Finlandia - World Energy Council
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Finlandia - World Energy Council
Finlandia (1) DATI ECONOMICO/ENERGETICI Tipologia dati Popolazione Prodotto Interno Lordo (PIL) PIL pro-capite Cons. Energetico pro-capite PIL per unità di energia Emissioni CO2 pro-capite Cons. Ener. Elettr. pro-capite(4) UNITA' DI MISURA VALORI milioni (2012) miliardi $ correnti (2012) $ correnti (2012) Kg petrolio equivalente (2012) $ di PIL (PPP 2005)/Kg petrolio equivalente (2011) tonnellate CO2 equivalenti (2010) 5,41 250,0 46.180 6.180 5,1 11,5 15.270 kWh (2012) FONTI FOSSILI E ALTRE FONTI Tipologia dati Petrolio e gas liquidi Gas naturale Carbone (2) (milioni tep) (milioni tep) (milioni tep) - - - (Mtoe) (Mtoe) (Mtoe) 0,04 8,73 -0,80 0,37 8,33 24,9% 2,99 Riserve provate e recuperabili (3) Produzione Importazioni nette Bunkeraggi Internazionali Variazioni Stock Offerta di energia primaria 2012 % sul Totale 2,99 8,9% Offerta totale energia primaria ELETTRICITA' Tipologia dati Potenza efficiente Lorda (GW) Produzione Netta (TWh) (Autoconsumi industria elettrica) Importazioni Esportazioni Consumo Lordo Perdite Trasporto/Distribuzione Consumo Finale (1) Fonte: World Bank; IEA; 1,04 2,69 0,93 4,66 13,9% (Mtoe) 33,48 (4) Nucleare Idro, Elettricità e Altre Rinnovabili (Mtoe) (Mtoe) 5,99 10,07 1,43^ 5,99 17,9% 11,51 34,4% ANNO 2012 Termica Nucleare Idroelettrica 10,6 28,5 2,8 22,1 3,0 16,6 Eolica 0,29 0,5 dati aggregati (TWh) TOTALE 16,6 67,7 (2,6) 19,1 -1,6 85,2 -2,6 82,6 (3) IEA - Energy Balances of OECD Countries 2013 Edition. Estimated Energy Supply Balance for 2012 nota: ^ Include importazioni nette di elettricità (1,5 Mtep) non ripartibili per le diverse fonti; (4) Fonte: Elaborazione WEC-Italia su dati Energiamarkkinavirasto Finlandia La Finlandia, che si estende per oltre un terzo del suo territorio al di sopra del Circolo Polare Artico ed è popolata prevalentemente nella sua estremità meridionale, presenta un consumo di energia procapite tra i più elevati a livello mondiale. La scarsità a livello nazionale di riserve energetiche fossili tradizionali come petrolio, gas naturale e carbone, espone il paese a una forte dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, obbligandolo a perseguire un ampliamento della sicurezza energetica, una minore dipendenza dal carbonio e una crescente integrazione con il mercato energetico baltico. Nell’ambito della Direttiva europea sulle rinnovabili (RES), la Finlandia si prefigge di soddisfare entro il 2020 il 38% dei suoi consumi finali di energia attraverso le fonti rinnovabili. Essendo il paese più boscoso d'Europa, le biomasse dovrebbero trovare un ruolo importante nel raggiungimento di tale obiettivo. La Finlandia è uno dei pochi paesi europei che, dopo aver adottato l’energia nucleare alla fine degli anni Settanta, ha deciso negli anni più recenti di potenziare il suo parco di centrali nucleari. Nel 2010, infatti, il Parlamento finlandese ha approvato la costruzione di due nuovi impianti nucleari (dopo quello di Olkiluoto 3 già in costruzione) che potrebbero far raddoppiare la quota di energia elettrica prodotta dal nucleare entro il 2025, contribuendo a stabilizzare gli approvvigionamenti energetici e ad abbassare le emissioni di carbonio. Il paese finora è riuscito a sviluppare un mix di generazione elettrica abbastanza differenziato, basato su tre fonti all’incirca equivalenti: energie rinnovabili, nucleare e idrocarburi. Tuttavia la capacità di generazione non è ancora in grado di coprire tutti i fabbisogni durante i periodi di punta invernali e dovrà dipendere dalle importazioni almeno fino al 2016. Il sistema elettrico può comunque giovarsi delle abbondanti risorse idroelettriche disponibili nei paesi scandinavi e della sua interconnessione con il mercato elettrico dell'intera area nordica (BEMIP), che segna una crescita continua del prezzo comune dell’energia elettrica. Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), nel 2012 il consumo totale di energia primaria della Finlandia è ammontato a 33,5 milioni di tonnellate equivalenti petrolio. L’apporto dato dalle fonti rinnovabili al bilancio dell’energia primaria del paese è stato di circa il 34%. Il contributo del petrolio è sceso a poco meno del 25%, mentre il settore nucleare ha concorso al fabbisogno energetico per il 18% circa, seguito dal carbone (14%) e dal gas naturale (9%). Nonostante il calo dei consumi verificatosi rispetto al 2011 (-3,7%) e al 2010 (-8% circa), la produzione interna di energia primaria si è mantenuta pressappoco costante, consentendo alla Finlandia di migliorare la propria autosufficienza energetica, che nell’ultimo quadriennio è cresciuta dal 47% (2009) al 51% (2012). La Finlandia (il cui nome letteralmente significa "paese delle torbiere "), pur essendo priva di carbone fossile è dotata di enormi riserve di torba. Il suo impiego come combustibile ha una lunga tradizione in Finlandia e si stima che almeno un milione di finlandesi siano serviti dal teleriscaldamento generato dalla combustione combinata di torba e legno. Nonostante i sussidi diretti siano stati aboliti, la torba ha continuato a beneficiare di un regime fiscale relativamente preferenziale, considerati i vantaggi offerti sotto il profilo della sua vasta disponibilità, sicurezza di approvvigionamento e stabilità dei prezzi. Tuttavia, le prospettive circa il suo contributo al mix di generazione elettrica nazionale (pari al 6,2%, nel 2012) rimangono piuttosto incerte per il futuro, a causa delle relative emissioni di CO2. Nel 2012, le importazioni di greggio e di prodotti petroliferi sono ammontate a circa 16 milioni di tonnellate, costituite per circa il 70% da greggio proveniente più che altro dalla Federazione Russa (terminale di Primorsk) e per il resto da prodotti raffinati approvvigionati dalla Norvegia e da altri paesi del nord Europa. A sua volta la Finlandia ha riesportato prodotti petroliferi per circa 7,5 milioni di tonnellate, dirette per circa la metà nei paesi dell’UE e per il resto nei paesi extra europei. Il paese è dotato di due raffinerie con una capacità complessiva di circa 13 milioni di tonnellate. Entrambi gli impianti appartengono alla Neste Oil e sono ubicati rispettivamente a Porvoo (10 milioni di t/a), a circa 30 km ad est di Helsinki, e Naantali (2,9 milioni di t/a) a circa 180 km a ovest di Helsinki. Neste Oil ha investito molto nello sviluppo delle tecnologie per la produzione di biodiesel rinnovabile (NExBTL), avviando le più grandi raffinerie del mondo di biodiesel (inaugurate a Singapore e in Olanda rispettivamente nel 2010 e nel 2011), che sono dotate ciascuna di una capacità produttiva di 800 mila tonnellate di biodiesel. Tenuto anche conto della capacità esistente a Porvoo, il totale ammonta a due milioni di tonnellate/anno, rendendo Neste Oil il più grande produttore mondiale del settore. In Finlandia, la Direttiva sulle energie rinnovabili è stata rafforzata nel gennaio 2011 con l’adozione di misure sui biocarburanti che pongono l'obiettivo di una quota d’impiego del 20% nei trasporti, decisamente più ambiziosa di quella della UE (10%). La Finlandia è quindi ben attrezzata per aumentare la produzione di biocarburanti in base alle disposizioni in vigore (Act on Biofuel Minimum Distribution Requirements), che prevedono per il periodo 2011-2014 un obbligo di miscelazione del 6% (calcolato in base al contenuto energetico), che in seguito salirà all’8% nel 2015, al 