Rivista Italiana di Onomastica» vol. IV (1998), nº 2
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Rivista Italiana di Onomastica» vol. IV (1998), nº 2
«Rivista Italiana di Onomastica» Francesco Zardo vol. iv (1998), nº 2 Saggi Luca Lorenzetti, Appunti di storia dialettale e sociale dai soprannomi dei Castelli romani 347 Beatrice Schmid, Méthodes en anthroponymie historique: à propos des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille 371 Gianluca D’Acunti, Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri, termini deonomastici in testi medici italiani del Settecento 389 Dieter Kremer, Le Dictionnaire des changements de noms et son intérêt pour une socio-onomastique et la linguistique 407 Carlo Alberto Mastrelli, L’odonomastica nella legislazione italiana 423 Massimo Angelini, Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure tra i secoli XVIII e XX: nota sui nomi delle acque 449 Remo Bracchi, (M)andare alla… etimologia di “quel paese” 459 Varietà Roberto Randaccio, Malibran: un’attestazione deonomastica 486 Carlo Alberto Mastrelli, Onomastica umoristica ii 490 Enzo Caffarelli, Due anacronismi onomastici nella Storia di Elsa Morante 496 Cornelio Cesare Desinan, Formosus: un arcaismo nella toponomastica friulana 498 Rubriche M a t e r i a l i b i b l i o g r a f i c i / Schede • Wolfgang Schweickard, Deonomasticon Italicum (di). Dizionario storico dei derivati da nomi geografici e da nomi di persona. i. Derivati da nomi geografici [Paolo D’Achille] 502 • Franco Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese [Enzo Caffarelli]511 • Bruno Porcelli, Il Nome nel Racconto. Dal Novellino alla Commedia ai novellieri del Trecento [Franco De Vivo] 516 • Maria Giovanna Arcamone, Bruno Porcelli, Davide De Camilli, Donatella Bremer (a cura di), Onomastica & Letteratura 1997 RIOn, iv (1998), 1 I [Luigi Sasso]521 • Lidia Flöss (a cura di), Dizionario Toponomastico del Trentino, 4. I nomi locali dei comuni di Bolbeno, Bondo, Breguzzo, Roncone, Zuclo [Sergio Raffaelli] • Antonio Taddei, Stefano Vassere (a cura di), Bré sopra Lugano – Repertorio toponomastico ticinese [Giulia Mastrelli Anzilotti] 532 537 • Pavle Merkù, Toponomastica dell’Alta Val Torre [Giovanni Frau] • Natale Argentina, Riccardo Ferlazzo Ciano, A ’ngiuria. Repertorio dei soprannomi di Gioiosa Marea [Enzo Caffarelli] • Consuelo García Gallarín, Celeste García Gallarín, Deonomástica Hispánica. Vocabulario científico, humanístico y jergal [Ángel Iglesias Ovejero] 549 Segnalazioni – Monografie e miscellanee – Dizionari, repertori e bibliografie – Riviste di onomastica – Articoli in altre miscellanee e in altre riviste – Riedizioni e ristampe – Dissertazioni – Onomastica divulgativa 557 576 588 595 602 603 604 Incontri – Casale Monferrato, i Convegno nazionale sulla Storia di Famiglia, 27-28 giugno 1998 – Eivissa, xxiv Col·loqui de la Societàt d’Onomàstica, 10-11 ottobre 1998 – Bari, xii Colloquio PatRom, 15-17 ottobre 1998 – Lyon, Le Patronyme: Histoire, Anthropologie, Société, 7-9 dicembre 1998 – San Francisco, Annual Meeting of American Name Society, 27-30 dicembre 1998 – Los Angeles, Special Session on Onomastics (Linguistic Society of America), 7-10 gennaio 1999 – Pisa, 5º Incontro di studio Onomastica & Letteratura, febbraio 1999 – Caen, 7e Colloque International de Dialectologie et de Littérature du Domaine d’oïl occidental, 18-20 marzo 1999 – New York, 38th Annual Names Institute, 1º maggio 1999 – Brest, 15e Congrès National Français de Généalogie, 13-16 maggio 1999 541 545 607 607 607 608 610 610 610 611 611 611 – Trondheim, Conferenza in onore di Oluf Rygh nel centenario Francesco Zardo della morte, 13-15 maggio 1999 – Santiago de Compostela, xx Congresso internazionale di Scienze onomastiche (icos), 20-25 settembre 1999 611 612 Attività Il Congresso internazionale di Santiago de Compostela 613 La toponomastica barbaricina di Heinz Jürgen Wolf 616 Onomastica & Letteratura: novità per il 5º incontro 617 PatRom al Colloquio di Bari 618 Monumenta onomastica romana medii aevi618 Uno studio sull’antroponimia medievale della Galizia 619 Premio “Albert Dauzat” a François de Beaurepaire 620 I primi due anni della Scottish Place-Name Society620 La scomparsa di Lurline H. Coltharp e la sua collezione onomastica 621 Ricerca sui cognomi svedesi in Finlandia 622 Nuove attività per l’Associazione delle Società di genealogia ebraica 623 Ricostituita la South African National Naming Authority623 F r e q u e n z e o n o m a s t i c h e – Gli odonimi più ricorrenti negli 8.100 comuni italiani [Enzo Caffarelli] 625 Note ai margini 662 P o s t i l l e a RIOn, iv (1998), 1 667 Bibliografia onomastica italiana 1997 673 «Rivista Italiana di Onomastica» (RIOn), vol. iv (1998) Indice generale 687 Riassunti degli articoli 691 Norme per i collaboratori 694 RIOn, iv (1998), 1 III Gli autori di RIOn, vol. iv (1998), n° 2 Massimo Angelini Polo Etno-botanica e Storia Dipartimento Storia moderna e contemporanea Università di Genova, via Balbi 6 I-16126 Genova Remo Bracchi Facultas Litterarum Christianarum et Classicarum, Pontificium Institutum Altioris Latinitatis piazza Ateneo Salesiano 1 I-00139 Roma Enzo Caffarelli via Tigrè 37 I-00199 Roma Paolo D’Achille Dipartimento di Italianistica Università degli studi di Roma Tre piazza della Repubblica 10 I-00185 Roma Gianluca D’Acunti via Pompeo Trogo 4 I-00136 Roma Cornelio Cesare Desinan Società Filologica Friulana via Manin 18 I-33100 Udine Franco De Vivo Dipartimento Filologia e Storia Università degli studi di Cassino via Zamosh I-03043 Cassino (Frosinone) Giovanni Frau Dipartimento di Lingue e Letterature germaniche e romanze Università degli Studi di Udine vicolo Florio 2/B I-33100 Udine Ángel Iglesias Ovejero Faculté des Lettres Langues et Sciences Humaines Université d’Orléans rue du Tours F-45072 Orléans cedex 2 Dieter Kremer Fachbereich ii Romanistik DM 314 Universität Trier D-4286 Trier Luca Lorenzetti Dipartimento di Storia e culture del testo e del documento Università della Tuscia via San Camillo de Lellis I-01100 Viterbo Carlo Alberto Mastrelli Dipartimento di Linguistica Università degli Studi di Firenze piazza Brunelleschi 4 I-50121 Firenze Giulia Mastrelli Anzilotti via Bolognese 100/B I-50139 Firenze Sergio Raffaelli Dipartimento di Letterature moderne e Scienze dei linguaggi Università degli studi di Siena piazza del Praticino 7 I-52100 Arezzo Roberto Randaccio via Boito 112 E-09045 Quartu S. Elena (Cagliari) Luigi Sasso via Ravasco 1/12 I-16128 Genova Beatrice Schmid Romanisches Seminar Universität Basel Stapfelberg 7-9 CH-4051 Basel Sommari Luca Lorenzetti, Appunti di storia dialettale e sociale dai soprannomi dei Castelli romani, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 347-70. Uno “stato delle anime” del 1896, in un paese alle porte di Roma (Albano), include tra le generalità registrate circa 230 soprannomi. Una ricca serie di soprannomi viene analizzata sul piano della conservatività fonologica e lessicale. I numerosi lessemi documentati ormai solo dai soprannomi permettono (a) di confermare ipotesi puntuali di carattere etimologico e (b) di impostare ipotesi generali sui rapporti tra dinamiche sociologiche e demografiche, evoluzione della cultura materiale e decadenza delle terminologie tradizionali. Infine, il contributo esamina le modalità di trasmissione dei soprannomi di famiglia ad Albano, trovando diverse deviazioni rispetto al modello dominante, quello patrilineare agnatizio, e riconducendo tali deviazioni alla struttura sociale particolarmente aperta ai rapporti con Roma che caratterizza i Castelli romani dalla metà dell’Ottocento ad oggi. Beatrice Schmid, Méthodes en anthroponymie historique: à propos des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 371-87. L’obiettivo del contributo è