Edizione 2/11 del 9 febbraio 2011
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Edizione 2/11 del 9 febbraio 2011
2 / 11 http://www.samaritani.ch Samaritani a bordo pista a Wengen Reportage Samaritani in servizio alla gara del Lauberhorn. p. 4 Buono a sapersi Come prevenire il «colpo di frusta». p. 14 Associazione e Sezioni Impressioni dal corso Modulo 2 in Ticino p. 20 www.sq24.ch QUALITA’ SELEZIONATA - PREZZO ECCEZIONALE. PER LA VOSTRA SALUTE E IL WELLNESS. NOVITA Sistema di abbigliamento outdoor di OutQuest® per tutte le attività: 3 giacche di qualità in una – 5 modi diversi d’indossarle – 1 prezzo Softshell & Pile Polare all’interno! PERFETTA PER OGNI TIPO DI TEMPO Questo sistema di abbigliamento modulare, costituito da 3 giacche indipendenti con almeno 5 diversi modi d’indossarle, permette di adeguare lungo tutto l’arco dell’anno il proprio vestiario alle varie condizioni climatiche. 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Al di là della battuta, penso che la parola «contagio» ben si addice al sentimento che si prova percependo la passione e la gioia che molti Samaritani hanno e trasmettono compiendo il loro lavoro. Come ben scrive a pagina 17 un partecipante al Modulo 1 di formazione per monitore di corso, i Samaritani sono «appassionati» e sanno «appassionare», e questa passione è appunto molto contagiosa. Lo posso testimoniare personalmente: l’entusiasmo della decina di Samaritane e Samaritani ticinesi che hanno parteciapato a Tenero al Modulo 2 di formazione per monitori, mi ha lasciato il desiderio e la voglia di imparare nozioni nuove e utili, di trasmetterle a mia volta e di aiutare il prossimo. Riferiremo di questo corso e sentiremo i suoi partecipanti sul numero di marzo di «oggi Samaritani». Già su questo numero, a pagina 20, ospitiamo però con piacere le impressioni di Roberta Zarro, della Sezione di Coldrerio, che ci racconta le emozioni che ha vissuto durante il corso. Con rinnovato entusiasmo questi Samaritani portano ora le loro nuove conoscenze nelle rispettive Sezioni, pronti a «contagiare» altre persone con il «virus samaritano», che male proprio non fa. Anzi fa solo del bene! Panorama 10 Dietro le quinte di un Pronto soccorso Una giornata intera passata con i soccorritori professionisti del Pronto soccorso dell’Ospedale cantonale di Olten, i loro interventi, le loro emozioni e paure. Buono a sapersi 14 Il «colpo di frusta» alla schiena Come succede e come prevenirlo, i sintomi e le conseguenze, l’importanza degli accorgimenti preventivi. Sommario I Samaritani sono contagiosi! Samaritani in pista al Lauberhorn Un avvincente reportage dai Posti samaritani allestiti a Wengen in occasione della famosa e spettacolare discesa di Coppa del Mondo. 03 Attualità dalla Federazione 16 Formazione in seno alla FSS: il Modulo 1 Continua il nostro percorso a tappe lungo la formazione in seno alla Federazione svizzera dei Samaritani, questo mese visitiamo il Modulo 1 svoltosi in Svizzera romanda. Ritratto 18 Il commentatore DRS Hanspeter Latour Allenatore molto noto in tutta la Svizzera e all’estero, possiede eccellenti doti comunicative e un’oratoria avvincente: parlerà alla Giornata d’Impulso a Olten. Associazione e Sezioni 19 Echi dalle Sezioni ticinesi e moesane Due riusciti corsi per la Sezione di Mesocco. Un’incoraggiante testimonianza dal corso di formazione Modulo 2 svoltosi a Tenero. MaraZanettiMaestrani oggi samaritani 2/11 Il canadese Osborne all’arrivo solleva un pulviscolo di neve, sotto gli occhi attenti dei Samaritani. Gara di Coppa del Mondo a Wengen, una festa popolare nell’Oberland bernese Brivido della velocità al Lauberhorn Un vero record: a metà gennaio erano ben 62 000 gli spettatori che hanno voluto assistere «live» alla mitica discesa del Lauberhorn, a Wengen. Mentre i discesisti passano la linea del traguardo a velocità che raggiungo i 150 km/h, i Samaritani non stanno a guardare, ma sono pronti ad intervenire in caso di emergenza. oggi samaritani 1/11 Cielo terso, blu intenso, il sole che ci riscalda il viso e, sullo sfondo, la maestosità dell’Eiger, del Mönch e della Jungfrau. Carlo Janka ha appena lasciato il cancelletto di partenza di quella che è la gara di Coppa del Mondo più lunga... al mondo! Accanto al percorso e nello stadio d’arrivo, sventolano freneticamente migliaia di bandiere svizzere. Dopo un avvio avvincente, il beniamino di casa e già vincitore della gara lo scorso anno, si appresta ad affrontare il temibile salto di 40 metri, noto come Hundschopf. Incredibile come salta lontano e poi riesce di nuovo ad assumere la posizione di ricerca di velocità! Le grida d’entusiasmo del pubblico si intensificano quando sugli schermi giganti appare il tempo intermedio: dopo le curve a S, Janka l’«Iceman» è davvero messo bene per minacciare seriamente il primo rango dell’austriaco Klaus Kröll. Il forte grigionese attacca ancora sul ripidissimo e lungo «Haneggschuss», dove sono già state misurate velocità record di oltre 150 km/h. Al traguardo, dopo oltre 2 minuti e mezzo di gara a velocità folle, il 24enne arriva con soli 39 centesimi di ritardo sul vicintore. Janka, che alla fine della competizione salirà sul terzo e meritatissimo gradino del podio, è esausto e rimane disteso per alcuni minuti sulla neve nella zona d’arrivo. Gli spettatori sono entusiasti! Soprattutto quando il rodato Didier Cuche chiude solo a qualche minuto dal secondo rango! Un team samaritano affiatato Chi in questa atmosfera di festoso entusiasmo non deve lasciarsi prendere, bensì deve mantenere la testa lucida, è l’affiatato team dei Samaritani che ruota attorno a Christine Wyss. Ogni volta la presidente (da tanti anni) della Sezione Samaritani di Wengen non ritiene nulla della gara e del lungo fine settimana di competizioni, essendo troppo concentrata nel suo lavoro. «Devo sempre chiedere alla fine delle gare chi ha vinto e soprattutto come si sono piazzati i nostri atleti svizzeri!», dice sorridendo. Oggi, racconta, poco prima dell’inizio della discesa la moglie di un poliziotto è scivolata su una lastra di ghiaccio ed è caduta ferendosi leggermente alla testa e al ginocchio. È stata subito trasportata al Posto samaritano ubicato vicino allo stadio d’arrivo ed è stata assistita con cura da Christine Wyss e Vivien Balmer. Sandra Buess, Yolanda Rey, Claudia Hausheer e Kathrin Buch- mann, dal canto loro, si sono fortunatamente occupate solo di ferite leggere. Poiché la sola Sezione Samaritani di Wengen dispone di poco personale per eventi così grandi come la gare del Lauberhorn, da anni si è instaurata una buona collaborazione con Samaritani provenienti da tutta la Svizzera che hanno saputo creare un team affiatato. Maya Spalinger, che – con Werner Widmer – si trova alla postazione per gli atleti presso lo stadio di arrivo, arriva per esempio dal Canton Zurigo e fa parte della Sezione Samaritani basilese di Wenslingen. Il pericolo è sempre presente Tanto grandioso e superbo può essere lo spettacolo rappresentato dalle alte velocità e dall’entusiasmo conta- gioso del pubblico, tanto pericolose possono essere queste discese. A queste velocità una caduta può avere esiti letali. Christine Wyss – che è capo Ressort nel Comitato organizzatore e che durante l’anno è attiva nel servizio di trasporto delle persone malate nell’Oberland bernese – si ricorda ancora della «tragedia di Wengen» quando, 20 anni fa, il giovane tirolese Gernot Reinstadler ha pagato con la vita la sua passione per la discesa: una brutta caduta durante le prove gli è stata fatale. O ancora, come «monito», basta il caso dello svizzero Silvano Beltrametti che, dalla sua caduta durante la discesa, 10 anni fa, vive sulla sedia a rotelle. Beltrametti era presente a Wengen quale ospite. Reportage di James D. Walder (testo e foto) 05 L’asso svizzero dello sci Carlo Janka si prende il tempo per posare assieme alla Samaritana Vivien Balmer. La soccorritrice Denise Dübi e il medico della Sezione Urs Allenspach ai bordi della pista. Christine Wyss, Werner Widmer e Maya Spalinger (da sinistra) hanno controllato attentamente la zona d’arrivo. oggi samaritani 2/11 Reportage Un milite della Protezione civile si è ferito ad un dito; viene assistito da Maya Spalinger nel Posto samaritano. 