Frederic Barnett, Kenneth S. Serota
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Frederic Barnett, Kenneth S. Serota
L’INFORMATORE ENDODONTICO Estratto dal Vol. 6 n° 2, 2003 Il nuovo metodo di preparazione canalare con Nichel Titanio: la strumentazione SybronEndo K3™ FREDERIC BARNETT, DMD KENNETH S. SEROTA, DDS, MMSC IL TRIDENTE EDIZIONI ODONTOIATRICHE Il nuovo metodo di preparazione canalare con Nichel Titanio: la strumentazione Sybron Endo K3™ Frederic Barnett, DMD Kenneth S. Serota, DDS, MMSc Figura 1 Foto al SEM della punta non lavorante del K3. In letteratura è già stato ben documentato il ruolo dei microrganismi nello sviluppo della malattia pulpare e periradicolare.1-3 Non ci possono essere dubbi sul fatto che l’imperativo biologico per un successo clinico predicibile sia l’eliminazione della microflora e del materiale necrotico dal sistema dei canali radicolari.4 L’applicazione tecnica di questo assioma biologico si attua attraverso la completa rimozione dei detriti e la disinfezione (sagomatura e detersione) dell’intero sistema dei canali radicolari. Inoltre, allo scopo di poter detergere e sagomare completamente tale sistema e di poterlo sigillare permanentemente con un materiale da otturazione biocompatibile, l’attenzione del clinico deve spostarsi verso una sagomatura apicale che permetta una completa compattazione verticale del materiale da otturazione nell’area occupata dalla “ zona di controllo apicale”. L’approccio crown-down (corono-apicale) nella sagomatura e detersione, che rappresenta la caratteristica della strumentazione Ni-Ti, elimina le costrizioni a livello della regione coronale del canale e perciò riduce l’effetto delle curvature canalari.5,6 Questo provvede a migliorare l’informazione tattile durante la sagomatura apicale e permette anche una più profonda penetrazione delle soluzioni irriganti verso l’apice, fino alla zona più profonda raggiunta dagli strumenti della sagomatura. La maggior parte del tessuto pulpare e della microflora viene rimossa prima che sia raggiunto il terzo apicale del canale, così da ridurre il rischio di spingere sostanze irritanti nelle regioni periradicolari. Inoltre, la lunghezza di lavoro è meno probabile che si modifichi durante la strumentazione apicale, poiché sono state ridotte le curvature canalari coronali prima che si stabilisca la lunghezza di lavoro finale. Questo ridurrà significativamente le possibilità di trasportare o rendere ellittica la costrizione apicale e i forami apicali. Questo articolo descrive un protocollo di strumentazione crown-down che utilizza convenzionali strumenti manuali in acciaio inossidabile ed un nuovo sistema di strumenti rotanti in nichel-titanio di terza generazione, K3TM (Sybron Dental Specialties, Orange, CA) recentemente immessi nel mercato odontoiatrico. Nichel-titanio o acciaio inossidabile ? La formazione di gradini, il trasporto dell’apice, gli intasamenti e le perforazioni, complicazioni tutte legate alle tecniche di preparazione con strumenti manuali in acciaio, sono responsabili delle compromissioni dei risultati a lungo termine di molti trattamenti endodontici. L’introduzione degli strumenti in nichel-titanio (Ni-Ti) per la strumentazione canalare ha ovviato a questi problemi iatrogeni.7 La loro superelasticità ha reso possibile, con relativa facilità, il successo nella strumentazione 1 Pag. - 44 L’Informatore Endodontico Vol. 6, Nr. 2 Angolo di taglio positivo Fornisce un’azione di taglio attivo al K3. Terzo piano radiale Stabilizza lo strumento e lo mantiene centrato all’interno del canale, mentre impedisce un “impegno eccessivo”. Piano radiale ampio Fornisce supporto alla lama e garantisce alla zona periferica dello strumento maggiore robustezza contro gli stress torsionale e da rotazione. Piano radiale rientrante. Riduce la frizione contro le pareti canalari. 