prima di tutto di carattere metodologico. Attraverso lo studio dei cognomi delessicali Boucabeille, Bocabeille e simili, provenienti dalla zona di confine dell’occitano con il catalano, si tende a dimostrare la necessità di conoscere l’origine geografica dei vari nomi di famiglia per determinarne l’etimo diretto. Nello stesso tempo si espongono, progressivamente, le potenzialità legate a un’utilizzazione sistematica e ragionata dei dati onomastici quantitativi, quali quelli offerti dai censimenti o dalle guide di utenti telefonici in combinazione con i relativi dati geolinguistici. Gianluca D’Acunti, Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri, termini deonomastici in testi medici italiani del Settecento, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 389-406. I testi medici italiani del Settecento offrono diversi spunti per ricerche di carattere onomastico. Le denominazioni eponime, tratto caratteristico del lessico attuale dell’anatomia e della patologia, sono ben rappresentate nei testi di medicina pratica, ma solo in àmbito farmaceutico. I cognomi dei medici stranieri risultano di regola adattati, pur con qualche significativa eccezione. Il lessico settecentesco della patologia e della farmaceutica presenta inoltre alcune interessanti formazioni deonomastiche d’ascendenza greco-latina (venereo, priapismo), di tradizione alchemica (Giove, Marte, Saturno) o di conio moderno (onanismo). Sommari Dieter Kremer, Le Dictionnaire des changements de noms et son intérêt pour une socio-onomastique et la linguistique, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 407-22. Il contributo offre una breve presentazione di una fonte onomastica fin qui poco esplorata: l’inventario dei cambiamenti legali di cognomi in Francia dai tempi della Rivoluzione ai nostri giorni. I circa 16.500 casi abbracciano una popolazione composita: francesi e stranieri, tra i quali particolarmente rappresentata risulta la minoranza degli Ebrei tedeschi, polacchi, ecc. Viene qui proposto il tentativo di una sistematizzazione – del tutto provvisoria – delle motivazioni (probabili) e dei mezzi linguistici impiegati (sostituzione e troncamento, adattamento fonetico, accorciamento o traduzione delle forme straniere). Si insiste sull’importanza di un trattamento monografico: l’interesse di questo genere di documentazione va ben oltre un singolo dominio linguistico o la sola linguistica onomastica. Carlo Alberto Mastrelli, L’odonomastica nella legislazione italiana, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 423-47. Con questo contributo si è voluto dare una rassegna completa di tutte le disposizioni legislative e di tutta la normativa che direttamente o indirettamente disciplinano in Italia l’onomastica stradale (odonimia). Lo Stato italiano ha cominciato i suoi interventi legislativi nel 1923, preoccupato soprattutto di arginare i mutamenti che a partire dalla seconda guerra di indipendenza si erano manifestati nelle denominazioni delle strade cittadine e di porre un freno alla tendenza di intitolare vie e piazze a persone senza il filtro di uno spazio temporale sufficiente per garantire la durevolezza della fama. Queste due preoccupazioni sono ancora presenti nella normativa, ma nuovi interventi legislativi (anagrafe e codice della strada), in maniera meno diretta, ma significativamente, comportano aggiustamenti che, prima o poi, dovranno sfociare in una revisione generale di tutta la normativa in materia. Massimo Angelini, Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure tra i secoli XVIII e XX: nota sui nomi delle acque, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 449-58. L’analisi dei nomi attribuiti negli ultimi due secoli a un corso d’acqua dell’entroterra di Levante offre un esempio della profonda diversità che può esistere tra un modo locale e uno cartografico di conoscere e descrivere il territorio. Il confronto tra la mappa di un proprietario terriero di fine secolo XVIII e una carta catastale realizzata pochi anni più tardi fa emergere due sistemi radicalmente differenti – uno vernacolare, l’altro ufficiale – di rappresentare lo spazio e ordinare le sue emergenze; analoghe sono le conclusioni a cui conduce l’esame dell’idronomastica dialettale riguardante quello stesso corso d’acqua in rapporto all’odierna cartografia. Sommari Remo Bracchi, (M)andare alla… etimologia di “quel paese”, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 459-84. Inseguendo argute assonanze, alcuni nomi di località sono entrati in locuzioni furbesche, che spesso alludono a esperienze di marginalità sociale. Dal punto di vista strutturale le frasi sono per lo più costituite da un verbo di moto (mandare, andare a, passare per, venire da), ma anche indicante origine (essere nato a, essere di), seguito da un riferimento geografico apparentemente reale. L’intervento paretimologico che colpisce questo secondo segmento del sintagma crea un gustoso doppio senso nella proposizione, che svela e insieme cela il vero messaggio che s’intende contrabbandare in sottofondo. Lo studio cerca inoltre di individuare il periodo di massima fioritura del tipo fraseologico e di coglierne i legami letterari e sociali. Varietà Roberto Randaccio, Malibran: un’attestazione deonomastica, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 486-89. Analizzando l’opera dello scrittore Carlo Collodi, si è potuto riscontrare un raro uso deonomastico, indicante il nome di un tipo di carrozza, derivato dal nome della celebre cantante Maria Malibran, attestazione che troverà solo molti anni più tardi una definitiva registrazione sui lessici di fine Ottocento. Carlo Alberto Mastrelli, Onomastica umoristica ii, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 490-95. Con questa “varietà” si è voluto individuare e prospettare un diverso filone di onomastica umoristica (cfr. RIOn, ii [1996], 2, pp. 378-83), caratterizzato da una serie di cognomi utilizzati – in questo caso da Costante Costantini e da Mario Praz – per uno scherzoso gioco di allusioni al linguaggio settoriale gastronomico tipico dei menù. Enzo Caffarelli, Due anacronismi onomastici nella Storia di Elsa Morante, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 496-97. Pur attentissima alle ricostruzioni storiche e al realismo onomastico, in un suo famoso romanzo Elsa Morante confonde le date a proposito della Rossella cinematografica di Via col vento e battezza con un nome anagraficamente inverosimile il personaggio della “plebea” Patrizia. Cornelio Cesare Desinan, Formosus: un arcaismo nella toponomastica friulana, «Rivista Italiana di Onomastica», iv (1998), 2, pp. 498-500. L’aggettivo latino formosus ‘bello’ è stato sostituito in alcune lingue romanze da bellus. Anche in friulano attualmente si dice biél, ma la toponomastica fornisce indizi che testimoniano una sopravvivenza fino a pochi secoli fa della voce formosus. Luca Lorenzetti Appunti di storia dialettale e sociale dai soprannomi dei Castelli romani Luca Lorenzetti abstract. (Notes of dialectal and social history from the nicknames of Castelli Romani) A census for the year 1896 found in a town near Rome (Albano) included among its data around 230 nicknames. This rich series is here analysed from a lexical and phonological view-point. Few dialectal lexemes, today documented only through nicknames, allow both to validate etymological hypotheses and to figure more general links between modern sociodemographic trends, the evolution of local culture and the decay of traditional folk-nomenclatures. Finally, the article deals with the patterns of transmission of family nicknames in Albano, which show several deviations from the dominant, agnatic male-inherited one. It is suggested that such deviations arise from the open social structure proper to “Castelli romani” since 1850. 