L`altro Sangiovese

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L`altro Sangiovese
L’Altro Sangiovese
Hotel Datini, Prato – 16 aprile 2015
Giovedì 16 Aprile 2015 presso l’Hotel Datini due grandi esperti del Sangiovese di Romagna, Francesco
Falcone, giornalista e redattore di Enogea, e Giovanni Solaroli, responsabile Guida Vitae per la Romagna e
redattore Wine Surf, hanno condotto una serata di approfondimento su questo grande vitigno e sulle
particolarità della regione Emilia Romagna, analizzando con meticolosità sia il terreno che i produttori, questi
ultimi rappresentati dai 9 vini in degustazione.
Emilia e Romagna sono spesso ritenute una unica realtà vitivinicola, ma al contrario si distinguono sia dal
punto di vista culturale che enologico. A distinguerle soprattutto i vitigni, che in Emilia vedono la netta
prevalenza del lambrusco (tra Modena e Reggio Emilia), della croatina e della barbera (nel Piacentino) e
delle uve bordolesi (insieme al pignoletto) nella piccola enclave dei Colli Bolognesi, mentre in Romagna è il
sangiovese a dominare storicamente la scena produttiva, seguito dai bianchi trebbiano e albana.
Il contributo di ottimi consulenti e il proliferare di nuovi e appassionati produttori, han fatto sì che la superficie
vitata iscritta all’albo della doc superi i 7000 ettari complessivi, e la produzione sia superiore ai 16 milioni di
bottiglie immesse sul mercato ogni anno, suddivise in tre diverse tipologie:
1. Sangiovese d’annata, fruttato e godibile, da bere in gioventù, maturato in vasca e posto in
commercio già a pochi mesi dalla vendemmia
2. Sangiovese Superiore, intrerpretato a volte come vino d’annata e altre volte come una piccola
selezione elevata per qualche mese in rovere, dotato di un frutto più intenso, di maggiore struttura
tannica e di norma venduto dopo un congruo affinamento in bottiglia (anche se il disciplinare
prevede la possibilità di commercializzarlo già a partire dal mese di aprile successivo alla
vendemmia)
3. Sangiovese Riserva, un vino potente e profondo, invecchiato per almeno due anni in cantina
(calcolati a partire dal 1° dicembre successivo alla vendemmia), maturato in rovere e solitamente
poco concessivo nei primi anni di vita, ma che col tempo e nelle annate migliori si lascia apprezzare
per una profonda trama di sapori e per una spiccata propensione all’invecchiamento.
Questa distinzione in tipologie è entrata in vigore nel 2011, anno in cui il nuovo disciplinare introduce sia un
nuovo nome per la denominazione (Romagna Sangiovese al posto di Sangiovese di Romagna) , sia il
riconoscimento di 12 sottozone di produzione, per le quali sono previste rese per ettaro e tempi di
invecchiamento specifici. Per capire meglio queste 12 sottozone, dobbiamo tener presente 3 diverse
macroaree (da ovest verso est): il Faentino, il Forlivese e il Cesenate:
 L’area del Faentino è la più vitata, e i suoi terreni sono di norma argilloso-ferrosi nella prima fascia
collinare, argilloso-calcarei intorno ai 200 metri di quota (dove prevalgono le formazioni calanchifere)
e infine argilloso-arenacei in direzione dell’Appennino, dove la quota altimetrica cresce
sensibilmente. Il comprensorio interessa i bacini idrografici collinari del Senio, del Lamone del
Marzeno. All’interno del Faentino sono previste 5 sottozone: Serra, Brisighella, Modigliana, Marzeno
e Oriolo)
 L’area del Forlivese è caratterizzata da 3 valli che scorrono parallele da sud-ovest a nord-est e lungo
le quali si ergono una serie di colline di matrice prevalentemente argillosa. Argille più profonde e
tenaci verso nord, dove prevalgono le formazioni calanchive, diversamente più ferrose e frammiste
ad arenarie in direzione dell’Appennino, dove la presenza della viticoltura è molto sporadica. Queste
colline sono scavate dai fiumi Montone, Rabbi e Bidente. All’interno del Forlivese sono previste 4
sottozone: Castrocaro-Terra del Sole, Predappio, Bertinoro, Meldola.
 L’area del Cesenate si sviluppa tra il corso del fiume Savio e del Rubicone (dove nel 49 a.c. Cesare
esclamò “alea iacta est” ), e la viticoltura si concentra soprattutto tra i 60 e i 200 metri di altitudine. Il
clima, complice la vicinanza del Mare Adriatico, è generalmente meno continentale rispetto al resto
della Romagna. Il suolo è ancora argilloso ma meno tenace e più fertile del vicino Forlivese.
All’interno del Cesenate sono previste 3 sottozone: Cesena, San Vicinio, Longiano.
