambienti, chiaramente derivati da formosus,
e alcuni presentano una consuetudine non troppo antica.
Uno tra questo è Prefermôs, che designa una località campestre situata appena a
sud di Maniago Libero, frazione di Maniago. Oggi si trova nel nuovo comune di
Vajont di Ponte Giulio (Pordenone). Già a prima vista il nome non è lontano foneticamente da un originale Pratum Formosum. Del resto una carta del 1688 reca la dicitura Pra Formoso. Le due parole, col tempo, come succede spesso, si sono agglutinate
formandone una sola. La prima parte, Pra-, si è mutata in Pre-; le vocali atone sono
alquanto instabili in friulano: troviamo numerosi altri esempi della vocale -a- di pra,
prât, che produce una -e- chiudendosi: così Predeàn (da Prato Decano), Prefari (da
Prato Fabbro), Premaiôr (da Prato Maggiore) e altri sparsi qui e là per il Friuli (a volte
tuttavia la sillaba pre è abbreviazione di predi ‘prete’). La prima -o- di formôs, in Prefermôs, si è mutata in -e- non solo per l’instabilità delle atone, ma anche per assimilazione alla -e- di Pre-, sentita come più forte. È evidente, essendo relativamente fertile
il terreno designato da Prefermôs, un contrasto con altri prati, più “brutti”, nel senso
che si stendono su terreni ghiaiosi e quasi steppici presso le terrazze del torrente Cellina, e con le praterie poco produttive poste più a sud-est.
Nella stessa zona, a Montereale Valcellina, sulle alture a ovest del paese, si localizza
il Confermóus. Si tratta evidentemente di un ‘colle bello’, Collis Formosus. In questo
caso la -o- si è dittongata in -ou-, secondo le tipiche consuetudini della Destra Tagliamento – la provincia di Pordenone e la parte nord-orientale della provincia di Venezia
– (lo stesso fenomeno non si è prodotto in Prefermôs) e della Carnia. Il passaggio
Col- > Con- appare spesso, per esempio in Conforà (‘colle forato’), Contarondo (‘colle
rotondo’), Confidrì (‘colle Federico’), Conformadi (‘colle formaggio’). Dal Conformóus
il panorama spazia: si ammirano i monti della Valcellina da una parte, la pianura
dall’altra. Tuttavia un riferimento di carattere estetico nel toponimo è improbabile,
perché tali riferimenti sono rari nella nomenclatura friulana. Penseremo piuttosto a
un’allusione di ordine utilitaristico, poiché si trattava di zona di alpeggio.
RIOn, iv (1998), 2, 498-500
498
Materiali bibliografici
Questa rubrica presenta schede bibliografiche e segnalazioni di monografie e riviste
specializzate, di singoli contributi in miscellanee o altri periodici, di dizionari, bibliografie e repertori pubblicati, nonché dei migliori testi divulgativi, di riedizioni e di
dissertazioni anche non pubblicate di carattere onomastico.
Le “schede” intendono offrire una recensione o una nota ragionata dei saggi o degli articoli in oggetto. Le “segnalazioni” si limitano a riportarne gli estremi bibliografici e gli indici
degli argomenti (con l’elenco completo di autori e titoli dei singoli contributi nel caso di
volumi collettanei o atti di convegni). La semplice segnalazione di un qualsiasi titolo in
queste pagine è indipendente dalla sua eventuale trattazione, in un successivo numero
della rivista, sotto forma di più ampia scheda bibliografica o di vera e propria recensione.
Schede e segnalazioni riguardano perlopiù testi relativi a studi italiani e romanzi, nonché
altri i cui contenuti siano connessi alle lingue romanze (specie se relativi al dominio germanico e a quello slavo) o rivestano interesse generale (in particolare se in lingua inglese o tedesca). La redazione della RIOn ringrazia Editori e Autori per l’invio di volumi e riviste.
Schede
Wolfgang Schweickard, Deonomasticon Italicum (di). Dizionario
storico dei derivati da nomi geografici e
da nomi di persona. i. Derivati da nomi geografici, fasc. 1º (Abano Terme
– Arno); Supplemento bibliografico, Tübingen, Max Niemeyer Verlag
1997, pp. ix+127; xcvii.
→ Max Niemeyer Verlag, Pfrondorfer
Straße 6, D-72074 Tübingen – Postfach 2140, D-72011 Tübingen – T.
