In fiamme la flotta del Re Sole

Transcript

In fiamme la flotta del Re Sole
In fiamme
la flotta
del Re Sole
di Claudio Ressmann
E
Lo sfortunato eroismo
della Marina
francese, e del suo
comandante,
alla battaglia
di Barfleur
rano precise e perentorie le direttive emanate da Versailles ai
primi di maggio del 1692
per il comandante in capo
della Flotta del Nord, ammiraglio Tourville: in
estrema sintesi, neutralizzare al più presto la flotta
anglo-olandese dislocata
tra Brighton e Plymouth.
In quel momento, Re Luigi XIV, Le Roi Soleil, impegnato ad aiutare il cattolico Giacomo II d’Inghilterra, detronizzato nel 1688
dal protestante Guglielmo d’Orange, aveva radunato un corpo di spedizione forte di ben 20.000 uomini e 5.000 cavalli, provvisoriamente accampati a
Saint-Vaast-la-Hougue nella baia di Cherbourg in attesa di essere traghettati sulla costa inglese.
Un trasferimento molto impegnativo che sarebbe
stato possibile soltanto se la Francia avesse conseguito una decisa supremazia navale nelle acque del Mare del Nord e, in particolare, in quelle della Manica.
E’ facile intuire come un tale consistente corpo di
spedizione non potesse essere occultato; in realtà
l’Ammiragliato, perfettamente al corrente dell’iniziativa francese, già aveva affidato all’ammiraglio
Edward Russell, conte di Oxford, il comando di una
flotta di 63 navi, alle quali si dovevano aggiungere
altre 36 olandesi in imminente arrivo, col compito
di affrontare e distruggere la flotta francese, che sa-
rebbe inevitabilmente intervenuta per proteggere
le operazioni di sbarco.
Obiettivo numero uno il
gigantesco Le Soleil Royal,
che alzava le insegne del
Conte di Tourville.
Le Soleil Royal
Vanto della cantieristica
francese del XVII secolo,
Le Soleil Royal era un poderoso vascello di primo
rango costruito a Brest nel
1679 e rimasto per molti anni sullo scalo. Finalmente era stato varato nel 1689 e, dedicato al sovrano di
cui ricordava il nome, era entrato in linea nella primavera dell’anno successivo.
Lungo 80 metri e largo 13, dislocava circa 1.600 tonnellate e imbarcava 104 pezzi di artiglieria distribuiti
su tre ponti: nella prima batteria 36 cannoni da 42
libbre, nella seconda 28 da 24, nella terza 26 da 18.
Oltre a questi, 10 pezzi da 6 e 9 libbre e 4 cannoni in
caccia. L’equipaggio contava 836 uomini.
Si trattava di una nave eccezionale non soltanto per
la mole e per la potenza di fuoco, ma anche per la
ricchezza delle decorazioni estese su tutta l’opera
morta (poteva essere confrontato solo con l’ormai
anziano Royal Sovereign della Royal Navy) e, in particolare, per quelle del cassero, comprendenti tre ordini di balconate ornate con cariatidi e varie figure mitologiche, tutte con precisi significati allegorici die-
settembre-ottobre 2013
15
Ritratto di Luigi XIV di Francia, detto il Re Sole; olio su tela di
Hyacinthe Rigoud, Louvres, Parigi; in apertura, una figura allegorica in bronzo riferita a Sua Maestà, Palazzo di Versailles, Parigi
Anne - Hilarion de Costentin, conte di Tourville, ammiraglio
di Francia; olio su tela di scuola francese, Musée de la Marine,
Parigi
tro le quali si intravedevano le ampie vetrate dei saloni di rappresentanza.
Nella parte superiore un grande pannello, sovrastato
da tre giganteschi fanali di coronamento, raffigurava Giove (alias il Re Sole) su una biga alle briglie di
quattro cavalli scalpitanti.
Il tutto accuratamente dorato quindi visibilissimo
anche a grande distanza, tanto che prima dei combattimenti le decorazioni venivano temporaneamente ricoperte da una vernice opaca.
Una nave straordinaria, dunque, con a bordo l’insegna di un valoroso ammiraglio: Tourville.
za, godeva della massima stima da parte del Sovrano
ed aveva raggiunto una notevole popolarità in tutta
la Francia.
