quella a qui appartiene Giuseppe Mon

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quella a qui appartiene Giuseppe Mon
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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AI RESOCONTI
quella a qui appartiene Giuseppe Monsurrò, ha trascorso le vacanze estive in un
villaggio della Croazia e, precisamente, a
Punta Veridela, nei pressi di Pola;
secondo quanto riportato da alcuni
testimoni, la sera del 22 agosto, mentre
alcuni ragazzi del gruppo si erano riuniti
in uno dei bungalow assegnatigli per visionare un film, la security del villaggio
sarebbe entrata con forza e li avrebbe
invitati, in modo maldestro, a raggiungere
ognuno il proprio alloggio, con la motivazione che, nel villaggio, dopo le ore 22,
doveva « calare » il silenzio;
la security, dopo aver rivolto parole
di stampo razzistico nei confronti dei
suddetti ragazzi, si sarebbe avvalsa della
polizia antisommossa, munita di giubbetti
antiproiettile e manganelli, al fine di aggredire quasi tutti i componenti del
gruppo presenti nel bungalow;
successivamente, sei ragazzi sarebbero stati arrestati e, a detta di molti
testimoni, avrebbero subito l’uso della
forza e della violenza psicologica all’interno della caserma dove, tra l’altro, sarebbero rimasti per due giorni senza né
bere, né mangiare;
il mattino seguente i familiari ed
alcuni amici dei ragazzi arrestati sarebbero stati invitati a presentarsi al posto di
polizia, al fine di deporre in loro favore,
ma, una volta giunti al commissariato,
sarebbero stati immediatamente arrestati
anche loro e rilasciati, il giorno seguente,
dietro pagamento di una cauzione di circa
2.500 euro;
il primo gruppo di arrestati, invece,
dopo essere stato trasferito nel carcere di
Pola, sarebbe stato ascoltato dal magistrato di competenza, che ne avrebbe
disposto il rilascio, ad eccezione del giovane Giuseppe Monsurrò che sarebbe stato
trattenuto in carcere con l’accusa di lesioni nei confronti di un poliziotto;
alla luce delle testimonianze rese dai
presenti, il motivo dell’arresto dei giovane
sarebbe legato semplicemente all’utilizzo
della propria telecamera amatoriale nel
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momento in cui sarebbe esplosa, nel suddetto bungalow, la rissa tra la polizia
croata e i giovani italiani;
per circa 40 giorni, Giuseppe Monsurrò sarebbe stato trattenuto in carcere e
rilasciato solo dietro la corresponsione, da
parte della famiglia, di un cauzione pari a
40.000 euro –:
quali iniziative urgenti il Ministro
interrogato intenda assumere, al fine di
accertare se siano stati violati, da parte
delle autorità di polizia croate, i diritti
fondamentali dei cittadini italiani arrestati;
quale assistenza il Consolato Generale d’Italia a Fiume abbia assicurato ai
nostri connazionali, a tutela dei loro diritti.
(3-01443)
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AMBIENTE E TUTELA
DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta immediata:
BUONTEMPO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare. — Per sapere – premesso che:
il giorno 21 ottobre 2007, alle ore 18
circa, in conseguenza di una carica della
polizia, sono stati dispersi i cittadini del
comune di Giugliano, che, alla presenza
del sindaco Francesco Tagliatatela e dal
deputato di Forza Italia Franco Malvano,
presidiavano i cancelli della discarica di
Taverna del Re;
a seguito di tale violenta azione, nella
quale si sono verificati alcuni ferimenti a
carico dei cittadini, le forze dell’ordine
consentivano l’afflusso alla discarica a numerosi tir carichi di ecoballe;
va, comunque, ribadito che, nei casi
come quello appena citato, il Governo, nel
dare le disposizioni alle forze dell’ordine,
deve far presente che si tratta di cittadini
nel pieno esercizio dei loro diritti, che
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tentano di salvaguardare la salute delle
proprie famiglie, e non di delinquenti
comuni;
con decreto-legge n. 61 del 2007, successivamente convertito dalla legge n. 87
del 2007, all’articolo 3, si vietava di sversare ulteriori quantità di ecoballe sul territorio di Giugliano, ove, peraltro, non
potevano essere localizzati nuovi siti di
stoccaggio;
il 20 giugno 2007 il Senato della
Repubblica ha approvato un ordine del
giorno con il quale si impegnava il Governo ad « attivare » le necessarie iniziative
finalizzate a far cessare l’attività di stoccaggio di ecoballe nel sito di Taverna del
Re, nel comune di Giugliano, entro il 31
ottobre 2007;
malgrado tali disposizioni, nei tre
mesi successivi all’approvazione dell’ordine del giorno nessuna autorità competente ha provveduto a individuare alternative allo stoccaggio nel sito predetto;
l’abnorme quantità di ecoballe attualmente stoccate sul sito determina pericolose conseguenze a carico della popolazione ed a carico del territorio, come
peraltro rilevato inequivocabilmente dall’Organizzazione mondiale della sanità, dal
Centro europeo ambiente e salute, dall’Istituto superiore di sanità, dal dipartimento ambiente e connessa prevenzione
primaria, dall’Istituto di fisiologia clinica
del Consiglio nazionale delle ricerche, dall’osservatorio epidemiologico della regione
Campania, dall’agenzia regionale protezione ambiente della Campania;
le ecoballe ivi stoccate non potranno
essere utilizzate negli inceneritori, il primo
dei quali dovrebbe essere quello di Acerra
e non se ne conosce comunque la data di
quando potrà essere disponibile;
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rappresentato in premessa, in primis con
il rispetto delle norme di legge menzionate
ed utilizzando adeguatamente quelle risorse che attualmente vanno sprecate ed
inevitabilmente alimentano percorsi economici che favoriscono ambienti camorristici.