1. Nel corso di una ricognizione sui volumi dell’archivio del duomo di Albano, effettuata qualche anno fa alla ricerca di tracce dialettali in testi latini o volgari dei secoli XVI-XIX, ho esaminato uno “Stato della popolazione di Albano” del 1896 nel quale, per molte delle persone registrate, accanto ai normali dati anagrafici (nome, cognome, data e luogo di nascita o di provenienza, paternità, occupazione) i due parroci che si sono avvicendati nel compilare il registro hanno ritenuto utile indicare il soprannome.1 Ci è pervenuta così una documentazione consistente: 237 occorrenze totali per 159 ovvero 176 tipi onomastici, a seconda che si calcolino solo i lessemi base oppure che si distinguano i derivati dalle basi (cioè il tipo Canaletto dal 1 Sulla costola del volume (cartaceo, discretamente conservato, di circa 400 fogli tra numerati e bianchi) si trova l’indicazione «Index 1821-1855», riferita alla «Rubricella Mortuorum | ab Anno 1821 | usque ad Annum 1851 [sic]» che occupa le prime 63 carte del volume. Lo «Stato | della Popolazione di Albano | 1896.» si trova di seguito alla detta rubrica, su 320 fogli numerati per carta, a penna e a matita, sull’angolo superiore sinistro del verso (la numerazione si interrompe tra c. 80 e c. 81, dove in 20 fogli non numerati vengono registrati gli abitanti della via principale di Albano, via Plebiscito). Nelle 32 carte successive alla 300, non numerate, si trova l’indice del censimento. Lo stato delle anime è stato compilato da due mani, la prima, anonima, dall’inizio a c. 136, la seconda, da c. 137 fino alla fine dell’indice, dell’arciprete Bongianni. RIOn, iv (1998), 2 347 RIOn, iv (1998), 2, 347-70 Beatrice Schmid Méthodes en anthroponymie historique: à propos des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille Beatrice Schmid abstract . (Methods in historic anthroponymy: about the family names Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille) The aim of the article is essentially methodological. Through the study of the delexical surnames Boucabeille, Bocabeille and the like, originating from the border zone of Old Provençal and Catalan, the author aims to demonstrate the necessity of knowing the geographic origin of the different family names in order to determine their direct etymon. At the same time, the potentialities connected to a systematic and reasoned use of quantitative onomastic data, such as those offered by censuses or telephone books, in combination with the relative geolinguistic data, are progressively explained. 1. Introduction 1.1. Comme le signale le titre de la présente contribution, celle-ci veut être un prolongement de l’article de Jean-Pierre Chambon, Méthodes en anthroponymie historique: cinq noms de famille bas-auvergnats (Chassa[i]gnon, Vorilhon, Torrilhon, Fayon, Chandezon), paru dans RIOn, ii (1996), où l’auteur plaide pour un affinement de l’investigation étymologique en anthroponymie. Cette dernière devrait «forger ses propres méthodes, adaptées à ce que son objet a de spécifique» (Chambon 1996: 263). Une des “forges” méthodologiques en l’anthroponymie historique romane est le projet PatRom, dont l’équipe de rédaction s’est proposé de mettre en pratique une investigation étymologique scientifique, basée sur des données anthroponymiques (historiques et contemporaines) solides, une analyse linguistique (diatopique et diachronique) rigoureuse et une manière de procéder méthodique (v. les premiers résultats dans le volume de présentation, VdP). Dans l’article mentionné, Chambon expose en détail et de façon exemplaire, en examinant cinq noms de famille détoponymiques, ce procédé qui combine systématiquement l’étude linguistique avec l’exploitation de la documentation historique et l’étude cartographique de la distribution RIOn, iv (1998), 2 371 RIOn, iv (1998), 2, 371-87 Gianluca D’Acunti Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri, termini deonomastici in testi medici italiani del Settecento Gianluca D’Acunti abstract. (Eponyms, treatment of foreign surnames, deonomastic terms in Italian medical texts of the 18th century) Italian medical texts of the 18th century offer several different cues for onomastic researche. Eponymous denominations, characteristic of the current lexicon of anatomy and pathology, are well represented in texts of practical medicine, but only in pharmaceutic ambit. Even if there are some significant exceptions, the surnames of foreign doctors are usually adapted. The eighteenth-century lexicon of pathology and pharmaceutics shows some interesting deonomastic formations of Greek-Latin origin (venereo, priapismo), of alchemical tradition (Giove, Marte, Saturno) or of modern creation (onanismo). Quelle che seguono sono annotazioni nate in margine a uno studio sulla lingua di alcuni testi medici settecenteschi in lingua italiana. Si tratta quindi di spigolature che non ambiscono ad avere nessun carattere di sistematicità, anche per l’eterogeneità degli argomenti toccati: le definizioni eponime (§ 1.), l’adattamento dei cognomi stranieri (§ 2.), i deonomastici d’uso specialistico (§§ 3. e 4.). 1. Le definizioni eponime (teorema di Pitagora, principio di Archimede) rappresentano un settore interessante del lessico della scienza contemporanea e in particolare del lessico medico: fenomeni di scottante attualità hanno reso familiari anche al grande pubblico espressioni quali malattia di Creutzfeld-Jakob o morbo di Alzheimer. Come fa notare l’Altieri Biagi,1 il modulo, non solo in àmbito medico, ha conosciuto una fortuna ininterrotta attraverso i secoli, in quanto soddisfa egregiamente alcune esigenze proprie della terminologia scientifica: oltre a quella di ridurre i margini di evocazione che conservano le parole anche se promosse al rango di “termini”, la scarsa penetrabilità da parte del profano e l’assoluta perspicuità per 1 Cfr. Maria Luisa Altieri Biagi, Aspetti e tendenze dei linguaggi scientifici nel corso del Novecento, in Ead. L’avventura della mente. Saggi sulla lingua scientifica, Napoli, Morano 1990, pp. 339-90, in partic. pp. 354-59. RIOn, iv (1998), 2 389 RIOn, iv (1998), 2, 389-406 Dieter Kremer Le Dictionnaire des changements de noms et son intérêt pour une socio-onomastique et la linguistique1 Dieter Kremer abtract. (The Dictionnaire des changements de noms and its interest for socioonomastics and linguistics) The contribution offers a short presentation of an onomastic source little examined till now: the inventory of the legal changes of surname in France from the Revolution period to nowadays. About 16,500 cases refer to a composite population: Frenchmen and foreigners, among which the minority of German and Polish Jews is particularly represented. An attempt at a systematization – completely provisional – of the (probable) motivations and of the linguistic means adopted (substitution and apocopation, phonetic adaptation, shortening or translation of foreign forms) is proposed here. The importance of a monographic treatment is underlined: the interest of this kind of documentation goes far beyond a single linguistic dominion or the simple linguistic onomastics. 