La zona di produzione del Romagna Sangiovese si sviluppa a sud della via Emilia e a nord dell’Appennino
Tosco-Romagnolo, e tocca, da nord-ovest a sud-est, una trentina di comuni distribuiti nelle province di
Ravenna e di Forlì-Cesena. Il territorio consiste in un’area collinare e pedecollinare che si sviluppa in
prevalenza lungo ampie vallate che godono di buona ventilazione e ottima insolazione, inoltre i terreni sono
di matrice sedimentario-argillosa, e il clima è di tipo continentale, con estati calde e inverni freddi e
prolungati. La forma di allevamento più utilizzata è il cordone speronato basso, più raro il Guyot. E’ bene
ricordare che il Romagna Sangiovese con indicazione di Sottozona deve avere una percentuale minima di
uva sangiovese non inferiore al 95%, contro l’85% del Romagna Sangiovese senza indicazione di
Sottozona.
La Romagna è una delle poche regioni che non è passata sotto le luci della ribalta dal punto di vista
mediatico, ed i suoi vini nascono dove la luce è più cupa rispetto alla Toscana, i terreni sono freddi, argillosi,
l’influenza padana è tangibile, i tannini sono più ruvidi, a grana grossa; i vini che qui nascono sono sinceri,
buoni compagni della tavola, da non bersi fuori dai pasti, con una bella freschezza, vivace alcolicità, e dal
frutto generoso.
I primi 5 vini in degustazione sono rappresentativi del Faentino:
1. COSTA ARCHI - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE – ASSIOLO SERRA 2012
L’azienda è condotta da una decina di anni da Gabriele Succi, produttore giovane e paradigmatico, il quale
ha deciso di fare tutto in maniera tradizionale, dalla vinificazione in rosso in piccoli contenitori da 7/7,5 hl.,
alle follature manuali per tenere la vinaccia più possibile a contatto con il mosto e macerazioni lunghe e solo
travasi (si opera una leggera filtrazione prima dell’imbottigliamento), il tutto senza uso di temperatura
controllata. I lieviti selezionati, vengono utilizzati solo in casi di estremo bisogno, quando l’annata porta le
uve a concentrazioni zuccherine molto elevate. L’azienda si estende su due corpi per un totale di 13 ha
interamente investiti a vigneto: il podere “il Beneficio” e il podere “Monte Brullo, entrambi alla Serra di Castel
Bolognese, dove i terreni sono caratterizzati da argille rosse evolute o da altre argille più gialle ricche di
depositi calcarei (i cosiddetti “cervelli di gatto”). Tutte le uve destinate alla vinificazione sono raccolte a
mano, l’intera azienda è coltivata nel rispetto della natura seguendo i disciplinari di lotta integrata.
Sangiovese in purezza, vino profondo, godibile, frutta grossa, viola, noce moscata, fresco, abbastanza
tannico, vino di impatto, non lungo ma ben proporzionato. Gradazione alcolica 14%
2. GALLEGATI - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE RISERVA - CORALLO NERO 2009
Antonio e Cesare, titolari dell’azienda Gallegati hanno una piccola azienda propria sui Monti Coralli, nelle
prime colline di Faenza, dedicata ad agricoltura promiscua, dalla frutta alla vite, dedicando il podere in
collina alla sola coltivazioni di ulivi (1 ha) e vigneto (6 ha). I vigneti occupano un podere sulla prim a fascia
collinare faentina, antistante alla linea dei calanchi ma già di fatto nel territorio di Brisighella. I terreni sono
formati di argille di origine pliocenica, frammiste a calcare e limo, con coste anche ripide, i calanchi, pur se
non a grandi quote (150-200 mslm). In vigna Antonio adotta la lotta integrata, limitando al massimo gli
interventi chimici, a base di rame e zolfo e segue con attenzione le vigne, curandosi di ogni fase. A Cesare
spetta invece il lavoro in cantina, dove ad oggi opera con ceppi di lieviti selezionati, pur con alle spalle
esperimenti con lieviti autoctoni.
Nel calice troviamo un rubino pieno e denso, dall’impatto sulfureo, note ematiche, un vino interessante ma
ancora chiuso, una velatura ossidativa, lieve sentore animale.
3. CA' DI SOPRA - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE - CREPE 2013
L’azienda agricola Ca’ di Sopra si trova a Marzeno, sulle prime colline sopra la città di Faenza, a pochi
chilometri da Brisighella e Modigliana, in una delle aree vitivinicole più interessanti della Romagna. Fondata
nel 1967, l’azienda ha sempre avuto una forte connotazione vitivinicola, favorita dal particolare microclima,
dalla natura prevalentemente calcarea e argillosa dei terreni, dalla altitudine che va dai 120 m slm fino ai 240
m slm, che da sempre garantiscono uve di antico e assoluto valore.