0049.7071.98940 – fax 0049.7071.
989450 – E-mail: [email protected]
­– Web: http://www/niemeyer.de.
→ Prof. Dr. Wolfgang Schweickard,
Friedrich-Schiller-Universität Jena, Institut für Romanistik, Botzstraße 5,
D-07743 Jena – T. 0049.3641.636257
– fax 0049.3641.636259 – E-mail:
[email protected].
RIOn, iv (1998), 2
Come già annunciato su questa rivista
(cfr. RIOn, iii [1997], 2, pp. 597-99), è
uscito il primo fascicolo del Deonomasticon Italicum di Wolfgang Schweickard
(d’ora in avanti di), corredato dal Supplemento bibliografico (da cui mutuo le
abbreviazioni per gli studi che via via citerò). Si tratta di una importante impresa lessicografica, che si propone di fornire un’ampia documentazione storica,
dalle origini a oggi, dei termini italiani
derivati da toponimi e da antroponimi. I
primi volumi sono relativi ai nomi geografici e comprendono nomi di continenti, regioni, città, fiumi, laghi, monti, località di tutto il mondo e, più di
rado, etnici non riconducibili a toponimi. Saranno omessi, a quanto pare, i
nomi di luoghi fantastici, che pure determinano anch’essi derivati con significati anche traslati (pensiamo solo a
utopistico o a lillipuziano), mentre dovrebbero essere considerati toponimi
502
Rivista Italiana di Onomastica
Incontri
Questa rubrica riporta date, luoghi, relatori e argomenti delle comunicazioni di convegni, seminari e colloqui svolti o in preparazione in Italia e all’estero su temi onomastici. Gli avvenimenti sono elencati in ordine cronologico.
Casale Monferrato, i Convegno
nazionale sulla Storia di Famiglia,
Palazzo Gozzani di Trevile, 27-28
giugno 1998.
[L’Istituto Araldico Genealogico Italiano e la Scuola di Genealogia, Araldica
e Scienze documentarie hanno organizzato nel comune dell’Alessandrino
il convegno “Racconta la tua storia di
famiglia” per stimolare un confronto
costruttivo volto alla comprensione
delle nuove metodologie in materia e
della interdisciplinarietà nella ricostruzione della Storia di Famiglia, cui concorrono le scienze storiche, la genetica,
la geografia, l’economia, la sociologia,
l’etnologia, l’antropologia culturale e,
naturalmente, l’onomastica].
→ Istituto Araldico Genealogico Italiano, cas. post. 764, 40100 Bologna
– via Cesare Battisti 3, I-40123 Bologna – T. 051.271124 – fax 051.
6449006 – E-mail: [email protected].
Eivissa, xxiv Col·loqui de la Societat d’Onomàstica, 10-11 ottobre
1998.
[Gli onomasti catalani si trovano per la
24ª volta a convegno. Temi principali
dell’incontro saranno tre: 1) OnomàstiRIOn, iv (1998), 2
ca d’Eivissa i Formentera; 2) Malnominació. Noms, renoms, malnoms, mots,
motius, àlies dels Països Catalans; 3)
Dialectologia i toponímia catalanes. A
Eivissa sono previste tre relazioni centrali su ciascuno dei temi del convegno e
alcune decine di comunicazioni, che
saranno poi pubblicate su «Societat
d’Onomàstica. Butlletí Interior».
Per il colloquio del 1999 è probabile
che la sede sarà Lleida, in coincidenza
con le celebrazioni per i 700 anni della
locale Università, e per gli anni successivi Vila-real, Dénia e Gironella].
→ Institut d’Estudis Eivissencs, Pere
Francès, núm. 12, 1r (Apartat de Correus núm. 578), E-07800 Eivissa – T. e
fax 0034.971.312775.
→ Societat d’Onomàstica, Palau Dalmases, Montcada 20, principal,
E-08003 Barcelona – T. 0034.93.
3198050 – fax 0034.93.3106900.
Bari, xii Colloquio PatRom, Università degli Studi, Auditorium del
Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Filologia moderna, 14-17
ottobre 1998.
