PREPARARSI A NEGOZIARE CON SUCCESSO
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PREPARARSI A NEGOZIARE CON SUCCESSO
Commerciale e vendite PREPARARSI A NEGOZIARE CON SUCCESSO Presentarsi ad un negoziato con qualcuno che detiene un potere superiore al nostro può rappresentare una prospettiva scoraggiante. Sia che venga richiesta al proprio capo l’assegnazione di nuove mansioni, sia che si stia provando a fare decollare una nuova iniziativa con un cliente, l’approccio incide in misura determinante sull’esito finale. Come si può ottenere il massimo risultato? Un adagio che recita: “c’è spesso forza nella debolezza”. Chi ha una posizione dominante, infatti, ha normalmente una capacità limitata di capire come gli altri vedono, e percepiscono la realtà. Essere in posizione di debolezza, inoltre, spinge a soppesare con precisione ciò che l’altra parte vuole veramente e consente di formulare una proposta molto accattivante. Un secondo elemento da considerare è che al tavolo della trattativa si tende a sottovalutare il valore delle proprie risorse e a sopravvalutare le argomentazioni della controparte. tio w w w CONSIGLI Bisogna fare una lista di ciò che si vuole dalla trattativa, corredata dai relativi perché. Questo esercizio aiuta a non farsi trascinare a discutere su questioni di poco conto. Altrettanto importante, se non addirittura più rilevante, è capire cosa interessa alla controparte. Esaminando criticità, motivazioni ed obiettivi del proprio interlocutore, emergono con evidenza i propri punti di forza e si riesce a produrre una soluzione efficace, piuttosto che formulare un mero elenco di caratteristiche del prodotto. per ottenere informazioni. In questi casi bisogna ricordarsi sempre di rispondere educatamente - dietro precisa richiesta - e prendere subito dopo il controllo del colloquio con una contro domanda. “Si, assolutamente, siamo in grado di rispondere positivamente alle vostre richieste entro 48 ore. Ecco... posso chiederle quali altri aspetti del servizio ritenete importanti per fare fronte ai bisogni dei vostri clienti?”. Attenzione agli indizi involontari, verbali e non, che vengono dispensati. Se immediatamente dopo una nostra frase notiamo un leggero avvicinamento della persona di fronte a noi, significa che abbiamo toccato una corda sensibile. Bisogna prestare la massima attenzione perché a volte questi movimenti sono appena percettibili. .it PILASTRI DELLA TRATTATIVA Queste valutazioni sono di ausilio alla formulazione di una strategia vincente, che viene supportata dai tre tradizionali pilastri su cui si basa una trattativa: 1. Informazioni Più dettagli si conoscono della controparte, meglio è. Se ci si propone come consulenti ad un ente di formazione, ad esempio, una cosa è avere idea della loro attività, un’altra conoscere quali corsi propongono a catalogo, un’altra ancora è sapere quali tra questi corsi è stato attivato l’anno precedente. Se gli interlocutori non conoscono molto di noi, è meglio. Un’azienda di semilavorati per prodotti dolciari, non dovrebbe sbandierare ai quattro venti la composizione del proprio portafoglio clienti. Altri clienti potenziali potrebbero nutrire qualche timore di essere danneggiati perché l’immagine di quei concorrenti presso i consumatori non è adeguata alla loro reputazione o semplicemente temere di essere discriminata a causa delle proprie modeste dimensioni. Capita di dovere dare informazioni .ra RISCHI DELLE NEGOZIAZIONI Il rischio è cadere vittime di pregiudizi. Accade spesso che la paura derivi dall’immagine minacciosa creata dal nostro immaginario. La concorrenza di altri tre fornitori in lizza per un contratto, fa diventare preda di ansie ingiustificate ed è la causa di remissività in trattativa. Bisogna piuttosto distinguere tra preoccupazioni reali e apparenti, per poi definire quali sono i plus esclusivi si mettono sul tavolo in un negoziato commerciale. 2. Tempo Non rivelare mai le proprie scadenze in un negoziato. Se ci si trova a negoziare in Cina, rispondere con sincerità alla domanda “Quando rientrerà in Italia?” potrebbe rivelarsi un boomerang. La controparte tirerà la corda fino all’ultimo, sapendo che per il ven- INFORMAZIONI TEMPO POTERE Conoscere più dati possibile sulla controparte negoziale. on svelare eventuali scadenze N improrogabili che potrebbero favorire la controparte. adare con attenzione ai rapporB ti di potere tra le parti e declinare di conseguenza il proprio atteggiamento. RATIO AZIENDA [n. 1/2017 • 12512] Aggiornato al 13.12.2016 Centro Studi Castelli s.r.l. - Riproduzione vietata31 32 Centro Studi Castelli s.r.l. - Riproduzione vietata fabbricheranno per loro. In cambio questa azienda riceverà una partita di quei processori da inserire nelle plafoniere industriali, che non sono nel catalogo dell’altra azienda. - Potere che deriva da attività investigative o da fattori