06 Cadute alle curve a S Kernen Non deve quindi sorprendere se si punta ad una catena di soccorso perfettamente funzionante. Urs Allenspach – medico del paese e della Sezione – si è posizionato con la soccorritrice Denise Dübi proprio all’uscita delle curve, vicino alle reti di protezione della pista. Tutte e due seguono gli eventi della gara con grande concentrazione. E quando, nel tratto più in alto della pista, vengono mostrate le cadute di Patrik Jaerbyn (S) e Stephan Keppler (D), il medico ascolta con attenzione via radio le valutazioni fornite sul posto dal suo collega medico Max Brönnimann. Keppler si è strappato diversi legamenti e ha dovuto Nel villaggio della gara davanti al Container dei Samaritani: da sin. Ruth Burkhalter, Douglas Tremaine e Barbara Steuri. essere evacuato con l’elicottero dell’Air Glacier verso l’Ospedale di Interlaken. Per lo sfortunato sciatore tedesco la stagione è ormai finita. «Sono qui al Lauberhorn già per la 19esima volta. Tre medici e due elicotteri-ambulanza sono a disposizione e pronti ad intervenire. Oggi per fortuna tutto è andato bene», osserva Allenspach. La collaborazione con i Samaritani non è perfetta solo durante la tre giorni di gare, ma pure sull’arco di tutto l’anno, afferma soddisfatto il medico. Casi particolari durante la notte di festa Dopo una lunga giornata al Posto samaritano di Wengeralp, Ruth Burkhalter si ritrova verso sera con i colleghi Douglas Tremaine, Barbara Steuri e Patrick Schaufelberger al Posto allestito nell’affollato villaggio della gara. Qui, dalle 20, il maggior problema per i Samaritani, per la Polizia sanitaria e per i soccorritori professionisti diventa il consumo di alcool (vedi box). Ci sono anche alcuni casi particolari, come quello della ragazza che si presenta con una ferita sulla fronte causata, a suo dire, da un vaso di fiori che le è caduto addosso. La festa continua per tutta la notte, mentre la luna splendente rischiara l’Eiger, il Mönch e a Jungfrau. n L’evento è in crescita costante Euforia totale nella piazza di Wengen: i fans assistono alla premiazione. La gara di Coppa del Mondo di Wengen attira ogni anno sempre più spettatori ai bordi della pista. Quest’anno, per l'81esima edizione di metà gennaio, gli spettatori erano per la prima volta addirittura più di 60 000: in 18 000 hanno assistito alla Super combinata del venerdì, mentre 35 000 erano presenti alla discesa di sabato con lo show della Patrouille Suisse e altri 9000 hanno assistito allo slalom di domenica; in totate ben 62 000 spettatori. Il record del 2010 è così di nuovo stato superato, e di ben 4000 unità. E anche alla televisione sono in milioni in tutto il Mondo gli oggi samaritani 2/11 spettatori che guardano il grandioso spettacolo di questa gara mozzafiato tra le maestose montagne svizzere. Questa immensa attenzione focalizzata su Wengen porta indubbiamente molto all’immagine della regione e del «Circo bianco», ma porta con sé anche alcuni svantagi, soprattutto di natura logistica. Anche se da Lauterbrunnen a Wengen, a piedi, ci si impiega solo poco più di un’oretta, sono in pochissimi a scegliere questa opzione. Le lunghe code d’attesa alla stazione del trenino dove "si ammassano" tutti gli spettatori, diventano così il «tormentone» del Lauberhorn. In molti non arrivano neppure in tempo per vedere le gare. Per questo sempre più persone si concedono un breve volo in elicottero per giungere in tempo sul posto di gara. E anche i Samaritani, a volte, sono al limite: si nota infatti che soprattutto molti giovani vengono a Wengen solo per partecipare ai party serali e alle varie feste. Spesso arrivano solo dopo la conclusione delle gare e, complice l’alcool, influiscono in modo considerevole sull’ambiente della festa. Come in altri grandi eventi sportivi del genere organizzati in Svizzera (ad es. la Coppa Spengler a Davos), i Posti samaritani servono, a tarda sera e notte, quasi solamente quali luoghi riscaldati per smalire la sbornia. Anche per questo motivo, il Container del Posto samaritano al centro del villaggio è davvero diventato troppo piccolo. Se questo evento, come si può facilmente intuire, è destinato infatti a crescere ancora, i Samaritani dovranno poter disporre di un Posto più grande e di più personale. Jdw 3domande Sezioni e segretariato incentivano i giovani Principi di base uguali, libertà nell’applicazione Jakob Bähler, 35 anni di Rüschegg nel Canton Berna, rappresenta la Società svizzera delle truppe sanitarie (SSTS) nel Gruppo di lavoro per l’elaborazione delle nuove direttive nell’ambito della rianimazione per i laici. All’interno della SSTS è responsabile della Commissione tecnica, la quale definisce le procedure specificie per i quadri delle singole Sezioni. Come tutti nella SSTS, anche lui svolge questo lavoro a titolo di volontariato. Professionalmente Jakob Bähler lavora nell’Esercito svizzero, presso la base logistica dove dirige e coordina la formazione dei collaboratori civili. ek. 1 Quali sono, secondo lei, i vantaggi di essere rappresentante della SSTS nell'elaborazione comune delle nuove direttive? Cosa pensa di questa collaborazione? La collaborazione tra le diverse organizzazione laiche di soccorso rafforza la formazione nelle singole organizzazioni. Per me «collaborazione» significa elaborare assieme gli strumenti di formazione; ma si lascia poi la libertà ad ogni singola organizzazione di strutturare la formazione come meglio crede. La collaborazione favorisce molte nuove conoscenze, ad esempio conoscere come lavorano le altre organizzazioni proprio nella formazione. Questo dà a me, in qualità di capo della Commissione tecnica della SSTS, nuove idee e spunti per strutturare in modo sempre più efficiente la formazione dei nostri quadri. 2 A quale aspetto bisogna porre maggior attenzione nell'elaborazione delle nuove direttive di rianimazione rivolte ai laici? Come far ritenere queste nuove disposizioni, sia ai formatori che ai corsisti? La domanda contiene già la risposta: per i formatori trasmettere le nuove direttive deve essere il più possibile semplice affinché i partecipanti dei corsi soccorritori possano a loro volta capirle e ritenerle. 3 Anche se le Truppe sanitarie, come i Samaritani, sono affiliate alla Croce Rossa svizzera (CRS), per tanti anni questi enti si sono percepiti come concorrenti l'uno dell'altro. Oggi si lavora assieme, come mai? Quando dei concorrenti sono capaci di lavorare assieme con rispetto e stima reciproci, come ora per l’elaborazione delle nuove direttive, la concorrenza può diventare una forza. Tutte le organizzazioni di soccorso laiche hanno dei quadri e dei membri molto validi; ciò rappresenta un buon auspicio per l’attività. Questa collaborazione tra le organizzazioni sotto il tetto della CRS è da prendere come esempio. Sono convinto che una concorrenza sana può essere uno stimolo e un’ulteriore motivazione per i soccorritori laici a dare il loro meglio per aiutare le persone in difficoltà. Mentre ho scritto questa colonna, la Federazione svizzera dei Samaritani contava 121 Gruppi giovanili. Lo scorso anno ne sono stati fondati ben 14 nuovi. Molto bene! Ho la chiara impressione che nelle Sezioni Samaritane e nelle Associazioni cantonali ci sia stato in questo importante settore un comune e maggior fermento. Quanto siamo vicini agli obiettivi posti in questo ambito dalla Strategia 2012, riguardo proprio al lavoro con i giovani, ci verrà