[L’incontro annuale prevede due giornate di lavori di gruppo, relativi allo
607
RIOn, iv (1998), 2
Rivista Italiana di Onomastica
Attività
Questa rubrica raccoglie notizie relative a corsi di onomastica attivati presso facoltà
universitarie; progetti di ricerca nazionali e internazionali; studi in via di realizzazione da parte di singoli ricercatori; attività di associazioni e istituti; saggi e atti di
congressi e seminari in corso di stampa.
Il Congresso internazionale
di Santiago de Compostela.
La città della Comunità autonoma di
Galizia, che celebrerà il prossimo anno
anche il suo giubileo (Xacobeo 1999) e
dove sorge un’antica università che ha
festeggiato nel 1995 il suo 5º centenario, ospiterà dal 20 al 25 settembre
1999 il triennale appuntamento mondiale organizzato dall’International Council of Onomastic
Sciences (icos), a tre anni da quello di
Aberdeen (1996).
L’Instituto da Lingua Galega, organizzatore locale e il Board of Directors dell’Associazione internazionale hanno confermato il programma già annunciato (cfr.
RIOn, iv [1998], 1, pp. 268-70), comprendente dieci sessioni di interesse specifico. Presidente del congresso sarà
Dieter Kremer (Trier); il comitato organizzatore è formato da Ramón Lorenzo,
Antón Santamarina, Ana Isabel Boullón
Agrelo e Fernando R. Tato Plaza (Santiago de Compostela). Il sostegno finanziario è stato assicurato dalla Consellería
de Cultura, Comunicación social e Turismo della Xunta de Galicia, dal Giubileo
99 e dalla locale Università. Il comitato
scientifico è composto da Inge Bily
RIOn, iv (1998), 2
(Leipzig), Ana Cano (Oviedo), Friedhelm Debus (Kiel), Henri Dorion
(Québec), Sheila Embleton (North
York), Xosé Lluis García Arias (Oviedo), Dieter Geuenich (Duisburg),
Wolfgang Haubrichs (Saarbrücken),
Jörg Jarnut (Paderborn), André Lapierre
(Ottawa), Edwin D. Lawson (Fredonia), Giovanni Martini (Massa) e Heikki Solin (Helsinki).
Entro il 30 ottobre 1998 saranno raccolte le iscrizioni e le proposte di comunicazione. Le lingue ufficiali saranno lo spagnolo, il francese, l’inglese e il
tedesco. Nell’àmbito dell’organizzazione sarà usato anche il galego, lingua
ufficiale della Comunità autonoma.
Nel merito, la prima delle dieci sessioni
parallele sarà suddivisa in due filoni;
l’uno dedicato ai rapporti fra toponomi
e antroponimi: processi formativi di
toponimi e antroponimi; toponimi originati da antroponimi e viceversa; preferenze cronologiche di toponimi e antroponimi d’identica espressione; criteri formali per l’analisi toponomastica e
antroponimica; la documentazione
scritta come aiuto per la ricerca in onomastica. L’altro, riservato alla normalizzazione nazionale e internazionale dei
toponimi, si occuperà di: sviluppo dei
613
RIOn, iv (1998), 2
Rivista Italiana di Onomastica
Frequenze onomastiche
This section contains a panorama of lists with ranks and frequencies of repertoires of
anthroponyms or toponyms related to different epochs and places.
Gli odonimi più ricorrenti
negli 8.100 comuni italiani
i
– La classifica nazionale
Le analisi storiche e linguistiche dei nomi di vie, strade, piazze, ecc. (odonimi)
in Italia, peraltro non numerose (ma cfr.
in questo stesso numero il contributo di
Carlo Alberto Mastrelli, pp. 423-47),
non sono mai state accompagnate finora da dati quantitativi e statistici.
Tali dati offrono indicazioni particolarmente significative a proposito delle
scelte operate dalle amministrazioni
responsabili della toponomastica e sono il risultato dei vari mondi celebrativi che l’odonomastica italiana moderna ha abbracciati, sovente a spese di
denominazioni tradizionali andate irrimediabilmente perdute.
Le tabelle che seguono riguardano: la
graduatoria complessiva delle occorrenze di ciascun odonimo negli 8.100
comuni (e comunità montane) italiani;
sono qui riportati i primi 200, fino a
un numero complessivo di occorrenze
pari a 460; 18 classifiche per gruppi
semantici, ricavate in base alla graduatoria generale, che da un lato facilitano
il lettore nell’individuazione di un dato
odonimo, dall’altro offrono indicazioni supplementari rispetto alla classifica
generale; 20 graduatorie regionali, oltre a due tabelle ricapitolative, che conRIOn, iv (1998), 2
sentiranno di verificare i ranghi occupati dai diversi odonimi in territori più
limitati e di notare dunque le specificità regionali.