10% nel 2016, al 12% nel 2017, al 15% nel 2018, al 18% nel 2019, fino ad arrivare al 20% nel 2020. Nel settore della distribuzione petrolifera, oltre alla Neste Oil (40% circa delle vendite) operano altre tre principali compagnie, Teboil (23% circa del mercato), St1 Energy (ex Shell, 15%) e ABC (10%) e alcune società minori. Nel 2012 la rete comprendeva circa 1.980 stazioni di servizio. Una peculiarità del mercato finlandese risiede nell’elevato numero di pompe bianche, prive di insegne, che prevalgono in numero (circa 1.035) e nelle vendite rispetto a quelle che espongono il marchio delle compagnie petrolifere. La Finlandia prevede di ridurre progressivamente la sua dipendenza dal petrolio nei prossimi anni: il suo peso sui consumi primari di energia dovrebbe scendere dal 25% (nel 2012) a circa il 20% nel 2020 mentre per il 2025 è previsto un target inferiore al 17%. L’esito di tale strategia dipenderà dalla buona riuscita dei piani previsti per l’aumento degli impieghi del gas naturale. In mancanza di una produzione interna di gas naturale, la domanda finlandese di gas (circa 4 miliardi di metri cubi annualmente) è interamente soddisfatta dalle importazioni provenienti dalla Federazione Russa. Gasum Oy, l’operatore della rete di trasporto (circa 1.320 km) è anche responsabile per l'importazione e il commercio all’ingrosso del gas naturale. La compagnia è posseduta da un consorzio formato dalla compagnia elettrica statale finlandese Fortum (31%), dalla russa OAO Gazprom (25%), dal Governo finlandese (24%) e dalla tedesca E.ON Ruhrgas International (20%). Le importazioni sono integrate da una crescente produzione interna di biogas (circa 400 mila metri cubi) ottenuto da biomasse, che nel 2025 secondo la strategia energetica del paese dovrebbe arrivare a coprire il 10% dei consumi. L’impiego del gas naturale concorre per meno del 10% al fabbisogno di energia del paese; inoltre nel 2012 si è verificata una contrazione dei consumi del 10%, causata dalla recessione economica e dalla maggiore competitività del carbone. Tra le misure previste a favore dello sviluppo del settore si annotano la realizzazione di un gasdotto di collegamento tra la Finlandia e l'Estonia (Balticonnector) e la costruzione di un terminale di ricevimento di gas naturale liquefatto (GNL) nel Golfo di Finlandia, che fornirebbe un’alternativa agli attuali approvvigionamenti dalla Russia. Il governo ha emanato un decreto, entrato in vigore il 15 ottobre 2013, che prevede aiuti finanziari per 33 milioni di euro nel 2013 e di 90 milioni nel 2014 per gli investimenti destinati alla progettazione e costruzione di una rete di terminali di gas naturale liquefatto (GNL) di dimensioni medio piccole (da 5.000 e 70.000 metri cubi) da realizzare lungo le coste della Finlandia. Gli aiuti, che non potranno superare il 20-30% degli investimenti, dovranno comunque essere approvati della Commissione Europea. L’impiego del GNL nel trasporto navale di merci e passeggeri nel Mar Baltico, dovrebbe facilitare l’adempimento della Direttiva sulla riduzione delle emissioni di zolfo nel Mar Baltico dall’1% allo 0,1% che entrerà in vigore all’inizio del 2015 e potrà contribuire a ridurre sensibilmente anche le emissioni di CO2. Il settore elettrico della Finlandia si contraddistingue per la varietà delle fonti energetiche e la versatilità dei metodi di generazione impiegati. Nel paese operano circa 130 aziende produttrici e 550 centrali (di cui circa la metà idroelettriche), mentre circa un terzo dell’elettricità è generata in combinazione con il calore. La produzione interna nel 2012 ha segnato una diminuzione del 3,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 67,7 terawattore (TWh), al netto degli autoconsumi. Le fonti