2 di canali con curve moderate e severe, dato che gli strumenti Ni-Ti possono ritornare alla loro forma originale dopo aver subito lo stress di deformazione, attraverso cambiamenti a livello microstrutturale. Il problema principale con gli strumenti Ni-Ti comunque è la loro propensione alla rottura improvvisa quando vengono oltrepassati i limiti di fatica ciclica e di torque. Questo problema è stato superato attraverso parametri di design elaborati attraverso modelli al computer e selezionando gli strumenti in base a protocolli di performance e tecniche che permettano un trattamento endodontico sicuro ed efficace. Caratteristiche del design innovativo degli strumenti rotanti K3 TM Punta non lavorante Gli strumenti rotanti K3TM possiedono una punta non lavorante (Fig. 1). Gli strumenti rotanti che possiedono una punta non lavorante sono più sicuri e consentono di ridurre errori procedurali, come formazione di gradini, trasporti e perforazioni apicali. Inoltre essi, possedendo anche lame piatte, lavorano 2003 Figura 2 La sezione trasversale del K3 mostra gli ampi piani radiali e l’angolo di taglio positivo. mantenendosi più efficacemente centrati nel canale, minimizzando e prevenendo trasporti del canale stesso.9 Anche se uno strumento rotante con punta lavorante possiede la capacità di attraversare e allargare un canale radicolare calcificato, occorre prestare attenzione per potenziali problemi associati al suo uso. Per esempio, se si strumenta inavvertitamente oltre apice con uno strumento rotante a punta attiva, essa ovalizza e modifica la morfologia originaria del forame apicale, compromettendo poi la qualità dell’otturazione finale. Angolo di taglio L’efficacia di taglio di uno strumento dipende in generale dall’inclinazione delle sue lame (Fig. 2). Disegnando una linea passante per il centro dello strumento e determinando l’angolo che essa forma con la lama dello stesso, si determina l’angolo di taglio. L’angolo di taglio ideale deve avere un valore leggermente positivo: un angolo di taglio troppo positivo infatti produrrà solo scanalature e solchi nella dentina, mentre un angolo di taglio negativo risulterà inefficace. Gli strumenti K3TM si distin- Pag. - 45 PROFILO DELL’AUTORE. Il Dr. Barnett è professore associato di Endodonzia all’Albert Einstein Medical Center di Philadelphia e esercita la professione limitatamente all’Endodonzia a West Chester, Pennsylvania. Ha tenuto corsi e pubblicato articoli a livello internazionale su Infezioni Endodontiche, Traumatologia Dentale e Trattamenti Endodontici Contemporanei. Il Dr. Barnett ha fatto parte dell’Advisory Board dell’“Endodontic & Dental Traumatology Journal” e si occupa della sezione “Current Literature”del Journal of Endodontics. guono per un angolo di taglio leggermente positivo, garantendo così un’ottima efficacia di taglio. I detriti dentinali formatisi durante la strumentazione con i K3TM sono facilmente rimossi dalla zona di lavoro e asportati grazie all’originale variazione dell’angolo delle lame.9 Piani radiali Il piano radiale (radial land) è la superficie dello strumento che si proietta dall’asse centrale tra le spire fino al bordo della lama di taglio.9 Per spiegare meglio questo concetto occorre prendere in considerazione il supporto della lama. Il supporto della lama è definito come la quantità di materiale che sostiene le lame di taglio dello strumento. La maggior parte degli strumenti sono disegnati in maniera da derivare la loro robustezza dalla massa centrale dello strumento e quindi dal diametro, piuttosto che dall’area centrale e da quella periferica vicina alle lame (piani radiali). Gli strumenti rotanti in Ni-Ti devono presentare un’adeguata resistenza in periferia per sopportare stress di torsione e rotazione. Questo caratteristico design è d’importanza critica per lo strumento. Infatti, minore è il supporto delle lame (la quantità di metallo dietro al bordo della lama), minore sarà la resistenza degli strumenti sottoposti a forti stress di torsione e rotazione e quindi essi saranno più suscettibili di frattura. Per questo motivo il sistema K3TM ha un design unico nel suo genere: due dei tre piani radiali sono ampi e rientranti, mentre il terzo è più stretto, ma completo (Fig. 2). Il piano radiale rientrante minimizza il sovraccarico, mentre il piano radiale ampio aumenta la robustezza.9 Angolo delle spire L’angolo delle spire è l’angolo che la lama di taglio forma con l’asse lungo Pag. - 46 dello strumento. Una volta che lo strumento ha realizzato il suo taglio nella dentina, i detriti devono essere rimossi velocemente ed efficacemente. Si verifica un fenomeno di “compressione” allorché i detriti si raccolgono tra le lame dello strumento e le pareti canalari. Se si