1. Nous vivons aujourd’hui une curiosité croissante pour les noms de personne (ou plutôt les noms des personnes). Cet intérêt est notable. Non seulement il dépasse les disciplines qui traditionnellement s’occupent de l’onomastique, mais il a tendance à se populariser. Le grand succès de quelques dictionnaires en témoignent et en montrent en même temps le danger: expliquer un nom de personne est une chose souvent extrêmement délicate, qui demande un effort, une connaissance, une documentation, une méthodologie et une patience considérables. S’il est vrai qu’un nom est, à l’origine, un mot, donc un signe linguistique – et n’oublions pas le phénomène du nom propre qui devient nom commun et ferme ainsi le cercle –, il est aussi évident que l’individualisation de ce mot comporte bon nombre de critères et fortuités extralinguistiques dont les détails nous échappent bien souvent. Notre “nom de personne” d’aujourd’hui représente une unité officielle qu’il est difficile de changer, à moins qu’on n’ait recours à la surnomination (type hypocoristique, sobriquet ou pseudonyme). Des deux composantes du nom officiel, les prénoms peuvent montrer une certaine vitalité, selon 1 Nous reproduisons ici textuellement une communication orale présentée au xixth International Congress of Onomastic Sciences (Aberdeen, août 1996). RIOn, iv (1998), 2 407 RIOn, iv (1998), 2, 407-22 Carlo Alberto Mastrelli L’odonomastica nella legislazione italiana Carlo Alberto Mastrelli abstract. (Odonomastics in Italian legislation). This contribution wants to offer a complete survey of all legislative dispositions and of all the rules which directly or indirectly regulate the onomastics of roads (odonomastics) in Italy. The Italian state started its legislative interventions in 1923, mainly with the aim of stopping the changes in the names of town streets which had begun after the Second War of Independence, and of curbing the tendency to name streets and squares after people without the filter of a temporal space sufficient to guarantee that their fame would last. These two principles are still present in the regulation, but, less directly yet significantly, new legislative interventions (highway register and code) imply adjustments which, sooner or later, must lead to a general revision of the whole body of legislation in this field. L’“odonomastica” – che può anche chiamarsi “onomastica stradale” – rientra nella toponomastica, ma per alcuni aspetti se ne distingue. Infatti, per quanto entrambe si occupino di nomi propri di luogo, l’odonomastica corrisponde a delle esigenze particolari che sono proprie dei nuclei più densamente abitati (città, paesi, frazioni) e quindi organizzati su un reticolo stradale che ne consenta anche la circolazione interna. Un tempo il confine era più netto in quanto spesso i nuclei urbani erano muniti da cinte murarie e la separazione del territorio circostante era fortemente marcata; allora i toponimi – o meglio alcune categorie toponimiche – si potevano manifestare anche all’interno di nuclei abitati; ma mai l’odonomastica aveva la possibilità di uscire dall’ambito edificato ed estendersi nel territorio esterno. Attualmente invece l’urbanizzazione del territorio si è fatta più diffusa, e quindi l’odonomastica ha varcato i confini dei nuclei abitativi originari. E se l’odonomastica aveva assunto particolari connotazioni, nei nostri tempi ne ha dovuto acquisire delle altre. L’odonomastica è solitamente raccolta nei cosiddetti stradari, e gli “stradari storici” consentono di vedere come gradualmente ogni spazio urbano aperto abbia ricevuto un nome, per cui oggi è addirittura impensaRIOn, iv (1998), 2 423 RIOn, iv (1998), 2, 423-47 Massimo Angelini Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure tra i secoli XVIII e XX: nota sui nomi delle acque Massimo Angelini (Local glance and cartography in Eastern Liguria between the 18th and centuries: notes on the names of watercourses) The analysis of the names given to a watercourse in the Eastern Liguria hinterland in the last two centuries offers an example of the deep difference which may exist between a local and a cartographic way of knowing and describing a territory. The comparison of the map of a landowner of the end of the 18th century and a land register map realized few years later shows two radically different systems – one vernacular, the other official – of representing space and organizing its emergencies; the exam of the dialectal hydroonomastics concerning the same watercourse in relation to modern cartography leads to analogous conclusions. abstract. 20th 1. Proviamo a immaginare, sulla carta, la rappresentazione di un fiume noto a tutti, com’è il Po: in modo più o meno stilizzato il suo corso si potrebbe raffigurare come una linea, sottile a ponente, più spessa in prossimità dell’Adriatico; ai suoi lati, quasi nervature di una foglia, alcune linee più sottili indicherebbero i fiumi di minore portata, quelli che, confluendo, cedono le acque al Po e con esse il proprio nome. Vorrei che ci fermassimo a riflettere su questo punto: si pensa sia il Po a ricevere le acque, non i suoi affluenti, e per ciò abbia buon diritto a mantenere inalterato il nome fino al mare; gli affluenti, d’altra parte, conservano il proprio nome solo fino a quando non incontrano il Po, nel frattempo avendo dimenticato quello dei corsi che li alimentano; e così a ritroso, secondo uno schema gerarchico ovvio, apparentemente imparziale, appreso, con le più elementari tassonomie del mondo, fin dalla scuola primaria. Qualunque altro schema – in cui, per esempio, si mostrasse il Po gregario del Ticino e il Tevere dell’Aniene – certamente apparirebbe insolito e contraddirrebbe un modo convenzionale di nominare e leggere le carte così radicato da precedere e disciplinare l’esperienza dello spazio e delle sue rilevanze, sebbene sub specie aquæ ciò sia del tutto ininfluente. RIOn, iv (1998), 2 449 RIOn, iv (1998), 2, 449-58 Remo Bracchi (M)andare alla… etimologia di “quel paese” Remo Bracchi abstract. (Sending up etymology: play on place names) Pursuing witty assonances, some place names have become part of cunning locutions which often allude to experiences of social marginality. From a structural point of view, these sentences are mainly constituted by a verb of motion (send, go to, go through, come from), but also indicating the origin (be born in, come from) followed by an apparently real geographic reference. The para-etymological intervention on this second segment of the syntagma creates an amusing double meaning in the sentence, which at the same time reveals and hides the true underlying message. The paper also tries to individuate the period of maximum development of the phraseological type and to understand its literal and social links. I nomi di luogo possono essere chiamati in causa nel discorso a diverso titolo. La loro evocazione è alle volte reale, senza sottintesi particolari, con riferimento diretto alla sola collocazione geografica, benché la proverbialità del dettato conferisca alla predicazione un risvolto che tende a diventare universale. Tali sono, ad esempio, i numerosi proverbi imbastiti intorno alla città di Roma: it. mandar più su che a Roma ‘liberarsi di qualcuno’, espressione glossata dal Tommaseo con l’enunciato corrispondente ‘voler liberarsi d’uno o presente o anche assente, facendogli intender chiaro che non vuolsi più sapere de’ fatti suoi’ (gdli 9/1975: 624); andare a Roma per Mugello ‘scegliere la via più lunga’, in senso figur. ‘pigliare un partito poco adatto al fine che ci si è proposti’ (gdli 1/1961: 455). Per altre tipologie analoghe cfr. lei 2/1987: 682. Più spesso alla base delle locuzioni si trova un fatto storico ben circoscritto, tramandato dalla tradizione come esemplare per i secoli che seguiranno. È il Lippi (5-13) il primo che attesta il modo di dire andare a Buda per indicare ‘morire’: «per far sì che Baldon dia volta a dreto, | ed anche, se si può, ch’ei vada a Buda». L’espressione sembra collegata a una precisa circostanza storica. Ne ricaviamo informazioni dettagliate dalle Note al Malmantile (513): «Vada a Buda, vada via per non tornar più. Proverbio nato dalla guerra, che già fece il Turco contro Ludovico re d’Ungheria, quando acquistò Buda, circa l’anno 1626, che vi morirono quasi tutti i Cristiani che vi andarono, ed il medesimo Re. E però da quel tempo in qua, dicendosi il tale è andato a RIOn, iv (1998), 2 459 RIOn, iv (1998), 2, 459-84 Rivista Italiana di Onomastica Malibran: un’attestazione deonomastica Ci sono parole che, nell’opera di uno scrittore, possono fare la loro comparsa una e una volta sola, parole che, solitamente, vengono catalogate come hapax; ma nel caso che intendiamo analizzare preferiamo definirle come unicum: quasi un’eccezione nel vocabolario personale dell’autore e al contempo una rarità linguistica scarsamente documentata dai lessici. Analizzeremo dunque il caso di un singolare passaggio deonomastico riscontrato nell’opera di Carlo Lorenzini, noto Collodi. Carlo Collodi, come ogni scrittore umorista, ma soprattutto, come ogni buon giornalista, fece un grande uso di parole originali, di vocaboli inventati lì per lì, di neologismi d’occasione, prelevando a piene mani dal campionario della lingua parlata, dalle terminologie tecniche di varia origine e dal calderone ribollente dei termini stranieri (quel lessico dell’infima e corrotta italianità tanto disprezzato da puristi come il Fanfani, l’Arlìa o il Tommaseo, nella seconda metà del XIX secolo). Per quanto riguarda la parola che intendiamo esaminare, oltre che catalogabile come unicum, si potrebbe definire “parola fantasma” (Bruno Migliorini indicava con tale termine quei vocaboli che, per un “fraintendimento”, non avevano mai avuto un effettivo uso, ma risultavano registrati in qualche dizionario o nell’opera di qualche scrittore): dopo una fugace apparizione la nostra parola è infatti scomparsa dal lessico dello scrittore toscano. Il termine in questione è Malibran. Niente di così misterioso all’apparenza: Maria Felicia Garcia Malibran (18081836) fu un celeberrimo soprano, d’origine spagnola, morta giovanissima nel pieno della sua fama universale, per i postumi di una caduta da cavallo. La Malibran era un mito vivente: acclamata dalle folle, adorata dai musicisti, corteggiata dagli impresari che per lei mettevano a disposizione teatri e denaro (fu una delle cantanti più pagate del suo secolo), lasciò una indelebile impronta sulla scena culturale della prima metà del XIX secolo contrassegnando fortemente l’immaginario collettivo. Ma non è nostra intenzione parlare della celebrata Malibran-cantante, piuttosto della misconosciuta Malibran-carrozza... La Malibran carrozza fa la comparsa nel primo lavoro letterario di Carlo Lorenzini Un romanzo in vapore (Firenze, Tipografia Mariani 1856), più precisamente nel quarto capitolo intitolato Una riflessione in Fiacres!, dove vengono elencati i mezzi di trasporto a trazione animale in attesa davanti alla stazione delle strade ferrate di Firenze. Non so se il lettore abbia fatto un’osservazione; cioè, che le persone, che ordinariamente vanno a piedi, quando per un dato bisogno o capriccio si servono qualche volta di una vettura, adoprano, nel raccontare questo avvenimento, un frasario che varia, a RIOn, iv (1998), 2, 486-89 486 Rivista Italiana di Onomastica Onomastica umoristica - ii Come avevo scritto al termine della nota Onomastica umoristica, pubblicata nella «Rivista Italiana di Onomastica», ii (1996), 2, p. 383, è uscito nel gennaio 1997 l’annunciato libretto di Costante Costantini intitolato Menù Fiorentino e illustrato con tre xilografie: è stato stampato dalla tipografia B. Pochini per conto del ristorante Buca di S. Francesco ad Arezzo (Costante Costantini mi dice che un breve menù del genere lo aveva veduto in anni ormai lontani consultando carte settecentesche alla Biblioteca Nazionale di Firenze: sarebbe interessante ritrovarlo!). Questo Menù Fiorentino è stato «composto con i cognomi degli abitanti di Firenze» ed è interessante riportarne la breve prefazione: «Questo lavoretto è un divertissement letterario di un pittore incisore fiorentino che, per riposarsi dal lavoro artistico, si è messo per un po’ a giocare con i cognomi dei propri concittadini. Ad eccezione di quelle stampate in “corsivo” tutte le altre parole non sono che cognomi di persone che figurano nell’Elenco Ufficiale degli Abbonati al Telefono – Rete di Firenze 1991-1992, edito dalla Società Italiana per l’esercizio delle Telecomunicazioni. Si evidenzia così quanti sono i nostri cognomi derivanti dal regno animale e vegetale, dal campo alimentare, culinario e gastronomico. Come i cognomi sono autentici e riscontrabili, altrettanto reali sono i piatti compresi nel “Menù”. Si dimostra altresì, ancora una volta, quanti giochi si possono fare con le parole, oltre a quelli ben conosciuti dagli enigmisti, come anagrammi, rebus, indovinelli e tanti altri. Attività del resto ben conosciuta e apprezzata dall’uomo fino dall’inizio della lunga storia della civiltà». Ed ecco qualche esempio tratto dalle varie portate: Anti · Pasti Rustici Fiorentini Alla Milza Bruschettini Agliati degli Oliveti Toscani Crescentini Salati con La Coppa Ricotta Abbruzzese Frutti di Mare In·guscio al Limone Pesciolini Marinati Ricca Pagnottella con Salami Toscani RIOn, iv (1998), 2, 490-95 490 Rivista Italiana di Onomastica Due anacronismi onomastici nella Storia di Elsa Morante Elsa Morante (1912-1985) amava in modo straordinario i gatti, e di gatti e di molti altri animali, talvolta ai limiti dell’antropomorfizzazione, ha riempito le pagine della sua narrativa. Nel romanzo La Storia (1974), in particolare, hanno un ruolo di primo piano i cani Blitz e Bella detta Pelozozzo (ma ci sono anche Fido e Lupo) e gli animali che popolano, accanto a uomini, donne e bambini, lo stanzone della borgata romana di Pietralata, dove un gran numero di persone si è rifugiata dopo il bombardamento di San Lorenzo del 19 luglio 1943. Più volte sono ricordati per esempio Peppiniello e Peppiniella, i canarini di Giuseppe Cucchiarelli ovvero Giuseppe Secondo o Eppetondo, alias il partigiano Mosca, così battezzati «per onorare il compagno Giuseppe Stalin!!» (cito da Elsa Morante, La Storia, in Opere, a cura di Carlo Cecchi – Cesare G a r b o l i , Milano, Arnoldo Mondadori [I Meridiani] 1990, vol. i i , pp. 261-1031, p. 511); e la gatta Rossella, proprietà del medesimo personaggio. In realtà questa gatta, che si macchierà del delitto di uccidere i canarini prima di darsi alla fuga, ha un nome pubblico, ufficiale, Rossella appunto, ma anche un nome ufficioso, segreto, Russia, di cui Rossella parrebbe essere il diminutivo «diciamo così, governativo... meno compromettente... per intenderci» (ivi, p. 509). Ma c’è un curioso anacronismo, legato proprio al nome dell’animale, come emerge da una discussione che si anima nello stanzone di Pietralata: «La Russia è la Russia, e va buono!» rinforzò nonna Dinda, «però, per una femminella, a me Rossella mi pare più carino». Giuseppe Secondo si strinse nelle spalle, con un senso di lieve mortificazione, ma anche di superiorità definitiva e incompresa. «Rossella...» notò a questo punto una delle cognate, «non è pure il nome di quell’attrice, in quel film... com’era?» «Via col vento!» esclamò Carulina, «Vivia Leik, in Via col vento!» «Era quella che si sposava con lui, e poi moriva?» «No, la figlia moriva», precisò la cognata napoletana, «e invece lui s’era spusato a quell’altra...» (ivi, p. 510). Il dialogo è ambientato agli inizi dell’autunno del 1943: ma il film sarebbe stato distribuito in Italia soltanto nella stagione 1949-50, come mi conferma, dopo un’accurata ricerca, l’amico Sergio Raffaelli. Evidentemente si ha qui un cortocirRIOn, iv (1998), 2, 496-97 496 Rivista Italiana di Onomastica Formosus: un arcaismo nella toponomastica friulana L’aggettivo formosus/formosa/formosum in latino significa ‘bello’, propriamente ‘fornito di forma’, cioè ‘fornito di bellezza’. È stato sostituito, in parecchie lingue neolatine, da bellus più popolare, a sua volta di benulus, un vezzeggiativo da bonulus, a sua volta da bonus. In spagnolo si dice tuttora hermoso, in portoghese