Nell’inverno tra il 1691 e il 1692, però, poteva disporre solo di 44 navi combat-ready, come diremmo
oggi, mentre altre 20, alla fonda nella rada di Brest,
stavano completando l’addestramento degli equipaggi.
Una situazione di netta inferiorità, quindi, che, dopo varie sollecitazioni da parte del Sovrano per una
partenza immediata, aveva indotto il conte di Tourville a chiedergli di attendere, prima di dare il via a
tutta l’operazione, l’arrivo dal Mediterraneo della
squadra dell’ammiraglio d’Estrées, e la conclusione
dell’addestramento di parte della flotta alle sue dirette dipendenze.
Luigi XIV, tuttavia, ansioso di risolvere l’”affaire
Orange” prima dell’ulteriore consolidamento delle
difese costiere britanniche, aveva sistematicamente
ignorato le valide ragioni esposte dal comandante
della Flotta del Nord, imponendogli personalmente
all’inizio del mese di maggio 1692 di salpare appena
Un uomo di mare e di pensiero
Anne- Hilarion de Costentin, conte di Tourville, nato nel 1642 da una nobile famiglia normanna, si era
distinto sin da giovanissimo sulle navi dell’Ordine
di Malta e su quelle della Marine Royale ed in particolare aveva contribuito in maniera determinante alla
vittoria a Béveziers nel 1690 dove la flotta anglo
olandese era stata duramente sconfitta. Esperto marinaio ed al tempo stesso uomo di lettere e di scien-
16
settembre-ottobre 2013
possibile, siglando l’ordine con un messaggio di suo
pugno: “Cette instruction est ma volonté et je veux
qu’on l’observe”. (Questa disposizione rappresenta la
mia volontà e voglio che venga rispettata). Non rimaneva pertanto che obbedire.
Un provvidenziale
congiungimento
portante per la vita di una nazione, poiché i fatti
avrebbero dimostrato la giustezza delle obiezioni a
suo tempo formulate dal comandante in capo.
Uno scontro impari
Il contatto visivo tra le due formazioni avviene il
successivo 29 maggio di fronte a Barfleur. La formazione alleata è composta da una avanguardia costituita dalle 36 navi olandesi, dalla squadra britannica
comandata dallo stesso Russell e dal vice ammiraglio John Ashby al centro (31 navi) con una retroguardia di 32 unità.
Dal canto suo Tourville può disporre all’avanguardia
di 14 unità, al centro di 16 e nella retroguardia di 14.
Una situazione di netta inferiorità rispetto all’avversario.
All’alba del 29, mentre spira una brezza da nordovest, le due flotte si dispongono in linea di fila rimanendo a fronteggiarsi “a tre quarti di tiro di moschetto”, senza sparare un colpo.
Nella tarda mattinata, l’ammiraglia olandese Admiral General fa improvvisamente partire una bordata e
Nel maggio 1692 il puntuale arrivo della divisione
olandese comandata dall’ammiraglio van Almonde,
che si sarebbe congiunta alle unità di Russell formando in tal modo un complesso formidabile di 99
navi da guerra, avrebbe consentito alla Royal Navy di
misurarsi con la flotta francese in condizioni di netta superiorità rispetto alla flotta francese del Nord.
Van Almonde non mancò all’appuntamento e così
l’Ammiragliato poté accingersi serenamente ad attendere che l’avversario facesse la prima mossa.
Nel frattempo, bloccate a Brest da un insistente periodo di bonaccia, le navi francesi pronte (44 in tutto) riuscirono a salpare soltanto il 12 maggio. Luigi
XIV, che in quel momento era impegnato nell’assedio di Namur, si rese
conto di avere mandato
la sua flotta allo sbaraglio, perciò firmò l’ordine di sospendere immediatamente l’azione in
attesa dell’arrivo della
squadra di Estrées.
