Per avere bisogna dare: è questo il credo di Giuseppe
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Per avere bisogna dare: è questo il credo di Giuseppe
Fonte: Antonio Massa formule country restaurant La strada dei grandi numeri Il Carrettino di Tortona propone quantità e qualità in una zona ad elevato passaggio. Con doppia proposta, alla carta e a menu fisso, di carne e ortaggi autoprodotti. Antonio Massa PROFILO Doppia formula Il Carrettino di Tortona (Al) si trova in Strada Provinciale per Pozzolo, 15. Non chiude mai e ha un ristorante diviso in due sale: una elegante “alla carta” e una “a prezzo fisso”. La prima ha 60 coperti per uno scontrino medio di 30 euro, la seconda ospita 200 persone per una spesa di 14 euro a pranzo e a cena. un locale decisamente poliedrico. E osando c’è riuscito così bene da demolire un luogo comune, quello che nei grandi ristoranti non si mangia bene. Già, perché qui a sorprendere sono prima le dimensioni e poi i sapori, così forti e autentici da aver convinto una delegazione dell’Accademia della cucina italiana a consegnare a Catto il gagliardetto che ne testimonia l’apprezzamento. Il trofeo è esibito con orgoglio all’ingresso del ristorante-country hotel affacciato sulla statale che conduce a Novi Ligure, sulla destra, poco dopo essere usciti da Tortona. Menu e vini anche la varietà del menu. Tra le specialità il risotto al Castelmagno, i pansotti di borragine pomodoro e basilico, il filetto e il salamino di bufalo grigliati. Tra i vini prevalgono Cortese, Barbera e Dolcetto dei Colli Tortonesi. I cultori trovano anche alcune bottiglie di Timorasso, bianco intrigante da vitigno omonimo, riscoperto e recuperato dai viticol- IL CARRETTINO Tortona (Al) www.ilcarrettino.it importanza, che impiega 25 addetti. Tutti sono stati selezionati e assunti in quelle due settimane, sondandone e testandone la flessibilità e la voglia di lavorare in un ambiente dinamico e stimolante. Nei giorni feriali la struttura accoglie la clientela più diversa. Meta di uomini d’affari di giorno, è luogo d’incontro per camionisti la sera, ma anche albergo caratteristico per chi è di passaggio. Di sabato e domenica è anche sede di banchetti e matrimoni. Una specie di “multisala” della ristorazione, come attesta Concept: country-house con cucina a base di carne, prevalentemente di bufalo, e una vasta presenza di piatti e vini del territorio. Investimenti agricoli «Avevo deciso di puntare su prezzi moderati – continua Catto – e su altri elementi chiave, come una Un impegnativo start up CLIC rumore nella sala con servizio “alla carta” vi sono tovagliati e tessuti per attutire i rumori che talvolta giungono da quella a prezzo fisso sistema una macelleria propone i tagli di carne di bufalo a prezzi accessibili ristoranti 36 P er avere bisogna dare: è questo il credo di Giuseppe Catto, ristoratore tortonese con trascorsi in edilizia. E dare per lui significa offrire qualità e servizi. Al plurale, tanti servizi. A un prezzo (perché no) anche superiore alla concorrenza, ma facendo bene attenzione a non rompere il necessario equilibrio con la proposta. La quadratura del cerchio, Catto, con solide basi professionali nella ristrutturazione degli edifici e spinto alla ristorazione dalla forza degli eventi, l’ha trovata facendo del suo Il Carrettino, alle porte di Tortona (Al), imprese del gusto Ma andiamo con ordine. Innanzitutto il luogo, una grande cascina tipica di fine Ottocenteo della Pianura Padana, con pianta a ferro di cavallo, ristrutturata elegantemente qualche tempo fa dallo stesso Catto senza sconfinare nel lusso. L’operazione era stata portata a termine per un ristoratore che poi, dopo alcuni anni, aveva deciso di ritirarsi. «Mi seccava l’idea di affidare questo po’ po’ di locale a gente sconosciuta – racconta –. Avevo seguito personalmente i lavori ed ero convinto che ci fossero tutti i requisiti per fare del Carrettino un locale di successo. Me lo resero a Natale del 2005 e io fui pronto a riaprire subito dopo l’Epifania». «Per fortuna tra quei 15 giorni ci furono pure 15 notti» aggiunge con ironia Walter Moncalvo, il braccio destro di Catto, un sostegno necessario per condurre un’impresa turistico-ricettiva di questa cucina a base di carne e di prodotti della terra che coltivo qui dietro». Chi pensasse a un’orto si sbagliebbe di grosso. Prima che gli scoppiasse la passione del ristoratore, Catto ne aveva già sviluppata un’altra per l’agricoltura, tanto da acquistare con il padre 120 ettari di terreno ora coltivati a grano duro e tenero, patate e ortaggi. Per soprannumero aveva anche messo su un allevamento che conta 250 tra bufali e vitelloni di razza fassone piemontese e charolaise. Una riserva di materia prima che sarebbe il sogno di qualunque agriturismo. Altro che “chilometri zero”. Bistecche di bufalo Tagli di carne di bufalo. A destra, Giuseppe Catto con il gagliardetto dell’Accademia della cucina italiana. Sopra è insieme a Walter Moncalvo e ai bufali che alleva. 