Ca’ di Sopra rappresenta l’unità storica dell’azienda, mentre il nome del vino si riferisce alle crepe che si
formano nel terreno d’estate: l’argilla e il calcare conferiscono a questo vino sapore forza e carattere.
Nel calice, una leggera nota di riduzione, che ben presto lascia il posto al profumo avvolgente di lavanda, di
gariga (tipo di vegetazione tipica dei terreni aridi delle zone mediterranee, composta specialmente da bassi
arbusti sempreverdi, come rosmarino, timo, palme nane eccetera, e da prati aridi), abbastanza tannico,
fresco, torna alla bocca un piacevolissimo accenno di uva passita.
4. VILLA PAPIANO - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE - LE PAPESSE 2013
L’Azienda Agricola Villa Papiano si estende sul versante sud del Monte Chioda ad una altitudine di 450 m
slm da monte a fondo valle fino al torrente Ibola, che scorre perenne; ci troviamo nella Sottozona di
Modigliana, dove il terreno è meno argilloso e con maggiori intrusioni di arenaria.
La superficie totale è di circa 60 ettari di cui 10 a vigneto e i rimanenti suddivisi tra oliveto, seminativi e
boschi.
L’assoluta particolarità dell’habitat, l’antica origine della terra, la collocazione geografica nell’Appennino
Tosco Romagnolo e la specificità delle vigne, hanno permesso di realizzare un ambizioso progetto
vitivinicolo e di recupero ambientale, unito alla ricerca agronomica e all’interesse per l’innovazione: il tipo di
agricoltura è quindi biologica certificata.
La fermentazione è svolta in acciaio a temperatura controllata; macerazione sulle bucce per un minimo 18
giorni, affinamento di 6 mesi in acciaio + 12 mesi in bottiglia.
Il vino, biologico, non in purezza ma con una piccolissima aggiunta di uva Marzemino (*), racconta molto
bene l’altitudine, è un vino sottile, giovanile, con sentori di frutta acerba non invaiata, impatto vivido, vino
aspro ma nel contempo piacevole, sapido, minerale, con una grana del tannino che non offende la bocca, un
vino raffinato.
(*) Sinonimo di Balsamina, Berzamino; in provincia di Ravenna e Forlì venivano chiamati “balsamini” tutti i
vitigni di buona qualità e profumati (da balsamo, termine con cui si indica qualcosa di piacevole, profumato.
5. CALONGA - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE RISERVA - MICHELANGIOLO 2011
L'Azienda Agricola Calonga si è sempre distinta per la coltivazione di vitigni autoctoni come Albana,
Sangiovese e Pagadebit anche se la vera passione di Maurizio Baravelli è il Cabernet Sauvignon. I vigneti si
estendono per 10 ettari su dolci colline ricoperte di vigne, su terreni composti da un misto di argille e sabbia
gialla e questo ha permesso di individuare piccoli cru con specifiche caratteristiche, nella zona di Oriolo. La
vigna è gestita nel modo più naturale possibile, praticando l’inerbimento da anni e effettuando tutti i lavori in
vigna rigorosamente a mano.
I vini Calonga in generale sono fini ed eleganti grazie ad un percorso che nel tempo sta dando i suoi risultati,
percorso nel quale vengono affiancati da un famoso enologo toscano di Bolgheri, Fabrizio Moltard. Grazie
sia al terreno con sabbie plioceniche gialle (le cosiddette “lenti”) che conferiscono al vino maggior corpo, sia
al microclima ottimale, questa giovane e piccola cantina è in grado di produrre vini ben definiti, dal timbro
morbido e dinamico, con grande concentrazione e lunghezza.
La vinificazione viene effettuata in vasche di acciaio con macerazione di una settimana; l’invecchiamento
viene effettuato in barriques di rovere francese da 225 lt per 12 mesi.
Il vino degustato è stato pluripremiato. La presenza in bocca è importante, un vino con alcol, frutta, profumi
che ricordano il legno e il tabacco. L’uso del merlot, l’annata e lo stile, rendono questo vino intenso, morbido,
è un vino fuori dal tempo e fuori dal luogo, in quanto ricorda più i vini toscani di Bolgheri che i Sangiovesi
emiliani.
I successivi 3 vini in degustazione sono rappresentativi del Forlivese, e sono:
6. MARTA VALPIANI ROSSO - IGP SANGIOVESE 2012
La cantina vinicola Marta Valpiani nasce nel 1999 a Castrocaro Terme e si trova a 300 metri di altitudine,
adagiata su un terreno particolare, costituito prevalentemente da argilla e in minima parte da limo e sabbia,
che carica i propri vini di energia, conferendo ad essi una sensuale aromaticità e una spiccata nota floreale
con profumi di frutta rossa e nera.
