SCHEDA VIAGGIO LIBANO 27 novembre – 4 dicembre 2010

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SCHEDA VIAGGIO LIBANO 27 novembre – 4 dicembre 2010
SCHEDA VIAGGIO
LIBANO 27 novembre – 4 dicembre 2010
“in viaggio verso il popolo palestinese dei campi profughi”
PREMESSA
Questo viaggio viene proposto da “ULAIA ArteSud” onlus con diversi obiettivi:
•
•
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•
Creare l’opportunità, attraverso la visita ad alcuni campi profughi, per conoscere le difficili
condizioni di vita dei Palestinesi in Libano, in particolare dei giovani;
Favorire l’incontro con la Beit Atfal Assumoud, l’ONG palestinese con la quale intratteniamo già
da tempo rapporti di collaborazione su diversi progetti;
Promuovere l’incontro tra i Soci sostenitori della campagna “SUPPORT a CHILD” - il progetto di
sostegno a distanza “Family Happiness” della Beit Atfal Assumoud – i bambini e loro famiglie.
Gli incontri sono estesi a tutti coloro che lo desiderano;
Visitare uno dei paesi più affascinanti del Medio Oriente
*****
Secondo le cifre dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per la protezione dei Profughi Palestinesi)
attualmente circa 400.000 rifugiati palestinesi vivono nei 12 campi profughi del Libano, costituendo circa il
12% della popolazione totale del paese.
La politica dello Stato libanese è una politica di “presa di distanza” giuridica e geografica dai palestinesi, una
politica di ghettizzazione nel senso fisico e legale del termine, istituzionalizzata dalla legislazione che, di
fatto, impedisce loro di svolgere circa 70 professioni (da direttore generale a ingegnere, da portiere di
stabile a cuoco), nonché tutte le libere professioni. Destinati ad un sotto-impiego cronico, i Palestinesi sono
costretti a sopravvivere grazie all’economia sommersa, ai flussi finanziari provenienti dall’aiuto esterno
privato ed al filo di protezione delle ONG e delle Associazioni caritative religiose e laiche.
Da circa 60 anni ormai, i Palestinesi vivono nei campi profughi distribuiti in tutto il Paese. Quelli a più alta
densità di abitanti si trovano nei sobborghi di Beirut (Bourj al Barajneh con circa 18.000 abitanti), di Tripoli
(Nahr al Bared 25.000 e Badawwi 14.000), di Saida (Ain al Heloué 40.000) e Tyr (Rachidié 23.000 e Bourj al
Shemali 19.000).
L’esercito non entra nei campi, ma gli sbarramenti militari che ne controllano le entrate e le uscite hanno lo
scopo di creare una frontiera interna tra la società dei campi e quella libanese e di alimentare nei
palestinesi una insicurezza psicologica permanente circa il loro avvenire. Declinando ogni responsabilità
giuridica all’interno dei campi, lo stato libanese da una parte ne accentua il carattere di zone non soggette
al diritto, dall’altra adotta provvedimenti severissimi che esasperano lo stato di precarietà della
popolazione (soprattutto nei campi del sud viene ostacolata perfino l’entrata di materiali di costruzione!).
Via Perugia, 26 • 00176 Roma • Tel. +39 06 7018656 • +39 06 6622304 • C.F. 97351890583
e-mail: [email protected] • www.myspace.com/ulaiaartesudonlus
INFORMAZIONI GENERALI
Dove si va: con questo viaggio si visiteranno alcuni dei 12 campi profughi palestinesi presenti in Libano, la
capitale Beirut, le città di Tripoli e di Tiro (*), Bcharré con la Foresta dei Cedri di Dio (*) ed i siti archeologici
di Baalbek (*) e di Biblo.
* Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Chi può partecipare: chiunque abbia interesse a conoscere la realtà che si visita e sia consapevole che
• la visita può essere condizionata da contingenze politico - sociali;
• il Libano è un paese abituato a vivere militarizzato e l’esercito in alcune località è presente con posti di
blocco.
PROGRAMMA DI MASSIMA
Sabato 27 novembre 2010 – Roma / Beirut – 1° giorno
Partenza da Roma alle ore 10:30 con volo Alitalia AZ 824. Arrivo a Beirut alle 14:50. Trasferimento e
sistemazione nell’Hotel Mayflower di Beirut. Visita di Beirut.
