In Francia via libera definitivo alla legge arati Amazon

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In Francia via libera definitivo alla legge arati Amazon
Vendite online Vietato ai siti di ecommerce l'accumulo di sconti. Il ministro Filippetti: «Tuteliamo i piccoli»
In Francia via libera definitivo alla legge arati Amazon
di CRISTINA TAGLIETTI
n America non potrà usare i droni per
consegnare i pacchi (l'aviazione civile
ha proibito l'utilizzo di velivoli senza
pilota per scopi commerciali), in Francia
dovrà far pagare ai suoi clienti le spese di
spedizione. Il Senato d'Oltralpe ha dato il
via libera definitivo, con approvazione
unanime, alla cosiddetta «legge antiAmazon» sui prezzi dei libri venduti online, vietando gli sconti troppo forti (che si
traducono nell'offrire la consegna gratis)
per tutelare i piccoli rivenditori.
Il provvedimento è stato presentato
dal centrodestra ma sostenuto anche dalla maggioranza (avrebbe dovuto passare
al vaglio mesi fa, ma il governo non aveva
notificato il testo alla Commissione europea nei tempi previsti) e prevede che sia
vietato cumulare sullo stesso prodotto
due riduzioni di prezzo. La consegna gratis non può essere aggiunta allo sconto
del 5% sul prezzo del libro previsto da
un'altra legge dello Stato varata negli anni ottanta per tutelare le librerie indipendenti. Le spese di spedizione potranno
essere gratuite se i libri vengono consegnati presso un negozio o un ufficio postale. Naturalmente la norma non penalizza soltanto Amazon (che domina il
mercato con una quota del 70°) ma tutti i
grandi player, prima fra tutte Fnac.com
che allo stesso modo offre le spese di
consegna gratis senza bisogno di un minimo di acquisto.
Il ministro francese della cultura Aurélie Filippetti ha applaudito al provvedimento («dobbiamo difendere la filiera
del libro e in particolare le librerie indipendenti, essenziali per l'accesso alla cultura e per la vita dei nostri terri tori»), ma
la legge anti-Amazon non ha comunque
il favore della Commissione europea che
rimprovera al governo francese di non
aver condotto studi approfonditi che permettessero di valutare l'effettivo impatto
sul comportamento dei consumatori.
Opposto naturalmente il parere di
Amazon, secondo cui la legge va contro
l'interesse dei consumatori: il 7o per cento delle loro vendite riguarderebbe libri
usciti da più di un anno, difficilmente reperibili in magazzino: insomma, l'offerta
sarebbe complementare a quella delle librerie e non in concorrenza.
Al momento il colosso di Seattle ha
fronti aperti in molti Paesi: negli Stati
Uniti è ancora in corso il braccio di ferro
con il gruppo IIachette per la rinegoziazione dei guadagni sugli ebook, in Germania con Bonnier Media Group, mentre
sono cominciate le schermaglie anche
Controversie
II gruppo sta rinegoziando
i contratti con gli editori.
Stefano Mauri: «Ma l'Ue
dovrebbe intervenire sull'Iva»
con gli editori inglesi. Una delle clausole
volute da Amazon che suscita maggiore
preoccupazione riguarda i libri usciti dal
catalogo degli editori: Amazon potrebbe
fornirli attraverso il sistema del print-ondemand. «Alla base c'è una fondamentale ignoranza del diritto d'autore - commenta Stefano Mauri, amministratore
delegato del gruppo Gems -. Spesso, se
un editore non pubblica più un libro è
perché l'autore non vuole o perché sta
trattando con un altro». In generale in
Italia la situazione è un po' diversa. «Lo
strapotere di Amazon è abbastanza remoto - dice ancora Mauri - . E noi non abbiamo questa tradizione fortemente protezionistica nei confronti del libro che
hanno in Francia. Detto questo, credo
che sarebbe molto più giusto e utile un
intervento europeo sull'Iva. Per dirla con
una battuta, Amazon ti offre le spese di
spedizione ma, avendo sede in Lussemburgo, non paga la scuola dei tuoi figli».