(3-01445)
MISITI. — Al Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare. — Per
sapere – premesso che:
il protocollo di Kyoto fissa gli obiettivi per i tagli nei Paesi industrializzati
delle emissioni di biossido di carbonio,
metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi e esafluoro di
zolfo;
l’Unione europea ha ratificato in data
31 maggio 2002 il protocollo, che è entrato
in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la
ratifica della Russia, mentre grandi Paesi
industrializzati, come Stati Uniti e Australia, non hanno voluto ratificare il protocollo;
l’Italia, Paese europeo facente parte
del mondo industrializzato, avrebbe dovuto tagliare le proprie emissioni di almeno il 6,5 per cento rispetto ai livelli del
1990 entro il periodo 2008-2012;
invece, il nostro Paese non solo non
ha ridotto l’emissione di questi gas, ma ha
incrementato la loro produzione di almeno il 13 per cento rispetto al 1990;
i Paesi fortemente inquinanti come il
nostro possono comprare crediti non utilizzati da altri Paesi, i quali sono autorizzati ad emettere più di quanto in realtà
producono;
si calcola che, per l’Italia, tra il 2008
e il 2012, la spesa annua possa superare i
due miliardi di euro;
le
stesse
ecoballe
determinano
enormi danni al territorio, con inquinamento delle falde acquifere e deterioramento dei siti di culture agricole –:
l’emissione in atmosfera di tali gas in
Italia è riferita alla media tra le regioni
industrializzate del Nord e quelle meno
industrializzate del Sud –:
quali iniziative il Governo intenda
assumere per risolvere l’annoso problema
se non ritenga indispensabile monitorare tali emissioni regione per regione (o
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provincia per provincia) e, conseguentemente, cosı̀ come avviene tra Stati, arrivare ad una contrattazione delle emissioni
tra regioni, con acquisto di crediti da parte
delle regioni più industrializzate, al fine di
rendere giustizia alle regioni virtuose e
avviare un processo equilibrante dello sviluppo industriale sul territorio nazionale.
(3-01446)
LOMAGLIO e BANDOLI. — Al Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare. — Per sapere – premesso che:
l’articolo 26 del decreto-legge n. 159
del 2007 prevede l’istituzione di quattro
nuovi parchi nazionali nella regione Sicilia, il Parco nazionale delle Egadi e del
litorale trapanese, il Parco nazionale delle
Eolie, il Parco nazionale dell’isola di Pantelleria ed il Parco nazionale degli Iblei, al
fine di consolidare la rete nazionale dei
parchi e prevedere una sempre più ampia
tutela delle aree di interesse ambientale e
paesaggistico del nostro Paese;
sono già depositate ed in discussione
presso la Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei
deputati diverse proposte di istituzione di
nuovi parchi, quali Parco di Portofino,
Parco della laguna di Venezia, Parco geominerario delle zolfare di Sicilia, Parco
nazionale Appennino dauno;
presso la Commissione ambiente,
territorio e lavori pubblici della Camera
dei deputati è stata unanimemente
espressa l’esigenza di avere una proposta
organica e scientifica sull’istituzione di
nuovi parchi, fondata anche su un’ampia
condivisione a livello territoriale ed istituzionale –:
se non ritenga opportuno che il Governo intervenga, in modo organico e completo, con una propria iniziativa legislativa
sull’argomento.