Nota come la Parigi del Medio Oriente, Beirut ha molto sofferto i 17 anni di guerra: ’la distruzione, la ricostruzione, il
sovraffollamento e il caos sono spesso uno shock per i nuovi arrivati. E’ una città ricca di contraddizioni, dove una
raffinata architettura coesiste con rozzi edifici di calcestruzzo, le case tradizionali sono state soppiantate da edifici
moderni, vecchie stradine tortuose sboccano in ampi viali e automobili appariscenti rivaleggiano con i carretti dei
venditori ambulanti.
Nella zona di Hamra, sono concentrate buona parte delle banche, degli alberghi, dei ristoranti, dei caffè. A nord di
Hamra, l’Università Americana di Beirut ospita un piccolo museo di archeologia, la cui collezione di statuette fenice è
particolarmente interessante. Il Museo Sursock, nella parte orientale della città, è ospitato in una splendida villa del
XIX secolo che trae ispirazione dalle ville italiane del Rinascimento.
Il centro (Downtown) è stato quasi completamente raso al suolo: solo la toccante Statua dei Martiri si erge ancora
nella Place des Martyrs. La Grande Moschea, uno dei pochi edifici storici ancora in piedi, fu costruita in epoca
bizantina come chiesa dei crociati e trasformata in moschea nel 1291.
Gli Scogli del Piccione, rocce a forma di arco al largo della costa, sono l’attrattiva naturale più famosa di Beirut e
delizioso complemento alle scenografiche scogliere di Beirut.
Domenica 28 novembre 2010 – Campo Shatila/ Beirut - 2° giorno
Incontro con il Direttore generale della NISCVT – Beit Atfal Assumoud Mr Kassem Aina - ed il suo staff.
Visita del Centro Assumoud e del Campo di Shatila. Pranzo al Centro Assumoud. Al termine, visita di Beirut.
Pernottamento all’Hotel Mayflower.
Campo Profughi di Shatila
Allestito nel 1950 su un pezzo di terra di 1 km2 dal Comitato Internazionale della Croce Rossa per ospitare
le centinaia di profughi provenienti dai villaggi del nord della Palestina , che si riversarono nell’area a
seguito della guerra fra arabi e israeliani scoppiata dopo la costituzione dello Stato d’Israele nel 1948,
attualmente accoglie circa 15.000 profughi. Il campo ha conosciuto molte tragiche azioni militari e assedi e,
nel corso della invasione militare del Libano da parte dello stato d’Israele, la tragedia, nota come l’eccidio
di Sabra & Shatila, che provocò la morte di oltre 3.500 fra Palestinesi e Libanesi.
La maggior parte degli abitanti di Shatila lavora nell’edilizia o come ambulanti; alcuni gestiscono piccoli
negozi. Un numero limitato di persone lavora per l’UNRWA e le ONG. Ciononostante, la disoccupazione e il
degrado prodotto dal sovrappopolamento creano gravi problemi sociali.
Lunedì 29 novembre 2010 – Giornata di solidarietà con il popolo palestinese/Burj al Barajneh/Beirut – 3°
giorno
Partecipazione alle manifestazioni programmate in occasione della giornata mondiale di solidarietà con il
popolo palestinese (da definire). Visita del campo. Incontro con i ragazzi della campagna SUPPORT a CHILD.
Pernottamento all’Hotel Mayflower.
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Campo Profughi di Bourj al Barajneh
La Croce Rossa Internazionale allestì il campo di Bourj al Barajneh nel 1950 per sistemarvi i profughi in fuga
dalla Galilea e dal nord della Palestina, che rappresentano l’80% della popolazione. Il restante 20% proviene
invece da altri campi chiusi a seguito di bombardamenti o danneggiamenti subiti nel corso dei vari attacchi
militari. Questo campo ha una particolare caratteristica: la popolazione di ciascuno dei tre originari villaggi
di provenienza occupa aree ben definite, con rioni, vicoli e strade che hanno conservato i nomi che avevano
nei villaggi di provenienza in Palestina e dove si continua a vivere secondo le antiche tradizioni.
