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associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie e per l'aiuto ai cittadini
ANALISI DELLA
RELAZIONE DEL 1999 DEL GOVERNO SULL’EXPORT DI ARMI ITALIANE
di Francesco Terreri dell’Ires Toscana
(data di pubblicazione originale gennaio 2000)
(data di pubblicazione su questo sito 22 novembre 2001)
La Relazione sull’export italiano di armi nel ’98, presentata dal presidente del Consiglio in Parlamento il 31
marzo scorso è un volume di 565 pagine: di queste, ben 311 sono la relazione del ministero del Tesoro,
che nei rapporti precedenti occupava appena una trentina di fogli. Trecento pagine cruciali, dense di
nomi, di cifre e dettagli delle operazioni di vendita all’estero per banca, impresa, paese di destinazione,
autorizzazione e contenuto della fornitura. I funzionari del ministero del Tesoro – guidato al momento
della stesura della relazione dall’attuale presidente della Repubblica ci offrono uno spaccato, come da
tempo non si vedeva, dell’operatività, e del giro di soldi, delle esportazioni italiane di armamenti.
Nel 1998 le operazioni bancarie autorizzate connesse all’export italiano di armi sono ammontate a 1.236
miliardi di lire (1.114 miliardi di operazioni effettive). La cifra è inferiore a quella del 1997, che era pari a
1.724 miliardi di lire. Ma nelle transazioni bancarie le oscillazioni sono più marcate. In esse si riflettono
operazioni che durano da anni, grosse commesse che i paesi importatori, soprattutto quelli più poveri del
Sud del mondo, stanno pagando da tempo. Il Sud ( e l’Est) sono tornati ormai da qualche anno ad essere
i principali destinatari delle armi italiane, dopo la breve parentesi dei primi anni ’90 in cui la legge 185, la
legge italiana sul commercio delle armi, veniva applicata con un po’ di rigore e i clienti delle zone più
povere erano diventati pochi.
La classifica ’98 delle esportazioni comincia con un mega-contratto con la Siria, 229 milioni di dollari, circa
400 miliardi di lire, per la fornitura da parte di Finmeccanica, la holding pubblica dell’industria degli
armamenti (e precisamente della sua divisione Officine Galileo) di 500 sistemi di controllo del tiro per
carri armati: Damasco riammodernerà la sua dotazione di corazzati, di marca sovietica, con sofisticate
apparecchiature occidentali. Come aveva già fatto la Repubblica Ceca, che nel ’96 aveva acquistato 355 di
questi sistemi. Le operazioni ’98 con Praga riguardano la nuova commessa di 75 radar avionici Grifo della
Fiar (148 miliardi di lire) da installare sui nuovi aerei addestratori cechi L-159.
Per la Repubblica Ceca la Fiar si appoggia all’Unicredito Italiano, mentre la fornitura alla Siria passa
per l’Ubae Arab Italian Bank, che è con 350 miliardi di operatività scalza le maggiori banche nazionali
in testa alla classifica degli istituti di credito che hanno sostenuto le esportazioni di armi italiane. L’Ubae è
controllata dalla Libyan Arab Foreign Bank di Tripoli (40% del capitale) e tra i soci italiani vede la
presenza di Banca di Roma (16,6%), Monte dei Paschi, Bnl, San Paolo di Torino, Telecom Italia
(2%).
È ancora il radar della Fiar il protagonista delle operazioni con il Pakistan: 85 miliardi di lire per una
commessa di 100 sistemi che risale al 1994, di cui paga una rata nel ’98 tramite il Banco di Napoli. I
radar stanno consentendo all’aeronautica pakistana di aggiornare l’avionica sia dei caccia di costruzione
cinese F-7 che dei Mirage acquistati dalla Francia. Giusto in tempo per lo scontro con l’India. Al riarmo del
Pakistan partecipano anche la Iveco-Fiat, fornendo autocarri (66, per un valore di 14 miliardi di lire,
banca d’appoggio ancora Unicredito), e la Cosmos di Livorno, che continua a fornire parti di ricambio
per i suoi minisommergibili Sx-756 venduti negli anni ’80 (la nuova autorizzazione ’98 è di 4 milioni di
dollari) e ad incassare tramite la Banca Commerciale Italiana.
La Comit sembrava negli ultimi anni leader indiscussa delle “banche armate”. E invece nel ’98 si ritrova
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solo quarta per nuove autorizzazioni, anche se ancora prima per movimenti “segnalati”, dove contano le
grandi commesse navali degli ultimi anni in Estremo Oriente: 39,6 milioni di dollari è la “rata” ’98 pagata
dalla Tailandia, via Comit, per i due cacciamine Intermarine (commessa del 1996), e 76,4 milioni di dollari
quella della Malaysia per le corvette missilistiche Fincantieri vendute nel 1997 (valore totale della
commessa: 260 milioni di dollari). Dopo l’Ubae invece troviamo, per volume di operatività (307 miliardi),
Unicredito Italiano – ancora Credito Italiano fino all’ottobre scorso quando è stato avviato il nuovo
gruppo bancario comprendente anche la Banca Crt (Torino), Cariverona, Cassamarca, Rolo Banca e la
trentina Caritro – che è l’appoggio bancario quasi esclusivo delle operazioni con la Romania, in particolare
della commessa ’97 da 85 milioni di franchi svizzeri della Oerlikon-Contraves per cannoni e sistemi radar
antiaerei, e delle esportazioni in Botswana.