Una serie di annotazioni collaterali
permetteranno una migliore comprensione sia della metodologia utilizzata
per la formazione delle graduatorie, sia
delle convenzioni adottate, sia di curiosità relative ai dati odonomastici considerati.
Tutto il materiale qui elaborato è stato
offerto alla «Rivista Italiana di Onomastica» dalla seat di Torino – società che
pubblica ogni anno gli elenchi degli
abbonati telefonici telecom di tutta
Italia e gestisce le «Pagine Gialle» – a
partire dalla raccolta delle informazioni
toponomastiche dei vari comuni per i
suoi annuali «Tuttocittà». Il nostro più
vivo ringraziamento va dunque alla Società, all’Ufficio stampa coordinato da
Simonetta Carbone e da Elisabetta Tessari e, in particolare, all’ingegner Bruno
De Giulio, responsabile dei Dati di base e della Cartografia della seat, all’interno del cui ufficio il responsabile
dell’Archivio strade e località Massimo
De Mitri ha concretamente realizzato la
ricerca informatica con impegno e perizia, nonché annotato criteri, limiti e
osservazioni che sono qui riportate e
sviluppate per dar ragione agli studiosi
degli esiti del lavoro.
Andrà premesso che, rispetto ad alcune
anticipazioni apparse sulla stampa di-
625
RIOn, iv (1998), 2
Note ai margini
Sul cognome Di Caprio: una correzione al dizionario
di Emidio De Felice.
Il settimanale «Oggi» rintraccia i parenti – veri o presunti – del giovane attore italo­
americano Leonardo Di Caprio (preferisco qui non seguire la scrizione all’americana,
che unisce la preposizione mantenendo maiuscola la prima lettera del nome), protagonista del film Titanic, in quel di Trentola Ducenta nel Casertano (“Caro Leonardo
torna a casa, le tue radici sono a Trentola!”, nº 15, 15.4.1998). Su richiesta della redazione, io stesso ho segnalato l’epicentro di questa forma cognominale che si concentra
sulla direttrice Aversa – Caserta – Maddaloni con puntate a Nord verso Santa Maria
Capua Vetere e poi verso Sant’Agata dei Goti. In Italia le famiglie Di Caprio abbonate
al telefono sono oltre 800, un po’ meno dei semplici Caprio (circa 900: Lazio e Campania, ma anche altrove) e più dei Capri (oltre 600: a Roma e un po’ dappertutto) e dei
De Caprio (circa 300, nelle province di Caserta – Sant’Angelo d’Alife e probabile epicentro a Cancello ed Arnone – e in quelle di Salerno e di Napoli – San Giorgio a
Cremano in particolare –). Una curiosità a latere: le famiglie Di Caprio negli Stati
Uniti sono attualmente quasi 200. Non poche, ma neppure molte se confrontate con
i quasi 48.000 Bruno o gli oltre 14.000 Russo e i circa 8.000 Rossi e Romano.
Ora, quel che più interessa è la possibile origine della forma. Il Dizionario dei
cognomi italiani di Emidio De Felice (Milano, Mondadori 1978 s.v. Capri), non
cita espressamente Di Caprio, ma attribuisce a Caprio lo stesso etimo di Capri, De
Capri e Di Capri, cioè l’isola del golfo di Napoli. In realtà la forma Di Capri non
esiste in Italia, se non come nome in arte del popolare cantante Peppino, all’anagrafe Faiella. Inoltre, per quanto documentati, risultano rarissimi, nel medesimo
àmbito geografico, i denesonimici De Procida (quasi tutti in Calabria) e D’Ischia
(una trentina, in Piemonte, Campania e Lazio [Gaeta]); più frequente Procida
(oltre 1.700 utenti sparsi, ma in buona parte nel Salernitano), mentre Ischia si
trova solo ad Arco, Riva del Garda e in area trentina e bolzanina, dove deriverà
dall’omonima frazione di Pergine Valsugana. Inoltre insospettisce la mancanza di
attestazioni storiche per Caprio ‘Capri’. Né si può pensare a una regolarizzazione
in -o del toponimo divenuto nome di famiglia.