L’area del campo non é stata mai ampliata, per cui il bisogno di nuove abitazioni ha costretto la
popolazione ad aggiungere piani alle preesistenti abitazioni, nonostante fondamenta poco solide. Le attuali
18.000 persone occupano 2.800 abitazioni. I cavi elettrici penzolano pericolosamente in una rete intricata
di fili senza alcun tipo di manutenzione. La rete idrica, obsoleta e priva di manutenzione, è alimentata da
pozzi artesiani con acqua salata. Ne consegue una situazione sanitaria estremamente critica.
Come in altri campi, piccoli negozi, panetterie e modeste botteghe di artigiani costituiscono la principale
fonte di reddito della popolazione.
Martedì 30 novembre 2010 – Beirut / Campo Nal El Bared / Tripoli / Beirut – 4° giorno
Partenza da Beirut per Nal El Bared. Incontro con i ragazzi della campagna SUPPORT a CHILD. Visita del
campo. Visita di Tripoli. Rientro a Beirut e pernottamento all’Hotel Mayflower.
Tripoli, è la seconda città in ordine di grandezza e il principale porto e centro commerciale del Libano. Sebbene sia una
città moderna, le sue attrattive trovano le radici nella storia medievale e nell'architettura dei mamelucchi. La Città
vecchia si estende a est ed è un labirinto di vicoli stretti, 'souk' colorati, 'hammam' (bagni turchi), 'khan'
(caravanserragli), moschee e scuole di teologia, dove gli artigiani continuano a lavorare come facevano fin dal XIV
secolo. La favolosa architettura mamelucca vanta la Moschea Taynal del XIV secolo, la Al-Qartawiya Madrassa e
l'intricata 'mihrab' (nicchia della preghiera) della Moschea e Madrassa Al-Burtasiya, la Torre del Leone, unico esempio
sopravvissuto di un gruppo di strutture costruite dai mamelucchi per difendere la città
La Cittadella di Saint-Gilles, originariamente costruita nel 1103 dai crociati, domina la città con le sue torri;
gravemente danneggiata da un incendio nel XIII secolo, parzialmente ricostruita nel XIV secolo, e successivamente
modificata, è tuttora un monumento imponente.
Campo Profughi di Nar El Bared
Allestito nel 1949, su un area di circa 1 km2, per ospitare i 6.000 profughi provenienti dai villaggi della
Galilea, accoglie oggi 24.540 abitanti. Nel corso della guerra civile libanese, a seguito dei danneggiamenti
subiti , molte famiglie dei campi di Beirut e del sud del Libano trovarono riparo a Nar el Bared.
E’ l'unico campo presidiato DALL'INTERNO dall' esercito libanese. Per accedervi bisogna passare il controllo
di uno dei cinque check point che ne presidiano gli ingressi, fatto questo che limita, se non preclude
totalmente, la possibilità per gli abitanti dell'interno di avere contatti e relazioni con la popolazione
libanese, con la quale i rapporti in passato erano buoni.
Situato in una zona agricola, in prossimità del mare,la popolazione del campo vive di agricoltura, pesca e
piccoli commerci; ma, la povertà e l’elevato tasso di disoccupazione alimentano gravi problemi sociali,
soprattutto fra i giovani. E’ fra i campi con maggiori necessità di interventi sia a livello sanitario che di
sostegno ai giovani.
Mercoledì 1 dicembre 2010 – Beirut / Campo Burj El Shemali / Tiro / Beirut – 5° giorno
Visita del Centro di Burj El Shemali. Incontro con i bambini sostenuti da SUPPORT a CHILD e con la banda di
musicisti di cornamuse GUIRAB, destinatari del progetto MUSIC for STUDY. Visita al campo di Rashidieh.
Visita di Tiro. Rientro a Beirut e pernottamento Hotel Mayflower.