formoso, in romeno frumoş; invece in italiano diciamo bello e in francese beau. In friulano attualmente si dice biél, ma vi sono indizi che la voce formosus sia rimasta in auge a lungo, forse fino a pochi secoli fa: infatti sopravvivono ancora numerosi nomi locali, relativi a piccoli ambienti, chiaramente derivati da formosus, e alcuni presentano una consuetudine non troppo antica. Uno tra questo è Prefermôs, che designa una località campestre situata appena a sud di Maniago Libero, frazione di Maniago. Oggi si trova nel nuovo comune di Vajont di Ponte Giulio (Pordenone). Già a prima vista il nome non è lontano foneticamente da un originale Pratum Formosum. Del resto una carta del 1688 reca la dicitura Pra Formoso. Le due parole, col tempo, come succede spesso, si sono agglutinate formandone una sola. La prima parte, Pra-, si è mutata in Pre-; le vocali atone sono alquanto instabili in friulano: troviamo numerosi altri esempi della vocale -a- di pra, prât, che produce una -e- chiudendosi: così Predeàn (da Prato Decano), Prefari (da Prato Fabbro), Premaiôr (da Prato Maggiore) e altri sparsi qui e là per il Friuli (a volte tuttavia la sillaba pre è abbreviazione di predi ‘prete’). La prima -o- di formôs, in Prefermôs, si è mutata in -e- non solo per l’instabilità delle atone, ma anche per assimilazione alla -e- di Pre-, sentita come più forte. È evidente, essendo relativamente fertile il terreno designato da Prefermôs, un contrasto con altri prati, più “brutti”, nel senso che si stendono su terreni ghiaiosi e quasi steppici presso le terrazze del torrente Cellina, e con le praterie poco produttive poste più a sud-est. Nella stessa zona, a Montereale Valcellina, sulle alture a ovest del paese, si localizza il Confermóus. Si tratta evidentemente di un ‘colle bello’, Collis Formosus. In questo caso la -o- si è dittongata in -ou-, secondo le tipiche consuetudini della Destra Tagliamento – la provincia di Pordenone e la parte nord-orientale della provincia di Venezia – (lo stesso fenomeno non si è prodotto in Prefermôs) e della Carnia. Il passaggio Col- > Con- appare spesso, per esempio in Conforà (‘colle forato’), Contarondo (‘colle rotondo’), Confidrì (‘colle Federico’), Conformadi (‘colle formaggio’). Dal Conformóus il panorama spazia: si ammirano i monti della Valcellina da una parte, la pianura dall’altra. Tuttavia un riferimento di carattere estetico nel toponimo è improbabile, perché tali riferimenti sono rari nella nomenclatura friulana. Penseremo piuttosto a un’allusione di ordine utilitaristico, poiché si trattava di zona di alpeggio. RIOn, iv (1998), 2, 498-500 498 Materiali bibliografici Questa rubrica presenta schede bibliografiche e segnalazioni di monografie e riviste specializzate, di singoli contributi in miscellanee o altri periodici, di dizionari, bibliografie e repertori pubblicati, nonché dei migliori testi divulgativi, di riedizioni e di dissertazioni anche non pubblicate di carattere onomastico. Le “schede” intendono offrire una recensione o una nota ragionata dei saggi o degli articoli in oggetto. Le “segnalazioni” si limitano a riportarne gli estremi bibliografici e gli indici degli argomenti (con l’elenco completo di autori e titoli dei singoli contributi nel caso di volumi collettanei o atti di convegni). La semplice segnalazione di un qualsiasi titolo in queste pagine è indipendente dalla sua eventuale trattazione, in un successivo numero della rivista, sotto forma di più ampia scheda bibliografica o di vera e propria recensione. Schede e segnalazioni riguardano perlopiù testi relativi a studi italiani e romanzi, nonché altri i cui contenuti siano connessi alle lingue romanze (specie se relativi al dominio germanico e a quello slavo) o rivestano interesse generale (in particolare se in lingua inglese o tedesca). La redazione della RIOn ringrazia Editori e Autori per l’invio di volumi e riviste. Schede Wolfgang Schweickard, Deonomasticon Italicum (di). Dizionario storico dei derivati da nomi geografici e da nomi di persona. i. Derivati da nomi geografici, fasc. 1º (Abano Terme – Arno); Supplemento bibliografico, Tübingen, Max Niemeyer Verlag 1997, pp. ix+127; xcvii. → Max Niemeyer Verlag, Pfrondorfer Straße 6, D-72074 Tübingen – Postfach 2140, D-72011 Tübingen – T. 0049.7071.98940 – fax 0049.7071. 989450 – E-mail: [email protected] – Web: http://www/niemeyer.de. → Prof. Dr. Wolfgang Schweickard, Friedrich-Schiller-Universität Jena, Institut für Romanistik, Botzstraße 5, D-07743 Jena – T. 0049.3641.636257 – fax 0049.3641.636259 – E-mail: [email protected]. RIOn, iv (1998), 2 Come già annunciato su questa rivista (cfr. RIOn, iii [1997], 2, pp. 597-99), è uscito il primo fascicolo del Deonomasticon Italicum di Wolfgang Schweickard (d’ora in avanti di), corredato dal Supplemento bibliografico (da cui mutuo le abbreviazioni per gli studi che via via citerò). Si tratta di una importante impresa lessicografica, che si propone di fornire un’ampia documentazione storica, dalle origini a oggi, dei termini italiani derivati da toponimi e da antroponimi. I primi volumi sono relativi ai nomi geografici e comprendono nomi di continenti, regioni, città, fiumi, laghi, monti, località di tutto il mondo e, più di rado, etnici non riconducibili a toponimi. Saranno omessi, a quanto pare, i nomi di luoghi fantastici, che pure determinano anch’essi derivati con significati anche traslati (pensiamo solo a utopistico o a lillipuziano), mentre dovrebbero essere considerati toponimi 502 Rivista Italiana di Onomastica Incontri Questa rubrica riporta date, luoghi, relatori e argomenti delle comunicazioni di convegni, seminari e colloqui svolti o in preparazione in Italia e all’estero su temi onomastici. Gli avvenimenti sono elencati in ordine cronologico. Casale Monferrato, i Convegno nazionale sulla Storia di Famiglia, Palazzo Gozzani di Trevile, 27-28 giugno 1998. [L’Istituto Araldico Genealogico Italiano e la Scuola di Genealogia, Araldica e Scienze documentarie hanno organizzato nel comune dell’Alessandrino il convegno “Racconta la tua storia di famiglia” per stimolare un confronto costruttivo volto alla comprensione delle nuove metodologie in materia e della interdisciplinarietà nella ricostruzione della Storia di Famiglia, cui concorrono le scienze storiche, la genetica, la geografia, l’economia, la sociologia, l’etnologia, l’antropologia culturale e, naturalmente, l’onomastica]. → Istituto Araldico Genealogico Italiano, cas. post. 764, 40100 Bologna – via Cesare Battisti 3, I-40123 Bologna – T. 051.271124 – fax 051. 6449006 – E-mail: [email protected]. Eivissa, xxiv Col·loqui de la Societat d’Onomàstica, 10-11 ottobre 1998. [Gli onomasti catalani si trovano per la 24ª volta a convegno. Temi principali dell’incontro saranno tre: 1) OnomàstiRIOn, iv (1998), 2 ca d’Eivissa i Formentera; 2) Malnominació. Noms, renoms, malnoms, mots, motius, àlies dels Països Catalans; 3) Dialectologia i toponímia catalanes. A Eivissa sono previste tre relazioni centrali su ciascuno dei temi del convegno e alcune decine di comunicazioni, che saranno poi pubblicate su «Societat d’Onomàstica. Butlletí Interior». Per il colloquio del 1999 è probabile che la sede sarà Lleida, in coincidenza con le celebrazioni per i 700 anni della locale Università, e per gli anni successivi Vila-real, Dénia e Gironella]. → Institut d’Estudis Eivissencs, Pere Francès, núm. 12, 1r (Apartat de Correus núm. 578), E-07800 Eivissa – T. e fax 0034.971.312775. → Societat d’Onomàstica, Palau Dalmases, Montcada 20, principal, E-08003 Barcelona – T. 0034.93. 