Il prestito ora viaggia online È disruption social lending

Transcript

Il prestito ora viaggia online È disruption social lending
14
Anno XI n.9 - 22 maggio 2015
www.corcom.it
IL PAGINONE
Si afferma in Italia
e all'estero
l'accesso al credito
via Internet
Un algoritmo
fa incontrare
domanda e offerta
e valuta il merito
di chi chiede soldi
E le banche?
Per ora guardano
Patrizia Licata
L'
accesso al credito con
le banche è sempre più
complicato? Ci pensa
Internet. Piattaforme digitali
altamente sofisticate che grazie ai
loro algoritmi valutano il merito
di chi chiede denaro in prestito
e fanno incontrare chi offre e
chi chiede soldi, con sistemi
veloci e ritorni interessanti per i
prestatori. È il social lending o
prestito peer-to-peer, nato sul
mercato consumer ma che oggi
si sta estendendo, anche se per
ora solo all'estero, a quello delle
piccole imprese. L’idea di disintermediare gli istituti finanziari nel
ricorso al credito è nata nel 2005
in Inghilterra con Zopa, ma è l'americana Lending Club oggi il più
grande erogatore di prestiti P2P al
mondo (oltre 6 miliardi di dollari
erogati sulla sua piattaforma dal
2006 a fine anno scorso) e Stati
Uniti e Cina sono i mercati più
sviluppati, con ritmi di crescita
anche a tre cifre.
“Le banche sono indietro sulla
tecnologia e questo le rallenta
nei movimenti", afferma Matt
Burton, fondatore di Orchard,
piattaforma di trading per prestiti
P2P. "Anche nuove propensioni
dei consumatori hanno aperto le
porte ai nuovi attori online della
finanza".
Grazie a processi automatizzati per le sottoscrizioni, per le
piattaforme del P2P approvare
un prestito è questione di minuti.
La forza innovativa di questi
player ha attratto l'interesse a
Wall Street di grandi hedge fund,
investitori istituzionali e wealth
manager che hanno cominciato
a comprare molti dei prestiti
originati tramite piattaforme di
punta come Lending Club e il suo
maggiore concorrente negli Usa,
Prosper. Oggi quasi il 70% di tutti
i prestiti di Lending Club sono
comprati da grandi investitori,
tanto che l'azienda ha cercato di
proporsi non più che come un
“peer-to-peer” ma come un “marketplace lending”.
Lending Club si è anche allargato verso i prestiti alle piccole
imprese, grazie a due importanti
partnership, con Google (Lending
Club fornisce la sua piattaforma
per erogare prestiti verso i partner
di Mountain View) e con la cinese
Alibaba (Lending Club fornisce
prestiti alle piccole imprese ame-
Il prestito ora viaggia online
È disruption social lending
ricane clienti di Alibaba.com). Per
gli analisti di Btig, Mark Palmer
e Giuliano Bologna, "l'approccio
del mercato P2P risponde molto
bene alle esigenze di numerose
applicazioni di business". "La
piattaforma di Lending Club ha
il potenziale per rivoluzionare il
banking tradizionale nei pros-
simi 10 anni", secondo Larry
Summers, ex segretario al Tesoro
americano e membro del board di
Lending Club.
Proposte simili non mancano in
Italia, per quanto i nostri player
siano più piccoli e il settore sia rivolto esclusivamente sul prestito
tra privati: le due società autoriz-
Nel nostro Paese al momento
il prestito è rivolto unicamente
ai privati. Sono Smartika
e Prestiamoci le società
apripista nel nuovo settore
zate da Banca d'Italia sono Smartika e Prestiamoci. "Il fenomeno
non riguarda solo i Paesi anglosassoni", sottolinea il fondatore e
chairman di Smartika, Maurizio
Sella. "Non facciamo guerra alle
banche ma colmiamo uno spazio
che hanno lasciato libero come il
credito alle famiglie". I vantaggi
La forza innovativa dei nuovi
player ha attratto l'interesse
a Wall Street dei grandi
hedge fund, investitori
istituzionali e wealth manager
Best practice
In Irlanda anche le fatture
entrano nella partita peer to peer
L
a finanza social al servizio delle imprese
ha molte soluzioni da proporre. Una delle
società emergenti è Aztec Money, un "mercato
per crediti esigibili e fatture che offre liquidità
immediata" in base ai termini stabiliti dallo
stesso utente. Con sede a Dublino, la società è
focalizzata sulle aziende esportatrici, in tutte
le parti del mondo, cui dà accesso a una rete di
investitori istituzionali non bancari interessati
a comprare le fatture e fornire in cambio immediato
cash flow. Queste fatture
sono vendute e comprate
sulla potente ed evoluta
piattaforma online di Aztec
Money. La proposta è considerata talmente interessante che alcuni player tra-
dizionali tra cui Société Générale e Goldman
Sachs sono entrati in trattative (per ora
preliminari) con Aztec Money per discutere la
possibilità di comprare in massa le sue fatture
e offrirle in pacchetti di investimento ai loro
clienti, in pratica diventando finanziatori della
sua piattaforma P2P. In Irlanda sono numerose le startup del social lending che guardano al
mondo delle imprese. Bibby Financial Services
Ireland, che pure finanzia le fatture col P2P, ha
dichiarato che metterà a
disposizione delle aziende
irlandesi quest'anno 70
milioni di euro di credito,
una crescita del 70% rispetto a quanto riuscisse a fare
l'anno scorso.
sono sia nelle condizioni offerte
che nelle tecnologie: la piattaforma hi-tech che fa incontrare
domanda e offerta e valuta il
rischio è fondamentale per questi
siti. "Noi investiamo sempre più
nella piattaforma e nel processo
di approvazione del credito per
poter gestire un numero sempre
maggiore di pratiche in modo
efficiente e veloce", rivela Sella. I
requisiti stringenti di compliance
e le audit cui i nostri player sono
sottoposti alzano la barriera di
ingresso in Italia e aumentano i
costi ma secondo Sella questo si
trasformerà in un vantaggio perché creerà fiducia nel sistema.
Diversa la storia di Prestiamoci: nata nell'incubatore Digital
Magics è stata da poco acquisita
dalla norvegese TrustBuddy, top
player del lending P2P in Europa
continentale, per 5,3 milioni di
euro. "TrustBuddy ha scelto Prestiamoci", sottolinea Michele Novelli, partner di Digital Magics e
managing director di Prestiamoci,
"per la piattaforma tecnologica
proprietaria, il team e il modello
costruito in Italia" - un modello
che TrustBuddy vuole replicare in
altri Paesi. Grazie all’acquisizione
di Prestiamoci, la società norvegese entrerà nel mercato italiano
e punterà ad accelerare il proprio
sviluppo dei prestiti a lungo
termine su Internet, sempre focalizzandosi sul mercato dei privati.
"All'estero - dice Novelli - non
mancano esempi di banche tradizionali che investono nelle nuove
piattaforme di social lending.
Siamo strutture che le banche
possono proficuamente sfruttare,
soprattutto in termini di competenze e piattaforme hi-tech".