A conduzione familiare, Marta e la figlia Elisa sono proprietarie di 6 ettari tra vigneto e uliveto in questa parte
di colline dell’Appennino Romagnolo. La cantina è stata realizzata in linea con le nuove tecnologie di
vinificazione con vasche e tini d’acciaio inox a temperatura controllata, pigiatrice pneumatica,
microssigenatori, barriccaria in rovere francese il tutto coadiuvato dalla consulenza del celebre enologo
friulano il dott. Nicola Pittini.
Frutto di questo studio è il vino in degustazione, non filtrato, che è il primo prodotto con consapevolezza e
conoscenza. Si presenta di uno splendido rosso rubino, con una vena geraniosa, vegetale, profumi gradevoli
con leggere speziature di pepe (per l’argilla), la macerazione leggera ne esalta la freschezza. E’ un vino
leggero al tatto gustativo, spogliato del superfluo, essenziale, lineare.
7. PREDAPPIO DI PREDAPPIO - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE RISERVA - VIGNA DEL
GENERALE 2011
Dal 1885 l'azienda vitivinicola Fattoria Casetto dei Mandorli produce pregiati vini a Predappio Alta, area di
grande importanza storica nella viticoltura della Romagna. La Fattoria Casetto dei Mandorli è la tipica
azienda vitivinicola italiana a conduzione familiare, retta dal concetto che vigne, territorio e clima sono
tutt’uno. Oggi la cantina e i vigneti sono governati con i medesimi principi da Alessandro, enotecnico e
quarta generazione della famiglia.
La zona di produzione è Predappio, per la precisione Predappio Alta, una delle più vocate in assoluto per la
tipologia, terreno argilloso e calcareo, con vene di zolfo che frastagliano la proprietà a regalare sapidità e
mineralità il tutto in ottima esposizione.
Maturato due anni in botti di rovere da 30 hl e tre mesi di affinamento in bottiglia, non filtrato, il vino in
degustazione apre subito su note nobili di tabacco, con speziature interessanti, cupo quanto basta per non
essere scuro, un vino adatto a chi ama la complessità. Equilibrato ed omogeneo, la trama tannica è setosa e
interessante: il tutto aiutato da un terreno in cui non esiste ristagno d’acqua.
8. GIOVANNA MADONIA - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE - FERMAVENTO 2011
L'azienda comprende circa 12 ettari che si estendono sulle pendici della splendida collina di Montemaggio, a
Bertinoro, nel cuore della Romagna.
Le vigne si trovano ad un'altezza tra 200 e 350 metri s.l.m intervallate da ulivi e da macchie di bosco, i cui
profumi si fondono con quelli che arrivano dal mare. Il territorio è ricco di sabbie e fossili, il cosiddetto calcare
organogeno, e infonde ai vini maggior sapidità, tannini fini ed eleganti.
Per il Fermavento la raccolta dell’uva viene effettuata a mano, in cassette, in due passaggi diversi per
selezionare le uve migliori. Segue la pigiatura e diraspatura soffice. Fermentazione in vasche di acciaio a
temperatura max di 30°C. Maturazione 70% in acciaio e 30% in legno di secondo passaggio, per 6/8 mesi.
Filtrazione larga e affinamento in bottiglia per circa 6 mesi.
Vino frugale, di colore rubino molto luminoso, al naso note di tamarindo e agrumi scuri che infondono garbo
ed eleganza, in bocca è sapido, elegante, dalla trama tannica sottile ed equilibrata.
Infine, il Cesenate viene rappresentato dall’ultimo vino:
9. VILLA VENTI - ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE - PRIMO SEGNO 2012
Villa Venti è un'azienda vitivinicola biologica al centro di una terra d'antica vocazione. Situata sulle colline di
Longiano, nasce dall’idea e dalla intuizione di due amici, Giardini Mauro e Castellucci Davide, di riavvicinarsi
alla natura, per produrre qualcosa di bello e pulito. Dopo le analisi del terreno, che hanno rilevato argille
rosse evolute e sabbie gialle del Messiniano (7-5 milioni di anni fa) ricche di sali da fenomeni evaporativi,
Mauro e Davide hanno capito che la collina offriva un potenziale incredibile e sono stati piantati i primi
vigneti, con il metodo di allevamento ad alberello a tridente. Oggi questa collina è ricoperta di piccole vigne
che si alternano in un prato verde smeraldo completamente inerbito. Gli ettari vitati sono 7.
Primo Segno viene prodotto con uve Sangiovese, la raccolta è manuale, senza aiuti di prodotti chimici, la
vinificazione e la maturazione vengono effettuate in recipienti di acciaio.
Vino di un bel rosso rubino, ha note di sambuco, violette, erbe aromatiche, spezie delicate che si ritrovano
anche in bocca. In bocca è fresco, con una bella sapidità.
Isabella Giannini