comunicato dai rappresentanti delle Associazioni cantonali durante la loro conferenza del mese di marzo prossimo. Anche a livello di Segretariato centrale della FSS è stata fatta una riflessione a sapere quale contributo il Segretariato stesso può fornire concretamente a favore dei giovani. La risposta è stata lampante: abbiamo di nuovo offerto un posto di lavoro ad un apprendista di commercio nei nostri uffici. L'ultima volta che abbiamo assunto apprendisti è stato due decenni fa, ossia già un bel po' di tempo fa. Ammetto che anche da parte nostra ci vuole un certo coraggio nel compiere questo passo, carico anche di responsabilità. Il contratto di lavoro con il futuro apprendista sta andando in porto. Da parte nostra ci rallegriamo già sin d'ora di poter offrire, dal mese di agosto prossimo, un interessante e motivante impiego ad un giovane ragazzo, fieri di averlo con noi per la sua prima esperienza lavorativa. Attualità dalla Federazione Jakob Bähler 07 Regina Gorza, Segretaria centrale FSS oggi samaritani 2/11 Novità di FLAWA L’innovazione del cerotto Il cerotto per lesioni della pelle e vesciche Hydro Plast (idrocolloidale), il cerotto per piccole ustioni Hydro Plast (idrogel) e il Forte Plast. I partner della FFS Il cerotto per escoriazioni e vesciche è un cerotto idrocolloidale che agisce sulla base del principio di guarigione delle ferite in ambiente umido. 08 I cerotti idrocolloidali offrono un alto comfort e aderiscono per più giorni. Gli idrocolloidi assorbono il sudore, inglobano batteri e anche parti di tessuto distaccato o necrotico e si fluidificano. In questo modo formano un gel che avvolge la ferita e la mantiene umida. Caratteristiche: Il cerotto idrocolloidale crea un ambiente umido, calma il dolore, favorisce la guarigione rapida della ferita, riduce la formazione di cicatrici, è impermeabile all’acqua e traspirante, morbido, trasparente e utilizzabile per più giorni. Il cerotto per ustioni è formato da una compressa di idrogel che agisce sulla base del principio di guarigione delle ferite in ambiente umido. La pelle danneggiata perde umidità e, di conseguenza, le cellule colpite si seccano. Tale disidratazione determina la formazione di croste. I cerotti con idrogel sono costituiti principalmente di acqua reticolata che apporta umidità in modo regolare alla ferita. L’idrogel crea un ambiente umido ad effetto rinfrescante anche sulle terminazioni nervose colpite, procurando in tal modo sollievo alla pelle irritata. L’idrogel assorbe anche il sudore e il cattivo odore prodotti dalla ferita. Caratteristiche: Il cerotto con idrogel crea un ambiente umido, calma il dolore, favorisce la guarigione rapida della ferita, riduce la formazione di cicatrici, protegge contro i batteri, è impermeabile all’acqua e traspirante, morbido, trasparente e utilizzabile per più giorni. Il cerotto ha un’aderenza molto forte e sopporta ogni tipo di strapazzo. 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Per ogni litro di carburante pagato con una carta di credito TCS Drive presso una stazione di servizio BP o Tamoil viene infatti rimborsato un determinato importo: in ogni caso 3 centesimi al litro con «TCS MasterCard drive» oppure 4 centesimi al litro con «TCS American Express drive Gold». Inoltre vengono accreditati fino a 7 (TCS MasterCard drive) o 8 (TCS American Express drive Gold) centesimi per ogni litro di carburante (benzina, diesel o metano), in base al volume annuo di spesa generato con la carta* e alla quantità di carburante acquistato presso BP e Tamoil*. Ulteriori informazioni e i moduli per la richiesta di carte sono disponibili al sito www.drive.ch/promotion, dove è anche possibile consultare la tabella di risparmio Drive, con esempi sul calcolo degli sconti e sulle disposizioni di utilizzo. Come regalo di benvenuto saranno accreditati CHF 20.– sulla Sua carta di credito TCS Drive. L’offerta vale dal 1.2. als 30.4.2011 per ogni carta principale emessa. *esclusi prelievi in contanti, interessi, costi, commissioni e sconti. Il rimborso sul volume di spesa è limitato all’acquisto di max. 2000 litri di carburante all’anno presso BP e Tamoil. oggi samaritani 2/11 I due soccorritori professionisti Joel Flury e Martin Groves si preparano ad un intervento. Pronto soccorso dell’Ospedale di Olten Sollecitato anche in inverno Nebbia, ghiaccio e neve danno sempre del filo da torcere agli ospedali, così anche ai soccorritori professionisti del Pronto soccorso di Olten. «oggi Samaritani» fa vivere ai nostri lettori una giornata intensa di lavoro trascorsa proprio assieme ai soccorritori. Testo: Zita Motschi Foto: Patrick Lüthy Sono le 7 di mattina. L’ora del cam bio di turno al servizio di Pronto soccorso dell’Ospedale cantonale di Olten. I cinque soccorritori profes sionisti (Judith Mehr di Ruppers wil, AG; Anita Lack di Gunzgen, SO; Philippe Fröhli di Buchs, AG; Manuel Wasserfallen di Fulenbach, SO, e Theo Voltz di Basilea) si pre sentano tutti pronti, nella loro divi sa di lavoro. Dato che fuori fa molto freddo ed è ancora buio, si prendo no un attimino di tempo per godersi un buon caffé caldo prima di inzia re il loro turno di lavoro. Al momento tutto è tranquillo. «A volte appena arriviamo dobbia mo subito intevenire», racconta Theo Voltz, capo del Team di 35 oggi samaritani 2/11 persone. E cosa fate quando tutto è tranquillo e non c’è lavoro? «Abbia mo le nostre mansioni giornaliere, settimanali e mensili da svolgere: verifichiamo tutto il materiale d’in tervento, dai medicamenti ai veicoli di soccorso», spiega il basilese. «È estremamente spiacevole e contro producente, durante un intervento, ritrovarsi con del materiale incom pleto. Ne va della riuscita dell’inter vento stesso e della salute del pa ziente.» Gli altri soccorritori concordano unanimi con il loro capo. E cosa succede, invece, quando tutti e due i Team di intervento sono occupati? Chi interviene? «La colla borazione con gli altri enti di soc corso della regione è stretta e co struttiva; funziona sempre in modo ottimale», spiega Voltz. Quando si inizia a parlare del… diavolo, ecco che questo... spunta! Infatti poco prima delle 7.30 arriva un allarme. Il Team 1, composto da Philippe Fröhli e Manuel Wasserfal len, riceve una chiamata d’urgenza dalla Centrale d’allarme di Soletta. Manuel riferisce di un’emergenza cardiaca e quindi di una possibile necessità di rianimazione. Luogo dell’infortunio: Olten, nelle vici nanze della stazione. Per sicurezza, il soccorritore getta ancora uno sguardo di controllo sulla cartina della città, poi si sistema la giacca e via! Il Team 1 non ha ancora acceso il motore dell’ambulanza, che di nuovo giunge una chiamata: anche il Team 2 deve quindi mettersi in strada! A sirene spiegate Manuel Wasser fallen e Philippe Fröhli percorrono Il capo del Team del Pronto soccorso dell’Ospedale di Olten, Theo Voltz, getta per sicurezza ancora uno sguardo sulla cartina della città prima di partire. nisti passano subito le necessarie informazioni sulla paziente ai loro colleghi sanitari. I nostri soccorritori riempiono poi il formulario di protocollo dell’intervento, un documento legale che, da una parte, serve ai responsabili dell’ospedale che si prenderanno successivamente cura della paziente e, dall’altra, serve per allestire la fattura. Philippe Fröhli, già esperto anestesista, rimpiazza poi subito nell’ambulanza il materiale appena usato e ci mostra il prezioso e complesso interno dell’ambulanza stessa, a cominciare dagli strumenti di comunicazione (tra l’autista e il soccorritore) fino agli strumenti di soccorso per i bambini. Alle 9 arriva un’altra chiamata: un’ospite della Casa per pesone anziane di Erlinsbach soffre di occlusione intestinale. Non si tratta di un’urgenza. Il Team 1 è comunque pronto a partire; il secondo è appena rientrato dal suo intervento. «Se si