Tondonia Blanco 1981 – Tipicamente giugno 2014

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Tondonia Blanco 1981 – Tipicamente giugno 2014
Lopez de Heredia, Viña Tondonia Blanco 1981
Scritto da paolo de cristofaro il 12 Giugno 2014
Quanto li odio questi che portano i vini alla cieca. Appositamente per farsi le meglio risate alle tue
spalle, già sapendo che sparerai un’asinata dietro l’altra.
Si chiama cazzimma dalle mie parti. Voi che non siete come me di
Bolzano, volete sapere che cos’è la cazzimma? Non ve lo dico, questa è
cazzimma.
Ed eccolo, questo strano bianco portato dal cazzimmoso di turno. Vado
inizialmente a spasso per l’Italia, per una sorta di Tirreno-Adriatico
poco ciclistica e molto alcolica. Penso più che a altro a vini di costa,
con qualche annetto sulle spalle, non trovando però un nome e un
cognome capace di dare senso a quell’impronta zafferanosa, quasi
botrytica, che porterebbe in teoria oltre i valichi alpini, Fréjus,
Montebianco, Sempione o Brennero, vattelappesca.
Il trabocchetto funziona, limortaccisua, almeno fino a quando non
diventa chiaro, lapalissiano, cristallino, che quella non è
terziarizzazione cynerea ma riduzione. Getta la maschera e accende un turbo di propoli, miele, erbe
secche, susina croccante, wasabi, strilli quasi mal sopportati da una bocca decisamente più portata
alla meditazione silenziosa ed essenziale.
Un sorso gandhiano, che si consegna senza protestare a feroci sferzate maliche e citrine, di quelle
che fondamentalmente non si risolvono mai e, proprio per questo, troppi segni sulla pelle alla fine
non ne lasciano.
Con un pizzico di spalla e sapore in più sarebbe fondamentalmente straordinario oltre che
inconfondibile anche per chi si confonde. Ma non sarebbe Tondonia Blanco ’81 di Lopez de
Heredia*.
Che deve, che vuole, che duole essere così.