Sunday Times
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21 marzo 2010 London Calling Il peana di Barry Miles ai beat e ai bohémien della capitale è una candida rievocazione degli anni Sessanta Ed Caesar Se il libro di Barry Miles fosse un locale notturno, sarebbe l’UFO di Tottenham Court Road nel 1967. Per un certo periodo il club è stato l’epicentro hippie di Londra, un posto in cui «una percentuale consistente del pubblico era fatta di qualcosa» e per divertirsi «c’erano attori folli, un paio di light show, forse si recitavano poesie o versi, e un sacco di gente andava in giro e chiacchierava in piena allegria». A Paul McCartney quell’atmosfera piaceva, nessun fan a seccarlo, e una volta la ragazza di Pete Townshend si presentò senza mutandine. Come una notte all’UFO, London Calling è pieno di fatti, di personaggi famosi che appaiono e scompaiono, di movimenti giovanili descritti nel dettaglio, di gente che assume droghe e si sbarazza dei vestiti. Miles si è già addentrato in questi territori. Negli anni Sessanta partecipa alla creazione e alla gestione del giornale underground «International Times», e da lì in poi sfrutta le esperienze di quel periodo per scrivere dettagliate biografie di Paul McCartney, Frank Zappa e autori della Beat generation. Non sorprende perciò che la maggior parte dei capitoli di London Calling siano dedicati a questo decennio. Miles ricostruisce anche, con un certo gusto, l’indignazione della stampa tradizionale di fronte alle varie eruzioni della cultura giovanile londinese. Non sorge mai alcun dubbio sulle sue simpatie. Non solo ce l’ha a morte con i media tradizionali, «poco più che notiziucole su personaggi famosi o sportivi e sulla famiglia reale, infarcite di pubblicità di prodotti che non servono a nessuno», ma anche, a quanto pare, con i cittadini «intontiti» che ne usufruiscono. Il libro si apre e si chiude con l’osservazione elegiaca che l’underground, per come l’intende Miles, non esiste più. «Grazie alla globalizzazione e alla comunicazione immediata a buon mercato, indipendentemente da quanto possa essere scandaloso o d’avanguardia un evento, se ne viene a conoscenza in tutto il mondo nel giro di pochi secondi; una vera underground è attualmente impossibile, a meno che i partecipanti non facciano voto di segretezza». È in questi momenti che si capisce che cosa sia in realtà il libro di Miles: una lettera d’amore a un’epoca che ha compreso, a un club di cui conosce la parola d’ordine.