Purtroppo era ormai
troppo tardi: la flotta
aveva salpato le ancore e
la staffetta raggiunse
Cherbourg quando le
navi erano già all’orizzonte. L’ordine venne riprodotto in dieci esemplari che furono affidati
per la consegna ad altrettante corvette scelte
tra le più veloci, ma una
caduta di vento sottocosta impedì loro di prendere il largo. L’invio di
una lancia a remi rappresentò solo un patetico estremo tentativo impossibile a realizzarsi,
considerata la distanza
L’elaborata magnificenza dello specchio di poppa di Le Soleil Royal, l’ammiraglia sulla quale inda percorrere.
nalzava le insegne il conte di Tourville
Mai bonaccia fu così im-
settembre-ottobre 2013
17
da quel momento si scaattaccare il nemico.
tena un inferno durante
Tourville può così prenil quale i francesi si batdere fiato, almeno per il
momento.
tono strenuamente con
la forza della disperazione, mentre l’avversario
Un piano di
si esaspera nel constatadisimpegno
re la difficoltà di conseAnche se gli scambi di
guire una supremazia di
bordate avevano provogran lunga scontata in
cato molti danni ma nespartenza.
suna perdita delle sue
Alla fine, Tourville, connavi, Tourville si rende
scio della grande dispariconto che all’indomani
tà di forze, allunga la lila situazione sarebbe dinea di battaglia, nel tenventata insostenibile,
In questa buona immagine pittorica del Le Soleil Royal, è visibile l’alberetto posto all’estremità del bompresso e munito di
tativo di sventare l’accerper cui attua un piano di
una piccola vela quadra
chiamento ma non ridisimpegno: 30 navi tra
esce ad evitare la rottura
le più malconce si sarebdello schieramento da
bero trasferite a Saint
Mâlo, mentre Le Soleil Royal, gravemente danneggiaparte della divisione dell’ammiraglio Ashby. A queto durante gli scontri a fuoco, avrebbe raggiunto la
sto punto avvengono gli episodi più cruenti della
vicina Cherbourg sotto la scorta dell’Admirable e delbattaglia, trasformatasi ben presto in una mischia
la Conquerant. Tourville, poi, dopo essersi trasferito
furibonda, al centro della quale emerge la possente
sull’Ambitieux, si sarebbe diretto con altre dieci navi
mole del Le Soleil Royal, attaccato senza successo
verso la rada di Saint-Vaast-la-Hougue.
contemporaneamente da tre vascelli da 100 cannoni,il London, il Saint Andrew e il Britannia.
Tutto si svolge come previsto. Il gruppo più numeroNonostante l’eroismo dei francesi, il combattimento
so, non inseguito dagli alleati, si rifugia a Saint Mâlo
si sarebbe certamente concluso con l’accerchiamendopo una difficile navigazione nello stretto passage
to delle loro navi se non si fosse verificato un evento
tra Alderney e Capo la Hague, mentre Le Soleil Royal e
imprevedibile.
la scorta raggiungono la rada di Cherbourg. L’Ambitieux e le altre dieci unità danno fondo di fronte a
Un provvidenziale
Saint-Vaast sotto la protezione dei due forti della base.
banco di nebbia
Proprio quando lo scontro è al culmine, un banco di
nebbia scende sul cielo della battaglia, per cui la visibilità, anche per via degli intensi fumi prodotti dalle
artiglierie, si riduce al punto tale da impedire alla
navi di riconoscersi reciprocamente per cui i cannoni sono costretti a tacere.
La sia pure temporanea sospensione delle ostilità è
preziosa per Tourville perché quando nebbia e fumi
si dissolvono si verifica l’inversione della marea che
coglie di sorpresa le navi alleate, facendole allontanare dall’avversario e costringendole a riunirsi al
grosso della flotta. Le navi francesi vengono a trovarsi così in posizione favorevole e possono dare
fondo in quel tratto di mare con bassi fondali per
curare i feriti e riparare danni.
Al tramonto, un vigoroso vento di tramontana e le
forti correnti di marea finiscono per spingere pericolosamente sottocosta le navi alleate, che devono
preoccuparsi della propria sicurezza piuttosto che di
18
settembre-ottobre 2013
Il drammatico epilogo
Si conclude in tal modo la battaglia di Barfleur, ma
non la sorte della Flotta del Nord. Russell infatti non
è davvero rassegnato a lasciarsi sfuggire quest’occasione per annientare definitivamente l’avversario.