trattasse di un caso di urgenza D 1 con segnali speciali», ci dicono i soccorritori, «allora partirebbe un Team con la luce azzurra da Aarau.» Ma poiché in questo caso si tratta di un’urgenza di livello 2 e la Casa anziani si trova sul territorio di Soletta, entra in servizio il Pronto soccorso di Olten. Una volta giunti a Erlinsbach, i due soccorritori professionisti constatano che l’anziana paziente soffre di diversi altri disturbi che necessitano di approfondimenti; per questo la trasportano all’Ospedale per ulteriori esami. È impressionante vedere con quale sensibilità e naturalezza, Philippe riesce a tranquillizzare l’anziana, ascoltandole le frattempo il polso e chiedendole con gentilezza dei suoi figli e dei suoi nipoti, contribuendo così a diminuire il comprensibile stato di paura e ansia in cui si trova la paziente. Dopo che la signora ha raggiunto l’ospedale ed è stata data in Panorama le strade della città, grige e molto trafficate a quest’ora di mattina. Alla fine della Hammerallee, sul marciapiede del ponte Dünnern, si sono raggruppate alcune persone. Sul posto c’è un veicolo dei Pompieri della città. I Pompieri qui? Philippe e Manuel fermano l’ambulanza e aprono la porta: «Attenzione, è tutto ghiacciato!», gridano loro subito alcune persone. E infatti sia il fondo stradale che il marciapiede sono lisci e scivolosi. Un vero campo di ghiaccio! I Pompieri sono attenti e avvisano gli automobilisti come pure i pedoni del pericolo. Purtroppo non tutti prestano attenzione e da lì a poco uno scolaro frettoloso, in sella alla sua bicicletta, freccia davanti ai soccorritori e, nell’affrontare una leggera curva, scivola e cade a terra. Per fortuna porta il casco e non si fa male. Risale sulla bici e riparte in un lampo. Sul marciapiede, distesa e immobile, giace una donna di mezza età, in posizione laterale. L’avevano trovata distesa sulla schiena, incosciente; così hanno raccontato le prime persone che le hanno prestato soccorso. Nessuno ha saputo dire da quanto tempo la donna era distesa lì, da sola. Philippe Fröhli controlla subito la respirazione e il polso e fissa la testa della vittima, che riceve immediatamente dell’ossigeno. Con prudenza viene poi portata nel vano interno e riscaldato dell’ambulanza. Verso un quarto alle 8, la paziente risponde per la prima volta alle domande che Philippe le pone. Sussurrando, riesce a pronunciare il suo nome e la data di nascita. Alla domanda se prende dei medicamenti, risponde di sì. Contento Philippe Fröhli constata che, a livello sensoriale e motorico, gli arti delle donna funzionano. La procedura di soccorso procede, come abitualmente, secondo lo schema ABC. Ancora prima che Manuel Wasserfallen avvii l’ambulanza, la donna riceve un’infusione. Poi si parte subito verso il Pronto soccorso dell’Ospedale cantonale, dove si arriva poco dopo le 8. Anche se Philippe, come ha raccontato lui stesso più tardi, non ha constatato delle ferite visibili sulla donna, le ha somministrato in pochi minuti 12 litri di ossigeno. E questo per fare in modo che, in caso di emorragia cerebrale, le cellule cerebrali restino vive. In uno scompartimento del Pronto soccorso, dove la paziente viene adagiata sul lettino, i due soccorritori professio- 11 Misure preventive In generale per i servizi di Pronto soccorso e intervento, le misure di sicurezza sono d’obbligo sempre. Nelle misure preventive rientrano: calzature ottime e sicure, abbigliamento adeguato alle condizioni meteorologiche (in inverno, giacche termiche, berretti), guanti (anche in funzione di protezione dalle infezioni) e una guida del veicolo adattata alle condizioni della strada e meteorologiche. Le ambulanze sono equipaggiate di mezzi antigelo, gomme invernali ed ev anche catene; in generale vi si trovano anche delle thermos e le infusioni sono preriscaldate e, in inverno, si usano delle coperte più pesanti rispetto all’estate. In caso di eventi maggiori, c’è un rimochio apposito con due tende da campo che si montano velocemente e un piccolo generatore per scaldare. Agli automobilisti, Theo Voltz consiglia di avere con sé, nell’automobile, un telo di salvataggio (protegge dal vento, dal freddo e dall’umidità) e una o due vecchie coperte (contro il freddo). oggi samaritani 2/11 Panorama 12 L’infortunata viene posizionata con cura sulla barella e portata nel vano caldo dell’ambulanza dove riceve un’infusione. consegna ai medici, Philippe come di consuetudine ripristina il materiale dell’ambulanza e poi si siede al computer e osserva le immagini delle analisi fatte alla prima paziente della mattina, quella ritrovata sul ponte. Anche se, in fondo, non è responsabile del seguito delle sue cure, il destino di questa giovane donna lo interessa. Con piacere viene così a sapere che la ragazza non ha subito emorragie cerebrali né ferite. Molto probabilmente, afferma «questa donna ha avuto fortuna nella sfortuna: in inverno abbiamo più interventi per traumi che non interventi puramente medici». Specialmente le persone anziane, raccontano i colleghi di Theo, escono la mattina presto per recuperare la loro posta o per fare la spesa e non si avvedono del fondo ghiacciato e scivolano. «Sono interventi molto frequenti, questi, in inverno», aggiunge Theo Voltz, «il ghiaccio è di gran lunga peggiore e più pericoloso della neve.» Più rari sono invece gli interventi speciali. Theo Voltz – attivo da 10 anni a Olten ed esperto anestesista e soccorritore – ricorda come, un paio di anni prima, un quarantenne ha dovuto essere recuperato dalle ghiacciate gole del Diavolo: «l’uomo aveva una frattura al collo del fermore e accusava dolori fortissimi», racconta. «Dato che il luogo dell’incidente era difficilmente raggiungibile, abbiamo dovuto trasportare a mano tutto il materiale necessario dal basso verso il punto in cui si tro- vava la vittima. Con l’aiuto dei suoi amici, abbiamo poi potuto calarlo giù velocemente. Se fosse stato solo, avremmo dovuto richiedere l’aiuto dei Pompieri o della Polizia per poterlo recuperare», spiega. Alle 11 il Team 1 è chiamato di nuovo ad intervenire: una scolara è iperventilata. Philippe può subito verificare che la giovane ragazza, probabilmente già da giorni, soffre di una forte bronchite e quindi deve essere portata in ospedale per ulteriori esami. Purtroppo arriva Manuel sconsolato: la porta posteriore dell’ambulanza non si chiude a causa di un difetto tecnico. In men che non si dica, interviene così il Team 2 che trasporta immediatamente la giovane paziente all’ospedale. È mezzogiorno. Il sole fa capolino tra le nuvole, e non riesce a sconfiggere il freddo ancora pungente. A rotazione, i soccorritori si concedono un pranzo caldo nella caffetteria. Il loro turno di lavoro dura ancora fino alle 15, rispettivamente fino alle 19. Oggi hanno però fortuna: hanno ancora alcuni minuti di tempo per discutere delle questioni tecniche, ma anche emotive, legate agli interventi della mattinata. Fino n al prossimo allarme… Donare un organo per salvare una vita È importante informare e sensibilizzare, l’esempio del Club Amici di Swisstransplant in Ticino Il dono di un organo (cuore, reni, polmone, fegato…) può salvare una vita, e purtroppo in Svizzera la lista di persone in attesa di un organo che dia loro nuove speranze e un futuro è sempre lunga. La carenza di organi è cronica. Spesso manca la corretta informazione sulle modalità di donazione e in genere la gente è reticente o teme ad affrontare questo tema. Swisstransplant – Fondazione nazionale svizzera per il dono e il trapianto di organi, è un servizio con preciso mandato della Confederazione che è responsabile della tenuta delle lista d’attesa dei pazienti e dell’attribuzione degli organi ai destinatari in conformità con le leggi in vigore. La fondazione organizza e coordina a livello nazionale tutte le attività relative