compatta una quantità di detriti nell’area coronale dello strumento e non esiste più una via di fuga per gli stessi, lo strumento si inceppa ed i detriti non vengono più allontanati coronalmente dal canale. Lo strumento può quindi fermarsi, cessare di tagliare o anche rompersi. Gli angoli variabili delle spire dell’elica hanno aumentato le prestazioni degli strumenti rotanti e sono parte dell’innovativo design del sistema K3 TM. Variando l’angolo delle spire, i detriti vengono rimossi in maniera più efficace. I detriti derivanti dall’azione di taglio degli strumenti K3TM sono facilmente dislocati dall’area di lavoro e fatti uscire grazie al peculiare design dell’elica. Ciò rappresenta un notevole miglioramento rispetto a quegli strumenti che, al contrario, mantengono lo stesso angolo delle lame lungo l’intera lunghezza di lavoro ed in questo modo sono più suscettibili di “avvitarsi o autofilettarsi dentro il canale”.9 Variabilità del diametro del gambo Questo potrebbe essere meglio definito come profondità variabile delle lame. Il rapporto tra il diametro del gambo ed il diametro esterno dello strumento è maggiore in punta, dove la robustezza dello strumento è più importante. Questo rapporto decresce poi uniformemente procedendo dalla punta in direzione coronale, favorendo una maggiore profondità delle lame e una maggiore flessibilità, mantenendo una robustezza costante.9 PROFILO DELL’AUTORE. Il Dr. Serota si è laureato all’Harvard Forsith School of Dental Medicine e ha ricevuto l’American Association of Endodontists Memorial Research Award. Ha tenuto lezioni e pubblicato a livello internazionale e ha coordinato oltre 100 corsi pratici di endodonzia. Il Dr. Serota è il fondatore di ROOTS ([email protected] - www.roots.com), un gruppo di discussione internazionale in internet focalizzato sull’endodonzia. Lavora a Mississauga, Ontario nel suo studio Endodontic Solution (www.endosolns.com). L’Informatore Endodontico Vol. 6, Nr. 2 Linee guida per il sistema K3TM Gli Autori raccomandano l’utilizzo di un motore elettrico a controllo di torque che abbia la possibilità di innescare un sistema di auto-reverse quando lo strumento incontra un certo livello di resistenza. Questo sistema di controllo del torque è in grado di compensare gli stress localizzati lungo la superficie dello strumento in rotazione e protegge gli strumenti dalla rottura per fatica o per improvviso aumento del torque stesso. Gli strumenti rotanti in Ni-Ti devono essere utilizzati esercitando una leggera pressione o un movimento di “impegno-disimpegno”, per ridurre la concentrazione di forze di tensione. Quando s’incontra una certa resistenza all’avanzamento dello strumento all’interno del canale radicolare, lo strumento deve essere rimosso dal canale stesso e ispezionato attentamente nelle sue lame, che dovranno essere ripulite dai detriti eventualmente presenti. Occorre fare attenzione a non forzare mai lo strumento rotante all’interno del canale; se s’incontra un aumento della resistenza nell’avanzamento dello strumento all’interno del canale, questo deve essere immediatamente sostituito con uno con conicità e/o diametro inferiore.10 È prudente limitare l’estensione dell’impegno degli strumenti all’interno del canale radicolare. Idealmente, l’impegno contro le pareti dentinali dovrebbe estendersi per non più di 6 mm, per evitare un eccessivo torque e la frattura dello strumento stesso.10 Sono sempre richieste una abbondante irrigazione e la lubrificazione dello strumento; è obbligatorio lavorare sempre in presenza di “un campo bagnato”.13 Il sistema K3TM comprende due strumenti rotanti Ni-Ti orifice-opener (conicità .08 e .10) ed un set completo di strumenti rotanti Ni-Ti con diametri da 15 a 60, con conicità .04 (banda di colore verde) e conicità .06 (banda di colore arancio). Presto verrà introdotta sul mercato una serie di strumenti rotanti Ni-Ti con conicità .02. Sequenza di trattamento La tecnica di strumentazione Ni-Ti per la maggior parte dei sistemi aderisce ad un logico protocollo procedurale che prende pieno vantaggio dalle comuni caratteristiche di design: accesso rettilineo, conferma della pervietà coronale, misurazione arbitraria del diametro apicale, approccio corono-apicale, determinazione della lunghezza di lavoro, creazione di una