L'antica Tiro, sulla costa meridionale del Libano, fu fondata dai Fenici nel III millennio a.C. Originariamente consisteva
in un insediamento sulla terraferma e di una città su un'isola, ma queste due strutture furono poi riunite nel IV secolo
a.C. da una strada rialzata che trasformò l'isola in una penisola. Ai tempi dei Fenici era famosa per le tinture color
rosso porpora e la lavorazione del vetro; oggi è conosciuta e apprezzata per le rovine romane. La zona vecchia di Tiro
si trova sulla penisola. Più a sud si giunge al sito archeologico di All-Bass, dove si trovano i resti più impressionanti di
Tiro, tra i quali spicca una strada ben conservata che passa attraverso un'arcata monumentale. Da una parte la strada
è costeggiata dalle tracce di un antico acquedotto, mentre da entrambi i lati ci sono centinaia di sarcofagi di pietra e
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marmo riccamente decorati e scolpiti. L'ippodromo, costruito nel II secolo d.C., era uno dei più grandi del periodo
romano e poteva ospitare fino a 20.000 persone; al suo interno, ogni estate si svolge un festival.
Campo Profughi di Bourj el Shemali.
L’UNRWA allestì il campo nel 1955, a 3 km dalla città di Tiro, affittando dal governo libanese un area di circa
135.000 m2 dove sistemare i profughi provenienti dal nord della Palestina. Il campo, che attualmente ospita
circa 19.000 abitanti, si trova al centro di un’area rurale con grandi piantagioni di arance. E’ considerato il
campo più povero, con un tasso di disoccupazione che si approssima al 65% per gli uomini e al 90% per le
donne. La maggior parte degli uomini trova impieghi occasionali nell’agricoltura nell’edilizia; le donne
nell’agricoltura e nei lavori domestici. I giovani cercano, per questo, ogni possibilità per emigrare.
Buona parte della popolazione vive in case dai tetti di zinco che soffrono d’ infiltrazioni d’acqua in inverno e
surriscaldamento d’estate. Le due scuole presenti nel campo mancano delle strutture necessarie ad
assicurare un buon livello d’istruzione; come conseguenza, il tasso di abbandono è elevato.
Giovedì 2 dicembre 2010 – Beirut / Baalbek / Beirut
Trasferimento a Baalbek e visita della città. Rientro a Beirut e pernottamento Hotel Mayflower.
Baalbek, 86 km a nord-est di Beirut, originariamente dedicata al dio Baal (adorato dai Fenici), fu chiamata Heliopolis
(Città del Sole) dai Greci; più tardi i Romani ne fecero un centro di culto del dio Giove. Durante l'epoca romana,
Baalbek era la città principale della Siria. In tempi più recenti, i fondamentalisti islamici hezbollah, di tendenze
marcatamente anti-occidentali, ne avevano fatto il proprio quartier generale. L'acropoli di Baalbek è una delle più
grandi del mondo. Il complesso è lungo circa 300 m e ha due templi con portici, due cortili e un recinto sacro costruito
durante il periodo di dominazione araba. Il Tempio di Giove, completato intorno al 60 d.C., è situato su un alto
basamento in cima a una scalinata monumentale; rimangono solo sei delle colossali colonne (22 m), che danno
comunque un'idea della dimensione grandiosa dell'edificio originale. Il vicino Tempio di Bacco, costruito intorno al 150
d.C., è abbastanza ben conservato. All'esterno dell'area principale c'è il minuscolo e delizioso Tempio di Venere, un
meraviglioso edificio circolare con colonne scanalate.
Venerdì 3 dicembre 2010 – Beirut / Bcharré / Foresta dei Cedri / Beirut
Trasferimento a Bcharré e visita della città. Rientro a Beirut e pernottamento Hotel Mayflower.
Il viaggio a Bcharré e ai Cedri, a circa 30 km da Tripoli nell'entroterra, passa attraverso lo scenario più bello del Libano.
La strada sale tortuosamente le pendici della montagna e, di tanto in tanto, dietro i tornanti compaiono
improvvisamente gole spettacolari. I villaggi di case dai tetti con le tegole rosse sono appollaiati in cima alle colline o si
sporgono pericolosamente dai fianchi della montagna; a ogni svolta della strada si aprono di fronte agli occhi
splendide vedute di boschetti di olivi, vigneti, valli lussureggianti e alte vette.
Il villaggio di Bcharré ospita il Museo Gibran, dal nome del famoso scrittore/artista nato qui e sepolto in un vecchio
monastero che domina la città.