temporali esterni. È il caso di chi acquista una seconda casa al lago, essendosi preventivamente informato quanti immobili di quel tipo sono in vendita in quell’area o di chi si reca ad acquistare un’automobile il 28.12, sapendo che il concessionario sarà verosimilmente proiettato a raggiungere il budget di fine anno. .it TATTICHE DI NEGOZIATO Preparare il negoziato prima che inizi. La cosa più importante è essere ben preparati. Questo presupposto prevede una riunione di brainstorming, finalizzata ad individuare soluzioni creative, vantaggiose per entrambe le parti. Se l’altra parte non si smuoverà dal prezzo che intende pagare, si potrebbe richiedere in cambio di sottoscrivere un contratto a lungo termine. È altrettanto indispensabile avere a disposizione dati e informazioni per rinforzare la propria posizione. Se un potenziale cliente dice che pagherà X per un lavoro, grazie alla ricerca svolta si potrà replicare con “veramente le ultime tre aziende che ha ingaggiato con un’esperienza simile sono state pagate Y”. La preparazione fornisce le informazioni necessarie a ottenere più di quanto si pensava. 1. Ascoltare e fare domande Due delle più potenti strategie che si possono mettere in campo sono ascoltare bene, per costruire fiducia e porre domande, per indurre l’interlocutore a difendere la propria posizione. Diminuire la capacità di difesa significa acquisire maggiore potere. Se il capo sostiene che una risorsa non è quella giusta per quel ruolo, la risposta corretta è: “Che capacità dovrebbe avere una persona simile?” Provvisti di queste informazioni aggiuntive, si può dimostrare di possedere i requisiti necessari a ricoprire quel ruolo. tio w w w 3. Potere Raffinatezza e moderazione nell’uso del potere sono importanti. Piuttosto che un “Un’azienda concorrente mi ha offerto compensi migliori. Se non mi dà X me ne vado” è preferibile un “In questa azienda mi trovo bene. In questo momento mi trovo in condi- zione di valutare un’opportunità più remunerativa e più gratificante dal punto di vista professionale. Mansioni e stipendio sono argomenti dei quali possiamo discutere?”. Ci sono molte cose che influenzano l’equilibrio di potere tra le parti: - Posizione e privilegi. Andare al tavolo negoziale senza avere un punto di forza (chiamato anche vantaggio competitivo) è un po’ come andare in trincea senza l’elmetto. Questi plus sono le argomentazioni che di fronte all’obiezione “È troppo caro”, consentono di potere rispondere senza esitazione con la classica formula “Rispetto a che cosa?”. - Capacità di sviluppo. Questa leva non è sempre utilizzabile, poiché si può introdurre solo in presenza di una negoziazione win-win (situazione in cui entrambe le aziende escono vincitrici dall’incontro). Accade infatti che unendo le risorse delle due parti, possa nascere una sorta di collaborazione che aumenta i vantaggi reciproci. Poniamo il caso di un’azienda che possiede un microchip brevettato in grado di modulare la luminosità delle lampadine, senza modificare l’impianto esistente. Al produttore di luci LED viene chiesto di inserirlo nelle lampadine che .ra ditore tornare a mani vuote sarebbe un mezzo disastro. Meglio ribattere con un generico “Tra alcune settimane, devo ancora incontrare diversi clienti potenziali”. Cercare di scoprire le scadenze della controparte. È necessario muoversi con estrema cautela. La domanda “Che urgenza avete?” è troppo diretta. Una richiesta più neutra che indaga sul comportamento di acquisto dei loro clienti, renderà la domanda più accettabile. Molte concessioni possono arrivare sul filo di lana, in prossimità del termine della trattativa. La pazienza paga. In generale i migliori risultati non si raggiungono nelle prime battute, per cui il famigerato “prendere o lasciare” è raramente efficace. A nessuno piace essere messo con le spalle al muro e piuttosto che vedere sacrificato il proprio ego, alcuni preferiscono perdere un affare. RATIO AZIENDA [n. 1/2017 • 12512] Aggiornato al 13.12.2016 tio GESTIRE LE EMOZIONI Le emozioni intense o fuori controllo possono rovinare il negoziato. La paura di perdere o il cambiamento, sono spesso espresse attraverso la rabbia. In ogni caso, tuttavia, sia che siano ragionevoli o no, le emozioni delle persone devono essere prese sul serio. Esistono diverse misure che possono essere prese prima di ogni incontro per ridurre le tensioni ed evitare esplosioni emotive. Le parti in causa devono essere informate su bisogni e conoscenze della controparte, senza dimenticare che ascoltare il proprio interlocutore non significa essere d’accordo con lui. Le regole di base dovrebbero proibire gli attacchi personali, circa correttezza e motivazioni della controparte. L’autocontrollo deve far rispettare queste regole e bloccare sul nascere attacchi personali. Accettare il punto di vista altrui e riconoscere i sentimenti delle persone