all’attribuzione di organi e collabora con gli enti simili di altri Paesi. Nel 2009 è stato creato il Comitato nazionale del dono di organi (CNDO) oggi samaritani 2/11 a seguito dell’integrazione in seno a Swisstransplant della Fondazione svizzera per il dono di organi. Il Comitato si impegna a favore della promozione del dono di organi e di tessuti in Svizzera. I centri abilitati al trapianto di organi in Svizzera sono sei: gli ospedali universitari di Ginevra, Losanna, Berna, Basilea e Zurigo e l’Ospedale cantonale di S. Gallo. A livello ticinese esiste dal 2003 il Club Amici di Swisstransplant, presieduto da Luciano De Lorenzi. Nato a seguito proprio di una vicenda che ha toccato da vicino il suo presidente, il Club si prefigge quale scopo principale quello di sostenere e promuovere la sensibilizzazione capillare (su tutto il territorio, anche oltre i confini cantonali) al dono di organi. Ciò avviene attraverso conferenze, giornate informative, concerti, dibattiti con studenti e militari e altre attività divulgative. Il Club è finanziato da Cornércard e dalle quote dei membri, nonché dagli introiti delle manifestazioni. In Ticino, grazie all’iniziativa del medico prof. Sebastiano Martinoli, vero pioniere in questo campo, il dono d’organi era ed è già abbastanza conosciuto; addirittura il Canton Ticino ha avuto il primato in Svizzera per numero di donazioni per milione di abitanti. Ciò è possibile proprio grazie al grande lavoro di sensibilizzazione portato avanti dai volontari del Club e anche dalle infermiere del reparto di Cure intense dell’Ospedale Civico di Lugano. Il Club è a disposizione per collaborare con le Sezioni Samaritane che volessero affrontare il tema della donazione nell’ambito di una loro serata informativa o per un approfondimento. Contattare Luciano De Lorenzi, tel. 091 605 13 08; luciano.delo@ bluewin.ch o Alice Pozzoli: alice@ k00.ch. Altre info su: www.clubamiciswisstransplant.ch m.z Offerta del mese Nuovo zaino funzionale Samaritano senza contenuto, dimensione esterna ca. 32 x 20 x 47/57 cm Nuovo con • fodera interna di nylon di qualità CARTEX FUNCTIONAL 104 • un compartimento per defibrillatore con cerniera doppia • due compartimenti laterali elastici per recipienti per bere • rinforzo del fondo con doppio nylon • bordura orizzontale riflettente LITE Art. 3297 Zaino con compartimento per defibrillatore aperto CHF 105.– Zaino con compartimento per defibrillatore spiegato Compartimento laterale per esempio con tazza isotermica Ordinazione Zaino e marsupiale Zaino con avec 3 tasce interne lasche Quantità offerta «zaino e marsupiale» Quantità zaino, art. 3297 Nuova marsupiale Samaritano con compartimento per Smartphone, assortita allo zaino funzionale, dimensione 25 x 16 x 12 cm Quantità marsupiale, art. 3319 No. cliente Art. 3319 CHF 20.– Sezione/Ass. Cognome Offerta di lancio! 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Nella maggior parte dei pazienti il colpo di frusta si risolve in poche settimane, tuttavia una persona su cinque accusa disturbi anche due anni dopo l’incidente. Dott.ssa med. Eva Ebnöther Traffico serale del venerdì. Anche Tanja B. è in coda… Con il pensiero la trentacinquenne è già alla cena che deve ancora preparare. Lo schianto arriva improvviso. Tanja B. viene scaraventata contro il volante e poi di nuovo indietro sul sedile. Dopo il primo spavento si accorge fortunatamente di non essersi ferita. Il signore che la seguiva e che non ha frenato in tempo si assume, senza discussioni, la responsabilità e i costi della riparazione dell’automobile. Allora, tutto bene quel che finisce bene? oggi samaritani 2/11 La mattina dopo l’incidente Tanja B. accusa forti dolori alla testa e alla nuca. Ha le vertigini e fatica a sollevare la sua bimba di due anni e a preparare la colazione. La diagnosi del medico: «colpo di frusta». Slogatura alla colonna cervicale Si stima che in Svizzera ogni anno circa 10000 persone subiscono un colpo di frusta, nella maggior parte dei casi come conseguenza di un tamponamento. Altre cause sono per esempio incidenti durante la pratica di sport da combattimento o durante una corsa sfrenata in ottovolante. Il violento e improvviso pie- gamento del collo provoca lo stiramento della colonna cervicale. In linguaggio medico il colpo di frusta viene definito «distorsione cervicale», quindi una slogatura. Chi si sloga la caviglia o la mano, sente subito forti dolori. Nel caso del colpo di frusta, la situazione è diversa. La maggior parte delle persone colpite non sente nulla nei momenti immediatamente successivi all’impatto. Solo qualche ora dopo o persino giorni dopo si manifestano i tipici sintomi. Il colpo di frusta provoca quasi sempre dolori alla nuca e una tensione alla muscolatura della nuca. Altri sintomi sono mal di testa, vertigini, stordimento, dolori alle spalle, disturbi del sonno e della concentrazione o «ronzio nelle orecchie» (tinnito). Alleviare i dolori e rimanere attivi Nella maggior parte dei pazienti i sintomi scompaiono da soli nel corso di qualche settimana. È tuttavia possibile favorire il processo di guarigione. È estremamente importante lenire i disturbi con farmaci efficaci, Regolare l'altezza È importante posizionare in modo corretto i poggiatesta. affinché le persone interessate possano muoversi in modo possibilmente normale e senza irrigidirsi. Un tempo, in caso di dolori acuti dell’apparato locomotore, si riteneva che il paziente dovesse mettersi a riposo. Ora non più. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che per esempio in caso di mal di schiena è preferibile rimanere attivi. In questo modo si evita che la muscolatura si indebolisca, in quanto i muscoli deboli aumentano i dolori. Questo principio vale anche per il colpo di frusta. I pazienti devono muoversi il più normalmente possibile. Indossare il collare per scaricare la nuca non è quasi mai necessario. Anche la fisioterapia è molto importante in caso di colpo di frusta. Se guidati opportunamente, i pazienti imparano quali movimenti li aiutano ad evitare i dolori e come rilassare la muscolatura della nuca. Nella maggior parte dei casi, i dolori scompaiono al più tardi dopo quattro fino a sei settimane dopo l’incidente. Tuttavia, a volte, i disturbi persistono più a lungo. Uno studio svizzero ha dimostrato che due anni dopo l’incidente il 18 percento dei pazienti soffre di «disturbi residui» e che circa il 4 percento è in parte o completamente inabile al lavoro. Per queste persone, che un tempo potevano contare su una rendita d’invalidità, la situazione è diventata molto difficile a causa dell’inasprimento delle disposizioni nell’ambito della sesta revisione della AI (vedi box). n Colpo di frusta – un’emergenza? Prevenire il colpo di frusta Nessun diritto alla rendita AI • Un colpo di frusta non è praticamente mai un caso di emergenza, poiché solo qualche ora o giorno dopo l’incidente si manifestano i primi sintomi. • Non appena percepisce i sintomi, la persona interessata dovrebbe rivolgersi al medico di famiglia. • Non ha quasi mai senso che i pazienti colpiti da colpo di frusta indossino un collare. Questo infatti indebolisce la muscolatura della nuca e potrebbe provocare quindi un aumento dei disturbi. • Qualora subito dopo un incidente la persona interessata abbia nausea, vomito o mancamenti, questa deve recarsi immediatamente dal medico o in un Pronto soccorso. • Gli schienali dei sedili devono essere possibilmente diritti. • Regolare tutti i poggiatesta – anche quelli dei passeggeri – in modo tale che il margine superiore del poggiatesta sia in linea con l’estremità superiore della testa. • Tenere più ridotta possibile la distanza tra la parte posteriore della testa e il poggiatesta. La cosa più sicura è fare in modo che la parte posteriore tocchi il poggiatesta. • Guidare con la massima