sagomatura profonda e preparazione finale con strumenti rotanti. Indipendentemente dal sistema utilizzato, per ottenere un predicibile successo è essenziale utilizzare una costante e copiosa irrigazione potenziata dagli ultrasuoni. Accesso rettilineo È indispensabile eseguire una cavità d’accesso simile ad una I classe, 11 in modo da ottenere un accesso rettilineo verso la costrizione apicale. L’allineamento spaziale della sommità delle cuspidi, del cornetto pulpare, degli imbocchi canalari e dell’intersezione fra il terzo coronale e il medio è essenziale per mantenere la costrizione apicale nella sua naturale posizione anatomica. Ottimizzando questa via d’accesso, la superelasticità e la possibilità di mantenere al centro del canale gli strumenti rotanti in Ni-Ti permettono di trattare anche i più complessi sistemi canalari. Ispezione ed esplorazione In questa fase vengono utilizzati in sequenza strumenti manuali in acciaio inossidabile con conicità .02 con diametro da #08 (#06 se necessario) fino Pag. - 47 2003 Il nuovo metodo di preparazione canalare in Nichel Titanio: la strumentazione Sybron Endo K3 a #15, per confermare la pervietà coronale attraverso una passiva valutazione topografica dell’anatomia del canale radicolare. Si raccomanda di utilizzare in questa fase di esplorazione canalare una grande quantità di irrigante viscoso come Slide® (Miltex Dental, York, PA), Prolube® (Dentsply Tulsa Dental, Tulsa, OK), o File-Eze® (Ultradent Products, South Jordan, UT) per evitare la pericolosa compattazione di tessuti molli e l’eventuale formazione di tappi di collagene. 11,12 Gli strumenti manuali vengono inseriti in sequenza nel canale con movimento tipo “caricamento di orologio” fino al momento in cui si incontra una resistenza, momento nel quale si deve rimuovere dal canale lo strumento impiegato. In questa fase di strumentazione non si deve tentare di raggiungere la lunghezza di lavoro, dato che non è necessario e può solo portare alla formazione di complicazioni. Lo strumento deve essere infatti inserito per non più di un terzo o metà della lunghezza di lavoro stimata all’inizio del trattamento. Se un canale è pervio nel terzo coronale, normalmente è aperto fino all’apice. Le ostruzioni e le restrizioni di dentina cervicale vengono rimosse durante questa fase. 8,11,12 Accesso radicolare Per la preparazione dei terzi coronale e medio del sistema dei canali radicolari può essere utilizzata un’estrema varietà di strumenti. Si possono utilizzare le frese di Gates-Glidden con movimento di pennellatura in uscita per raddrizzare il sentiero di percorribilità (“glide path”) degli strumenti e per riposizionare gli imbocchi canalari lontano dalla pericolosa zona della biforcazione nei molari.12 Dal momento che queste frese possono creare intasamenti e stripping, gli autori raccomandano l’utilizzo degli Pag. - 48 “orifice opener” K3TM e precisamente il K3 #25/.10 ed il K3 #25/.08. Quello a conicità 0.10 viene utilizzato a 250-300 giri su motore elettrico e viene portato nel canale fino a percepire una lieve resistenza. Lo strumento deve essere quindi fatto uscire lentamente e introdotto di nuovo apicalmente, fino a incontrare di nuovo una resistenza. Il canale è copiosamente irrigato e la procedura viene ripetuta con l’orifice opener a conicità .08. Questo strumento nella maggior parte dei casi deve essere in grado di penetrare fino a metà canale. Nel caso di canali estremamente stretti e calcificati, al posto degli orifice opener si possono utilizzare il K3 #25/.06 e #20/.06. Per pulire il canale dai detriti in questa fase è raccomandato l’uso dell’EDTA. Presunta dimensione apicale Utilizzando uno strumento manuale in acciaio #10 e sulla base della radiografia pre-operatoria viene stimato in modo arbitrario la misura finale del diametro apicale. Questo procedimento permette di determinare quale strumento rotante utilizzare dopo aver eseguito l’accesso radicolare. Il concetto è quello di iniziare con uno strumento Ni-Ti rotante che sia tre o quattro volte più grande della misura apicale progettata. Per esempio, se il presunto diametro apicale è #25, allora s’inizia la strumentazione corono-apicale (crown-down) con un #40 K3TM. (Il diametro apicale finale deve ovviamente essere determinato attraverso la fase