Buona giornata a voi tutti Pochi giorni fa abbiamo celebrato il 25

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Buona giornata a voi tutti Pochi giorni fa abbiamo celebrato il 25
Buona giornata a voi tutti
Pochi giorni fa abbiamo celebrato il 25 aprile, festa della Liberazione: dobbiamo riflettere
attentamente su questa nostra storia così recente per non dimenticare mai da dove
veniamo, per ricordare che i diritti di cui oggi godiamo sono spesso stati frutto di
lotte a volte anche cruenti.
I venti politici che stanno spirando in Europa ci ricordano che la memoria è un possente
strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente: l’odio fra le
genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità di un passato di
incubi: ma davvero possiamo permettere che tutto ciò accada ancora?
Sicuramente occorre fare un’attenta riflessione e non cedere al populismo di chi pensa di
risolvere fenomeni così complessi alzando muri e usando reti o filo spinato.
E proprio questo 2016 è un anno importante per la nostra Repubblica.
Anno di ricorrenze e di impegno per il sistema democratico: si celebrano infatti il
settantesimo anniversario della scelta repubblicana, compiuta con suffragio universale
nel referendum il 2 giugno 1946.
Accanto a questa rilevante eredità che la storia ci consegna, in questi mesi saremo
chiamati a importanti appuntamenti elettorali: le elezioni amministrative di giugno in alcuni
importanti comuni e il referendum sulle modifiche di alcune parti della carta
costituzionale del prossimo autunno.
Sulla riforma della nostra Costituzione, il dibattito si è già acceso da tempo con toni più o
meno pacati: ognuno può avere buone ragioni per votare in una direzione o in un’altra,
assecondando o meno il progetto riformatore: più difficile oggi, dopo un calo sempre più
significativo della partecipazione al voto, preservare quel tesoro che è il coinvolgimento
alle sorti della nostra democrazia delle persone e della società nella sua interezza.
Tutti dobbiamo sentirci responsabili affinchè il voto non diventi una stanca liturgia,
ma torni ad essere un momento di vera cura delle sorti del Paese.
Ci preme sottolineare l’importanza politica di tale provvedimento.
Riteniamo, infatti, che i principali aspetti della riforma, oltre al rilievo per l’ assetto
democratico delle istituzioni, possono contribuire a determinare conseguenze positive
in termini di sviluppo economico e crescita del Paese.
Facciamo riferimento, in particolare, al miglioramento della capacità decisionale del
Parlamento dovuto al superamento del bicameralismo paritario, alla conseguente
semplificazione procedurale e alla riduzione dei tempi dell’ iter legislativo, all’ attribuzione
di una corsia preferenziale alle iniziative legislative del Governo.
E sinceramente il nostro Paese ha necessità urgente di procedure sempre più
snelle! E soprattutto di una riduzione vera dei costi della politica, finalmente questa
cosa nella riforma costituzionale diventa realtà
Analizzando la situazione economica attuale, il 2015 si è chiuso per il nostro Paese con
l'inversione attesa da 3 anni. Il PIL è aumentato dello 0,8%.
Ma la crescita italiana resta nella zona di coda dello sviluppo economico globalmente
atteso.
L'elemento critico non è solo rappresentato dalla debolezza della crescita, ma dal fatto che
questa debolezza si inserisce in un contesto estremamente favorevole, plasmato dalle
politiche monetarie della BCE, dalla caduta dello spread, dal deprezzamento dell'Euro, dal
crollo del prezzo del petrolio e delle materie prime.
Se in questa congiuntura internazionale favorevole i risultati sono stati decisamente
modesti significa che nella nostra economia continuano a operare problemi
strutturali irrisolti.
Per queste ragioni la nsistiamo da tempo sulla necessità di aggredire i nodi strutturali a
partire dalla ripresa degli investimenti e dei consumi interni.
Abbiamo presentato un Disegno di legge di iniziativa popolare di riforma fiscale con
dichiarate finalità redistributive, altrimenti da questa situazione di stagnazione non si
esce!
L'inversione del 2015 ha realizzato una svolta nell'occupazione che è tornata a
crescere…ma molto debolmente. Non dobbiamo nasconderci che le aspettative erano
ben altre!
Infatti il JobsAct è stato pensato per accompagnare la ripresa occupazionale quando
quella economica si fosse rimessa in moto.
Ma il Jobs Act da solo non genera occupazione.
Per questo riteniamo, al di là di tutti i dati, che l'inversione della tendenza occupazionale
registrata, sia sotto il profilo dei volumi, sia in riferimento al miglioramento della
composizione qualitativa dei rapporti di lavoro, richiede in assoluto un maggiore
impegno e non solo verso la stabilizzazione occupazionale, ma anche aiutando tutte
le iniziative che si possono mettere in campo per incentivare lo sviluppo
manifatturiero
le Manufacturing zone sono buone pratiche che devono vedere il contributo di tutti.
Servono investimenti per la crescita, non solo nuove regole.
E’ davvero giunto il momento di rivedere la legge Monti-Fornero in materia
pensionistica che ha rappresentato la più grande operazione di cassa fatta sul sistema
previdenziale italiano.
Come sindacati siamo stanchi di sentire tante proposte da soggetti diversi tranne
che da chi le dovrebbe fare e cioè il governo.
Chiediamo un tavolo di concertazione e una trattativa seria con governo.
Noi come sindacati abbiamo le idee chiare in materia e la nostra piattaforma prevede una
proposta articolata in cui il tema della flessibilità in uscita va affrontato nella sua
complessità con l’intento di rispondere alle esigenze di vita delle persone ed ai mutamenti
dell’organizzazione del lavoro…41 anni di contribuzione devono bastare per andare in
pensione… .
Parliamo di donne, di giovani, di pensioni complementari, di lavori usuranti e,
ovviamente di pensionati perché non sono più tollerabili le continue manomissioni
sulle pensioni esistenti: parliamo, per esempio, della mancata perequazione,
considerata come un privilegio e non come un adeguamento al potere d’acquisto.
E’ una piattaforma che ci vede uniti come sindacati così come ci ha unito la stesura del
nuovo modello contrattuale.
Infatti in un momento di estrema egemonia della politica nel tentare di affrontare tutti i
bisogni della società escludendo altri soggetti, questo accordo rappresenta un rilancio
del sindacato e del suo ruolo in termini propositivi.
Perché nonostante i molteplici tentativi da parte del governo di marginalizzare i corpi
intermedi della società, questi ancora una volta dimostrano di essere una grande
forza democratica, di reale partecipazione dei lavoratori, dei pensionati che non
trova riscontro in nessun altro soggetto, tantomeno in una politica che deve
confrontarsi con un calo enorme dei consensi.
Il nostro obiettivo è quello di una negoziazione che produca una crescita salariale oltre
l’inflazione e che permetta una crescita del potere d’acquisto dei lavoratori in
termini reali.
VANNO RINNOVATI I TANTI CONTRATTI DI LAVORO IN SCADUTI
Prima di salutarci voglio ricordare un’altra data, il 28 Aprile, Giornata Mondiale delle
vittime sul lavoro.
Dobbiamo tutti condividere una visione accurata di prevenzione, perché l’integrità fisica e
un ambiente di lavoro sano e sicuro sono un diritto umano fondamentale.
Chiudo questo mio intervento chiamando tutti ad un impegno forte e responsabile. Solo
così possiamo produrre quel cambiamento che sia di aiuto concreto alla trasformazione
del nostro Paese.
Buon 1° Maggio a tutti