Sopra Bcharré la strada si inerpica verso l'ultima foresta rimasta dei biblici Cedri. Questa è solo una piccola foresta: un
tempo l'albero cresceva in tutto il paese, ma l'intenso sfruttamento subito ne ha ridotto in modo impressionante la
quantità. Alcuni di questi alberi hanno 1500 anni e oggi il luogo è considerato monumento nazionale. Sotto Bcharré, la
spettacolare Gola di Kadisha ospita le tombe dei primi patriarchi maroniti, come anche i monasteri costruiti nella
roccia.
Sabato 4 dicembre 2010 – Biblo / Beirut / Roma
Trasferimento a Biblo e visita della città. Rientro a Beirut. Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto di
Beirut e partenza alle ore 16,10 con il volo Alitalia AZ 825 per Roma. Arrivo a Roma alle 18,55.
L'antica Biblo, a 40 km a nord di Beirut è una delle città ininterrottamente abitate fin dal periodo Neolitico. Nel terzo
millennio a.C. divenne il più importante porto commerciale della zona, da dove partivano carichi di legno di cedro e
olio destinati all'Egitto. È stato il principale centro fenicio fino al X secolo a.C.: qui si sviluppò l'alfabeto lineare,
precursore dei moderni alfabeti. Invasa dai Persiani, da Alessandro Magno, dai Romani, dai Bizantini e dagli Arabi,
Biblo
cadde
nell'oblio
dopo
essere
stata
presa
e
poi
abbandonata
dai
crociati.
Fortunatamente, lo storico porto e la pittoresca città vecchia non sono andati distrutti. Visiteremo la città vecchia, i
resti del Castello dei Crociati, il tempio di Baalat Gebal del 2800 a.C., un tempio a forma di L del 2700 a.C., due tombe
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reali
e
un
tempio
dell'inizio
del
II
millennio
a.C.,
e
un
anfiteatro
di
epoca
romana.
QUOTE INDIVIDUALI DI PARTECIPAZIONE
La quota comprende:
•
•
•
•
voli di linea A/R Italia – Libano con assicurazione medico/bagaglio per tutta la durata del soggiorno
trasferimenti da e per l’aeroporto di Beirut;
pernottamenti presso l’Hotel Mayflower di Beirut;
tutti i trasferimenti in Libano e le visite come da programma.
La quota non comprende:
- pasti, bevande ed eventuali mance,
- guida in italiano *,
- tutto quanto non menzionato nella ‘quota comprende’.
* Con l’obiettivo di procurare lavoro a ragazzi dei campi, stiamo verificando la possibilità di individuare una
guida al loro interno. Diversamente il gruppo potrà usufruire delle guide locali presenti in tutti i siti
archeologici.
Costo totale:
-
sistemazione in camera doppia: 1.000 euro a persona;
sistemazione in camera singola: 1.115 euro a persona.
Le tariffe del viaggio si basano sui costi e sul cambio di valuta così come noti al momento in cui è stato
preparato questo viaggio (giugno 2010). Eventuali significativi cambiamenti, non dovuti all’organizzazione,
saranno comunicati per tempo. L’organizzazione interna del viaggio potrà subire dei cambiamenti per
tenere conto di eventuali esigenze locali.
Termini e Condizioni di pagamento:
Il viaggio avrà luogo SOLO e SE sarà raggiunto un numero minimo di 10 partecipanti. Per le iscrizioni
successive alle prime 10 potrebbe rendersi necessario rivedere il valore delle quote di partecipazione.
CONDIZIONI:
• prenotazione indicativa all’ indirizzo di posta elettronica [email protected] prima del 10
settembre, allegando copia del passaporto per consentire le pratiche relative all’accesso ai campi
profughi. N.B.: alla data di entrata nel paese, il passaporto dovrà avere una validità non inferiore a
3 mesi. Il visto turistico viene rilasciato in aeroporto, a Beirut. Sul passaporto non devono esserci
timbri d'ingresso o visti per Israele;
- versamento di 500 Euro entro il 10 SETTEMBRE attraverso bonifico bancario sul conto corrente
intenstato a
ULAIA ArteSud onlus - Banca Popolare Etica di Roma - IBAN:
IT61E0501803200000000116376 - Causale: Anticipo Viaggio Libano 27/11 – 4/12/2010 ;
- entro il 10 SETTEMBRE invio della copia del bonifico all’indirizzo di posta elettronica
[email protected];
- entro il 29 0TTOBRE versamento del saldo.