Per Caprio, dunque, e di conseguenza per Di Caprio, sarà piuttosto il caso di rifarsi non tanto alle capre – come affermano, sollecitati dal periodico «Oggi», gli abitanti di Trentola Ducenta, allevatori di tradizione secolare – quanto al greco càprios
‘cinghiale, verro’ (per lo stesso nesonimo Capri, il Dizionario Italiano di Toponomastica [Torino, utet 1990, s.v.] ipotizza l’etimo greco, accanto al lat. capra e all’etrusco
capra ‘terreno di sepoltura’). Il cognome dunque risalirebbe a un soprannome fra i più
RIOn, iv (1998), 2
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Rivista Italiana di Onomastica
Postille a RIOn, iv (1998), n° 1
• In margine al contributo di Ginetta Maneschi e Giovanni Martini (Onomastica
e diritto: un nome per l’eternità, pp. 123-31), si segnala un altro caso di indebito
sfruttamento del nome. Un pasticcere di Hartford, nel Connecticut, ha inventato
una torta alle mandorle battezzandola Sofia Loren. I legali dell’attrice, come riporta «La Stampa» di Torino del 28.3.1998 (“Sofia: a me i diritti della torta Loren”),
hanno diffidato l’artigiano dall’uso del nome e in seguito si sono accordati per riceverne una percentuale sulle vendite. Sono lontani i tempi in cui il pizzaiolo napoletano Peppino Brandi celebrava la visita della regina d’Italia intitolandole
l’ancora oggi popolarissima pizza Margherita.
Quasi contemporaneamente (cfr. “Totò contro i leghisti”, «Il Messaggero»,
29.3.1998) l’Associazione “Antonio de Curtis” e la vedova dell’attore (in arte Totò),
hanno minacciato un’azione legale contro la Lega Sud protagonista di una campagna
politica ironica a favore di Antonio La Trippa (nome del protagonista, a caccia di
voti, interpretato appunto da Totò nel film Gli onorevoli). Curioso che, accanto allo
sfruttamento dell’immagine, il presunto illecito riguardi l’abuso non di un nome reale e neppure di uno pseudonimo, ma semplicemente del nome d’invenzione del
personaggio interpretato in una sola pellicola cinematografica di 35 anni fa.
• E a proposito di leggi, l’interesse che Enzo Caffarelli ha evidenziato nell’articolo
Il cambiamento di prenome oggi in Italia (pp. 95-122), trova riscontro in Belgio
dove, su pressione popolare e iniziativa del deputato socialista fiammingo Rony
Cuyt (nato Hiëronymus), la Camera dei deputati ha approvato nel maggio 1998
una nuova legge sul cambiamento del prenome. Quando tali prenomi sono ridicoli oppure odiosi in sé o nell’associazione con il cognome, o presentano un aspetto palesemente desueto, o ancora se sono stranieri o possono prestarsi a confusione, la tassa di registrazione per il cambiamento è stata ridotta da 20.000 a 2.000
franchi belgi. Le domande presentate del 1993 erano state 135; nel 1997 sono
salite a 429. Sintomatico che l’erario belga, nonostante la riduzione del 90% della
tassa, preveda dalla nuova normativa un effetto positivo per il Tesoro.
• In relazione dell’articolo di Giuseppe Aldo Rossi, nella sezione “Varietà”, sulle
insegne di fantasia a Roma (pp. 139-43), la lettrice Monica Persiani di Roma
scrive in redazione considerando due categorie non inserite nella pur ampia disamina dell’Autore. E ne mostra gli aspetti diametralmente opposti; da un lato, i
negozi – ma anche gli alberghi e gli allevamenti – per cani e altri animali; dall’alRIOn, iv (1998), 2
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RIOn, iv (1998), 2
Rivista Italiana di Onomastica
Bibliografia onomastica italiana 1997
Come ogni anno, il secondo fascicolo della «Rivista Italiana di Onomastica» riporta la
bibliografia onomastica dell’anno precedente. Le citazioni che seguono sono divise in
due sezioni. La prima segnala monografie, miscellanee e singoli articoli editi in Italia
nell’anno 1997 o comunque apparsi nell’anno, anche se con data antecedente.