denominata “apical gauging”, descritta di seguito). Determinazione della lunghezza di lavoro Dopo un’abbondante irrigazione, 11-13 deve essere determinata la lunghezza di lavoro. L’utilizzo di localizzatori elettronici dell’apice (AFA Apex Finder, L’Informatore Endodontico Vol. 6, Nr. 2 Sybron Endo, Orange, CA) facilita in maniera significativa l’accuratezza della determinazione della lunghezza di lavoro. Deve essere fatta quindi una radiografia correttamente angolata ed in molti casi può anche essere utilizzato un cono di carta per determinare il punto di sanguinamento. Si precurva poi in punta uno strumento manuale (per esempio un K File #10) con l’Endo-Bender (Sybron Dental Specialties, Orange CA) e si porta alla lunghezza di lavoro prestabilita, con un movimento gentile tipo caricamento di orologio per esplorare il sistema canalare radicolare, in modo da evidenziare l’eventuale presenza di biforcazioni apicali e/o curvature improvvise che non possono essere prontamente identificate radiograficamente. Sagomatura profonda L’allargamento del terzo medio e coronale del sistema dei canali radicolari facilita la creazione di un sentiero di percorribilità (“glide path”) verso la costrizione apicale. Gli strumenti rotanti Ni-Ti K3TM a conicità .06 vengono ora utilizzati in sequenza crown-down. Questi strumenti sono impiegati esercitando una pressione minima, con una leggera spinta, con movimento tipo “impegno-disimpegno”. In altre parole gli strumenti vengono portati apicalmente fino a percepire una lieve resistenza, poi estratti lievemente e di nuovo spinti apicalmente, fino ad incontrare una nuova resistenza. Ogni sequenza prevede l’uso per non più di 5-7 secondi di ciascuno strumento. Lo strumento è estratto dal canale e i detriti vengono rimossi dalle lame con una garza imbevuta di alcool. Lo stesso strumento può essere utilizzato di nuovo per procedere ulteriormente in direzione più apicale. Viene poi usato il successivo strumento Ni-Ti rotante K3 TM con diametro apicale minore. Questa sequenza è ripetuta fino a raggiungere la lunghezza di lavoro prestabilita. I canali che inizialmente sono calcificati o formati da una dentina alquanto resistente possono richiedere la ripetizione della sequenza degli strumenti K3TM. Rifinitura apicale Una volta che gli strumenti K3 hanno raggiunto la lunghezza di lavoro stabilita, l’operatore deve determinare l’appropriato grado di allargamento apicale di ciascun canale. La misurazione finale del diametro apicale (“apical gauging”) può ora essere eseguita con l’uso di strumenti manuali in acciaio.12 Se, per esempio, la procedura di determinazione del diametro apicale finale permette il posizionamento di uno strumento manuale del calibro 35, può essere prudente portare uno strumento rotante Ni-Ti K3 #35/ .06 alla lunghezza di lavoro. Questo consentirà di realizzare una conicità continua dall’imbocco del canale fino alla sua costrizione apicale. Se il canale è sottile e/o presenta una moderata o severa curvatura, può essere più appropriato portare alla lunghezza di lavoro uno strumento rotante K3 #35/.04. Nel caso di denti con canali stretti e/o curvature severe, la preparazione fatta con strumenti a conicità .06 potrebbe rimuovere coronalmente più dentina del necessario, con conseguente indebolimento della struttura dentale coronale. Inoltre, uno strumento rotante Ni-Ti a conicità .06 potrebbe essere troppo rigido per essere utilizzato in canali con curvature severe o a piccolo raggio. In queste situazioni deve essere impiegata una sequenza simile a quella sopra descritta, ma con strumenti rotanti Ni-Ti K3 con conicità .04. Pag. - 49 2003 Il nuovo metodo di preparazione canalare in Nichel Titanio: la strumentazione Sybron Endo K3 Per riassumere Se si utilizza una sequenza di strumentazione corono-apicale (crown-down) con strumenti rotanti a conicità .06: Canali medio-larghi: K3 Orifice Openers: #40/.06, #35/.06, #30/.06, #25/.06 alla lunghezza di lavoro. Canali stretti: Strumenti K3: #25/.06, #20/.06, #40/.04, #35/.04, #30/04, #25/.04 alla lunghezza di lavoro. Il #25/.06 può quindi essere utilizzato se si desidera dare una conicità .06. In questo caso, gli strumenti K3 #25/.06 ed il #20/.06 sono impiegati al posto degli orifice openers, essendo infatti eccellenti nel creare un sicuro