Inviare richieste di informazioni ed adesioni all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
accludendo i propri riferimenti. Provvederemo a richiamarvi. Per urgenze contattare il numero telefonico:
+39 329.81 28 034
NOTIZIE UTILI
Fuso orario: rispetto all’Italia, il Libano è avanti di 1 ora. Il paese adotta l’ora legale da aprile a settembre.
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Valuta e carte di credito: la valuta ufficiale è la Lira del Libano. I dollari americani sono accettati ovunque e
sono praticamente intercambiabili con la lira libanese. Molti cambiavalute applicano tassi più convenienti
delle banche. Spesso le cifre più piccole sono riportate il lire libanesi, mentre quelle più grandi in dollari
americani. Molti esercizi commerciali danno il resto in tutte e due le valute. Il modo migliore per procurarsi
contante è utilizzare gli sportelli bancomat, presenti in tutte le città più grandi, che danno contante sia in
lire libanesi sia in dollari americani. 1 euro = 1.826 lire libanesi - 1 dollaro = 1.525 lire libanesi (tasso di
cambio al 5/6/2010). Sono accettate le carte di credito dei circuiti Cirrus, Diners Club, Maestro, MasterCard,
Visa e Visa-Electron.
Clima: il clima del Libano è di tipo mediterraneo, mite quasi tutto l'anno con estati calde e secche e inverni
miti ma piovosi (temperatura media 15° C). In estate sulla costa il clima è umido con una temperatura
media di 30° C e lievi escursioni termiche durante la notte.
Abbigliamento consigliato: abiti e calzature comodi
• abbigliamento per fronteggiare eventuale pioggia (K-way, etc.);
• una valigia morbida ed uno zainetto da tenere sempre con se.
Elettricità: La corrente è a 110/220 volt e le prese sono di tipo bipolare e tripolare. Occorre munirsi di un
adattatore.
Lingua: la lingua ufficiale del Libano è l’arabo. Il francese costituisce una seconda lingua molto diffusa.
Conosciuto l’inglese.
Disposizioni sanitarie: per coloro che partono dall'Italia e decidono di effettuare un viaggio nel Libano non
è richiesta alcuna vaccinazione.
Telefono: per chiamate Italia – Libano, comporre il prefisso internazionale 00961, l’indicativo urbano senza
lo zero, quindi il numero desiderato. Per chiamate Libano – Italia, comporre il prefisso internazionale 0039,
l’indicativo urbano con lo zero, quindi il numero desiderato.
Religione: la popolazione libanese comprende diversi gruppi religiosi. La religione si fonde con il riferimento
etnico. Lo stato riconosce ufficialmente 18 confessioni:
• fra i cristiani, quelle maronita, greco-ortodossa, greco-cattolica (melchita), armena apostolica, armenocattolica, siriaco-ortodossa, siriaco-cattolica, protestante, copta, assira, caldea, e la cattolica di rito
latino
• fra i musulmani, le comunità sunnita, sciita, ismailita e, in aggiunta, le comunità alauita e drusa.
• la comunità ebraica.
Dal 1932 non sono più stati eseguiti censimenti ufficiali a causa della grande sensibilità dei libanesi nei
confronti dei rapporti numerici fra le varie confessioni religiose. Sulla base di nuovi dati, infatti, i rapporti di
forza cambierebbero e di conseguenza andrebbe cambiata anche la costituzione e quanto in essa previsto
per la vita politica libanese. Nel 1932 risultarono 63% di cristiani, in maggioranza maroniti, 35% musulmani
e 2% altre minoranze religiose. Oggi, secondo alcune stime, i musulmani sono circa il 60% della popolazione
libanese.
L'importanza degli equilibri religiosi ha fatto sì che ai rifugiati armeni di religione cristiana sia stata concessa
la cittadinanza libanese, che è invece negata ai profughi palestinesi, richiesta quest'ultima che è sostenuta
dai musulmani sunniti.
Fonti informative: Lonely planet – Sito web UNRWA
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