Con la Romania lavora anche il San Paolo di Torino, terzo in classifica, che è la principale banca per le
esportazioni negli Stati Uniti, ma anche in Eritrea e in Ghana. Nel ’98 l’Eritrea paga, tramite il San Paolo, 5
milioni di dollari di rata della commessa ’96 da 50 milioni di dollari per 6 aerei caccia Mb-339c
dell’Aermacchi, notati in combattimento nella guerra in corso con l’Etiopia. Il Ghana versa oltre 2 milioni
di dollari annui di quota per l’acquisto, fatto nel 1993, di 2 Mb-339a e 3 Mb-326k dell’Aermacchi. E
un’altra rata di 1 milione 100 mila dollari alla Barclays Bank per la commessa ’95 di elicotteri A-109
Agusta.
È già tanto vedere questi aerei tra le esportazioni autorizzate, perché i 6 aerei leggeri Sf-260 ex SiaiMarchetti, oggi anch’essi Aermacchi, venduti allo Zimbabwe tra il ’97 e il ’98, non figurano, essendo
definiti mezzi “civili” da addestramento, anche se usati da sempre in funzione antiguerriglia. Ci sono
invece gli M-290 Redigo, altri aerei “addestratori” prodotti dall’Aermacchi, venduti al Messico nel ’98. Si
tratta della principale operazione intermediata dalla Banca Nazionale del Lavoro, banca d’appoggio
anche per le forniture italiane ’98 alla Colombia (7,5 miliardi di lire) e al Sudafrica (1 miliardo e mezzo di
lire).
La Banca di Roma si segnala come banca d’appoggio per le vendite ’98 al Perù e all’Equador. Cariplo
continua ad incassare, per conto dell’Agusta, oggi divisione Finmeccanica, i pagamenti delle Filippine
(oltre 7 milioni di dollari nel ‘98) per il contratto da 52 milioni di dollari del 1992 per la costruzione in loco
di aerei leggeri Sf-260 e S-211. Stesso cliente, Agusta –Finmeccanica, e destinatari ancora più controversi
per il Banco Ambrosiano Veneto, che figura come banca d’appoggio per le esportazioni (autorizzate
nel ’98) di parti di ricambio di elicotteri militari in Turchia e in Perù. Il Crédit Agricole Indosuez, che fa
capo al socio francese di maggioranza (23,5%) di Banca Intesa, la Caisse Nationale de Crédit
Agricole, intermedia la fornitura di parti di ricambio per elicotteri Agusta in Libano.
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Operazioni bancarie relative a esportazioni di armi dall’Italia (1998)
(Valori in miliardi di lire)
Aziende di credito
Ubae Arab Italian Bank
Credito Italiano
Istituto San Paolo di Torino
Banca Commerciale
Italiana
Banca Nazionale del
Lavoro
Banco di Napoli
Banca di Roma
Cassa di Risparmio di La
Spezia
Monte dei Paschi di Siena
Banca Nazionale
dell’Agricoltura
Banco Abrosiano Veneto
Banca Toscana
Banca Popolare di Brescia
Banco do Brasil
Cariplo
Credit Agricole Indosuez
Banca Popolare di
Bergamo-Credito Varesino
Banca Popolare di Novara
Banca San Paolo di Brescia
Cassa di Risparmio di
Firenze
Banca Carige
Barclays Bank
Unione Banche Svizzere
Banco di Chiavari e della
Riviera Ligure
Banca Popolare di Intra
Credito Agrario Bresciano
Banca Popolare di Lodi
Credito Emiliano
Totale
Importi
autorizzati
Importi
segnalati
Importi
accessori
autorizzati
Importi
accessori
segnalati
357,8
307,2
157,7
104,7
39,8
101,3
84,5
404,2
2,2
3,2
6,3
0,5
3,3
25,3
96,6
75,8
2,5
2,5
85,6
57,0
21,0
1,1
69,6
5,6
2,8
0,6
2,8
9,4
7,5
111,7
0,7
0,9
0,1
6,9
6,8
6,1
4,1
3,3
1,1
0,9
0,6
0,5
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0,3
5,0
28,0
0,4
0,3
0,4
19,5
1,8
36,7
0,4
1,3
0,1
63,5
0,2
1,1
0,1
0,1
1.236,6
95,3
21,4
1.114,2
Nota: gli importi “autorizzati” sono riferiti esclusivamente al 1998, mentre gli importi “segnalati” sono riferiti anche
ad operazioni autorizzate negli anni precedenti. Gli importi “accessori”, autorizzati o segnalati, comprendono in
particolare i compensi di mediazione.
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