e riproducibile sentiero di percorribilità verso il terzo apicale del sistema canalare in canali stretti e calcificati. Durante ciascuno dei suddetti passaggi Caso 1 Caso 3 Pag. - 50 si utilizza una lima #08 o #10 per controllare la pervietà, oltre naturalmente all’abbondante irrigazione e lubrificazione, essenziali in ogni sistema rotante.11,13 Sequenza con diverse conicità. Dall’introduzione in commercio del sistema di strumenti rotanti in Ni-Ti K3 è stato maggiormente considerato un diverso protocollo sulla sequenza di strumentazione. La sequenza che prevede l’uso delle diverse conicità è indicata nei canali stretti e di media grandezza e consiste nell’utilizzo rispettivamente di: #40/.04, #35/.06, #30/04 , #25/ .06, #20/.04 ed alla fine per dare la sagomatura finale #25/.06. Quando verranno immessi sul mercato gli strumenti rotanti a conicità .02, il loro inserimento nella sequenza di strumentazione porterà ad un ulteriore aumento della sicurezza Caso 2 Caso 4 Caso 5 L’Informatore Endodontico Vol. 6, Nr. 2 e dell’efficacia del sistema rotante K3TM. Come sopra indicato, lo strumento K3 #25/.06 può essere impiegato come primo strumento per tutti quei sistemi canalari stretti. Presentazione di casi clinici. I seguenti casi (caso 1 - caso 11) sono stati realizzati utilizzando la tecnica sopra descritta. Il design dato agli strumenti rotanti in Ni-Ti K3 TM consente un’efficace e sicura detersione del sistema dei canali radicolari. Fino ad oggi gli Autori non riferiscono alcun caso di frattura di strumento in diverse centinaia di casi completati nell’esercizio della pratica privata. Deve essere notato che gli Autori raccomandano fortemente che questi strumenti vengano utilizzati solamente per un singolo caso. L’utilizzo multiplo espone il paziente e l’operatore a tutte Caso 6 Caso 9 Caso 7 le insicurezze legate alle caratteristiche metallurgiche degli strumenti stessi. Non vale la pena di incorrere in disavventure procedurali per questa variabile incontrollabile. Conclusioni Gli strumenti rotanti in Ni-Ti si sono dimostrati capaci di ridurre lo stress fisico della terapia endodontica e di ottimizzare la sagomatura del sistema dei canali radicolari. La qualità globale della terapia endodontica completata risulta significativamente migliorata, in quanto le complicazioni come il trasporto del canale, la formazione di gradini, il trasporto dell’apice sono virtualmente eliminate. Ciononostante, la rottura degli strumenti e l’inefficacia del taglio sono stati alcuni degli inconvenienti dei Caso 8 Caso 10 Caso 11 Pag. - 51 2003 Il nuovo metodo di preparazione canalare in Nichel Titanio: la strumentazione Sybron Endo K3 precedenti sistemi finora disponibili in commercio. Quando si sceglie tra i vari sistemi rotanti Ni-Ti presenti sul mercato, è necessario decidere quale caratteristico design e quali protocolli sono i più importanti e si adattano meglio ai loro paradigmi di detersione e sagomatura. Il sistema rotante Ni-Ti K3TM rappresenta un significativo passo avanti nella sicu- rezza e nell’efficacia rispetto agli altri sistemi esistenti. Samuel Johnson (1784) ha detto che “il genio non è altro che colui che fa efficace uso degli strumenti, ma devono esserci prima strumenti da usare”. Nell’evoluzione degli strumenti rotanti in Ni-Ti, i K3TM rappresentano una significativa pietra miliare. Traduzione dell’articolo originale: The Next Level of Nickel Titanium Root Canal preparationn: Sybron Endo K3™ Rotary instrumentation Oral Health, 12: 37-44, 2002 Copyright © 2002 Traduzione a cura del Dott. Enrico Cassai BIBLIOGRAFIA 1) - Kakehashi S., Stanley H.R., Fitzgerald R.J.: The effect of surgical exposure of dental pulps in germ-free and conventional laboratory rats. Oral Surg, 20:340-349, 1965. 2) - Sundqvist G.: Bacteriological studies of necrotic dental pulps. Umea Univ Odont Dissertation, 1976. 3) - Moller A.J., Fabricius L., Dahlen G., Ohman A.E., Heyden G.: Influence on periapical tissues of indigenous oral bacteria and necrotic pulp tissue in monkeys. Scand J Den Res, 89:475-484, 1981. 4) - Sjogren U., Figdor D., Persson S., Sundqvist G.: Influence of infection at the time of root filling on the outcome of endodontic treatment of teeth with apical periodontitis. 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