può aiutare a tenere a bada le emozioni. Ci sono molte ragioni per cui alcuni spostano la loro attenzione dal conseguimento dei propri interessi al cercare vendetta contro un avversario. C’è chi sente di essere stato manipolato o minacciato da un altro o chi semplicemente vuole che qualcuno paghi per un presunto torto subito. Ecco alcuni casi tipici in cui l’emotività può inficiare il buon esito di un negoziato: - Escalation: tipico errore commesso quando si è in situazioni negoziali dif- w w w 3. Essere flessibili I migliori negoziatori sono ben consapevoli che non bisogna fossilizzarsi sul “dare e prendere”, ma essere pronti a molteplici manovre con l’evolversi del negoziato. Se la controparte fa una richiesta, chiederne il motivo, suggerire di verificare insieme se esistono soluzioni alternative e magari chiedere se in passato hanno mai ottenuto quel tipo di concessione. Essere flessibili, cioè disponibili a concedere qualcosa, comporta che si possa costruire una soluzione buona per entrambi, ma che faccia sentire l’interlocutore vittorioso al termine dell’incontro. PRINCIPI DA RICORDARE Da fare: - mettersi nei panni dell’altra parte: è RATIO AZIENDA [n. 1/2017 • 12512] Aggiornato al 13.12.2016 ficili, situazione che è il preludio di un eccesso di determinazione. Si continua a seguire un corso d’azione scelto in precedenza al di là di ciò che consiglierebbe la razionalità. Un tipico caso di escalation occorre nel corso di un’asta tra i due contendenti di un’opera d’arte, che non competono più per accaparrarsi l’oggetto, ma per dimostrare di essere la persona più facoltosa della sala. - Percezioni partigiane: è il fenomeno psicologico che induce le persone a percepire il mondo in un’ottica di parte, sbilanciata, naturalmente a loro favore. Un’ideologia di base o una fede sportiva possono spesso essere il volano di questa anomalia psicologica. -A spettative irrazionali: è difficile trovare un accordo quando una o più parti hanno delle aspettative che non si possono soddisfare. L’eccesso di autostima dell’autore di un manoscritto che - dal suo punto di vista - diventerà un bestseller, potrebbe portare questa persona a litigare pesantemente col proprio editore, avendo avanzato richieste spropositate (ad es. un anticipo economico sostanzioso). - Eccesso di fiducia: tutte le volte che abbiamo troppa fiducia in noi stessi, e tendiamo a sopravvalutare le nostre forze e a sottovalutare quelle dei nostri rivali. È il tipico caso delle situazioni belliche, quando un negoziato si interrompe perché una delle parti, convinta della propria forza, è certa di sopraffare l’altra. - Emozioni incontrollate: Accade quando l’ira prende la mano dei negoziatori e accadono cose molto spiacevoli. Le parti smettono di focalizzarsi sulla logica e sulla difesa razionale dei propri interessi, ed in breve l’obiettivo diventa danneggiare la controparte. Un esempio di emozione incontrollata può essere rappresentato da una trattativa per la cessione idrica tra vicini, che non va a buon fine perché il titolare del pozzo rinuncia all’unico acquirente potenziale, solo per il gusto di danneggiare l’altro. .it cruciale scoprire cosa ritiene importante; - ricordarsi del valore della propria offerta: se si è seduti ad un tavolo è certo che ci sia un interesse reciproco; - fare domande: si otterranno informazioni fondamentali su bisogni e problemi. Da non fare: - improvvisare: nulla batte una preparazione accurata; - dipendere da un’unica strategia: sviluppare più alternative per portare il negoziato dalla propria parte; - replicare aggressivamente ad un atteggiamento bellicoso: rimanere saldi sui propri obiettivi. .ra 2. M antenere la calma Un grande errore che una persona con uno scarso potere negoziale può commettere è diventare reattivo di fronte a provocazioni e toni ipernegativi dell’altra persona, finendo per spostare la disputa sul piano personale. Non bisogna imitare il cattivo comportamento degli altri. Se si reagisce specularmente ad una minaccia, il gioco è fatto. Bisogna mantenere la discussione incentrata sugli obiettivi e resistere alla tentazione di sostituire sé stessi con l’oggetto della trattativa, anche se il colloquio tira in ballo attitudini personali. Il fine è non perdere mai di vista i risultati che si vogliono conseguire per non farsi influenzare dall’atteggiamento della controparte. “Non ho sentito parlare particolarmente bene della vostra azienda...”. Meglio non perdere la calma: è controproducente. Una risposta professionale ristabilirà il giusto clima: “Giacché è lei a parlarne devo risponderle che una ditta corretta cerca di dimostrare in che cosa il suo articolo è superiore e non di denigrare sistematicamente le aziende dello stesso ramo. Sarà lei stesso a valutarci quando avrà considerato quali vantaggi otterrà da noi“. Centro Studi Castelli s.r.l. - Riproduzione vietata33