impennata Euribor : si consolida

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impennata Euribor : si consolida
ADUSBEF - Delegazione Lazio Centro Nord
impennata Euribor : si consolida
Inviato da Federico Lippi
venerdì 30 novembre 2007
Ultimo aggiornamento venerdì 30 novembre 2007
Si consolida l'impennata registrata giovedì dall'Euribor, il tasso di interesse
medio delle transazioni finanziarie tra le principali banche europee usato come
indicatore per il costo del denaro a breve termine, quindi tasso base per i
mutui. Dopo il balzo di ieri dal 4,227% al 4,876%, il fixing di
oggi ha registrato un ulteriore lieve rialzo al 4,889%, ai massimi da sei
anni.
Si tratta di un balzo all'apparenza anomalo, che contrasta con
l'andamento definito per durate differenti, da quello a tre mesi (passato da
4,809% a 4,842%) a quello a un anno (da 4,718% a 4,753%).
Possibili
spiegazioni? Dietro un simile movimento, ha spiegato a Il Sole 24 Ore Radiocor
un operatore di una primaria banca italiana, «c'è chiaramente la particolare
stagione che stiamo vivendo e, soprattutto, il fatto che le banche stanno
intensificando gli sforzi per assicurarsi la liquidità per chiudere il 2007 con
i conti in ordine». Insomma, banali, e in qualche modo attese, scadenze tecniche
di fine anno che hanno spostato le tensioni sull'Euribor a un mese, rimasto
finora parzialmente immune.
«Piano piano - spiega un altro operatore avvicinandosi alla fine dell'anno tutte le scadenze dell'Euribor, comprese
quelle a tre, due e una settimana si allineeranno ai valori aggiornati».
Da Londra un esperto in forze a una primaria banca americana commenta:
«L'impennata è improvvisa, ma assolutamente non anonima, completamente in linea
con l'aspettativa del mercato: l'aumento del tasso Euribor è l'evidente
conseguenza del credit
crunch. Infine, il fixing sul mese Euribor oggi tratta sulla fine
dell'anno, cioè va dal 3 dicembre al 3 gennaio, includendo, quindi, il "turn" di
fine anno, che tratta a livelli, solo fino a pochi mesi fa,
impensabili».
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Con il passare delle settimane, assicurano altri operatori
consultati da Il Sole 24 Ore, l'Euribor a un mese dovrebbe però tornare su
livelli più coerenti con il l'atuale costo del denaro al 4%, e si dovrebbe
assestare attorno al 4,20%.
Secondo Stefano Pignatelli, responsabile ufficio
studi di Aritma I.F., questo avverrà «entro i primi giorni del 2008». Non così
per l'Euribor e tre e sei mesi. Perché questo accada occorrerà attendere fino
all'estate 2008. Secondo Mutuionline su 36 banche che offrono prodotti a tasso
variabile, 23 (il 64%) lo agganciano all'Euribor a un mese, 12 (33%) a 3 mesi e
una (3%) a 6 mesi.
In ogni caso il salto impressiona e per vederne uno
analogo bisogna andare indietro nel tempo alla crisi agostana dei subprime,
quando comunque la risalita improvvisa non era andata oltre lo 0,5% e aveva
interessato uniformemente i valori del tasso interbancario. L'impennata rischia
di avere effetti molto pesanti su milioni di sottoscrittori di mutui casa a
tasso variabile: la rata viene agganciata dalle banche proprio al dato
dell'Euribor a tre mesi e a un mese base 360 rilevato all'ultimo giorno
lavorativo del mese precedente e al primo del nuovo mese.
Anche per
questo l'Adusbef ha lanciato l'allarme liquidità per le famiglie (3,2 milioni)
che hanno acceso un mutuo a tasso variabile. Secondo l'associazione dei
consumatori c'è una «grave responsabilità delle banche». Così dopo la raffica di
aumenti già subiti, gli italiani che hanno scelto il mutuo variabile devono
mettere in conto un ulteriore aumento della loro rata mensile: in media, secondo
Adusbef, «25 euro, per un mutuo di 100 mila euro, e questo indipendentemente
dalle decisioni della Banca Centrale Europea».
da Il Sole 24 Ore del 30 Novembre
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