di generazione più importanti sono state l'energia nucleare (32,6% del totale) e l'energia idroelettrica (24,5%), seguite dalle biomasse (14,9%), carbone (10,2%), gas naturale (9,3%) e torba (6,2%) e in minor misura dai rifiuti (1,1%), dall’energia eolica (0,7%) e dal petrolio (0,5%). Nel 2012 il fabbisogno elettrico complessivo lordo è stato pari a 85,2 TWh, a causa di temperature invernali più rigide. Ciò ha determinato un aumento delle importazioni nette di elettricità (17,4TWh) del 26%. Circa il 46% dei consumi lordi di elettricità sono concentrati nel settore industriale - che vede in testa le industrie del legno (24%), metallurgiche (9%) e chimiche (8%) – mentre per il resto sono imputabili al settore abitativo ed agricolo (28%), ai servizi (23%) e alle perdite di trasmissione e distribuzione (3%). Nel comparto eolico, che nel 2012 ha contribuito per meno dell’1% ai consumi elettrici (circa 0,5 TWh), la Finlandia mira a raggiungere 6 TWh nel 2020 e circa 9 TWh nel 2025. Il paese dispone di quattro reattori nucleari (con una potenza complessiva di circa 2.750 MW) che sono tra i più efficienti del mondo. Due reattori ad acqua bollente (BWR) della potenza di circa 880 MW ciascuno sono ubicati presso la centrale di Olkiluoto, che è gestita dalla Teollisuuden Voima Oyi (TVO). Ne sono azionisti alcune società elettriche (tra cui principalmente Pohjolan Voima Oy, Fortum Power and Heat Oy, Oy Mankala Ab, EPV Energia Oy, ecc.), che sono intitolate a ritirare l’elettricità generata in proporzione alle loro quote azionarie. Avviati tra il 1978 e il 1980 la loro vita operativa è stata autorizzata (dalla Radiation and Nuclear Safety Authority-STUK), fino al 2039 (Olkiluoto 1) e al 2042 (Olkiluoto 2). Inoltre è in corso la costruzione di un terzo reattore di nuova generazione (Olkiluoto 3, EPR) di 1.600 MW di potenza netta, che nell’ottobre 2013 ha visto la posa del recipiente (vessel) del reattore che accoglierà le barre di combustibile. Il progetto eseguito dal consorzio Areva-Siemens in base a un contratto “chiavi in mano a prezzo fisso”, è stato avviato nel 2005 ma ha poi subito una serie interminabile di ritardi e di controversie legali (con richieste di risarcimento per miliardi di Euro), che non fanno ritenere possibile il suo avviamento prima del 2016. A Loviisa sono invece installati due reattori ad acqua pressurizzata (WER) di 488 MW di potenza ciascuno, basati su tecnologia russa ma con sistemi di contenimento e controllo occidentali, che sono gestiti dalla compagnia Fortum (posseduta per il 51% al Governo finlandese). Progettati per una durata di 30 anni e costruiti tra il 1977-1980, la loro vita operativa è stata prolungata di 20 anni, rispettivamente fino al 2027 e 2030, fatte salve le verifiche sulla sicurezza previste nel 2015 e 2023. Infine, la Fennovoima Oy (ex joint venture della tedesca E.ON con imprese locali) prevede di realizzare una nuova centrale nei pressi del comune di Pyhäjoki, sulla costa occidentale della Finlandia. A seguito dell’uscita di E.ON dal consorzio nell’autunno 2012 (a causa della rinuncia al nucleare della Germania), le trattative della Fennovoima si sono concentrate sulla possibilità di sviluppare un reattore di tipo ad acqua pressurizzata di 1.200 MWe in collaborazione con la compagnia russa Rosatom; sarebbero anche in corso trattative per la sua assunzione di una quota azionaria del 34% in Fennovoima, che dovrebbe colmare il vuoto lasciato dalla compagnia tedesca. Un tale cambiamento richiederà tuttavia l'approvazione da parte del Parlamento finlandese, dove verosimilmente si preannuncia un delicato confronto sui permessi di costruzione a suo tempo accordati alla Fennovoima e i nuovi piani del progetto. Roma, 31 ottobre 2013