37 Per il ristorante (anche se sarebbe più corretto parlare di ristoranti) si macella in media un capo alla settimana. A tavola è il bufalo ad andare per la maggiore, grazie alla carne davvero saporita, che desta curiosità. Dai tagli si ricavano piatti e ingredienti diversi e prelibati: salame, carpaccio, ripieno per gli agnolotti, ossibuchi, costata, salamino, filetto, carni da brasato, spezzatino e bollito d’inverno. «La carne del bufalo – avverte Walter – non presenta la marezzatura tipica del bovino, che mantiene ad esempio la bistecca morbida durante la cottura. La parte grassa quasi avvolge quella muscolosa per cui, ai ferri, una costata di bufalo va appena scottata». In alternativa si può ricorrere a una cottura prolungata, come un arrosto o uno stufato, molto graditi dai tanti camionisti che sostano qui soprattutto la sera. Tanti camionisti? Sì, ma anche tanti formule country restaurant Cucina manager, uomini d’affari, gruppi, famiglie, novelli sposi e turisti di passaggio. Perchè Il Carrettino (con oltre 40 camere) gode di una posizione privilegiata, in campagna, ma vicino a strutture logistiche che alimentano un notevole andirivieni, alla confluenza di importanti autostrade e altre grandi vie di comunicazione. Vocazione turistica A poche centinaia di metri di distanza dalla struttura di catto sorge, tra l’altro, l’area industriale di Rivalta Scrivia, con uno dei più grandi interporti d’Italia e con montagne di container e fabbriche che si sono installate qui per approfittare degli impianti di smistamento merci. Se Rivalta si vanta d’essere la “Città della logistica”, Catto preme sulla sua città, Tortona, affinché si premuri a sviluppare una logistica del turismo. E spiega: «La vicina stazione di Alessandria è destinazione di un treno che arriva dalla Germania carico di turisti con auto al seguito. Ma, appena arrivati, fuggono via. Io penso invece che Tortona abbia le strutture ricettive e un territorio in grado di offrire valide at- Risotti e grigliate Antonio Tantillo (nella foto), chef di poche parole e dallo sguardo penetrante, gestisce il doppio ristorante de Il Carrettino come il comandante d’un veliero che lancia ordini a uno o all’altro membro d’un affiatato equipaggio. I momenti più difficili li affronta a pranzo quando, oltre all’immenso salone “a prezzo fisso”, c’è da far marciare di pari passo la sala “alla carta” (meno frequentata la sera) con una ricca proposta di specialità. Come il risotto al Castelmagno, quello alle fragole, gli agnolotti (che Tantillo) prepara di persona, i “pansotti” di borragine pomodoro e basilico, gli “stringoli” all’amatriciana e l’omelette con zuc- trattive. Una famiglia potrebbe far base qui e durante il giorno raggiungere facilmente Portofino oppure Torino, girare per l’Oltrepò, allontanarsi anche per molti chilometri grazie appunto a una capillare rete viaria e senza aver bisogno di portarsi dietro il bagaglio. Senza considerare che gli stessi Colli Tortonesi offrono le bellezze di un paesaggio intatto e l’attrattiva commerciale dell’outlet di Serravalle Scrivia che dista appena 15 minuti d’automobile». Intraprendente nell’autentico senso della parola, Catto ha anche contribuito al recupero di un frutto mitico, a rischio di estinzione, la “profumata di Tortona”, una varietà di fragola ora Presidio slow food. Tondeggiante, di minuscole dimensioni (appena) una ventina di millimetri, color rosso violaceo, la profumata conobbe un periodo di splendore negli anni ’30, quando tra maggio e giugno spandeva nell’aria il suo aroma e fino a 100 quintali al giorno prendevano la Il risotto alla fragola profumata di Tortona in cialda di grana (a sinistra), specialità dello chef Antonio Tantillo. Sopra, banchetto nel salone “a prezzo fisso” e, a destra, una tavola nella sala “alla carta”. ristoranti 38 imprese del gusto chine e fontina. Alla griglia i pezzi forti sono il filetto di bufalo e il salamino (nella foto), una salsiccia fresca speziata molto gettonata a cena, quando il locale s’affolla di camionisti che qui si fermano molto volentieri. Anche perché trovano pure un servizio docce con il quale si rimettono al mondo dopo aver macinato centinaia di chilometri. strada delle grandi città padane e della Liguria.Chi vuole deliziarsene non ha che da chiederlo. Antonio Tantillo, lo chef del Carrettino, ne ha fatto uno degli ingredienti preferiti, arricchendo proprio con la profumata un incantevole risotto in cialda di grana. Ricetta specialità Comprensibilmente geloso dei suoi segreti, Antonio ha fatto una strappo alla regola rivelando la sua ricetta per quattro persone, a partire dagli ingredienti: 200 g di riso; 100 g di fragole sminuzzate; 10 fragole intere con i loro fiori; 50 g di burro; 50 g di panna; un litro di brodo vegetale; sale e pepe quanto basta. Per la preparazione sciogliere metà burro in una casseruola e versarvi metà delle fragole sminuzzate e il riso, facendolo tostare per 2 minuti. Aggiungere un mestolo di brodo e far andare il tutto per 15 minuti. Salare, pepare e proseguire bagnando col brodo. Unire la panna, il burro e le fragole rimaste e finire di cuocere mescolando. Poco prima di servire, decorare con le fragole intere e i fiori. Cosa bere? Ci starebbe bene un Cortese leggermente mosso, ma tanti nel bicchiere versano acqua. Inorridite al pensiero? Non è una libera scelta. Il Carrettino è convenzionato con molte aziende che mandano qui a pranzo i loro dipendenti, che spesso lavorano in cantieri, guidano ruspe, camion. E hanno scritto per raccomandata di non somministrare alcolici per evitare noie. «È una richiesta che mi sento fare sempre più spesso», dice Catto allargando le braccia.