3198050 – fax 0034.93.3106900. Bari, xii Colloquio PatRom, Università degli Studi, Auditorium del Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Filologia moderna, 14-17 ottobre 1998. [L’incontro annuale prevede due giornate di lavori di gruppo, relativi allo 607 RIOn, iv (1998), 2 Rivista Italiana di Onomastica Attività Questa rubrica raccoglie notizie relative a corsi di onomastica attivati presso facoltà universitarie; progetti di ricerca nazionali e internazionali; studi in via di realizzazione da parte di singoli ricercatori; attività di associazioni e istituti; saggi e atti di congressi e seminari in corso di stampa. Il Congresso internazionale di Santiago de Compostela. La città della Comunità autonoma di Galizia, che celebrerà il prossimo anno anche il suo giubileo (Xacobeo 1999) e dove sorge un’antica università che ha festeggiato nel 1995 il suo 5º centenario, ospiterà dal 20 al 25 settembre 1999 il triennale appuntamento mondiale organizzato dall’International Council of Onomastic Sciences (icos), a tre anni da quello di Aberdeen (1996). L’Instituto da Lingua Galega, organizzatore locale e il Board of Directors dell’Associazione internazionale hanno confermato il programma già annunciato (cfr. RIOn, iv [1998], 1, pp. 268-70), comprendente dieci sessioni di interesse specifico. Presidente del congresso sarà Dieter Kremer (Trier); il comitato organizzatore è formato da Ramón Lorenzo, Antón Santamarina, Ana Isabel Boullón Agrelo e Fernando R. Tato Plaza (Santiago de Compostela). Il sostegno finanziario è stato assicurato dalla Consellería de Cultura, Comunicación social e Turismo della Xunta de Galicia, dal Giubileo 99 e dalla locale Università. Il comitato scientifico è composto da Inge Bily RIOn, iv (1998), 2 (Leipzig), Ana Cano (Oviedo), Friedhelm Debus (Kiel), Henri Dorion (Québec), Sheila Embleton (North York), Xosé Lluis García Arias (Oviedo), Dieter Geuenich (Duisburg), Wolfgang Haubrichs (Saarbrücken), Jörg Jarnut (Paderborn), André Lapierre (Ottawa), Edwin D. Lawson (Fredonia), Giovanni Martini (Massa) e Heikki Solin (Helsinki). Entro il 30 ottobre 1998 saranno raccolte le iscrizioni e le proposte di comunicazione. Le lingue ufficiali saranno lo spagnolo, il francese, l’inglese e il tedesco. Nell’àmbito dell’organizzazione sarà usato anche il galego, lingua ufficiale della Comunità autonoma. Nel merito, la prima delle dieci sessioni parallele sarà suddivisa in due filoni; l’uno dedicato ai rapporti fra toponomi e antroponimi: processi formativi di toponimi e antroponimi; toponimi originati da antroponimi e viceversa; preferenze cronologiche di toponimi e antroponimi d’identica espressione; criteri formali per l’analisi toponomastica e antroponimica; la documentazione scritta come aiuto per la ricerca in onomastica. L’altro, riservato alla normalizzazione nazionale e internazionale dei toponimi, si occuperà di: sviluppo dei 613 RIOn, iv (1998), 2 Rivista Italiana di Onomastica Frequenze onomastiche This section contains a panorama of lists with ranks and frequencies of repertoires of anthroponyms or toponyms related to different epochs and places. Gli odonimi più ricorrenti negli 8.100 comuni italiani i – La classifica nazionale Le analisi storiche e linguistiche dei nomi di vie, strade, piazze, ecc. (odonimi) in Italia, peraltro non numerose (ma cfr. in questo stesso numero il contributo di Carlo Alberto Mastrelli, pp. 423-47), non sono mai state accompagnate finora da dati quantitativi e statistici. Tali dati offrono indicazioni particolarmente significative a proposito delle scelte operate dalle amministrazioni responsabili della toponomastica e sono il risultato dei vari mondi celebrativi che l’odonomastica italiana moderna ha abbracciati, sovente a spese di denominazioni tradizionali andate irrimediabilmente perdute. Le tabelle che seguono riguardano: la graduatoria complessiva delle occorrenze di ciascun odonimo negli 8.100 comuni (e comunità montane) italiani; sono qui riportati i primi 200, fino a un numero complessivo di occorrenze pari a 460; 18 classifiche per gruppi semantici, ricavate in base alla graduatoria generale, che da un lato facilitano il lettore nell’individuazione di un dato odonimo, dall’altro offrono indicazioni supplementari rispetto alla classifica generale; 20 graduatorie regionali, oltre a due tabelle ricapitolative, che conRIOn, iv (1998), 2 sentiranno di verificare i ranghi occupati dai diversi odonimi in territori più limitati e di notare dunque le specificità regionali. Una serie di annotazioni collaterali permetteranno una migliore comprensione sia della metodologia utilizzata per la formazione delle graduatorie, sia delle convenzioni adottate, sia di curiosità relative ai dati odonomastici considerati. Tutto il materiale qui elaborato è stato offerto alla «Rivista Italiana di Onomastica» dalla seat di Torino – società che pubblica ogni anno gli elenchi degli abbonati telefonici telecom di tutta Italia e gestisce le «Pagine Gialle» – a partire dalla raccolta delle informazioni toponomastiche dei vari comuni per i suoi annuali «Tuttocittà». Il nostro più vivo ringraziamento va dunque alla Società, all’Ufficio stampa coordinato da Simonetta Carbone e da Elisabetta Tessari e, in particolare, all’ingegner Bruno De Giulio, responsabile dei Dati di base e della Cartografia della seat, all’interno del cui ufficio il responsabile dell’Archivio strade e località Massimo De Mitri ha concretamente realizzato la ricerca informatica con impegno e perizia, nonché annotato criteri, limiti e osservazioni che sono qui riportate e sviluppate per dar ragione agli studiosi degli esiti del lavoro. Andrà premesso che, rispetto ad alcune anticipazioni apparse sulla stampa di- 625 RIOn, iv (1998), 2 Note ai margini Sul cognome Di Caprio: una correzione al dizionario di Emidio De Felice. Il settimanale «Oggi» rintraccia i parenti – veri o presunti – del giovane attore italo americano Leonardo Di Caprio (preferisco qui non seguire la scrizione all’americana, che unisce la preposizione mantenendo maiuscola la prima lettera del nome), protagonista del film Titanic, in quel di Trentola Ducenta nel Casertano (“Caro Leonardo torna a casa, le tue radici sono a Trentola!”, nº 15, 15.4.1998). Su richiesta della redazione, io stesso ho segnalato l’epicentro di questa forma cognominale che si concentra sulla direttrice Aversa – Caserta – Maddaloni con puntate a Nord verso Santa Maria Capua Vetere e poi verso Sant’Agata dei Goti. In Italia le famiglie Di Caprio abbonate al telefono sono oltre 800, un po’ meno dei semplici Caprio (circa 900: Lazio e Campania, ma anche altrove) e più dei Capri (oltre 600: a Roma e un po’ dappertutto) e dei De Caprio (circa 300, nelle province di Caserta – Sant’Angelo d’Alife e probabile epicentro a Cancello ed Arnone – e in quelle di Salerno e di Napoli – San Giorgio a Cremano in particolare –). Una curiosità a latere: le famiglie Di Caprio negli Stati Uniti sono attualmente quasi 200. Non poche, ma neppure molte se confrontate con i quasi 48.000 Bruno o gli oltre 14.000 Russo e i circa 8.000 Rossi e Romano. Ora, quel che più interessa è la possibile origine della forma. Il Dizionario dei cognomi italiani di Emidio De Felice (Milano, Mondadori 1978 s.v. Capri), non cita espressamente Di Caprio, ma attribuisce a Caprio lo stesso etimo di Capri, De Capri e Di Capri, cioè l’isola del golfo di Napoli. In realtà la forma Di Capri non esiste in Italia, se non come nome in arte del popolare cantante Peppino, all’anagrafe Faiella. Inoltre, per quanto documentati, risultano rarissimi, nel medesimo àmbito geografico, i denesonimici De Procida (quasi tutti in Calabria) e D’Ischia (una trentina, in Piemonte, Campania e Lazio [Gaeta]); più frequente Procida (oltre 1.700 utenti sparsi, ma in buona parte nel Salernitano), mentre Ischia si trova solo ad Arco, Riva del Garda e in area trentina e bolzanina, dove deriverà dall’omonima frazione di Pergine Valsugana. Inoltre insospettisce la mancanza di attestazioni storiche per Caprio ‘Capri’. Né si