Pomorete, due progetti per il risanamento dei terreni gravemente

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Pomorete, due progetti per il risanamento
dei terreni gravemente inquinati in Italia
L'azienda Ecosistemi (Pomorete) e l'università Federico II di Napoli potrebbero mettere
insieme due progetti: uno è piacentino ed è volto a ridare fertilità ai terreni e uno è
napoletano, per la decontaminazione dagli inquinanti
Redazione
22 febbraio 2016 10:42
Paolo Manfredi
La rinascita dei terreni gravemente inquinati in diverse parti d'Italia, tra cui la
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1.
Pomorete, due progetti per il
risanamento dei terreni gravemente
inquinati in Italia
2.
Tirocini per i giovani, a Spazio 2 la
presentazione del bando
cosiddetta "Terra dei fuochi", potrebbe non essere poi così distante grazie a
due progetti presentati all'università Cattolica di Piacenza.
In dicembre si è tenuto il seminario "Il progetto Life-Ecoremed per
l'identificazione e il risanamento dei suoli agricoli inquinati", organizzato
dall'Istituto di Chimica agraria e ambientale della facoltà di Scienze agrarie.
La giornata è stata aperta da Marco Trevisan, direttore dell'Istituto Chimica
Agraria e Ambientale, cui sono seguite le relazioni di Paolo Manfredi, biologo,
che ha presentato il progetto New Life di m.c.m. Ecosistemi (fa parte di
Pomorete, la prima filiera italiana del pomodoro), e di Massimo Fagnano,
docente dell'università di Napoli Federico II, Dipartimento di agraria, che ha
esposto il progetto Life Ecoremed. Un altro seminario è previsto a Napoli,
sempre per mettere a confronto le due tecnologie e studiare una metodologia
di impiego dei due progetti.
«Il lavoro svolto dal gruppo dell'università di Napoli è indirizzato alla
depurazione dei suoli agricoli interessati da alcuni tipi di contaminazione.
Durante l’incontro abbiamo trovato diversi punti di reciproco interesse che
potrebbero unire le due tecnologie. Le terre prodotte da Ecosistemi - ha
spiegato Manfredi - avendo caratteristiche di elevata fertilità possono
contribuire ad attivare i processi di decontaminazione dei suoli, soprattutto da
L'ipotesi è quella di creare le condizioni «affinché i processi di
decontaminazione di tipo biologico possano essere ancora più efficienti
rimuovendo gli inquinanti attraverso la fitodepurazione e la degradazione
batterica e fungina». Gli studi dell'università Federico II sono avanzati per
quanto riguarda la bonifica dagli inquinanti, mentre la tecnica messa a punto
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Batteri e funghi saranno le armi da usare contro le sostanze che inquinano.
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idrocarburi e metalli pesanti, studiati da Fagnano».
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da Ecosistemi ridà nuova vita ai terreni grazie alla ricostituzione, la "messa a
nuovo", di suoli stressati e compattati dall'usura e dal tempo, suoli in cui le
sostanze nutritive sono venute meno. Una tecnica che ha già attirato l'interesse
della Ue e che potrebbe vedere presto una applicazione in Nordafrica.
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Paolo Manfredi Argomenti:
università Cattolica
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pomorete
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