La seconda sezione segnala invece opere edite all’estero, ma di autore o di soggetto italiano
(nonché sardo e ladino, con inclusione della Svizzera italofona). In entrambe le sezioni i
testi figurano ordinati alfabeticamente per autori e accompagnati da una o più sigle che ne
indicano il campo d’interesse e, eventualmente, il taglio, secondo la legenda che segue.
A partire dalla bibliografia annuale del 1997, RIOn segnala in questa sezione anche
le principali recensioni apparse su riviste scientifiche relative a volumi o articoli di
studiosi italiani, o riguardanti opere italiane o romanze in genere di particolare interesse, nonché di volumi miscellanei, atti di convegni o risultati di progetti e ricerche a
carattere internazionale.
antr
deon
gener
geneal
psic
top
var
i.
= antroponimia
= deonomastica
= onomastica generale
= genealogia
= psicosocionomastica
= toponomastica
= varia (nomi propri
né di persona né di luogo)
[bibl] = opera a carattere bibliografico
[div] = opera a carattere divulgativo
[diz] = dizionario
[lett]= opera di onomastica letteraria
[rec] = recensione
[rep] = repertorio
[ried] = riedizione o ristampa
[trad]= traduzione.
Pubblicazioni italiane
aa.vv.,
Dizionario Italiano di Toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici
italiani, Torino, utet 1997 (1990), pp. xxviii+720.
top[diz] [ried]
Ambrosini Riccardo, Lineamenti toponomastici della Lucchesia, Pisa, ets (Progetti
linguistici 3) 1997, pp. 36.
top
Angelini Massimo, Soprannomi di famiglia e segmenti di parentela (secoli XVI-XX),
«Rivista Italiana di Onomastica», iii (1997), 2, pp. 371-96.
antr
Angelini Massimo, recensione a Jean-Marie Martin – François Menant (a cura
di), Genèse médiévale de l’anthroponymie moderne: l’espace italien. 2. Actes de
la table ronde de Milan, 21-22 avril 1994 («Mélanges de l’École française
de Rome. Moyen Âge», 107 [1995], 2), «Rivista Italiana di Onomastica»,
iii (1997), 2, pp. 571-75.
antr[rec]
Anreiter Peter, Keltoromanische Dendronyme, in Maria Iliescu – Werner
M arxgut – E rich M ayr – H eidi S iller -R unggaldier – L otte
RIOn, iv (1998), 2
673
RIOn, iv (1998), 2
Rivista Italiana di Onomastica
«Rivista Italiana di Onomastica» vol. iv (1998)
Indice generale
Saggi
Franca Allegrezza, Il nome di battesimo presso le famiglie
del baronato romano nel secoli XIII e XIV: tra attribuzione di identità
e autocoscienza sociale Massimo Angelini, Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure
tra i secoli XVIII e XX: nota sui nomi delle acque
Remo Bracchi, (M)andare alla… etimologia di “quel paese”
Mauro Buligatto, Note sui principali prediali della bassa
pianura friulana
Enzo Caffarelli, Il cambiamento di prenome oggi in Italia Gianluca D’Acunti, Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri,
termini deonomastici in testi medici italiani del Settecento
Stéphane Gendron, Les noms de personnages dans Nana d’Émile Zola
Dieter Kremer, Le Dictionnaire des changements de noms
et son intérêt pour une socio-onomastique et la linguistique Luca Lorenzetti, Appunti di storia dialettale e sociale dai soprannomi
dei Castelli romani
Ginetta Maneschi – Giovanni Martini, Onomastica e diritto:
un nome per l’eternità
Carlo Alberto Mastrelli, L’odonomastica nella legislazione italiana Roberto Randaccio, La “legge shandyana del nome” nei personaggi
di Carlo Collodi Carla Maria Sanfilippo, Fra lingua e storia: note per una Giudecca
non giudaica Beatrice Schmid, Méthodes en anthroponymie historique: à propos
des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille Luigi Sedita, Le “dramatis personae” dei Giganti della montagna
di Pirandello Xulio Viejo FernÁndez, Concepts et clichés littéraires comme surnoms
des asturiens du XIIIème siècle
Varietà
Enzo Caffarelli, Asia: prenome fuorilegge?
Enzo Caffarelli, Testate studentesche e giochi linguistici
Enzo Caffarelli, Due anacronismi onomastici nella Storia
di Elsa Morante RIOn, iv (1998), 2
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