può pensare a una regolarizzazione in -o del toponimo divenuto nome di famiglia. Per Caprio, dunque, e di conseguenza per Di Caprio, sarà piuttosto il caso di rifarsi non tanto alle capre – come affermano, sollecitati dal periodico «Oggi», gli abitanti di Trentola Ducenta, allevatori di tradizione secolare – quanto al greco càprios ‘cinghiale, verro’ (per lo stesso nesonimo Capri, il Dizionario Italiano di Toponomastica [Torino, utet 1990, s.v.] ipotizza l’etimo greco, accanto al lat. capra e all’etrusco capra ‘terreno di sepoltura’). Il cognome dunque risalirebbe a un soprannome fra i più RIOn, iv (1998), 2 662 Rivista Italiana di Onomastica Postille a RIOn, iv (1998), n° 1 • In margine al contributo di Ginetta Maneschi e Giovanni Martini (Onomastica e diritto: un nome per l’eternità, pp. 123-31), si segnala un altro caso di indebito sfruttamento del nome. Un pasticcere di Hartford, nel Connecticut, ha inventato una torta alle mandorle battezzandola Sofia Loren. I legali dell’attrice, come riporta «La Stampa» di Torino del 28.3.1998 (“Sofia: a me i diritti della torta Loren”), hanno diffidato l’artigiano dall’uso del nome e in seguito si sono accordati per riceverne una percentuale sulle vendite. Sono lontani i tempi in cui il pizzaiolo napoletano Peppino Brandi celebrava la visita della regina d’Italia intitolandole l’ancora oggi popolarissima pizza Margherita. Quasi contemporaneamente (cfr. “Totò contro i leghisti”, «Il Messaggero», 29.3.1998) l’Associazione “Antonio de Curtis” e la vedova dell’attore (in arte Totò), hanno minacciato un’azione legale contro la Lega Sud protagonista di una campagna politica ironica a favore di Antonio La Trippa (nome del protagonista, a caccia di voti, interpretato appunto da Totò nel film Gli onorevoli). Curioso che, accanto allo sfruttamento dell’immagine, il presunto illecito riguardi l’abuso non di un nome reale e neppure di uno pseudonimo, ma semplicemente del nome d’invenzione del personaggio interpretato in una sola pellicola cinematografica di 35 anni fa. • E a proposito di leggi, l’interesse che Enzo Caffarelli ha evidenziato nell’articolo Il cambiamento di prenome oggi in Italia (pp. 95-122), trova riscontro in Belgio dove, su pressione popolare e iniziativa del deputato socialista fiammingo Rony Cuyt (nato Hiëronymus), la Camera dei deputati ha approvato nel maggio 1998 una nuova legge sul cambiamento del prenome. Quando tali prenomi sono ridicoli oppure odiosi in sé o nell’associazione con il cognome, o presentano un aspetto palesemente desueto, o ancora se sono stranieri o possono prestarsi a confusione, la tassa di registrazione per il cambiamento è stata ridotta da 20.000 a 2.000 franchi belgi. Le domande presentate del 1993 erano state 135; nel 1997 sono salite a 429. Sintomatico che l’erario belga, nonostante la riduzione del 90% della tassa, preveda dalla nuova normativa un effetto positivo per il Tesoro. • In relazione dell’articolo di Giuseppe Aldo Rossi, nella sezione “Varietà”, sulle insegne di fantasia a Roma (pp. 139-43), la lettrice Monica Persiani di Roma scrive in redazione considerando due categorie non inserite nella pur ampia disamina dell’Autore. E ne mostra gli aspetti diametralmente opposti; da un lato, i negozi – ma anche gli alberghi e gli allevamenti – per cani e altri animali; dall’alRIOn, iv (1998), 2 667 RIOn, iv (1998), 2 Rivista Italiana di Onomastica Bibliografia onomastica italiana 1997 Come ogni anno, il secondo fascicolo della «Rivista Italiana di Onomastica» riporta la bibliografia onomastica dell’anno precedente. Le citazioni che seguono sono divise in due sezioni. La prima segnala monografie, miscellanee e singoli articoli editi in Italia nell’anno 1997 o comunque apparsi nell’anno, anche se con data antecedente. La seconda sezione segnala invece opere edite all’estero, ma di autore o di soggetto italiano (nonché sardo e ladino, con inclusione della Svizzera italofona). In entrambe le sezioni i testi figurano ordinati alfabeticamente per autori e accompagnati da una o più sigle che ne indicano il campo d’interesse e, eventualmente, il taglio, secondo la legenda che segue. A partire dalla bibliografia annuale del 1997, RIOn segnala in questa sezione anche le principali recensioni apparse su riviste scientifiche relative a volumi o articoli di studiosi italiani, o riguardanti opere italiane o romanze in genere di particolare interesse, nonché di volumi miscellanei, atti di convegni o risultati di progetti e ricerche a carattere internazionale. antr deon gener geneal psic top var i. = antroponimia = deonomastica = onomastica generale = genealogia = psicosocionomastica = toponomastica = varia (nomi propri né di persona né di luogo) [bibl] = opera a carattere bibliografico [div] = opera a carattere divulgativo [diz] = dizionario [lett]= opera di onomastica letteraria [rec] = recensione [rep] = repertorio [ried] = riedizione o ristampa [trad]= traduzione. Pubblicazioni italiane aa.vv., Dizionario Italiano di Toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, utet 1997 (1990), pp. xxviii+720. top[diz] [ried] Ambrosini Riccardo, Lineamenti toponomastici della Lucchesia, Pisa, ets (Progetti linguistici 3) 1997, pp. 36. top Angelini Massimo, Soprannomi di famiglia e segmenti di parentela (secoli XVI-XX), «Rivista Italiana di Onomastica», iii (1997), 2, pp. 371-96. antr Angelini Massimo, recensione a Jean-Marie Martin – François Menant (a cura di), Genèse médiévale de l’anthroponymie moderne: l’espace italien. 2. Actes de la table ronde de Milan, 21-22 avril 1994 («Mélanges de l’École française de Rome. Moyen Âge», 107 [1995], 2), «Rivista Italiana di Onomastica», iii (1997), 2, pp. 571-75. antr[rec] Anreiter Peter, Keltoromanische Dendronyme, in Maria Iliescu – Werner M arxgut – E rich M ayr – H eidi S iller -R unggaldier – L otte RIOn, iv (1998), 2 673 RIOn, iv (1998), 2 Rivista Italiana di Onomastica «Rivista Italiana di Onomastica» vol. iv (1998) Indice generale Saggi Franca Allegrezza, Il nome di battesimo presso le famiglie del baronato romano nel secoli XIII e XIV: tra attribuzione di identità e autocoscienza sociale Massimo Angelini, Sguardo locale e cartografia nel Levante ligure tra i secoli XVIII e XX: nota sui nomi delle acque Remo Bracchi, (M)andare alla… etimologia di “quel paese” Mauro Buligatto, Note sui principali prediali della bassa pianura friulana Enzo Caffarelli, Il cambiamento di prenome oggi in Italia Gianluca D’Acunti, Eponimi, trattamento dei cognomi stranieri, termini deonomastici in testi medici italiani del Settecento Stéphane Gendron, Les noms de personnages dans Nana d’Émile Zola Dieter Kremer, Le Dictionnaire des changements de noms et son intérêt pour une socio-onomastique et la linguistique Luca Lorenzetti, Appunti di storia dialettale e sociale dai soprannomi dei Castelli romani Ginetta Maneschi – Giovanni Martini, Onomastica e diritto: un nome per l’eternità Carlo Alberto Mastrelli, L’odonomastica nella legislazione italiana Roberto Randaccio, La “legge shandyana del nome” nei personaggi di Carlo Collodi Carla Maria Sanfilippo, Fra lingua e storia: note per una Giudecca non giudaica Beatrice Schmid, Méthodes en anthroponymie historique: à propos des noms de famille Boucabe(i)lle, Boucabeil, Bocabeille Luigi Sedita, Le “dramatis personae” dei Giganti della montagna di Pirandello Xulio Viejo FernÁndez, Concepts et clichés littéraires comme surnoms des asturiens du XIIIème siècle Varietà Enzo Caffarelli, Asia: prenome fuorilegge? Enzo Caffarelli, Testate studentesche e giochi linguistici Enzo Caffarelli, Due anacronismi onomastici nella Storia di Elsa Morante RIOn, iv (1998), 2 687 21-35 449-458 459-484 37-43 95-122 389-406 71-84 407-422 347-370 123-131 423-447 57-69 7-19 371-387 85-94 45-58 136-139 144-146 496-497 RIOn, iv (1998), 2