“La saggezza delle mani Plasmare l`argilla, educare la volontà”
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“La saggezza delle mani Plasmare l`argilla, educare la volontà”
“La saggezza delle mani Plasmare l’argilla, educare la volontà” a cura di Ale Hesselink Conferenza Venerdì 21 marzo 2014, ore 21.00 Incontro esperienziale Sabato 22 marzo 2014, ore 9.00 – 17.00 È possibile partecipare ai singoli incontri Educare significa trarre fuori, far venire alla luce. Significa che la “cosa” è in principio già presente nella materia grezza che si presenta, come l’albero nel seme che si ha in mano. Come fare? Si tratta di un’attività che mette in primo piano l’ascolto accompagnato da un continuo invitare e facilitare ciò che vuole nascere: proprio come fa il giardiniere che cerca di creare le condizioni più favorevoli, in modo che le piante del suo giardino possano crescere e maturare. Ma oltre ad un ascolto attivo è necessario anche fare delle scelte. Talvolta bisogna essere incisivi, talvolta pazienti. Quindi non è un’attività che usa esclusivamente la testa ma una che comprende anche il sentire, l’ascolto. Anzi è auspicabile che tali modalità educative siano invertite, perché sappiamo tutti che l’emozione, l’entusiasmo, sono le forze trainanti più potenti che abbiamo a disposizione. Possiamo fare un’esperienza: esiste un’attività artistica che si accosta molto bene ed è il modellare. Plasmando la creta bisogna essere incisivi ma anche in ascolto: fermarsi, prendere distanza ed osservare. Cosi possiamo con un gioco immaginativo scorgere ciò che vuole nascere, assecondare la nostra intuizione e portare alla luce quel talento. Come soggetto prenderemo la testa, faremo un busto che porteremo con noi come prova dell’esperienza. Cenno biografico Ale Hesselink nasce ad Emmen nei Paesi Bassi, e cresce ad Ameland, in una famiglia dove si lavora con l’immagine (nonno pittore, padre fotografo). A 21 anni incontra l’Antroposofia di Rudolf Steiner, che diverrà la sua fonte d’ispirazione lavorativa. Dopo aver studiato Arte Terapia a Driebergen e Giurisprudenza ad Utrecht, collabora nella città di Zeist presso l’istituto Arta, per un periodo complessivo di dodici anni, alla realizzazione di un programma, su base antroposofica, per il recupero di ex tossicodipendenti, occupandosi soprattutto della parte artistico-pedagogica. In tale ambito conosce il prof. Bernard Lievegoed e il medico Leendert Mees, i cui insegnamenti di antroposofia applicata ne confermano la direzione. A 38 anni, su invito di alcuni medici italiani si trasferisce in Italia e contribuisce, con i suoi workshop, a diffondere la Terapia Artistica, sviluppando una nuova tecnica di pittura ad olio che ne facilita il primo contatto. Collabora presso la Casa di Salute Raphael a Roncocegno (TN) per circa due anni durante i quali approfondisce i nessi esistenti tra la “scrittura artistica” e lo stato psicofisico dell’individuo. Elabora un metodo di ricerca in cui l’artista e lo scienziato in noi trovano uno spazio comune. Sperimenta personalmente come il lavoro artistico muovendo dalla sensibilità arrivi al pensiero. Attualmente risiede in Italia dove ha fondato l’associazione culturale Artlabor. Lavora come artista e consulente, tenendo seminari in Italia e all’estero.