attenzione possibile e tenersi a sufficiente distanza dal veicolo che precede. • Quando l’urto è inevitabile: frenare forte, tenere ben stretto il volante e premere il corpo contro il sedile, guardare in avanti e avvertire i passeggeri. Nel settembre 2010 il Tribunale federale ha deciso che le persone colpite da colpo di frusta non hanno più diritto a una rendita AI. Così facendo, ha anticipato le disposizioni della sesta revisione AI. Con questa revisione vengono tagliate le rendite AI destinate ai pazienti colpiti da colpo di frusta. Il Consiglio nazionale in dicembre 2010 ha deciso di verificare tutte le rendite assegnate prima dell’inizio del 2008 in base a questo quadro clinico. Solo i beneficiari di rendita AI di età superiore a 55 anni, o che percepiscono una rendita da oltre 15 anni, mantengono il diritto alla loro rendita. Buono a sapersi Le radiografie non aiutano Gli esperti di medicina concordano sull’esistenza del colpo di frusta, ma il dibattito sulle cause, il decorso, la spiegazione e la terapia è ancora aperto. Il problema consiste nel fatto che non esistono referti in grado di spiegare i disturbi dei pazienti. Un piede slogato si gonfia e provoca un ematoma. Con il colpo di frusta non avviene nulla di tutto ciò. Il medico deve basare la sua diagnosi unicamente sullo svolgimento tipico dell’incidente e i sintomi descritti. Nemmeno le radiografie o altre procedure, come la tomografia a risonanza magnetica (MRI), sono d’aiuto. Tuttavia, in caso di forti disturbi, la colonna cervicale viene sottoposta ai raggi onde escludere che si sia rotta qualche vertebra. Regolare la distanza 15 Ulteriori informazioni: www.schleudertraumaverband.ch Ulteriori informazioni: www.kopfstuetzen.ch oggi samaritani 2/11 I sei partecipanti romandi con il loro monitore (ultimo a destra). 30 minuti per dimostrare le proprie capacità La quarta puntata della nostra serie sulla formazione di monitore di «corsi e sezione, assistente» è dedicata al modulo 1. Ai primi di ottobre dello scorso anno, sei romandi ce l’hanno fatta! di Christine Rüfenacht Il giorno X è arrivato. Sei aspiranti monitori stanno per superare una nuova tappa della loro formazione: il modulo di formatore I FSS. Questo modulo consiste nel familiarizzarsi, in sei giorni, con le tecniche d’insegnamento (gestione dei conflitti, dinamica di gruppo, feed-back, ecc.) e si conclude con un controllo delle competenze. Per quest’ultima prova, i sei Samaritani si sono recati il 2 ottobre scorso a Nottwil. Venivano da Ginevra, Vaud e Friborgo. E per tre settimane si sono preparati a questo esame. Qualche minuto prima dell’apertura della sessione, si poteva toccare con mano la tensione che regnava tra i partecipanti. «Non vale la pena di essere nervosi, neanche i bambini hanno paura di me», li rassicura il oggi samaritani 2/11 formatore, Stéphane Witschard, come preambolo. Uno alla volta, gli allievi presentano un corso di 30 minuti sul quale hanno “sgobbato” per diverse ore. Spiegano che molti hanno lavorato in gruppo e hanno beneficiato degli importanti consigli di Samaritani delle loro rispettive Sezioni con anni di esperienza alle spalle. Al termine di ogni presentazione, gli allievi fanno una valutazione reciproca. L’ultima parola spetta a Stéphane Witschard, formatore FSS. È lui che alla fine decide se il test è stato superato (ed è il caso per tutti) oppure no. Per questo vallesano, il controllo delle competenze è una novità. È la prima volta che insegna questo modulo. «I partecipanti si sono preparati bene», sottolinea molto soddisfatto. «È una buona classe che sa progredire insieme.» «Queste giornate di formazione sono come delle vacanze» Stéphane Witschard, formatore FSS, Sezione di Sion (VS) Stéphane Witschard, 34 anni, ha avvicinato l’attività samaritana 20 anni fa: «scienze e anatomia mi hanno sempre interessato molto», ricorda colui che, da bambino, giocava a fare il ferito per gli esercizi della Sezione locale. Oggi Stéphane «Questa formazione è un perfetto complemento al mio lavoro» Jacob Da Silva, Sezione di Carouge (GE) Tecnico di radiologia all’Ospedale cantonale di Ginevra, Jacob Da Silva, 25 anni, ritiene che il suo impegno samaritano è un buon complemento alla sua professione. «Il mio compito è di fare delle immagini, ma mi manca un po’ l’aspetto delle cure», spiega. Fa parte della sua Sezione da sei anni e pensa che la formazione di monitore rappresenta per lui un arricchimento personale. Senza contare il fatto che nella sua Sezione mancano monitori. Apprezza l’ottimo ambiente che regna nel suo gruppo dove si trovano quattro ginevrini di quattro Sezioni diverse e da ultimo afferma che la formazione corrisponde perfettamente alle sue aspettative. «L’ambiente nel gruppo è veramente ottimo» Pascal Seydoux, Sezione di Porsel-St. Martin (FR) Come si diventa monitore di corso e monitore di Sezione? Edizione Tipo di formazione Conclusione 10 Riunione orientativa (RO) Conferma di partecipazione alla RO 11/12 Elemento preparatorio tecnico-specialistico Raccomandazione alla formazione 1 Blocco lavoro nella Sezione Conferma di partecipazione al corso 2 Modulo 1 Certificato formatore 1 FSS 3 Modulo 2 Diploma monitore di corso FSS 4 Lavoro pratico: insegnare in un Corso soccorritori (elemento di qualifica) Feedback dell’istruttore assegnato 5 Modulo 3 Diploma monitore di Sezione FSS 6/7 Tenere un esercizio di Sezione (elemento di qualifica) Feedback dell’istruttore assegnato «Mi piace impegnarmi e desidero trasmettere le mie conoscenze ad altri»: così Pascal Seydoux, 42 anni, riassume le ragioni che lo spingono a seguire la formazione per diventare monitore nella sua Sezione di Porsel-St. Martin. Lavorando a Losanna nell’amministrazione immobiliare delle FFS, ha già avuto l’occasione di dare dei corsi a degli apprendisti, ma constata che l’approccio associativo è diverso, «più aperto». Questo friburghese apprezza in modo particolare l’ambiente che regna nel suo gruppo. «Il fatto che siamo soltanto in sei a seguire il corso è un vantaggio,» ci dice sottolineando però che pensava di trovarvi un maggior numero di giovani. «Tra i Samaritani mi piace tutto» Shirley Favre, Sezione di Orbe (VD) La 25enne Shirley Favre è laboratorista e da cinque anni fa parte della Sezione Samaritani di Orbe. È dopo aver svolto la funzione di sanitaria aziendale che ha preso gusto alle attività samaritane. «Mi piace tutto, sia il contatto con la gente che gli esercizi», dice la vodese quando la si interroga sui motivi che la spingono ad essere attiva in questo ambito. La voglia di insegnare l’ha spinta a iniziare la formazione di monitrice di corsi. Apprezza in particolare la dinamica che si è creata nel suo grup- po. «Non si ha l’impressione di avanzare da soli.» «I Samaritani sono appassionanti e appassionati» François Kuss, Sezione di Versoix (GE) Attualità dalla Federazione Witschard è presidente della Sezione di Sion ed ha esteso il suo impegno samaritano alla funzione di formatore FSS. La formazione degli adulti è una vera e propria passione. «Queste giornate di formazione con i Samaritani sono come delle vacanze», afferma, aggiungendo che il suo lavoro di caposervizio delle ambulanze è un’attività «secondaria». Desidererebbe che un maggior numero di professionisti si impegnasse, come lui, nell’ambito della formazione dei soccorritori volontari. 