(3-01447)
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Interrogazione a risposta scritta:
DUSSIN, FUGATTI, FAVA, BRIGANDÌ
e ALLASIA. — Al Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare. — Per
sapere – premesso che:
l’articolo 185, comma 1, lettera e) del
decreto legislativo n. 152 del 2006 esclude
dal campo di applicazione della disciplina
sui rifiuti « le carogne ed i seguenti rifiuti
agricoli: materie fecali ed altre sostanze
naturali non pericolose utilizzate nelle
pratiche agricole ed in particolare i materiali litoidi o vegetali e le terre da
coltivazione, anche sotto forma di fanghi,
provenienti dalla pulizia e dal lavaggio dei
prodotti vegetali riutilizzati nelle normali
pratiche agricole o di conduzione dei fondi
rustici, anche dopo trattamento in impianti aziendali ed interaziendali agricoli
che riducano i carichi inquinanti e potenzialmente patogeni dei materiali di partenza »;
da informazioni a disposizione degli
interroganti, sembrerebbe che alcune Regioni considerano come rifiuto la pollina
utilizzata ai fini della pirogassificazione, e
conseguentemente applicano anche alla
pollina la disciplina dei rifiuti;
tale interpretazione e le conseguenze
burocratiche del caso rischiano di mettere
in difficoltà centinaia e centinaia di imprese avicole che si vedono ostacolate
nello smaltimento della pollina;
inoltre le ditte che mirano ad impiegare la pollina tramite pirogassificazione si
vedono costrette a presentare la documentazione necessaria per ottenere l’autorizzazione al trattamento dei rifiuti, prevista
dalla D.G.R. 6 agosto 2002 n. 7/10161
integrata dai contenuti dalla D.G.R.
n. 11045/02;
tali difficoltà mettono in pericolo il
corretto smaltimento o recupero della pollina, rischiando di compromettere il territorio –:
quale sia l’interpretazione del Ministro sull’applicazione o meno della disciplina dei rifiuti nell’utilizzo della pollina ai
fini della pirogassificazione e cosa intende
fare, per quanto di Sua competenza, per
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consentire lo smaltimento della pollina nel
modo più funzionale possibile al settore
avicolo, senza mettere in difficoltà gli
allevatori.
(4-05704)
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COMMERCIO INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta immediata in
Commissione:
La X Commissione,
FAVA, FILIPPI, FUGATTI, ALLASIA,
PINI, GARAVAGLIA, BRICOLO, BRIGANDÌ, BODEGA, GRIMOLDI e MONTANI. — Al Ministro del commercio internazionale. — Per sapere – premesso che:
diverse leggi hanno sottratto all’ICE
Istituto Nazionale per il Commercio Estero
la competenza in materia di controllo di
qualità sui prodotti ortofrutticoli. Da ultimo l’articolo 1, comma 4, del decretolegge 28 febbraio 2005, n. 22, ha testualmente stabilito: All’articolo 18 del decreto
legislativo 29 marzo 2004, n. 99, dopo il
comma 1 è inserito il seguente: « 1-bis.
L’Agecontrol S.p.a. effettua i controlli di
qualità aventi rilevanza a livello nazionale
sui prodotti ortofrutticoli, ai sensi della
normativa vigente »;
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Consiglio dei ministri attuativo della legge,
che avrebbe dovuto disciplinare definitivamente il passaggio delle risorse umane e
finanziarie connesse alle funzioni trasferite, sta per concedere oggi ai suoi professionisti agronomi benefici economici
sotto forma di indennità di funzione e
attribuzione di livelli « differenziati », che
secondo gli interroganti sono illegittimi in
quanto erogati a fronte di funzioni che
non vengono nei fatti più svolte da anni,
in quanto sottratte all’ICE ed assegnate
all’Agecontrol;
l’indennità di funzione e il livello
differenziato presuppongono un’attività lavorativa caratterizzata da elevati livelli di
responsabilità, alto grado di autonomia,
prestazione di apporti specialistici, tutte
condizioni queste che all’ICS non esistono
in quanto l’Ente non disimpegna più per
legge le funzioni professionali in materia –:
se il Ministro interrogato, essendo a
conoscenza degli autentici sprechi del denaro del contribuente consistenti nella
corresponsione di benefici economici a
fronte di funzioni inesistenti, intenda chiarire le ragioni che hanno impedito e
tuttora impediscono l’emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che disciplini definitivamente il passaggio delle risorse umane e finanziarie
connesse alle funzioni trasferite dall’ICE
all’AGECONTROL.
(5-01792)
lo stesso Consiglio di amministrazione dell’ICS con Deliberazione n. 070/03
del 12 marzo 2003 approvava la ridefinizione parziale della dotazione organica
dell’ICE relativamente al personale « già
addetto » (nel 2003) al servizio di controllo
ortofrutticolo dato che non sussistevano
più dubbi, alla luce del decreto legislativo
10 dicembre 2002, n. 306, « circa la titolarità delle funzioni da parte delle Regioni
e delle province autonome di Trento e
Bolzano, come confermato in un memorandum del 18 febbraio 2003 dello stesso
Ministero delle politiche agricole e forestali »;
Il sottoscritto chiede di interpellare il
Ministro delle comunicazioni, per sapere –
premesso che:
l’ICE, con il pretesto della mancata
emanazione del decreto del Presidente del
numerose istituzioni pubbliche e private del Friuli hanno manifestato un for-
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COMUNICAZIONI
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):