Il suo piano si basa sul fatto che la flotta alleata è addestrata all’impiego dei brulotti incendiari e che dispone di un consistente numero di imbarcazioni
olandesi a basso pescaggio, adatte a trasportare a terra un gruppo di incursori che oggi definiremmo
commandos,
Ordina così al vice ammiraglio Sir Ralph Delaval di
incendiare Le Soleil Royal alla fonda a Cherbourg,
utilizzando i brulotti, ed al contrammiraglio Sir
George Rooke di distruggere con i suoi incursori le
11 navi da guerra della Flotta del Nord rifugiatesi a
Sain-Vaast.
Ambedue le azioni si svolgono con successo il 2 e il
3 giugno, nonostante la reazione dei francesi. A
Saint-Vaast, in particolare, in un periodo di bassa
marea, interviene addirittura da terra in loro aiuto
un reparto di cavalleria, ma tutto è inutile: superato
il sistema difensivo, i guastatori incendiano sette vascelli e ne affondano quattro.
E’ data anche alle fiamme la maggior parte delle navi da trasporto in attesa di trasferire in Inghilterra i
25.000 uomini della spedizione, tutto questo alla
presenza del marchese de Bellefonds e dello stesso
Giacomo II.
Le reazioni in Francia
e in Inghilterra
presentarono emblematicamente il crollo delle ambizioni navali del Re Sole, colpevole, per albagia e
presunzione, di avere utilizzato le sue risorse navali
in maniera a dir poco sprovveduta.
Caratteristica questa non davvero infrequente nei
monarchi dell’epoca: basti pensare a Filippo II di
Spagna che nel 1688 aveva mandato allo sbaraglio
contro l’Inghilterra l’Invencible Armada, naufragata
miseramente su quelle coste che avrebbe dovuto
conquistare.
Il crollo di queste due grandi Marine europee contribuì a rafforzare il potere marittimo dell’Inghilterra
tanto che, dopo di allora, l’orgogliosa asserzione
“Britannia rules the waves” avrebbe mantenuto intatto il suo minaccioso significato almeno per altri due
secoli.
■
La notizia della disfatta gettò la Francia nella più
profonda costernazione. Luigi XIV trovò appena la
forza per chiedere se Tourville fosse vivo. Avutane
assicurazione esclamò:”Alors, rien n’est perdu!” ( Allora nulla è perduto!), il più bell’elogio per il comandante della Flotta del
Nord che con i suoi equipaggi – come scriverà più tardi il Mahan – aveva dato” la più
grande dimostrazione di spirito militare e di
valore che mai sia stata offerta da una Marina”. In seguito il Sovrano volle premiare lo
sfortunato eroismo di Tourville conferendogli il “baton” di Maresciallo di Francia.
L’Inghilterra, ovviamente , esultò per il
successo delle flotte alleate. Rooke ricevette
un vitalizio di mille sterline annue, mentre
Russell potè fregiarsi del titolo di “visconte
di Barfleur”.
Per festeggiare l’avvenimento le cronache
riferiscono che offrì a 6.000 dei suoi marinai nel giardino di una delle ville di cui era
proprietario un pantagruelico punch. Fece
versare in una fontana quattro botti di acquavite, otto di acqua, 80 bottiglie di succo
di limone, due “pipes”(grossi barili) di vino
di Malaga, 2.000 libbre di zucchero, cinque
di noce moscata e 25.000 limoni tagliati a
fette. In questo lago, a dir poco eccezionale, galleggiava un battello appositamente
costruito, a bordo del quale un mozzo con
un mestolo riempiva le coppe d’argento
degli ospiti, assetati ed eccitati ad un tempo.
A parte le reazioni all’interno delle due più
potenti nazioni europee, resta il fatto che
le carcasse fumanti delle navi francesi nella
I brulotti erano imbarcazioni incendiarie, di varie dimensioni, con equipagrada di Saint-Vaast, sotto gli occhi dell’esugio o senza, ideate per essere pilotate contro la formazione nemica per aple Giacomo II e di un inutile esercito che
piccarle fuoco. Nell’immagine, il disegno di due brulotti cinesi, tratti dal
manoscritto Wujing Zongyao del 1044 (Dinastia Song)
non avrebbe più invaso l’Inghilterra, rap-
settembre-ottobre 2013
19