17 François Kuss pensa che l’attività samaritana sia «qualcosa di sensato». Questo educatore di 43 anni si è lanciato nella formazione di monitore perché gli è sempre piaciuto insegnare e l’argomento lo interessa. Ha messo il dito «nell’ingranaggio», come dice, tramite la sua attività professionale. Lavorando con handicappati nel settore sportivo, era logico per lui familiarizzarsi con i gesti che salvano. Dopo di che non ha smesso di perfezionarsi. «I Samaritani vi trascinano sulle loro orme. Sono competenti, appassionanti e appassionati», si entusiasma questo padre di famiglia che vive in Francia. «Mi sono sentito subito a mio agio nella mia Sezione di Versoix.»n Il momento della scelta delle tematiche da affrontare. oggi samaritani 2/11 Hanspeter Latour, Uetendorf Arguto commentatore, forte motivatore e abile comunicatore Parlerà di motivazione e di spirito di squadra sia nel gioco del calcio che nel lavoro samaritano: Hanspeter Latour, carismatico commentatore e allenatore internazionale di calcio, sarà presente alla Giornata d’Impulso di Olten. di Dominik Senn Ritratto C 18 hi non conosce l’abile commentatore di calcio della DRS (televisione della Svizzera tedesca), soprattutto in occasione delle appassionanti partite della Super League? Lui, il commentatore, si chiama Hanspeter Latour. Come nessun altro, infatti, l’allenatore internazionale (e già portiere) riesce a capire il gioco sul campo e a trasmetterne e riferirne le emozioni ai telespettatori, in ogni salotto svizzero. E in effetti, quale allenatore, è il motivatore qualificato ed ideale per portare una squadra alla vittoria. Questo signore abbronzato e sorridente, proveniente dall’Oberland bernese, ha un’attitudine vincente, un sorriso contagioso e un’oratoria eccezionale. Ma non è tutto: sa pure ascoltare. Ai suoi occhi attenti non sfugge nulla. «Mi piace la gente. Per me le persone sono al centro di tutto. Un tiro sul palo invece che in porta è subito dimenticato, ma non le persone. Nelle persone intravedo le possibilità di evidenziare i loro talenti. Le difficoltà le lascio via, poiché quelle comunque arrivano da sole», afferma sorridendo. Nato nel 1947 a Thun, si forma e lavora per 21 anni come analista presso il Gruppo dei servizi per l’armamento; a livello sportivo e amatoriale diventa portiere e allenatore di calcio, sia di prime squadre che di squadre giovanili. Più tardi, con l’esperienza, assume il ruolo di alle- natore principale di diversi club, attività questa che svolge per ben 22 anni, fino al 2009. Il Thun, sotto la sua direzione, è salito fino alla Lega nazionale A e da qui ancora ai vertici della classifica. Il suo nome e la sua figura sono un punto di riferimento per l’intero movimento calcistico nazionale. Ha pure diretto, come noto, il Grasshopper alla qualificazione per la Coppa UEFA e, nel 2006, è diventato capo allenatore del FC Köln, il primo sodalizio della Bundesliga. «Il mio momento più bello – ci confessa – è stato quanto il FC Thun, sotto la mia guida, è salito ai massimi livelli! Proprio quel Club al quale io sono emotivamente molto legato, dato che vi ho mosso i primi... calci e ancora prima, da ragazzino, ributtavo in campo i palloni che finivano fuori durante le partite cui non mancavo d’assistere.» È a Colonia, in Germania, che Latour diventa commentatore: «Non c’era giorno in cui non avevo una conferenza stampa, o un’intervista o un appuntamento fotografico. Ho così avuto modo di imparare quanto importante è la comunicazione e saper comunicare. Il pubblico e gli sponsors hanno in effetti diritto di essere informati. Qui ho imparato come ci si deve comportare con la stampa, che a volte può essere molto spietata. E ho pure imparato a convivere con la pressione Gratis alla Giornata d’Impulso! Attenti, pronti … Impulso! Approfittate subito dell’occasione e lasciatevi entusiasmare e motivare, a vostra scelta, a Olten il 7 maggio o a Losanna il 14 maggio prossimi, partecipando alla Giornata d’Impulso! Il Segretariato centrale della FSS premierà con una partecipazione gratuita le prime 15 persone che invieranno la risposta corretta alla seguente domanda: A Olten, chi parlerà di motivazione e spirito di squadra? Risposta: Inviare entro il 1 marzo 2011 a: Federazione svizzera dei samaritani, Valérie Cazzin-Bussard, Martin-Disteli-Strasse 27, 4601 Olten – o con fax: 062 286 02 02 oggi samaritani 2/11 che spesso ‹pesa› sulle persone che rivestono cariche importanti», osserva il nostro interocutore. «Senza visioni non ci sono traguardi e questi non saranno mai raggiunti senza il necessario entusiasmo e la pura passione», aggiunge. «Il denaro non è mai tra le vere motivazioni, ma la passione sì. Dapprima ci sono sempre persone appassionate, entusiaste di qualcosa e che hanno delle visioni, dei progetti. Solo in secondo tempo verranno le strategie, lo stile di conduzione del gruppo, la formazione del team e il saper gestire la pressione.» Proprio di tutto questo e della sua lunga esperienza, Latour parlerà a tutti i Samaritani che vorranno partecipare alla Giornata d’Impulso di Olten. «Già mi rallegro molto poiché come nel calcio, uno sport praticato da molte persone e da tutti i ceti sociali, anche il lavoro samaritano è svolto con la medesima passione da molte persone di provenienze diverse, dagli accademici agli artigiani, dai ceti medio-bassi a quelli alti, dai gioavni agli anziani. Il calcio attira molti giovani e giovanissimi. Ma anche l’attività samaritana offre molto per i giovani, no?», commenta Latour, che stima molto il lavoro che i Samaritani svolgono, per esempio, nei Posti sanitari durante gli eventi sportivi. «Il loro ruolo è fondamentale, stimo molto quello che fanno.» Latour non ha cercato l’attività di relatore, bensì questa gli è stata via via richiesta. Nel tempo libero apprezza stare con la famiglia, nella natura e praticare n qualche sport. Dieci nuovi soccorritori e 12 abilitati all’uso del defibrillatore Si sono svolti nelle scorse settimane a Mesocco, e con successo, un corso soccorritori e un corso BLS-AED. Per il corso soccorritori, la monitrice è stata Samantha Blumenthal, che ha pure diretto il corso BLS-AED con l’aiuto di Maurizio Giovannacci, anche lui - come Samantha - neomonitore. Dieci i partecipanti al corso soccorritori, in età tra i 14 e i 30 anni (vedi foto), che hanno ricevuto il relativo certificato. Il corso BLS-AED è stato seguito da militi del locale Corpo Pompieri, da personale degli Impianti di risalita di San Bernardino e da alcuni privati. In tutto una dozzina di partecipanti che, una volta ottenuto il I partecipanti al Corso soccorritori; al relativo certificato, sono stati insecentro accovacciata la monitrice Samantha. riti nel «Progetto Rianimazione precoce» quali First Responder e riceveranno quindi un sms sul loro natel dalla centrale 144 in caso di allarme per incidente o infortunio e quindi di urgenza di un defibrillatore. Sezione Foto ricordo del corso BLS-AED con, al centro accovacciati, Samaritani Mesocco la monitrice Samantha e il neo monitore Maurizio. Castagnola-Cassarate In ricordo del dottor Francesco Beretta-Piccoli Il caro «sciur dutur» con alla sua destra l’attuale medico della Sezione dottor Vincenzo Liguori, ritratti nella sede di Cassarate durante una recente conferenza. Ha suscitato profonda tristezza la scomparsa, avvenuta nella sua dimora a Cassarate il 16 dicembre scorso, del dottor Francesco Beretta-Piccoli. Molte generazioni di abitanti della sponda sinistra del Cassarate beneficiarono della sua competenza quale medico condotto degli ex Comuni di Castagnola, Brè e Gandria. Ne apprezzarono la sua umanità, disponibilità e grande in- telligenza. Anche la nostra Sezione ebbe l’onore di averlo tra i fondatori e poi medico responsabile per ben ventisei anni. Anche dopo aver lasciato l’incarico ed essere diventato socio onorario, non mancava mai di partecipare e rendere ancora più interessanti le conferenze organizzate dalla Sezione. E gradiva molto l’incontro annuale per il tradizionale scambio d’auguri prima delle festività natalizie. Anche se duramente colpito negli affetti famigliari – perse infatti in pochi mesi l’unico figlio, anch’esso medico e la diletta sposa – la sua grande fede ed umanità non vennero mai meno; continuò a restare vicino ai suoi pazienti con competenza e simpatia. La nostra Sezione è vicina a tutta la famiglia che ha perso un importante figura ed assicura imperituro ricordo unito a grande gratitudine per l’amatissimo «sciur dutur». Per la Sezione Castagnola-Cassarate, PgH Stress nel lavoro samaritano In una lettera, la Samaritana Sandra Zenhäusern della Sezione di Zaniglas ritorna sul tema «Stress nel lavoro volontario», osservando che oggi come oggi parole come «dovere» e «obbligatorio» dominano l’attività di volontariato presso i Samaritani. Tutto questo, afferma la lettrice, è molto stressante e sminuisce il piacere e la gioia che ancora si potrebbero avere nell’impegno samaritano. La redazione centrale di «oggi Samaritani» prende lo spunto da questo malessere manifestato dalla gentile lettrice per precisare ancora la differenza che esiste, anche nel lavoro samaritano, tra obblighi e volontariato. Ecco la risposta di Roland Marti ed Helen Baumann del Segretariato centrale della FSS: Funzioni-quadro: vuol dire… onore ma anche oneri Essere disposti a rivestire, in quanto Samaritani, una funzione-quadro significa anche essere disposti a seguire regolarmente delle formazioni e degli aggiornamenti, come pure significa mettersi a disposizione per interventi e picchetti. Una funzionequadro comporta responsabilità non indifferenti nei confronti delle eventuali vittime, dei pazienti, dei partecipanti ai corsi e dei soci della Sezione stessa. Le competenze specifiche devono quindi essere costantemente aggiornate, affinché in caso di intervento, lo stesso avvenga in modo ottimale. Facciamo un paragone: le società sportive non si occupano di «salvare vite umane», tuttavia appena le loro attività assumono una caratteristica competitiva, il volontariato lascia spesso spazio a forme più intense di allenamenti mirati, facendo spesso capo anche a conoscenze specialistiche. Nei Samaritani ci sono compiti che richiedono maggiori responsabilità di altri; ogni Samaritano dovrebbe trovare il suo posto in seno alla Sezione. Ci sono anche compiti meno impegnativi e più tranquilli. Un’organizzazione rimane efficace fintanto che riesce ad aggiornarsi e a stare al passo con i tempi. Di questo è pienamente cosciente la FSS: se a livello di primi soccorsi vi sono cambiamenti tecnici o medici, essa è assolutamente tenuta ad informarne e a formare la base, quindi tutti voi Samaritani. Sezioni, Associazione Mesocco 19 oggi samaritani 2/11 Sezioni, Associazione Impressioni ed emozioni dalla formazione di Monitori di corso e di Sezione 20 Ci riuniamo a Gordevio il 24 aprile dello scorso anno per il fatidico «esame di entrata»: siamo tutti nervosissimi ma pieni di carica positiva. La maggior parte di noi si conosce già in quanto abbiamo seguito le serate di preparazione e quindi il gruppo si ritrova con gran piacere e l’aria che si respira tra di noi fin dalle 9 di mattina è frizzante, carica di aspettative, di positività, di simpatia e di gran voglia di riuscire! Quindi tra un esercizio, una domanda, una risata, una paura, un commento e un sospiro… arrivano le 17 e tutti siamo ammessi al corso per diventare monitori! Inutile dire che siamo felicissimi e soddisfatti. Siamo consapevoli del gran lavoro che ci aspetta, ma intravediamo anche un grandissimo guadagno per tutti noi, sia a livello di conoscenza che a livello di amicizia. Dunque il tutto promette bene! Il 3 giugno ci troviamo al Centro sportivo di Tenero. L’eccitazione è palpabile, siamo contenti di rivederci e di cominciare l’avventura. Non sappiamo bene cosa ci aspetta, ma siamo molto aperti ed abbiamo veramente tanta voglia di fare e di imparare cose nuove. Ci buttiamo a capofitto in questo primo Modulo che per la maggior parte di noi è formato da materie conosciute solo in piccola parte, quindi c’è veramente tanto da imparare: dalla comunicazione e alla didattica; da tematiche nuove all’approfondimento di temi che finora erano conosciuti soltanto in superficie. Insomma, la domenica sera arriva in un battibaleno ed il feedback generale è molto positivo. Siamo sempre più entusiasti, il gruppo è sempre più unito… che bella cosa! Adesso arriva la «parte difficile»: abbiamo un mesetto di tempo per prepararci alla prova di competen- Una meritata foto di gruppo premia gli sforzi profusi durante la formazione. za. E’ un mese molto intenso per tutti e, quando ci ritroviamo a Tenero il 4 luglio, siamo tutti molto concentrati, abbiamo voglia di far bene, di non deludere i nostri insegnanti. E alla fine delle prove di domenica… tutti al lago a fare un tuffo e una partita a pallone! Un bellissimo modo di festeggiare la riuscita delle prove e di lasciarci fino al prossimo modulo. Il 23 settembre ci ritroviamo quindi per il Modulo 2, che ci appare subito molto diverso dal primo, sia per il metodo di insegnamento dei nuovi istruttori, sia per le materie trattate. Ora ci immergiamo Un momento di un lavoro di gruppo; sul fondo Renato Lampert, vicepres. FSS. davvero nelle cose pratiche che ci servono per il nostro lavoro di monitori. Il primo giorno abbiamo già un test (BLS-AED); il secondo ci divertiamo ad imparare le diverse truccature e devo dire che sono uscite di quelle cose veramente realistiche! Gli ultimi due giorni sono dedicati ai corsi per la popolazione. Poi… altro esame… altro passo avanti verso la meta! L’ultimo modulo ci fa ritrovare a Tenero il 12 novembre. Anche questa volta abbiamo passato un mesetto a prepararci per una nuova presentazione e, anche se ormai ne abbiamo fatte tante, siamo comunque nervosetti e non vediamo l’ora di poterci lasciare anche questa prova alle spalle. Ormai sono gli ultimi giorni, ed alla felicità di aver finito il corso, si comincia a sentire la tristezza dell’imminente distacco dai membri del gruppo. Infatti sabato 20 novembre ci troviamo per l’ultimo giorno di scuola e, dopo il toccante giochino di chiusura portato da Bea, partiamo per la cena finale dove ripensiamo ai magnifici giorni passati assieme, con la risata inconfondibile di Rita, il sorriso rassicurante di «mamma» Bea, la simpaticissima chiacchierata di Mariarosa, le scenette buffissime di Mao, la serena tranquillità di Marzio… Tutti noi abbiamo portato un gran valore al gruppo, ed abbiamo reso questa esperienza possibile, adesso ci apprestiamo a portare il nostro lavoro nelle nostre Sezioni, ci siamo ripromessi diverse collaborazioni tra noi, e ci lasciamo con la consapevolezza che ce l’abbiamo fatta, con sacrifici, impegno, tanta voglia di fare, tanta amicizia ma anche tanta allegria! Una partecipante, Roberta Zarro, Sezione di Coldrerio Impressum «oggi samaritani» 2/2011 Data di apparizione: 9 febbraio 2011 Editore Federazione Svizzera dei Samaritani FSS Martin-Disteli-Strasse 27 Casella postale 4601 Olten Telefono 062 286 02 00 Telefax 062 286 02 02 [email protected] www.samaritani.ch oggi samaritani 2/11 Segretaria centrale: Regina Gorza Abbonamenti, cambiamenti d’indirizzo per scritto all’indirizzo citato Prezzo d’abbonamento Singolo abbonamento per terzi: Fr. 33.– annuali 10 numeri all’anno Tiratura: 5000 copie Redazione Eugen Kiener, Dominik Senn Segretariato: Karin Schmid Telefono 062 286 02 23 Ticino e Moesano Mara Maestrani Casa Vescovi, 6717 Dangio Telefono e fax 091 872 17 47 [email protected] Consegna articoli: entro il 15 di ogni mese Inserzioni Zürichsee Werbe AG Verlag und Annoncen Seestrasse 86 8712 Stäfa Telefono 044 928 56 11 Telefax 044 928 56 00 Impaginazione, stampa, spedizione AVD Goldach AG 9403 Goldach In caso di tensioni e strappi muscolari, lombalgie, dolori alla schiena, dolori reumatici FLAWA vi aiuta a offrire un’assistenza ottimale ai pazienti con prodotti di qualità che soddisfano ogni tipo di esigenza. feel GOOD – feel FLAWA. www.flawa.ch FLAWA – partner ufficiale della Federazione svizzera dei samaritani. compressa instantanea, fredda compresssa fredda / calda, riutilizzabile